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Ma se NOI non ci decidiamo a farlo finire ....! [8)]



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MessaggioInviato: 09/06/2012, 22:17 
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Hannah ha scritto:

Il nuovo presidente Rai nominato da Mario Monti [:D]



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sabato 9 giugno 2012
Monti consegna la RAI alle banche: due potentissimi banchieri ai vertici

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Insomma, Monti aveva promesso che avrebbe preso di petto la questione Rai. Lui, l’uomo della Provvidenza. D’altronde i partiti litigavano troppo, c’era chi difendeva Lorenza Lei fino quasi alla morte e c’era chi ne voleva lo scalpo. Niente accordo, accuse e imboscate imperversavano. Quando tutto sembrava irrimediabilmente perso, ecco che il professore (Senatore e premier) è intervenuto: basta, decido io, bisogna salvare l’azienda conscelte di qualità. E così, una sera di giugno, Monti scodella la soluzione: per rilanciare la Rai sceglie la 67enne Anna Maria Tarantola e Luigi Gubitosi. La prima sarà il presidente e il secondo direttore generale, che di fatto viene nominato dal governo. (Ah, se l’avesse fatto Berlusconi…).

La Signora Tarantola è una persona per bene, è vice direttore generale di Bankitalia, è amica dei poteri forti (quelli che hanno abbandonato Monti, stando a quel che dice lui), è ben vista in Vaticano ed era tra i papabili per il dopo-Draghi in via Nazionale. Gubitosi è un manager ex Wind che ora lavora per Bank of America.
Banchieri e finanzieri, la trama è sempre la stessa. Che c’entrino con la Rai (che fa tv, principalmente) una anziana signora che forse, come dice Carlo Freccero, “non ha neanche il televisore in casa” e un dipendente di Bank of America lo sa solo il nostro premier. Se questa è la svolta per rilanciare l’azienda, si poteva fare meglio. E pazienza se Buttiglione si affretta a dichiarare alle agenzie che “la scelta della Tarantola è di altissimo profilo e di qualità. Attendiamo con trepidazione i commenti della banchiera-presidentessa sui palinsesti della prossima stagione tv.

Monti il rivoluzionario ha deluso ancora: avrebbe potuto davvero cambiare tutto, sfidando apertamente i partiti. Ma non ha avuto il coraggio. Ha fattoscelte all’italiana, di ripiego. Andando a pescare in quella categoria di funzionari dello stato un po’ attempati che vanno bene per tutte le stagioni. Anna Maria Tarantola in otto mesi è passata dalla candidatura alla poltrona di Governatore della Banca d’Italia a quella di viale Mazzini. Evidentemente,qualcosa non va in questo Paese. Ma forse, ormai, è anche fiato sprecato. Non ci salveranno neanche i professori e i loro amici banchieri.

fonte: http://www.daw-blog.com/2012/06/09/in-r ... eri-forti/



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MessaggioInviato: 12/07/2012, 19:47 
Mario Monti parteciperà alla Sun Valley Conference assieme a Tim Cook e a tutti i numeri uno della Silicon Valley

Il premier Mario Monti incontrerà i numeri uno dell’high-tech e dell’economia digitale per attirare nuovi investimenti nel nostro paese. Il nostro presidente del consiglio infatti è stato ufficialmente invitato a uno degli eventi più prestigiosi ed esclusivi che ogni anno si svolge negli States, a cui parteciperanno Tim Cook, Bill Gates, Mark Zuckerberg e tutti i numeri uno della Silicon Valley.

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Si tratta della Sun Valley Conference, organizzata dal 12 al 15 Luglio dalla banca d’affari Allen&Co. Durante questa importante conferenza, ogni anno si riuniscono gli uomini e le donne più influenti e ricche del pianeta oltre che i nuovi geni protagonisti dell’era tecnologica del ventunesimo secolo.

All’evento parteciperanno, fra gli altri, il CEO di Apple Tim Cook, il presidente di Microsoft Bill Gates, il fondatore di Facebook Mark Zuckerberg, il fondatore di Google Larry Page, il CEO di Sony Kazuo Hirai, il CEO di Groupon Andrew Mason, Niall Fitzgerald capo di Thomson Reuters ed altri magnati e filantropi dell’economia mondiale, della finanza e della comunicazione.

Il compito del nostro premier sarà quello di avvicinare il capitalismo tecnologico per intervenire in qualche modo sulla percezione non del tutto positiva che ha del nostro paese. Probabilmente parlerà delle potenzialità del nostro Paese o di qualche nuova proposta di legge, non è ancora chiaro. L’importante è che diffonda un messaggio di fiducia verso l’Italia, portando la sua immagine in mezzo agli uomini più potenti del momento.

http://www.ilsole24ore.com/art/notizie/ ... d=AbT3d25F


[}:)] [}:)]
Quello se non và a fare il pieno di Vaselina per ungervi il fondoschiena
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và a fare il tagliando al microchip.

Altro che diffondere un messaggio di fiducia verso l’Italia [}:)] [}:)]


Ultima modifica di Wolframio il 12/07/2012, 19:50, modificato 1 volta in totale.


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MessaggioInviato: 12/07/2012, 20:53 
giovedì 12 luglio 2012

La Francia tassa i ricchi, abbassa età pensionabile e aumenta i salari. Alla faccia della Fornero

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Ha aumentato il salario minimo del 2%. Ha abbassato la soglia per le pensioni di anzianità a 60 anni. Ha annunciato un’aliquota sui redditi dei ricchi al 75%, una tassa sui dividendi del 3% e sulle scorte petrolifere del 4%. Ha assicurato che aumenterà i contributi - già altissimi - e l’imposta di successione e che recupererà la vecchia patrimoniale. Infine, ha promesso 65mila assunzioni nel settore pubblico. Insomma, per i fautori del libero mercato e delle riforme strutturali, François Hollande è un incubo. Se Mario Monti avesse azzardato una sola di queste misure, il famigerato spread avrebbe toccato vette inarrivabili.

Eppure, tutto tace. Mentre sui quotidiani stranieri, in particolare su quelli anglosassoni, i titoli continuano a somigliarsi tutti (tra i più gettonati: «la luna di miele finirà presto» e «la vie en rose durerà poco»), sui mercati finanziari l’incantesimo regge. Anzi. Non più tardi di lunedì i rendimenti sui titoli di Stato francesi a tre e a sei mesi, per la prima volta nella storia, sono stati negativi. Segno che il mercato pensa che la Francia somigli molto più alla Germania che alle peccaminose Italia o Spagna. Segno che la “rossa” Parigi è diventato un porto sicuro, alla pari dei Paesi “falchi” guidati da austeri conservatori à la Merkel che anelano allo zero deficit come alla panacea di tutti i mali.

Certo, anche Hollande si è impegnato sul rigore. I numeri però sono numeri. Nel primo trimestre dell’anno il debito è salito all’89,3% del Pil e il deficit veleggia a fine anno verso il 4,5%. Il premier Jean-Marc Ayrault si è impegnato a ridurlo sotto il 3% l’anno prossimo e di azzerarlo quello dopo. Ma anche le stime sul Pil sono state riviste allo 0,4% quest’anno e all’1-1,3% per l’anno prossimo. E Hollande non ci pensa neanche, per dire, a rimandarsi le assunzioni nel pubblico o a toccare la legge sui licenziamenti come gli chiedono in molti.

Gli analisti, ovvio, avvertono che bisogna guardare ai rendimenti dei bond decennali e non a quelli a brevissimo termine. E che nei prossimi mesi sono destinati a risentire dell’«effetto Hollande», se non farà anche riforme strutturali. Però lo spread francese, intanto, è inchiodato a 110 punti, a distanze siderali dal nostro. Con tutto che in Francia, negli ultimi 5 anni sono spariti 400mila posti nel manufatturiero e il Pil pro capite è sceso negli ultimi 10 dal 95 al 90% di quello tedesco. E con tutto che una settimana fa i maggiori economisti e imprenditori hanno chiesto allarmati uno «shock per il rilancio della competitività», che è un noto punto debole dell’economia oltralpe. I mercati, per ora, se ne infischiano.

http://isegretidellacasta.blogspot.cz/2 ... citorio%29



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MessaggioInviato: 21/04/2013, 17:48 
..ora con il toto ministri x il prox governo,si suppone che il mario sia posizio ato agli esteri,certo che x i maro' trattenuti in india non c'e' da rimener tranquilli [;)]


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I "Marò" se sò rotti i ... maroni! [^]



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MessaggioInviato: 11/05/2013, 22:19 
PAPERA NON GALLEGGIA di Leonardo Mazzei






7 maggio. Con estrema precisione Mazzei smonta pezzo per pezzo cifre e impianto del DEF (Documento di economia e finanza) 2013, varato dal governo Monti il 10 aprile scorso e approdato ieri nelle aule parlamentari. Non ci sarà alcuna "crescita" rispettando il Fiscal Compact e i vincoli di bilancio e l'austerità imposti dall'eurocrazia.

[Nella tabella accanto saltano agli occhi le previsioni sballate formulate in base alle previsioni del governo Monti: si prevedeva (linea blu) la "ripresa" nel 2013 che non ci sarà; si prevedeva (linea rossa) il calo del debito rispetto al PIl, che non ci sarà; si prevedeva un avanzo del bilancio primario (istogrammi i giallo) che non ci sarà]

Puntuali come le piogge di primavera, le prime capocciate le hanno già battute. E sono arrivate dall'amata Europa. Per la quale si deve soffrire, sempre essendo disponibili a morire, come esplicitato nel titolo di un libro del 1997 - «L'euro sì. Morire per Maastricht», Laterza 1997 - scritto dall'attuale capo del governo.

La novità delle «larghe intese» è anche piaciuta a Berlino, ma non al punto da lasciarsi commuovere. Dalla Merkel il giovane Letta ha avuto più che altro l'incoraggiamento a proseguire la strada del rigore. E non è andata meglio a Bruxelles. E nemmeno a Parigi, dove si blatera di crescita ma non si vuol nemmeno sentir parlare di quella unità politica in cui sembrano credere ormai soltanto gli ectoplasmi dei defunti partiti italiani.

Fatto sta che la temuta parola che gli illusionisti avevano appena rimosso - «manovra» - ha conquistato le prime pagine dei giornali a neanche una settimana dal giuramento del nuovo esecutivo. Che vita breve hanno certe illusioni!

Eppure si erano dati un gran daffare: via l'IMU sulla prima casa, no all'aumento dell'IVA, slittamento della TARES, riduzione delle «tasse sul lavoro», cioè sgravi alle imprese e contentino sull'IRPEF ai lavoratori dipendenti. In realtà tutti interventi assai modesti e di facciata, ma che venivano presentati come l'antipasto di una più forte riduzione della pressione fiscale, come se i vincoli europei (a partire da quelli giganteschi previsti dal Fiscal compact) fossero misteriosamente finiti in qualche soffitta di Bruxelles.

Ora tutti sanno che non sarà così, ed i piccoli interventi su IMU, IVA e TARES dovranno essere immediatamente compensati, o con altre tasse o con nuovi tagli alla spesa pubblica. Anzi, siccome c'è bisogno di finanziare la cassa integrazione in deroga, nonché le cosiddette «missioni» militari all'estero (cioè la partecipazione alle imprese imperialiste americane, vedi Afghanistan) servirà una manovra più consistente. Si parla di un minimo di 6/7 miliardi, con tendenza a salire, da decretare entro giugno.

Insomma, la strana e pittoresca figura degli europeisti anti-tasse sembra già in affanno. Ma conoscendo i nostri polli, e ben sapendo che non dispongono di altra mercanzia propagandistica, si può star certi che non demorderanno. Del resto, per certi ultra-liberisti che imperversano sui media, ridurre le tasse non comporta alcun problema: basta tagliare la spesa a più non posso, come se non fosse già stata pesantemente compressa dai governi precedenti.

Ma la contraddizione decisiva è quella tra austerità e sviluppo, due termini che Letta avrebbe la pretesa di coniugare. Una pretesa condivisa con i sui predecessori italiani e con i suoi partner europei, ma di cui non si riesce a trovar traccia nella realtà dei paesi del sud Europa finiti nel tritacarne dei sacrifici per l'euro.

Il disastro del governo Monti nelle cifre del DEF

Per capire quel che ci aspetta è senz'altro utile riflettere un po' sul lascito di Monti, tornando agli albori del governo del Quisling della Bocconi. Anche allora, ricorderete, si affermava che il rigore sarebbe stato la pre-condizione di un futuro, certo e radioso sviluppo. Le cose sono andate assai diversamente. Ed è a causa di ciò che oggi Letta non può vestire gli stessi panni del tagliatore Monti, presentandosi invece come colui che vorrebbe uscire dall'austerità (di cui si cominciano a riconoscere i danni), ma... rispettando in pieno trattati e vincoli europei.

E' chiaro come un simile gioco di prestigio sia semplicemente impossibile. Le promesse del governo Letta sono dunque aggrappate ad un'unica possibilità: che l'Unione Europea decida di allentare (solo provvisoriamente, beninteso) i vincoli di bilancio. Ipotesi non strampalata, dato che la recessione morde in tutta l'eurozona, e che tuttavia non modificherebbe i problemi di fondo. Ma per gli euristi alla Letta od alla Napolitano, e per le oligarchie che rappresentano, l'essenziale è intanto prendere tempo.

Ci riusciranno? Molti sono i fattori - preminentemente politici - in gioco, in primo luogo l'esito delle elezioni di settembre in Germania. Ma ci sono anche altri elementi, di carattere economico, da tenere nella dovuta considerazione. Alcuni di questi fattori ci vengono consegnati dal DEF (Documento di economia e finanza) 2013, varato dal governo Monti il 10 aprile scorso, che approderà proprio oggi nelle aule parlamentari.

Ecco, se c'è un documento che inchioda Monti alle sue responsabilità storiche è proprio questo. Questo odioso curatore fallimentare, e con lui i suoi ministri, vanno dicendo da mesi che sì, effettivamente l'austerità ha penalizzato lo sviluppo, ma non si poteva far altro per salvare il Paese. Peccato che il «salvataggio» non vi sia proprio stato. Quando Monti entrò a Palazzo Chigi il debito ammontava al 120% del pil. Ora, dopo aver raggiunto al 31 dicembre 2012 il 127%, è lo stesso DEF a prevederlo oltre il 130% a fine 2013.

I soliti ingenui penseranno che questo disastro sia semplicemente la conseguenza delle politiche del passato, ma non è così. Il governo Monti ci ha lasciato tre documenti di previsione: il DEF 2012 (aprile), l'aggiustamento del DEF nel settembre successivo, ed appunto il DEF 2013. Confrontare le previsioni contenute in questi tre testi (che per semplicità chiameremo, in ordine cronologico, a - b - c) è assai illuminante.

Partiamo dal rapporto deficit/pil. Per il 2013 la previsione iniziale (a) era di un -0,5%, diventato in (b) un -1,8%, arrivato in (c) al -2,9%. Per la cronaca la differenza ammonta a circa 38 miliardi di euro (sempre per la cronaca, l'equivalente di 9,5 abolizioni integrali dell'IMU sulla prima casa). Analoghe correzioni riguardano il 2014 ed il 2015. Per il 2014 la sequenza è: (a) -0,1%, (b) -1,5%, (c) -1,8%. Per il 2015 abbiamo: (a) 0, (b) -1,3%, (c) -1,5%.

Vediamo ora il rapporto debito/pil, partendo sempre dal 2013: (a) 121,5%, (b) 126,1%, (c) 130,4%. La differenza tra la previsione iniziale e quella finale ammonta a circa 140 miliardi di euro (l'equivalente di 35 abolizioni integrali dell'IMU sulla prima casa). Correzioni ancora più ampie sono state apportate alle previsioni per il 2014 e il 2015. Per il 2014 questa è la sequenza: (a) 118,2%, (b) 123,1%, (c) 129,0%. Per il 2015: (a) 114,4%, (b) 119,9%, (c) 125,5%. Per chiudere sul tema giova solo ricordare che secondo la stessa Commissione UE queste stime sono troppo ottimiste. Per Olli Rehn il debito sarà al 131,4% nel 2013 ed al 132,2% nel 2014. Tuttavia l'esperienza fa ritenere che alla fine anche queste previsioni verranno corrette in peggio, forse non di poco.

Cosa ci dicono queste cifre?

In primo luogo ci dicono molto sul governo Monti. Perché i casi sono due: o Monti e i suoi ministri erano soltanto degli incompetenti totali, o (come pensiamo) nello stendere il DEF 2012 essi mentivano sapendo di mentire.

In secondo luogo le cifre del DEF evidenziano gli effetti reali della cura draconiana imposta all'Italia in nome dell'euro. Le cifre, anche se chiare, possono sempre risultare aride. Ma non occorre un grande sforzo di fantasia per capire il dramma sociale che si svolge dietro questi numeri, dato che l'aumento della disoccupazione e della povertà discendono direttamente dalla politica austeritaria e dalla recessione che ne è derivata. Il fatto è che oltre al dramma sociale che ha provocato, la politica dei sacrifici non ha risolto i problemi che sembravano giustificarla.

In terzo luogo, e questa è la conclusione più importante, queste cifre ci dicono che la massa del debito (con il corollario delle spese per gli interessi) è ormai insopportabile. Questo debito non può essere pagato, di certo non tutto. E qualora si proseguisse invece nella scelta di onorarlo, in nome degli interessi degli strozzini istituzionali che operano sui mercati finanziari, questo equivarrebbe al colpo finale alla disastrata economia nazionale.

In quarto luogo, queste cifre rendono ancora più insostenibile il Fiscal compact. Per una sorta di pigrizia mentale, ancora oggi i più conteggiano il costo annuo del Fiscal compact sulla base di un rapporto deficit/pil del 120%. Siccome l'obiettivo posto dal trattato è quello del 60% da raggiungere in 20 anni, si calcola il differenziale da recuperare annualmente in circa 47 miliardi di euro (120-60=60; 60:20=3; 3% del pil ipotizzato=47 miliardi). Ma visto che siamo ormai al 130% (in realtà ben oltre), la percentuale da recuperare non è più del 3 bensì del 3,5%. Altri 8 miliardi che portano il totale annuo (per 20 anni) a 55 miliardi.

C'è bisogno di aggiungere qualcos'altro per dimostrare il disastro targato euro ed Europa? Di questo dovremmo discutere, altro che delle buffonate sparse a piene mani in questi giorni dall'allegra brigata bipartisan degli europeisti anti-tasse! Se la follia eurista dovesse ancora una volta prevalere, le tasse non potrebbero che aumentare. E con le tasse i tagli ad ogni diritto sociale, all'occupazione ed ai salari. Del resto, governa un tale pronto a (far) morire (gli altri) per l'euro...

http://sollevazione.blogspot.it/2013/05 ... nardo.html

..e questi sarebbero i tecnici che dovevano risollevare la situazione italiana,+ che altro assomigliano a satrapi al servizio dei poteri forti....[:(!]


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MessaggioInviato: 11/05/2013, 23:20 
cari amici,
rileggendo la prima pagina di questo topic ,(2011) ho notato che ,
almeno qui sul forum, gli utenti avevano "gia capito", chi era e cosa avrebbe fatto [;)]

ciao
mauro



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monti in un intervista ad agora' afferma."viene voglia di restare all'estero",certo sarebbe il suo giusto posto,magari in nord korea......[;)]


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siamo oramai al ridicolo,il buon vate monti in un'intervista ha accusato la bignardi di averlo rovinato regalandogli un cagnolino.........magari dovrebbe ricordarsi quanti italiani ha rovinato(pure suicidi) con le sue politiche.....................non ci sono parole [:(!]


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MessaggioInviato: 21/10/2013, 12:06 
Cita:
mauro ha scritto:

cari amici,
rileggendo la prima pagina di questo topic ,(2011) ho notato che ,
almeno qui sul forum, gli utenti avevano "gia capito", chi era e cosa avrebbe fatto [;)]

ciao
mauro

Eh già..... i "complottisti" vedono lungo, caro Mauro... [:D] [;)]



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MessaggioInviato: 25/02/2014, 22:02 
Ue: Monti a Strasburgo, parte gruppo nuove entrate

Insediamento a presenza Barroso, Schulz e Samaras


(ANSA) - STRASBURGO, 24 FEB - Mario Monti martedì sarà a Strasburgo per l'insediamento come presidente del gruppo di alto livello per la proposta delle cosiddette 'risorse proprie' della Ue, le nuove entrate che dovranno in futuro ridurre il peso dei contributi nazionali al bilancio dell'Unione europea. Del gruppo fanno parte membri delle tre istituzioni europee, Consiglio, Commissione e Parlamento, che domani saranno rappresentate rispettivamente dal presidente di turno, il premier greco Antonis Samaras, Josè Manuel Barroso e Martin Schulz.

L'istituzione del gruppo di lavoro è stato richiesta e ottenuta dal Parlamento europeo nel corso della estenuante trattativa con il Consiglio sul bilancio pluriennale 2014-2020.

(ANSA).

[align=right]Source: Ue: Monti a Strasburgo, parte ...e news - ANSA Europa - ANSA.it [/align]



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