STORIA DEL CONTROLLO CLIMATICOIL METEO COME MOLTIPLICATORE DI FORZA:
POSSEDERE IL TEMPO NEL 2025 Death_Valley_Workshop_10-2012--07-1.jpg
“Weather as a Force Multiplier: Owning the Weather in 2025” è un importante studio del 1996 che rivela l’intento da parte delle forze armate degli USA di disporre entro il 2025 di “una capacità di modificazione del tempo globale, precisa, immediata, robusta, sistematica”. http://www.nogeoingegneria.com/news/il- ... -nel-2025/La manipolazione del tempo atmosferico e della ionosfera per le forze armate statunitensi non sono certo una novità degli ultimi anni. D’altronde chi ha una minima conoscenza dell’ambiente militare sa che non esistono remore nell’impiego di tecnologie anche al loro stadio immaturo: la possibilità di sfruttare la tecnologia per conseguire il predominio sul campo di battaglia, siano i cieli o lo spazio, porta tali ambienti a sperimentare tutto quello che lascia intravedere un qualche vantaggio, spesso eludendo trattati internazionali e quant’altro, avendo, con tutta probabilità, alle spalle il consenso del mondo politico e degli affari che conta, mondi con i quali si creano forti interconnessioni con risvolti in termini economici e politici.
La variabile meteo è stata sempre al centro degli interessi militari diventando sempre più determinante allorché le forze aeree acquisivano maggior peso nelle operazioni belliche e nel monitoraggio degli spazi e dei cieli. Solo per fare un esempio, citato anche nello studio che vi andiamo a sottoporre, nell’ intervento Desert Storm in Iraq il 50% delle operazioni di bombardamento furono cancellate per problemi meteorologici. Capita inoltre che di frequente i target, gli obiettivi da colpire, vengano modificati ad operazioni in corso a causa delle avverse condizioni meteo su una determinata area.
In questo importante studio redatto nel 1996 da alcuni ufficiali dell’aeronautica degli Stati Uniti, spesso citato in diversi articoli sull’argomento (
si veda per es. gen. Fabio Mini Owning the weather: la guerra ambientale globale è già cominciatain Limes n.06/2007) e ora tradotto in italiano da NoGeoingegneria.com, non si fa certo mistero di quali siano gli obiettivi delle modificazioni al meteo e quali enormi prospettive si aprano grazie all’impiego e allo sviluppo di nuove tecnologie collegate alle nanotecnologie, ai droni, alle onde elettromagnetiche. La variabile tempo assume così una veste operativa nuova: gli eventi meteorologici non diventano solo un elemento da mitigare per consentire lo svolgimento delle operazioni militari (dissipazione di nubi, nebbia, temporali ecc.), ma assumono un ruolo attivo, divenendo un’arma determinante di attacco da impiegare tanto nello scontro militare quanto in operazioni di guerra psicologica, ma soprattutto in operazioni di guerra “non dichiarata”, dove non è chiaro se un evento sia un fatto naturale o artificialmente prodotto.
“Uno dei maggiori vantaggi di utilizzare il tempo atmosferico simulato per raggiungere un determinato effetto è che diversamente da altri metodi, è che produce quello che altrimenti è il risultato di azioni deliberate, in modo da apparire come se fosse la conseguenza di fenomeni meteorologici naturali.”(pag. 28)
Anche se la modifica del meteo a fini bellici non è una novità, visto che ad essa si è fatto già ricorso in modo massiccio per esempio nella guerra del Vietnam (Operazione Popeye), sono appunto le nuove possibilità tecnologiche ad aver rivitalizzato negli ultimi decenni l’attenzione, mai sopita, verso la possibilità di intervenire determinando gli eventi atmosferici. Il fatto che esista una convenzione ONU del 1977 che limita l’uso delle modifiche all’ambiente a fini bellici, e che ci sia una certa resistenza generalizzata all’impiego di tali tecniche, non sembra preoccupare più di tanto gli autori di questo studio che tracciano una sommaria road map che, entro il 2025, dovrebbe portare al superamento anche di questi scogli.
Scrivevano a tal proposito nel 1996 gli ufficiali autori dello studio:
“Le attuali tecnologie, che matureranno nei prossimi 30 anni, offriranno a chiunque abbia le risorse necessarie, la possibilità di modificare le condizioni meteorologiche e i loro relativi effetti, almeno su scala locale. Le attuali tendenze demografiche, economiche e ambientali creeranno tensioni a livello globale che forniranno l’impulso necessario a molti paesi o gruppi per trasformare questa possibilità di modificazione del tempo in una capacità. Negli Stati Uniti la modificazione del tempo diventerà verosimilmente una parte della politica di sicurezza nazionale …La tecnologia è là, attende solo che la mettiamo insieme; nel 2025 possiamo possedere il tempo atmosferico.” (pag.6)
E ancora:
“Tra il 1996 e il 2005 i progressi tecnologici in meteorologia e le richieste di più previsioni più precise provenienti dal mondo degli affari porterà all’identificazione delle principali variabili che influenzano il meteo; entro il 2015 si arriverà a effettuare previsioni sempre più precise e affidabili; nel successivo decennio, e quindi entro il 2025, la crescita della popolazione eserciterà pressioni sulle risorse e sui costi di cibo e acqua, le perdite massicce di vite umane dovute alle catastrofi meteorologiche diventeranno sempre più inaccettabili spingendo i governi a capitalizzare i progressi tecnologici nella manipolazione del tempo atmosferico conseguiti nei 20 anni precedenti. L’urgenza di realizzare i benefici di tali capacità faranno sì che intervengano leggi e trattati che rendano accettabili i rischi a cui si dovrà far fronte per perfezionare tali tecniche.” (pag.10)
Questo sommariamente è il percorso che delineavano in cui non si può non scorgere, oggi che ci troveremmo a circa 2/3, una serie di elementi che fanno pensare a come lo scenario previsto si stia di fatto realizzando, probabilmente anche in anticipo sui tempi previsti. Almeno a livello mediatico siamo certamente ormai da tempo entrati nell’ultima fase che prevede una spinta per rendere la modificazione meteo socialmente accettabile, se non addirittura auspicabile. Tutte le preoccupazioni ambientali, alcune delle quali anche legittime, sembrano convergere verso un unico inevitabile punto, la geoingegneria, intesa nella sua accezione più ampia che include anche la manipolazione dello spazio attorno al pianeta. Ecco che la natura, anche nei resoconti giornalistici, assume sempre più un ruolo di matrigna che colpisce, come un killer, con eventi catastrofici gli essere umani che non potranno far altro, prima o poi, che difendersi andando a intervenire sulle variabili che regolano i fattori meteorologici a livello atmosferico ma non solo, modificandole. Ammesso e non concesso che siano tutte manifestazioni naturali che escludono la mano “invisibile” dell’uomo, sono comunque gli autori stessi a ricordarci che l’intervento sul meteo a fini ipoteticamente difensivi è solo la faccia, per così dire, buona della medaglia. Il meteo, l’atmosfera, la ionosfera, lo spazio che circonda il pianeta possono essere sfruttati in chiave offensiva per conseguire il dominio di qualsiasi campo di battaglia, simulando tramite l’impiego delle tecnologie la mano della Natura.
“In un senso più ampio, la modificazione del tempo può essere suddivisa in due categorie principali: quella della soppressione e quella dell’intensificazione delle condizioni meteorologiche. In casi estremi, potrebbe comportare la creazione di condizioni del tempo completamente nuove, l’attenuazione o il controllo di forti tempeste, o anche l’alterazione del clima globale di vasta portata e/o di lunga durata. Nei casi più lievi e meno controversi può consistere nell’indurre o sopprimere le precipitazioni, le nubi o la nebbia per brevi periodi su una regione di piccole dimensioni. Altre applicazioni a bassa intensità potrebbero includere l’alterazione e/o l’utilizzo dello spazio vicino come un mezzo per migliorare le comunicazioni, disturbare il monitoraggio attivo e passivo, o per altri scopi. … questo documento si concentra principalmente sulle forme localizzate e di breve termine di modificazione del meteo e su come queste potrebbero essere incorporate in capacità di combattimento durante i conflitti. Le aree principali affrontate includono la generazione e la dissipazione delle precipitazioni, delle nubi e della nebbia; la modifica dei sistemi di tempeste localizzate, e l’uso della ionosfera e lo spazio vicino per il controllo dello spazio e il dominio delle comunicazioni. …. Esempi estremi e controversi di modificazione-creazione del tempo su ordinazione, di modificazioni del clima su larga scala, di creazione e/o controllo (o “pilotaggio”) di forti tempeste, ecc. sono state studiate come parte di questa ricerca, ma solo per farvi un breve accenno perché, a giudizio degli autori, gli ostacoli tecnici che impediscono la loro applicazione appaiono insormontabili per i prossimi 30 anni. Se così non fosse, tali applicazioni sarebbero state incluse … D’altra parte, la gamma delle applicazioni di manipolazione al meteo proposte in questa relazione si è dimostrata potenzialmente e tecnicamente realizzabile. Esse sono verosimili, sebbene, nessuna venga generalmente impiegata o prevista per un futuro impiego da parte delle nostre forze operative.” (pag. 11)
Nebbie, nubi, precipitazioni, temporali, tempeste di fulmini potrebbero adeguatamente essere creati artificialmente anche grazie all’impiego delle nanotecnologie e dei droni che permetteranno una gestione sempre più tecnologica del tempo.
“I materiali smart basati sulle nanotecnologie sono sviluppati di continuo per essere dotati al loro interno di computer in grado di svolgere grandi operazioni. Essi potrebbero adattare le loro dimensioni a quelle ottimali per una data situazione di inseminazione della nebbia e perfino eseguire degli aggiustamenti durante il processo. Potrebbero anche incrementare le loro qualità dispersive aggiustando la loro galleggiabilità nell’aria, comunicando l’uno con l’altro, e la loro guidabilità all’interno della nebbia. … i droni potrebbero essere usati per lanciare e diffondere questi materiali smart.” (pag. 20)
CONTINUA>>>> http://www.nogeoingegneria.com/news/il- ... -nel-2025/