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MessaggioInviato: 23/07/2013, 20:27 
Fracking, l’allarme degli scienziati: “Provoca terremoti superiori al quinto grado”

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Su Science tre articoli di geologi americani dimostrano una correlazione tra le attività di fracking per l’estrazione del gas naturale e sismi avvenuti in prossimità delle trivellazioni.

di Roberto Paura

C’è un rapporto diretto tra le attività di estrazione di gas naturale attraverso la fratturazione idraulica, o fracking, e alcuni terremoti. Un dubbio che ha prodotto parecchie preoccupazioni negli ultimi anni sembra ora trovare una conferma ufficiale, come dimostrano tre articoli pubblicati sulla rivista Science. Non solo: anche se il fracking sembra essere responsabile di sismi di bassa intensità, fino al 3°, non tali dunque da provocare danni a cose o persone, la tecnica di iniezione delle acque reflue nel sottosuolo – associata al fracking o anche a tecniche per la geotermia – possono produrre terremoti anche superiori al 5°. Senza contare che i terreni sottoposti a queste tecniche possono risultare più sensibili alle conseguenze di violenti terremoti in altre parti del mondo, le cui onde sismiche potrebbero produrre contraccolpi disastrosi.

Terremoti sospetti
Il 6 novembre 2011 un terremoto di 5,7° Richter colpì l’Oklahoma danneggiando 14 edifici e ferendo due persone. Secondo lo studio di William Ellsworth, sismologo all’US Geological Survey, quel terremoto fu causato da un vicino impianto di iniezione di acqua ad alta pressione nel sottosuolo. Secondo il sismologo, i dati non lasciano dubbi: in dieci anni appena, il numero di terremoti più forti del 3° grado nelle aree centrali e orientali degli Stati Uniti sono quasi decuplicati, passando da una media di 21 all’anno nel 2000 a un massimo di 188 nel 2011. Un aumento che non può essere spiegato adducendo cause naturali. Gli Stati Uniti hanno infatti avviato, negli ultimi dieci-quindici anni, una vasta campagna di trivellazioni per l’estrazione di shale gas.

Il gas di scisto, più comunemente noto come gas naturale, è abbondantissimo negli USA, ma per estrarlo è necessario pompare in profondità enormi quantità di acqua ad altissima pressione in grado di rompere gli strati geologici dove il gas è intrappolato, così da permetterne poi la rapida risalita in superficie. Al di là dei pericoli già noti di una contaminazione delle falde acquifere del sottosuolo, da diverso tempo si sostiene che il fracking possa provocare anche terremoti. Un altro dei tre studi pubblicati su Science rivela che almeno la metà dei terremoti di intensità pari o maggiore ai 4,5° avvenuti negli Stati Uniti negli ultimi dieci anni hanno interessato aree limitrofe ai siti di iniezione delle acque.

I rischi della geotermia
Un terzo studio, a opera di due ricercatori dell’Università della California a Santa Cruz, ha preso in considerazione la sismicità prodotta dagli impianti geotermici. Analizzando l’area intorno al Salton Sea Geothermal Field, una centrale di produzione geotermica sul lago Salton, in California, i ricercatori hanno concluso che la pratica di iniettare acqua in profondità per favorire l’estrazione di energia geotermica produce terremoti e che il loro numero e la loro intensità si riduce proporzionalmente alla riduzione del volume di fluido iniettato o estratto. Ciò pone un problema anche per l’Italia. Se infatti il fracking non è una tecnica utilizzata nel nostro paese (nonostante all’indomani del terremoto in Emilia del 2012 si sia letto diversamente), le centrali geotermiche ci sono. Una preoccupazione potrebbe inoltre emergere per l’attuale Campi Flegrei Deep Drill Project, che dopo un’innocua prospezione geologica del supervulcano dei Campi Flegrei, a Napoli, ipotizza in futuro una centrale geotermica. Si dovrà attentamente valutare, alla luce dei nuovi studi, se andare a interferire con la strutture geologica del supervulcano ancora attivo non possa produrre conseguenze catastrofiche.

“Dobbiamo riuscire a studiare più a fondo questi fenomeni per essere in grado di informare gli operatori sulla quantità di acqua che è possibile aspirare o iniettare in sicurezza”, spiegaEmily Brodsky, autrice di uno degli studi. La preoccupazione è infatti ora legata a quel che ancora non sappiamo di questi fenomeni. Il timore è che l’indebolimento del sottosuolo e la pressione esercitata sulle faglie possano attivare terremoti di intensità maggiore associati con supersismi in altre parti del mondo. I terremotiin Cile del 2010, in Giappone nel 2011 e a Sumatra nel 2012 hanno avuto ripercussioni negli Stati Uniti: le onde sismiche prodotte hanno infatti fatto tremare con maggiore intensità le aree interessate da fracking o da centrali geotermiche. Nulla impedisce che in futuro si possano scatenare terremoti anche del 6° o superiori, o attivare faglie attualmente dormienti.

Sono rischi troppo grossi per non prenderli nella dovuta considerazione. Il principio di precauzione impone che, di fronte a queste valutazioni, le attività considerate pericolose vengano interrotte. La Francia ha già da qualche anno approvato una moratoria sul fracking. Gli Stati Uniti, che sull’estrazione dello shale gas puntano per riuscire entro il 2020 a raggiungere l’indipendenza energetica dall’estero, stanno invece incrementando i loro impianti di estrazione. Anche se nella maggior parte dei casi i sismi prodotti non sono tali da creare serie preoccupazioni, l’insistenza delle tecniche di fracking e di iniezione delle acque reflue in California, caratterizzata dalla pericolosissima faglia di Sant’Andrea, dovrebbe convincere il governo locale e quello nazionale a prendere le dovute precauzioni, almeno finché la scienza non saprà valutare con precisione la realtà entità del pericolo.

[align=right]Source: Fracking, l’allarme degli sc...into grado” - ALTRO GIORNALE [/align]



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MessaggioInviato: 27/07/2013, 14:44 
<font color="teal">Emilia, arriva la sentenza ufficiale sulle trivellazioni</font id="teal">

27 luglio 2013 - 10:54

La sentenza della Regione sul fracking” Trivellazioni innocenti”

La gazzetta di Modena oggi riporta sul suo giornale la sentenza ufficiale sulle trivellazioni nella Regione Emilia Romagna. La sentenza del servizio geologico regionale, secondo la Gazzetta, ha analizzato tutti i dati Ingv forniti dai sismi avvenuti nel 2012 in Emilia Romagna. “Il risultato è stato che i terremoti sono avvenuti tutti a profondità di sei chilometri, mentre i giacimenti sono più vicini alla superficie. ”

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Fracking

Sul sito ufficiale della Regione Emilia Romagna è stato pubblicato il report del servizio geologico regionale che riguarda il fracking, che vi andiamo a riportare:

Relativamente al rischio che tecniche di fratturazione idraulica (fracking) possano indurre sismicità o riattivare faglie, occorre tenere presente che in Emilia-Romagna le iniezioni di fluidi in pressione per aumentare la permeabilità dei giacimenti o per l’estrazione di “shale gas” non vengono praticate in quanto non sono mai stata autorizzate e perché ritenute inutili, se non addirittura controproducenti.

Innanzi tutto in Emilia-Romagna non esistono giacimenti di shale gas (non essendo presenti le condizioni geologiche necessarie per la formazione di questo tipo di giacimenti). Inoltre le rocce serbatoio che contengono idrocarburi nel sottosuolo emiliano-romagnolo sono già naturalmente dotate di buona permeabilità in quanto costituite da rocce clastiche porose (es. sabbie plioceniche) o da rocce già naturalmente fratturate per la loro storia geologica (es. calcari e dolomie mesozoici). L’iniezione di fluidi in pressione per aumentarne la permeabilità potrebbe essere controindicata perché potrebbe causare la fratturazione delle rocce impermeabili che costituiscono la copertura, e garantiscono la tenuta del giacimento, con conseguente dispersione della risorsa.

Infine, si ricorda che la reiniezione dell’acqua salata (da non confondere con il fracking!) all’interno dei giacimenti attivi di idrocarburi è una tecnica utilizzata, oltreché per lo smaltimento di acqua altamente mineralizzata, anche per la riduzione della subsidenza. Una tecnica che ha già dato risultati importanti nel contrasto di un fenomeno che ha ricadute ambientali, sociali ed economiche rilevanti.”

[align=right]Source: Emilia, arriva la sentenza uff...e sulle trivellazioni - C.M.I. [/align]


Ultima modifica di Wolframio il 27/07/2013, 14:46, modificato 1 volta in totale.


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MessaggioInviato: 15/04/2014, 08:11 
SCIENCE: I TERREMOTI DELL’EMILIA ROMAGNA
PROBABILMENTE DOVUTI ALLE ESTRAZIONI DI PETROLIO


http://www.altrainformazione.it/wp/2014 ... -petrolio/



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MessaggioInviato: 16/04/2014, 09:42 
C'è di più!

Terremoto, Regione: stop a nuove trivellazioni in Emilia-RomagnaTerremoto, Regione: stop a nuove trivellazioni in Emilia-Romagna
Viale Aldo Moro pubblica il dossier Ichese sulla possibilità che le perforazioni possano aver avuto un ruolo nel sisma del 2012. L'assessore Gazzolo: noi non occultiamo. Errani: "Chiedo scusa ma ero in buona fede"

Emilia Romagna, parla l'assessore: 'Non possiamo escludere correlazione tra terremoti e perforazioni'

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BOLOGNA - La Regione pubblica per intero la relazione della commissione Ichese sul terremoto, che ha sollevato polemiche e scalpore perché i risultati che mettono in relazione il sisma con le trivellazioni sono stati divulgati prima dalla rivista scientifica Science che dalla giunta regionale emiliana. La Regione dispone quindi "la sospensione in tutta Emilia-Romagna di qualsiasi nuova attività di ricerca e coltivazione" di idrocarburi, "come abbiamo fatto sin qui nel cratere" del sisma. Lo annuncia l'assessore regionale alla difesa del suolo, Paola Gazzolo, che questa mattina in assemblea legislativa ha riferito i risultati della commissione istituita all'indomani del terremoto de maggio 2012 in Emilia, sui legami fra le trivellazioni e il sisma. Da parte della Regione "non c'è nessuna inerzia o volontà di nascondere la verità - assicura Gazzolo- né abbiamo pensato di tenere il rapporto ichese nel cassetto, perché sarebbe una sciocchezza e sarebbe incoerente con l'azione che la regione ha portato avanti finora".

http://bologna.repubblica.it/cronaca/20 ... -83639486/
http://video.repubblica.it/dossier/terr ... ref=nrct-1

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C'è qualche CICAP-MAN che ora dovrebbe chiedere scusa...

Cita:
Sismi e fracking: la rivista "Science" conferma le conclusioni di Tanker Enemy

BOLOGNA - Repubblica.it - La Regione pubblica per intero la relazione della commissione Ichese sul terremoto, che ha sollevato polemiche e scalpore perché i risultati che mettono in relazione il sisma con le trivellazioni sono stati divulgati prima dalla rivista scientifica "Science" che dalla giunta regionale emiliana. La Regione dispone quindi "la sospensione in tutta Emilia-Romagna di qualsiasi nuova attività di ricerca e coltivazione" di idrocarburi, "come abbiamo fatto sin qui nel cratere" del sisma. Lo annuncia l'assessore regionale alla difesa del suolo, Paola Gazzolo, che questa mattina in assemblea legislativa ha riferito circa i risultati della commissione istituita all'indomani del terremoto de maggio 2012 in Emilia, sui legami fra le trivellazioni e il sisma. Da parte della Regione "non c'è nessuna inerzia o volontà di nascondere la verità - assicura Gazzolo- né abbiamo pensato di tenere il rapporto ichese nel cassetto, perché sarebbe una sciocchezza e sarebbe incoerente con l'azione che la regione ha portato avanti finora".

Sabato 2 giugno 2012, a seguito del devastante sisma che interessò l'Emilia, il 20 maggio 2012, pubblicammo questo articolo. Lo studio suscitò subito l'ilarità e lo scherno di decine di disinformatori tra cui il geologo Massimo Della Schiava alias "Il Fioba", attivo da anni sulla Rete in quello che egli definisce in modo improprio "debunking". L'esperto mira a stroncare sul nascere le "bufale" propalate da fuffari truffatori ciarlatani come Rosario Marcianò e fratello. Ovviamente il Fioba è uno specialista, uno che merita onore e rispetto. Per questo motivo la magistratura imperiese sguinzagliò prontamente gli agenti della Polizia postale per tutelare la rispettabilità di codesto scienziato che ha pure lavorato per il C.N.R.

Nel nostro articolo scrivevamo:

Si può ipotizzare che i sismi siano le conseguenze di attività umane, quali le seguenti:

- trivellazioni del sottosuolo per estarrre gas naturale
- stoccaggio di gas e di biossido di carbonio nelle viscere della terra
- frantumazione delle rocce, il cosiddetto fracking, tecnica che consiste nell’iniettare ad alta pressione delle sostanze chimiche e tonnellate d'acqua negli strati litici per favorire il rilascio di gas. Il pozzo può correre orizzontalmente, in profondità, per svariate centinaia di metri. Si scatenano dei microterremoti, spaccando la roccia da cui si sprigiona il gas. Qualche volta la roccia triturata finisce nelle falde idriche, talora le acque di scarto si iniettano di nuovo sotto terra deliberatamente, in alcuni casi il gas risale fin negli impianti domestici, uscendo dai rubinetti delle abitazioni, come spiega Josh Fox nel suo documentario di denuncia “Gasland”. Il fracking o hydraulic fracturing è una tecnica che è stata ideata dalla Halliburton, la società che appartiene allo spaventoso DicK Cheney, ex vicepresidente degli Stati Uniti.

Ora uno studio referato statunitense ci dà ragione, mentre si scopre che le autorità hanno tentato di nascondere ai cittadini i risultati della ricerca apparsa sulla rivista "Science". Infatti la notizia si è avuta direttamente da "Science" e non dalle istituzioni italiane. Possiamo immaginare che, se le conclusioni non fossero state divulgate dai media, la giunta regionale avrebbe certamente finto di non saperne nulla.

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Ricordiamo che all'epoca il geologo Massimo Della Schiava, tra gli ispiratori del sequestro hardware nonché della perquisizione personale, provedimenti illegali ed illegittimi attuati a nostro danno il 30 ottobre 2013, negò che potessero essere individuati collegamenti tra il sisma in Emilia e le perforazioni alla ricerca di gas e petrolio. Egli, infatti, sul suo blog scriveva nel suo italiano abborracciato:

Cita:
“Il terremoto è stato provocato dal fracking: falso

Il fracking è una tecnica che serve ad aumentare il grado di fratturazione delle rocce poco permeabili tramite l'iniezione di fluidi in pressione, al fine di aumentare e facilitare l'estrazione di petrolio, gas, ecc. In primis non ci sono fracking attivi in italia ne tantomeno in pianura padana, in quanto le rocce sono già fratturate (calcari, torbiditi con caratteristiche quindi per l'estrazione tradizionale) e non a bassa permeabilità tale da necessitare tale tecnica. Poi se anche fosse stata effettuata una perforazione non autorizzata e fosse stata messa in atto tale pratica i segnali sismici sarebbero stati facilmente riconoscibili (sia in frequenza che in magnitudo) in quanto studiati nei campi geotermici di tutto il mondo sin dagli anni '70. Inoltre tutte le perforazione per idrocarburi e similari vengono autorizzate dal Ministero dell'Ambiente. Come si può vedere sul sito, le uniche perforazioni autorizzate sono ormai datate e ultimamente sono stati autorizzati i permessi di ricerca (tipo AleAnna) per i quali non si fanno tramite perforazioni ma tramite prospezioni geofisiche che, per i profani, si svolgono in superficie tramite l'analisi delle onde rifratte e riflesse registrate da un lungo stendimento di sismometri e prodotte da una sorgente [chiaramente per arrivare a 2/3 Km di profondità ci vuole un po (sic!) di esplosivo come sorgente sismica], ma è la tecnica che si usa da sempre e non fa danni".


Insomma, Massimo Della Schiava è smentito dalla stessa comunità scientifica cui si gloria di appartenere e non dimentichiamo che egli nega, in modo pervicace, anche l'esistenza delle cosidddette scie chimiche. Verità è sinonimo di onestà intellettuale o di laurea?

http://straker-61.blogspot.it/2014/04/s ... 04yBlV_vIc


Ancora un esempio di come la comunità scientifica confermi le congetture dei denigrati complottisti e smentisca invece le dogmatiche presunzioni degli "scientisti" del bel paese.

Fanno tenerezza quando si smentiscono da soli...

[:D]


Ultima modifica di Atlanticus81 il 16/04/2014, 09:43, modificato 1 volta in totale.


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MessaggioInviato: 16/04/2014, 10:24 
in effetti errani,persidente della regione,ha detto stop alle trivellazioni,ma non vorrei che fosse una conseguenza delle vicine elezioni,x non perdere voti.......................[;)]


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MessaggioInviato: 16/04/2014, 13:45 
si ma inb tutto ciò chi paga? Ad effettuare quelle trivellazioni sono delle società private a quanto ho capito dunque perchè lo stato non le cita per danni o i privati cittadini?



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MessaggioInviato: 16/04/2014, 14:02 
Cita:
MaxpoweR ha scritto:

si ma inb tutto ciò chi paga? Ad effettuare quelle trivellazioni sono delle società private a quanto ho capito dunque perchè lo stato non le cita per danni o i privati cittadini?


Perché comandano loro...

[;)]



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MessaggioInviato: 07/08/2014, 15:52 
Allarme fracking, gli esperti: “ambiente devastato, dare priorità alla scienza

Di Peppe Caridi - ”Non possiamo permettere che lo sviluppo del fracking surclassi la comprensione dei suoi impatti ambientali”. Con questo appello, rivolto alla comunita’ scientifica ma anche all’industria e alla politica, un pool di otto biologi internazionali lancia l’ennesimo allarme sul fracking, la fratturazione idraulica usata per estrarre il gas da scisto.

http://altrogiornale.org/allarme-fracki ... a-scienza/



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Bonafè Figura di ********** in mondovisione a Buxelles

Guarda su youtube.com



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 Oggetto del messaggio: Re: Terremoto in Emilia: causato dal fracking?
MessaggioInviato: 08/10/2018, 15:54 
Cita:
Eni, scoperto in Adriatico mega giacimento di metano

Sorpresa. Sotto la tavola di sabbia che forma il fondale dell’Adriatico c’è molto più metano di quanto si potesse sperare. Due numeri per fare il raffronto: oggi dai giacimenti sotto il fondo dell’Adriatico si estraggono 2,8 miliardi di metri cubi l’anno; le riserve individuate in questi mesi fanno pensare che invece si possano estrarre 4 miliardi di metri cubi l’anno. Tantissimo, rispetto ai 5,5 miliardi di metri cubi di gas estratti da tutti i giacimenti italiani nel 2017. Un soffio impercettibile, rispetto ai 75 miliardi di metri cubi che l’Italia ha bruciato nel 2017, dei quali 70 miliardi arrivati da lontano attraverso migliaia di chilometri di condotte.

Metabolizzare i dati
Ma ecco che cosa è accaduto. Mesi fa l’Eni aveva annunciato 2 miliardi di investimenti sull’Adriatico, che in Europa è una delle aree più ricche di metano e che viene sfruttato con intensità dagli anni 70. Nella raffineria pavese di Sannazzaro Ferrera Erbognone è stato realizzato un colossale centro di elaborazione dei dati geologici, il Green Data Center, il cui cervellone in questi mesi ha metabolizzato un’infinità di numeri che erano stati raccolti dal sottosuolo 25 anni fa. E dall’esame dei dati geologici sono emerse le nuove riserve. Riserve, beninteso, ancora tutte da raggiungere ed estrarre.

Lavori in corso
I giacimenti in Adriatico parevano sempre più sfiatati. Le ultime piattaforme sembravano gli impianti Bonaccia e Clara, installati al largo della costa marchigiana. In queste settimane l’attività è ripartita in tutto il distretto petrolifero emiliano-romagnolo, come gli ordinativi ricevuti dalla Rosetti&Marino, dalla Cmit, dalla Righini e dalla Bonatti, con il ritorno dell’occupazione e delle assunzioni per centinaia di tecnici ed esperti. ma si sta muovendo soprattutto l’attività di ricerca e studio. Ora sono in attività davanti alle coste romagnole e marchigiane due piattaforme mobili assoldate dall’Eni, la Super Sundowner della Nabors e la Key Manhattan della Shelf. Una terza piattaforma mobile di ricerca è in fase di allestimento ed entrerà in servizio in inverno. Inoltre è in programma un aggiornamento della piattaforma Bianca Luisella, nel mare al largo di Cattolica, Pesaro e Fano.

Giacimenti abbandonati
Gli italiani bruciano metano e petrolio con convinzione ma le riserve nazionali sono usate sempre meno. Di conseguenza cresce l’import. Qualche numero. Nel 2017 sono stati usati 71,1 miliardi di metri cubi di gas (+6%) mentre dai giacimenti italiani sono stati estratti 5,5 miliardi di metri cubi (-4,3%). Nei primi sette mesi del 2018, cioè dal 1° gennaio al 31 agosto scorsi, l’Italia ha consumato 3,6 miliardi di metri cubi di gas nazionale (in lievissima crescita) su 47,1 miliardi di domanda complessiva (in leggero calo).

Il costo elettrico
Rimanendo nel comparto dell’energia, ma allargando lo sguardo al segmento delle bollette elettriche, ieri l’autorità dell’energia Arera è stata ascoltata dalla commissione Industria del Senato. Il problema è quello dei rincari delle tariffe: per frenarne la crescita l’autorità indipendente di regolazione ha limato una voce della bolletta, gli “oneri di sistema”. Ma questa voce comunque rappresenta un costo da sostenere, un minore gettito stimato in quasi un miliardi nel secondo semestre del 2018, e quindi dovrà essere ricuperata attraverso le bollette successive. Il percorso di ricupero di questo gettito mancante sarà «su un arco di tempo che, al momento, si stima dell’ordine di quattro trimestri», ha detto ieri ai senatori il presidente dell’Arera, Stefano Besseghini. Il presidente della commissione parlamentare, Gianni Girotto (Cinque Stelle), ricorda che il sistema tariffario «ha generato distorsioni sul prezzo che vanno superate», tra le quali «l’enorme quantità di oneri». Una conferma viene dal mondo delle imprese di vendita di elettricità con Marco Bernardi, presidente di Illumia, secondo il quale il peso degli oneri ha «un valore complessivo di 15 miliardi di euro» con un credito che, propone Bernardi, potrebbe essere ceduto a una centrale d’acquisto dai venditori di elettricità.



https://www.ilsole24ore.com/art/impresa ... d=AEgl0JHG


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 Oggetto del messaggio: Re: Terremoto in Emilia: causato dal fracking?
MessaggioInviato: 03/09/2019, 19:12 
Cita:

Groningen, l’estrazione del gas è un terremoto continuo

Nella calma Olanda l’odissea dei cittadini, alle prese con una serie infinita di terremoti collegati all’estrazione di una immensa riserva di gas da parte di una joint venture tra Royal Dutch Shell e dalla statunitense ExxonMobil

“La mia famiglia ha vissuto in questa casa dal 1873. Con il passare degli anni l'abbiamo ingrandita e non abbiamo mai pensato di andarcene. Ma poi sono iniziati i terremoti...”. Liefke Bos è una donna molto determinata e combattiva, nonostante abbia ormai superato i settanta e sia reduce da un incidente che le limita di parecchio la mobilità. Con suo marito Jan ci mostra la sua fattoria alle porte del villaggio di Krewerd, profondo nord dell'Olanda a 35 chilometri dalla città universitaria di Groningen. Il vasto fienile è puntellato da vari sostegni di ferro, la cucina, il salone e le altre camere recano le pesanti cicatrici inferte dai movimenti tellurici che dalla fine degli anni Ottanta hanno iniziato a colpire la zona. Non per un dispetto della natura, ma per colpa dell'uomo. Nel sottosuolo c'è infatti una immensa riserva di gas, scoperta nel 1959, e alla lunga gli effetti dell'attività estrattiva che va avanti senza sosta dal 1963 si sono palesati proprio tramite una serie infinita di terremoti. Quanto sia stata importante questa risorsa per l'economia olandese lo dimostra il fatto che i proventi del gas – esportato in Belgio, Germania e Francia – negli anni Ottanta incidevano per il 15% sulle entrate statali. Si calcola che abbiano fin qui fruttato allo Stato 417 miliardi di euro. La Nederlandse Aardolie Maatschappij (NAM), la joint venture composta dal campione nazionale Royal Dutch Shell e dalla statunitense ExxonMobil che è impegnata a tirar fuori dalla terra quello che rimane pur sempre un combustibile fossile, ha incamerato oltre 30 miliardi di euro. Tuttora poco meno del 90 per cento delle famiglie olandesi impiega il gas di Groningen per uso domestico.

Di terremoti se ne sono registrati nel decennio passato, ma è stato il sisma di 3,6 gradi della scala Richter del 16 agosto del 2012 a cambiare tutto. Dal quel momento sono iniziate la paura e la conta dei danni, da aggiornare di continuo a causa dello stillicidio di scosse, tutte non molto profonde – tre chilometri – e per questa ragione percepite in maniera più netta. L'ultima, di 3,4 gradi della scala Richter, è datata lo scorso 22 maggio. L'area interessata va dai confini di Groningen fino alla costa del Mare del Nord ed è abitata da circa 170mila persone.

“Nel 2016 ci siamo dovuti trasferire ad Appingedam, perché la fattoria non era più sicura e poi bisognava aspettare che facessero la stima danni”, racconta Liefke. “Per il momento hanno compiuto qualche lavoro di contenimento all'esterno, ma dentro un bel niente. Sappiamo già che una parte della casa va abbattuta, però è un anno che non procedono e a noi tocca solo aspettare”.

Che la burocrazia costituisca una parte tutt'altro che trascurabile del problema ce lo conferma Nienke Busscher, coordinatrice del Kennisplatform Leefbaar en Kansrijk Groningen (un progetto di analisi e condivisione di informazioni). “Mentre si battono per rivendicare i loro diritti, in tanti temono di perdere la loro eredità culturale. Il tipico modello architettonico della regione potrebbe essere cancellato per sempre”, ci spiega.

Krewerd, il villaggio di Liefke e Jan, è un esempio molto calzante. Rischia di dover essere rifatto da capo, perché la maggior parte delle abitazioni è seriamente danneggiata. Non a caso i proprietari sfoggiano la bandiera olandese recante la scritta “Broken Krewerd”.

Katherine Stroebe, docente presso la facoltà di scienze sociali dell'Università di Groningen, che dal 2016 sta conducendo uno studio sugli impatti patiti dalla popolazione locale, ci dipinge un quadro a tinte fosche della vita di tanti abitanti della regione. “Molte persone soffrono di palpitazioni, mal di testa e insonnia. Chiaramente più danni si sono sofferti, più incertezza per il futuro si prova e più si sta male, con alcuni che vanno letteralmente in burn out, come un vero e proprio lavoro aggiuntivo. I bambini sono tra i più colpiti, perché in tanti hanno paura che si possa verificare una vera e propria catastrofe”. È facile immaginare che il mercato immobiliare è crollato. “Le persone qui sono molto attaccate alla loro terra, al tipo di vita che conducevano fino a pochi anni fa, per cui sono in pochi ad andare via, anche se visto l'alto livello di incertezza non sono rari i malumori e i litigi sul tema delle compensazioni”, aggiunge la professoressa Stroebe. “In generale c'è tantissima rabbia per come è stata affrontata la questione”.

“Le istituzioni locali hanno avuto pochissima voce in capitolo sul problema, abbiamo solo potuto fare molta pressione sul governo, ma senza grande successo”, si lamenta Eelco Eikenaar, fino a pochi mesi fa membro della giunta provinciale. “Lo Stato è intervenuto con forte ritardo, così in tanti hanno perso la speranza”. Vari indicatori economici, compreso il tasso di disoccupazione di un paio di punti più alto della media nazionale (3,3 per cento) sono lì a dimostrarlo. “Anche grazie alla presenza dell'università, Groningen è una città ricca, ma basta spostarsi pochi chilometri verso nord e ci si ritrova in una delle zone meno abbienti dell'Olanda, sebbene ironicamente le statistiche dell'UE dicano l'esatto inverso, perché mettono in conto anche i proventi del gas estratto lì!”

La mole di ricorsi e richieste di risarcimenti è enorme, i dati ufficiali parlano di 30mila ricorsi, oltre 22mila case danneggiate e un centinaio per cui è già stato necessario l'abbattimento (vedi sito con tutte le case abbattute). Per la verità negli ultimi mesi qualche passo in avanti è stato fatto. Nel 2018 il governo ha costituito la Tijdelijke Commissie Mijnbouwschade Groningen, l'ente indipendente che deve far fronte all'emergenza in atto in questa parte dei Paesi Bassi. Nei corridoi della Commissie, situata nei sobborghi di Groningen, si ammira anche una foto di una delle tante manifestazioni organizzate dalla popolazione locale. Una sorta di dichiarazione di intenti: noi (ben 300 unità di staff) siamo qui per aiutare.

“Ieri qui c'era il ministro delle attività economiche Eric Wiebes, che ha ribadito la volontà dell'esecutivo di velocizzare il più possibile le procedure”, ci dice Jouke Schaafsma, alto funzionario dell'ente, ammettendo che la gestione precedente era a dir poco deficitaria. Se fino al 2012 i problemi erano pochi e li affrontava direttamente il consorzio composto da Shell ed ExxonMobil, da quando è scoppiata la vera e propria crisi, dopo il terremoto dell'inizio gennaio di quell'anno, è stato necessario gestire una mole impressionante richieste di danni. Così nel 2015 è stata costituita una società di natura privata (con azionisti società del settore ingegneristico e assicurativo) che tuttavia ha fatto poco e male per risolvere il problema, scatenando solo ancor di più l'ira dei residenti. “Non era realmente indipendente, le decisioni le prendeva ancora il consorzio NAM”, specifica Schaafsma. La transizione dal privato al pubblico ha fatto perdere oltre un anno, creando un arretrato di 12.500 ricorsi. “Per far fronte alle istanze del passato abbiamo dovuto allungare i tempi per l'esame dei nuovi ricorsi, però al momento abbiamo chiuso 9mila casi e già erogato 33 milioni di euro”, chiosa Schaafsma.

Da Groningen servono solo una ventina di minuti di treno per arrivare a Loppersum, tra le località più colpite dall'attività sismica. Appena usciti dalla piccola stazione scorgiamo subito la prima delle case circondate da ponteggi o recinti perché danneggiate dalla lunga litania di terremoti verificatisi nel corso degli anni. Poco più in là c'è l'albergo che doveva chiudere per un anno ma per ora è rimasto aperto, in attesa si dipani il guazzabuglio amministrativo. Nonostante le “ferite”, Loppersum rimane un vero e proprio idillio agreste, punteggiato da case in mattoncini rosso scuro di massimo due piani con i tetti ricoperti da tegole nere o grigie.

Ma basta girare un po' per la campagna per imbattersi nell'ottantina di punti d'estrazione del gas, un complesso intrico di condotte, tubature e valvole che deturpano il paesaggio di campagna. Lo Stato, oltre ad ammettere che i terremoti sono causati dall'attività estrattiva, ha deciso di mettere un limite alle attività di Shell ed ExxonMobil. “A marzo del 2018 le autorità hanno deciso di fissare uno stop definitivo per il 2030. Io non escludo ci possano essere dei ritardi perché prima bisogna sostituire le esistenti infrastrutture per far passare il gas russo, che ha una percentuale più bassa di azoto rispetto a quello olandese”, ci illustra l'economista George De Kam, co-autore dello studio condotto dall'Università di Groningen “Gas Production and Earthquakes in Groningen”. Si stima che il gas lasciato nel sottosuolo sia il 20 per cento dei 2.740 miliardi di metri cubici (bcm) stimati alla fine degli anni cinquanta, per un valore che oscilla tra i 50 e i 120 miliardi di euro. Dopo ogni terremoto di forte intensità la soglia di bcm da estrarre viene abbassata, ora è 19, ma nel 2013 era ancora 59. Ora il ministro Wiebes ha ventilato la possibilità di portarla a 12. Questo “attacco” a una terra già di per sé delicata, perché di composizione in parte sabbiosa e argillosa, ha provocato un ulteriore abbassamento del livello del suolo in un'area già notoriamente al di sotto livello del mare. Sulla costa, nello specifico a Delfzijl, andiamo in una ventosa ma soleggiata domenica di metà giugno. Ci appare estremamente antropizzata, vista la presenza di numerose fabbriche (chimica e acciaio in primis). Per un lungo tratto c'è il cartello dei lavori in corso e una teoria di macchinari oggi a riposo. “Stanno rafforzando le barriere che devono evitare che il mare allaghi tutta l'area, anche perché con la minaccia dei terremoti non si può certo stare tranquilli”, chiarisce Bram Reinders, attivista che da queste parti abitava, ma ha dovuto vendere la sua casa per la metà della cifra pagata qualche anno prima.

In questo panorama che non richiama di certo alla memoria la “Veduta di Delft” di Jan Vermeer, spiccano anche numerose pale eoliche. Un ulteriore problema. L'opposizione alla prevista costruzione di altre wind farm sembra confermare come il processo di transizione energetica si stia sviluppando senza consultare la popolazione locale. Quasi tutti i nostri interlocutori ci parlano addirittura di minacce di morte nei confronti dei responsabili del progetto. Al di là di questi gesti estremi, la sensazione è che qui le persone siano stufe che tutto sia calato dall'alto. L'esperienza del gas, visto prima come una benedizione, ma successivamente vissuto come una tragica condanna, ha radicalmente cambiato l'atteggiamento nei confronti delle autorità.

Dopo l'ultima forte scossa di terremoto il primo ministro Mark Rutte ha chiesto ufficialmente scusa per quanto sta accadendo nella regione e il ministro Wiebes ha paventato l'idea di anticipare la scadenza del 2030 per lo stop all'estrazione, che però come visto comporta dei passaggi preliminari e non è certo auspicata dalla Shell, pronta a far valere i contratti in essere. Difficilmente la multinazionale anglo-olandese, profitti netti per 23,4 miliardi di dollari nel 2018 e una sorta di Stato nello Stato, mollerà la presa. È improbabile che se ne parli in termini negativi sui media, sebbene qualche articolo inizi a raccontare come sia pesantemente coinvolta nella vicenda OPL 245 (la licenza petrolifera nigeriana per cui è a processo per corruzione a Milano insieme all'Eni) e sia accusata di eludere la pressione fiscale in Olanda. Nonostante questo parziale silenzio, la società civile è sempre più battagliera. L'organizzazione Code Rood ha lanciato una campagna del titolo molto esplicativo “Shell must fall, Shell deve cadere”, ma è tutto il fronte ambientalista che chiede conto all'azienda degli impatti delle sue attività in Olanda e nel resto del mondo. Ormai le assemblee degli azionisti di Shell, la più grande multinazionale europea per capitalizzazione, sono sempre più movimentate e chissà che prima o poi, con la montante urgenza della crisi climatica, qualche risultato concreto si possa cominciare a vedere.





https://www.lastampa.it/tuttogreen/2019 ... 1.37390999


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MessaggioInviato: 26/06/2021, 17:44 
Lo riferisce l'istituto transalpino per l'osservazione sismologica

Francia, Strasburgo: terremoto causato da test geotermici

Le due scosse di magnitudo 4 e 2 avvertite stamane nell'area metropolitana della città sono dovute ai test geotermici avvenuti nella centrale alsaziana di Fornoche. I test hanno già causato dieci terremoti

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Una scossa di terremoto di magnitudo 4 è stata avvertita alle cinque del mattino nell'area metropolitana di Strasburgo con epicentro a Nord Ovest, nei pressi di La Wantzenau. Cinque minuti dopo è stata avvertita un'altra scossa di magnitudo 2. Non ci sono notizie di feriti o danni materiali.

Le due scosse di terremoto di magnitudo 4 e 2 avvertite stamane nell'area metropolitana di Strasburgo sono dovute ai test geotermici avvenuti nella centrale alsaziana di Fornoche, un'impresa francese specializzata in energie rinnovabili. Lo riferisce Renass, l'istituto transalpino per l'osservazione sismologica. I test geotermici avviati lo scorso ottobre prevedono l'iniezione nel suolo di acqua ad alta pressione e hanno già causato dieci terremoti.


https://www.rainews.it/dl/rainews/artic ... aa7be.html


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 Oggetto del messaggio: Re: Terremoto in Emilia: causato dal fracking?
MessaggioInviato: 26/06/2021, 21:49 
E pensare che da noi li stavano facendo sul Marsili...



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 Oggetto del messaggio: Re: Terremoto in Emilia: causato dal fracking?
MessaggioInviato: 19/10/2022, 19:46 
Regno Unito: il fracking provoca un terremoto al giorno nel Lancashire
Tra il 2018 e il 2019 sono stati registrati 192 terremoti nel corso di 182 giorni



Una recente analisi ha rilevato che il fracking ha provocato un terremoto ogni giorno nell’unico sito attivo del Regno Unito, a Preston New Road nel Lancashire. Tra il 2018 e il 2019, il sito vicino a Blackpool avrebbe provocato 192 terremoti nel corso di 182 giorni, secondo l’analisi dei dati della House of Commons Library dei Liberal Democratici: lo riporta il Guardian. L’attività di fracking si è svolta per 6 mesi, in 2 periodi separati di 3 mesi.

Oggi potrebbe tenersi un dibattito parlamentare sul controverso metodo di estrazione di energia.

Il parlamentare liberaldemocratico e portavoce della crisi climatica, Wera Hobhouse, ha dichiarato: “Questa è l’ultima prova che la ricerca ideologica del fracking da parte del governo conservatore è un fiasco. Perché il governo è così ossessionato dal fracking sporco, costoso e divisivo, quando le energie rinnovabili sono economiche e popolari? Sperperare soldi per trivellare le nostre campagne per gas più costoso non aiuterà la nostra sicurezza energetica o la crisi del costo della vita. Il governo dovrebbe ascoltare le comunità locali e adottare misure per tagliare effettivamente le bollette: attraverso più energia eolica e solare. È un obiettivo aperto per questo Paese, gli unici a impedirci di raggiungerlo sono i conservatori“.


https://www.meteoweb.eu/2022/10/regno-u ... 001160365/


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