mik.300 ha scritto:
forse c'entra forse no..http://www.corriere.it/esteri/17_giugno ... 320f.shtmlIncendio a Londra, brucia grattacielo di 24 piani, almeno 12 morti, 7o feriti Due ragazzi veneti tra i dispersi
In fiamme la Torre Grenfell a Latimer Road, zona ovest della città, in cui risiedono 500 persone. Il sindaco, Sadiq Khan: «Molte persone mancano all’appello». Nella torre vivevano anche due famiglie italiane. Testimoni: «Gettavano figli nel vuoto»
dispiacere x le vittime, persone normali,
ma
non mi pare che l'edificio,
nonostante le fiamme, sia crollato
o stia per farlo.. Nessun grattacielo in calcestruzzo e acciaio se costruito a regola d'arte TEME il fuoco.
E se vi dicono il contrario vi dicono pistolinate. Poi non so magari all'università degli studi di salerno si studia un'altra fisica ed un altro tipo di ingegneria rispetto a quella studiata da Attivissimo (è ingegnere? Che competenze ha?).
Giusto per conoscenza:
http://www.ingenio-web.it/immagini/Articoli/PDF/cU0BO01F4p.pdfhttp://www.federbeton.it/Portals/3/Documenti/Pubblici/Pubblicazioni/Il_calcestruzzo_per_la_sicurezza_e_la_protezione_antincendio.pdfun breve estratto:
Cita:
Il calcestruzzo non brucia
Il calcestruzzo non può prendere fuoco come gli altri materiali di un edificio. È resistente
nei confronti dei materiali che bruciano senza fiamma, che possono raggiungere temperature
molto elevate, innescando o reinnescando l’incendio, come ad esempio il legno.
Le fiamme prodotte dagli oggetti che ardono non riescono a propagarsi al calcestruzzo.
Pertanto, quando si sviluppa un incendio, il calcestruzzo, non potendo bruciare, non
emette fumo, gas o sostanze tossiche. Inoltre, a differenza di alcuni materiali sintetici e
i metalli, il calcestruzzo non fonde al contatto con il calore. Di conseguenza non determina
l’emissione di particelle che potrebbero contribuire ad aumentare la diffusione del
fuoco. Il calcestruzzo non può contribuire all’innesco né alla propagazione delle
fiamme, né può accrescere il carico d’incendio.
Gli standard europei presentano prove autorevoli delle proprietà di resistenza al fuoco
del calcestruzzo. Tutti i materiali edili sono stati classificati in funzione della loro reazione
al fuoco e della loro resistenza al fuoco, e da tali coefficienti dipende la possibilità di
utilizzarli e la necessità di prevedere altre misure di protezione antincendio. Sulla base
della Direttiva Europea sui Prodotti da Costruzione, la norma EN 13501–1: 2002: “Classificazione
al fuoco dei prodotti ed elementi da costruzione” classifica i materiali in sette
categorie - A1, A2, B, C, D, E e F - in base ai risultati delle prove di reazione al fuoco.
La classe di reazione al fuoco A1 (materiali non combustibili) è la più sicura. La Commissione
Europea ha pubblicato un elenco vincolante di materiali omologati in base a tale
classificazione, tra cui figurano diversi tipi di calcestruzzo così come i minerali con cui
viene prodotto. Il calcestruzzo risponde ai requisiti della classe A1 perché i suoi
costituenti minerali sono effettivamente non combustibili, ossia non prendono fuoco
alle temperature che normalmente si raggiungono durante un incendio.
Il calcestruzzo è un materiale protettivo
Il calcestruzzo possiede un alto grado di resistenza al fuoco e, nella maggior parte delle
applicazioni, può essere considerato come ignifugo, con una composizione adeguata.
Il calcestruzzo è una barriera tagliafuoco molto efficace. La massa del calcestruzzo ha
una capacità eccellente di accumulare calore. Inoltre, la sua struttura porosa fa sì che
l’aumento della temperatura all’interno della sezione sia molto basso. Ne consegue un
modesto incremento della sua temperatura che consente al calcestruzzo di comportarsi
come un’efficace barriera tagliafuoco.
Data la modesta velocità di aumento della temperatura attraverso la sezione traversale
di un elemento di calcestruzzo, nelle zone più interne non si raggiungono le stesse
temperature elevate della superficie esposta alle fiamme. La norma ISO 834 prevede la
prova di resistenza al fuoco di travi campione di calcestruzzo di 160 mm di larghezza x
300 mm di profondità, esponendoli alle fiamme su tre lati per un’ora.
Mentre a 16 mm dalla superficie viene raggiunta una temperatura di 600° C, a 42 mm
questa si dimezza attestandosi ad appena 300° C, pari ad un gradiente termico di 300°
C in appena 26 mm di calcestruzzo (Kordina, Meyer-Ottens, 1981). Ciò dimostra chiaramente
che l’aumento relativamente basso, in percentuale, della temperatura del calcestruzzo,
assicura che le zone interne rimangano abbastanza protette.
Anche dopo un periodo prolungato, la temperatura interna del calcestruzzo rimane
sufficientemente contenuta tanto da preservare la sua capacità strutturale e le proprietà
di barriera tagliafuoco, agendo come elemento divisorio.
[...]
Il calcestruzzo fornisce una compartimentazione efficace
Il calcestruzzo protegge da tutti gli effetti dannosi del fuoco e si è dimostrato talmente
affidabile che nei grandi edifici industriali e negli edifici multipiano trova comunemente
impiego per la compartimentazione. Dividendo la superficie totale in compartimenti, il
rischio di perdita totale, in caso di incendio, viene virtualmente ridotto – i pavimenti e
le pareti di calcestruzzo riducono l’area di incendio sia orizzontalmente (per la presenza
delle pareti) che verticalmente (per la presenza dei solai). Il calcestruzzo offre, quindi,
l’opportunità di realizzare strutture divisorie sicure in modo facile ed economico. Le sue
proprietà tagliafuoco sono intrinseche e non richiedono l’utilizzo contemporaneo di altri
materiali ignifughi né di alcun tipo di manutenzione.
[...]
Il calcestruzzo si ripara facilmente dopo l’incendio
La maggior parte delle strutture di calcestruzzo non è distrutta dalle fiamme durante gli
incendi. Questo è uno dei principali vantaggi di questo materiale. I danni causati dall’incendio
si possono di solito riparare facilmente riducendo, in tal modo, al minimo i costi
e i disagi. I modesti carichi presenti sulla pavimentazione e le temperature relativamente
basse che si raggiungono nella maggior parte degli incendi negli edifici, garantiscono
che la stabilità del calcestruzzo è preservata quasi integralmente sia durante che
dopo l’incendio. Per tale motivo, spesso è sufficiente una semplice opera di ripulitura.
La rapidità degli interventi di riparazione e recupero è un fattore importante per ridurre
le perdite economiche derivanti dalla sospensione dell’attività che si verifica dopo un
grosso incendio ed è ovviamente preferibile alla demolizione e alla ricostruzione.
Tra l'altro c'è un capitoletto anche sulle torri gemelle in cui si cita il NIST. MA il NIST non ha sottoposto le sue relazioni a nessun tipo di validazione scientifica quindi di fatto sono loro opinioni "PERSONALI" che valgono 0.
Quindi smettetela di rompere le palle con 'sti incendi. Anche perchè il kerosene che ha colpito la torre ha preso subito fuoco e nel giro di un'ora si è esaurito; il resto delle fiamme erano dovute a comuni oggetti presenti nel grattacielo che nulla avrebbero potuto fare alla struttura portante dell'edificio che tra l'altro era anche impregnata di materiali ignifughi.