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MessaggioInviato: 21/05/2010, 12:41 
Perché il Rapporto Finale del NIST sull’11 Settembre
è Falso e Anti-scientifico


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Fonte della traduzione in italiano:
http://www.ariannaeditrice.it/articolo. ... colo=28747

Alle 5.21del pomeriggio dell’11 settembre, quasi 7 ore dopo che le Torri Gemelle sono state abbattute, è caduta anche la Torre 7 del World Trade Center. Il cedimento di questo edificio è stato fin dall’inizio considerato un mistero.[1]

La stessa cosa si sarebbe dovuta dire, per sicurezza, anche del crollo delle Torri Gemelle. Ma esse furono colpite dagli aerei, che diedero vita ad un grosso incendio al loro interno, e molte persone hanno creduto che questa combinazione di cause fosse sufficiente a spiegare il perché le Torri fossero cadute.

Ma il WTC 7 non è stato colpito da un aeroplano: all’apparenza esso è quindi il primo edificio di tutto l’universo con una certa altezza e con struttura in acciaio ad essere crollato a causa del solo fuoco. Il giornalista del New York Times James Glanz ha citato le parole di un ingegnere strutturale, il quale ha detto: “Nell’ambiente dell’ingegneria strutturale è assai più importante capire quello che è successo [al WTC 7] [piuttosto che alle Torri Gemelle]”, perché gli ingegneri non sanno cosa rispondere alla domanda “perché la Torre 7 è crollata?” [2]

Da un punto di vista prettamente scientifico, ci sarebbe naturalmente una risposta ovvia. Gli scienziati, dando per scontata la regolarità della natura, operano basandosi sul principio secondo cui effetti simili implicano di solito cause simili. Essi, di conseguenza, non amano fare ricorso a cause senza precedenti per spiegare fenomeni comuni. Sino all'11 Settembre, il crollo di grattacieli con scheletro di acciaio è stato un fenomeno abbastanza comune, che la maggior parte degli americani ha potuto vedere in televisione. E in ciascuno di questi casi gli edifici erano stati abbattuti per mezzo di esplosivi utilizzati nel processo conosciuto come demolizione controllata. Da una prospettiva scientifica, quindi, l’ovvia supposizione sarebbe che il WTC 7 è crollato perché sono stati usati degli esplosivi per rimuovere i suoi supporti di acciaio.

In ogni caso, il dibattito pubblico sulla distruzione del World Trade Center non si è sviluppato in un contesto scientifico bensì in uno carico di implicazioni politiche. L’America era appena stata attaccata, secondo quanto quasi universalmente si riteneva, da terroristi stranieri che avevano pilotato degli aerei dirottandoli contro le Torri Gemelle e in risposta a ciò l’amministrazione Bush aveva lanciato una “guerra al terrore”. L’idea che anche uno solo degli edifici fosse stato fatto cadere attraverso del materiale esplosivo avrebbe implicato che gli attacchi aerei non erano stati una sorpresa. E se questa idea non era sostenibile per molti in privato, figuriamoci in pubblico.

Ciò significa che la gente ha dovuto credere, o almeno fare finta, che l’Edificio 7 sia stato fatto cadere dal fuoco nonostante, come ha scritto Glanz: “Gli esperti hanno detto che nessun edificio come quello, un edificio moderno, un grattacielo con struttura rinforzata in acciaio, è mai crollato a causa di un incendio incontrollato” [3] Quindi, si è dovuto considerare il crollo della Torre come un mistero – nella misura in cui questo crollo è stato preso in considerazione.

Ma ciò non è tutto. Nonostante il WTC 7 fosse un edificio di 47 piani, che nella maggior parte dei luoghi sarebbe stato l’edificio più alto della città, se non dello stato, esso era superato in altezza dai 110 piani delle Torri Gemelle. Ed è stato sorpassato da queste anche nell’attenzione mediatica che ne è seguita. E quindi, scrive Glanz, il crollo della Torre 7 “è stato un mistero che…avrebbe probabilmente catturato l’attenzione della città e del mondo” se solo le Torri Gemelle non fossero anch’esse crollate. [4] In ogni caso, il mistero del crollo della Torre 7 è stato raramente discusso.

Per quelle poche persone che vi avevano prestato attenzione, la misteriosità di questo crollo non è stata indebolita dal primo resoconto sulla questione, pubblicato da FEMA nel 2002. Questa relazione espone quella che è chiamata la “migliore delle ipotesi” sul perché l’edificio sia crollato, aggiungendo però poi che tale ipotesi avrebbe avuto “solo una bassa probabilità di verificarsi”. [5]

Il rapporto FEMA, infatti, ha aumentato l’aurea di mistero grazie a un’appendice scritta da tre professori del Worcester Polytechnic Institute. In tale appendice si afferma che un pezzo di acciaio staccatosi dal WTC 7 si è fuso a tal punto da avere dei buchi al suo interno che lo facevano sembrare un pezzo di gruviera. [6] James Glanz, sottolineando che le fiamme nell’edificio non avrebbero potuto da sole fondere l’acciaio, si riferisce a questa scoperta come “il mistero più profondo venuto alla luce durante le investigazioni” [7]

Il compito di fornire la spiegazione definitiva del crollo del WTC7 è stato affidato al NIST, il National Institute of Standards and Technology. Nonostante ci si aspettasse che il NIST pubblicasse la sua relazione su questo edificio unitamente a quella sulle Torri Gemelle, uscita nel 2005, ciò non si è verificato. Il NIST ha continuato a rimandare la relazione fino all’agosto 2008, data in cui ha pubblicato una Bozza di Discussione Pubblica.

1. Il Diniego del NIST di Prove di Esplosivi

Durante la conferenza stampa, Shyam Sunder, il principale investigatore del NIST, ha dichiarato che “le cause del crollo del World Trade Center 7 non sono più un mistero”. Inoltre, annunciando che il NIST “non ha trovato alcuna prova che dimostri che sono stati usati materiali esplosivi per far crollare la Torre”, [8] ha aggiunto: "[L]a scienza è davvero un passo indietro rispetto a quello che abbiamo detto”. [9]

Nel promemoria di questa lettura, dimostrerò che entrambe queste affermazioni erano false.


Il NIST e la Frode Scientifica

Riguardo alla domanda posta dalla scienza: lungi dal godere di supporto scientifico, il rapporto del NIST supporta le proprie teorie facendo ripetutamente ricorso alla frode scientifica.

Prima di entrare nel dettaglio, lasciatemi sottolineare che se il NIST si fosse affidato alla frode scientifica, ciò non sarebbe particolarmente sorprendente. Il NIST è un’agenzia del Dipartimento del Commercio americano. Durante il periodo in cui stava scrivendo i suoi resoconti sul World Trade Center, quindi, era un’agenzia dell’amministrazione Bush-Cheney. Nel 2004, l’Un. of Concerned Scientists [*] ha elaborato un documento nel quale accusava questa amministrazione di “distorsione della conoscenza scientifica per fini politici di parte”. Al termine dell’amministrazione Bush, tale documento era stato firmato da più di 15.000 scienziati, compresi 52 premi Nobel e 63 vincitori della National Medal of Science. [10]

Inoltre, uno scienziato che in passato ha lavorato per il NIST ha affermato che questo istituto è stato “completamente dirottato dal campo della scienza a quello della politica”, con il risultato che gli scienziati che lavoravano per il NIST “hanno perso la [loro] indipendenza scientifica e sono diventati poco più che delle ‘armi a noleggio’”. [11] Con particolare riferimento al lavoro del NIST sul World Trade Center, egli ha detto che ogni cosa doveva ricevere l’approvazione dei Dipartimento del Commercio, della NASA e dell’Ufficio del Management and Budget---“branca dell’Ufficio Esecutivo del Presidente” che “aveva un addetto alla policy impiegato appositamente per individuare le falle dell’opera del NIST” [12]

Uno dei princìpi generali del lavoro scientifico è che le conclusioni non devono essere dettate da preoccupazioni di carattere non scientifico – in altre parole, da preoccupazioni diverse dalla ricerca della verità. Questa affermazione di un ex dipendente del NIST ci dà motivo di sospettare che esso, mentre era intento a preparare la sua relazione sul WTC 7, avrebbe operato come un’agenzia politica e non scientifica. E la quantità di menzogne che si trova in questa relazione ci induce a pensare che sia stato proprio così.

Secondo la National Science Foundation, i tipi principali di frode scientifica sono la costruzione, la falsificazione e il plagio. Non ci sono prove che incolpino il NIST di plagio, ma sicuramente esso è colpevole di costruzione, che può essere definita come un’“invenzione di risultati,” e di falsificazione, che significa “modifica od omissione di dati”. [13]

L’omissione di dati da parte del NIST è così massiccia, infatti, che la tratterò come una tipologia distinta di frode scientifica. Come ha detto il filosofo Alfred North Whitehead nel suo libro del 1925 ‘Science and the Modern World’: “E’ facile trovare una teoria [coerente con se stessa]…, ammesso che ci si accontenti di non tenere in considerazione metà delle prove”. Il “temperamento morale richiesto per il perseguimento della verità”, ha aggiunto, comprende “[u]na ferrea determinazione a prendere in considerazione le prove nel loro complesso”. [14]

Il NIST, in ogni caso, sembra aver dimostrato una ferrea determinazione a non considerare metà delle prove essenziali.

Prove Tangibili di Esplosivi

Alcune delle prove ignorate dal NIST sono le prove tangibili del fatto che sono stati usati degli esplosivi per buttare giù il WTC 7.

Acciaio-Groviera: comincerò dal pezzo di acciaio del WTC 7 che ha fuso così tanto da sembrare una fetta di groviera. Spiegando perché ha chiamato questo fatto “il più grande mistero svelato dalle investigazioni”, James Glanz ha scritto: “Sembrava che l’acciaio si fosse sciolto ma nessun incendio sviluppatosi in qualcuno degli edifici si pensava potesse aver raggiunto una temperatura tale da far sciogliere completamente l’acciaio” [15]. L’affermazione di Glanz era infatti piuttosto riduttiva. La piena verità è che i roghi nell’edificio non avrebbero potuto portare l’acciaio neanche solo vicino alla temperatura – di circa 1,482°C (2,700°F) – necessaria alla fusione. [16]

Il professore che ha parlato di questo pezzo di acciaio nell’appendice al rapporto FEMA ha affermato: “C’è bisogno di uno studio dettagliato sul meccanismo [che ha causato] questo fenomeno”. [17] Arden Bemen, dirigente del NIST al momento dell’inizio del progetto WTC, ha detto che il rapporto del NIST avrebbe preso in considerazione “tutte le principali raccomandazioni contenute nel rapporto [FEMA]. [18]

Ma quando il NIST ha pubblicato il suo rapporto sul WTC 7 non ha fatto menzione del pezzo di acciaio con la forma del groviera. Piuttosto, il NIST ha addirittura sottolineato che nessun pezzo di acciaio del WTC 7 si era salvato. [19]

Questo pezzo di acciaio, inoltre, era solo una piccola parte delle prove, ignorate dal NIST, che l’acciaio si era fuso.

Particelle di Metallo nella Polvere: l’edificio della Deutsche Bank che era vicino alle Torri Gemelle è stato pesantemente contaminato dalla polvere prodotta dalla loro esplosione. Ma la compagnia assicurativa della Deutsche Bank si è rifiutata di sostenere i costi della pulizia, asserendo che quella polvere non poteva essere attribuita al crollo del WTC. Quindi, la Deutsche Bank ha dato incarico a RJ Lee Group di eseguire un’indagine, la quale ha dimostrato che la polvere che si trovava nella Deutsche Bank proveniva sì dal WTC, ma recava un marchio molto particolare. Essa era infatti composta in parte da “particelle…sferiche di ferro”. [20] Secondo RJ Lee Group, ciò significava che del ferro si era “fuso durante il crollo del WTC, producendo delle particelle sferiche di metallo”. [21] Questo studio ha anche dimostrato che, se le particelle di ferro costituiscono normalmente solo lo 0,04% della polvere di un edificio normale, queste rappresentavano almeno il 6% della polvere del WTC – ovvero almeno 150 volte più del normale. [22]

Lo studio di RJ Lee ha altresì scoperto che nell’evento sono state raggiunte temperature “alle quali il piombo sarebbe evaporato” [23] - ovvero 1,749°C (3,180°F). [24]

Un altro studio è stato condotto dallo US Geological Survey con l’intento di facilitare l’“identificazione dei componenti delle macerie del WTC”. Oltre alle particelle di ferro, gli scienziati coinvolti in questo studio hanno trovato che del molibdeno si era fuso. Questa scoperta riveste un significato particolare perché questo metallo non fonde fino alla temperatura di 2.623°C (4.753°F). [25]

Il NIST non menziona nessuno di questi due studi, anche se l’ultimo era stato condotto da un’altra agenzia del Governo americano.

Il NIST non poteva richiamare questi studi perché aveva vincolato se stesso alla teoria che gli edifici del WTC erano crollati a causa del fuoco, mentre questi studi dimostravano chiaramente che qualcosa di diverso da un incendio si stava sviluppando all’interno di quegli stabili.

Residui di Nanotermite: Cosa era? Un resoconto di diversi scienziati, compreso il chimico Niels Harrit dell’Università di Copenhagen, ha dimostrato che le macerie del WTC contenevano della nanotermite non esplosa che – diversamente dalla termite normale, ignifuga – è altamente esplosiva. Questa relazione di Harrit e dei suoi colleghi, tra i quali Steven Jones e Kevin Ryan, non è stato pubblicata fino al 2009, [26] diversi mesi dopo la pubblicazione del rapporto finale del NIST nel novembre 2008.

Il NIST, per prassi routinaria, avrebbe dovuto analizzare le macerie del WTC per individuare eventuali residui di esplosivo, come la nanotermite. La ‘Guida alle Investigazioni su Incendi ed Esplosioni’ pubblicata dalla National Fire Protection Association dice che, ogni qualvolta si presenti un “danno di ordine superiore”, dovrebbe essere condotta una ricerca finalizzata a trovare tracce di esplosivo. Dissipando poi ogni dubbio sul significato di questi termini, la Guida dice:
“Un ‘danno di ordine superiore’ è caratterizzato dalla frantumazione della struttura, che produce detriti di piccole dimensioni, sotto forma di polvere. I muri, i tetti e le parti strutturali sono ridotti in schegge o in pezzi, mentre l’edificio viene completamente demolito.”
[27]

Tale descrizione era applicabile al crollo delle Torri Gemelle e del WTC 7. La frase successiva – “Le macerie vengono gettate a grande distanza, forse a centinaia di metri”- venne applicata alla caduta delle Torri Gemelle, fatto che il NIST è stato costretto ad ammettere per poter spiegare come hanno avuto origine gli incendi nel WTC 7. [28] Di conseguenza, il NIST avrebbe dovuto mettersi a cercare delle prove di materiali esplosivi, come la nanotermite.

Ma quando gli è stato chiesto se l’avesse fatto, il NIST ha risposto di no. Un giornalista ha chiesto informazioni a Michael Newman, un portavoce del NIST, riguardo a questa omissione, domandando: “[C]osa mi dice della lettera nella quale il NIST afferma di non aver cercato prove di materiale esplosivo?” La risposta di Newman è stata: “Esatto, perché non c’erano prove”. “Ma – ha chiesto il giornalista – come si fa a sostenere che non ci sono prove se prima non le si cercano?” E Newman ha risposto: “Se cerchi qualcosa che non è in quel posto, stai perdendo il tuo tempo…e i soldi di chi paga le tasse”. [29] (Non era possible inventare una cosa del genere)

Quando Shyam Sunder, che guidava le investigazioni del NIST negli edifici del WTC, ha tenuto la sua conferenza stampa nell’agosto 2008 – nel corso della quale ha annunciato che “le ragioni del crollo del WTC 7 non sono più un mistero” – ha iniziato dicendo:


“Prima di dirvi quello che abbiamo trovato, vi dirò quello che non abbiamo trovato. Non abbiamo trovato nessuna prova che dimostri che siano stati usati degli esplosivi per far crollare l’edificio.”
[30]

Iniziando con questa dichiarazione, Sunder ha voluto sottolineare che questa era la conclusione più importante a cui era giunto il NIST in merito alle Torri Gemelle. In ogni caso, nonostante Sunder avesse dichiarato che questo risultato avesse un fondamento scientifico, non si può attribuire validità scientifica a una conclusione se questa può essere raggiunta solo ignorando metà delle prove.

Metallo Fuso: oltre alle prove ignorate a cui già si è accennato, durante le investigazioni sul WTC il NIST ha altresì volutamente non considerato delle relazioni secondo cui le macerie contenevano una grande quantità di metallo fuso – che diverse persone descrivevano come acciaio fuso. Ad esempio, il pompiere Philip Ruvolo, parlando delle Torri Gemelle, ha detto: “Man mano che si scendeva si vedeva acciaio fuso, acciaio fuso che scorre giù la struttura, come in una fonderia, come lava”. [31]

Peter Tully, presidente della Tully Construction, azienda coinvolta nelle operazioni di pulizia, ha detto di aver visto letteralmente piscine di “acciaio fuso”. [32]

Comunque, quando a John Gross, uno dei principali autori dei rapporti del NIST, è stato chiesto di parlare di questo acciaio fuso, ha risposto all’intervistatore: “Io metto in discussione la sua ‘premessa di base che c’era una piscina di acciaio fuso’”, aggiungendo: “Non conosco nessun testimone oculare che possa confermarlo”. [33]

Comunque, oltre a Ruvolo e Tully, gli altri testimoni oculari comprendono:

Leslie Robertson, membro dell’azienda di ingegneria che ha progettato le Torri Gemelle [34]

Il dott. Ronald Burger del National Center for Environmental Health[35]

La dott.ssa Alison Geyh della The Johns Hopkins School of Public Health, la quale guidava un gruppo di scienziati che si sono recati sul luogo poco dopo l’11 settembre su richiesta del National Institute of Environmental Health Sciences. [36]

Infine, il fatto che “dell’acciaio fuso sia stato trovato nel WTC 7” è stato sottolineato da Mark Loizeaux, presidente della Controlled Demolition Inc., coinvolta anch’essa nelle operazioni di pulizia. [37]

E John Gross ha ipotizzato che nessuna prova credibile ha parlato di acciaio fuso. Questa sembra una bugia bell’e buona.

Prove Testimoniali della Presenza di Esplosivi

Oltre a ignorare le prove dell’utilizzo di esplosivi, il NIST ha altresì ignorato le prove testimoniali.

Il Resoconto delle Torri Gemelle del NIST: Nel suo rapporto del 2005 sulle Torri Gemelle, il NIST ha tralasciato decine di testimonianze rilasciate da giornalisti, agenti di polizia e dipendenti del WTC, oltre a 118 testimonianze dei vigili del fuoco di New York. [38] Il NIST ha addirittura negato apertamente l’esistenza di queste relazioni, dicendo che “non c’erano prove (raccolte dai…vigili del fuoco di New York) di alcuno scoppio o esplosione” che avrebbero potuto suggerire che gli esplosivi erano stati utilizzati. [39]

In ogni caso, quando un gruppo di accademici, compresi scienziati e un avvocato, hanno chiesto chiarimenti al NIST su tale falsa affermazione, questo ha affinato quanto già aveva detto, sostenendo che:


Il NIST ha preso in esame tutte le interviste portate a termine dal Dipartimento Federale dei Vigili del Fuoco di New York (500 colloqui)…Considerate nel loro complesso, queste interviste non erano idonee a sorreggere l’opinione secondo cui gli esplosivi avrebbero avuto un qualche ruolo nel crollo delle Torri del WTC. [40]


Quindi, sebbene il NIST abbia affermato nel suo resoconto che non c’erano prove testimoniali della presenza di materiale esplosivo, è sembrata poi affermare che, visto che solo 118 testimonianze su 500 hanno riferito delle esplosioni, esse, “considerate nel complesso”, non sono idonee a sostenere l’idea che delle esplosioni si sono verificate, così da giustificare l’asserzione del NIST secondo cui non c’erano prove testimoniali a favore dell’utilizzo di esplosivi.

Pensate a un’investigazione per un omicidio avvenuto nelle strade di San Francisco. Delle 100 persone che hanno assistito alla scena, solo 25 riferiscono di aver visto Pete Smith sparare alla vittima. Ma la polizia rilascia Pete Smith dicendo che le testimonianze, considerate complessivamente, non lo fanno risultare colpevole. Questa sarebbe la scienza forense nell’accezione del NIST.

Resoconti di Persone Fuori dal WTC 7: Il NIST ha mantenuto questo stesso approccio nella relazione sul WTC 7. Ci sono stati diversi resoconti attendibili sulle esplosioni. Un giornalista del New York Daily News ha detto:


[c]’è stato un brontolìo. La fila superiore di finestre dell’edificio è scoppiata. Poi tutte le finestre del trentanovesimo piano sono scoppiate. Poi il trentottesimo. Pop! Pop! Pop! Fu quello che si sentì finché l’edificio non collassò in una crescente nuvola grigia. [41]


L’agente di polizia di New York Craig Bartmer ha detto:

Ero davvero vicino all’Edificio 7 quando è crollato…[T]utto d’un tratto…Ho alzato lo sguardo e…[l]e cose hanno iniziato ad accartocciarsi su se stesse…Ho iniziato a correre…e per tutto il tempo si sentiva “bum, bum, bum, bum, bum.” [42]


Resoconti di Hess and Jennings da dentro il WTC 7: Oltre a non considerare queste e altre descrizioni di esplosioni fatte dall’esterno del Building 7, il NIST ha falsato le testimonianze di due uomini di alta credibilità, che si trovavano dentro l’edificio: Michael Hess, un avvocato d’affari di New York City, e Barry Jennings, vice direttore del Dipartimento dei Servizi di Emergenza della New York City Housing Authority.

Subito dopo che la Torre Nord è stata abbattuta quella mattina, entrambi gli uomini hanno seguito l’istruzione secondo cui, in caso di emergenza, avrebbero dovuto incontrare il sindaco Giuliani presso il suo Emergency Management Center al 23esimo piano della Torre 7.

La Torre Nord è crollata alle 8:46, ed essi sarebbero dovuti arrivare attorno alle 9:00. Scoprirono, comunque, che tutte le persone avevano lasciato l’edificio. Fecero una telefonata per cercare di capire cosa avrebbero dovuto fare e a Jennings fu detto di lasciare immediatamente l’edificio. Visto che l’ascensore non funzionava (la corrente era stata evidentemente fatta saltare alle 9:03 dallo scontro dell’aereo contro la Torre Sud), essi iniziarono a correre giù per le scale. Ma, giunti al 6° piano, si verificò una fortissima esplosione, che fece scoppiare il terreno da sotto e bloccò il loro cammino. Tornarono su all’ottavo piano, ruppero una finestra e chiamarono aiuto.

I vigili del fuoco arrivarono a soccorrerli, ha detto Jennings, ma poi scapparono via. Ritornati dopo un po’, i vigili continuarono i soccorsi, ma si allontanarono di nuovo di lì a poco. La prima volta dovettero scappare per il crollo della Torre Sud, disse Jennings, che successe alle 9:59, e la seconda volta per il crollo della Torre Nord, alle 10:28. Sulla base di questo, Jennings ha detto in un’intervista rilasciata nel 2007 a Dylan Avery che sapeva che, quando si verificò quella grossa esplosione, “entrambe gli edifici erano ancora in piedi”. Alla fine, quando i vigili del fuoco tornarono dopo il crollo della seconda torre, Hess e Jennings furono messi in salvo.

Ciò dev’essere successo tra le 11:00 e le 11:30, perché alle 11:57 Hess fu intervistato in una strada distante da quel luogo. Anche Jennings fu intervistato per la strada. Entrambi dissero che si trovarono in trappola per un certo periodo di tempo – Hess ha specificato ‘per circa un’ora e mezza’.

Anche questa storia rappresentava ovviamente una grossa minaccia per il NIST. Esso infatti era intento a sostenere che, quando la Torre 7 crollò alle 5:21 di quel pomeriggio, lo fece solo a causa del fuoco. Non c’erano esplosivi di sorta.

Ma due funzionari avevano detto che c’era stata una grande esplosione la mattina presto, evidentemente prima delle 9:30. Nella sua intervista per Dylan Avery, inoltre, Jennings aveva affermato che la grossa esplosione che li aveva intrappolati era solo la prima di molte. Egli aveva altresì sostenuto che, quando i vigili del fuoco li avevano portati nella lobby, aveva notato che questa era stata completamente devastata – era, aveva detto, “solo una rovina, solo una rovina”. Jennings ha detto inoltre che, quando lui e il vigile del fuoco stavano attraversando la lobby, “camminavano sopra le persone” [43]

La testimonianza di Jennings andava contro la storia ufficiale, secondo cui non c’erano state esplosioni nel WTC 7 e nessuno era rimasto ucciso.

Cosa doveva fare il NIST?

Il Trattamento che il NIST ha Riservato alla Testimonianza Hess-Jennings: il NIST si è limitato a ignorare il racconto di Jennings sulla lobby e, per quanto riguarda il tempo della prigionia di Hess e Jennings nell’edificio, il NIST ha seguito la linea adottata da Rudy Giuliani in un libro del 2002, secondo la quale quella che Hess e Jennings avevano preso come un’esplosione interna al WTC 7 era in realtà più semplicemente l’impatto delle macerie causato dal crollo della Torre Nord.

Ma quel crollo non è successo fino alle 10:28, mentre l’evento descritto da Hess e Jennings ha avuto luogo almeno un’ora prima. Inoltre, Jennings ha riferito che sia la Torre Sud che la Torre Nord erano ancora in piedi quando quello che egli ha definito come esplosione ha avuto luogo, e ciò è sicuramente quello che ha detto anche al NIST quando questo lo ha intervistato (assieme a Hess) nella primavera del 2004.

Un altro problema riguardava il fatto che Hess aveva detto che essi erano stati intrappolati “per circa un’ora e mezza”. Se l’evento che li ha tenuti in trappola non è accaduto almeno fino alle 10:30, secondo quanto sostiene il NIST, allora essi non sarebbero stati soccorsi almeno fino a mezzogiorno. E di sicuro in un Report Provvisorio sul WTC 7 pubblicato nel 2004 si diceva che Hess e Jennings erano stati tratti in salvo “[d]alle 12:10 alle 12:15”. Ma ciò è evidentemente falso, visto che Hess è stato intervistato ad una certa distanza dalle Torri prima di mezzogiorno. [44]

Il NIST ovviamente non ammetterebbe mai di aver forzato la testimonianza di Jennings. Ma quando abbiamo inviato al NIST una richiesta sulla base del Freedom of Information Act** per ottenere una copia delle interviste rilasciate da Hess e Jennings, il NIST ce l’ha negata sulla base di una disposizione di legge che permette un’eccezione se l’informazione “non è direttamente collegata al crollo dell’edificio”. [45] Il NIST ha quindi suggerito che un resoconto su una grossa esplosione avvenuta dentro l’edificio sarebbe irrilevante nella determinazione delle cause del crollo. Il ricorso a una simile disonesta ragione è sembrato essere il modo del NIST per dire: per nessun motivo al mondo rilasceremo quelle interviste.

L’Intervento della BBC: In ogni caso, il tentativo del NIST di neutralizzare la testimonianza di Barry Jennings è stato favorito dalla BBC, che ha intervistato Jennings e poi, ovviamente, modificato l’impostazione dell’ora, così che il narratore, con una voce riassicurante, avrebbe potuto dire:


“Alle 10:28 crolla la Torre Nord…Questa volta, la Torre 7 viene colpita direttamente dal crollo dell’edificio…Alcune prime prove dell’utilizzo esplosivo erano le macerie provenienti da un grattacielo che cadeva”. [46]


Mike Rudin, produttore di questo programma della BBC, mi ha recentemente telefonato per discutere della possibilità di intervistarmi in merito ad un mio libricino, “Osama bin Laden, Vivo o Morto?”. [47] Gli ho detto che stavo per pubblicare un libro sul WTC 7 e che, dopo averlo letto, probabilmente non avrebbe più desiderato intervistarmi. Quando mi chiese perché, risposi che era perché avevo sottolineato il fatto che lui aveva in modo evidente alterato la cronologia degli eventi nel racconto di Jennings. Di fronte al suo diniego, gli dissi d’accordo, mostrami le parti tagliate e gli inediti. Se questa intervista avesse dimostrato che Rudin non aveva modificato la sequenza temporale, lo avrei detto al mondo intero. Rudin, comunque, si rifiutò di farmi vedere l’intervista inedita. [48]

Questo programma della BBC è andato in onda nel mese di luglio 2008. La versione definitiva del resoconto del NIST – la sua Bozza per la Discussione Pubblica – sarebbe stata rilasciata ad una conferenza stampa il 21 agosto, tempo in cui Sunder avrebbe annunciato che il mistero del crollo del WTC 7 era stato risolto.

La Morte di Barry Jennings: Due giorni prima di quell’avvenimento, Barry Jennings muore – e muore in circostanze davvero misteriose. Nessuno ha voluto dare informazioni su come o sul perché quest’uomo di 53 anni sia morto.

Dylan Avery, nel tentativo di scoprire qualcosa, ha ingaggiato un investigatore privato– una donna con la fama di essere una delle migliori nello stato di New York – per cercare di scoprire qualcosa.

Per pagarne il considerevole onorario, usò la sua carta di credito. Nel giro di 24 ore, Avery ricevette un messaggio dall’investigatore che diceva:

“A fronte di alcune informazioni che ho scoperto, ritengo che questo sia un lavoro che spetta alla polizia. Le ho rimborsato la somma che mi aveva versato. Per favore, non mi contatti più per avere informazioni su quel soggetto.”


Questa non era propriamente la risposta che una persona si sarebbe aspettata, osservò Avery, se l’investigatore avesse scoperto che Jennings era morto “in modo innocente dentro un ospedale”. [49]

La dedica nel mio libro recita:

“Alla memoria di Barry Jennings, le cui rivelazioni di verità potrebbero essergli costate la vita”.

Presa così, la sua morte è stata molto conveniente per il NIST, che ora non aveva più bisogno di temere che Jennings convocasse una conferenza stampa per dire che il NIST aveva falsificato la sua testimonianza.

La BBC Interviene Ancora: La morte di Jennings è stata di aiuto anche per la BBC, che ha potuto così mandare in onda una seconda versione del suo programma sul WTC 7, questa volta con Michael Hess.

Nella prima versione, la BBC aveva sostenuto che Jennings si trovava nell’edificio da solo. Anche se Jennings diceva “Abbiamo fatto questo e poi abbiamo fatto quello”, la BBC parlava solo di Jennings, senza mai menzionare il fatto che Hess si trovava con lui.

Ma in questa nuova versione, che è stata mandata in onda alla fine di ottobre 2008, la star era Hess. Se da un lato, tornando indietro all’11 settembre, egli aveva “supposto che c’era stata un’esplosione nei sotterranei”, adesso affermava: “Ora so che ciò era stato causato dalla metà superiore della Numero 1 (la Torre Nord) che era caduta sulla metà inferiore del nostro edificio”, esattamente le stesse cose che aveva detto Giuliani nel suo libro. Non sorprende che Hess confermi il racconto di Giuliani, visto che dal 2002 Hess era socio d’affari di Giuliani.

Oltre al fatto che Hess non poteva in nessun modo essere considerato un teste imparziale, Mike Rudin lo dipinse così. Nel suo blog della BBC, Rudin afferma che qualche “autonomo predicatore di verità” ha sostenuto che la BBC, nel rappresentare la testimonianza di Barry Jennings, avesse “falsato la cronologia degli eventi”. Ma, Rudin ha detto trionfalmente, Michael Hess “Sin dalla sua prima intervista dopo l’11 settembre…ha confermato la nostra cronologia”.

Ma la versione di Hess si può dire che “confermi” la scansione temporale delle BBC solamente se fosse una versione credibile. Nel mio libro, invece, dimostro come sia infarcita di problemi, cosicché tutti possano rendersi conto che stava mentendo. [50]

2. La Teoria del NIST sul Crollo del WTC 7

Finora ho parlato della prima metà del mio libro, che si occupa delle eccezioni negative formulate dal NIST, ovvero del fatto che non ha trovato prove che testimonino l’uso di esplosivi nel crollo del WTC7. Ho sottolineato come il NIST può affermare ciò solamente commettendo due tipi di frode scientifica; ignorare prove rilevanti e falsificandone altre – nello specifico, la testimonianza di Barry Jennings.

La seconda metà del mio libro si dedica alla teoria sviluppata dallo stesso NIST su come il fuoco abbia fatto crollare l’edificio. Per affermare questa teoria, il NIST ha dovuto falsificare e costruire dei dati in misura senza precedenti. E, oltre a ciò, ha dovuto andare contro uno dei principali principi della scienza: Non devi sostenere i miracoli.

Probabilmente conoscete la vignetta basata su questo principio. Un professore di fisica ha riempito diverse lavagne di equazioni matematiche, alla fine delle quali si legge: “E poi accade il miracolo”. In campo scientifico, non si può fare riferimento ai miracoli, esplicitamente o anche solo in modo implicito – per dire che alcuni principi della fisica sono stati violati. E nonostante ciò questo è quello che ha fatto il NIST.

Creazione delle Prove

Ma prima di parlare della sua storia miracolosa, voglio concentrare l’attenzione su tre esempi di frode scientifica manifestamente ovvi commessi dal NIST prima che essa facesse ricorso al suo disperato espediente. Questi esempi riguardano tutti la creazione.

Nessuna Trave Portante Rinforzata: La spiegazione del NIST su come il fuoco abbia portato al crollo della Torre 7 inizia con la dilatazione termica, ovvero con il fatto che il fuoco abbia surriscaldato l’acciaio, portandolo a dilatarsi.

Una trave d’acciaio al 13° piano, sostiene il NIST, ha determinato la rottura di un pilastro portante d’acciaio attaccato alla Colonna 79. Avendo perso il suo supporto, la Colonna 79 ha ceduto, e questo cedimento ha portato ad una reazione a catena a seguito della quale tutte le 82 colonne d’acciaio dell’edificio sono cadute. [51]

Senza chiederci nemmeno se ciò sia anche solo lontanamente plausibile, concentriamoci su questa domanda: perché quel pilastro ha ceduto?

Secondo il NIST, ha ceduto perché non era assicurato alla soletta con spine di tranciamento. Il NIST ha scritto:


All’interno del WTC 7, non erano stati messi dei supporti sulle travi portanti. Il solaio… aveva spine di tranciamento, ma le travi portanti che sostenevano il solaio non avevano spine di tranciamento.


Questo punto è cruciale per la risposta del NIST ad una domanda frequente: perché il fuoco ha determinato il crollo del WTC 7 quando in passato non è mai successo che un incendio abbia causato il cedimento di edifici molto alti con uno scheletro d’acciaio, alcuni dei quali sono stati sottoposti a incendi anche molto più imponenti e di maggiore durata? La risposta del NIST era: differenze di progettazione.

Una di queste differenze cruciali, ha detto ripetutamente il NIST, era “l’assenza di spine di tranciamento nelle travi che avrebbero dovuto fornire supporto laterale”.

Ma questa è solo una supposizione fatta dal NIST. Come facciamo noi a sapere tutto ciò? Basta che consideriamo l’Interim Report del NIST sul WTC 7, che è stato pubblicato nel 2004, prima che venisse sviluppata la teoria del cedimento delle travi.

Questo resoconto afferma che le travi portanti così come le colonne erano attaccate al pavimento attraverso il supporto delle spine di tranciamento [52]

Ci troviamo di fronte a un evidente caso di creazione, col NIST che si inventa un fatto al fine di venire incontro ai bisogni di questa sua nuova teoria.

L’Incendio Violento delle Ore 17:00 al 12° Piano: il NIST contraddice il suo Interim Report mentendo in merito all’incendio nell’edificio. Il NIST sostiene che si è verificato un incendio molto ampio e di temperature molto elevate che ha coperto gran parte della facciata nord del 12° piano alle cinque del pomeriggio. Questa affermazione è essenziale per la spiegazione del NIST sul perché l’edificio sia crollato 21 minuti dopo. In ogni caso, se prende in considerazione l’Interim Report pubblicato dal NIST prima che questa teoria venisse sviluppata, si trova questa affermazione:

‘Attorno alle 16:45 un fotografo mette in rilievo delle fiamme ai piani 7, 8, 9 e 11 vicino al centro della facciata nord. Il 12° piano era già bruciato a quell’ora'.


Altri fotografi mostrano addirittura che il 12° piano era già virtualmente bruciato alle 16. E, ancora, il NIST ora sostiene che le fiamme stessero ancora bruciando intensamente alle 17. [53] Siamo di fronte ad un altro evidente caso di creazione.

Cedimento delle Spine di Tranciamento: Il terzo caso di creazione coinvolge ancora le spine di tranciamento – stavolta le spine di tranciamento che collegano le travi d’acciaio alla soletta.

Il NIST sostiene che, a causa del cedimento di quella trave portante sopra citata, le travi dei solai hanno potuto dilatarsi senza restrizioni. Ma ciascuna di queste travi era collegata al solaio attraverso 28 spine di tranciamento rinforzate. Esse avrebbero dovuto rappresentare una grande fonte contenitiva.

E lo avrebbero fatto, se non fosse stato, il NIST ci dice, che hanno ceduto tutte.

Perché hanno ceduto? Per quella che il NIST chiama “espansione termica differenziata”, che è semplicemente un modo tecnico di dire che, in risposta al calore delle fiamme, le travi d’acciaio si sono espanse di più di quanto non lo abbiano fatto le solette del pavimento.

Ma perché sarebbe dovuto succedere? Acciaio e cemento hanno virtualmente lo stesso “coefficiente di dilatazione termica”, ovvero essi si dilatano virtualmente della stessa quantità come conseguenza al calore. Se così non fosse, il cemento rinforzato – ovvero, cemento rinforzato con acciaio, si romperebbe ogniqualvolta le temperature fossero troppo calde o troppo fredde. Lo stesso NIST ha sottolineato che “acciaio e cemento hanno coefficienti di dilatazione termica simili”.

E quindi perché il NIST sostiene che le travi d’acciaio hanno ceduto a causa della differenza di dilatazione termica?

Per comprendere questa affermazione, è necessario capire che la teoria del NIST è una teoria che si fonda quasi totalmente sul computer. Il NIST ha inserito diverse variabili in un programma, il quale ha forse poi indicato al NIST come il WTC 7 avrebbe reagito alle fiamme. Quindi, quali informazioni ha inserito Il NIST in questo computer, che l’hanno portato a dire che l’acciaio si sarebbe espanso in misura molto maggiore rispetto alla soletta d’acciaio così da far saltare tutti i pilastri?

La risposta è contenuta in questa blanda affermazione:


Nessuna dilatazione termica o decomposizione materiale è stata presa in considerazione per la soletta grezza, visto che essa non risultava essere stata sottoposta a calore in questa analisi.


Quando ho letto per la prima volta questa affermazione, mi sono dovuto sfregare gli occhi. Sicuramente, ho pensato, devo aver letto male, perché poche pagine prima il NIST ha affermato: “una differente dilatazione termica si è verificata tra le travi d’acciaio del pavimento e la soletta grezza quando il pavimento composito è stato investito dal fuoco”. Il ‘pavimento composito’, per definizione, è composto da travi d’acciaio unite alla soletta grezza attraverso spine di tranciamento. Quindi il NIST ha chiaramente detto, affermando che il pavimento composito era stato interessato dal fuoco, che sia le travi d’acciaio che la soletta di cemento erano stati oggetto di surriscaldamento.

Ma poi nel passaggio strofina-occhi, il NIST dice: Facendo la simulazione al computer, il NIST ha detto a questo che solo le travi d’acciaio sono state surriscaldate, la soletta no. [54]

Quindi ovviamente le travi d’acciaio si sarebbero dilatate mentre la soletta sarebbe rimasto ferma, determinando la rottura delle spine di tranciamento, a seguito della quale le travi d’acciaio si sono potute dilatare come pazze e scontrarsi contro la Colonna 79, che ha poi determinato il crollo dell’intero edificio.

E’ stato pubblicato un fumetto contenente la versione ufficiale dell’11 settembre. [55] Questo è solo un esercizio di ripetizione, perché i resoconti ufficiali sono già dei fumetti di quanto è accaduto in quella data.

In ogni caso, adesso vi racconto del miracolo del NIST.

Il Miracolo del NIST

I componenti del Movimento per la Verità sull’11 settembre hanno sottolineato dall’inizio che il WTC 7 alla stessa rate di un oggetto in caduta libera, almeno virtualmente.

Il NIST Nega la Caduta Libera: Nella Bozza per la Discussione Pubblica, questo fatto viene negato, sostenendo che il tempo impiegato dagli ultimi 18 piani per crollare “è stato del 40% più lungo rispetto al tempo della caduta libera ed era in linea con i princi pi della fisica”.

Questa affermazione rende implicito il concetto per cui ogni affermazione volta a sostenere che l’edificio è crollato in caduta libera andrebbe contro i principi fisici – cioè, i principi della fisica.

Spiegando le ragioni del no, Shyam Sunder ha detto durante una riunione tecnica:


“l tempo della caduta libera sarebbe [il tempo di caduta] di un oggetto che non ha componenti strutturali sotto di esso… ll tempo impiegato…per quei 17 piani per scomparire [era del 40% più lungo del tempo di caduta libera]. E questo fatto non è per niente inusuale, visto che c’era della resistenza strutturale in questo caso specifico. E sono successe una serie di cedimenti strutturali che sono successi in questo caso. Non tutto è accaduto allo stesso momento.”

La Sfida di Chandler: In ogni caso, l’insegnante di fisica di scuola superiore David Chandler ha sfidato la negazione di Sunder durante questo incontro, sottolineando che il 40% sostenuto da Sunder contraddice “una quantità visibile a tutti, facilmente misurabile”.

La settimana successiva, Chandler ha messo un video su internet [vedi sotto] che mostra che, misurando questa quantità visibile a tutti, chiunque possegga conoscenze elementari di fisica avrebbe potuto vedere che “per almeno due secondi e mezzo…l’accelerazione dell’edificio non è distinguibile dalla caduta libera”.


Il video messo su Youtube da David Chandler




Alla fine, Chandler ha invitato un commento al NIST, dicendo: “Il riconoscimento e il resoconto del prolungato periodo di caduta libera nel crollo del WTC 7 deve essere una priorità, se il NIST vuole essere preso sul serio”.

Il NIST Ammette la Caduta Libera: Sorprendentemente, il NIST ha riconosciuto la caduta libera nel suo resoconto finale. Ha cercato di mascherarlo, ma l’ammissione è a pagina 607. Dividendo la caduta dell’edificio in tre fasi, descrive la seconda come “una discesa in caduta libera su approssimativamente otto piani con una accelerazione gravitazionale di circa 2,25 [secondi]. ‘Accelerazione gravitazionale’ è un sinonimo di accelerazione in caduta libera.

Dunque, dopo aver presentato 606 pagine di descrizioni, testimonianze, fotografie, grafici, analisi, spiegazioni e formule matematiche il NIST, alla pagina 607, dice in effetti: “E poi accade il miracolo”.

Perché questo dovesse essere un miracolo è stato spiegato da Chandler, il quale ha affermato:

“La caduta libera può essere raggiunta solamente
se nessuna resistenza viene posta al movimento”.


L’implicazione di questa osservazione di Chandler è che, secondo i principi della fisica, la parte superiore della Torre 7 sarebbe potuta cadere giù in caduta libera solo se qualcosa avesse rimosso tutto l’acciaio e il cemento nella parte inferiore dell’edificio, che avrebbe altrimenti opposto resistenza, e solo materiale esplosivo di un certo tipo avrebbe potuto rimuoverli.

Se non fossero stati asportati e i piani superiori fossero crollati in caduta libera, anche solo per uno o due secondi, si sarebbe verificato un miracolo.

Questo è quello che lo stesso Sunder ha spiegato lo scorso agosto, dicendo che un oggetto in caduta libera sarebbe un oggetto “che non trova componenti strutturali al di sotto” che gli oppongano resistenza. Avendo affermato in agosto che la caduta libera non sarebbe potuta accadere, il NIST ha anche affermato che non si era verificata, dicendo: “Il WTC 7 non è crollato in caduta libera”.

Ma poi in novembre, mentre difendeva la stessa teoria che esclude gli esplosivi e quindi la caduta libera, il NIST ha ammesso che, come fatto empirico, la caduta libera c’era stata. Per un periodo di 2,15 secondi, il NIST ammette che la caduta del WTC 7 è stata caratterizzata da una “accelerazione gravitazionale (caduta libera)”.

Sapendo di aver in questo modo sostenuto l’esistenza di un miracolo, ovvero di una violazione delle leggi della fisica, il NIST non ha più detto che la sua analisi era in linea con i principi fisici. Nella sua Bozza pubblicata in agosto, il NIST ha ripetutamente affermato che la sua analisi del crollo era “in linea con i principi della fisica”. Questa frase viene ripetuta diverse volte. Nella parte finale, comunque, questa frase non si trova più.

Il NIST quindi ha riconosciuto, per quelli che hanno occhi per vedere, che il suo report sul WTC 7, ammettendo la caduta libera e allo stesso tempo continuando a negare che fossero stati usati esplosivi, non è compatibile con i principi della fisica. [56]

E la stampa principale non ha riportato questa ammissione, continuando a supportare l’idea che chiunque metta in dubbio i resoconti ufficiali sull’11 settembre non è idoneo al servizio pubblico. [57]

Conclusioni

Il Movimento per la Verità sull’11 settembre ha per molto tempo creduto che il crollo della Torre 7 fosse il tallone d’Achille della versione ufficiale sull’11 settembre – quella parte di storia che, essendo la più vulnerabile, avrebbe potuto essere utilizzata per smascherare l’intero corpo di menzogne.

Il mio ultimo libro, “Il Misterioso Crollo del World Trade Center 7: Perché il Resoconto Finale Ufficiale Sull’11 Settembre E’ Falso e Antiscientifico”, mostra che il resoconto ufficiale di questa costruzione è davvero estremamente vulnerabile alle critiche – così vulnerabile che, per smascherare la falsità di questo racconto, basta leggere solo il tentativo del NIST di difenderlo, notando le ovvie bugie del rapporto NIST e delle sue violazioni dei principali princìpi della fisica.

Mi auguro che il mio libro aiuterà a distruggere il castello di bugie che qualcuno di noi chiama la teoria della Cospirazione Bush-Cheney, secondo la quale i dirottatori di Al-Qaeda, hanno dirottato due aeroplani contro gli edifici del World Trade Center, abbattendone tre – una teoria della cospirazione ovviamente falsa che è tutt’ora usata, tra le altre cose, per uccidere donne, bambini e altra gente innocente in Afghanistan e in Pakistan.

* http://www.ucsusa.org/. Organizzazione no-profit americana attiva in ambito ambientale. Ndt

**Il Freedom of Information Act (FOIA), ovvero Atto per la Libertà di Informazione, è una legge sulla libertà di informazione emanata negli Stati Uniti il 4 luglio 1966 dal presidente Johnson , che impone alle amministrazioni pubbliche una serie di regole per permettere a chiunque di sapere come opera il Governo federale comprendendo l'accesso totale o parziale a documenti classificati. (fonte:http://it.wikipedia.org/wiki/Freedom_of_Information_Act) Ndt

Note

1. Questa è una versione leggermente rivisitata della lezione tenuta al 9/11 Film Festival del Grand Lake Theater, in Oakland, California, il 10 settembre 2009. E’ basata su The Mysterious Collapse of World Trade Center 7: Why the Final Official Report about 9/11 is Unscientific and False (Northampton, Mass., Olive Branch [Interlink Books], 2009 di David Ray Griffin

2. James Glanz, “Engineers Suspect Diesel Fuel in Collapse of 7 World Trade Center,” New York Times, November 29, 2001 (http://www.nytimes.com/2001/11/29/nyregion/29TOWE.html).

3. Ibid.

4. Ibid.

5. Vedi FEMA, World Trade Center Building Performance Study (http://www.fema.gov/pdf/library/fema403_ch5.pdf), Ch. 5, Sect. 6.2, “Probable Collapse Sequence.”

6. Jonathan Barnett, Ronald R. Biederman, e Richard D. Sisson, Jr., “Limited Metallurgical Examination,” FEMA, World Trade Center Building Performance Study, May 2002, Appendice C (http://wtc.nist.gov/media/AppendixC-fema403_apc.pdf).

7. James Glanz ed Eric Lipton, “A Search for Clues in Towers’ Collapse,” New York Times, February 2, 2002

(http://query.nytimes.com/gst/fullpage.h ... A9649C8B63). 8. Shyam Sunder, “Opening Statement,” Conferenza stampa del NIST, 21 agosto 2008 http://wtc.nist.gov/media/opening_remarks_082108.html).

9. Citato in “Report: Fire, Not Bombs, Leveled WTC 7 Building,” USA Today, August 21, 2008 (http://www.usatoday.com/news/nation/200 ... nist_N.htm).

10. Un. of Concerned Scientists, “Restoring Scientific Integrity in Federal Policymaking” (http://www.ucsusa.org/scientific_integr ... ement.html) .

11. “NIST Whistleblower,” 1 ottobre 2007 (http://georgewashington.blogspot.com/20 ... istle.html).

12. Ibid.

13. “What is Research Misconduct?” National Science Foundation, Office of Inspector General, New Research Misconduct Policies (http://www.nsf.gov/oig/session.pdf). Although this document is undated, internal evidence suggests that it was written in 2001.

14. Alfred North Whitehead, Science and the Modern World (1925; New York: Free Press, 1967), 187.

15. Glanz e Lipton, “A Search for Clues in Towers’ Collapse.”

16. Il punto di fusione del ferro è 1,538°C (2,800°F). L’acciaio, essendo una lega, fonde a temperature diverse, a seconda della percentuale di carbonio (che abbassa il punto di fusione) da 1,371°C (2,500°F) a 1,482°C (2,700° F); vedi “Melting Points of Metals” (http://www.uniweld.com/catalog/alloys/a ... elting.htm).

17. Barnett, Biederman, e Sisson, “Limited Metallurgical Examination,” C-13.

18. Dr. Arden L. Bement, Jr., Testimone davanti al House Science Committee Hearing su “The Investigation of the World Trade Center Collapse,” 1 maggio, 2002

(http://911research.wtc7.net/cache/wtc/o ... bement.htm). Nell’affermazione citata, l’acronimo “FEMA” sostituisce “BPAT,” che è l’abbreviazione per “Building Performance Assessment Team,” nome del team ASCE che ha preparato questo resoconto per FEMA. 19. “Questions and Answers about the NIST WTC 7 Investigation,” aggiornato al 18 dicembre, 2008 (http://www.nist.gov/public_affairs/fact ... 82108.html).

20. RJ Lee Group, “WTC Dust Signature,” Expert Report, Maggio 2004 , 11.

21. RJ Lee Group, “”WTC Dust Signature Study: Composition and Morphology,” Dicembre 2003, 17. Sulle differenze tra gli studi condotti nel 2003 e nel 2004, si veda il mio intervento in The Mysterious Collapse of World Trade Center 7: Why the Final Official Report about 9/11 is Unscientific and False (Northampton, Mass., Olive Branch (Interlink Books], 2009), 40-41.

22. RJ Lee Group, “WTC Dust Signature Study” (2003), 24.

23. Ibid., 21.

24. WebElements: The Periodic Table on the Web (http://www.webelements.com/lead/physics.html).

25. WebElements: The Periodic Table on the Web (http://www.webelements.com/molybdenum/physics.html). Sebbene gli scienziati coinvolti in questo studio su USGS hanno scoperto del molibdeno, non ne hanno fatto menzione nel loro rapporto. Si è venuti a conoscenza di questa scoperta solo attraverso una richiesta sulla base del FOIA. Si veda The Mysterious Collapse, 44-45.

26. Niels H. Harrit, Jeffrey Farrer, Steven E. Jones, Kevin R. Ryan, Frank M. Legge, Daniel Farnsworth, Gregg Roberts, James R. Gourley, and Bradley R. Larsen, “Active Thermitic Material Observed in Dust from the 9/11 World Trade Center Catastrophe,” The Open Chemical Physics Journal, 2009/2: 7-31 (http://www.bentham.org/open/tocpj/openaccess2.htm).

27. National Fire Protection Association, 921 Guide for Fire and Explosion Investigations, 1998 Edition (http://www.interfire.org/res_file/92112m.asp), Section 18.3.2.

28. Vedi The Mysterious Collapse, 142-44.

29. Jennifer Abel, “Theories of 9/11,” Hartford Advocate, January 29, 2008 (http://www.hartfordadvocate.com/article.cfm?aid=5546).

30. Sunder, “Opening Statement.”

31. Ruvolo è citato nel DVD “Collateral Damages” (http://www.allhandsfire.com/page/AHF/PROD/ISIS-COLL). For just this segment plus discussion, see Steve Watson, “Firefighter Describes ‘Molten Metal’ at Ground Zero, Like a ‘Foundry,’” Inforwars.net, November 17, 2006 (http://www.infowars.com/articles/sept11 ... oundry.htm).

32. Citato in Christopher Bollyn, “Professor Says ‘Cutter Charges’ Brought Down WTC Buildings,” American Free Press.net, May 1 & 8, 2006 (http://www.americanfreepress.net/html/c ... wn_wt.html).

33. “NIST Engineer, John Gross, Denies the Existance [sic] of Molten Steel” (http://video.google.com/videoplay?docid ... 2501&hl=en).

34. James Williams, “WTC a Structural Success,” SEAU News: The Newsletter of the Structural Engineers Association of Utah, October 2001 (http://www.seau.org/SEAUNews-2001-10.pdf).

35. Citato in Francesca Lyman, “Messages in the Dust: What Are the Lessons of the Environmental Health Response to the Terrorist Attacks of September 11?” National Environmental Health Association, September 2003 (http://www.neha.org/9-11%20report/index-The.html).

36. “Mobilizing Public Health: Turning Terror’s Tide with Science,” Magazine of Johns Hopkins Public Health, Late Fall 2001 (http://www.jhsph.edu/Publications/Special/Welch.htm).

37. Citato in Bollyn, “Professor Says ‘Cutter Charges’ Brought Down WTC Buildings.”

38. Per le testimonianze del FDNY, si veda Graeme MacQueen, “118 Witnesses: The Firefighters’

Testimony to Explosions in the Twin Towers,” Journal of 9/11 Studies, Vol. 2/August 2006 (http://www.journalof911studies.com/arti ... Center.pdf): 49-123. For a brief discussion of these and other testimonies, see The Mysterious Collapse, 75-82.

39. NIST, “Answers to Frequently Asked Questions,” 2006 (http://wtc.nist.gov/pubs/factsheets/faqs_8_2006.htm), Q. 2. For discussion, see The Mysterious Collapse, 77.

40. NIST, “Letter of Response to Request,” September 27, 2007, published in Journal of 9/11 Studies, Vol. 17/November 2007 (http://www.journalof911studies.com/volu ... yEtal2.pdf).

41. Questa affermazione (diPeter Demarco) è citata in Chris Bull e Sam Erman, eds., At Ground Zero: Young Reporters Who Were There Tell Their Stories (New York: Thunder’s Mouth Press, 2002), 97.

42. L’affermazione di Bartmer è citata in Paul Joseph Watson, “NYPD Officer Heard Building 7 Bombs,” Prison Planet, February 10, 2007 (http://www.prisonplanet.com/articles/fe ... dbombs.htm).

43. Per documentazione in merito a questi punti sulle testimonanze di Hess e Jennings, si veda The Mysterious Collapse, 84-92.

44. Per discussione e documentazione sul trattamento riservato da NIST alle testimonianze di Hess e Jennings, si veda The Mysterious Collapse, 92-94.

45. Lettera datata 12 agosto 2009, da parte di Catherine S. Fletcher, Freedom of Information Act Officer, NIST, alla richiesta FOIA dell’8 agosto, 2009, da parte di Ms. Susan Peabody, per “[t]he complete texts of NIST’s 2004 interviews of Michael Hess and Barry Jennings, which are cited in NIST NCSTAR 1-8... , 109, n.380, as ‘WTC 7 Interviews 2041604 and 1041704.’”

46. Per discussione e documentazione sul trattamento riservato dalla BBC a Hess e Jennings nella prima versione del programma, si veda The Mysterious Collapse, 95-99.

47. David Ray Griffin, Osama bin Laden: Dead or Alive? (Northampton: Olive Branch [Interlink Books], 2009).

48. Conversazione telefonica, September 1, 2001.

49. Si veda The Mysterious Collapse, 98-99.

50. Per discussione e documentazione sulla seconda versione del programma delle BBC, compreso il problema della testimonianza di Hess e Jennings nella prima versione del programma, si veda The Mysterious Collapse, 99-104.

51. Si veda The Mysterious Collapse, 150-55.

52. For documentation and discussion of NIST’s claim about the lack of girder shear studs, see The Mysterious Collapse, 212-15.

53. Si veda The Mysterious Collapse, 187-88.

54. For discussion and documentation of this point about failed shear studs, see The Mysterious Collapse, 217-21. As I point out in the book the contradictions between NIST’s final report and its 2004

interim report, involving the 4:45 fire and both claims about shear studs, were discovered by Chris Sarns.

55. Sid Jacobson ed Ernie Colón, The 9/11 Report: A Graphic Adaptation (New York: Hill and Wang, 2006).

56. Per documentazione e discussioni sul punto della caduta libera, si veda The Mysterious Collapse, 231-41.

57. Mi riferisco al fatto che Van Jones, consigliere amministrativo di Obama sui “lavori verdi”, si è sentito obbligato a dare le dimissioni a causa del tumulto causato dalla rivelazione relativa la fatto che egli avrebbe firmato una petizione per mettere in dubbio la versione ufficiale sull’11 settembre. L’opinione secondo cui questa azione lo abbia svilito è forse sviluppata in modo più chiaro dal giornalista del Washington Post Charles Krauthammer Dopo aver eliminato perché irrilevanti le altre ragioni fornite come causa delle dimissioni di Jones, Krauthammer scrive: “Egli se n’è andato per un’unica ragione. Non si può firmare un appello chiedendo…delle investigazioni sull’accusa che l’amministrazione Bush abbia deliberatamente ammesso l’11 settembre 2001 – ovvero, collaborando al peggior massacro che sia mai stato perpetrato sul territorio americano – e allo stesso tempo essere ammesso nella società bene, o figuriamoci avere un lavoro di alto livello nella Casa Bianca. Diversamente dalle altre cose…, questa non è una questione di poco conto. Va oltre il radicalismo, oltre l’essere di parte.



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Eheheheh..... piano piano i nodi vengono al pettine.... [:3]



11 settembre : La CIA ammette di aver falsificato
un video di bin Laden


mag 31st, 2010

di Massimo Mazzucco

Fonte:
http://www.altrainformazione.it/wp/2010 ... bin-laden/

A volte la vita propone delle combinazioni davvero incredibili. Pensate: mentre tutti quelli che non credono alla versione ufficiale dell’11 settembre sono convinti che il “personaggio” di Osama bin Laden sia stato creato a tavolino dalla CIA, la stessa CIA ha ammesso di aver falsificato un video di Osama bin Laden.

La notizia passa, quasi inosservata, fra le righe di un recente articolo del Washington Post, che riporta le rivelazioni di due ex-agenti della CIA sui retroscena delle invasioni di Iraq e Afghanistan.

Durante la pianificazione dell’invasione del 2003 in Iraq – dice l’articolo – il gruppo operativo della CIA in Iraq ha lanciato un certo numero di idee per gettare discredito su Saddam Hussein agli occhi del suo popolo. Un’idea era quella di creare un video nel quale il dittatore intratteneva rapporti sessuali con un ragazzino, secondo uno dei due ex-agenti della CIA che erano a conoscenza di questo progetto. Doveva sembrare che fosse stato ripreso da una telecamera nascosta, molto sgranato, come se fosse la registrazione segreta di un incontro erotico. L’idea era quella di inondare l’Iraq con questi video, secondo l’ex-agente. Un’altra idea era quella di interrompere le trasmissioni televisive irachene con un finto notiziario speciale. Un attore che impersonava Hussein avrebbe annunciato che abdicava in favore del (particolarmente odiato) figlio Uday. “Sono certo che darete tutto il vostro supporto a Sua Eccellenza Uday”, avrebbe dichiarato il finto Hussein. Di fatto l’agenzia ha realizzato un video che mostrava Osama bin Laden e i suoi compari seduti attorno ad un fuoco, che ingollavano bottiglie di alcolici mentre si vantavano delle loro conquiste omosessuali. “Gli attori – ha detto uno degli ex-agenti, sogghignando al ricordo – erano stati presi fra quelli di noi che hanno la pelle più scura degli altri.”

Di certo noi sappiamo che questo tipo di idee non sia affatto nuovo nei corridoi della CIA. Anzi, si tratta di idee talmente obsolete e stantie …
… da aver circolato per quei corridoi – evidentemente senza troppo successo – da oltre 50 anni. Ad esempio, uno dei progetti per rovesciare Fidel Castro, che risale al 1960, proponeva di devirilizzare progressivamente la persona del dittatore, introducendo nel suo cibo ormoni femminili, che gli avrebbero fatto cadere la barba, dandogli una voce sempre più acuta.

Viene da sorridere all’idea che questi signori pensino di attribuire gli stessi “connotati negativi” a qualunque nemico nel mondo, senza tenere minimamente conto della sua collocazione geografica e della cultura in cui vive: mentre si può supporre che un Fidel Castro effeminato potesse perdere molto del suo appeal, nel mondo “macho” dell’America Latina, un Saddam Hussein o un bin Laden che se la spassano con i ragazzini non avrebbero sollevato nemmeno un sopracciglio fra gli afghani o gli iracheni.

Ma la cosa più curiosa – al di là del contenuto – è che gli uomini di Langley abbiano realizzato un falso video di Osama bin Laden, quando mezzo mondo sospetta già da tempo che i video di bin Laden siano proprio dei falsi prodotti dalla CIA. La quale naturalmente è così fortunata da riuscire spesso anche a trovarli da sola. (E’ l’applicazione letterale del concetto di “home-movie”: te la scrivi e te la canti, tutto da solo). L’esempio più clamoroso fu quello del cosiddetto video “della barba parlante”, trovato casualmente dalla CIA in un covo di Talebani abbandonato, che sarebbe poi servito come capo d’accusa principale contro lo sceicco ribelle per gli attentati dell’11 settembre.
Certo che fare gli attentati e dimenticarsi di preparare la rivendicazione è proprio da minorati mentali. Da noi almeno i “volantini delle BR” erano già pronti nel cestino della spazzatura al momento degli attentati, non vi comparivano tre mesi dopo, trovati “casualmente” dagli stessi agenti della Digos. Chissà nel frattempo come se la spassa quel poveraccio, nell’aldilà, vedendo questo continuo scempio fatto alla sua persona, da parte di una banda di microcefali il cui unico vantaggio è di rivolgersi ad un pubblico la cui visione è ancora più ristretta della loro.

Come è noto, nel paese dei ciechi chi è orbo è re.


Link
http://www.luogocomune.net/site/modules ... oryid=3551



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L'esperto di demolizioni:
ecco come crollarono davvero le torri dell'11/9.


Scritto da Megachip
Lunedì 05 Luglio 2010 23:15

Immagine

Fonte:
http://www.megachipdue.info/finestre/ze ... ll119.html

L'associazione «Architects & Engineers for 9/11 Truth» ("Architetti e Ingegneri per la Verità sull’11/9", ndt http://www.ae911truth.org/index.php) presieduta dall'architetto americano Richard Gage ha incontrato Tom Sullivan, un tecnico esperto di demolizioni controllate nonché ex dipendente della Controlled Demolition Inc (http://www.controlled-demolition.com/about-us).

Secondo questo esperto, non c'è alcun dubbio: sono stati degli esplosivi la causa del crollo delle torri del World Trade Center.


Questa testimonianza avvalora e corrobora lo studio scientifico (http://www.bentham-open.org/pages/conte ... 7TOCPJ.SGM) pubblicato nel marzo 2009 su «Bentham Open», sotto la direzione del professore di chimica dell’Università di Copenaghen Niels Harrit (http://www.reopen911.info/video/n-harri ... u-wtc.html) che aveva tratto la conclusione della presenza di esplosivi del tipo nano-termite nelle macerie del WTC (http://www.megachipdue.info/finestre/ze ... arrit.html), un materiale ultra sofisticato di origine militare.

Tom Sullivan è vicino al caso delle torri del WTC. Infatti, la società Controlled Demolition Inc. diretta da Mark Loiseaux (*) per la quale lavorava è stata una delle principali aziende incaricate dalla Autorità portuale e dalle Silverstein properties per sgomberare il sito di Ground Zero.

Ricordiamo che il sito fu liberato dalle macerie sotto l’alta supervisione della FBI, che vietò l’accesso (http://911research.wtc7.net/wtc/groundz ... tions.html) al pubblico e ai giornalisti, così come alla Commissione d'inchiesta e agli ispettori FEMA (http://www.fema.gov/pdf/library/fema403_ch1.pdf), per i cui accessi furono poste restrizioni.

Il NIST (http://webcache.googleusercontent.com/s ... clnk&gl=fr) non ha avuto accesso che ai depositi di Fresh Kills e al'aeroporto JFK.

La rimozione fu monitorata anche dal Comune, che chiese al NYPD di vietare le foto per rispetto delle vittime, oltre che dall'esercito, che utilizzava dei GPS speciali per seguire i movimenti dei camion carichi di macerie.

Nel momento in cui gli ultimi resti delle travi del WTC, essendo state utilizzate per la fabbricazione dello scafo della USS New-York (http://fr.wikipedia.org/wiki/USS_New_York_%28LPD-21%29), si apprestano a lasciare il loro hangar dell’aeroporto JFK (http://www.masslive.com/news/index.ssf/ ... salva.html) per vari progetti di monumenti intesi a commemorare i 10 anni dagli attentati, coloro che si schierano per l’aggiornamento e l'esame degli indizi reali delle cause autentiche del crollo delle tre torri richiedono più che mai ai media di confrontarsi con questa nuova testimonianza di gran peso, e di sostenere la richiesta civica mondiale in favore di una nuova inchiesta.



Prove dell'uso di esplosivi sul sito del WTC,
secondo un ex tecnico della Controlled Demolitions Inc.


Collegamenti aggiunti da reopen911.info e Megachip.
Redazione di ae911truth.org, 24 giugno 2010.

Avendo avuto il privilegio di parlare con Tom Sullivan, un tecnico esperto nella collocazione di cariche esplosive per le demolizioni controllate, abbiamo alcune nuove chiavi che ci permettono di capire meglio il modo in cui la demolizione controllata funziona, laddove inizi, e quali sono state le ripercussioni dell’11 settembre nel settore delle demolizioni. Sullivan ha acquisito la sua esperienza in qualità di dipendente dell’azienda capofila in questo campo: la Controlled Demolition, Inc. (CDI) (http://www.controlled-demolition.com/). Tuttavia, Sullivan ha tenuto a sottolineare: «In nessun caso mi presento come portavoce per il CDI, e quello che ho da dire lo dico per esperienza e formazione personale.»

Sullivan è andato alle scuole superiori con Doug Loizeaux, della famiglia Loizeaux. Questa famiglia, in primo luogo il padre Jack, in modo autonomo ha lanciato l'intero settore delle demolizioni controllate, un’industria che alla fine è diventata un affare assai profittevole. Prima di avere a che fare con la CDI, Sullivan era un fotografo indipendente, durante i suoi primi anni nel Maryland. Sarebbe poi stato inviato nei siti delle demolizioni controllate per scattare fotografie dei lavori. Diventò perciò un appassionato ed entusiasta del settore delle demolizioni controllate.

Arrivò il momento in cui volle fare entrambe le cose: essere l’uomo che collocava le "cariche di taglio" sui punti di rottura, e quello che scattava le foto alla messa in opera per promuovere il proprio business. Presto sarebbe diventato un dipendente a tempo pieno della CDI, come AE911Truth ha avuto modo di verificare (http://www2.ae911truth.org/images/infoi ... CDI_W2.jpg).

«È stato un lavoro molto interessante, ma anche duro, per lunghe ore, soprattutto quando faceva freddo», osserva Sullivan. Il quale aggiunge che la giornata di lavoro iniziava presto, intorno alle 6 del mattino, e si lavorava fino al tramonto. Sullivan ha lavorato all’allestimento degli edifici con la collocazione delle cariche di taglio in corrispondenza dei punti di rottura e poi, naturalmente, se ne stava a contemplare il tutto mentre crollava.


Immagine

Sullivan sottolinea che la preparazione richiede diverse settimane per "indebolire" gli edifici prima delle demolizioni. Gli edifici con struttura in acciaio semplicemente non cadono entro il perimetro della loro base in caduta libera senza un grosso lavoro lungo tutto l’edificio, a volte anche prima di piazzare le cariche esplosive. Sullivan sottolinea questo punto: «Gli incendi non possono radere al suolo edifici di grande altezza con struttura in acciaio. Punto.»

Immagine

Uno dei più interessanti lavori di Sullivan è stata la demolizione del colossale Kingdome (http://seanflanigan.net/blog/wp-content ... ome_01.jpg), nella cui struttura in cemento armato lui stesso ha collocato di persona centinaia di micidiali cariche esplosive.

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Sullivan spiega che lavorare per CDI (http://www2.ae911truth.org/images/infoi ... CDI_W2.jpg) è stata «un'esperienza davvero unica». E aggiunge: «erano una famiglia molto unita», con riferimento ai valori familiari dei Loizeaux. «Ho imparato tramite l’osservazione», dice Sullivan, «non lo impari a scuola, ma sporcandoti le mani con il duro lavoro.» Sullivan ha scattato centinaia di foto dei progetti, attraverso cui ha sviluppato una profonda passione per questo lavoro.

Quando gli abbiamo chiesto cosa avesse reso la CDI il leader di mercato, ha risposto che «la loro famiglia aveva tutta l’esperienza perché aveva “inventato” l'arte della demolizione controllata. Per anni e anni hanno viaggiato per il mondo, facendo dimostrazioni e attività di formazione su come funziona questa particolare arte.»

Purtroppo, l'attività ha meno mercato dopo l’11 settembre. «La gente era spaventata, e se per caso si udiva una forte esplosione si pensava che fosse un qualche attentato terroristico», ha detto Sullivan, con una nota di frustrazione. «La paura ha preso il sopravvento e così non c’era più spazio per il business»., Anche Mark Loizeaux (il presidente del CDI) ha detto che l’11/9 lo aveva rovinato. Sullivan non ebbe altra scelta che lasciare la CDI. Curiosamente, la CDI ha avuto un ruolo nel ripulire il WTC nell'ambito di un subcontratto con Tully Construction. Il 22 settembre 2001, CDI sottopose un "preliminare" di 25 pagine al Dipartimento di progettazione e costruzione della città di New York, un piano connesso a rimozione e riciclaggio dell'acciaio. [¹]

Sullivan sostiene che sin dal primo giorno sapeva che la distruzione del World Trade Center 7 durante l’11 settembre era una classica implosione controllata. Quando gli abbiamo chiesto di darci la sua opinione su come l'edificio possa essere stato distrutto, ha spiegato che «osservando l'edificio non sarebbe stato un problema: una volta ottenuto l’accesso alle condutture degli ascensori ... allora un team di esperti di esplosivi avrebbe potuto accedere di soppiatto alle colonne e travi all’interno. Il resto verrebbe compiuto semplicemente con il giusto tipo di esplosivi per l’opera. Si può anche usare bene la termite.»

Brent Blanchard, fotografo della società di demolizioni controllate Protec, ha detto -a critica dell'ipotesi di una demolizione controllata - che si sarebbero dovuti trovare dappertutto i cavi per le detonazioni nonché gli involucri lasciati fra i mucchi di detriti dalle cariche di taglio . Così abbiamo chiesto una risposta a Sullivan, il quale nota che:

«I detonatori telecomandati senza fili esistono da anni. Guardate in qualsiasi film d'azione. E, naturalmente, i militari li hanno. Il motivo per cui la maggior parte dei fornitori del servizio non li adopera è perché sono molto costosi, ma in un progetto con un grandissimo budget non ci sarebbe alcun problema. Stesso discorso per gli involucri: tutti, in questo settore, compreso Blanchard, dovrebbero ben sapere che le cariche da taglio esplosive RDX, una volta esplose, vanno completamente distrutte, non rimane nulla. E nel caso delle cariche da taglio con la termite, è la stessa cosa. Gli involucri per cariche da taglio alla termite che si auto-consumano sono sulla piazza sin dal loro primo brevetto nel 1984»


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"Sullivan rileva che non sono necessari chilometri di cavi per detonatori grazie ai sistemi di detonazione moderni senza fili come quello prodotto da HiEX, e che sono accesi da computer remoti."

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Questa particolare carica da taglio è concepita per essere utilizzata con la termite. Sullivan osserva che il suo involucro si auto-consuma lasciando dietro di sé solo il ferro fuso sotto le macerie.

Abbiamo chiesto a Sullivan se tutti i piani del WTC 7 dovevano essere riempiti di esplosivi per avere successo nella demolizione controllata.

La sua risposta è

«No, perché nel caso di edifici con struttura d'acciaio, ciò di cui si ha bisogno è solo di caricare il primo terzo in basso del fabbricato per demolirlo: quando alla CDI fu dato un lavoro ad Hartford Conn, l’edificio CNG, è quanto abbiamo fatto e ha funzionato perfettamente».

Gli riferiamo che Ron Craig, un esperto di esplosioni per i film di Hollywood, ha obiettato - durante un dibattito che abbiamo avuto con lui - che ci sarebbero stati molti isolati con le finestre rotte, se avessimo avuto a che fare con una demolizione controllata .

Sullivan replica:

«la parola chiave qui è demolizione controllata – in altre parole un’attenta collocazione delle cariche - sempre focalizzata e precisa. Non stiamo parlando di innescare una bomba, in questo caso. La quantità e il tipo di esplosivo è un’arte, e i danni collaterali possono essere spesso completamente evitati».

Gli abbiamo poi chiesto conto della spiegazione di Shyam Sunder, che ha diretto l'inchiesta del NIST (National Institute of Standards and Technology), il quale ha dichiarato durante la famigerata conferenza stampa che "rivelava" la Relazione finale sul crollo dell’Edificio 7 del World Trade Center, che ci sarebbe dovuto essere un grande "botto" derivante da una potente esplosione se l'edificio fosse stato distrutto da una demolizione controllata.

Secondo Sullivan,

«In ogni implosione non vi è mai solo una grande esplosione, quanto semmai delle ondate di esplosioni più piccole – non diversamente dalla sezione delle percussioni in un'orchestra - quando ogni piano minato viene progressivamente coinvolto.»

E quando quel giorno Sullivan osservò i crolli delle torri, così come fecero molte persone, fu sorpreso non solo dalla velocità con cui avvennero, ma anche dalla loro simmetria e dal fatto che si verificarono all'improvviso.

«Sapevo che era un evento legato all’uso di esplosivi non appena l'ho visto, non avevo il minimo dubbio», sostiene Sullivan.

La maggior parte di noi è d'accordo su questo: non è un caso che la prima torre sia improvvisamente crollata, e poi la seconda nello stesso modo. Quel che lo convinse del tutto fu quando osservò il crollo della Torre numero 7 nello stesso giorno:

«Voglio dire, suvvia, era una distruzione completa. Ho visto edifici cadere nello stesso modo per anni. Questo chiudeva il discorso lì, per me».

Si tenga a mente che Sullivan ha lavorato in questo settore per molti anni: è una seconda natura per lui, il riconoscere questo tipo di demolizioni. Se c'è qualcuno che può esprimere la sua opinione, questo è sicuramente lui. Tuttavia, abbiamo ancora da chiedergli: Potrebbe esserci qualche possibilità che dei normali incendi d'ufficio (la causa ufficiale del "collasso") possano essere stati responsabili del crollo perfettamente simmetrico, regolare, a velocità di caduta libera dell’Edificio 7? «Nessuna possibilità», ribadisce. Volevamo solo essere sicuri.

Quando gli chiediamo se ha seguito alcuna delle audizioni della Commissione di inchiesta sull’11/9 o di quelle legate alla relazione del NIST, ci dà la stessa a stessa risposta per entrambe:

«Io non ho alcuna tolleranza per la gente che mi mente su quel che so essere vero. Ho abbandonato il campo disgustato e non ho mai assistito ad alcuna audizione dopo la prima. Stesso discorso per il NIST, non ho guardato la presentazione NIST, perché sapevo che cosa dovevo aspettarmi.» Tuttavia, ha letto la relazione finale sul crollo dell’Edificio 7 e racconta di essersi infuriato al pensiero che potessero davvero convincere così tanta gente con le loro spiegazioni fraudolente.

Sullivan venne in contatto per la prima volta con AE911Truth tramite un amico che gli aveva inviato il DVD 9/11: Blueprint for Truth. Lo guardò e si sentì felicissimo di scoprire che c’era un’associazione che cercava di informare il pubblico su quel che lui cercava di spiegare sin da quel tragico giorno. «AE911Truth è il gruppo più attento e organizzato del movimento per la verità sul 11 Settembre. Non c'è speculazione», afferma. «“Blueprint for Truth” è fatto di informazioni fattuali e importanti basate solo sulla scienza e la fisica, ed è chiaro e preciso.» Quando gli chiediamo se è d'accordo con le prove avanzate dal DVD, Sullivan annuisce: «Contiene prove estremamente convincenti.»

Infine, gli chiediamo: «Quanti architetti e ingegneri occorrerà che parlino all’unisono, per poter far finalmente sentire alla gente che abbiamo un problema?». E lui:«Quanto l'elenco si allunga, diventerà sempre più difficile negare il problema, ma continueranno a negare lo stesso.»



Note:

1) Sullivan è venuto dalla costa orientale USA per una presentazione breve ma importante (QUI) nei giorni 7 e 8 maggio, in occasione della presentazione congiunta di Architects & Engineers for 9/11 Truth e di Firefighters for 9/11 Truth. Ha raggiunto Richard Gage, dell’AIA e Erik Lawyer per una presentazione di 10 minuti e ha risposto a qualche domanda sul settore delle demolizioni, sulla famiglia Loizeaux della CDI, e sul modo in cui i tre grattacieli del WTC furono demoliti. Prima di questa presentazione era già comparso con Gage e Lawyer alla KFPA Radio Berkeley nella trasmissione "Guns & Butter" in compagnia di Bonnie Faulkner, che aveva grandi domande da porre.

2) La dicitura "DO NOT COPY" (“non copiare”, ndt) sovrimpressa sulle immagini è stata aggiunta da Tom Sullivan. Queste immagini non possono essere copiate in contesti diversi dal presente articolo, o dopo sua specifica approvazione.

_________________________________________

Traduzione per Megachip a cura di Matzu Yagi e Tziu Treccole.

Introduzione a cura di ReOpen911.info.
http://www.reopen911.info/News/2010/06/ ... uand-meme/

Fonte: ae911truth.org.
http://www2.ae911truth.org/newsletter/2010/06/index.php




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11 settembre : Intervista a Robin Hordon

ago 18th, 2010

di Massimo Mazzucco

Immagine

Fonte:
http://www.altrainformazione.it/wp/2010 ... in-hordon/

Esperto di tracciati radar, ex-controllore di volo e pilota d’aereo lui stesso, Robin Hordon è stato fra i fondatori di “Pilots for 9/11 Truth”, il gruppo che ha denunciato, fra le altre cose, l’improvviso cambiamento delle procedure di emergenza da parte del Pentagono, avvenuto nel giugno 2001, che avrebbe permesso di rallentare la reazione del sistema di difesa al punto da consentire ai 4 voli dirottati di non venire intercettati. Nella lunga intervista abbiamo trattato diversi argomenti.

Questa è la prima parte, dedicata al volo AA77.

M.M.: Parliamo del Pentagono, e del presunto volo AA77 che lo avrebbe colpito. Quali sono secondo lei i punti salienti che discordano con la versione ufficiale?

R.H.: Una delle cose più importanti è che American 77 è l’unico dei 4 voli di cui si sia perso anche il contatto radar. Oltre ad aver perso il segnale del transponder, che probabilmente è stato spento, l’aereo si è venuto a trovare in una zona dove non c’era copertura del radar primario.

M.M.: Ma siamo nel mezzo dell’America, come può non esistere una copertura radar?

R.H.: Non ho detto che non esista. Ho detto che in quel momento non c’era. Tutto il territorio americano è diviso in blocchi regolari, credo che siano di 4 miglia quadrate ciascuno, o forse di più. Si chiamano “sort boxes”, e ciascuno ha una identità ben precisa, e può anche essere coperto da 4 o 5 radar diversi. In quel caso si valuta quale dei segnali radar sia il migliore, e si dice al computer di mandare il segnale di quel radar a quel particolare "sort box". Se però qualcuno dice al sistema di non mandare nessun segnale, di colpo quel "sort box" rimane senza copertura radar. Potrei andare avanti per ore a spiegare come funziona il sistema, ma il succo è che lo si può tranquillamente manipolare, sia dall’interno della FAA, sia attraverso un sistema “backdoor”.

M.M.: Quindi la manipolazione dovrebbe essere avvenuta nel centro di controllo locale…

R.H.: Esattamente. In questo caso era il centro controllo di Indianapolis, che copre anche una parte del West Virginia.

M.M.: In seguito però l’aereo è ricomparso sui radar…

R.H.: Attenzione, non “l’aereo”, ma “un target” [1] è ricomparso 8-10 minuti dopo, diretto verso est, ad alta velocità, in mezzo al West Virginia. Ma nessuno, assolutamente nessuno, … ha mai più identificato AA77 in volo, dal momento in cui è scomparso inizialmente. E questo è molto importante da tenere presente.

M.M.: Infatti ricordo che Danielle O’Brian [2] ha parlato di un “incoming, unidentified”, che è comparso improvvisamente sul suo radar.

R.H.: Esatto. Tenga inoltre presente che nessuno dei rottami ritrovati al Pentagono, assolutamente nessuno, portava un numero di identificazione che lo facesse risalire al Boeing della American Airlines.

M.M.: Ma come Robin? (Ironico) Se c’era addirittura un frammento sul prato in cui si vedeva la “A” della American!

R.H.: Ah ah ah! Se le avanza un barattolo di vernice, le faccio vedere una cosa…

M.M.: Infatti. È quello che dico sempre anch’io, a proposito dei testimoni che “hanno visto il Boeing della American”. E’ chiaro che se per caso quello non fosse stato il Boeing della American, mica c’era scritto “Circo Barnum” sulla fiancata. In realtà, mi sembra che non si sia trovato un solo rottame che identificasse uno qualunque dei 4 aerei caduti.

R.H.: Esatto. Ma qui c’è qualcosa di più. Tenga presente che questo oggetto volante era “unidentified” per la FAA, ma io ritengo che fosse assolutamente “identified” per il sistema IFF [3]. Altrimenti la difesa lo avrebbe abbattuto.

M.M.: Perchè, esiste una prova che il sistema IFF fosse in funzione, intorno al Pentagono?

R.H.: (Ride). Magari, esistesse! Non saremmo più qui a discutere, se ci fosse quella prova.

M.M.: Infatti, io l’ho cercata come un disperato…

R.H.: Non la troverà mai. Tenga presente che tutte, assolutamente tutte le informazioni che riguardano l’attacco al Pentagono sono controllate dal Pentagono stesso. Per cui decidono loro cosa darci e cosa no. Noi possiamo solo fare i conti con quello che riusciamo a capire da fuori.

M.M.: Come la rotta nord, ad esempio?

R.H.: Certo, come la rotta nord. Però è presto per parlarne. Prima vorrei chiarire un altro punto importante, che purtroppo è stato trascurato dai ricercatori del 9/11, ed è il fatto che AA77 avesse iniziato una discesa nel momento in cui è scomparso dai radar.

M.M.: Cioè dopo la virata?

R.H.: Durante la virata. E’ lì da vedere, nero su bianco, nella nostra analisi dei dati NTSB. L’ultimo “radar hit” mostra AA77 diretto a sud-ovest, in virata a sinistra, e in discesa. Questo significa che si trovava di almeno 400 piedi più in basso della quota assegnata. La sua quota assegnata era 350. Perchè un controllore di volo possa definirlo “in discesa” deve trovarsi almeno a quota 346, o ancora più in basso. Il transponder in “Mode C” mostrava che avesse iniziato a scendere.

M.M.: Quindi il transponder non era ancora stato staccato, a quel punto?

R.H.: No, non ancora.

M.M.: Quindi abbiamo, quasi contemporaneamente, lo spegnimento del transponder e la scomparsa dai radar?

R.H.: Esatto.

M.M.: Interessante.

R.H.: Molto interessante. Solo che i “truthers”, curiosamente, non hanno mai voluto seguire questa traccia importante.

M.M.: Io ritengo che intorno al Pentagono sia successo qualcosa di molto strano, negli ultimi anni. Sembra quasi che sia diventato un argomento tabù, fra i “truthers”. Qualcuno ha iniziato dicendo che è “meglio lasciar perdere, se poi un giorno salta fuori un video che mostra davvero AA77 restiamo tutti fregati”, e da allora piano piano…

R.H.: Io penso che sia tutta disinformazione. Qualcuno non vuole che si sappia cosa è davvero successo al volo AA77.

M.M.: In realtà, basterebbe leggere Northwoods per capirlo.

R.H.: Anch’io sono convinto che ci sia stato uno “swap”, e credo addirittura di aver individuato la zona in cui è avvenuto. Se studia con attenzione la cartina del West Virginia, vedrà che a sud c’è una lunga vallata, con due catene di montagne quasi parallele, e il fiume che ci scorre in mezzo [9]. Lì la copertura radar è molto difficoltosa, e fra quelle due pareti montagnose si può fare tutto quello che si vuole. Ma su questo casomai torniamo dopo, ci sono prima altri elementi da inquadrare bene. Ad esempio, c’è il “white paper” di Barbara Honegger (8), nel quale sono raccolti elementi particolarmenti convincenti che ci sia stata una prima esplosione, al Pentagono, fra le 9.30 e le 9.32, ovvero dai 5 ai 7 minuti prima che venisse colpito dal presunto aereo.

M.M.: Un pò come è successo per le Torri Gemelle, con le testimonianze di Rodriguez e di Morelli, che parlano di esplosioni avvenute prima dell’impatto dell’aereo.

R.H.: Esatto, proprio così. Come vede, abbiamo già una lunga serie di incongruenze, rispetto alla versione ufficiale, e ancora non abbiamo toccato la questione dell’aereo, cioè l’approccio del presunto volo AA77. Mentre teoricamente – e lo ripeto, solo teoricamente – l’aereo ricomparso in West Virginia poteva anche essere AA77, sono perfettamente d’accordo con tutti quelli che ritengono praticamente impossibile far volare un Boeing 757 a pochi metri da terra per tutta la lunghezza del tratto finale. Lei stesso questo lo ha mostrato in modo molto chiaro[4], spiegando la differenza tra gli aerei a basso carico alare e quelli ad alto carico alare. Un aereo a basso carico alare non può procedere a quella velocità, così vicino a terra, perchè il “ground effect” [5] glielo impedirebbe. Se poi dobbiamo credere che quello mostrato nelle “fab five” del Pentagono [6] sia davvero il Boeing della American, la cosa diventa del tutto impossibile, poichè quel velivolo si trova già a pochi centimetri da terra quando sta ancora all’inizio del prato.

M.M.: Su questo, direi che non è necessario dilungarsi. Ci sono altri elementi che possono tornare utili a completare il quadro?

R.H.: A livello personale, c’è una domanda che non ha mai smesso di tormentarmi, ed è questa: come facciamo a sapere, secondo lei, che AA77 si trovava a circa 7.000 piedi, prima di iniziare la famosa manovra di approccio al Pentagono?

M.M.: Non saprei. La scatola nera?

R.H.: E’ possibile. Ma la scatola nera – sempre che sia quella vera, ovviamente – è stata trovata molto più tardi, mentre la questione dei 7.000 piedi ha iniziato a circolare da molto prima.

M.M.: Cioè lei dice, visto che il transponder era staccato, la quota dell’aereo non si poteva rilevare dal radar primario, giusto?

R.H.: Giusto. Ora, lei ricorda che il “target” è ricomparso sui radar di Washington [Dulles] quando era in mezzo al West Virginia? Quindi, io ho il sospetto che in quel caso il “floor” del radar (quota minima di lettura) fosse settato proprio sui 7.000 piedi, perchè più in basso non vedi niente comunque. Ecco da dove sarebbe uscita quella cifra: qualcuno, parlandone, se lo è lasciato scappare. In ogni caso, questo non comporta grosse differenze nell’analisi dei fatti.

M.M.: Parliamo allora della famosa “rotta nord”. Lei la ritiene una ipotesi plausibile?

R.H.: Più che plausibile. Io direi che le testimonianze raccolte dal CIT [7] sono talmente solide da essere ben difficili da confutare. Non solo si corroborano a vicenda, ma sembrano tutti personaggi molto credibili, senza contare che due di loro sono addirittura poliziotti.

M.M.: Sulla solidità di quelle testimonianze sono d’accordo anch’io. Che un aereo di grosse dimensioni abbia seguito la rotta nord, mi sembra accertato.

R.H.: Aereo, aggiungo, che volava ad una velocità molto più bassa di quella del presunto AA77. Quindi molto più credibile.

M.M.: Giusto. Questo però pone un paio di problemi, secondo me: i pali della luce abbattuti, e la traiettoria di penetrazione, che è chiaramente incompatibile con la rotta nord, visto che l’aereo stava facendo un banking verso destra.

R.H.: Ambedue sono incompatibili con la rotta nord, ed è proprio questo che demolisce la versione ufficiale. Per quel che riguarda i pali della luce, potrei dilungarmi per ore sulle varie ipotesi di “messa in scena”.

M.M.: Mi sembra che i ragazzi del CIT dicano che solo uno dei cinque pali dovrebbe essere stato abbattuto in tempo reale. Gli altri possono essere stati tranquillamente tagliati e “coricati” al loro posto la sera prima.

R.H.: Infatti. Mentre la traiettoria di penetrazione, angolata chiaramente verso sinistra, impone che l’aereo abbia cambiato seccamente direzione, una volta all’interno del Pentagono. E’ chiaro quindi che quell’aereo nel Pentagono non ci è mai entrato.

M.M.: Quindi lei sostiene la teoria del fly-over?

R.H.: Io non ho certezze, e non affermo nulla in modo conclusivo. Le dico questo però: se avessimo davanti il tracciato radar, potrei mostrarle chiaramente dove è stato manipolato, ed è proprio nel tratto che coincide con il sorvolo della facciata. Lì qualcuno ha cercato di nascondere il fatto che l’aereo abbia proseguito, invece di andare a sbatterci contro.

M.M.: D’accordo, ipotizziamo che sia stato così. A questo punto, visto che la traiettoria di penetrazione esiste, e che il foro al terzo anello esiste, direi che ci restano due possibilità: o la distruzione all’interno del Pentagono è stata simulata, con una serie di esplosioni programmate, oppure è stato un secondo velivolo a causarla.

R.H.: Nuovamente, non posso esserne certo, ma propendo per la seconda possibilità, per un semplice motivo: i danni alla fiancata e sul tetto del camion generatore, e quelli al muretto di cemento sarebbero ben difficili da replicare con una messa in scena. Calcoli fra l’altro che il doppio danno al camion generatore non potrebbe mai venir causato da un Boeing 757, perchè non c’è nessuna appendice, sulla destra del motore, così bassa da poter toccare il tetto del camion. Mentre ci sono diversi modelli di velivoli militari che montano proprio quel tipo di appendice, sulla parte più esterna dell’ala.

M.M.: Quindi avremmo un solo palo abbattuto dal velivolo militare, che avrebbe poi causato i danni al generatore, prima di impattare la facciata.

R.H.: E’ possibile.

M.M.: Può essere quindi avvenuto che l’aereo in avvicinamento abbia sganciato “qualcosa”, che poi si è diretto per conto suo contro la parete del Pentagono, prima di prendere la sua traiettoria di uscita lungo la rotta nord?

R.H.: E’ possibile, ma è più probabile che sia arrivato lì per conto suo, in concomitanza con il passaggio del finto AA77. E’ chiaro che fra i due velivoli, l’attenzione di tutti si sarebbe concentrata su quello più grosso. Lo ripeto però, queste sono tutte ipotesi che possiamo fare fra di noi, ma non siamo noi a dover dare quelle risposte.

M.M.: Su questo, mi creda, non sfonda nemmeno una porta aperta. La porta non c’è proprio.

Massimo Mazzucco





La seconda parte dell’intervista, che sarà pubblicata nei prossimi giorni, copre la questione del cambiamento delle procedure di emergenza, e i tracciati dei voli AA11 e UA175. (Riguardo a UA93 Hordon ha detto di non aver mai fatto ricerche approfondite, anche se ha offerto un paio di informazioni utili).

NOTE:
1 – Il ritorno di un segnale radar, visto sullo schermo dei controllori.
2 – L’11 settembre 2001 Danielle O’Brian era in servizio come controllore di volo all’aeroporto di Dulles.
3 – IFF è un secondo sistema di transponder, di cui dispongono solo i militari. IFF significa “Identification Friend or Foe”, ovvero “Identificazione amico o nemico”, e permette ai sistemi di difesa di riconoscere i propri aerei militari, distinguendoli da quelli nemici.
4 – Prima di intervistarlo, avevo mandato a Hordon una copia di “Inganno Globale”. Nello specifico, si riferisce all’intervista a Nela Sagadevan.
5 – Effetto suolo, ovvero il cuscino d’aria che si forma fra l’aereo e il terreno volando ad alta velocità vicino al suolo.
6 – Con “fab five” Hordon si riferisce ai “favolosi cinque” fotogrammi che il Pentagono ha cercato di spacciare come “prova” sulla presenza del Boeing. Come tutti sanno, invece, quel “filmato” ha finito per ritorcersi contro la versione ufficiale (a causa del volo raso-erba, impossibile a quella velocità, oltre che incompatibile con la presenza di ostacoli fra l’aereo e la parete colpita).
7 – Citizen Investigation Team
8 – Il documento di Barbara Honegger
9 – La vallata in cui Hordon suggerisce che sia avvenuto lo scambio


Immagine



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"…stanno uscendo allo scoperto ora, amano annunciare cosa stanno per fare, adorano la paura che esso può creare. E’ come la bassa modulazione nel ruggito di una tigre che paralizza la vittima prima del colpo. Inoltre, la paura nei cuori delle masse risuona come un dolce inno per il loro signore". (Capire la propaganda, R. Winfield)

"Onesto è colui che cambia il proprio pensiero per accordarlo alla verità. Disonesto è colui che cambia la verità per accordarla al proprio pensiero". Proverbio Arabo

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Bel documentario TTE.. [:)]



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MessaggioInviato: 30/08/2010, 17:59 
Comunque sia non serve alcun esperto che ci dica niente, secondo me. Basta usare la propria testa, conoscere 2-3 leggi della fisica e guardare i video dei tempi. Se sei davvero onesto con te stesso, nonostate sia terribile poterlo credere per alcuni, si capirà come sono andati davvero i fatti. Chi ancora sostiene la tesi ufficiale non lo fa per null'altro che paura. Hanno paura a credere che chi ci dovrebbe difendere in realtà se ne sbatte le balle di noi. Gli crolla il loro piccolo, luccicoso, e falso mondo addosso.


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MessaggioInviato: 31/08/2010, 18:35 
cari amici,

In 2001 after much negotiation the Supreme Court justices ordered the current Congress to pass resolutions 'approving' NESARA. This took place on September 9, 2001, eighteen months after NESARA became law. On September 10, 2001, George Bush Sr. moved into the White house to steer his son on how to block the announcement. The next day, on September 11, 2001, at 10 am Eastern Daylight Time, Alan Greenspan was scheduled to announce the new US Treasury Bank system, debt forgiveness for all U.S. citizens, and abolishment of the IRS as the first part of the public announcements of NESARA.

Just before the announcement at 9 am, Bush Sr. ordered the demolition of World Trade Center to stop the international banking computers on floors one and two, in the North Tower from initiating the new U.S. Treasury Bank system. Explosives in the World Trade Center were planted by both CIA and Mossad operatives and detonated remotely in Building 7 which was demolished later that day in order to cover-up their crime.

Remote pilot technology was used in a flyover event to deliver a payload of explosives into the Pentagon at the exact location of the White Knights in their new Naval Command Center who were coordinating activities supporting NESARA's implementation nationwide. With the announcement of NESARA stopped dead in its tracks, George Bush Sr. decapitated any hopes of returning the government back to the people

August 29, 2010

dahttp://www.fourwinds10.com/siterun_da ... 1283194852

ciao
mauro



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MessaggioInviato: 02/09/2010, 14:36 
11 settembre : Il miracolo di Portland

set 2nd, 2010

Immagine

Fonte:
http://www.altrainformazione.it/wp/2010 ... -portland/

Nella preparazione di alcuni materiali che pubblicheremo per l’11 di settembre, sono emersi alcuni dettagli che offrono una nuova riflessione sulla curiosa epifania della cosiddetta “versione ufficiale” dei fatti.

Come molti ricorderanno, uno degli aspetti più paradossali della vicenda fu il viaggio compiuto da Atta e Al-Omari da Boston a Portland, nel Maine, il 10 di settembre. Su questo argomento, e sul carnevale di contraddizioni che ne sono emerse, David Ray Griffin ha scritto un divertente articolo, nel quale mette in evidenza i continui “aggiustamenti” apportati alla versione ufficiale per tenere in piedi una storia completamente priva di senso.

Nessuno infatti ha mai saputo spiegare perchè i due terroristi, che dovevano dirottare un aereo in partenza da Boston il mattino seguente, siano andati fino a Portland il giorno prima, prendendo poi una coincidenza talmente stretta con il volo di Boston, il mattino seguente, da rischiare di mandar a monte tutto il piano. Di fatto, la valigia di Atta non fece in tempo ad essere caricata sul volo in partenza da Boston, e se il volo di ritorno da Portland avesse tardato solo di un’ora, nemmeno Atta e Al-Omari sarebbero riusciti a salire su AA11, e quindi a dirottarlo. (Vi immaginate che figuraccia, gli attentati dell’11 settembre con una sola Torre colpita?)

In realtà, abbiamo capito tutti benissimo perchè i due abbiano fatto questo strano viaggio: senza questa “variante” sul programma, …
… la valigia di Atta non sarebbe mai potuta ”restare a terra” a Boston, e quindi gli investigatori non avrebbero mai potuto trovare gli “indizi” che ci avrebbero portato alla rapida identificazione di tutti i terroristi. (Regola n. 1 del terrorista provetto: porta sempre con te una valigia contenente un Corano, un testamento, una divisa della American Airlines e un manuale di volo dei Boeing 767. Così se per caso la polizia ti ferma per strada, mentre vai all’aeroporto, tu dici che di lavoro fai l’assistente di volo, che il testamento lo porti sempre dietro per scaramanzia, e che i manuali del Boeing ti servono durante il volo per far ripassare al comandante le procedure di atterraggio. E se ti chiede anche a cosa serve il Corano, tu digli che lo usi sempre come ispirazione prima di andare a prostitute, farti di coca e giocare d’azzardo).
Non solo il motivo del “viaggio” a Portland è evidente, ma sappiamo anche che l’FBI, quando si cimenta nel disseminare “indizi” di questo tipo, tende spesso ad esagerare (basti pensare alla quantità industriale di documenti di identità dei terroristi che sono emersi dalla buca – altrimenti vuota – di Shanksville: roba da aprire un locale ufficio dell’anagrafe per espatriati sauditi). Nel caso di Portland i nostri federali hanno pensato bene di “supportare” la presenza di Atta e Al-Omari con la serie di immagini, ricavate dalle telecamere di sicurezza, che ci mostrano i due futuri martiri bighellonare come turisti qualunque nella cittadina del Maine, la sera del 10 settembre. Fra le 20 e le 21 i due compaiono davanti alle telecamere di un locale Pizza Hut. Alle 20:31 le loro immagini vengono registrate da un bancomat della KeyBank. Alle 20:41 da un altro bancomat della Fast Green, alle 21:15 si vedono i due che fanno benzina da Jet Smart, e infine alle 21:22 l’immagine di Atta viene catturata da una telecamera del Wal-Mart di Scarborough.

E qui scatta la riflessione di cui parlavamo all’inizio: secondo voi, come ha fatto l’FBI a recuperare tutte queste immagini, in soli 3 giorni di tempo? A Portland – come in tutte le altre città americane – ci sono ormai telecamere di sicurezza dappertutto. Ogni singolo negozio, ogni locale pubblico, ogni ristorante, pizzeria, drogheria, distributore di benzina, supermercato, farmacia, fruttivendolo, negozio di ottica, di calzature, di alcolici, di elettrodomestici, di tendaggi, eccetera eccetera… ha come minimo mezza dozzina di telecamere che sono in funzione 24 ore su 24. Se qualcuno ha voglia di fare i conti, io con le iperboli non sono mai stato pratico.

Come faceva l’FBI a sapere che Atta e Al-Omari avessero mangiato proprio da quel particolare Pizza Hut, quella sera, e non ad esempio dal McDonald’s che sta dall’altra parte della città? O in uno qualunqe delle centinaia di posti di ristoro che ci sono fra le due località? Come facevano a sapere che i due avessero fatto benzina proprio a quel distributore di Jet Smart, quella sera, e non ad esempio a quello della Exxon che c’è di fronte? Non potevano saperlo, ovviamente, perchè “le foto ancora non le avevano viste”.

Questo vuol dire che, per aver scovato quelle immagini, qualcuno all’FBI deve essersi guardato tutte le registrazioni di tutte le videocamere di sicurezza che sono in funzione in tutti i locali pubblici della città. Roba da iniziare oggi e finire nel 2057, dopo aver subito almeno tre esaurimenti nervosi e quattro operazioni di sostituzione totale della cornea.
Tutto questo, naturalmente, non stride nemmeno un pò con il fatto che nessuno sia invece riuscito a rintracciare una sola immagine dei 5 terroristi che si imbarcano all’aeroporto di Boston. In quel caso il volo lo conosci, la porta di imbarco la conosci, il percorso dal check-in all’imbarco lo conosci, e quindi le telecamere da analizzare sarebbero al massimo una ventina.

Che dite, troppo facile? Sarà forse per quello che non ci hanno nemmeno provato?

Massimo Mazzucco

VEDI ANCHE: I 19 assi del cielo
http://www.luogocomune.net/site/modules ... 9assi.html

Link
http://www.luogocomune.net/site/modules ... oryid=3604



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MessaggioInviato: 03/09/2010, 10:41 
Mazzucco lavora su queste cose dal primo giorno cioè da quasi 10 anni. Invidio la sua perseveranza. Ero pure iscritto a luogocomune in cui ho partecipato a qualche discussione.


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MessaggioInviato: 05/09/2010, 21:15 
cari amici ,
dal forum di Nexus
Tom Bosco vs Paolo Attivissimo sull'11 settembre!!!
http://attivissimo.blogspot.com/2010/09 ... ilano.html

ciao
mauro



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MessaggioInviato: 05/09/2010, 21:45 
Cita:
mauro ha scritto:

cari amici ,
dal forum di Nexus
Tom Bosco vs Paolo Attivissimo sull'11 settembre!!!
http://attivissimo.blogspot.com/2010/09 ... ilano.html

ciao
mauro


ahahahahah..... spettacolare!!!! [:p]
Attivissimo che va da Icke per supportare la tesi ufficiale!!!



Sì, vado a un convegno di complottisti. Come relatore

Sono stato invitato dal David Icke Meetup a Milano, l'11 settembre
prossimo, come relatore per parlare degli attentati dell'11 settembre
2001 e della critica alle teorie alternative che li riguardano.





Dopo questa s**********ta pubblica, secondo me, attivissimo
cambierà mestiere....... ahahahah [:255]



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MessaggioInviato: 05/09/2010, 23:03 
caro TTE,
e i commenti nel blog?
Cita:
Dal meetup di Icke ? Ma quella è la gente che ha scoperto i rettiliani ! Potrebbero avere un'arma protonica anti impianti bioplasmatici e scoprire la tua vera forma. è davvero un rischio che puoi permetterti di correre ?


[:D] [:D]
ciao
mauro



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MessaggioInviato: 05/09/2010, 23:08 
Caro Mauro.... mi dispiace solo di essere impegnato con il lavoro per quel giorno. Perchè altrimenti sarei andato di persona a gustarmi la cosa..... [:D]



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MessaggioInviato: 05/09/2010, 23:19 
caro TTE,
da quanto ho letto, l'Attivissimo, chiede se qualcuno la riprende, perchè
vuole mettere un resoconto dettagliato sul blog, e penso anche
Tom Bosco, perciò speriamo almeno di vedere qualcosa [:)]
ciao
mauro



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