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 Oggetto del messaggio: re:disastro di usink......
MessaggioInviato: 31/07/2012, 16:19 
Sono circa 40 anni, dai primi anni settanta, che i fiumi della Russia del nord diventano neri a causa del ghiaccio saturo di petrolio che si scoglie in primavera.

Usinsk si trova al confine con il circolo polare artico.

E’ la capitale russa del petrolio.

A Usinsk c’e’ la tundra mescolata alla melma petrolifera, viscida e puzzolente. La citta’ e’ considerata sede di una delle catastrofi petrolifere piu’ gravi del mondo – silenziosa perche’ nessuno ne parla mai ma ugualmente catrastrofica.

E’ tutto nero – fiumi, neve, alberi, vite.

A Usinsk sgorga il fiume Kolva, che era usato – fino a 40 anni fa – per tutti i bisogni idrici della popolazione, acqua da bere e da cucinare, e c’erano anche pesci in abbondanza.

E poi sono arrivati i petrolieri, e con loro trivelle, buchi, corrosione di oleodotti e monnezza sparsa alla meno peggio.

In Russia circa l’1% della produzione di petrolio e’ perso nell’ambiente – fanno 5 milioni di tonnellate – a causa di infrastrutture colabrodo e condizioni climatiche severe. Mezzo milione di tonnellate finisce in mare, in Artico. Altre stime invece parlano di 20 milioni di tonnellate l’anno.

In Russia nessuno paga niente per perdite di petrolio, non ci sono multe, non ci sono obblighi di sistemare le cose, il tutto accade in luoghi difficilmente raggiungibili e molte delle perdite non vengono neanche registrate.

Ci sono piu’ perdite in Russia che in Nigeria.

Il petrolio fuoriesce dagli oleodotti arrugginiti, dai pozzi dismessi e uccide tutto quello che incontra, una volta venuto in superficie – terreno, piante, habitat per uccelli e animali.

Usinsk e’ la capitale di tutto questo – 40 miglia a sud dal circlo polare artico, e dal cielo pare un area con laghi neri e alberi morti.

Nel 1994 ci fu un enorme scoppio con la perdita di 100,000 tonnellate di greggio, inquinando 25 miglia di fiume, e uccidendo migliai di pesci. Le malattie respiratorie sono aumentate del 28% a causa di questo scoppio della ditta Lukoil.

Il tutto si ripete in tutta la Russia, dal confine con la Cina, fino al Mar Nero.

Ecco qui le statistiche – 1 bbl = 1 barile = 42 galloni = 160 litri circa.

Perdite:

Russia: 5 milioni di tonnellate di petrolio disperso all’anno in media negli scorsi anni

Nigeria: 110,000 tonnellate di petrolio disperso nel 2009 per la maggior parte a causa dei ribelli

USA: 15,000 tonnellate di petrolio disperso all’anno in media fra il 2001-2010

Canada: 7,700 tonnellate di petrolio disperso nel 2010

Norvegia: 3,000 tonnellate di petrolio disperso in media negli scorsi anni

Produzione:

Russia: 8.8 milioni di bbl al giorno

Nigeria: 2 milioni di bbl al giorno

USA: 7.8 milioni di bbl al giorno

Canada: 3.2 milioni di bbl al giorno

Norvegia: 2.3 milioni di bbl al giorno

Cioe’ la Russia, il secondo produttore di petrolio del mondo dopo l’Arabia Saudita e’ anche il paese che in proporzione ne riversa di piu’ nell’ambiente.

La storia interessante e’ quella di Valery Bratenkov, che di giorno lavora per l’industria del petrolio, e di sera sta con gli ambientalisti. Ad Usinsk infatti la maggior parte delle persone, non avendo altre opportunita’, lavora nell’industria del petrolio, anche quelle piu’ sensibili.

Alla sera, Valery racconta come ogni volta che riporta perdite e problemi agli oleodotti di Usinsk, i padroni della Lukoil gli dicono che non e’ niente e che costa troppo sistemarli. Dicono che le perdite sono poche e che sono tutte allucinazioni.

Sara’.

Intanto alci e pesci non ci sono piu.

Cosa succedera’ quando la Russia iniziera’ a trivellare l’Artico vero e proprio?


x vedere le immagini del disastro ke sta colpendo la zona,il tutto nel silenzio piu' totale aprire il llink sottostante

http://www.stampalibera.com/?p=49364


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MessaggioInviato: 31/07/2012, 19:25 
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La situazione è simile, e anche la soluzione sarebbe quella migliore...


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Salverà il mare? Arriva la spugna mangia petrolio (ed è italiana)

Cristina Tognaccini

Una spugna capace di assorbire e separare le sostanze oleose, come il petrolio,che si riversano nelle acque in seguito a incidenti. Questa la scoperta dell’istituto Italiano di tecnologia (Iit) di Genova, che in futuro potrebbe rivelarsi molto utile per salvaguardare gli ecosistemi dall’inquinamento.

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31 luglio 2012 - 18:03
Una spugna “mangia olio”. Questa la nuova speranza per pulire le acque inquinate, in arrivo dall’Istituto Italiano di tecnologia (Iit) di Genova. Quando in seguito ad un incidente in mare o nelle acque dei fiumi si verifica una fuoriuscita di sostanze inquinanti di natura oleosa, come il petrolio, ripulire le acque in modo da non avere danni sull’ecosistema è un problema tutt’altro che semplice da risolvere. E per adesso non si è ancora trovato un modo per farlo.

Per cercare di risolvere la questione, i ricercatori dell’Iit hanno creato una spugna capace di assorbire gli olii e separarli dall’acqua, attraverso l’utilizzo di campi magnetici. Lo studio è nato nei laboratori “Smart Materials” coordinato dalla ricercatrice Athanassia Athanassiou, al Center for Biomolecular Nanotechnologies (Cbn) dell’Istituto Italiano di Tecnologia presso l’Università del Salento a Lecce. La nuova spugna è fatta di materiali economici modificati con processi nano tecnologici facilmente trasferibili su scala industriale. La spugna è costituita da poliuretano un materiale usato per l’imballaggio e l’isolamento termico, trattato con nanoparticelle di ossido di ferro e di politetrafluoroetilene (noto come Teflon), processi che gli conferiscono proprietà magnetiche, superidrofobiche (repulsione per le sostanze acquose) e superoleofile (affinità per la sostanza oleose).

La realizzazione della “spugna mangia olio”, avviene in due fasi, che devono essere eseguite nella corretta sequenza. Prima si tratta il poliuretano con una soluzione colloidale contenente nanoparticelle magnetiche di ossido di ferro. Grazie alla struttura porosa del materiale, le particelle vengono assorbite al suo interno. Nella seconda fase la superficie della spugna viene arricchita di particelle di teflon, strofinandole sulla spugna con una spatola metallica, il che conferisce alla spugna una carica triboelettrica http://it.wikipedia.org/wiki/Effetto_triboelettrico. Il risultato e un materiale capace di assorbire una quantità di olio che è 13 volte il suo peso.

«L’80% delle nanoparticelle introdotte nella schiuma può essere recuperato e riutilizzato» ha spiegato Athanassia Athanassiou «la nostra nuova spugna è un esempio di materiale innovativo, intelligente ed ecologico, in grado di rispondere a problemi importanti come l’inquinamento dell’ambiente».

http://www.linkiesta.it/iit-genova-spugna-mangia-olio


Ultima modifica di Wolframio il 31/07/2012, 19:41, modificato 1 volta in totale.


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MessaggioInviato: 01/08/2012, 16:54 
..la situazione,mondiale,e'talmente drammatica,che e' necessario trovare una soluzione nel piu' breve tempo possibile,dilazionare sarebbe deleterio..................... [:(!] [:(!]


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