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 Oggetto del messaggio: Acqua dolce nell'artico
MessaggioInviato: 28/01/2012, 12:15 
/ Cupola di acqua dolce nell'artico potrebbe gelare l'Europa
Sabato, 28 gennaio 2012 - 08:30:00
I venti forti potrebbero essere la causa di quell'enorme cupola d'acqua dolce osservata ad ovest dell'Oceano Artico. Ed e' probabile che un cambiamento di direzione del vento influenzi le temperature miti tipiche dell'Europa. Lo ha scoperto un gruppo di ricercatori britannici in uno studio pubblicato sulla rivista Nature Geoscience che ha utilizzato i satelliti dell'Agenzia Spaziale Europea (Esa) destinati all'osservazione della Terra.

I satelliti hanno osservato che negli ultimi 15 anni si e' formato un grande agglomerato di acqua dolce nell'Oceano Artico. Dal 2002, infatti, il livello del mare in questa area e' aumentato di circa 15 centimetri e il volume di acqua dolce e' salito a 8mila chilometri cubi, cioe' circa il 10 per cento di tutta l'acqua dolce dell'Oceano Artico.



Arriva il freddo polare e la neve a Nord-Est. Il climatologo ad Affari: "Inverno senza pioggia, danni ad agricoltura e ambiente"

LE PREVISIONI GIORNO PER GIORNO


Un dato assai importante in ambito ambientale in quanto determina la quantità di di calore che viene trasferita all’atmosfera o al ghiaccio e ha una notevole influenza sulla circolazione oceanica globale.



Circa il 10 per cento dell’acqua dolce di tutto il globo, infatti, proveniente dalla terraferma arriva nell’Oceano Artico attraverso gli enormi fiumi siberiani e del Nord America e si aggiunge all’acqua del Pacifico, caratterizzata da un basso contenuto di sale. Questa massa rimane più in superficie rispetto a quella più salata e più calda degli strati più profondi e funge anche da barriera del flusso di calore verso l’atmosfera.

http://affaritaliani.libero.it/green/ac ... refresh_ce


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MessaggioInviato: 28/01/2012, 14:47 
come mai i grandi fiumi siberiani e nordamericani, sono così enormi, e così poco utili per l'agricoltura? invece nelle altre parti del mondo, pensiamo ai soli due fiumi veramente comparabili, il Nilo e il Rio, hanno arricchito una fauna e una flora eccezionali.



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MessaggioInviato: 06/02/2012, 10:07 
La notizia è riportata anche sul Corriere

http://www.corriere.it/scienze_e_tecnol ... 0ae6.shtml

Con il freddo di questi giorni comincio a preoccuparmi... comunque questo dimostra che non tutte le teorie del filone catastrofista hollywoodiano sono campate per aria (The day after tomorrow).

Allora si potrebbe pensare che la fine della glaciazione di Wurm (11.000 anni fa) sia avvenuta molto più rapidamente di quanto previsto dalla geologia ufficiale e ciò potrebbe avere realmente scombussolato talmente il clima planetario e conseguentemente un repentino innalzamento del livello del mare tale da sommergere quelle aree un tempo emerse cancellando la civiltà esistente in precedenza.

Ma la storiografia non vuole prendere in considerazione tale ipotesi... chissà perchè? Forse perchè dovrebbe allora riconsiderare l'intera visione dello scibile umano?!


Ultima modifica di Atlanticus81 il 06/02/2012, 10:09, modificato 1 volta in totale.


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MessaggioInviato: 06/02/2012, 20:32 
dovrebbero semplicemente modificare tutte le certezze che attualmente dicono di avere.......[;)]


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MessaggioInviato: 07/02/2012, 16:28 
Già, certezze...

Citazioni sulle certezze:

Gli uomini hanno bisogno di punti d'appoggio, vogliono la certezza a ogni costo, anche a spese della verità. Poiché essa è corroborante, e loro non possono farne a meno anche quando sanno che è menzognera, non ci sarà scrupolo capace di trattenerli dallo sforzo di procurarsela. (Emil Cioran, La caduta nel tempo, 1964)

Credere è molto noioso. Dubitare è profondamente avvincente. Essere sul chi va là è vivere. Farsi cullare nella certezza è morire. (Oscar Wilde)

Ciò che gli uomini vogliono realmente non è la conoscenza, ma la certezza. (Bertrand Russell)

Coloro che vivono di certezze e non hanno mai dubbi, non vivono, esistono. (Romano Battaglia)



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MessaggioInviato: 10/12/2012, 12:05 
University. Credit: Jihong Cole-Dai

Un gruppo di ricercatori ha trovato significative prove che mostrano un calo nei livello dell'isotopo Azoto-15 all'interno dei campioni di ghiaccio ottenuti dalla Groenlandia. Il calo corrisponde all'inizio della Rivoluzione Industriale ed è associato ad un aumento nei nitrati associati con il consumo di carburanti fossili. Tuttavia, i ricercatori sottolineano che questa diminuzione è associabile prima di tutto all'aumento visto nell'acidità dell'atmosfera. "Quest'acidità può essere tracciata grazie alla misurazione di diossido di zolfo presente, che nell'atmosfera viene poi trasformato in acido solforico. " spiega Lei Geng, dell'Università di Washington. In seguito all'industrializzazione dei ultimi secoli, le emissioni di diossido di zolfo sono aumentate notevolmente, specialmente per via della combustione di carbone.

"L'attività ha modificato le proprietà chimiche della bassa troposfera, che la regione dove viviamo, e questo può avere moltissime conseguenze" spiega Geng, che ha presentato le sue scoperte presso la riunione dell'Unione Geofisica Americana. L'aumento graduale di acidità nell'atmosfera lungo tutto il secolo scorso, ha avuto poi un esplosione notevole intorno al 1950 con l'aumento dei composti di azoto-ossigeno, chiamati insieme come "NOx", e prodotti principalmente nelle combustioni ad alta temperatura come quelli nei motori delle macchine o nelle centrali energetiche a carbone. I NOx sono facilmente convertiti poi in acidi nitrici nell'atmosfera, aumentando ancor di più l'acidità della troposfera.

I NOx si lasciano dietro una precisa impronta chimica: l'abbondanza di azoto-15, uno dei principali isotopi dell'azoto, che cambia in base alla fonte. Questo significa che è possibile distinguere i NOx che provengono dall'incendio di una foresta dopo un fulmine, piuttosto che le emissioni del suolo o il gas di scarico di una macchina o una centrale energetica. I livello di azoto-15 possono essere misurati guardando ai nitrati che si sono formati grazie ai NOx quando questi si sono depositati nei ghiacci accumulati nel tempo in posti come la Groenlandia.

Le attuali prove indicano che i NOx provenienti dalle centrali energetiche a carbone, insieme alle emissioni dei veicoli, rilasciano molto più azoto-15 nell'atmosfera rispetto alle fonti naturali. Quindi dovremmo vedere un notevole aumento nella quantità di azoto-15 nel ghiaccio, invece vediamo un calo. Questo può sembrare paradossale, ma come spiega Geng, è perché l'aumento nei livello di acido solforico nell'atmosfera hanno portato a dei processi chimici e fisici che hanno permesso a meno azoto-15 di rimanere nello stato di nitrato vaporizzato che può trovare la sua strada in posti remoti come la Groenlandia.

L'aumento nell'acidità dell'atmosfera iniziò già decenni prima che le piogge acide fossero riconosciute come minaccia, specialmente nelle aree industrializzate del Nord America.
I campioni di suolo delle calotte della Groenlandia riflettono una correlazione tra i livelli di azoto-15 e l'acidità atmosferica, spiega Geng. I dati che ha studiato, provengono da un campione raccoltod a scienziati dell'Università di Washington, della South Dakota State University e dal NSF.



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I dati nel grafico corrispondono alla concentrazione di nitrati (linea in alto), agli ioni di idrogeno (linea centrale) e dell'azoto-15 (linea in basso) e coprono il tempo dal 1772 al 2006. Credit: Lei Geng/University of Washington

Geng ha fatto notare che i campioni riflettono un declino nei segnali provenienti sia dai NOx che delle emissioni di SO2 nel periodo degli anni '30, cioè la Grande Depressione. I segnali sono aumentati nuovamente di molto durante i primi anni '70, quando le nazioni occidentali hanno visto un nuovo calo nella disponibilità di petrolio ed una forte contrazione economica. Poco dopo, gli USA avevano adottato un documento per la pulizia dell'aria chiamato CAA (Clean Air Act), e questo ebbe un impatto notevole sulle emissioni di nitrati e solfati.

"Abbiamo visto poi un notevole calo nelle concentrazioni dei solfati rispetto agli anni '70. Nel 2005 le concentrazioni erano ormai calate a livelli simili a quelli della fine dell'800."spiega Geng.

I dati provenienti dal ghiaccio mostrano una stabilizzazione intorno a quel periodo perché anche se le emissioni individuali da parte dei veicoli potrebbero essere diminuite molto, il numero di veicoli è aumentato moltissimo.

http://www.washington.edu/news/2012/12/ ... c-acidity/

http://www.link2universe.net/2012-12-10 ... atmosfera/


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