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Marziano
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MessaggioInviato: 17/05/2013, 23:26 
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Blissenobiarella ha scritto:



andate su internet e digitate aborto clandestino.
Dovrebbe bastare questo èer capire con cosa state avendo a che fare.
Vietando l'aborto, non si impedisce l'aborto. L'aborto non ha mai avuto niente a che fare con la legalità.
Vietando l'aborto si espongono le donne, sorelle, mogli, madri a tutto questo, se non a peggio:



Riflettete.

La strada del disastro è lastricata di buone intenzioni.
La sensibilità che mostrate nel sentirvi disturbarti da certe cose deve essere rivolta verso un'azione efficace.
Non serve a niente voler fare una cosa buona, se questo poi porta verso esiti perversi.





Ma quale sarebbe la vittoria sociale? Questa vittoria sociale come viene definita nel video e` basata sulle menzogne ei dati gonfiati:

Aborti. Diminuiti grazie alla legge 194?


di Stefano Grossi Gondi, Documentazione.info, 12 marzo 2008 e Francesco Agnoli, 4 febbraio 2008, libertaepersona.org
Uno speciale Aborto, pubblicato on line da Repubblica il 12 marzo, riporta una tabella che presenta un calo degli aborti di ben il 44,42% dal 1983 al 2006. La tabella induce quindi a pensare che la legge abbia determinato la diminuzione negli anni dell’interruzione volontaria della gravidanza. In realtà per valutare l’efficacia di una legge del 1978 a nostro avviso sarebbe più corretto presentare i dati a partire da quell’anno. Perché invece dal 1983? Forse una risposta sta nell’osservazione dell’andamento degli aborti in quasi trent’anni. Del 1978 abbiamo trovato i dati di metà anno (68.000 aborti), e quindi raddoppiando la cifra e aggiungendoci qualcosa sulla base del trend di crescita di quel periodo è realistico pensare a una cifra di 150mila aborti l’anno. Questa cifra è poi progressivamente aumentata (anche grazie alla legge 194?) fino al picco degli anni 1982-83 (oltre 230mila) per poi scendere fino alla quota 130mila del 2006.
Possono essere tante le ragioni di questo andamento decrescente del numero di aborti, ma tra queste non ci sembra di poter annoverare la legge 194.

La percentuale sembra essere in crescita
Sempre per amor di correttezza, la valutazione quantitativa del fenomeno aborto non andrebbe fatta sui valori assoluti, quanto sulle percentuali di interruzioni di gravidanza rispetto ai nati di quell’anno. Tenendo presente il forte calo demografico subito dall’Italia negli ultimi decenni, la quantità di aborti non sembra affatto in calo, anzi probabilmente è in crescita. La tabella qui in basso lo dimostra, nonostante l’approssimazione sul numero di aborti di trent’anni fa. Si tenga inoltre presente che dal conto del 2006 sono escluse sia le varie forme di aborto chimico sia gli aborti clandestini, che in questi anni sono diminuiti ma purtroppo sono tutt’altro che scomparsi. Le ultime stime ministeriali parlano di 20.000 l’anno.

La tabella riportata qui sotto smentisce l'idea che grazie alla legge 194 gli aborti siano diminuiti. Anzi, dopo il picco del 1982-83 la percentuale di aborti rispetto ai nati risulta ancora al di sopra della quota del 1978.


nati aborti % aborti


nati aborti % aborti
1978 720.822 circa 150.000 21
1982 634.794 234.794 37
2006 530.605 130.033 24,5







Per approfondire l’argomento un articolo di Francesco Agnoli apparso il 4 febbraio di quest’anno sul sito libertaepersona.org ha messo in luce tutti i dati significativi sulla 194.
Lo riportiamo di seguito.




Le cifre sulla aborto: prima e dopo la legge 194

di Francesco Agnoli (4 febbraio 2008, libertaepersona.org)

Le cifre sull’aborto sono spesso oggetto di dibattiti e di svariate interpretazioni. Molti infatti si appellano proprio ad esse per sostenere il proprio apprezzamento o meno per l’efficacia della legge 194/1978. Sarà dunque bene una breve analisi dei fatti, prima e dopo la legge 194 in Italia.

Strategie di propaganda
Possiamo partire, per una comprensione più ampia, da Bernard Nathanson, il celebre medico americano fondatore a New York della "Lega d'azione per il diritto all'aborto", nel 1968, e direttore, all'epoca, della più grande clinica per aborti del mondo, il Crash. Costui, dopo aver effettuato, tramite i suoi medici, ben 75.000 aborti, di cui 15.000 di sua mano ("ho fatto abortire i figli dei miei amici, colleghi, insegnanti e conoscenti"), ha riveduto le sue posizioni, divenendo un difensore della vita sin dal suo concepimento. Ha così iniziato a raccontare, nei suoi libri e nelle sue conferenze, le tecniche propagandistiche tipiche degli abortisti di tutto il mondo, usate a suo tempo da lui stesso, volte a capovolgere e indirizzare l'opinione pubblica. La modalità principale, racconta nei suoi scritti, era quella di fornire "sondaggi fittizi", nei quali il numero dei favorevoli all'aborto veniva volutamente gonfiato, allo scopo di rendere "normale", accettabile, l'idea stessa dell'aborto: "il pubblico, al quale dicevamo che tanti erano per l'aborto, mutò opinione, e diventò davvero favorevole all'aborto" (Il Foglio, 23/4/2005).

Il numero degli aborti clandestini
L'altro argomento usato come grimaldello per scardinare il buon senso comune, racconta sempre Nathanson, era quello degli aborti clandestini: bastava urlare ai quattro venti che le donne, anche senza legalizzazione dell'aborto, abortivano ugualmente, in modo clandestino, senza alcuna sicurezza per la loro salute, col rischio addirittura della vita. In tal modo poteva sembrare che la legalizzazione fosse in qualche modo un male minore, il tentativo di rendere almeno controllabile e più "sicuro", per le donne, un fenomeno già esistente e, anzi, vastissimo. In realtà le cifre venivano gonfiate in modo incredibile, e si fingeva di conoscere qualcosa che di per sé era, per definizione, inconoscibile: il numero di aborti praticati, appunto, clandestinamente! Parlavamo di un milione di aborti clandestini l’anno, conclude Nathanson, quando ve ne erano, forse, 100.000!

In Italia stessa strategia
La stessa tattica inventata da Nathanson e dai suoi compagni di strada, viene adottata in quegli stessi anni anche in Italia. Nel 1971 infatti il Psi presenta al Senato una proposta per l'introduzione dell'aborto legale, libero, e gratuito, affermando che vi sono in Italia tra i 2 e i 3 milioni di aborti annui, e che circa 20.000 donne all'anno muoiono a causa di questi interventi. Nel successivo progetto di legge, sempre socialista, presentato alla Camera il 15/10/71, il numero degli aborti annui rimane stabile, mentre quello delle donne morte per pratiche abortive clandestine sale, chissà come, a 25.000. Tali cifre vengono riprese come attendibili da tantissimi giornali (“Espresso”, 26/4/1970: tra gli 800.000 e i 3 milioni di aborti clandestini l’anno; "Corriere della sera" del 10/9/76: da 1,5 a 3 milioni di aborti clandestini l'anno; "Il Giorno" del 7/9/72: da 3 a 4 milioni l'anno…; “Alto Adige”, 31/10/80: da 850.000 a 1.200.000; “Corriere della sera”, 19/1/1981: 800.000). Le femministe diffondono anch’esse cifre improbabili: celebre lo slogan “Ecco cosa avete fatto voi, difensori della vita, 3 milioni di aborti clandestini, 20.000 donne morte”, che compare in quegli anni su molti cartelli durante le manifestazioni.

In Italia 4 aborti per ogni nascita?
Per meglio inquadrare la vicenda ricorro brevemente a due libri scritti negli anni delle discussioni infuocate, prima che l'aborto fosse legale in Italia (1978): "Da Erode a Pilato" (Marsilio, 1973), di Giuliana Beltrami e Sergio Veneziani, e "L'aborto, un dilemma del nostro tempo" (Etas Kompass, 1970). Come ho scritto nel mio “Chiesa, sesso e morale” (Sugarco), “si tratta di testi favorevoli alla legalizzazione dell'aborto, la cui lettura risulta, soprattutto oggi, molto istruttiva. Nel primo si sostiene addirittura che in Italia, prima della 194, vi sono donne "che hanno abortito già dieci, venti volte", in modo clandestino. Anzi, mentre nel mondo ci sarebbero circa un aborto ogni quattro nascite, in Italia è lecito ritenere che il rapporto sia invertito, e che vi siano nientemeno che "quattro aborti per ogni nascita". Sebbene la cifra degli aborti clandestini non sia chiara, sostengono ancora gli autori, essa si muove certamente tra il milione e i tre milioni di aborti ogni anno. A pagina 33 si arriva addirittura ad affermare, dimenticando quello che si è scritto poco prima, che vi sono donne "che compiono, nel corso della loro esistenza, fino a trenta e più atti abortivi": in fondo, infatti, il raschiamento di quello che viene definito semplicemente "uovo", "non è più difficile né pericoloso di un'asportazione di tonsille".

Italia più abortiva deli Usa...
Il secondo libro raccoglie gli atti di un Congresso Internazionale sull'aborto avvenuto a Washington nel 1967. Vi si parla di alcune ricerche sugli aborti clandestini negli Usa, e le cifre ipotizzate vanno dai 160.000 aborti illegali annui ad un massimo di 1.200.000. Agli atti del Convegno è allegato un saggio di Carlo Smuraglia, cui spetta descrivere la situazione italiana: vi si apprende che il numero di aborti clandestini in Italia, attestandosi tra l'uno e i due milioni, sarebbe di gran lunga superiore a quello degli aborti in America, pur essendo gli Usa quattro volte più popolati!”. Questa dunque è la qualità del dibattito sull’aborto in quegli anni: tutti sparano cifre, allo scopo di rendere la legalizzazione dell’aborto un evento inevitabile. L’Espresso del 9 aprile del 1967 arriva a sostenere che “nella sola provincia di Milano gli aborti clandestini sono almeno 50.000 al mese”, il che significa 600.000 all’anno! In tutta Italia sarebbero 4 milioni!

Lo studio del prof. Colombo sulle cifre reali
La verità è che studi seri in Italia, in quegli anni, ve ne è uno solo, a cura del professor Bernardo Colombo, demografo dell’Università di Padova, scritto con l’ausilio di altri due professori della medesima università, entrambi docenti di Statistica, i professori Franco Bonarini e Fiorenzo Rossi. Lo studio è intitolato “La diffusione degli aborti illegali in Italia” (1977), ed è una analisi attenta e precisa di tutte le “voci” e i dati parziali sull’aborto clandestino. Colombo dimostra che le cifre proposte dagli abortisti sono false con varie argomentazioni, ad esempio sottolineando come per mantenere la media di 1 milione di aborti clandestini annui è necessario che almeno il 50% di tutte le donne italiane in età feconda abortisca esattamente 5,3 volte nell’arco della propria vita riproduttiva. La cifra che lui propone come attendibile è quella di 100.000 aborti clandestini annui tra il 1970 e il 1975, e forse anche meno. Nel 1978 entra in vigore la legge 194 sull’aborto.

Nel 1979 un brusco calo
Ebbene, nel 1979 gli aborti legali sono ufficialmente, né 1, né 4 milioni, ma 187.752! Come è possibile che gli aborti siano diminuiti, ora che sono legali, gratuiti, liberi nei primi tre mesi, mentre prima erano illegali e determinavano punizioni penali per il medico e per la donna? Quanto poi alle donne morte per pratiche clandestine basterebbe consultare, per esempio, il Compendio Statistico Italiano del 1974: vi si legge che in Italia, nell'intero anno, sono morte 9.914 donne tra il 14 e i 44 anni, e cioè in età feconda. Fossero decedute anche tutte per aborto clandestino, cosa assolutamente assurda, non sarebbero comunque né 20.000 né 25.000!

Una crescita costante
Sulle cifre dell’aborto si discute anche per quanto riguarda l’efficacia della 194 negli anni. Il professor Flamigni, e come lui molti altri, afferma: “la legge 194 è una legge che ha dato buona prova di sé, che ha diminuito il numero degli aborti in modo significativo (erano 234.000 nel 1982 e sono stati 129.000 nel 2005)” (l’Unità, 10/1/2008). Similmente si esprime l’ex ministro della salute Livia Turco: “ Grazie alla 194 le interruzioni di gravidanza tra le donne italiane sono diminuite del 60% dal 1982” (Io donna, 26/1/2008).
Si tratta dunque di una opinione diffusa, che però non corrisponde a verità. Anzitutto la legge 194 è entrata in vigore nel 1978: perché allora contare la diminuzione degli aborti dopo il 1982? Cosa è successo tra il 1978 e il 1982? Come fingere che questi anni non esistano? Le cifre ufficiali parlano chiaro: dai 68.000 aborti del 1978 (metà anno), si è passati ai 187.752 del 1979 (mentre mantenendo la media dell’anno prima avrebbero dovuto essere 134.000, cioè 68.000 per due), ai 220.263 del 1980, ai 224.377 del 1981, ai 234.377 del 1982. Una crescita costante, dunque! Addirittura sappiamo che gli aborti sono cresciuti notevolmente, mese per mese, già a partire dal primo semestre di applicazione della 194, cioè la seconda metà del 1978, che ha appunto visto un grosso aumento del ricorso all’aborto soprattutto negli ultimi due mesi dell’anno! Dopo il 1982 è iniziata una leggera flessione, sino ai 191.469 aborti del 1987: cifra quest’ultima che si attesta comunque al di sopra del dato iniziale del 1978 e del 1979. Se ne deduce quindi che la 194 ha inizialmente aumentato gli aborti, che sono rimasti ad un livello molto alto sino al 1987, e che hanno iniziato a calare significativamente solo più avanti. Ma perché col tempo gli aborti sono diminuiti sino ai 129.588 del 2005? In base a quanto si è visto, e tenendo conto del fatto che la 194 è stata applicata sempre con gli stessi criteri, senza modifiche, è impossibile pensare che una legge che sino al 1982, e anche dopo, ha determinato un progressivo aumento degli aborti, abbia, sempre lei, determinato poi un flusso inverso.

Le ragioni della diminuzione. Esempi di altri paesi
Gli esempi di altri paesi ci vengono incontro: sono numerosi gli Stati in cui l’aborto, dopo una impennata costante nei primi anni di legalizzazione, col tempo ha iniziato a diminuire. Dalla Russia, in cui il ricorso all’aborto è calato del 21% negli ultimi cinque anni, senza che intervenisse nessuna modifica legislativa, alla Croazia, che ha visto crollare gli aborti dell’88% negli ultimi anni, anche in questo caso senza nessuna modifica legislativa. Anche negli Usa si registra lo stesso fenomeno: dopo la legalizzazione dell’aborto nel 1973 il ricorso a tale pratica è via via cresciuto, sino ad 1,6 milioni di aborti nel 1990. Nel 2005 invece gli aborti sono stati 1,2 milioni: non erano mai stati così pochi. Perché, visto che in tutti questi casi, come si diceva non è cambiato nulla dal punto di vista legislativo?
A determinare la diminuzione degli aborti, in Italia come altrove, sono stati altri fattori: da una parte la maggior consapevolezza nelle persone della drammaticità dell’aborto, permessa sia dalla maggior conoscenza dello sviluppo fetale sia dai sempre più numerosi studi sul trauma post aborto nella donna. Dall’altra occorre che vengano considerati alcuni fatti: è diminuita la fertilità generale; sono diminuite le coppie in età fertile; è aumentato enormemente il ricorso alla pillola del giorno dopo, con potenzialità abortive; sono rimasti gli aborti clandestini, di cui non si conosce l’entità, e che la legge 194 ha depenalizzato rispetto al passato; aumentano i bambini salvati dalle associazioni di volontariato; non mancano numerosissimi casi, che vengono alla luce solo di rado, di aborti procurati sistematicamente spacciati per spontanei, o di medici che spingono le donne ad abortire nei loro centri privati. Ma soprattutto: in Italia dal 1995 circa, pur essendo leggermente diminuito il numero degli aborti totali, è rimasto invariato, ed è anzi in certi anni cresciuto, il tasso di abortività….

Dossier:
Aborto

http://www.documentazione.info/aborti-d ... -legge-194


(Alla signora nel secondo video, avrebbero dovuto lasciare spiegare con parole sue, non scrivergli il discorso sembra che legga una storia non sua)



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MessaggioInviato: 18/05/2013, 00:13 
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BlitzKrieg ha scritto:

Ho dato un'occhiata al tuo link, penso che si possa cambiare il titolo a questo thread.


E quindi cosa proponi come nuovo titolo?

Cita:
Ma come ho accennato, ci saranno discussioni che si intreccerano con l'attuale topic. Infatti non c'e` differenza tra l'eutanasia infantile come e` praticata in Olanda (illegale per adesso, ma praticata senza ripercussioni) e l'aborto post nascita, oppure tra aborto post nascita e aborto a nascita parziale (legale in alcuni stati)


Personalmente, ma e' solo una questione di termini, ritengo che la definizione corretta sia "eutanasia infantile" o "infanticidio" mentre "Aborto post nascita" e' un evidente contraddizione.

Comunque, le categorie che ho appena elencato, non hanno nulla a che vedere con il concetto di aborto, almeno per come lo si intende a norma di legge (da noi). Tra l'altro, mentre l'aborto e' legale, non mi sembra che le altre pratiche lo siano (sempre da noi).

Detto questo, ritengo che la discussione sul tema in oggetto debba proseguire nel 3D che ho indicato.

Rimane quindi da decidere quale taglio dare al 3D corrente.



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Blitz, qualunque siano i numeri ufficiali ti basta una nonna per sapere come stavano le cose. O le testimonianze di milioni di donne che, ancora oggi sono costrette, a ricorrere all'aborto clandestino.



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MessaggioInviato: 18/05/2013, 01:09 
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zakmck ha scritto:

Cita:
BlitzKrieg ha scritto:

Ho dato un'occhiata al tuo link, penso che si possa cambiare il titolo a questo thread.


E quindi cosa proponi come nuovo titolo?

Cita:
Ma come ho accennato, ci saranno discussioni che si intreccerano con l'attuale topic. Infatti non c'e` differenza tra l'eutanasia infantile come e` praticata in Olanda (illegale per adesso, ma praticata senza ripercussioni) e l'aborto post nascita, oppure tra aborto post nascita e aborto a nascita parziale (legale in alcuni stati)


Personalmente, ma e' solo una questione di termini, ritengo che la definizione corretta sia "eutanasia infantile" o "infanticidio" mentre "Aborto post nascita" e' un evidente contraddizione.

Comunque, le categorie che ho appena elencato, non hanno nulla a che vedere con il concetto di aborto, almeno per come lo si intende a norma di legge (da noi). Tra l'altro, mentre l'aborto e' legale, non mi sembra che le altre pratiche lo siano (sempre da noi).

Detto questo, ritengo che la discussione sul tema in oggetto debba proseguire nel 3D che ho indicato.

Rimane quindi da decidere quale taglio dare al 3D corrente.



Aborto post nascita, infanticidio, eutanasia infantile, sono in effetti la stessa identica cosa. Il termine e` stato usato da Giubilini e Minerva nel post in apertura, dove e `spiegato il perche`.

Abortire l'aborto, va bene come titolo?



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MessaggioInviato: 18/05/2013, 01:17 
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Blissenobiarella ha scritto:

Blitz, qualunque siano i numeri ufficiali ti basta una nonna per sapere come stavano le cose. O le testimonianze di milioni di donne che, ancora oggi sono costrette, a ricorrere all'aborto clandestino.


La nonna lascia a desiderare, fa fatica a leggere un discorso non suo.

Come quantifichi le "milioni" di donne che ricorrono al clandestino?



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MessaggioInviato: 18/05/2013, 01:26 
Assegno anti-aborto: Arriva il primo sì
Stampa.it17 Febbraio 2012

In Piemonte verrà da o un assegno "anti aborto" per 18 mesi per scongiurare almeno gli aborti compiuti a causa difficoltà economiche. Ma per la sinistra è ingiusto, anzi addirittura osceno ed umiliante

Un contributo che è già polemica, prima ancora dell’approvazione definitiva in Consiglio. La commissione Bilancio della Regione Piemonte ha dato l’ok alla creazione di un fondo per il sostegno a tutte quelle donne che rinunceranno ad abortire se la decisione presa sarà frutto di difficoltà economiche.
Il fondo, aspramente criticato dalle associazioni laiche e femminili non solo torinesi, in primis dalla «casa delle Donne» che da anni lavora sul territorio e offre servizi in materia di salute, violenza e maternità, verrà distribuito sotto forma di assegno mensile. La cifra ipotizzata è di 250 euro al mese per diciotto mesi.

I consultori A rendere possibile il via libera all’iniziativa è stata l’approvazione, in Commissione, di un emendamento alla legge finanziaria regionale presentato dal leader della componente «Progett’Azione» del Pdl, Gian Luca Vignale.

La modifica prevede il coinvolgimento dei consultori che avranno il compito di pianificare un progetto specifico, personalizzato per ogni donna. E le beneficiarie riceveranno una carta prepagata sulla quale, una volta al mese, verrà caricato il contributo. A patto, però, di essere state capaci di dimostrare che la scelta di abortire era stata valutata per ragioni di «indigenza».

«Nessuno - è il commento sul sito del Coordinamento laico nazionale - dice come faranno queste donne ad aver risolto magicamente i loro problemi dopo diciotto mesi se manca il lavoro, un sussidio dignitoso ai disoccupati, asili nido e tutta la struttura sociale che dovrebbe sostenere la famiglia».

La misura è condivisa dalla maggioranza di centrodestra Pdl-Lega Nord, ma l’approvazione definitiva avverrà soltanto dopo l’esame in Consiglio Regionale. L’emendamento è stato approvato con i voti del solo Pdl: l’opposizione di Centrosinistra e la Lega hanno chiesto che venisse esaminato dall’Aula.

Il Carroccio La Lega, del resto, ha già in mente altre modifiche. Il capogruppo del Carroccio in Consiglio regionale, Mario Carossa, ha annunciato di voler rendere indispensabile un requisito per poter beneficiare dell’assegno: la residenza delle gestanti in Piemonte da almeno tre anni. Bocciata, invece, la proposta del consigliere Pd, Gianna Pentenero, che prevedeva l’istituzione di un fondo per le gestanti in difficoltà a partire dal quarto mese, rendendo così il contributo economico indipendente dalla pratica o meno dell’aborto.

Il Pd protesta anche a livello nazionale. «Le donne subiscono più di tutti le conseguenze della crisi e non hanno certo bisogno di essere ulteriormente umiliate» è stato il commento di Livia Turco. «Non ho dubbi che il Consiglio regionale respingerà questa proposta».

Fonte http://www.lastampa.it/2012/02/16/crona ... agina.html



Guai a provare a fare qualcosa, meglio un sano aborto. Ti rendi conto che non hanno nessun rispetto per la donna e naturalmente meno che mai per un bimbo da salvare... Come siamo messi male


Ultima modifica di BlitzKrieg il 18/05/2013, 01:28, modificato 1 volta in totale.


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MessaggioInviato: 18/05/2013, 10:19 
Premettendo che la legislazione sull' aborto pre e post nascita è piuttosto fumosa e interpretabile. Direi che il ragionamento và fatto immedesimandosi in una donna che si trova in condizioni di disagio estreme. Ogni donna incinta, per una reazione istintiva e genetica, dal momento in cui percepisce la gravidanza sente suo il bambino. Le varie situazioni che la portano alla gravidanza fanno si che questa percezione sia più o meno rapida a secondo di come è stata ingravidata. Ovvio che in caso di violenza sessuale diventa difficile o quasi impossibile per una donna sentire come propria quella vita che stà crescendo dentro di lei.
Và comunque considerato il fatto che è una vita non responsabile di ciò che è accaduto alla madre ed è per questo che serve assolutamente una regola che tuteli ogni singola situazione. Il supporto spicologico, l' aiuto tangibile delle istituzioni anche finanziario è auspicabile e inderogabile. Con la situazione attuale il rischio è che la vita possa essere considerata un fastidio e siamo già sulla buona strada vista la situazione.
Qualcosa è stato fatto anche se poco, una madre che non desidera il figlio può lasciarlo in ospedale anonimamente o affidarlo ad istituzioni idonee senza gettarlo in un cassonetto dei rifiuti. Questa discorso esula ovviamente dai casi in cui una gravidanza sia pericolosa per la vita della madre o del bimbo.



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BlitzKrieg ha scritto:

Assegno anti-aborto: Arriva il primo sì
Stampa.it17 Febbraio 2012

In Piemonte verrà da o un assegno "anti aborto" per 18 mesi per scongiurare almeno gli aborti compiuti a causa difficoltà economiche. Ma per la sinistra è ingiusto, anzi addirittura osceno ed umiliante

Un contributo che è già polemica, prima ancora dell’approvazione definitiva in Consiglio. La commissione Bilancio della Regione Piemonte ha dato l’ok alla creazione di un fondo per il sostegno a tutte quelle donne che rinunceranno ad abortire se la decisione presa sarà frutto di difficoltà economiche.
Il fondo, aspramente criticato dalle associazioni laiche e femminili non solo torinesi, in primis dalla «casa delle Donne» che da anni lavora sul territorio e offre servizi in materia di salute, violenza e maternità, verrà distribuito sotto forma di assegno mensile. La cifra ipotizzata è di 250 euro al mese per diciotto mesi.

I consultori A rendere possibile il via libera all’iniziativa è stata l’approvazione, in Commissione, di un emendamento alla legge finanziaria regionale presentato dal leader della componente «Progett’Azione» del Pdl, Gian Luca Vignale.

La modifica prevede il coinvolgimento dei consultori che avranno il compito di pianificare un progetto specifico, personalizzato per ogni donna. E le beneficiarie riceveranno una carta prepagata sulla quale, una volta al mese, verrà caricato il contributo. A patto, però, di essere state capaci di dimostrare che la scelta di abortire era stata valutata per ragioni di «indigenza».

«Nessuno - è il commento sul sito del Coordinamento laico nazionale - dice come faranno queste donne ad aver risolto magicamente i loro problemi dopo diciotto mesi se manca il lavoro, un sussidio dignitoso ai disoccupati, asili nido e tutta la struttura sociale che dovrebbe sostenere la famiglia».

La misura è condivisa dalla maggioranza di centrodestra Pdl-Lega Nord, ma l’approvazione definitiva avverrà soltanto dopo l’esame in Consiglio Regionale. L’emendamento è stato approvato con i voti del solo Pdl: l’opposizione di Centrosinistra e la Lega hanno chiesto che venisse esaminato dall’Aula.

Il Carroccio La Lega, del resto, ha già in mente altre modifiche. Il capogruppo del Carroccio in Consiglio regionale, Mario Carossa, ha annunciato di voler rendere indispensabile un requisito per poter beneficiare dell’assegno: la residenza delle gestanti in Piemonte da almeno tre anni. Bocciata, invece, la proposta del consigliere Pd, Gianna Pentenero, che prevedeva l’istituzione di un fondo per le gestanti in difficoltà a partire dal quarto mese, rendendo così il contributo economico indipendente dalla pratica o meno dell’aborto.

Il Pd protesta anche a livello nazionale. «Le donne subiscono più di tutti le conseguenze della crisi e non hanno certo bisogno di essere ulteriormente umiliate» è stato il commento di Livia Turco. «Non ho dubbi che il Consiglio regionale respingerà questa proposta».

Fonte http://www.lastampa.it/2012/02/16/crona ... agina.html



Guai a provare a fare qualcosa, meglio un sano aborto. Ti rendi conto che non hanno nessun rispetto per la donna e naturalmente meno che mai per un bimbo da salvare... Come siamo messi male


La sinistra parla a vanvera e non si muove. Almeno in Piemonte si tenta di dare supporto alle madri in difficoltà.
Si dimentica troppo spesso che la gestione dell' aborto è una questione sociale e non politica.


Ultima modifica di greenwarrior il 18/05/2013, 10:23, modificato 1 volta in totale.


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BlitzKrieg ha scritto:
Abortire l'aborto, va bene come titolo?


Ok, cambiato.



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BlitzKrieg ha scritto:

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Blissenobiarella ha scritto:

Blitz, qualunque siano i numeri ufficiali ti basta una nonna per sapere come stavano le cose. O le testimonianze di milioni di donne che, ancora oggi sono costrette, a ricorrere all'aborto clandestino.


La nonna lascia a desiderare, fa fatica a leggere un discorso non suo.

Come quantifichi le "milioni" di donne che ricorrono al clandestino?



Vittime di un sistema sociale miope e falsamente moralista soggiogata dall'ideologia cattolica e dalle ragioni pecuniarie.
Perchè una società funzioni bene, abbiamo bisogno che le famiglie siano sane. Affinchè le famiglie siano sane, abbiamo bisogno - anche e per prima cosa - che i genitori possano scegliere quando essere genitori e quando no.
Non siamo in un mondo che può sostentare ogni suo figlio. Questa è la realtà e noi abbiamo il dovere di essere realisti quando ci diamo delle leggi che devono valere per tutti. Decidere per tutti è una cosa differente dal decidere per se stessi, è ora di capirlo ragazzi.



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Blissenobiarella ha scritto:

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BlitzKrieg ha scritto:

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Blissenobiarella ha scritto:

Blitz, qualunque siano i numeri ufficiali ti basta una nonna per sapere come stavano le cose. O le testimonianze di milioni di donne che, ancora oggi sono costrette, a ricorrere all'aborto clandestino.


La nonna lascia a desiderare, fa fatica a leggere un discorso non suo.

Come quantifichi le "milioni" di donne che ricorrono al clandestino?



Vittime di un sistema sociale miope e falsamente moralista soggiogata dall'ideologia cattolica e dalle ragioni pecuniarie.
Perchè una società funzioni bene, abbiamo bisogno che le famiglie siano sane. Affinchè le famiglie siano sane, abbiamo bisogno - anche e per prima cosa - che i genitori possano scegliere quando essere genitori e quando no.
Non siamo in un mondo che può sostentare ogni suo figlio. Questa è la realtà e noi abbiamo il dovere di essere realisti quando ci diamo delle leggi che devono valere per tutti. Decidere per tutti è una cosa differente dal decidere per se stessi, è ora di capirlo ragazzi.





L' ideologia cattolica è quella che permette di sopperire alla mancanza dello stato nell' aiuto alle ragazze madri o a chi non desidera portare a termine la gravidanza. Fornisce supporto morale e non solo. Ci sono istituzioni come i centri di aiuto alla vita che quotidianamente si adoperano in tal senso. Dove abito esiste una casa famiglia dove sono attualmente ospitate diverse madri e i loro figli e vengono inserite nel tessuto sociale fino a che non sono in grado di autogestirsi. Se tu frequentassi qualche volte ambienti simili, forse ti renderesti conto di come non siano tutti soggiogati dall' ideologia cattolica.


che i genitori possano scegliere quando essere genitori e quando no.


Di solito è così e se mai dovesse capitare che si buca il preservativo, non vedo perchè si debba gettare una vita solo perchè non è stata pianificata.

Non siamo in un mondo che può sostentare ogni suo figlio.


Piuttosto rinuncio io a loro favore e non li mando certo via.

Certe volte ho l' impressione che si facciano discorsi che ricordano vagamente idee di 70 anni fà. Se una cosa non è gradita la si elimina..... Mah !!!!!!!



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Io frequento tutti gli ambienti, anche quelli religiosi senza alcun pregiudizio [:D]. Chiacchiero con preti e testimoni di Geova, ascolto tutti con piacere e valuto le persone per quello che sono e per il valore che riconosco in essi, non per il loro credo.

Ma non è un mistero che leggi sull'aborto debbano lottare contro l'ingerenza della Chiesa nei paesi cattolici.
Così come è palese che per taluni l'ideologia cattolica è ciò si sostituisce alla carenza di spiritualità vera e che la religione diventa la morale di chi non ha la capacità di avere una morale propria.
Non credo di aver detto nulla che possa essere ragionevolmente smentito.


Una vita, non è cosa che si possa buttare via. Si può decidere di non farla venire al mondo oggi, ma non è una cosa che abbiamo il potere di distruggere. Se vogliamo discutere di economia spirituale, si può danneggiare infinitamente di più una vita facendola passare in questo mondo, che impedendoglielo.



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Blissenobiarella ha scritto:

Io frequento tutti gli ambienti, anche quelli religiosi senza alcun pregiudizio [:D]. Chiacchiero con preti e testimoni di Geova, ascolto tutti con piacere e valuto le persone per quello che sono e per il valore che riconosco in essi, non per il loro credo.

Ma non è un mistero che leggi sull'aborto debbano lottare contro l'ingerenza della Chiesa nei paesi cattolici.
Così come è palese che per taluni l'ideologia cattolica è ciò si sostituisce alla carenza di spiritualità vera e che la religione diventa la morale di chi non ha la capacità di avere una morale propria.
Non credo di aver detto nulla che possa essere ragionevolmente smentito.


Una vita, non è cosa che si possa buttare via. Si può decidere di non farla venire al mondo oggi, ma non è una cosa che abbiamo il potere di distruggere. Se vogliamo discutere di economia spirituale, si può danneggiare infinitamente di più una vita facendola passare in questo mondo, che impedendoglielo.







I testimono di geova no !!!!!!! [:D]
L chiesa cattolica difende la vita e non ci vedo niente di male.

Se vogliamo discutere di economia spirituale, si può danneggiare infinitamente di più una vita facendola passare in questo mondo, che impedendoglielo.


Qui stai un po estremizzando. Questo è il mondo che ci è stato destinato e vale la pena viverlo, vale la pena lottare per esso.
Si dice sempre che le nuove generazioni siano la speranza del futuro, se non li mettiamo al mondo perchè riteniamo che questo sia un mondo di m....,, allora non abbiamo futuro.



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greenwarrior ha scritto:

Premettendo che la legislazione sull' aborto pre e post nascita è piuttosto fumosa e interpretabile. Direi che il ragionamento và fatto immedesimandosi in una donna che si trova in condizioni di disagio estreme. Ogni donna incinta, per una reazione istintiva e genetica, dal momento in cui percepisce la gravidanza sente suo il bambino. Le varie situazioni che la portano alla gravidanza fanno si che questa percezione sia più o meno rapida a secondo di come è stata ingravidata. Ovvio che in caso di violenza sessuale diventa difficile o quasi impossibile per una donna sentire come propria quella vita che stà crescendo dentro di lei.
Và comunque considerato il fatto che è una vita non responsabile di ciò che è accaduto alla madre ed è per questo che serve assolutamente una regola che tuteli ogni singola situazione. Il supporto spicologico, l' aiuto tangibile delle istituzioni anche finanziario è auspicabile e inderogabile. Con la situazione attuale il rischio è che la vita possa essere considerata un fastidio e siamo già sulla buona strada vista la situazione.
Qualcosa è stato fatto anche se poco, una madre che non desidera il figlio può lasciarlo in ospedale anonimamente o affidarlo ad istituzioni idonee senza gettarlo in un cassonetto dei rifiuti. Questa discorso esula ovviamente dai casi in cui una gravidanza sia pericolosa per la vita della madre o del bimbo.


Bello chiaro Greenwarrior.



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greenwarrior ha scritto:

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Blissenobiarella ha scritto:

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BlitzKrieg ha scritto:

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Blissenobiarella ha scritto:

Blitz, qualunque siano i numeri ufficiali ti basta una nonna per sapere come stavano le cose. O le testimonianze di milioni di donne che, ancora oggi sono costrette, a ricorrere all'aborto clandestino.


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E ti devo quotare anche questa.
Quando decidere se diventare genitori o no e` legato ad avere un lavoro ed una casa. Questi sono i diritti per cui bisogna lottare, invece se non c'e' la fai eccoti il diritto ad eliminare la tua creatura, e se non tiri a campare dopo di questo cosa ti faranno avere, il diritto a suicidarti?

Cita:
Decidere per tutti è una cosa differente dal decidere per se stessi, è ora di capirlo ragazzi.


Ma questa decisione non e una di quelle che si prende per se stessi, si tratta di un'altra persona

Devo aggiungere che la mia domanda era come quantifichi le 'milioni" di donne, non come le descrivi.



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