L'INTERVENTO MILITARE IN LIBIA
La risoluzione numero 1970 del 26.2.2011 del Consiglio di Sicurezza ONU, emessa contro Gheddafi, imponeva pesanti sanzioni economiche, con blocco dei beni personali dei rais, embargo alla vendita di armi e processo di fronte alla corte penale internazionale dell’Aia per crimini contro il suo popolo; l’America ha anche disposto il congelamento dei beni di Gheddafi in Usa. La risoluzione numero 1973 del 17.3.2011 del Consiglio ha imposto la no fly-zone per gli aerei di Gheddafi ed ha previsto il ricorso all’uso della forza da parte della Nato.
Usa, Francia e Inghilterra hanno diretto questa strategia e in precedenza erano ostili ai rapporti dell’Italia con la Libia; la Libia, con sei milioni di abitanti, stava portando avanti un progetto di canalizzazione di acque dolci, sfruttando bacini sotterranei che avrebbero trasformato la Libia in una fertile pianura agricola; l’acqua per il deserto libico sarebbe stata pompata da 270 pozzi, la spesa di 25 miliardi di dollari, prevista per assicurarsi l’autosufficienza alimentare, sarebbe stata finanziata dal governo libico e non dal Fondo Monetario Internazionale, il che accade raramente nel terzo mondo.
La Libia ha il più alto livello di vita in Africa ed è in grado di resistere alle sanzioni con le sue cospicue riserve aure custodite nella banca centrale di Tripoli e vendendo di contrabbando petrolio come fanno anche i ribelli e come faceva Saddam in Iraq per resistere alle sanzioni. L’occidente ha prima sostenuto la piazza con agenti infiltrati e alimentato la propaganda con la rete internet, poi ha bombardato i mezzi pesanti libici, anche con l’uranio impoverito che provoca patologie e morte.
Dopo le prime dichiarazioni critiche dell’Italia all’aggressione con bombardieri voluta dalla Francia contro la Libia, l’Italia ne è stata coinvolta come uno stato semisovrano, ignorando ancora una volta la sua costituzione; le ragioni vere della guerra non si conoscono però la propaganda di stato afferma che siamo intervenuti a difesa dei civili libici sotto tiro di Gheddafi. Ciò è avvenuto ignorando ciò che succede in altri paesi come la Siria, dove esiste parimenti una dittatura e la piazza ribelle non è trattata meglio che in Libia.
A Bengasi è nato un governo provvisorio anti Gheddafi, con 31 membri, che ha ricevuto riconoscimento dalla Francia, la prima che ha voluto menare le mani, e poi da altri paesi; tra questi membri alcuni appartengono ad Al-Qaeda; bisogna ricordare che diversi paesi si sono compromessi con la politica di Gheddafi, fornendogli armi e credito politico, tra essi Italia, Russia e Francia. In Libia esistono ancora tribù e clan familiari, però nel paese vi è anche la maggiore concentrazione di terroristi dopo l’Arabia saudita, in proporzione agli abitanti, questi terroristi erano repressi da Gheddafi e adesso cosa succederà?
La LIFG libica è una filiale di Al - Qaeda la quale è a sua volta nata dalla Fratellanza Musulmana egiziana, la LIFG è legata alla tribù di Harabi che vorrebbe restaurare la monarchia con un discendente di re Idris; le terre di questa tribù furono espropriate e distribuite con una riforma fondiaria da Gheddafi, ora questi ribelli sono riforniti di armi dagli occidentali, a quale scopo? Quanto detto non serve a negare le atrocità commesse da Gheddafi contro il suo popolo, il suo vecchio terrorismo all’estero filo islamico, filosovietico e antioccidentale, come la sua pretesa di riparazioni da parte dell’Italia.
Le guerre sono sempre derivate da interessi economici, quando gli stati vogliono sfruttare e sottomettere a tributi, oltre i loro popoli, anche altri popoli e altri stati, però c’è chi sostiene, per trarre in inganno i popoli, che le guerre possono essere anche ideologiche, cioè politiche o religiose, o umanitarie e possono essere anche giuste. Si afferma che le guerre umanitarie servono a proteggere i civili dagli abusi delle dittature.
Sono tante le dittature sulla terra, tutte presenti all’Assemblea dell’ONU, anche nella commissione per i diritti umani, occupata anche dalla Libia, il che sembra una beffa avallata dall’Assemblea dell’ONU; le guerre umanitarie, come quella in corso in Libia, violano la Carta dell’ONU, la sovranità e l’autodeterminazione dei popoli. Gheddafi, avrebbe già trovato asilo all’estero, spera di recuperare i suoi investimenti all’estero e resiste perché teme di finire davanti alla corte internazionale di giustizia per crimini di guerra.
Anche Milosevic, nonostante le promesse d’immunità, fini davanti a questa corte, da ricordare che la maggior parte dei leaders di opposizione a Gheddafi erano stati suoi collaboratori, compromessi con il suo regime; probabilmente hanno trattato con l’occidente e, se Gheddafi andrà, via saranno trattati bene, accadde anche a tanti nazisti alla fine della seconda guerra mondiale. Francia e Inghilterra, nel seguire gli interessi di Total e BP, sono intervenute in Libia, facendo un torto all’Eni che deteneva la posizione più forte nel paese; alla fine il governo italiano si è associato o appiattito, come uno stato vassallo, uscito sconfitto alla seconda guerra mondiale, alle posizioni anglofrancesi.
Se in Libia ne nascerà una guerra civile lunghissima, come in Somalia e Iraq, le vittime civili, invece che protette, non potranno che aumentare; le azioni della Nato hanno spesso la conseguenza delle medicine che fanno aumentare le patologie. Eppure governo, stampa e opposizione plaudono all’intervento dell’Italia; secondo Napolitano, la nostra missione militare in Libia è legittimata dalla costituzione, quando si sa che la nostra costituzione ripudia la guerra, del resto, anche D’Alema sostenne l’intervento NATO in Kosovo.
L’Onu ha approvato l’intervento con un documento che cancella una serie di principi fondamentali della stessa ONU, infatti, il capitolo 7 della sua Carta autorizza azioni militari solo in caso di minaccia alla pace e dietro richiesta di governi in carica dei paesi coinvolti, siano essi democratici o autoritari; se l’articolo non fosse stato formulato così, la maggior parte degli stati non avrebbe partecipato all’ONU. La Libia oggi non rappresentava più una minaccia alla pace e aveva fatto anche parte della commissione Onu per i diritti umani.
Lo stesso capitolo proibisce ingerenze negli affari interni degli stati membri, anche se liberticidi, quindi esclude interventi a favore di partiti o della democrazia interna, la maggior parte degli stati facenti parte dell’Onu sono stati autoritari e senza questa clausola non sarebbero entrati nell’Onu. Il Consiglio di Sicurezza ha affermato di voler intervenire a favore di civili inermi, i quali però sono stati spesso armati con l’aiuto di agenti segreti di Francia e Inghilterra; hanno colpito le forze di Gheddafi che li ha colpiti a sua volta, anche se Gheddafi sicuramente non è tenero con la piazza; poi si sa che nelle guerre vere e in quelle civili ci vanno di mezzo anche civili inermi e innocenti, né mancano le ingiustificate vendette personali.
Anche in Kosovo l’UCK era stato aiutato dall’occidente, con divise e armi; la risoluzione del consiglio di sicurezza ONU numero 1973 ha imposto una no fly zone sul cielo libico; in questo caso, la volontà del consiglio di sicurezza non sembra rispettare quello dell’Assemblea Generale, peraltro costituita di tante dittature liberticide; scopo della risoluzione è impedire agli aerei libici di colpire i rivoltosi dall’alto, però questa risoluzione è stata interpretata da francesi e inglesi come diritto di bombardare tutte le posizioni delle truppe di Gheddafi. I francesi hanno voluto essere i primi ad attaccare; a causa di questa guerra, ora l’Italia è esposta all’immigrazione selvaggia.
Purtroppo i rappresentanti degli stati nell’Assemblea dell’ONU sono scelti dal governo e non dal popolo e perciò non sono liberi nelle loro decisioni, ma forse la differenza, visto come funzionano le democrazie e le elezioni, non sarebbe stata poi molta; comunque, la direttiva di far rispettare la no fly zone è stata violata dalla Nato, la quale è andata oltre le operazioni autorizzate.
L’Italia rischia rappresaglie, immigrazione, calo delle forniture di petrolio e gas ed è esposta al terrorismo, è l’Italia che ha preteso che la guerra si svolgesse sotto l’egida Nato, che è così servita a dare coperture alle operazioni anglo francesi; una volta la NATO era mal vista dalla sinistra italiana, che oggi si è accostata all’Europa, alla Nato e alle Banche. Finita la guerra fredda, la NATO doveva essere sciolta, ma oggi è diventata una santa alleanza a difesa d’interessi oscuri, con mandato o copertura ONU.
Le guerre preventive sono sbagliate, la Germania e l’Unione Europea hanno mantenuto in questo intervento un atteggiamento più prudente dell’Italia; bisogna ricordare che l’America ha ipotizzato una guerra preventiva anche contro l’Iran che ha missili in grado di raggiungere l’Italia. Per questa guerra l’Italia sta attrezzando la base americana di Pisa, che con i suoi annessi è la più grande base americana all’estero, il sindaco del PD è galvanizzato per le positive ricadute occupazionali.
Nunzio Miccoli
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