COSA CI SI ASPETTA DA MARIO MONTI?
La proposta, invisa alla Germania, di trasformare la BCE in prestatore di ultima istanza, la farebbe diventare una banca centrale europea come la Fed e la Banca d’Inghilterra; acquistando i debiti esteri dei singoli paesi, ne livellerebbe i tassi a vantaggio dell’Italia e della Grecia. Per rilanciare domanda e opere pubbliche, potrebbe stampare più moneta; invece attualmente la BCE, per statuto, per contenere l’inflazione, contiene l’emissione del denaro al 2% annuo.
La Germania ha paura dell’inflazione che la colpì duramente il primo e nel secondo conflitto mondiale, esporta alla grande perché i paesi dell’area euro meno competitivi non possono svalutare una loro moneta per recuperare competitività e così perdono quote di mercato a favore della Germania; oggi più della metà dell’esportazione tedesca è diretta in Europa, perciò, anche se la Germania pare essersi disinnamorata dell’Europa, non può facilmente staccarsi dall’Europa e dall’euro.
Le prime mosse del governo di Mario Monti sono aumenti delle tasse e ancora ritocchi alle pensioni, si spera anche che vada a toccare anche le pensioni alte e le doppie e triple pensioni corrisposte dallo stato agli amici; infatti, non esistono solo i privilegi dei politici, ma anche quelli dei dirigenti di stati, delle grandi corporazioni e degli alti magistrati. C’è anche la necessità di eliminare le corporazioni professionali, non bastano i semplici ritocchi alle loro tariffe minime, altrimenti il liberismo funziona solo a senso unico, cioè contro i lavoratori.
A causa dell’emergenza greca, a marzo di quest’anno il patto dio stabilità è stato modificato, mettendo l’attenzione sul debito pubblico, oltre che sul deficit di bilancio dello stato, perciò l’Italia, che anche prima aveva un alt debito pubblico, è finita sotto il mirino; stranamente l’Europa sembra dare meno importanza ai debiti privati e a quelle delle imprese, che vedono l’Italia posizionata meglio del nord Europa, quasi che i debiti delle famiglie siano meno letali, però nel terzo mondo, con i debiti privati e l’usura, ci si vende anche schiavi.
Insomma, a causa del debito pubblico si aumentano le tasse e si riduce il reddito netto spendibile dei lavoratori, a causa del debito privato, le tasse possono essere minori e il reddito netto maggiore, però poi bisogna pagare le rate dei prestiti e il risultato pratico può essere lo stesso; è strano che l’Europa non tenga conto di ciò, teme solo l’insolvenza degli stati, vuole l’austerità e il bilancio dello stato in pareggio. Ma con una politica deflazionistica così fatta, non fa altro che far cadere la domanda e accelerare la crisi economica, rendendo anche più difficile gli investimenti pubblici, il pareggio di bilancio e la nuova occupazione.
La lotta all’evasione è un vecchio slogan e dovrebbe colpire anche l’evasione legale degli amici dello stato come il Vaticano; con le maggiori entrate fiscali, bisognerebbe ridurre il carico fiscale di lavoratori e piccole imprese perché la pressione fiscale non può aumentare, così se ne avvantaggerebbe domanda e occupazione. Sarebbe anche utile colpire con le tasse il patrimonio immobiliare del Vaticano e degli enti ecclesiastici, che è molto esteso. Invece è essenziale ridurre la spesa, quella per interessi pubblici la stanno facendo salire i mercati, osannati a sinistra; un’altra spesa incontrollata è quella sanitaria, che non si può controllare per non offendere gli amici, tra i quali sono la mafia, Big Pharma e il Vaticano, che controlla tante cliniche private.
Dall’estate scorsa l’Italia, già soggetta alle rampogne dell’Europa, come stato semi-sovrano, è soggetta agli attacchi speculativi, che hanno portato a svendere i titoli pubblici italiani del mercato secondario e a far aumentare i tassi di quelli di nuova emissione. L’aumento del differenziale tra tassi del debito pubblico italiano e tassi del debito pubblico tedesco, come avviene per i prezzi del petrolio, è stato determinato dalla speculazione e non dalla domanda e dall’offerta.
La dimostrazione sta nel fatto che a tassi relativamente più bassi di Francia e Spagna, questi paesi non riescono a collocare tutti i titoli pubblici offerti alle aste, mentre l’Italia, con tassi più alti, ci riesce; le leggi di mercato, per pareggiare la domanda all’offerta, suggerirebbero che quelli franco-spagnoli dovrebbero essere più alti e quelli italiani più bassi; la speculazione influenza tassi e corsi di borsa. Infine. Il Giappone, ha un debito pubblico più alto dell’Italia, remunerato all’1% e sottoscritto solo da giapponesi, perciò non può essere oggetto di speculazione da parte della finanza internazionale. Ci si chiede pertanto, perché il governo semisovrano italiano e le banche, che hanno referenti privilegiati e finanziati da esse in parlamento, hanno collocato il nostro prestito pubblico all’estero, se gli italiani hanno risparmio, come si dice spesso; forse lo hanno fatto per favorire la speculazione internazionale.
L’Europa ci chiede misure drastiche in materia di lavoro, liberalizzazioni, imposte e riduzione della spesa pubblica, come se l’Italia fosse il bersaglio unico della situazione di crisi, però la crisi del debito è nata in Usa e ha poi colpito Inghilterra e Alta Europa; Francia, Germania e Austria hanno crediti verso paesi dell’est europeo che ora sono insolventi, non esiste solo il problema della Grecia. La colpa di Italia è Grecia è di aver preso troppo sul serio l’Europa ed ora debbono pagare.
L’informazione italiana, il centro sinistra e gli economisti di corte con libero accesso alla televisione, facendo propagando e abusando della credulità popolare, affermano che l’Italia deve recuperare credibilità politica; però questa credibilità l’Italia non l’aveva nemmeno prima, con governi che duravano un anno, con le svalutazioni periodiche della lira, con i rappresentanti italiani che disertavano il parlamento europeo, con ministri degli esteri italiani che non parlavano l’inglese e Prodi che, pur parlandolo, non si faceva capire.
Oggi Inghilterra e Usa, per contrastare la crisi, emettono liberamente moneta e l’Europa no, ne dovrebbe derivare una svalutazione del dollaro ma accade il contrario; forse la ragione risiede nel fatto che gran parte del nuovo denaro emesso non è stampato materialmente, ma entra solo nei circuiti elettronici come moneta di conto o conto corrente. Pare che sia stata Goldman Sachs di Soros, la più grande banca d’affari del mondo, a innescare la vendita dei BTP, questa banca è leader della speculazione ed ha guidato le privatizzazioni italiane del 1992 e sta pilotando quelle attuali della Grecia e dell’Italia; centrosinistra, Napolitano, Fondo Monetario e Goldman Sachs, in pratica i mercati, hanno spinto per un governo tecnico in Grecia e in Italia.
Monti è stato vicepresidente di Goldman Sachs, è consulente o advisor di Goldman Sachs, è presidente della Commissione Trilaterale per l’Europa, anche Mario Draghi è uomo di Goldman Sachs. I mercati hanno favorito la caduta di Berlusconi, aiutati dai suoi agenti nel parlamento italiano di UDC, FL e DC, da Napolitano e dal Vaticano; come accade nelle banche italiane, nel governo Monti ci sono diversi ministri di area cattolica; quando detto, non per rimpiangere Berlusconi.
Attualmente in occidente c’è una crisi di sovrapproduzione e di bassa domanda, perché la gente non ha denaro da spendere e la disoccupazione aumenta, la politica deflattiva dei bilanci pubblici in pareggio non può che peggiorare questa situazione; bilancio in pareggio e spostamento dell’età della pensione sono buone politiche quando c’è la piena occupazione, in questa situazione sarebbe meglio aumentare l’emissione di banconote come fa l’America, perché si aumenta la domanda e si riduce il peso del debito, senza aumentare le tasse.
Però la Germania vuole la difesa del potere d’acquisto dell’euro e, per esportare, insiste sulla restrizione salariale; oggi, agli attuali valori di borsa, privatizzare le grandi aziende di stato, significa fare un regalo agli speculatori internazionali, che con la possibile riduzione dei tassi sul debito pubblico italiano, già pensano di guadagnare plusvalenze da impiegare in borsa, anche aiutati dal cambio favorevole con il dollaro, guadagnando enormemente in poco tempo.
Se salta l’Europa e l’euro, torna il protezionismo, che non è tutto negativo, perché, storicamente, con il protezionismo è cresciuta la produzione industriale di tanti paesi; però il protezionismo è malvisto dai mercati e dai globalizzatori, ma anche dalla Germania e dalla Cina che esportano molto. L’Europa avrebbe anche dovuto coordinare politica fiscale, politica salariale e politica scolastica, a causa dei suoi ritardi e dei ritardi dei governi nazionali, la speculazione, agendo tempestivamente, sta traendo profitto dall’attuale situazione.
Con la politica del governo Monti, l’Italia sta anche salvando le banche francesi e tedesche pesantemente esposte, non solo in Grecia, ma anche in altri paesi europei; oggi BCE; fondo Monetario e governi esteri stanno dettando le tappe al governo semisovrano di Monti. Da decenni l’Italia è oggetto di attacco speculativo alla lira e perciò i nostri soci europei non volevano che entrassimo nell’euro e ci imposero una manovra finanziaria tremenda.
La politica di austerità porta alla recessione, oggi l’euro è una moneta senza stato e Monti è presentato come l’uomo della salvezza, Napoletano si era detto favorevole al federalismo ma chissà cosa ne farà Monti, che peraltro, in base alle sue dichiarazioni, non dovrebbe durare più di questa legislatura; forse la lega nord, che fa opposizione, alle prossime elezioni aumenterà i suffragi. Il governo Monti sembra un governo di tecnici e banchieri e il braccio armato dei mercati finanziari.
Negli ultimi anni in Italia gli investimenti in opere pubbliche sono venuti solo dagli enti locali, perciò, in assenza di uno stato, questi non si possono strangolare, però anche gli enti locali sprecano denaro. Mario Monti si è formato in Usa, è stato discepolo di Brzezinski e rettore all’Università Bocconi, advisor di Goldman Sachs, presidente della Commissione Trilaterale per l’Europa, voluta nel 1973 da David Rockefeller.
Mario Monti è il campione di un governo ultraliberale, amato dai post-comunisti, che preme per le privatizzazioni e le deregolamentazioni, segue le teorie di Milton Friedman e la sua scuola di Chicago e non Keynes; per imporre certi interventi economici alla politica, Goldman Sachs approfitta di periodici shock da catastrofi naturali e da catastrofi umane, come le guerre e le crisi economiche, questa strategia è stata già applicata in Asia e America Latina e ora è applicata all’Europa.
Nunzio Miccoli
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