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 Oggetto del messaggio: Il controllo del bilancio dello stato
MessaggioInviato: 16/06/2011, 08:22 
IL CONTROLLO DEL BILANCIO DELLO STATO

Premesso che il bilancio e dello stato e le relative spese, per come sono formulati, sono difficilmente interpretabili e quindi controllabili, anche dal parlamento che li vota, il che non è un caso, in questi giorni si torna a parlare di una riforma fiscale, promessa da tanto tempo dai governi Berlusconi, che aveva promesso, a titolo di esemplificazione fiscale, solo cinque imposte e la riduzione dell’imposta sul reddito delle persone fisiche per i redditi fino a 33000 euro.

I sudditi contribuenti si devono rassegnare, le promesse elettorali sono come le promesse commerciali e la promessa del regno di Dio; sostenere che la riduzione e la ridistribuzione fiscale, come il controllo e la riduzione delle spese, non sono possibili a causa del debito pubblico e di altre rigidità di bilancio è una scusa, perché la giustizia fiscale e un oculato bilancio finirebbero per costare veramente a qualcuno e perciò i poteri forti, ma non solo essi, non la vogliono; gli agenti di quelli che esorcizzano questa riforma si trovano a destra e a sinistra.

Alcuni paesi occidentali hanno il debito pubblico italiano, ma un maggiore controllo sul bilancio, un migliore controllo delle spese, un migliore sistema fiscale e una migliore assistenza sociale; una riforma fiscale e il controllo sulla spesa peserebbero troppo nelle tasche di qualcuno, perciò sono tanti i difensori dello status quo, questi personaggi, generalmente chiamati conservatori, il che però è termine troppo benevolo, sono quelli che, per reazione, fanno scoppiare le rivoluzioni.

Da parte dei professori si afferma che tutte le imposte si pagano con un reddito da lavoro, produzione o rendita, salvo i diversi criteri di ridistribuzione demandati alle singole imposte, ma ciò non è vero, ci son imposte che si pagano anche senza reddito fiscale, ad esempio, l’imposta di registro quando si costituisce un’impresa; per non parlare di soldi spesi in beni di consumo colpiti da Iva, con denaro ricevuto in regalo, è il caso anche dei mendicanti. Da questi fatti si evince che lo stato è la sanguisuga più implacabile, esoso usuraio, bispistoliniere e fomentatore d’inflazione.

Secondo i professori, l’aumento dell’Iva farebbe lievitare i prezzi, ciò è vero per le parcelle dei professionisti, mentre per i beni di consumo si possono avere dei dubbi al riguardo, infatti, secondo alcuni, il prezzo lo fa il mercato, per cui con l’aumento dell’Iva, per tenere i prodotti nel prezzo, il nuovo carico fiscale è distribuito tra produttori, distributori e lavoratori che, a causa dell’attuale flessibilità dei salari, si vedono ridotta, nella migliore delle ipotesi, la possibilità di chiedere aumenti.

Per quanto riguarda i nei assunti sono soggetti a una sorte più triste, per le ragioni suddette e per la forza lavoro degli immigrati, sono costretti ad accettare contratti cococo, contratti a tempo determinato, precariato e lavori in nero; per l’impresa, a causa della rigidità e dell’aumento dei costi d'energia, trasporto, tariffe pubbliche e imposte, per stare nel mercato, è indispensabile avere un salario flessibile e al ribasso.

A causa di leggi di favore, le grandi imprese amiche, pagano poche imposte, hanno ricevuto aiuti dallo stato e appalti dallo stato, grazie alla revisione prezzi, a prezzi maggiorati; poiché sono rette da amici, soci anche del Vaticano, dei partiti e della mafia, chi potrà mai intaccare i loro privilegi? Invece il piccolo imprenditore che lavora con il suo capitale, dal suo lavoro guadagna meno dello stato, il quale incamera Iva, imposta sul reddito e altre imposte.

Per un piccolo industriale, solo con l’Iva al 20% sui prodotti lo stato guadagna più di lui, per la semplice ragione che, con la rotazione di magazzino, la produzione o fatturato annuo è un multiplo del capitale proprio sul quale l’imprenditore si aspetta un profitto in percentuale; questi imprenditori, per stare nel mercato, ricorrono al lavoro nero e all’evasione fiscale; si sa che un sistema fiscale iniquo può incoraggiare l’evasione e gli italiani non sono evasori e disonesti per natura, sono in tutto il mondo e, generalmente, si adeguano alle leggi dei paesi che li ospitano.

Non è possibile aumentare la pressione tributaria, lo stato non può ingoiare la metà del reddito nazionale, ma si possono eliminare alcune imposte, ridurre gli sprechi e togliere privilegi; lo stato ha già incassato miliardi di euro con la lotta all’evasione fiscale, acquisendo beni mafiosi, con le multe e il gioco d’azzardo e non ha restituito niente agli italiani in termini di servizi e di riduzione d’imposte. Non possiamo svenarci per la sanità, che è un grande carrozzone che alimenta sprechi e cura poco.

Per favorire la tassazione, da parte di certi esperti, si postula che in Italia certe rendite finanziare sono meno elevate che all’estero, però, se l’Italia è un paese eterogeneo, l’estero non è un paese omogeneo; tassare maggiormente le rendite finanziarie dovrebbe servire a ridurre le imposte che gli italiani pagano più che all’estero, come quelle sull’energia e a rimborsare celermente i crediti d’imposta alle imprese; purtroppo, in spregio ai contribuenti, la politica dei due tempi non ha mai sortito questi risultati in Italia, quanto si dice che in Italia l’acqua costa meno che all’estero e perciò il suo prezzo va adeguato, ci si dimentica di dire che gas e luce costano di più, soprattutto a causa delle imposte.

Anche in materia di assistenza sociale l’Italia dovrebbe accostarsi agli standard dell’Europa del nord, se si chiedono solo sacrifici al popolo, alla fine ne soffrono la domanda, la produzione e le stesse entrate dello stato. Da decenni l’Europa, il Fondo Monetario, le società di rating non hanno fatto altro che fare lezioni all’Italia, intanto l’Italia diveniva un laboratorio sperimentale per le speculazioni internazionali; a causa anche delle continue crisi di governo e del terrorismo, la lira era soggetta a continui attacchi speculativi; adesso le ricette imposte all’Italia le applicano anche ad altri paesi.

L’Italia, poiché era incapace di riformarsi, ha creduto all’Europa e ha sbagliato, gli italiani non sono sovrani nei confronti del loro stato e l’Italia non è sovrana rispetto all’Europa, al Vaticano e agli Usa; ciò è dipeso dal fatto che abbiamo perso una guerra e dalla nostra troppa fiducia verso gli alleati. La colpa di questa situazione non è solo dell’America, perché dell’élite mondiale fanno parte anche italiani e il Vaticano, le società segrete servono a questo, anche se i loro membri spesso rappresentano entità più elevate, perché il vero potere è anonimo e irresponsabile; solo la sede di questi consessi di élite possono essere a Londra o a Washington.

Abbiamo avuto torto anche a credere alle istituzioni internazionali, con un complesso d’inferiorità verso paesi nordici e con le istituzioni comunitarie, le quali, per favorire la concorrenza, avrebbero potuto imporci l’abolizione delle corporazioni professionali, uniformare a livello europeo pubblica istruzione, sistema fiscale e costi dell’energia; invece hanno fatto altre direttive inutili e ci hanno tenuti in condizione di minorità. Pare che in religione e politica l’uomo sia sempre costretto a credere a qualche cosa, al partito della salvezza e al diavolo cui addossare tutti i peccati.

Da sempre il potere occulto e i poteri forti, in Italia e all’estero, comprano uffici pubblici e privati, come ad esempio le banche centrali, e vi collocano al vertice uomini super pagati ma ricattabili, per speculare sulla pelle dei cittadini, favorire gli amici e far finta di controllare; la truffa finanziaria iniziò con la creazione delle società o compagnie capitalistiche anonime, poi vennero le finanziarie, i prestanomi, i paradisi fiscali e le scatole cinesi.

Su questa strada, diminuì la giustizia tributaria e la lotta alle speculazioni, i padroni del mondo hanno voluto questo sistema e lo difendono, reggono imprese e potere politico e, dopo le imprese, anche la politica, che ne è associata, vuole essere irresponsabile e avere le mani libere. La mafia italiana ricicla i soldi all’estero, dove ha ampi investimenti, ma, per legge, non li può riciclare in Italia; in tal modo sono favoriti gli investimenti italiani all’estero e non il contrario, sembra un andazzo suggerito dai nostri buoni alleati; anche la politica fiscale, energetica e tariffaria, come i mancati rimborsi all’esportazione, favoriscono le delocalizzazioni di nostre imprese all’estero.

Questa politica doveva rafforzare i nostri alleati, ma, purtroppo per loro, sta rafforzando la Cina, comunque, è difficile che sia nata nelle menti di dirigenti italiani indipendenti; da sempre, gli stati che perdono la guerra, diventano tributari e pagano una protezione, forniscono basi gratuite e truppe, subiscono il controllo di servizi segreti, polizia ed esercito; questi obblighi scaturiscono genericamente da protocolli segreti allegati al trattato di pace, gli stati custodiscono i segreti perché non sono trasparenti. A causa di questi obblighi l’Italia, stato semisovrano, è stato costretto ad intervenire recentemente in Libia

Al contrario dell’Italia, la Germania ha preferito pagare rateizzata la sua riparazione, conservando maggiore autonomia in politica estera, economica e di bilancio, noi, pensando di essere più furbi, non abbiamo pagato riparazioni, ma abbiamo messo la nostra indipendenza e la nostra sovranità in mano agli alleati. Italia e Germania hanno rosicchiato un po’ di autonomia, rispetto a Francia, Inghilterra e Usa, grazie alla guerra fredda, che ha consentito loro di riarmarsi, altrimenti, in forza del trattato di pace, non avrebbero potuto farlo.

Questi alleati, dopo aver fatto man bassa dei brevetti italiani depositati, hanno preso il controllo dei nostri maggiori uffici pubblici centrali, collocandoci loro uomini; con accordi con imprese, Vaticano e partiti hanno reso schiava l’Italia. Curiosamente, con il crac della finanza internazionale è accaduto che politici corrotti e dirigenti venduti all’élite, investendo i loro lauti appannaggi nella bisca della finanza internazionale, ci hanno rimesso dei soldi e non possono lamentarsene, perché dovrebbero spiegare agli altri dove hanno preso quei soldi; il riciclaggio estero dei boiardi di stato ha tolto loro quanto avevano rubato ai cittadini.

Nel 1934 il ministero del tesoro americano obbligò la Federal Reserve a consegnargli l’oro in cambio di certificati di deposito, nel 1944 quindi il dollaro era moneta di riserva senza deposito aureo, nel 1971 la convertibilità in oro fu abolita definitivamente e il dollaro era solo moneta fiduciaria, però, anche se senza garanzia, essendo accettata da tutto il mondo, serviva a finanziare i deficit americani da parte del mondo intero, questi debiti difficilmente saranno rimborsati, la svalutazione del dollaro sistemerà le cose; d’altra parte, dopo la prima e la seconda guerra mondiale, nemmeno l’Europa rimborsò integralmente i debiti fatti in America. La Grecia deve stare tranquilla, il debito estero si può rinegoziare, si può rimettere, si può denunciare e si può non pagare, è già successo in passato, l’Inghilterra non ha mai rimborsato debiti di guerra fatti con banchieri italiani del rinascimento.

Probabilmente anche la Banca d’Inghilterra ha venduto l’oro della sua banca centrale, fra l’altro, in anni recenti si era scritto che i depositi delle banche centrali superavano in valore l’oro posseduto dai privati (viste le vendite suddette non era vero), e si era chiesto che anche l’Italia vendesse quest’oro; si è anche dibattuto se quest’oro era di proprietà della Banca d’Italia o dello stato, la Banca d’Italia è una società privata controllata dalle banche che finanziano i partiti, perciò già si sa come andrà a finire.

Nelle politiche di risanamento internazionale dei singoli paesi, il FMI ha concesso prestiti in cambio di riduzione della spesa sociale, dell’aumento dell’età pensionabile, di privatizzazioni, di riduzione degli stipendi, di aumento delle tariffe pubbliche e di aumento delle imposte; però con queste condizioni i paesi debitori diventano schiavi da debito, la ripresa è impossibile ed è impossibile uscire dalla crisi, perché si ha caduta della domanda, chiusura delle imprese, disoccupazione e minori imposte per lo stato; in questa situazione ora si trovano, dopo paesi asiatici e latinoamericani, Grecia, Portogallo e Spagna.

I diritti speciali di prelievo, nati nel 1969, sono una moneta di conto, cioè virtuale, internazionale creata da FMI, si basano su un paniere di quattro monete: dollaro, yen, sterlina ed euro; a causa della crisi del dollaro, il presidente del FMI, Dominique Strauss-Khan, aveva proposto l’abbandono del dollaro, come moneta di riserva e, per punirlo di tanta intemperanza, è stato accusato violenza sessuale da una cameriera di un albergo di New York.

Probabilmente la cameriera era agente di un complotto per cacciarlo, infatti, dopo lo scandalo, sono state chieste le sue dimissioni; Strauss, notoriamente, aveva le sue debolezze sessuali e con quelle credenziali era stato ingaggiato per essere più facilmente ricattato e manovrato; gli si chiedeva solo di mettere la firma su scelte di altri, di obbedire ai poteri occulti e di essere discreto, in cambio avrebbe ricevuto lauti consensi, ma lui, come un servitore infedele, non ha rispettato il patto.

Nunzio Miccoli http://www.viruslibertario.it, numicco@tin.it


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