05/07/2015, 22:37
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2015/07/11 14:32
Cala l'attività solare
Rischio di una nuova 'mini' era glaciale nel 2030. Il Sole va a dormire
Nell'intervallo di tempo tra il 1645 e il 1715 il numero di macchie solari divenne estremamente basso e si registrò una 'piccola' era glaciale con temperature molto basse che provocarono anche il congelamento del Tamigi. Il fenomeno potrebbe ripetersi nel 2030
Il Sole fotografato il 14 dicembre 2014 dal Solar Dynamics Observatory della Nasa
11 luglio 2015
Freddo, crollo delle temperature, e forse l'arrivo di una nuova 'mini' era glaciale nel 2030. Sono gli scienziati a mettere in guardia sul rischio che il sole vada (di nuovo) a 'dormire'.
Lo studio riportato dell'istituto britannico Met Office - citato dal Daily Mail - parla di una nuova diminuzione dell'attività solare che potrebbe portare al ripetersi del periodo conosciuto come 'minimo di Maunder' ( intervallo di tempo tra il 1645 e il 1715 in cui il numero di macchie solari divenne estremamente basso). In quella fase ci fu una mini glaciale che causò la morte di molte persone e provocò, tra l'altro, il congelamento del Tamigi.
Il Met Office sta appunto riscontrando una nuova diminuzione delle macchie solari, suggerendo che l'astro si prepara da attraversare una fase di raffreddamento. Secondo lo studio fra il 2020 e il 2030 i cicli solari si cancelleranno uno con l'altro. Il modello di analisi - secondo la professoressa Valentina Zharkova, che lo ha presentato al National Astromy Meeting a Llandudno - suggerisce che l'attività solare calerà del 60% durante il 2030.
Secondo Zharkova, come l'omonimo personaggio della decennale serie tv britannica di Doctor Who, il nostro Sole può avere due cuori. La studiosa ha quindi presentato un nuovo modello di studio basato su questa tesi che sta producendo previsioni del comportamento dell'astro con interessanti conseguenze per la Terra.
Il Sole ha un ciclo di attività di circa 11 anni. Durante i periodi di maggiore attività, si registrano molte eruzioni e macchie solari. Queste potrebbero smettere di presentarsi in fasi alterne. Il ciclo di 11 anni, però non è del tutto in grado di prevedere i comportamenti del Sole che può sembrare irregolare.
Zharkova ei suoi colleghi (Simon Shepherd della Bradford University, Helen Popova della Lomonosov Moscow State University, eSergei Zarkhov della Hull University) hanno trovato un modo per spiegare le discrepanze: un sistema di 'doppia dinamo'. Il Sole, come tutte le stelle, è un grande reattore a fusione nucleare che genera potenti campi magnetici, simile a una dinamo. Il modello sviluppato dal team di Zharkova suggerisce che ci sono due dinamo al lavoro sotto il sole; uno vicino alla superficie e a una profondità all'interno della zona di convezione. Questo sistema, secondo gli scienziati, potrebbe spiegare gli aspetti del ciclo solare con una precisione molto maggiore rispetto al passato e potrenno portare alle previsioni avanzate di comportamento futuro solare.
Per effettuare lo studio, gli scienziati hanno usato osservazioni sul campo magnetico dal Solar Observatory Wilcox in California per tre cicli solari, dal periodo del 1976 al 2008. Inoltre, hanno confrontato le loro previsioni per numero medio di macchie solare, un altro forte indicatore di attività solare. Le loro previsioni suggeriscono una tendenza interessante a lungo termine che va al di là del ciclo di 11 anni. Esso mostra che l'attività solare diminuirà del 60 per cento nel corso dei 2030, proprio come durante il minimo di Maunder del 1645-1715.
11/07/2015, 23:58
16/07/2015, 19:20
16/07/2015, 19:29
18/07/2015, 15:52
19/07/2015, 09:35
19/07/2015, 10:12
Aztlan ha scritto:Per quanto il clima possa variare io non ricordavo che gli uragani evitassero l' America per colpire l' Italia.
Oramai con le nuove tecnologie il nostro essere una colonia è totale, se c'è qualcosa di brutto in arrivo in America viene dirottato qua.
19/07/2015, 10:34
Angel_ ha scritto:http://www.attivitasolare.com/neve-in-australia-e-alle-hawaii/
19/07/2015, 10:55
Wolframio ha scritto:Angel_ ha scritto:http://www.attivitasolare.com/neve-in-australia-e-alle-hawaii/
Scartiamo pure l'Australia perchè lì:
l'estate va da dicembre a febbraio; l'autunno da marzo a maggio; l'inverno da giugno ad agosto e la primavera da settembre a novembre.
19/07/2015, 11:10
21/07/2015, 00:55
Una pausa nella fusione dei ghiacci artici
L'estate eccezionalmente fresca del 2013 ha determinato un aumento del 41 per cento del volume del ghiaccio del mare Artico, dopo una riduzione del 14 per cento registrata nel triennio 2010-2012. Si tratta di un dato positivo, ma il recupero ha solo ritardato di qualche anno il processo a lungo termine di riduzione costante del ghiaccio
Il volume del ghiaccio dell’Oceano Artico è aumentato di un terzo dopo l’estate del 2013, quando cioè le temperature insolitamente basse ne hanno impedito la fusione. È questo il risultato di uno studio pubblicato sulla rivista “Nature Geoscience” da un gruppo di ricercatori dello University College di Londra a Livermore e dell'Università di Leeds.
La scoperta è frutto delle misurazioni dello spessore del ghiaccio condotte dalla sonda CryoSat-2 dell'Agenzia spaziale europea tra il 2010 e il 2014: i dati raccolti hanno documentato una riduzione del 14 per cento nel volume del ghiaccio del mare Artico tra il 2010 e il 2012, seguito da un incremento del 41 per cento nel 2013, quando l'estate è stata più fredda del 5 per cento rispetto all'anno precedente.
“L'estate del 2013 è stata molto più fredda rispetto a quelle degli ultimi anni: le temperature si sono avvicinate a quelle tipiche degli anni novanta”, ha spiegato Rachel Tilling, primo autore dello studio.
“Ciò ha permesso al ghiaccio più spesso di mantenersi praticamente inalterato, poiché i giorni in cui avrebbe potuto fondere sono stati pochi: i modelli climatici indicano che il volume del ghiaccio del mare Artico è destinato a diminuire sul lungo termine, ma ora sappiamo che può recuperare una quota significativa se il periodo della fusione è limitato”.
Il volume del ghiaccio dell'Artide è diminuito costantemente a partire dalla fine degli anni settanta del Novecento, perdendo complessivamente il 40 per cento circa della sua massa. Ma prima del lancio di CryoSat-2 era difficile misurare con precisione la rapidità del processo.
“Insieme alle mappe dell'estensione del ghiaccio marino, le nostre misurazioni dello spessore del ghiaccio ora completano il quadro, perché rivelano che cosa succede sotto l'acqua, dove avviene la maggior parte del processo”. Le stime dello spessore del ghiaccio ottenute con CryoSAt-2 sono risultate in buon accordo, entro un errore di 2 millimetri, con quelle ricavate da un gran numero di misurazioni ottenute con altri metodi: 77.000 rilevazioni laser da palloni aerostatici, 430 ottenute con sensori elettromagnetici e 80 milioni di rilevazioni sonar da sommergibili.
“La comprensione dei meccanismi che controllano la quantità del ghiaccio artico, un elemento fondamentale delle dinamiche del sistema globale del clima, ci porta un passo più vicini ad avere previsioni affidabili su quanto durerà”, ha aggiunto Andy Shepherd coautore dello studio. “Con questo aumento di volume è improbabile che la regione sia libera dai ghiacci questa estate, ma ci aspettiamo un nuovo aumento delle temperature in futuro: ciò significa che gli eventi del 2013 hanno semplicemente riportato indietro le lancette di qualche anno”.
21/07/2015, 13:32
24/07/2015, 17:45