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 Oggetto del messaggio: Per una nuova solidarietà europea.
MessaggioInviato: 05/12/2011, 11:06 
PER UNA NUOVA SOLIDARIETA’ EUROPEA, SENZA ISTITUZIONI EUROPEE

La finanza internazionale, cioè il governo occulto del mondo, è interconnessa, infatti, nel 2008, dopo il fallimento di Lehman Brothers, le banche centrali di Svizzera, Inghilterra, Europa, Giappone, Canada, e Usa, si coordinarono per aiutare la Fed e rifinanziare le banche coinvolte nel crack; ora pare stia accadendo il contrario e la Fed, con linee di credito, aiuta la Banca Centrale europea, lo scopo ufficiale è assicurare liquidità al sistema finanziario.

La Fed, con poca pubblicità, ha finanziato, le banche americane dissestate con migliaia di miliardi di dollari, la crisi è nata in Usa e poi ha coinvolto Gran Bretagna ed Europa; Grecia e Italia sono state i capri espiatori, perché era difficile spigare agli europei del nord Europa le enormi perdite delle loro banche sui derivati, però anche la stampa italiana e gran parte della sua classe politica crede molto all’Europa.

Quest’anno l’Italia avrà un deficit di bilancio del 3% e l’Europa le chiede di avere un bilancio in pareggio nel 2013, la Francia ha un deficit del 5,6% e raggiungerà il pareggio nel 2015; la Gran Bretagna ha un deficit di bilancio dell’11%, con un rapporto debito complessivo/Pil superiore a quello italiano, però Francia e Germania hanno un debito pubblico inferiore all’Italia; a causa della finanza creativa, la condizione del debito complessivo Usa è irreparabile ed è da primato mondiale.

In Usa il debito privato è pari al 240% del Pil, quello greco è del 120% e quello italiano del 43%, gli Usa hanno anche un debito pubblico pari a oltre il 200% del reddito nazionale, cioè superiore a quello italiano che è il 120%; gli Usa hanno determinato la crisi a catena e stanno peggio dell’Europa, però economisti di corte e informazione, per lo più, non pare che se ne siano accorti. Se guardiamo ai precedenti, Argentina, Islanda ed Ecuador si sono rifiutati di pagare tutti i loro debiti esteri, questi debiti sono anche nati da tassi usurai, da trattati ineguali e da tradimenti delle classi dirigenti vendute allo straniero, è accaduto anche all’Italia.

Ci si chiede pertanto da cosa dipende tanta attenzione verso l’Italia, sempre oggetto di speculazione internazionale da oltre trenta anni; non sarebbe sbagliato esaminare la possibilità di uscire dall’Europa neocoloniale e dall’Euro, anche se, secondo il trattato di adesione, non è prevista la secessione unilaterale di uno stato, come nei matrimoni indissolubili e senza rispetto per l’autodeterminazione dei popoli.

Secondo l’artico 50 del trattato di adesione, per uscire dall’Europa e dall’euro, occorre l’approvazione di una maggioranza qualificata degli stati, cioè l’adesione al trattato sembra irreversibile, una bella forma di democrazia. L’uscita dall’euro garantirebbe l’uso di una propria moneta, che è un’entrata per lo stato; per acquistare competitività, si avrebbe la possibilità di svalutarla e si potrebbero creare barriere protezionistiche; però, poiché bisogna dire tutto, si avrebbe anche una momentanea fuga di capitali e la restrizione momentanea del credito internazionale.

Fuori dell’Europa, l’Italia potrebbe reintrodurre la lira con il vecchio cambio di lire 1936,27, però i debiti esteri denominati in euro rimarrebbero in euro, l’Italia ritornerebbe alle svalutazioni competitive; lo stato si finanzierebbe anche con le emissioni monetarie, ma i vecchi mutui e i titoli pubblici denominati in euro e ad alto tasso fisso verrebbero a costare parecchio. Le nostre banche hanno 160 miliardi di euro di titoli di stato italiani, 3 miliardi di titoli dei Pigs, cioè dei paesi europei in crisi e titoli subprime pari 6,8% del patrimonio, contro una media europea del 65,3%.

Complessivamente, la situazione dell’Italia è molto migliore di Francia, Germania e Inghilterra, massicciamente coinvolte con i derivati e con i finanziamenti anche ai paesi dei Balcani e dell’Europa orientale. I migliori finanziamenti delle banche francesi sono quelli fatti allo stato italiano, che malgrado l’isterismo dell’informazione, è il più solvente; la Francia ha anche amato fare shopping di aziende italiane che ha poi spostato in Francia, però nella borsa francese ci sono più investimenti esteri che nella borsa italiana, dove il risparmio degli italiani in titoli di stato, tra banche nazionali e privati, è calato sotto il 50%.

I Credit Default Swaps sono titoli derivati cedibili che hanno generato un florido mercato speculativo, sono assicurazioni con scommessa sul fallimento d’imprese o stati, operano in questo mercato Goldman Sachs, JP Morgan e Deutsche Bank; il valore di questi titoli cresce all’avvicinarsi del rischio default e perciò si spiega l’allarmismo pagato d’informazione, politici ed economisti di corte. Il meccanismo era stato collaudato in America con il crollo di Lehman Brothers e AIG; oggi il valore di questi titoli speculativi è, secondo alcune valutazioni, pari all’economia mondiale, vi si specula come nei prezzi a termine del petrolio.

Si dice che il denaro si nato per superare il baratto, in realtà la sua nascita fu giustificata dal credito e dal corrispondente rilascio di titoli di credito a scadenza, prima senza interesse e poi a interesse, che divennero le prime banconote. Con lo scopo di rendere irresponsabili i loro ideatori, l’invenzione fece nascere banche, società di capitale, finanziarie e paradisi fiscali; alla moneta aurea, successe quella cartacea, quella di conto e la carta di credito; al signoraggio monetario delle banche centrale si aggiunse il signoraggio bancario delle banche ordinarie che emettevano assegni.

Un castello enorme che si alimentava con i debiti e fatalmente ha portato ai derivati finanziari; in generale, il denaro vale solo perché è accettato, ma è un grosso business per chi lo stampa, gli stati sovrani si riconoscono dal fatto che beneficiano del signoraggio monetario e riscuotono le tasse, perciò il popolo non può essere mai sovrano, è il governo dell’inganno che sostiene la tesi opposta; prima di criticare l’Europa Unita, che rappresenta un governo più lontano dai cittadini, bisogna criticare i governi statali che si erano già macchiati di questi misfatti. Lo stato è un’impresa privata occulta, nata per riscuotere le tasse, in cambio di una generica protezione accordata ai sudditi; i servizi gli sono stati estorti in un secondo tempo, a causa delle proteste dei sudditi.

Ieri e oggi, in gran parte del mondo, con i debiti si facevano schiave le persone e le nazioni e la libertà era solo libertà dai debiti e dalle tasse, la seconda concessa dallo stato a persone da privilegiare, l’habeas corpus venne dopo; le tasse si pagavano in natura, in pecore, in schiavi, mentre il salario dei soldati, che dovevano presidiare il territorio, era pagato in sale, argento o terre tolte al nemico e da colonizzare.

Contemporaneamente, grazie ai persuasori occulti, come l’informazione, la cultura di massa faceva passare i morosi o inadempienti verso lo stato e i creditori come persone che si dovevano vergognare; stato e religione istillavano questa morale e chi non pagava debiti e imposte era soggetto anche a violenza. Però gli stati insolventi si possono salvare solo denunciando i loro debiti esteri, le insolvenze internazionali sono state tante, nel rinascimento anche l’Inghilterra denunciò i debiti verso i banchieri fiorentini e l’America non ha avuto indietro tutti i crediti concessi agli alleati europei della prima e della seconda guerra mondiale, mentre la Francia riceve ancora riparazioni dalla Germania, una vecchia forma di tributo internazionale pagato dagli stati sconfitti in guerra.

Oggi a emettere la moneta sono solo gli stati o le banche centrali, che è più o meno la stessa cosa, perché le banche sono autonome dallo stato ma controllano lo stato; è finito il gold standard e la moneta non ha più un valore intrinseco, oggi non esistono strumenti di pagamento senza debiti; quindi la crisi finanziaria è ciclica, infatti, questa crisi del debito è nata in America, con l’indebitamento delle famiglie americane, delle imprese americane e dello stato americano, sia dovuto al deficit del bilancio dello stato che al deficit della bilancia commerciale.

Poiché con la globalizzazione gli Usa avevano delocalizzato industrie all’estero, per sostenere domanda e occupazione, grazie alla forza del dollaro, hanno attirato capitali da tutto il mondo e si sono indebitati; ora sono insolventi e difficilmente rimborseranno i loro enormi debiti, per salvarsi, possono solamente denunciarli, svalutare il dollaro, aumentare l’emissione di denaro, favorire investimenti in infrastrutture e aumentare i dazi all’importazione.

Quindi, la dissennatezza delle banche ha avuto la copertura e la connivenza dello stato, gli amministratori delle banche americane super pagati, quando vendevano derivati, erano coperchi a quali non si possono addossare tutte le responsabilità; però i dirigenti delle banche francesi, inglesi e tedesche, per acquistare per le loro banche o per piazzare ai privati i derivati, hanno ricevuto larghe provvigioni, non sono stati strumenti oscuri.

Il Fondo Monetario è nato per proteggere il credito internazionale, per concedere finanziamenti agli stati indebitati e per impedire a essi di fallire, cioè per impedire il loro default; però i debiti degli stati poveri non possono essere pagati interamente, perciò qualche anima buona ha proposto la remissione di questi debiti, ma ora, nei circuiti dei grandi debitori sono entrati, con effetto domino, anche i paesi ricchi occidentali. A causa dei danni della finanza creativa e della massa di derivati, dal 2008 abbiamo avuto consapevolezza che i debiti Usa non possono essere tutti onorati, nemmeno con i buoni uffici di FMI, Banca Mondiale e Banca Centrale Europea.

Per quanto riguarda l’Europa, se si vuole il rilancio economico, la Banca Centrale Europea dovrebbe acquistare i titoli di stato dei paesi in difficoltà, sia al mercato secondario che al mercato di nuova emissione; la BCE deve mantenere liquido il mercato dei titoli, deve stampare più moneta, ed emettere eurobond a tasso contenuto come fa il Giappone, con lo scopo di contenere l’onere in interessi di paesi come l’Italia.

Con ciò farebbe ciò che fanno la Federal Reserve e la banca centrale giapponese; il pareggio di bilancio non serve a superare la crisi, sarebbe solo un aiuto agli Usa che sarebbero gli unici a creare liquidità internazionale con il debito, cioè eliminerebbero la concorrenza dell’euro. Invece la Banca Centrale Europea è più intenta a combattere l’inflazione che a superare la recessione; l’inflazione abbassa l’onere del debito, mentre la stretta sul bilancio dello stato e sui salari favorisce la recessione.

Più che ricorrere al bilancio dello stato in pareggio o aumentare la pressione tributaria, come sta facendo il governo Monti, bisognerebbe controllare, calmierare e riqualificare la spesa pubblica e, gradualmente, il bilancio in pareggio verrebbe da se; penso soprattutto ai privilegi fiscali o evasione legale di Vaticano e privati, penso alla spesa sanitaria incontrollabile, soprattutto nelle regioni del sud; è ingiusto colpire sempre le pensioni, ma è giusto colpire le pensioni privilegiate.

La gestione dell’Inps è largamente attiva e i contributi dei lavoratori sono a destinazione specifica, se lo stato se ne appropria, commette un illecito, però è notorio che ciò che è lecito allo stato non è lecito ai privati; lo stato, senza conseguenze, può uccidere, fare violenza, rubare, espropriare, violare contratti privati e trattati internazionali, non è soggetto né alla costituzione, né alla legge ordinaria, anche se i professori di corte sentenziano il contrario.

I tecnici aggregati al governo sono sempre di una parte, cioè dalla parte di lor signori, ma non dalla parte dei lavoratori, è così anche per gli alti dirigenti dello stato; oggi l’informazione predica i sacrifici, narcotizza i cittadini, alleata con gli agenti dei mercati che siedono in parlamento e con gli economisti di corte che hanno visibilità in televisione. Questi fanno assieme un’opera di manipolazione che in Italia si sé vista in passato solo alla vigilia della prima guerra mondiale, per spingere l’Italia in guerra; è proprio vero che i cani per niente non muovono la coda, infatti, l’informazione ha finanziamenti e aiuti e i politici hanno finanziamenti e privilegi.

A marzo del 2011 la modifica del patto di stabilità europeo è servita inchiodare l’Italia, perché ha posto l’accento sul debito pubblico, che in Italia era alto anche prima, invece che sul deficit di bilancio, che l’Italia era riuscita a contenere più di tanti altri paesi europei. In Italia anche il debito complessivo, tra pubblico e privato, rispetto al pil, è inferiore a Usa, Giappone, Francia e Gran Bretagna; al netto e al lordo degli interessi, il deficit di bilancio è percentualmente inferiore a Francia e Inghilterra.

E’ stata la speculazione, collusa con la Banca Centrale Europea, asservita a Francia e Germania, che ha favorito la crescita degli interessi sui titoli di stato italiani, quando i tassi ribasseranno, le banche creditrici dell’Europa settentrionale su questi titoli italiani guadagneranno plusvalenze per coprire parte dei loro buchi di bilancio. La Deutsche Bank è una delle cinque banche che hanno il controllo del mercato dei CDS, con Goldman Sachs ha venduto BTP italiani al mercato secondario, ne ha favorito il deprezzamento e, conseguentemente, ha favorito il rialzo degli interessi dei titoli di nuova emissione.

La Grecia, più fiduciosa verso l’Europa che verso i suoi governi, a causa del risanamento finanziario, nel 2011 vedrà, ridursi il suo reddito nazionale del 5,3%, il tutto sotto un governo di unità nazionale diretto da tecnici commissari della Banca Centrale europea; la stessa ricetta sollecitata da UDC, FL e PD, agenti dei mercati, per l’Italia. Fortunatamente, alla Grecia sono stati tagliati dall’Europa 100 miliardi di euro di crediti inesigibili.

L’aiuto europeo alla Grecia è un aiuto alle banche francesi e tedesche, creditrici della Grecia; con la crisi per Cipro, la Germania, invece di fare da paciere con la Turchia, ha venduto molte armi alla Grecia; sembra che l’Europa abbia un intento neocoloniale verso Grecia e Italia, però si è mossa con più rispetto verso le banche del nord. Tra il 2008 e il 2010, a causa delle loro esposizioni con i derivati, le ha finanziate a tasso agevolato per 4.825 miliardi di euro, a beneficio soprattutto d’inglesi, francesi e tedeschi, l’emissione suddetta è naturalmente a carico di tutti gli europei.

Pensavamo che certe furbizie fossero solo italiane, perché anche l’Italia si è comportata così con le insolvenze passate di Banca di Roma, Banca di Napoli e Banca di Sicilia; ma in realtà così dovevamo andare le cose perché l’Italia è stata sempre assente o passiva presso le istituzioni europee, sempre richiamata e sanzionata da esse, che ci facevano al morale per le nostre inadempienze e i nostri ritardi. Come nel nostro parlamento gli onorevoli non sono tutti uguali, l’Europa non è fatta di stati uguali, perché è retta da una diarchia autonominatasi, fatta da Francia e Germania, con l’Inghilterra che, dietro le quinte, tira le fila, il resto dei paesi partecipanti sono sudditi.

Oggi l’Europa punta alla ricapitalizzazione bancaria; per aiutare le banche, ancora in difficoltà con la crisi del debito, entro il 2012 vuole portare il coefficiente patrimoniale delle banche al 9%, grazie a contributi di stati, privati e del fondo europeo salva stati FESF, che ha una disponibilità di mille miliardi di euro, i lavoratori e i disoccupati possono aspettare. L’Autorità Bancaria Europea esige anche la ricapitalizzazione delle banche dei Pigs, cioè dei paesi s****ti o bistrattati, secondo i punti di vista, soprattutto dell’Europa meridionale.

Diversamente dalle grandi banche italiane, che sono più in equilibrio, Deutsche Bank e Banca Paribas sono piene di derivati e perciò sono aiutate dalla Banca Centrale Europea; Germania e Francia proteggono i loro grandi istituti e chiedono sacrifici ai paesi mediterranei. La Banca Centrale Europea, non emettendo eurobond, non può calmierare i tassi dei titoli di stato; per favorire il credito e la domanda come fanno gli Usa, dovrebbe acquistare i titoli degli stati in difficoltà e stampare più moneta, ma non lo fa.

Mentre nei vari paesi il settore pubblico cercava di contenere i suoi debiti, la crisi è nata con l’esplosione del debito privato dei derivati, sentito soprattutto al nord; in Portogallo, Irlanda, Grecia e Spagna l’afflusso di capitale estero, intorno al 10% del Pil, era diretto al settore privato, alle banche e agli stati, lo scopo era soprattutto finanziare le esportazioni del nord, soprattutto tedesche, ma è servito anche a finanziare lo sviluppo di questi paesi; il paese che ha ricevuto meno dall’Europa è l’Italia, presentata da Monti come possibile affossatrice dell’euro.

L’indipendenza delle banche centrali dai governi è stata solo a vantaggio delle banche centrali, che sono controllate dalle banche ordinarie, le grandi banche controllano gli stati e in Italia sono controllate dalla Chiesa; noi italiani abbiamo fatto sacrifici per entrare in Europa, per entrare nell’Euro e ne stiamo facendo per restarci, abbiamo creduto al mito e al dogma dell’Europa che doveva colmare i ritardi italiani rispetto all’Europa settentrionale.

Oggi il mercato dei derivati, secondo alcune stime, è pari a sette volte il reddito mondiale, ma potrebbe essere anche superiore; l’Europa, invece di contrastare le concentrazioni tra grandi banche e imprese e difendere la concorrenza, che avrebbe dovuto ridurre i prezzi e garantire la qualità dei prodotti, ha permesso queste fusioni; contemporaneamente, le società di rating, senza controllo ma garantite dalla platea dell’informazione, hanno favoriscono le speculazioni; le banche prima speculano e poi si fanno salvare dagli stati. A causa di questo procedere, dopo la crisi dei subprime de 2008, oggi è arrivata quella del debito pubblico degli stati.

Fino agli anni ’90 il debito pubblico italiano era detenuto da famiglie e banche, oggi è detenuto per il 55% all’estero, soprattutto da banche e da fondi pensione esteri; la componente italiana è detenuta da banche nazionali, famiglie, fondi pensione e fondi d’investimento nazionali. Gli italiani, una volta popolo di risparmiatori, investono poco nelle borse italiana ed estere, il che significa che il risparmio degli italiani, dopo il 1990, anche a causa delle insolvenze e dalle perdite sugli investimenti, si è in gran parte volatilizzato.

Comunque, gran parte del risparmio investito nel mondo è anche frutto di speculazione, evasione fiscale e furto e non di lavoro; vista la disparità di trattamento, oggi pare che l’Europa voglia aiutare l’Italia, che ha un alto debito pubblico, con 600 miliardi di euro del Fondo salva stati, mentre la Banca Europea dovrebbe finanziare il Fondo Monetario perché questo finanzia i vari stati s****ti o fratellastri o Pigs.

Nel 1971 fu abolita la convertibilità del dollaro in oro, per l’impossibilità della Federal Reserve a effettuare la conversione; nel 1999 Clinton abolì la legge Glass–Stegall, che aveva separato le banche commerciali da quelle d’investimento, nel 2000 eliminò il controllo statale sui derivati, liberalizzando il mercato dei capitali, poi alla fine del 2007 caddero le banche d’investimento Merrill Lynch, Morgan Stanley e Lehman Brothers.

Per sanare la situazione, dal 2008 al 2010 gli Usa hanno erogato migliaia di miliardi di dollari, a tasso zero, alle banche d’investimento Citigroup, Goldman Sachs, Deutsche Bank, Paribas, UBS e Credit Suisse; secondo gli americani, dal punto di vista finanziario, la Svizzera è Italia, soprattutto Vaticano. Una parte dei derivati è stata acquistata dalla Federal Reserve, ma la maggior parte è carta straccia, cioè crediti irrecuperabili; grazie alla speculazione sui derivati, pare che oggi il debito complessivo è un multiplo elevato del reddito mondiale.

Oggi la finanza internazionale controlla governi, politici, economisti, accademici, commissioni governative e informazione; dopo il 2008 gli americani, scaricati i subprime, si volsero verso l’Europa; da allora il debito di stati ed enti locali è cresciuto è stato inserito nei derivati e poi, per dirigere le azioni degli stati s****ti, sono nati governi di tecnici, fatti di uomini di fiducia dei mercati, come Lucas Papademos, Mario Draghi e Mario Monti, commissariando Grecia e Italia.

Intanto, a causa dell’aumento d’imposte, bassi salari e stretta sui bilanci statali, l’Europa va in recessione; dopo la svalutazione del 50% del debito greco, per far ripartire l’economia, pare che seguirà quella del debito irlandese, spagnolo, portoghese e italiano. Dovrebbe essere una fortuna per l’Italia, però la misura sarà presa più per andare incontro alle banche creditrici del nord che dei popoli, il costo dell’operazione sarà accollato agli europei; però stampar denaro, se l’Europa deciderà di farlo, apparentemente, costa poco.

nunzio miccoli http://www.viruislibertario.it; numicco@tin.it


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Solidarietà euopea o CONDUZIONE tedesca ...



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Cita:
Ufologo 555 ha scritto:

Solidarietà euopea o CONDUZIONE tedesca ...


Loro ci stanno provando ma...
Non credo siano questi i piani.



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solidarietà europea a conduzione franco tedesca, ai primi la politica estera e le forze armate per i loro porci comodi, ai secondi l'economia, per i loro ancora più porci comodi. No grazie, rivoglio un secondo Risorgimento. Viva l'Italia.



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Ci vorrebbe davvero un RISORGIMENTO, ma con le barricate!
Ma a quanto pare, sono tutti contenti (i nostri partiti)...[8)]
Quindi: TUTTI A CASA!


Ultima modifica di Ufologo 555 il 05/12/2011, 17:26, modificato 1 volta in totale.


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MessaggioInviato: 05/12/2011, 18:06 
con una classe politca simile un nuovo risorgimento,e' una pura chimera,e' una classe politica incapace di prendere qualsiasi inziativa,figlia della fine delle ideologie, questi politicanti si sono inchinati ai poteri dell'alta finanza,appoggiando le odierne inique misure,in effetti a pagare sono i soliti. Come gia' detto in precedenza, se tali decisioni(da lacrime e dissanguamento)fossero state poste dal governo precedente,ora la piazza sarebbe gia' in subbuglio,ma un minimo di dignita' nazionale non guasterebbe......[:(!]


Ultima modifica di ubatuba il 05/12/2011, 18:07, modificato 1 volta in totale.

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Infatti la colpa è sempre ... nostra! I primi buffoni siamo noi! Schede bianche alle urne (per questi partiti) e ... si ricomincia da capo, con i giovani; fanno i loro programmi poi, si vota ...



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MessaggioInviato: 05/12/2011, 20:34 
Cita:
Ufologo 555 ha scritto:

Infatti la colpa è sempre ... nostra! I primi buffoni siamo noi! Schede bianche alle urne (per questi partiti) e ... si ricomincia da capo, con i giovani; fanno i loro programmi poi, si vota ...



Sai quale è il problema? I "pariti" vanno finanziati. E i soldi li hanno e li fanno girare i soliti noti.
Mi metto nella categoria dei giovani e a volte ci penso: forse dovrei tentare di fare qualcosa in prima persona?
Il problema è che non sono abbastanza ricco di famiglia, e per avere chi ti finanzia devi cercarlo, indovina dove? In politica.
Perciò se anche dovesse uscire questo "giovane", probabilmente dietro ci staranno i soliti D'Alema, Berlusconi, Andreotti più qualcun'altro che sospira dalla tomba.



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certo e'ke la prima repubblica e' caduta ma non gli orchestrali ke suonavano,sono sempre i medesimi [;)]


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In Francia gli ordinali delle varie repubbliche vanno di pari passi con profondi mutamente costituzionali, totali della costituzione. Da noi solo a parlare di cambiamenti di questa santa costituzione vengono i capelli bianchi all'80% della popolazione, e poi ci lamentiamo dei partiti? sono diretta espressione del popolo. Da noi le massime riforme possibili sono queste, economiche, qualche taglietto, qualche tasse, al più proprio qui è considerata l'apoteosi della riforma modificare la legge elettorale, ecco qua, finito il campo delle riforme in Italia.
Le vere riforme, come si sono fatte in francia, quel dannatissimo paese che da secoli ci calpesta, salvo qualche eccezione profumatamente pagata in ogni caso, come azzeramente delle province, riorganizzazione delle regioni, magari accorpandone alcune delle più piccole, riforma del sistema governativo e parlamentare, sono mere chimere. Siamo ancora alla prima repubblica questo è il fatto, non muore mai, e per farne sorgere un'altra bisognerebbe cambiare la costituzione, tutta.



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"Si dice che il denaro si nato per superare il baratto, in realtà la sua nascita fu giustificata dal credito e dal corrispondente rilascio di titoli di credito a scadenza, prima senza interesse e poi a interesse, che divennero le prime banconote. Con lo scopo di rendere irresponsabili i loro ideatori, l’invenzione fece nascere banche, società di capitale, finanziarie e paradisi fiscali; alla moneta aurea, successe quella cartacea, quella di conto e la carta di credito; al signoraggio monetario delle banche centrale si aggiunse il signoraggio bancario delle banche ordinarie che emettevano assegni"

Ammazza, che cultura!

Non si possono proporre analisi "da intelligentoni" sparando cose del genere. Certo, è naturale, hanno inventato prima i crediti e la finanza e poi il denaro. Io mi rendo conto di non sapere niente, o quasi, di tantissimi argomenti, ma mi pare evidente di non essere il solo. Ma, io, non presento idee assurde fondate sul nulla culturale...


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veramente il denaro, inizialmente a scopo meramente decorativo e usato come regalo (a mo' di gioiello), nacque tra le civiltà dell'Oriente, poco dopo se ne intuì la funzione soprattutto in virtù della sua utilità nella tassazione da parte di un sovrano. E' più semplice acquisire e redistribuire denaro piuttosto che beni, magari deperibili.



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Mi spinsi nel futuro quanto mai occhio umano, le meraviglie vidi di quel mondo lontano

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«All’Italia è mancata una riforma protestante e una sana borghesia calvinista»
Mario Monti
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