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MessaggioInviato: 21/05/2013, 14:38 
[quote]BlitzKrieg ha scritto:

Gosnell c'era gia`in Italia, e non sara` l'unico.


http://archiviostorico.corriere.it/2000 ... 9865.shtml

ROMA: TORNA ALLA RIBALTA LA VICENDA DI VILLA GINA. I RACCONTI: «INTERRUZIONI DI GRAVIDANZE AL SESTO MESE»
Sedici arresti per la clinica degli aborti. Coinvolti cinque medici della famiglia Spallone. Ipotesi di infanticidio
"Mi chiesero otto milioni per l' intervento"


Una persona che interrompe la propria gravidanza al sesto mese e il medico che pratica l'atto nn credo che abbiano tutte le rotelle al loro posto..Prima di passare nel reparto ginecologia, madre, padre ed equipe medica, avrebbero dovuto fare un salto in psichiatria!!.[V]E' follia allo stato puro. Questa gente operebbebbe anche se l'aborto fosse illegale, è successo, succede e succederà..



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MessaggioInviato: 21/05/2013, 14:45 
essendo amica di shighella anche nella vita posso confermare che sarebbe un 'ottima madre. se sposata (non sia mai!) anche io non vorrei bambini, ......il mondo va sempre peggio........


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MessaggioInviato: 21/05/2013, 22:26 
Cita:
shighella ha scritto:

Cita:
BlitzKrieg ha scritto:

Gosnell c'era gia`in Italia, e non sara` l'unico.


http://archiviostorico.corriere.it/2000 ... 9865.shtml

ROMA: TORNA ALLA RIBALTA LA VICENDA DI VILLA GINA. I RACCONTI: «INTERRUZIONI DI GRAVIDANZE AL SESTO MESE»
Sedici arresti per la clinica degli aborti. Coinvolti cinque medici della famiglia Spallone. Ipotesi di infanticidio
"Mi chiesero otto milioni per l' intervento"


Una persona che interrompe la propria gravidanza al sesto mese e il medico che pratica l'atto nn credo che abbiano tutte le rotelle al loro posto..Prima di passare nel reparto ginecologia, madre, padre ed equipe medica, avrebbero dovuto fare un salto in psichiatria!!.[V]E' follia allo stato puro. Questa gente operebbebbe anche se l'aborto fosse illegale, è successo, succede e succederà..



E certo che ti quoto, da notare pero` che prima della 194, come la clinica fosse un baluardo aborzionista, pensi che non abbiano fiutato l'affare gia` da allora?
Altra cosa , la clinica era convenzionata e nessun obbiettore lavorava li`



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MessaggioInviato: 21/05/2013, 23:06 
Non capisco come si fa` ad avere cosi` tanto amore per cani e gatti, e disprezzare la vita umana al suo germogliare. Nientemeno poi tra questi ci saranno coloro che "io mi fido piu` degli animali degli uomini, troppo malvagi". Benvenuti nel club allora, a porte spalancate!



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MessaggioInviato: 22/05/2013, 22:44 
Cita:
shighella ha scritto:

Cita:
Blitzkrieg scrive:
Ma quale sarebbe la vittoria sociale? Questa vittoria sociale come viene definita nel video e` basata sulle menzogne ei dati gonfiati:

Aborti. Diminuiti grazie alla legge 194?


di Stefano Grossi Gondi, Documentazione.info, 12 marzo 2008 e Francesco Agnoli, 4 febbraio 2008, libertaepersona.org
Uno speciale Aborto, pubblicato on line da Repubblica il 12 marzo, riporta una tabella che presenta un calo degli aborti di ben il 44,42% dal 1983 al 2006. La tabella induce quindi a pensare che la legge abbia determinato la diminuzione negli anni dell’interruzione volontaria della gravidanza. In realtà per valutare l’efficacia di una legge del 1978 a nostro avviso sarebbe più corretto presentare i dati a partire da quell’anno. Perché invece dal 1983? Forse una risposta sta nell’osservazione dell’andamento degli aborti in quasi trent’anni. Del 1978 abbiamo trovato i dati di metà anno (68.000 aborti), e quindi raddoppiando la cifra e aggiungendoci qualcosa sulla base del trend di crescita di quel periodo è realistico pensare a una cifra di 150mila aborti l’anno. Questa cifra è poi progressivamente aumentata (anche grazie alla legge 194?) fino al picco degli anni 1982-83 (oltre 230mila) per poi scendere fino alla quota 130mila del 2006.
Possono essere tante le ragioni di questo andamento decrescente del numero di aborti, ma tra queste non ci sembra di poter annoverare la legge 194.

La percentuale sembra essere in crescita
Sempre per amor di correttezza, la valutazione quantitativa del fenomeno aborto non andrebbe fatta sui valori assoluti, quanto sulle percentuali di interruzioni di gravidanza rispetto ai nati di quell’anno. Tenendo presente il forte calo demografico subito dall’Italia negli ultimi decenni, la quantità di aborti non sembra affatto in calo, anzi probabilmente è in crescita. La tabella qui in basso lo dimostra, nonostante l’approssimazione sul numero di aborti di trent’anni fa. Si tenga inoltre presente che dal conto del 2006 sono escluse sia le varie forme di aborto chimico sia gli aborti clandestini, che in questi anni sono diminuiti ma purtroppo sono tutt’altro che scomparsi. Le ultime stime ministeriali parlano di 20.000 l’anno.

La tabella riportata qui sotto smentisce l'idea che grazie alla legge 194 gli aborti siano diminuiti. Anzi, dopo il picco del 1982-83 la percentuale di aborti rispetto ai nati risulta ancora al di sopra della quota del 1978.


nati aborti % aborti


nati aborti % aborti
1978 720.822 circa 150.000 21
1982 634.794 234.794 37
2006 530.605 130.033 24,5







Per approfondire l’argomento un articolo di Francesco Agnoli apparso il 4 febbraio di quest’anno sul sito libertaepersona.org ha messo in luce tutti i dati significativi sulla 194.
Lo riportiamo di seguito.




Le cifre sulla aborto: prima e dopo la legge 194

di Francesco Agnoli (4 febbraio 2008, libertaepersona.org)

Le cifre sull’aborto sono spesso oggetto di dibattiti e di svariate interpretazioni. Molti infatti si appellano proprio ad esse per sostenere il proprio apprezzamento o meno per l’efficacia della legge 194/1978. Sarà dunque bene una breve analisi dei fatti, prima e dopo la legge 194 in Italia.

Strategie di propaganda
Possiamo partire, per una comprensione più ampia, da Bernard Nathanson, il celebre medico americano fondatore a New York della "Lega d'azione per il diritto all'aborto", nel 1968, e direttore, all'epoca, della più grande clinica per aborti del mondo, il Crash. Costui, dopo aver effettuato, tramite i suoi medici, ben 75.000 aborti, di cui 15.000 di sua mano ("ho fatto abortire i figli dei miei amici, colleghi, insegnanti e conoscenti"), ha riveduto le sue posizioni, divenendo un difensore della vita sin dal suo concepimento. Ha così iniziato a raccontare, nei suoi libri e nelle sue conferenze, le tecniche propagandistiche tipiche degli abortisti di tutto il mondo, usate a suo tempo da lui stesso, volte a capovolgere e indirizzare l'opinione pubblica. La modalità principale, racconta nei suoi scritti, era quella di fornire "sondaggi fittizi", nei quali il numero dei favorevoli all'aborto veniva volutamente gonfiato, allo scopo di rendere "normale", accettabile, l'idea stessa dell'aborto: "il pubblico, al quale dicevamo che tanti erano per l'aborto, mutò opinione, e diventò davvero favorevole all'aborto" (Il Foglio, 23/4/2005).

Il numero degli aborti clandestini
L'altro argomento usato come grimaldello per scardinare il buon senso comune, racconta sempre Nathanson, era quello degli aborti clandestini: bastava urlare ai quattro venti che le donne, anche senza legalizzazione dell'aborto, abortivano ugualmente, in modo clandestino, senza alcuna sicurezza per la loro salute, col rischio addirittura della vita. In tal modo poteva sembrare che la legalizzazione fosse in qualche modo un male minore, il tentativo di rendere almeno controllabile e più "sicuro", per le donne, un fenomeno già esistente e, anzi, vastissimo. In realtà le cifre venivano gonfiate in modo incredibile, e si fingeva di conoscere qualcosa che di per sé era, per definizione, inconoscibile: il numero di aborti praticati, appunto, clandestinamente! Parlavamo di un milione di aborti clandestini l’anno, conclude Nathanson, quando ve ne erano, forse, 100.000!

In Italia stessa strategia
La stessa tattica inventata da Nathanson e dai suoi compagni di strada, viene adottata in quegli stessi anni anche in Italia. Nel 1971 infatti il Psi presenta al Senato una proposta per l'introduzione dell'aborto legale, libero, e gratuito, affermando che vi sono in Italia tra i 2 e i 3 milioni di aborti annui, e che circa 20.000 donne all'anno muoiono a causa di questi interventi. Nel successivo progetto di legge, sempre socialista, presentato alla Camera il 15/10/71, il numero degli aborti annui rimane stabile, mentre quello delle donne morte per pratiche abortive clandestine sale, chissà come, a 25.000. Tali cifre vengono riprese come attendibili da tantissimi giornali (“Espresso”, 26/4/1970: tra gli 800.000 e i 3 milioni di aborti clandestini l’anno; "Corriere della sera" del 10/9/76: da 1,5 a 3 milioni di aborti clandestini l'anno; "Il Giorno" del 7/9/72: da 3 a 4 milioni l'anno…; “Alto Adige”, 31/10/80: da 850.000 a 1.200.000; “Corriere della sera”, 19/1/1981: 800.000). Le femministe diffondono anch’esse cifre improbabili: celebre lo slogan “Ecco cosa avete fatto voi, difensori della vita, 3 milioni di aborti clandestini, 20.000 donne morte”, che compare in quegli anni su molti cartelli durante le manifestazioni.

In Italia 4 aborti per ogni nascita?
Per meglio inquadrare la vicenda ricorro brevemente a due libri scritti negli anni delle discussioni infuocate, prima che l'aborto fosse legale in Italia (1978): "Da Erode a Pilato" (Marsilio, 1973), di Giuliana Beltrami e Sergio Veneziani, e "L'aborto, un dilemma del nostro tempo" (Etas Kompass, 1970). Come ho scritto nel mio “Chiesa, sesso e morale” (Sugarco), “si tratta di testi favorevoli alla legalizzazione dell'aborto, la cui lettura risulta, soprattutto oggi, molto istruttiva. Nel primo si sostiene addirittura che in Italia, prima della 194, vi sono donne "che hanno abortito già dieci, venti volte", in modo clandestino. Anzi, mentre nel mondo ci sarebbero circa un aborto ogni quattro nascite, in Italia è lecito ritenere che il rapporto sia invertito, e che vi siano nientemeno che "quattro aborti per ogni nascita". Sebbene la cifra degli aborti clandestini non sia chiara, sostengono ancora gli autori, essa si muove certamente tra il milione e i tre milioni di aborti ogni anno. A pagina 33 si arriva addirittura ad affermare, dimenticando quello che si è scritto poco prima, che vi sono donne "che compiono, nel corso della loro esistenza, fino a trenta e più atti abortivi": in fondo, infatti, il raschiamento di quello che viene definito semplicemente "uovo", "non è più difficile né pericoloso di un'asportazione di tonsille".


Italia più abortiva deli Usa...
Il secondo libro raccoglie gli atti di un Congresso Internazionale sull'aborto avvenuto a Washington nel 1967. Vi si parla di alcune ricerche sugli aborti clandestini negli Usa, e le cifre ipotizzate vanno dai 160.000 aborti illegali annui ad un massimo di 1.200.000. Agli atti del Convegno è allegato un saggio di Carlo Smuraglia, cui spetta descrivere la situazione italiana: vi si apprende che il numero di aborti clandestini in Italia, attestandosi tra l'uno e i due milioni, sarebbe di gran lunga superiore a quello degli aborti in America, pur essendo gli Usa quattro volte più popolati!”. Questa dunque è la qualità del dibattito sull’aborto in quegli anni: tutti sparano cifre, allo scopo di rendere la legalizzazione dell’aborto un evento inevitabile. L’Espresso del 9 aprile del 1967 arriva a sostenere che “nella sola provincia di Milano gli aborti clandestini sono almeno 50.000 al mese”, il che significa 600.000 all’anno! In tutta Italia sarebbero 4 milioni!

Lo studio del prof. Colombo sulle cifre reali
La verità è che studi seri in Italia, in quegli anni, ve ne è uno solo, a cura del professor Bernardo Colombo, demografo dell’Università di Padova, scritto con l’ausilio di altri due professori della medesima università, entrambi docenti di Statistica, i professori Franco Bonarini e Fiorenzo Rossi. Lo studio è intitolato “La diffusione degli aborti illegali in Italia” (1977), ed è una analisi attenta e precisa di tutte le “voci” e i dati parziali sull’aborto clandestino. Colombo dimostra che le cifre proposte dagli abortisti sono false con varie argomentazioni, ad esempio sottolineando come per mantenere la media di 1 milione di aborti clandestini annui è necessario che almeno il 50% di tutte le donne italiane in età feconda abortisca esattamente 5,3 volte nell’arco della propria vita riproduttiva. La cifra che lui propone come attendibile è quella di 100.000 aborti clandestini annui tra il 1970 e il 1975, e forse anche meno. Nel 1978 entra in vigore la legge 194 sull’aborto.

Nel 1979 un brusco calo
Ebbene, nel 1979 gli aborti legali sono ufficialmente, né 1, né 4 milioni, ma 187.752! Come è possibile che gli aborti siano diminuiti, ora che sono legali, gratuiti, liberi nei primi tre mesi, mentre prima erano illegali e determinavano punizioni penali per il medico e per la donna? Quanto poi alle donne morte per pratiche clandestine basterebbe consultare, per esempio, il Compendio Statistico Italiano del 1974: vi si legge che in Italia, nell'intero anno, sono morte 9.914 donne tra il 14 e i 44 anni, e cioè in età feconda. Fossero decedute anche tutte per aborto clandestino, cosa assolutamente assurda, non sarebbero comunque né 20.000 né 25.000!

Una crescita costante
Sulle cifre dell’aborto si discute anche per quanto riguarda l’efficacia della 194 negli anni. Il professor Flamigni, e come lui molti altri, afferma: “la legge 194 è una legge che ha dato buona prova di sé, che ha diminuito il numero degli aborti in modo significativo (erano 234.000 nel 1982 e sono stati 129.000 nel 2005)” (l’Unità, 10/1/2008). Similmente si esprime l’ex ministro della salute Livia Turco: “ Grazie alla 194 le interruzioni di gravidanza tra le donne italiane sono diminuite del 60% dal 1982” (Io donna, 26/1/2008).
Si tratta dunque di una opinione diffusa, che però non corrisponde a verità. Anzitutto la legge 194 è entrata in vigore nel 1978: perché allora contare la diminuzione degli aborti dopo il 1982? Cosa è successo tra il 1978 e il 1982? Come fingere che questi anni non esistano? Le cifre ufficiali parlano chiaro: dai 68.000 aborti del 1978 (metà anno), si è passati ai 187.752 del 1979 (mentre mantenendo la media dell’anno prima avrebbero dovuto essere 134.000, cioè 68.000 per due), ai 220.263 del 1980, ai 224.377 del 1981, ai 234.377 del 1982. Una crescita costante, dunque! Addirittura sappiamo che gli aborti sono cresciuti notevolmente, mese per mese, già a partire dal primo semestre di applicazione della 194, cioè la seconda metà del 1978, che ha appunto visto un grosso aumento del ricorso all’aborto soprattutto negli ultimi due mesi dell’anno! Dopo il 1982 è iniziata una leggera flessione, sino ai 191.469 aborti del 1987: cifra quest’ultima che si attesta comunque al di sopra del dato iniziale del 1978 e del 1979. Se ne deduce quindi che la 194 ha inizialmente aumentato gli aborti, che sono rimasti ad un livello molto alto sino al 1987, e che hanno iniziato a calare significativamente solo più avanti. Ma perché col tempo gli aborti sono diminuiti sino ai 129.588 del 2005? In base a quanto si è visto, e tenendo conto del fatto che la 194 è stata applicata sempre con gli stessi criteri, senza modifiche, è impossibile pensare che una legge che sino al 1982, e anche dopo, ha determinato un progressivo aumento degli aborti, abbia, sempre lei, determinato poi un flusso inverso.

Le ragioni della diminuzione. Esempi di altri paesi
Gli esempi di altri paesi ci vengono incontro: sono numerosi gli Stati in cui l’aborto, dopo una impennata costante nei primi anni di legalizzazione, col tempo ha iniziato a diminuire. Dalla Russia, in cui il ricorso all’aborto è calato del 21% negli ultimi cinque anni, senza che intervenisse nessuna modifica legislativa, alla Croazia, che ha visto crollare gli aborti dell’88% negli ultimi anni, anche in questo caso senza nessuna modifica legislativa. Anche negli Usa si registra lo stesso fenomeno: dopo la legalizzazione dell’aborto nel 1973 il ricorso a tale pratica è via via cresciuto, sino ad 1,6 milioni di aborti nel 1990. Nel 2005 invece gli aborti sono stati 1,2 milioni: non erano mai stati così pochi. Perché, visto che in tutti questi casi, come si diceva non è cambiato nulla dal punto di vista legislativo?
A determinare la diminuzione degli aborti, in Italia come altrove, sono stati altri fattori: da una parte la maggior consapevolezza nelle persone della drammaticità dell’aborto, permessa sia dalla maggior conoscenza dello sviluppo fetale sia dai sempre più numerosi studi sul trauma post aborto nella donna. Dall’altra occorre che vengano considerati alcuni fatti: è diminuita la fertilità generale; sono diminuite le coppie in età fertile; è aumentato enormemente il ricorso alla pillola del giorno dopo, con potenzialità abortive; sono rimasti gli aborti clandestini, di cui non si conosce l’entità, e che la legge 194 ha depenalizzato rispetto al passato; aumentano i bambini salvati dalle associazioni di volontariato; non mancano numerosissimi casi, che vengono alla luce solo di rado, di aborti procurati sistematicamente spacciati per spontanei, o di medici che spingono le donne ad abortire nei loro centri privati. Ma soprattutto: in Italia dal 1995 circa, pur essendo leggermente diminuito il numero degli aborti totali, è rimasto invariato, ed è anzi in certi anni cresciuto, il tasso di abortività….

Dossier:
Aborto

http://www.documentazione.info/aborti-d ... -legge-194


(Alla signora nel secondo video, avrebbero dovuto lasciare spiegare con parole sue, non scrivergli il discorso sembra che legga una storia non sua)



L'aborto in se nn è un intervento pericoloso se fatto con tutti i crismi
igienici e medici. Proviamo a togliere le tonsille con un cucchiaio o un vecchio ferro da calza, poi ditemi se tutto è andato ok! Senza mettere in conto che l'utero è un organo più interno e vascolarizzato, quindi maggiormente esposto a emorragie e infezioni.

Sicuramente il professor Colombo, nel suo ambiente, nn avrà avuto modo di venire a contatto con donne che hanno praticato ripetutamente l'aborto clandestino perchè se trattasi appunto di aborto clandestino(nascosto), la domanda che mi sorge spontanea è: come fa ad essere cosi sicuro dei suoi numeri?
Mia mamma spesso ci raccontava (lo faceva per farci scampare da eventuali errori) di come alcune mie zie si incontravano quasi tutti i mesi da una certa "Maria la zozzona" (e già il sopranome è tutto un programma), per attuare questa pratica; spesso dovevano ricorrere a terapie antibiotiche per arginare le infezioni, o anche assumere terapie antiemorragiche (ugorol) a causa delle lacerazioni dell'utero. Ognuna di queste donne nn sa ricordare nemmeno il numero degli aborti praticati, per quanti ne ha fatti!!...Questo ragazzi è realismo, vita vissuta, altro che statistiche!



Allora scusami tanto siccome` ci sono donne che invece di usare gli anticoncezionali (perche non sapere la cifra degli aborti che hai fatto, porta a questo) preferiscono abortire, allora per non fargli rischiare la salute legalizziamo l'aborto, cosi` possono buttare nello sciaccuone tutti i bambini che vogliono. Ti sembra normale il comportamento delle tue zie? Sinceramente a me no!




Cita:
Blissanobiarella ha scritto:
I bambini non hanno colpe. Un bambino non chiede di venire al mondo e non merita di diventare un bambino figlio di un obbligo imposto alla propria madre. Essere rifiutati dalla donna che ti mette al mondo è un destino peggiore della non nascita per un figlio





Resta ancora un mistero il fatto che un bambino preferisca essere smembrato, o che gli venga svotato il cranio mentre si contorce per il dolore, piuttosto che venire disconosciuto dalla madre...



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MessaggioInviato: 22/05/2013, 23:45 
Blit scrive:
Allora scusami tanto siccome` ci sono donne che invece di usare gli anticoncezionali (perche non sapere la cifra degli aborti che hai fatto, porta a questo) preferiscono abortire, allora per non fargli rischiare la salute legalizziamo l'aborto, cosi` possono buttare nello sciaccuone tutti i bambini che vogliono. Ti sembra normale il comportamento delle tue zie? Sinceramente a me no!

I fatti di cui sopra risalgono alla fine degli anni 60..Sono zie di mia mamma per dovizia di cronaca..Ovviamente non condivido i loro metodi, e nn li adotto, forse anche grazie a mia mamma che era fortunatamente più evoluta delle sue zie e ci ha messo in guardia preventivamente raccontandoci questi fatti. Ma devi considerare che a quel tempo l'educazione sessuale era un grosso tabù e le donne erano soggette ai loro mariti, nel senso che il non restare incinte dipendeva esclusivamente dal maschio che se un po piu evoluto riusciva a contenersi, ma se troglodita, come la maggior parte dei "maschi" di quel tempo e di quella cultura, il viavai da "Maria la Zozzona" ( leggesi ostetrica) era assicurato!!..Si preferisco salvare almeno una vita che la possiblilità della morte di entrambi..
BLitz ma sei convinto davvero che le donne preferisco abortire che non prendere la pillola anticoncezionale? [:0]..Dai per favore!
Quindi secondo te, siccome esistono persone incoscienti, queste non meritano soccorso?? Perche alla fine è questo che evinco da cio che scrivi..Magari sbaglio.



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MessaggioInviato: 24/05/2013, 00:14 
Cita:
shighella ha scritto:

Blit scrive:
Allora scusami tanto siccome` ci sono donne che invece di usare gli anticoncezionali (perche non sapere la cifra degli aborti che hai fatto, porta a questo) preferiscono abortire, allora per non fargli rischiare la salute legalizziamo l'aborto, cosi` possono buttare nello sciaccuone tutti i bambini che vogliono. Ti sembra normale il comportamento delle tue zie? Sinceramente a me no!

I fatti di cui sopra risalgono alla fine degli anni 60..Sono zie di mia mamma per dovizia di cronaca..Ovviamente non condivido i loro metodi, e nn li adotto, forse anche grazie a mia mamma che era fortunatamente più evoluta delle sue zie e ci ha messo in guardia preventivamente raccontandoci questi fatti. Ma devi considerare che a quel tempo l'educazione sessuale era un grosso tabù e le donne erano soggette ai loro mariti, nel senso che il non restare incinte dipendeva esclusivamente dal maschio che se un po piu evoluto riusciva a contenersi, ma se troglodita, come la maggior parte dei "maschi" di quel tempo e di quella cultura, il viavai da "Maria la Zozzona" ( leggesi ostetrica) era assicurato!!..Si preferisco salvare almeno una vita che la possiblilità della morte di entrambi..
BLitz ma sei convinto davvero che le donne preferisco abortire che non prendere la pillola anticoncezionale? [:0]..Dai per favore!
Quindi secondo te, siccome esistono persone incoscienti, queste non meritano soccorso?? Perche alla fine è questo che evinco da cio che scrivi..Magari sbaglio.





Altola` ho detto che non sembra che non ne facessero uso di anticonconcezionali, non che si divertissero ad abortire. I motivi non li conosco, ma probabilmente erano rimediabili. Tutti commettiamo errori, l'importante e` non perseverare.... Ma che tipo di soccorso?



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MessaggioInviato: 24/05/2013, 00:20 
Oltre ai motivi che ho gia esplicato, la 194 deve cessare di esistere perche`: lo stato deve garantire i piu` elementari diritti a TUTTI i suoi cittadini, a maggior ragione garantirli ai piu` deboli. Non si puo` discriminare nessuna categoria di persone, meno che mai assicurarne la loro morte con una legge.



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MessaggioInviato: 24/05/2013, 00:29 
Nel gennaio 2012 il neonatologo Carlo Bellieni ha informato che da uno studio inglese sul destino dei feti cui è diagnosticata la sindrome di Turner emerge che il 65% di essi è stato abortito. Sono tutte femmine e la sindrome di Turner porta ad essere abbastanza basse di statura e in certi casi a non poter aver figli. Accade anche in Italia, in Emilia Romagna dal 2006 al 2008 su 22 feti con sindrome Turner, ne sono stati abortiti 14, cioè il 63,6%. Che i genitori che le hanno abortite siano stati atterriti dallo “spaventoso dramma” di non poter diventare nonni?, si è chesto Bellieni.

Il servizio completo:
http://www.ilsussidiario.net/News/Crona ... me/233283/



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Ex medico abortista spiega ai legislatori la realta` medica degli aborti tardivi, in merito al Pain-Capable Unborn Child Protection Act

Si capisce benissimo, senza essere geni nella lingua inglese.

[BBvideo]http://www.youtube.com/watch?v=t--MhKiaD7c[/BBvideo]

Former abortionist Anthony Levatino shared with legislators the medical reality behind late-term abortions.

In graphic terms, he told lawmakers to imagine themselves in the role of the abortionist – a role Levatino himself played more than 1,200 times.



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MessaggioInviato: 24/05/2013, 14:11 
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BlitzKrieg ha scritto:

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shighella ha scritto:

Blit scrive:
Allora scusami tanto siccome` ci sono donne che invece di usare gli anticoncezionali (perche non sapere la cifra degli aborti che hai fatto, porta a questo) preferiscono abortire, allora per non fargli rischiare la salute legalizziamo l'aborto, cosi` possono buttare nello sciaccuone tutti i bambini che vogliono. Ti sembra normale il comportamento delle tue zie? Sinceramente a me no!

I fatti di cui sopra risalgono alla fine degli anni 60..Sono zie di mia mamma per dovizia di cronaca..Ovviamente non condivido i loro metodi, e nn li adotto, forse anche grazie a mia mamma che era fortunatamente più evoluta delle sue zie e ci ha messo in guardia preventivamente raccontandoci questi fatti. Ma devi considerare che a quel tempo l'educazione sessuale era un grosso tabù e le donne erano soggette ai loro mariti, nel senso che il non restare incinte dipendeva esclusivamente dal maschio che se un po piu evoluto riusciva a contenersi, ma se troglodita, come la maggior parte dei "maschi" di quel tempo e di quella cultura, il viavai da "Maria la Zozzona" ( leggesi ostetrica) era assicurato!!..Si preferisco salvare almeno una vita che la possiblilità della morte di entrambi..
BLitz ma sei convinto davvero che le donne preferisco abortire che non prendere la pillola anticoncezionale? [:0]..Dai per favore!
Quindi secondo te, siccome esistono persone incoscienti, queste non meritano soccorso?? Perche alla fine è questo che evinco da cio che scrivi..Magari sbaglio.





Altola` ho detto che non sembra che non ne facessero uso di anticonconcezionali, non che si divertissero ad abortire. I motivi non li conosco, ma probabilmente erano rimediabili. Tutti commettiamo errori, l'importante e` non perseverare.... Ma che tipo di soccorso?


Per soccorso intendo: non lasciare che queste donne ("poco evolute"?)
cadano in mano a macellai senza alcuna qualifica o anche medici scellerati che le farebbero abortire anche al sesto mese pur di intascare la loro sporca parcella. Annullare la 194 nn risolve il problema evolutivo delle persone anzi il contrario. Sono favorevole alla 194 perchè attualmente nn siamo ancora abbastanza evoluti sotto questo aspetto e quindi regolamentare un tale argomento è necessario. Sono favorevole alla cultura del non aborto, insegnando come materia di studio già nelle scuole medie a conoscere il proprio corpo e la propria sessualità per saper riconoscere e gestire al meglio il desiderio di maternità/paternità evitando cosi alla fonte il problema; sono certa che questo è il cammino da intraprendere. Qualche insegnante con anima sporadicamente lo fa, ma nn è abbastanza..



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MessaggioInviato: 24/05/2013, 14:20 
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BlitzKrieg ha scritto:

Oltre ai motivi che ho gia esplicato, la 194 deve cessare di esistere perche`: lo stato deve garantire i piu` elementari diritti a TUTTI i suoi cittadini, a maggior ragione garantirli ai piu` deboli. Non si puo` discriminare nessuna categoria di persone, meno che mai assicurarne la loro morte con una legge.


Blitz, abbiamo lo stesso spirito ma, con soluzioni diverse [:)]



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MessaggioInviato: 24/05/2013, 18:00 
194, così sta morendo una legge. In Italia torna l'aborto clandestino
http://inchieste.repubblica.it/it/repub ... -59475182/



Oltre l'80% dei ginecologi è obiettore di coscienza e le donne respinte dalle istituzioni tornano al segreto: ventimila le interruzioni di gravidanza illegali calcolate dal ministero della Sanità, ma secondo alcune stime sono almeno il doppio. Ambulatori fuorilegge e farmaci di contrabbando. "Una sconfitta di tutti, perché la norma funzionava, ma è diventata una corsa a ostacoli"ROMA - Il cartello è scritto a penna, a volte su un pezzo di cartone. "Qui non si effettuano più Ivg". Ossia interruzioni volontarie di gravidanza. Aborti cioè. Porte sbarrate, reparti chiusi, day after di qualcosa che c'era, funzionava, e adesso è in disuso, smantellato, abbandonato. "Tutti i medici sono obiettori di coscienza, vada altrove". Altrove è l'Italia che torna alla clandestinità: da Nord a Sud in intere regioni l'aborto legale è stato cancellato, oltre l'80% dei ginecologi, e oltre il 50% di anestesisti e infermieri non applica più la legge 194. Accade a Roma, a Napoli, a Bari, a Milano, a Palermo. Le donne respinte dalle istituzioni tornano al silenzio e al segreto, come quarant'anni fa. Alcune muoiono, altre diventano sterili, ma nessuno ne parla. Ventimila gli aborti illegali calcolati dal ministero della Sanità con stime mai più aggiornate dal 2008, quarantamila, forse cinquantamila quelli reali. Settantacinquemila gli aborti spontanei nel 2011 dichiarati dall'Istat, ma un terzo di questi frutto probabilmente di interventi "casalinghi" finiti male. Cliniche fuorilegge, contrabbando di farmaci: sul corpo delle donne è tornato a fiorire l'antico e ricco business che la legge 194 aveva quasi estirpato.

Ma chi gestisce oggi questo "commercio" ramificato? Quali sono le rotte dell'aborto clandestino, che sta facendo ripiombare il nostro paese nel clima cupo degli anni antecedenti al 22 maggio 1978, quando finalmente in Italia l'interruzione volontaria di gravidanza diventò legale? E gli aborti iniziarono a diminuire, arrivando oggi ad essere il 53,3% in meno rispetto agli anni Ottanta.

CLINICHE E CONTRABBANDO. Ambulatori fuorilegge: l'ultimo gestito dalla mafia cinese è stato smantellato a Padova dalla Guardia di Finanza alcune settimane fa, e incassava quattromila euro al giorno. Tra i clienti anche donne italiane. E poi sequestri, spaccio di farmaci abortivi, confezioni di Ru486 di contrabbando, 188 procedimenti penali aperti nell'ultimo anno per violazione della legge 194, spesso contro insospettabili professionisti che agivano nei loro studi medici. Donne che ricominciano a morire di setticemia, e donne che migrano da una regione all'altra cercando (spesso invano) quei reparti che ancora garantiscono l'interruzione volontaria di gravidanza. Ragazzine e immigrate che vagano nei corridoi del metrò cercando i blister di un farmaco per l'ulcera a base di "misoprostolo" che preso in dosi massicce provoca l'interruzione di gravidanza, spacciato dalle gang sudamericane che lo fanno arrivare nel porto di Genova dagli Stati Uniti. Dieci pillole, 100 euro al mercato nero, meno della metà se si compra su Internet. E le giovanissime abortiscono da sole, nel bagno di casa, perché della legge o del giudice tutelare non sanno nulla, perché in ospedale la lista d'attesa è troppo lunga e i consultori sono sempre di meno. (Dal 2007 al 2010 ne sono stati tagliati quasi 300).

Alem ad esempio, 17 anni, nata Italia da genitori egiziani, brava e brillante a scuola, ricoverata in coma a Verona per un aborto provocato con un uncino. "Non volevo che i miei genitori si accorgessero che ero incinta - ha raccontato - e in ospedale non mi hanno voluto perché ero minorenne...". O Irene, cresciuta tra le Vele di Scampia, già baby mamma a 14 anni, che a 16 anni abortisce nel bagno di casa, ma sbaglia dosi di misoprostolo, e finisce in un grande nosocomio di Napoli tra la vita e la morte. "Sono troppo povera per avere un altro figlio" confessa ai medici. O, ancora, ed è sempre Sud, la povera storia della compravendita di un neonato architettata da un ginecologo di Caserta, Andrea Cozzolino, finito in manette l'8 maggio scorso. Aveva convinto una giovane donna minorenne che si era rivolta a lui per un aborto clandestino, a partorire, e poi vendere il suo bambino per 25mila euro...

La percentuale di successo di questi solitari aborti, quasi sempre farmacologici e di cui si trovano dettagliate istruzioni in Rete, è alta: oltre il 90%, ma chi sbaglia rischia la vita. Commenta amaro il ginecologo Carlo Flamigni: "Contro la 194 c'è una congiura del silenzio. Accedere ai servizi è sempre più difficile, una corsa a ostacoli, e le donne meno esperte, le più fragili, le più giovani, le straniere, finiscono nella trappola dell'illegalità. Credo che oggi nel mercato clandestino si trovi qualunque farmaco, addirittura la Ru486. È una sconfitta per tutti, perché la legge funzionava, e funzionava bene".

MORIRE D'ABORTO. Pilar ha 50 anni, il cuore grande e le braccia forti. In Perù faceva l'ostetrica, qui assiste da oltre vent'anni le donne migranti. "Ma vent'anni fa - racconta - nel vostro paese si poteva abortire con sicurezza, e quando le donne venivano dimesse si insegnava loro la contraccezione". "L'ultima che ho accompagnato in ospedale mi ha detto di chiamarsi Soledad, di lei so poco altro, se non che fa la badante e ha già due figli in Ecuador. Per due volte aveva provato a cercare un reparto di Ivg, dopo aver scoperto che in Italia l'aborto è legale. Per due volte l'hanno rimandata indietro dicendole che non era il giorno giusto, che non c'erano i medici. Così ha fatto da sola - rivela Pilar - con le pasticche che ha comprato da un'amica, e quando mi ha chiamato aveva la febbre altissima e un'emorragia in corso. L'hanno salvata, non è stata denunciata, ma per mesi era così debole che non ha potuto lavorare, ha perso il posto di badante, e ora è disoccupata". E non è soltanto questione di donne immigrate. "L'aborto clandestino ormai riguarda tutti i ceti della società", aggiunge Silvana Agatone, ginecologa e presidente della Laiga, la lega italiana per l'applicazione della 194, che da anni denuncia l'incredibile dilagare dell'obiezione di coscienza nel nostro paese.

"Ci sono gli aborti d'oro, quelli dei ceti elevati, che si svolgono in sicurezza negli studi medici, oppure all'estero. E poi ci sono gli aborti delle donne povere, delle clandestine, che comprano le pasticche nei corridoi del metrò, e se qualcosa va male si presentano al Pronto Soccorso affermando di aver avuto un aborto spontaneo". Qualcuna si salva, qualcuna no. Come quella donna nigeriana che arrivò "con una gravissima infezione nel nostro ospedale ed è morta di setticemia" ricorda Silvana Agatone, che lavora al "San Giovanni" di Roma. È andata meglio a Mariangela, pugliese, che non sapendo più dove andare dopo la chiusura dell'ultimo reparto di Ivg nella sua provincia (Matera) racconta sul forum "aborto-blogspot" di essersi rivolta grazie al tam tam ad una (stimata) ginecologa di un paese vicino. "Duemilacinquecento euro, intervento chirurgico sterile e sicuro. Come facevano mia madre e mia nonna, ma senza rischi. Tutto molto triste però, credevo che ormai avessimo diritto all'aborto legale".

LA FUGA ALL'ESTERO. Ma come si è arrivati a questo smantellamento progressivo di una legge dello Stato? È legale che interi nosocomi non abbiano più medici che applicano la 194, a trentacinque anni esatti dalla sua approvazione? "No, non è legale, e infatti come Laiga abbiamo fatto ricorso al Consiglio d'Europa, e il nostro ricorso è stato accolto. La verità è che nessuno vuole più fare aborti perché si viene discriminati nella carriera e obbligati a fare solo e soltanto quelli". Alcuni dati: nel Lazio il 91% dei ginecologi è obiettore di coscienza, a Bari gli ultimi due medici che facevano gli aborti hanno deciso di abbandonare il reparto, a Napoli il servizio viene assicurato soltanto da un ospedale in tutta la città, in Sicilia il tasso di astensione dalla 194 è dell'80,6%. "Questo vuol dire che le liste d'attesa sono spaventose, e il rischio è superare il numero di settimane di gravidanza in cui è consentita l'interruzione. Ma la vera tragedia riguarda l'aborto terapeutico - conclude Silvana Agatone - perché si tratta di un intervento a tutti gli effetti, per cui sono necessari medici interni all'ospedale, ginecologo, anestesista, infermieri, e non si può supplire con professionisti a contratto. Visti però i numeri dell'obiezione di coscienza è evidente che in tempi molto brevi nelle strutture pubbliche italiane questo tipo di aborti non si faranno più".

E allora le donne emigrano. Svizzera, Inghilterra, Francia. Quattrocento euro per una Ivg entro il terzo mese, circa 3000 per un aborto terapeutico (oltre la 22esima settimana) in clinica. Ma non tutte possono andare all'estero, e per quelle che restano la prospettiva è un calvario fatto di umiliazioni, e veri e propri maltrattamenti in ospedale. Scrive Serena F. che ha dovuto abortire alla 23sima settimana per gravissime malformazioni del feto: "Mi hanno abbandonato da sola, su un lettino, per 15 ore di travaglio senza darmi né antidolorifici né altro, in tutto l'ospedale c'era soltanto una giovane ginecologa non obiettrice, ma era sovraccarica di lavoro, così mi ha affidato, si fa per dire, alle cure di due infermiere, ho chiesto ripetutamente un po' d'acqua, me l'hanno portata dopo ore e ore. Quando alla fine il mio disgraziatissimo bambino è nato, ed è morto subito dopo, una delle infermiere a bassa voce mi ha chiesto se non mi vergognavo di quello che avevo fatto... La ginecologa l'ha sentita e si è infuriata, quella ha risposto, è finita ad urli. Un dolore pazzesco. Ecco così si abortisce legalmente in Italia".

LE CIFRE DI UN DRAMMA. Come si fanno a calcolare i numeri di un fenomeno clandestino? Con quali parametri? Da anni ormai nella relazione al parlamento sulla legge 194, si cita una stima di 15/20mila aborti illegali, un numero calcolato soltanto sul tasso di abortività delle donne italiane (6,9 per 1000) e sottostimato per stessa ammissione del ministero. Molti altri elementi però portano almeno al raddoppio di quella cifra, facendo salire la quota delle interruzioni di gravidanza clandestine a 40/50mila l'anno. Intanto paramentrando le stime dell'illegalità al tasso di abortività delle immigrate, che è di 26,4 interruzioni ogni mille donne, tre volte quello delle italiane. Analizzando poi i dati Istat ad esempio si vede con chiarezza quanto gli aborti spontanei sono aumentati, passando dai 55mila casi degli anni Ottanta, ai quasi ottantamila di oggi. E secondo molti studiosi questa impennata altro non è che il ritorno dell'aborto clandestino "mascherato", esattamente come avveniva prima della legge, quando le donne dopo aver tentato di "fare da sole" arrivavano in ospedale con emorragie e dolori, e i medici per salvarle completavano gli aborti, registrati come "spontanei".

SULLA PELLE DELLE MINORENNI. Lo spiega con chiarezza Franco Bonarini, docente di Demografia all'università di Padova nel saggio "Sessualità e riproduzione nell'Italia contemporanea". "L'incremento del rapporto tra aborti spontanei e gravidanze potrebbe essere conseguenza di un aumento del ricorso all'aborto volontario provocato illegalmente. Anche il più alto rischio per alcune categorie di donne, immigrate, non coniugate potrebbe essere indizio di questo fenomeno". Ancora più preciso il calcolo di Bruno Mozzanega, dell'università di Padova, che si ricollega al crescente "spaccio" di farmaci per interrompere la gravidanza. "Gli aborti clandestini sono ancora una realtà sottostimata in 20mila casi all'anno, ma ad essi si aggiungono, come segnala l'Istat, 73mila aborti spontanei, aumentati, rispetto al 1982, di 17mila casi all'anno. Un incremento medio del 30% che però nelle minorenni sfiora il 70%. Se questo surplus di aborti spontanei rappresentasse anche solo in parte gli insuccessi (5-10%) dei farmaci abortivi di contrabbando, ne emergerebbe un sommerso illegale di dimensioni inimmaginabili a carico soprattutto delle giovanissime, le stesse che già abusano della pillola del giorno dopo".

IL CALVARIO DI PIERA - "Ho tre figli, e la più piccola, Alice, è nata con la sindrome di down. Lo sapevo, l'ho voluta lo stesso. Poi è successo l'incredibile: a 44 anni sono rimasta incinta per la quarta volta. Mauro, Marco, Alice che assorbe ogni mio respiro. Non era possibile avere un altro bimbo, con il rischio di un nuovo handicap. Sono andata in un consultorio della mia città per iniziare le pratiche dell'aborto. Ho dovuto subire l'umiliante interrogatorio di alcuni volontari del Movimento per la Vita, lì collocati dalla direzione sanitaria, che per due settimane hanno cercato di farmi "riflettere", cercando di convincermi a non farlo, parlandomi apertamente di omicidio, mentre i termini stavano per scadere. Un vero abuso. Fuorilegge. Come se non soffrissi già abbastanza. Ho abortito in ospedale e poi ho denunciato il direttore della Asl...".
23 maggio 2013



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Le migliori intenzioni possono generare i danni più grandi; la violazione di ciò può causare di tutto: dal disagio, al disastro, alla morte.
«La gentilezza e le buone intenzioni possono essere un sentiero insidioso verso la distruzione. A volte fare ciò che ci sembra giusto è sbagliato e può provocare dei danni. L'unico modo per contrastarla è la conoscenza, la saggezza, la capacità di pensare al futuro e la comprensione della Prima Regola*.»
Terry Goodkind - Il Guardiano delle Tenebre/La Pietra delle Lacrime
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Lancet: “L’aborto clandestino è una delle principali cause di morte per le donne”
La rivista scientifica pubblica uno studio basato su 13 anni di ricerche, dal 1995 al 2008. “Dati preoccupanti. I progressi degli anni '90 sono stati erosi. Condannare e criminalizzare le Ivg è crudele e fallimentare”
di Lettera22


L’aborto senza le adeguate condizioni di sicurezza è una delle principali cause di mortalità tra le partorienti: una ogni sette muore perché l’interruzione della gravidanza non è stata condotta da personale medico preparato e in condizioni igieniche adeguate. E’ uno dei dati contenuti nel lungo articolo pubblicato da una delle principali riviste scientifiche mondiale, Lancet, che ha esaminato i dati raccolti dall’Organizzazione mondiale della sanità, in tutto il mondo, su un arco di tredici anni, dal 1995 al 2008.
http://www.ilfattoquotidiano.it/2012/01 ... 9D/185034/


Nonostante la difficoltà di avere dati certi specialmente per quei paesi dove la pratica è illegale, dalla ricerca emergono con chiarezza alcuni punti. Per l’Oms, il numero complessivo di interruzioni di gravidanza, a livello mondiale, tra il 2003 e il 2008, si è stabilizzato, attestandosi attorno ai 28 casi ogni mille donne tra i 15 e i 44 anni di età, con un importante calo rispetto al dato di partenza, quello del 1995, di 35 ivg ogni mille donne, ma anche con l’arresto del trend in diminuzione. Anche all’interno di singole regioni del mondo, comunque, ci sono differenze importanti, da correlare con il contesto sociale ed economico: in Europa occidentale (al 2008), il tasso di aborto era di 19 casi ogni mille donne, in Europa orientale, di 34.

Quelle che sono molto significative, però, sono le differenze tra le varie aree del mondo in termini di protezione della salute delle donne: il numero degli aborti classificati come “insicuri” è aumentato dal 44 al 49 per cento. Il 97 per cento delle interruzioni di gravidanza in Africa rientra in questa categoria, e il 95 per cento di quelle effettuate in America Latina. In Asia questa percentuale scende al 40 per cento, in Oceania al 15 e in Europa al 9 per cento. Complessivamente, l’86 per cento delle interruzioni di gravidanza ha avuto luogo nei paesi del sud del Mondo.

In cifre assolute, nel 2008, in tutto il pianeta 47mila donne sono morte per aborti insicuri e 8 milioni e mezzo hanno avuto gravi conseguenze sulla propria salute.

I ricercatori di Lancet sottolineano poi che “il tasso di aborto è più basso nei paesi con leggi più permissive” e che “leggi più restrittive sull’aborto non sono correlate con un abbassamento del tasso di interruzione di gravidanza”.

“E’ esattamente lì dove è illegale che l’aborto deve diventare più sicuro”, scrivono nel commento che accompagna l’articolo Beverly Winikoff e Wendy R. Sheldon, del Gynuity Health Projects di New York e Gilda Sedgh, del Guttmacher Institute, uno dei Centri per la salute riproduttiva che collaborano con l’Oms, nonché principale autrice dello studio sottolinea che «”tutte queste morti e queste complicazioni si possono evitare facilmente”.

Ciò che fa la differenza, e che secondo gli editori di Lancet potrebbe essere la chiave per avvicinarsi agli Obiettivi del millennio in termini salute materna, sono “misure per ridurre l’incidenza delle gravidanze non volute e degli aborti insicuri, compresi investimenti nei servizi di pianificazione familiare e assistenza per aborti in sicurezza”.

Richard Horton, direttore di Lancet, ha così commentato i dati presentando il numero della rivista: “Sono numeri profondamente preoccupanti. I progressi compiuti negli anni novanta vengono erosi. Condannare, stigmatizzare e criminalizzare l’aborto sono strategie crudeli e fallimentari”.

di Joseph Zarlingo



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