Dopo una pausa che durava dai tardi anni ottanta, negli anni 2000 l'Oceano antartico, uno dei più importanti “pozzi di carbonio” del mondo, ha ripreso ad assorbire anidride carbonica a ritmo elevato. Lo afferma un nuovo studio sulla base dei dati registrati nell'ultimo decennio con campionature delle acque superficiali e delle rilevazioni via satellite delle temperature, della salinità e del contenuto di clorofilla(red)
L'Oceano antartico ha ricominciato ad assorbire anidride carbonica a tassi elevati dopo una pausa che durava dai tardi anni ottanta, scongiurando il pericolo che fosse arrivato alla saturazione. Lo afferma un nuovo studio pubblicato su “Science” da Peter Landschützer del Politecnico di Zurigo e colleghi di una collaborazione internazionale.
“L'Oceano antartico si comporta come un gigantesco polmone, in grado di assorbire dall'atmosfera grandi quantità di anidride carbonica, che viene successivamente rilasciata”, ha spiegato Dorothee Bakker, coautrice della ricerca. “I mari intorno all'Antartide assorbono molta più anidride carbonica di quanta ne rilascino, e assorbono il 40 per cento delle emissioni dovute al consumo di combustibili fossili”.
Nei primi anni 2000, tuttavia, gli studiosi scoprirono che di lì a breve il “pozzo di carbonio” dell'Oceano antartico avrebbe potuto saturarsi: era un evento inatteso, poiché fino ad allora si riteneva che esistesse una relazione tra la concentrazione di anidride carbonica in atmosfera e la capacità di assorbimento dell'oceano.
Landschützer e colleghi hanno analizzato i dati riguardanti le concentrazioni di anidride carbonica nelle acque superficiali dell'Oceano antartico rilevati dal Surface Ocean CO2 Atlas (SOCAT), che raccoglie le misurazioni di 14,5 milioni campionature effettuate tra il 1957 e il 2014, e li hanno poi confrontati con le misurazioni da satellite delle temperature dell'acqua, della salinità e del contenuto di clorofilla.
I risultati dimostrano che il pozzo ha ripreso a funzionare intorno al 2002 e che nel 2010 i livelli di assorbimento sono tornati gli stessi che ci si sarebbe aspettati se la sua capacità di assorbimento dipendesse solo dalle concentrazioni atmosferiche di anidride carbonica.
La scoperta dimostra che la capacità di assorbimento dell'oceano può variare notevolmente. Ma qual è l'origine di questa variabilità? Secondo i ricercatori, è da imputare ai cambiamenti negli schemi meteorologici.
Con l'inizio del secolo, gli schemi di pressione atmosferica sono cambiati, e con essi gli schemi dei venti. Negli anni novanta, i venti sull'Oceano antartico erano più intensi di oggi, e determinavano un processo più intenso di rimescolamento degli strati dell'oceano in senso verticale: le masse d'acqua profonde potevano risalire con maggiore facilità.
Poiché questi strati profondi hanno una maggiore quantità di anidride carbonica disciolta, il rimescolamento ha portato a una maggiore cessione di anidride carbonica in atmosfera, diminuendo la capacità di assorbimento.
“Con il nuovo secolo, l'emersione degli strati profondi è diminuita, eccetto che nel settore del Pacifico, causando una ripresa del pozzo”, ha aggiunto Bakker. “La nostra ricerca mostra anche che un raffreddamento dell'acqua superficiale nel settore del Pacifico ha contribuito al cambiamento”.
La domanda che gli esperti si fanno a questo punto è come si comporterà il pozzo il futuro. “Anche se questi studi rappresentano un'interessante nuova istantanea del comportamento del pozzo dell'Oceano antartico, non è chiaro in che modo la regione risponderà ai futuri cambiamenti climatici”, sottolinea Mikaloff Fletcher, del National Institute of Water and Atmospheric Research (NIWA) di Wellington, in Nuova Zelanda, in un commento pubblicato su “Science”.
Per migliorare la comprensione dei processi chiave che controllano questo importante pozzo di carbonio richiederanno ulteriori misurazioni delle concentrazioni di anidride carbonica con una maggiore risoluzione spaziale e temporale e di altri parametri fisici e biochimici dell'Oceano antartico e dell'atmosfera che lo sovrasta.
http://www.lescienze.it/news/2015/09/11 ... 18-09-2015