18/05/2013, 21:47
greenwarrior ha scritto:Blissenobiarella ha scritto:
Io frequento tutti gli ambienti, anche quelli religiosi senza alcun pregiudizio. Chiacchiero con preti e testimoni di Geova, ascolto tutti con piacere e valuto le persone per quello che sono e per il valore che riconosco in essi, non per il loro credo.
Ma non è un mistero che leggi sull'aborto debbano lottare contro l'ingerenza della Chiesa nei paesi cattolici.
Così come è palese che per taluni l'ideologia cattolica è ciò si sostituisce alla carenza di spiritualità vera e che la religione diventa la morale di chi non ha la capacità di avere una morale propria.
Non credo di aver detto nulla che possa essere ragionevolmente smentito.
Una vita, non è cosa che si possa buttare via. Si può decidere di non farla venire al mondo oggi, ma non è una cosa che abbiamo il potere di distruggere. Se vogliamo discutere di economia spirituale, si può danneggiare infinitamente di più una vita facendola passare in questo mondo, che impedendoglielo.
I testimono di geova no !!!!!!!
L chiesa cattolica difende la vita e non ci vedo niente di male.Se vogliamo discutere di economia spirituale, si può danneggiare infinitamente di più una vita facendola passare in questo mondo, che impedendoglielo.
Qui stai un po estremizzando. Questo è il mondo che ci è stato destinato e vale la pena viverlo, vale la pena lottare per esso.
Si dice sempre che le nuove generazioni siano la speranza del futuro, se non li mettiamo al mondo perchè riteniamo che questo sia un mondo di m....,, allora non abbiamo futuro.
18/05/2013, 21:53
Blissenobiarella ha scritto:
Una vita, non è cosa che si possa buttare via. Si può decidere di non farla venire al mondo oggi, ma non è una cosa che abbiamo il potere di distruggere.
18/05/2013, 22:37
BlitzKrieg ha scritto:
Ancora ti devo quotare
18/05/2013, 22:51
greenwarrior ha scritto:Blissenobiarella ha scritto:
Io frequento tutti gli ambienti, anche quelli religiosi senza alcun pregiudizio. Chiacchiero con preti e testimoni di Geova, ascolto tutti con piacere e valuto le persone per quello che sono e per il valore che riconosco in essi, non per il loro credo.
Ma non è un mistero che leggi sull'aborto debbano lottare contro l'ingerenza della Chiesa nei paesi cattolici.
Così come è palese che per taluni l'ideologia cattolica è ciò si sostituisce alla carenza di spiritualità vera e che la religione diventa la morale di chi non ha la capacità di avere una morale propria.
Non credo di aver detto nulla che possa essere ragionevolmente smentito.
Una vita, non è cosa che si possa buttare via. Si può decidere di non farla venire al mondo oggi, ma non è una cosa che abbiamo il potere di distruggere. Se vogliamo discutere di economia spirituale, si può danneggiare infinitamente di più una vita facendola passare in questo mondo, che impedendoglielo.
I testimono di geova no !!!!!!!
L chiesa cattolica difende la vita e non ci vedo niente di male.Se vogliamo discutere di economia spirituale, si può danneggiare infinitamente di più una vita facendola passare in questo mondo, che impedendoglielo.
Qui stai un po estremizzando. Questo è il mondo che ci è stato destinato e vale la pena viverlo, vale la pena lottare per esso.
Si dice sempre che le nuove generazioni siano la speranza del futuro, se non li mettiamo al mondo perchè riteniamo che questo sia un mondo di m....,, allora non abbiamo futuro.
18/05/2013, 22:58
BlitzKrieg ha scritto:Blissenobiarella ha scritto:
Una vita, non è cosa che si possa buttare via. Si può decidere di non farla venire al mondo oggi, ma non è una cosa che abbiamo il potere di distruggere.
?
19/05/2013, 04:24
zakmck ha scritto:BlitzKrieg ha scritto:
Ancora ti devo quotare
Vorrei capire quale sarebbe la tua proposta in poche parole.
Dal titolo e dal tenore della discussione, mi sembra tu proponga di abolire la 194 e rendere illegale l'aborto.
Mi sbaglio?
19/05/2013, 04:41
Blissenobiarella ha scritto:BlitzKrieg ha scritto:Blissenobiarella ha scritto:
Una vita, non è cosa che si possa buttare via. Si può decidere di non farla venire al mondo oggi, ma non è una cosa che abbiamo il potere di distruggere.
?
Non per niente è un discorso che ho rivolto a Green ^_^
Sono posizioni ontologiche. Non credo che debbano essere tirate in causa quando si discute di leggi, in quanto una legge dovrebbe essere valutata solo in termini di applicabilità e efficacia nel raggiungere lo scopo che si propone.
Una vita, non è cosa che si possa buttare via. Si può decidere di non farla venire al mondo oggi, ma non è una cosa che abbiamo il potere di distruggere.
19/05/2013, 04:55
Blissenobiarella ha scritto:
Lo sappiamo che una donna che vuole abortire e non può farlo legalmente nel proprio paese, andrebbe a farlo all'estero, si procurerebbe i farmaci abortivi per vie illegali, ricorrerebbe a medici mercenari, no? Gli aborti esistono da sempre, nessuna legge, nessuna condanna sociale, nemmeno la loro letalità li ha mai inibiti.
Quindi una legge contraria all'aborto, all'atto pratico a cosa servirebbe?
Io ho scritto:
legalizzare l'aborto e servito solo a sponsorizzarlo, a moltiplicare gli stessi, quindi ad ampliare la conta degli innocenti straziati la dove dovrebbero essere piu` al sicuro, nel grembo materno. Non solo l'aborto legale, apre la strada a un'infinita` di sfumature dello stesso, con metodi piu` racappriccianti, il fatto che sia legale, fa i pro-morte meno esitanti dal fare richieste piu` inumane per allargare il businnes
19/05/2013, 05:03
19/05/2013, 10:13
Blitzkrieg scrive:
Ma quale sarebbe la vittoria sociale? Questa vittoria sociale come viene definita nel video e` basata sulle menzogne ei dati gonfiati:
Aborti. Diminuiti grazie alla legge 194?
di Stefano Grossi Gondi, Documentazione.info, 12 marzo 2008 e Francesco Agnoli, 4 febbraio 2008, libertaepersona.org
Uno speciale Aborto, pubblicato on line da Repubblica il 12 marzo, riporta una tabella che presenta un calo degli aborti di ben il 44,42% dal 1983 al 2006. La tabella induce quindi a pensare che la legge abbia determinato la diminuzione negli anni dell’interruzione volontaria della gravidanza. In realtà per valutare l’efficacia di una legge del 1978 a nostro avviso sarebbe più corretto presentare i dati a partire da quell’anno. Perché invece dal 1983? Forse una risposta sta nell’osservazione dell’andamento degli aborti in quasi trent’anni. Del 1978 abbiamo trovato i dati di metà anno (68.000 aborti), e quindi raddoppiando la cifra e aggiungendoci qualcosa sulla base del trend di crescita di quel periodo è realistico pensare a una cifra di 150mila aborti l’anno. Questa cifra è poi progressivamente aumentata (anche grazie alla legge 194?) fino al picco degli anni 1982-83 (oltre 230mila) per poi scendere fino alla quota 130mila del 2006.
Possono essere tante le ragioni di questo andamento decrescente del numero di aborti, ma tra queste non ci sembra di poter annoverare la legge 194.
La percentuale sembra essere in crescita
Sempre per amor di correttezza, la valutazione quantitativa del fenomeno aborto non andrebbe fatta sui valori assoluti, quanto sulle percentuali di interruzioni di gravidanza rispetto ai nati di quell’anno. Tenendo presente il forte calo demografico subito dall’Italia negli ultimi decenni, la quantità di aborti non sembra affatto in calo, anzi probabilmente è in crescita. La tabella qui in basso lo dimostra, nonostante l’approssimazione sul numero di aborti di trent’anni fa. Si tenga inoltre presente che dal conto del 2006 sono escluse sia le varie forme di aborto chimico sia gli aborti clandestini, che in questi anni sono diminuiti ma purtroppo sono tutt’altro che scomparsi. Le ultime stime ministeriali parlano di 20.000 l’anno.
La tabella riportata qui sotto smentisce l'idea che grazie alla legge 194 gli aborti siano diminuiti. Anzi, dopo il picco del 1982-83 la percentuale di aborti rispetto ai nati risulta ancora al di sopra della quota del 1978.
nati aborti % aborti
nati aborti % aborti
1978 720.822 circa 150.000 21
1982 634.794 234.794 37
2006 530.605 130.033 24,5
Per approfondire l’argomento un articolo di Francesco Agnoli apparso il 4 febbraio di quest’anno sul sito libertaepersona.org ha messo in luce tutti i dati significativi sulla 194.
Lo riportiamo di seguito.
Le cifre sulla aborto: prima e dopo la legge 194
di Francesco Agnoli (4 febbraio 2008, libertaepersona.org)
Le cifre sull’aborto sono spesso oggetto di dibattiti e di svariate interpretazioni. Molti infatti si appellano proprio ad esse per sostenere il proprio apprezzamento o meno per l’efficacia della legge 194/1978. Sarà dunque bene una breve analisi dei fatti, prima e dopo la legge 194 in Italia.
Strategie di propaganda
Possiamo partire, per una comprensione più ampia, da Bernard Nathanson, il celebre medico americano fondatore a New York della "Lega d'azione per il diritto all'aborto", nel 1968, e direttore, all'epoca, della più grande clinica per aborti del mondo, il Crash. Costui, dopo aver effettuato, tramite i suoi medici, ben 75.000 aborti, di cui 15.000 di sua mano ("ho fatto abortire i figli dei miei amici, colleghi, insegnanti e conoscenti"), ha riveduto le sue posizioni, divenendo un difensore della vita sin dal suo concepimento. Ha così iniziato a raccontare, nei suoi libri e nelle sue conferenze, le tecniche propagandistiche tipiche degli abortisti di tutto il mondo, usate a suo tempo da lui stesso, volte a capovolgere e indirizzare l'opinione pubblica. La modalità principale, racconta nei suoi scritti, era quella di fornire "sondaggi fittizi", nei quali il numero dei favorevoli all'aborto veniva volutamente gonfiato, allo scopo di rendere "normale", accettabile, l'idea stessa dell'aborto: "il pubblico, al quale dicevamo che tanti erano per l'aborto, mutò opinione, e diventò davvero favorevole all'aborto" (Il Foglio, 23/4/2005).
Il numero degli aborti clandestini
L'altro argomento usato come grimaldello per scardinare il buon senso comune, racconta sempre Nathanson, era quello degli aborti clandestini: bastava urlare ai quattro venti che le donne, anche senza legalizzazione dell'aborto, abortivano ugualmente, in modo clandestino, senza alcuna sicurezza per la loro salute, col rischio addirittura della vita. In tal modo poteva sembrare che la legalizzazione fosse in qualche modo un male minore, il tentativo di rendere almeno controllabile e più "sicuro", per le donne, un fenomeno già esistente e, anzi, vastissimo. In realtà le cifre venivano gonfiate in modo incredibile, e si fingeva di conoscere qualcosa che di per sé era, per definizione, inconoscibile: il numero di aborti praticati, appunto, clandestinamente! Parlavamo di un milione di aborti clandestini l’anno, conclude Nathanson, quando ve ne erano, forse, 100.000!
In Italia stessa strategia
La stessa tattica inventata da Nathanson e dai suoi compagni di strada, viene adottata in quegli stessi anni anche in Italia. Nel 1971 infatti il Psi presenta al Senato una proposta per l'introduzione dell'aborto legale, libero, e gratuito, affermando che vi sono in Italia tra i 2 e i 3 milioni di aborti annui, e che circa 20.000 donne all'anno muoiono a causa di questi interventi. Nel successivo progetto di legge, sempre socialista, presentato alla Camera il 15/10/71, il numero degli aborti annui rimane stabile, mentre quello delle donne morte per pratiche abortive clandestine sale, chissà come, a 25.000. Tali cifre vengono riprese come attendibili da tantissimi giornali (“Espresso”, 26/4/1970: tra gli 800.000 e i 3 milioni di aborti clandestini l’anno; "Corriere della sera" del 10/9/76: da 1,5 a 3 milioni di aborti clandestini l'anno; "Il Giorno" del 7/9/72: da 3 a 4 milioni l'anno…; “Alto Adige”, 31/10/80: da 850.000 a 1.200.000; “Corriere della sera”, 19/1/1981: 800.000). Le femministe diffondono anch’esse cifre improbabili: celebre lo slogan “Ecco cosa avete fatto voi, difensori della vita, 3 milioni di aborti clandestini, 20.000 donne morte”, che compare in quegli anni su molti cartelli durante le manifestazioni.
In Italia 4 aborti per ogni nascita?
Per meglio inquadrare la vicenda ricorro brevemente a due libri scritti negli anni delle discussioni infuocate, prima che l'aborto fosse legale in Italia (1978): "Da Erode a Pilato" (Marsilio, 1973), di Giuliana Beltrami e Sergio Veneziani, e "L'aborto, un dilemma del nostro tempo" (Etas Kompass, 1970). Come ho scritto nel mio “Chiesa, sesso e morale” (Sugarco), “si tratta di testi favorevoli alla legalizzazione dell'aborto, la cui lettura risulta, soprattutto oggi, molto istruttiva. Nel primo si sostiene addirittura che in Italia, prima della 194, vi sono donne "che hanno abortito già dieci, venti volte", in modo clandestino. Anzi, mentre nel mondo ci sarebbero circa un aborto ogni quattro nascite, in Italia è lecito ritenere che il rapporto sia invertito, e che vi siano nientemeno che "quattro aborti per ogni nascita". Sebbene la cifra degli aborti clandestini non sia chiara, sostengono ancora gli autori, essa si muove certamente tra il milione e i tre milioni di aborti ogni anno. A pagina 33 si arriva addirittura ad affermare, dimenticando quello che si è scritto poco prima, che vi sono donne "che compiono, nel corso della loro esistenza, fino a trenta e più atti abortivi": in fondo, infatti, il raschiamento di quello che viene definito semplicemente "uovo", "non è più difficile né pericoloso di un'asportazione di tonsille".
Italia più abortiva deli Usa...
Il secondo libro raccoglie gli atti di un Congresso Internazionale sull'aborto avvenuto a Washington nel 1967. Vi si parla di alcune ricerche sugli aborti clandestini negli Usa, e le cifre ipotizzate vanno dai 160.000 aborti illegali annui ad un massimo di 1.200.000. Agli atti del Convegno è allegato un saggio di Carlo Smuraglia, cui spetta descrivere la situazione italiana: vi si apprende che il numero di aborti clandestini in Italia, attestandosi tra l'uno e i due milioni, sarebbe di gran lunga superiore a quello degli aborti in America, pur essendo gli Usa quattro volte più popolati!”. Questa dunque è la qualità del dibattito sull’aborto in quegli anni: tutti sparano cifre, allo scopo di rendere la legalizzazione dell’aborto un evento inevitabile. L’Espresso del 9 aprile del 1967 arriva a sostenere che “nella sola provincia di Milano gli aborti clandestini sono almeno 50.000 al mese”, il che significa 600.000 all’anno! In tutta Italia sarebbero 4 milioni!
Lo studio del prof. Colombo sulle cifre reali
La verità è che studi seri in Italia, in quegli anni, ve ne è uno solo, a cura del professor Bernardo Colombo, demografo dell’Università di Padova, scritto con l’ausilio di altri due professori della medesima università, entrambi docenti di Statistica, i professori Franco Bonarini e Fiorenzo Rossi. Lo studio è intitolato “La diffusione degli aborti illegali in Italia” (1977), ed è una analisi attenta e precisa di tutte le “voci” e i dati parziali sull’aborto clandestino. Colombo dimostra che le cifre proposte dagli abortisti sono false con varie argomentazioni, ad esempio sottolineando come per mantenere la media di 1 milione di aborti clandestini annui è necessario che almeno il 50% di tutte le donne italiane in età feconda abortisca esattamente 5,3 volte nell’arco della propria vita riproduttiva. La cifra che lui propone come attendibile è quella di 100.000 aborti clandestini annui tra il 1970 e il 1975, e forse anche meno. Nel 1978 entra in vigore la legge 194 sull’aborto.
Nel 1979 un brusco calo
Ebbene, nel 1979 gli aborti legali sono ufficialmente, né 1, né 4 milioni, ma 187.752! Come è possibile che gli aborti siano diminuiti, ora che sono legali, gratuiti, liberi nei primi tre mesi, mentre prima erano illegali e determinavano punizioni penali per il medico e per la donna? Quanto poi alle donne morte per pratiche clandestine basterebbe consultare, per esempio, il Compendio Statistico Italiano del 1974: vi si legge che in Italia, nell'intero anno, sono morte 9.914 donne tra il 14 e i 44 anni, e cioè in età feconda. Fossero decedute anche tutte per aborto clandestino, cosa assolutamente assurda, non sarebbero comunque né 20.000 né 25.000!
Una crescita costante
Sulle cifre dell’aborto si discute anche per quanto riguarda l’efficacia della 194 negli anni. Il professor Flamigni, e come lui molti altri, afferma: “la legge 194 è una legge che ha dato buona prova di sé, che ha diminuito il numero degli aborti in modo significativo (erano 234.000 nel 1982 e sono stati 129.000 nel 2005)” (l’Unità, 10/1/2008). Similmente si esprime l’ex ministro della salute Livia Turco: “ Grazie alla 194 le interruzioni di gravidanza tra le donne italiane sono diminuite del 60% dal 1982” (Io donna, 26/1/2008).
Si tratta dunque di una opinione diffusa, che però non corrisponde a verità. Anzitutto la legge 194 è entrata in vigore nel 1978: perché allora contare la diminuzione degli aborti dopo il 1982? Cosa è successo tra il 1978 e il 1982? Come fingere che questi anni non esistano? Le cifre ufficiali parlano chiaro: dai 68.000 aborti del 1978 (metà anno), si è passati ai 187.752 del 1979 (mentre mantenendo la media dell’anno prima avrebbero dovuto essere 134.000, cioè 68.000 per due), ai 220.263 del 1980, ai 224.377 del 1981, ai 234.377 del 1982. Una crescita costante, dunque! Addirittura sappiamo che gli aborti sono cresciuti notevolmente, mese per mese, già a partire dal primo semestre di applicazione della 194, cioè la seconda metà del 1978, che ha appunto visto un grosso aumento del ricorso all’aborto soprattutto negli ultimi due mesi dell’anno! Dopo il 1982 è iniziata una leggera flessione, sino ai 191.469 aborti del 1987: cifra quest’ultima che si attesta comunque al di sopra del dato iniziale del 1978 e del 1979. Se ne deduce quindi che la 194 ha inizialmente aumentato gli aborti, che sono rimasti ad un livello molto alto sino al 1987, e che hanno iniziato a calare significativamente solo più avanti. Ma perché col tempo gli aborti sono diminuiti sino ai 129.588 del 2005? In base a quanto si è visto, e tenendo conto del fatto che la 194 è stata applicata sempre con gli stessi criteri, senza modifiche, è impossibile pensare che una legge che sino al 1982, e anche dopo, ha determinato un progressivo aumento degli aborti, abbia, sempre lei, determinato poi un flusso inverso.
Le ragioni della diminuzione. Esempi di altri paesi
Gli esempi di altri paesi ci vengono incontro: sono numerosi gli Stati in cui l’aborto, dopo una impennata costante nei primi anni di legalizzazione, col tempo ha iniziato a diminuire. Dalla Russia, in cui il ricorso all’aborto è calato del 21% negli ultimi cinque anni, senza che intervenisse nessuna modifica legislativa, alla Croazia, che ha visto crollare gli aborti dell’88% negli ultimi anni, anche in questo caso senza nessuna modifica legislativa. Anche negli Usa si registra lo stesso fenomeno: dopo la legalizzazione dell’aborto nel 1973 il ricorso a tale pratica è via via cresciuto, sino ad 1,6 milioni di aborti nel 1990. Nel 2005 invece gli aborti sono stati 1,2 milioni: non erano mai stati così pochi. Perché, visto che in tutti questi casi, come si diceva non è cambiato nulla dal punto di vista legislativo?
A determinare la diminuzione degli aborti, in Italia come altrove, sono stati altri fattori: da una parte la maggior consapevolezza nelle persone della drammaticità dell’aborto, permessa sia dalla maggior conoscenza dello sviluppo fetale sia dai sempre più numerosi studi sul trauma post aborto nella donna. Dall’altra occorre che vengano considerati alcuni fatti: è diminuita la fertilità generale; sono diminuite le coppie in età fertile; è aumentato enormemente il ricorso alla pillola del giorno dopo, con potenzialità abortive; sono rimasti gli aborti clandestini, di cui non si conosce l’entità, e che la legge 194 ha depenalizzato rispetto al passato; aumentano i bambini salvati dalle associazioni di volontariato; non mancano numerosissimi casi, che vengono alla luce solo di rado, di aborti procurati sistematicamente spacciati per spontanei, o di medici che spingono le donne ad abortire nei loro centri privati. Ma soprattutto: in Italia dal 1995 circa, pur essendo leggermente diminuito il numero degli aborti totali, è rimasto invariato, ed è anzi in certi anni cresciuto, il tasso di abortività….
Dossier:
Aborto
http://www.documentazione.info/aborti-d ... -legge-194
(Alla signora nel secondo video, avrebbero dovuto lasciare spiegare con parole sue, non scrivergli il discorso sembra che legga una storia non sua)
19/05/2013, 10:49
Blissenobiarella ha scritto:
Io frequento tutti gli ambienti, anche quelli religiosi senza alcun pregiudizio. Chiacchiero con preti e testimoni di Geova, ascolto tutti con piacere e valuto le persone per quello che sono e per il valore che riconosco in essi, non per il loro credo.
Ma non è un mistero che leggi sull'aborto debbano lottare contro l'ingerenza della Chiesa nei paesi cattolici.
Così come è palese che per taluni l'ideologia cattolica è ciò si sostituisce alla carenza di spiritualità vera e che la religione diventa la morale di chi non ha la capacità di avere una morale propria.
Non credo di aver detto nulla che possa essere ragionevolmente smentito.
Una vita, non è cosa che si possa buttare via. Si può decidere di non farla venire al mondo oggi, ma non è una cosa che abbiamo il potere di distruggere.Se vogliamo discutere di economia spirituale, si può danneggiare infinitamente di più una vita facendola passare in questo mondo, che impedendoglielo.
19/05/2013, 12:46
19/05/2013, 13:17
Blissenobiarella ha scritto:greenwarrior ha scritto:Blissenobiarella ha scritto:
Io frequento tutti gli ambienti, anche quelli religiosi senza alcun pregiudizio. Chiacchiero con preti e testimoni di Geova, ascolto tutti con piacere e valuto le persone per quello che sono e per il valore che riconosco in essi, non per il loro credo.
Ma non è un mistero che leggi sull'aborto debbano lottare contro l'ingerenza della Chiesa nei paesi cattolici.
Così come è palese che per taluni l'ideologia cattolica è ciò si sostituisce alla carenza di spiritualità vera e che la religione diventa la morale di chi non ha la capacità di avere una morale propria.
Non credo di aver detto nulla che possa essere ragionevolmente smentito.
Una vita, non è cosa che si possa buttare via. Si può decidere di non farla venire al mondo oggi, ma non è una cosa che abbiamo il potere di distruggere. Se vogliamo discutere di economia spirituale, si può danneggiare infinitamente di più una vita facendola passare in questo mondo, che impedendoglielo.
I testimono di geova no !!!!!!!
L chiesa cattolica difende la vita e non ci vedo niente di male.Se vogliamo discutere di economia spirituale, si può danneggiare infinitamente di più una vita facendola passare in questo mondo, che impedendoglielo.
Qui stai un po estremizzando. Questo è il mondo che ci è stato destinato e vale la pena viverlo, vale la pena lottare per esso.
Si dice sempre che le nuove generazioni siano la speranza del futuro, se non li mettiamo al mondo perchè riteniamo che questo sia un mondo di m....,, allora non abbiamo futuro.
Perchè i testimoni di Geova no? Sono ottimi soggetti di studio.
Il problema principale con la Chiesa è la sua ingerenza nella struttura politica e sociale dei paesi in cui esercita la sua opera.
Ingerenza che nonostante il decantato secolarismo occidentale, pesa parecchio nell'evoluzione civile e morale del Paese. Se questa Chiesa fosse sana, quest'influenza potrebbe essere positiva. Ma la Chiesa nasce malata di tanti mali e anche aspirando al bene raramente riesce a realizzarlo.
Chi dice che non dobbiamo mettere al mondo nuove generazioni? I figli sono la cosa più preziosa che abbiamo. Essere genitori è la cosa che più di ogni altra da significato alle nostre vite. Ma non sempre i bambini arrivano quando le persone sono pronte e possono permettersi di essere madri e padri.
Questo è un fatto e bisogna prenderne atto. Una famiglia può non poter sostenere un figlio in più, una donna può non permettersi di perdere il lavoro perchè non ha qualcuno su cui contare o perchè ha un progetto di vita diverso o può essere troppo giovane o essere ammalata o sapere dentro di se di non essere ancora in grado di essere madre. O possono esserci ancora altri motivi che noi non possiamo immaginare.
Uno Stato non può legiferare in merito a questo. E bada che non parlo di competenze morali o giuridiche. Lo Stato non ha alcun potere su questo tipo di decisioni che verrebbero prese in ogni caso indipendentemente dalle questioni legali. Una legge contro l'aborto NON IMPEDISCE l'aborto.
Nel momento in cui una donna decide di rinunciare ad un figlio, nel suo animo sono successe già tante di quelle cose che la legalità non è più un deterrente.
Siamo d'accordo su questo?
Lo sappiamo che una donna che vuole abortire e non può farlo legalmente nel proprio paese, andrebbe a farlo all'estero, si procurerebbe i farmaci abortivi per vie illegali, ricorrerebbe a medici mercenari, no? Gli aborti esistono da sempre, nessuna legge, nessuna condanna sociale, nemmeno la loro letalità li ha mai inibiti.
Quindi una legge contraria all'aborto, all'atto pratico a cosa servirebbe?
19/05/2013, 13:23
shighella ha scritto:Blissenobiarella ha scritto:
Io frequento tutti gli ambienti, anche quelli religiosi senza alcun pregiudizio. Chiacchiero con preti e testimoni di Geova, ascolto tutti con piacere e valuto le persone per quello che sono e per il valore che riconosco in essi, non per il loro credo.
Ma non è un mistero che leggi sull'aborto debbano lottare contro l'ingerenza della Chiesa nei paesi cattolici.
Così come è palese che per taluni l'ideologia cattolica è ciò si sostituisce alla carenza di spiritualità vera e che la religione diventa la morale di chi non ha la capacità di avere una morale propria.
Non credo di aver detto nulla che possa essere ragionevolmente smentito.
Una vita, non è cosa che si possa buttare via. Si può decidere di non farla venire al mondo oggi, ma non è una cosa che abbiamo il potere di distruggere.Se vogliamo discutere di economia spirituale, si può danneggiare infinitamente di più una vita facendola passare in questo mondo, che impedendoglielo.
Non vogliono capire che impedire legalmente l'aborto non è un deterrente all'atto.
Non mi sembra estremismo ciò che afferma Bliss, evitando di dare la vita ad un essere gli si evitano infinite sofferenze; alcuni sosterranno che gli si eviteranno anche infinite gioie: nn c'è fine al dibattito![]()
19/05/2013, 14:18
greenwarrior ha scritto:Blissenobiarella ha scritto:greenwarrior ha scritto:Blissenobiarella ha scritto:
Io frequento tutti gli ambienti, anche quelli religiosi senza alcun pregiudizio. Chiacchiero con preti e testimoni di Geova, ascolto tutti con piacere e valuto le persone per quello che sono e per il valore che riconosco in essi, non per il loro credo.
Ma non è un mistero che leggi sull'aborto debbano lottare contro l'ingerenza della Chiesa nei paesi cattolici.
Così come è palese che per taluni l'ideologia cattolica è ciò si sostituisce alla carenza di spiritualità vera e che la religione diventa la morale di chi non ha la capacità di avere una morale propria.
Non credo di aver detto nulla che possa essere ragionevolmente smentito.
Una vita, non è cosa che si possa buttare via. Si può decidere di non farla venire al mondo oggi, ma non è una cosa che abbiamo il potere di distruggere. Se vogliamo discutere di economia spirituale, si può danneggiare infinitamente di più una vita facendola passare in questo mondo, che impedendoglielo.
I testimono di geova no !!!!!!!
L chiesa cattolica difende la vita e non ci vedo niente di male.Se vogliamo discutere di economia spirituale, si può danneggiare infinitamente di più una vita facendola passare in questo mondo, che impedendoglielo.
Qui stai un po estremizzando. Questo è il mondo che ci è stato destinato e vale la pena viverlo, vale la pena lottare per esso.
Si dice sempre che le nuove generazioni siano la speranza del futuro, se non li mettiamo al mondo perchè riteniamo che questo sia un mondo di m....,, allora non abbiamo futuro.
Perchè i testimoni di Geova no? Sono ottimi soggetti di studio.
Il problema principale con la Chiesa è la sua ingerenza nella struttura politica e sociale dei paesi in cui esercita la sua opera.
Ingerenza che nonostante il decantato secolarismo occidentale, pesa parecchio nell'evoluzione civile e morale del Paese. Se questa Chiesa fosse sana, quest'influenza potrebbe essere positiva. Ma la Chiesa nasce malata di tanti mali e anche aspirando al bene raramente riesce a realizzarlo.
Chi dice che non dobbiamo mettere al mondo nuove generazioni? I figli sono la cosa più preziosa che abbiamo. Essere genitori è la cosa che più di ogni altra da significato alle nostre vite. Ma non sempre i bambini arrivano quando le persone sono pronte e possono permettersi di essere madri e padri.
Questo è un fatto e bisogna prenderne atto. Una famiglia può non poter sostenere un figlio in più, una donna può non permettersi di perdere il lavoro perchè non ha qualcuno su cui contare o perchè ha un progetto di vita diverso o può essere troppo giovane o essere ammalata o sapere dentro di se di non essere ancora in grado di essere madre. O possono esserci ancora altri motivi che noi non possiamo immaginare.
Uno Stato non può legiferare in merito a questo. E bada che non parlo di competenze morali o giuridiche. Lo Stato non ha alcun potere su questo tipo di decisioni che verrebbero prese in ogni caso indipendentemente dalle questioni legali. Una legge contro l'aborto NON IMPEDISCE l'aborto.
Nel momento in cui una donna decide di rinunciare ad un figlio, nel suo animo sono successe già tante di quelle cose che la legalità non è più un deterrente.
Siamo d'accordo su questo?
Lo sappiamo che una donna che vuole abortire e non può farlo legalmente nel proprio paese, andrebbe a farlo all'estero, si procurerebbe i farmaci abortivi per vie illegali, ricorrerebbe a medici mercenari, no? Gli aborti esistono da sempre, nessuna legge, nessuna condanna sociale, nemmeno la loro letalità li ha mai inibiti.
Quindi una legge contraria all'aborto, all'atto pratico a cosa servirebbe?
Ma non sempre i bambini arrivano quando le persone sono pronte e possono permettersi di essere madri e padri.
Non è colpa del bambino mi sembra e qui ritorniamo al discorso dell' assenza istituzionale. La vita deve essere tutelata e se una madre o dei genitori non hanno la possibilità di mantenere un figlio, deve intervenire la legislazione. Buttano via soldi per stupidate e poi dicono di non aver fondi per la tutela della famiglia, è questo il vero scandalo al di là di ogni considerazione personale.
Sono convinto che se tu ti ritrovassi gravida, da buona madre quale tu sei, pur essendo conscia delle difficoltà troveresti il modo di accettare la creatura che porti in grembo e faresti ogni sforzo per offrirgli una vita dignitosa.
Troppo spesso si abortisce per egoismo pur avendo la possibilità di mantenere un figlio. Purtroppo ne ho sentite molte di donne affermare che un figlio porterebbe via loro la libertà di godersi la vita, spesso sono queste donne a cercare l' aborto.
Non credo che quelle madri che pur sapendo di avere in grembo un figlio down e decidono di portare avanti la gravidanza siano delle ingenue sprovvedute. Sono delle madri che sentono la vita che cresce nel loro ventre come una vita che merita comunque di procedere, vanno rispettate anche queste madri. Non tutte sono religiose o subiscono l' ingerenza delle istituzioni cattoliche, sono solo donne cghe sentono forte l' istinto materno.
Ci vantiamo di avere un intelligenza che ci diferisce dagli animali e questo ci permette di non agire come le gatte che se partoriscono un micino anormale lo sopprimono.
Facciamo in modo che l' aborto venga eseguito solo se veramente comporta un rischio serio per la salute della madre.