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MessaggioInviato: 26/05/2014, 00:55 
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Ecco le cure che i medici rifiutano per sé stessi
DailyMail - 10 Maggio 2014

Quando dovete fare i conti con una diagnosi allarmante, una procedura invasiva od un’operazione rischiosa, probabilmente la domanda più spontanea da porre è «Se fosse in me, lei cosa farebbe?». Ecco il parere di alcuni medici esperti e ricercatori su quali cure loro eviterebbero, e molto spesso si tratta di andare contro il modo di vedere più consolidato.

Uno Psichiatra che non assumerebbe mai antidepressivi
La Dott.ssa Joanna Moncrieff è senior lecturer in psichiatria presso il London University College ed autrice di «The Myth Of The Chemical Cure» [Il mito delle cure chimiche].
«Esercito nel campo della psichiatria da oltre 20 anni, e per la mia esperienza gli antidepressivi non fanno nulla di buono. Non li assumerei in nessuna circostanza, nemmeno se fossi a rischio di suicidio.
Tutti gli studi mostrano che – nel migliore dei casi – gli antidepressivi ti fanno sentire un po’ meglio di quanto non farebbe un placebo, il che non significa che curino la depressione.
Dopo anni di scannerizzazione del cervello, non abbiamo una sola prova che la depressione sia collegata ad un qualche squilibrio chimico cerebrale, dunque è discutibile l’idea in sé di trattarla con sostanze chimiche.

Ritengo la depressione una reazione estrema alle circostanze, ed il modo migliore per uscirne è di eliminare le cause, il che a volte vuol dire psicoterapia, a volte modificare la situazione trovando un nuovo lavoro o risolvere i problemi relazionali.
Naturalmente esistono alcune persone che sono depresse senza un apparente motivo, ma ugualmente non abbiamo ancora alcuna prova né che soffrano di un disturbo cerebrale né che gli antidepressivi siano loro di aiuto. La cosa migliore rimane cercare e trovare delle novità che spezzino i circoli viziosi nel pensiero e nel comportamento.
Gli antidepressivi sono delle sostanze psicoattive, che alterano la mente come fanno l’alcool o la cannabis ed io ho sempre pensato che se fossi stata depressa avrei voluto conservare tutta la mia lucidità e le mie facoltà per venir fuori dal pantano e non il ritrovarmi immersa in una nebbia farmacologica della quale non avrei nemmeno capito gli effetti».

Cardiologi che rifiutano le statine
Professor Kevin Channer, cardiologo presso il Claremont Hospital di Sheffield
«Le statine hanno avuto un grosso ruolo nella riduzione degli attacchi cardiaci e degli infarti ed ora c’è una certa tendenza a prescrivere a tutti questo farmaco che abbassa il colesterolo ma io non le assumerei nemmeno una sola volta senza avere prima una prova convincente che il rischio vale il gioco: ogni volta che si prende un farmaco, bisogna ben soppesare rischi e benefici.

Le statine riducono le probabilità di attacco cardiaco od infarto nella misura del 30%, dunque sì, c’è un vantaggio. Ma in termini reali è minimo: statisticamente, quale uomo di 60 anni non fumatore ed in buona salute, il mio rischio di attacco cardiaco od infarto è dell’1% su base annua. Assumendo statine scenderebbe allo 0,70%, che è ugualmente basso ma, avendo passato la vita a prescrivere statine, ne conosco molto bene gli effetti collaterali negativi: dolori muscolari, debilitazione generale, mal di stomaco.
Alcuni sostengono che andrebbero prescritte quando il rischio è all’1,5%, ma io non la prenderei in considerazione se non correndo un rischio del 3%. Tutti quelli che hanno avuto un attacco cardiaco od un infarto hanno un rischio del 3% e quindi il rischio dei dolori vale il prezzo dei benefici.

Dall’altra parte però, assumerei – e li assumo – farmaci che abbassano la pressione; i mie valori personali sono solo al limite e, quale cardiologo, so che con gli anni questi valori pressori non potranno che salire e le ricerche dimostrano che più bassa è la pressione, più vivrai a lungo.
Inoltre mentre i vecchi farmaci causavano effetti collaterali, i nuovi – che bloccano i recettori delle angiotensine – personalmente non mi causano il minimo problema».

Specialista della prostata che non fa il test PSA
Richard Ablin, professore di patologia presso l’University of Arizona College of Medicine.

«Quando nel 1970 ho scoperto il PSA, cioè l’antigene specifico per la prostata, ci rendemmo sùbito conto che sarebbe stato di grande aiuto per i pazienti con tumore alla prostata. La proteina è specifica per la ghiandola prostatica, non si trova infatti in quantità significative in nessun altro organo. Però, se si rimuove la prostata ad un uomo con tumore, grazie alla nostra scoperta si può testare la PSA e verificare se, dopo l’intervento, sono rimaste altre cellule tumorali non individuate prima.
Poi hanno iniziato ad usare il test PSA per la diagnosi del tumore alla prostata. Un grosso errore: il PSA non è tumore-specifico, è semplicemente una proteina prodotta dalla prostata e suoi alti livelli possono indicare “solo” un’infezione alla prostata od un suo allargamento, che a volte è benigno. I livelli “normali” poi variano grandemente da persona a persona e non esiste un valore soglia che significhi che “hai un tumore”. Il test nemmeno distingue fra un tumore prostatico a crescita lentissima ed uno aggressivo a crescita violenta.
Ad ogni modo è stato adottato come modo per diagnosticare il cancro alla prostata e così milioni di maschi sono stati curati eccessivamente e spesso con effetti collaterali tanto debilitanti quanto non necessari. Mi sottoporrei ad un test PSA solo dopo un trattamento per un tumore alla prostata o se fossi a rischio per una famigliarità con esso e vi ricorrerei – a scopo diagnostico – in combinazione con altri test, tipo un esame rettale».

Il Professore che dice che l’attività fisica, da sola, non basta
Jack Winkler, esperto di salute pubblica ed ex professore di politiche nutrizionali presso la London Metropolitan University.
«Per perdere peso devi bruciare più calorie di quante ne assumi = mangia di meno.
L’attività fisica può impedire che mettiate su peso solo se mangiate poco di più del necessario. Ma se siete sovrappeso, mi spiace ma non sarà nemmeno lontanamente sufficiente. Ti mangi a pranzo un panino da 300 calorie? Per compensare devi nuotare per più di un’ora. Per perdere peso, devi bruciare più calorie di quante non ne immagazzini, e l’unico modo è ridurre la quantità dei cibi assunti, questa è la realtà fondamentale.
Aggiungere dell’attività fisica è comunque sempre una buona idea, anche perché apporta molti altri benefici».

Il Chirurgo ortopedico che evita i raggi X
Chris Walker, chirurgo ortopedico presso il Liverpool Bone and Joint Centre.
«Troppo spesso, quando i pazienti lamentano dei dolori e vogliono si faccia qualcosa, i medici li mandano a fare delle lastre e si finisce con una diagnosi di artrite. Al che la gente tende a perdere il controllo e diventare vittima: assume anti-infiammatori (con effetti collaterali gastrointestinali), si allarma all’idea di fare attività fisica e la loro vita si impoverisce in senso lato.
Ecco perché, a meno che non ci siano sintomi allarmanti di artrite – tipo dolore costante o notturno – io eviterò di far fare delle lastre. Con l’età la maggior parte della gente ha qualche problemino alle articolazioni: la cosa migliore da fare è fare del movimento. Le giunture amano il movimento, quello che le danneggia sono la corsa ed i salti ma camminare, nuotare ed andare in bicicletta riducono il dolore e la rigidità e rallentano il manifestarsi dell’artrite. Mantenendosi attivi si perde peso, cosa che è di grandissimo aiuto, e non si finisce depressi perché si è troppo impegnati con la vita».

Un dietologo che non seguirebbe una dieta
Il dottor Ian Campbell è l’ideatore di Bodylibrium, un programma di dimagrimento.
«Tutte le prove indicano che sul lungo periodo raramente una dieta funziona.
Ho lavorato per decenni nell’aiutare la gente a perdere peso e la mia esperienza è che l’unico modo per ottenere risultati veramente duraturi è chiedersi: «Perché? Perché mangio del cibo che mi consola? Perché preferisco il cibo grasso? Perché bevo tanti alcolici? Perché l’attività fisica non mi attira?».
Quello che aiuta veramente la gente a perdere peso in modo efficace è dato da tecniche di modificazione comportamentale (simili alla terapia cognitivo-comportamentale), insieme all’impiego di “strategie”, ad esempio un diario giornaliero di cosa mangiamo e con obbiettivi realistici.
Le diete che incoraggiano degli approcci polarizzati, cioè tutti incentrati su di un aspetto – tipo riduzione dei carboidrati, le diete 5:2 o qualunque altro approccio riduzionista, produrranno solo risultati temporanei che vi condurrà a recuperare il peso perduto».

Lo specialista che dice di lasciar star con le maratone di mezza età
Jeremy Latham, chirurgo ortopedico focalizzato sull’anca, opera presso l’University Hospital Southampton.
«Vedo di continuo persone nei loro 40 e 50 anni che si sono massacrate le articolazioni a causa di una crisi di mezza età che le ha portate a correre una maratona od una gara di triathlon. Bel dilemma, visto che ci sono prove documentate che correre faccia bene alle articolazioni, ma se si va verso l’inverno e non siete allenati, rischiate di accelerare qualsiasi disturbo nascosto a ginocchia o fianchi. Se state entrando nella mezza età e volete dimagrire e rimettervi in forma, il mio consiglio è di camminare, nuotare od andare in bicicletta, che sono tutte attività gentili con le articolazioni.
Ho un vogatore che uso 2 o 3 volte la settimana: è un’ottima attività per il cuore e le parti alte e basse del corpo e non sovraccarica le articolazioni».

La dietologa che non vuole mangiare cibo con grassi ridotti
Elena Bond, dietologa
«Giro alla larga dal cibo etichettato “a basso contenuto di grassi” e nemmeno lo darei ai miei figli. Le etichette possono essere veramente molto fuorvianti. Una maionese od un formaggio cheddar “a basso contenuto di grassi”, per esempio, continuano ad essere molto grassi, ne hanno solo meno rispetto alla precedente “ricetta”. Un biscotto digestivo light della McVitie, ha dunque 78 calorie invece delle 86 del tipo “base”, si tratta di solo 8 calorie in meno.
Mangio alimenti con pochi grassi o del tutto privi, esempio gli yogurt, ma quando si tratta di “a basso contenuto di grassi”, vale la pena controllare l’etichetta anche per vedere con cosa hanno sostituito il grasso: spesso si tratta di zucchero usato per compensare la perdita di gusto».

Lo specialista di asma che vuole eliminare gli inalatori
Mike Thomas, docente di ricerche nella prima assistenza e specialista in medicina della respirazione e terapie dell’asma presso la University of Southampton.
«Molti diventano troppo dipendenti dagli inalatori e finiscono nel panico se non ne hanno a portata di mano. L’uso quotidiano aumenta il rischio di attacchi gravi e gli effetti collaterali degli alti dosaggi di steroidi includono l’assottigliamento delle ossa, la facilità di ecchimosi ed un aumentato rischio di diabete e di pressione alta.
Pertanto, invece di permettere che le persone diventino sempre più dipendenti dagli inalatori, sto collaborando con il Governo in una ricerca volta al verificare come dei semplici esercizi di respirazione combinati con il controllo dell’ansia, possono migliorare il controllo dell’asma.
Una volta che i pazienti vivono meno drammaticamente gli episodi di asma, ricorrono meno agli inalatori. Se avessi l’asma, vorrei imparare come gestirla autonomamente, come migliorare la qualità della vita e diminuire l’assunzione di farmaci».

Lo scienziato dello sport che ritiene inutili i lunghi allenamenti
Stuart Phillips, professore di sport ed attività fisica presso la Sloughborough University
«Da giovane giocavo a rugby e ad hockey su ghiaccio e correvo con regolarità. Ero un po’ gasato e ripetevo che un allenamento aveva senso solo se si protraeva per almeno un’ora ed alla fine eri bagnato di sudore. Oggi penso che allenarsi per più di un’ora sia una perdita di tempo perché i dati mostrano che sono ugualmente produttivi dei periodi di intensa attività della durata di 10 minuti. Studio sia i benefici fisici che quelli psicologici dell’attività fisica ed i benefici in più prodotti da periodi che eccedono l’ora sono piuttosto marginali».

Lo specialista del sonno che non prenderebbe sonniferi
Dr Guy Meadows, specialista del sonno e fondatore della Scuola del Sonno
«I sonniferi minano la fiducia nella capacità naturale di addormentarsi e possono produrre dipendenza psico-fisica. Si inizia col pensare che: “se non prendo una pillola non mi addormenterò”. E così il corpo si aspetta di ricevere un sedativo. E tu corri il rischio di ritrovarti con un’insonnia di rimbalzo quando ne cessi l’assunzione, il che spiega perché così tante persone siano nei guai quando vogliono smettere.
Gli effetti collaterali includono: capogiri, mal di testa, perdite della memoria, senso di rimbambimento. Studi recenti mostrano che i sonniferi forniscono dai 20 ai 30 minuti di sonno in più ma che aumentano di 4 volte il rischio di morte. Per me questo annulla pesantemente i benefici.
Inoltre non è un sonno né naturale né di ristoro e questo perché altera l’“architettura del sonno” limitandone la profondità ed interferendo con il sonno REM, necessari per sentirci riposati al risveglio. In alcuni casi, come quando la carenza di sonno è la seria conseguenza di gravi traumi, sono i sonniferi a dare la possibilità di questo recupero fondamentale. Ma non è la condizione nella quale si ritrova la gran maggioranza della gente».

Il chirurgo che consiglia di evitare le punture di steroidi nei piedi
Andy Goldberg, chirurgo ortopedico presso il Wellington Hospital di Londra
«I dolori ai piedi od ai calcagni sono il principale motivo per una visita ortopedica. Un trattamento usato spesso per ridurre le infiammazioni consiste nelle iniezioni di steroidi ed è l’incubo della mia vita professionale. Se l’iniezione finisce dentro o vicino ad un tendine ne può causare la rottura ed al danneggiamento del piede. Se gli steroidi finiscono nel posto sbagliato, possono danneggiare il “tappetino adiposo” sotto al calcagno, che normalmente assorbe i colpi durante il corre od il saltare.
Se questo “tappetino” è danneggiato, il paziente si ritrova a camminare sulle proprie ossa senza una protezione: fa un male cane e non esiste cura. Ci sono ovviamente casi nei quali gli steroidi aiutano: per esempio per trattare le articolazioni infiammate nell’artrite; ma procederei solo sotto la guida degli ultrasuoni usati da un radiologo esperto.
Nella maggior parte dei dolori al piede ed al calcagno si può dare aiuto con lo stretching, col cambiare calzature o col riposo. Gli steroidi dovrebbero essere solo l’ultima risorsa».

Traduzione per EFFEDIEFFE.com a cura di Massimo Frulla


http://www.disinformazione.it/cure_medici.htm


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MessaggioInviato: 21/06/2014, 12:09 
Che fine ha fatto il vaccino contro l’Aids? Storia dell’ennesimo scandalo all’italiana

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http://www.informarexresistere.fr/2014/ ... litaliana/

Sono passati sedici anni da quando i giornali annunciarono in pompa magna che in Italia era stato scoperto il vaccino contro l’aids, che sarebbe stato in grado non solo di curare i sieropositivi, ma anche di impedire di contrarre il virus alle persone sane. La notizia suscitò grandi speranze, tanto che l’allora ministro della Sanità, Rosy Bindi, parlò di uno “straordinario successo della nostra ricerca pubblica”. Dopo anni di silenzio è ora un’inchiesta a far luce sulla storia del vaccino alla malattia del secolo, scoprendo che in questi anni sono già stati spesi 49 milioni di euro di fondi pubblici, e quel poco che si è scoperto è passato in mano ai privati. Non solo, a venire a galla è anche un torbido intreccio di interessi privati, che fa presagire un nuovo, ennesimo, scandalo all’italiana.

L’INIZIO DELLA STORIA. A guidare il Centro nazionale Aids in seno all’Istituto superiore di sanità (Iss) che nel 1998 annuncia la scoperta è Barbara Ensoli, la quale affermava che il suo team di ricerca aveva scoperto come ottenere un vaccino sia preventivo che terapeutico tramite una proteina virale, la Tat. Tra a la fine del 2003 e l’inizio del 2004 prende quindi avvio la fase di sperimentazione, che coinvolge il Policlinico Umberto I di Roma, l’Istituto Spallanzani di Roma e il San Raffaele di Milano. Mentre a verificare i risultati è l’Istituto San Gallicano di Roma, la cui guida viene affidata poco dopo a Fabrizio Ensoli, fratello di Barbara. Non esattamente una garanzia di indipendenza.

RICERCHE FLOP E FINANZIAMENTI PUBBLICI. Pochi mesi dopo, mentre le ricerche sono ancora in corso, il team guidato dalla Ensoli annuncia che i test stanno dando “risultati esaltanti”. Così, nel 2005 il ministro della Sanità Francesco Storace attiva un finanziamento di 21 milioni di euro, seguiti da un altro finanziamento da 28 milioni concesso dal ministero degli Esteri, per attivare una seconda fase di sperimentazione in Sud Africa. La sperimentazione sul vaccino terapeutico (efficace sui sieropositivi) è tuttora in corso, mentre quella sul vaccino preventivo, teoricamente in grado di impedire di contrarre l’Hiv alle persone sane, è stata improvvisamente bloccata il 24 marzo 2014, quando si è scoperto che una delle proteine utilizzate, la Env (prodotta della multinazionale Novartis), era “non conforme alle linee guida europee sulle sperimentazioni”.


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LA SVENDITA AI PRIVATI. Barbara Ensoli non si scoraggia, ma anzi annuncia che “il vaccino sarà pronto nel 2018, ma servono altri 100 milioni di finanziamenti privati”. Ora l’inchiesta pubblicata da Altreconomia ha scoperto che lo studio del vaccino terapeutico (l’unico sul quale si sta ancora facendo ricerca) non è più in mano all’Istituto superiore di sanità: una parte rilevante dei brevetti è stato infatti ceduto alla Vaxxit srl, società privata nella quale il 70% delle azioni appartiene alla stessa Barbara Ensoli. Ma non solo, la Vaxxit ottiene anche una licenza esclusiva di utilizzo per 18 mesi, senza che sia stato al momento stabilito nessun accordo economico sulla gestione dei proventi futuri.

L’ENNESIMO SCANDALO ALL’ITALIANA. Quindi, ricapitolando: lo Stato ha finanziato per 16 anni la ricerca del vaccino, e ora l’unica parte dei brevetti potenzialmente remunerativa e utile per i malati (quella sul vaccino terapeutico) è stata ceduta a costo zero ad una società privata posseduta dalla stessa direttrice della ricerca. A chiedere di far luce sulla vicenda è ora Vittorio Agnoletto, già europarlamentare e fondatore della Lega italiana per la lotta all’Aids (Lila), che ha pubblicato una lettera aperta con 10 domande sulla vicenda, rivolte al presidente dell’Istituto superiore di sanità, mentre il Movimento 5 stelle ha presentato un’interrogazione alla presidente della Commissione sanità del Senato, Emilia De Biasi.

Fonte: dolcevitaonline.it

Tratto da: http://informatitalia.blogspot.com



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"…stanno uscendo allo scoperto ora, amano annunciare cosa stanno per fare, adorano la paura che esso può creare. E’ come la bassa modulazione nel ruggito di una tigre che paralizza la vittima prima del colpo. Inoltre, la paura nei cuori delle masse risuona come un dolce inno per il loro signore". (Capire la propaganda, R. Winfield)

"Onesto è colui che cambia il proprio pensiero per accordarlo alla verità. Disonesto è colui che cambia la verità per accordarla al proprio pensiero". Proverbio Arabo

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MessaggioInviato: 21/06/2014, 18:13 
Offrire alle regole del libero mercato i beni essenziali per l'esistenza stessa dell'uomo è la peggiore idea che l'uomo stesso potesse concepire.

Medicina, energia, acqua e cibo dovrebbero essere soggette non al libero mercato, né al socialismo.

Ma a un sistema economico fondato sul dono.

Allora sì che l'umanità progredirebbe.

Fatemi pagare per comprare un telefonino... Non per il pane con il quale mi nutro. Non per il fuoco con il quale mi scaldo.

Non per una medicina con la quale mi curo.



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MessaggioInviato: 28/06/2014, 11:42 
Cita:
Atlanticus81 ha scritto:

Offrire alle regole del libero mercato i beni essenziali per l'esistenza stessa dell'uomo è la peggiore idea che l'uomo stesso potesse concepire.

Medicina, energia, acqua e cibo dovrebbero essere soggette non al libero mercato, né al socialismo.

Ma a un sistema economico fondato sul dono.

Allora sì che l'umanità progredirebbe.

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MessaggioInviato: 28/06/2014, 11:44 
Il terrificante sfogo di un Medico Italiano:

“La medicina è falsa ed è solo uno strumento di potere
delle Multinazionali della Salute. Non cura le malattie, ma
sposta i sintomi generando nuove malattie!”


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http://curiosity2013.altervista.org/il- ... ndo-nuove/

Il dottor Giuseppe De Pace ha pubblicato una lettera aperta dove ha espresso una sua denuncia, basandosi su situazioni vissute in prima persona.

La Medicina Ufficiale è falsa ed è solo uno strumento di potere delle Multinazionali della Salute. Essa è incapace di curare le malattie, al massimo lenisce i sintomi apparenti spostandoli su altri organi e generando nuove malattie, che portano il paziente a un circolo vizioso didipendenza dal sistema sanitario.

Giuseppe è un chirurgo ortopedico con vent’anni d’esperienza, di cui quindici in ospedale.
Lo sfogo nasce dall’aver visto morire un bambino di undici anni, affetto dalinfoma non-Hogkin, in seguito a una terapia che prevedeva la chemio.
La letteratura internazionale parla di sopravvivenza dell’80% con i nuovi protocolli chemioterapici. Notizia molto confortante anche per me che vivevo per la prima volta da vicino questa esperienza.

L’equivoco nasce dal fatto che se il paziente muore dopo un mese per insufficienza renale o epatica, superinfezioni, ecc provocai chiaramente dalla chemio, per la statistica non è morto di linfoma!

La medicina di oggi vede il corpo umano come un sistema biochimico, dove a ogni causa segue una conseguenza (il sintomo). Il farmaco serve quindi ad eliminare il sintomo, senza tuttavia risalire alla causa.
Il concetto di salute non è la non-malattia, come ritiene la medicina ufficiale, ma è un perfetto equilibrio tra mente e corpo.
Dunque, il corpo rimane malato, ma la malattia si sposta altrove.

La chemioterapia, ad esempio, colpisce il DNA delle cellule che si dividono rapidamente, ovvero quelle cancerogene ma non solo! Anche quelle del nostroSistema Immunitario si dividono velocemente, distruggendo così anche l’unica cosa che può salvarci la vita!

Inoltre la chemioterapia non può distruggere il 100% delle cellule cancerogene, ma dal 60% all’80%, il “resto” del lavoro è svolto dal nostro sistema immunitario.

Sapevate che secondo il Journal of the American Medical Association, le malattie iatrogene (le malattie dovute a terapie mediche) sono al terzo posto tra le cause di morte negli Stati Uniti ?! Più di 120.000 persone muoiono ogni anno a causa dei famosi Effetti Collaterali dei medicinali.

Ecco una spiegazione sugli effetti collaterali del ricercatore Bruce Lipton:
Ogni sostanza che immettiamo nel nostro corpo interagisce con determinate proteine funzionali, le quali possono determinare le funzioni di organi o distretti completamente diversi tra loro. Se prendiamo ad esempio una pastiglia per il cuore, i suoi principi attivi possono interagire anche con il sistema nervoso centrale.
Questo accade proprio perché la medicina ufficiale agisce a livello biochimico e non a livello biofisico.
Il dottore Giuseppe De Pace ha abbandonando la medicina ufficiale per poi testare su se stesso un approccio Olistico. E’ così guarito da alcune patologie croniche, semplicemente riequilibrando il proprio sistema energetico:

Sono stato operato un anno fa di lobectomia tiroidea per ipertiroidismo e condannato, come d’altronde è la regola, a prendere l’Eutirox a vita. Nonostante seguissi scrupolosamente le indicazioni datemi, continuavo a soffrire di dolori muscolari agli arti e di astenia. Ho deciso di cambiare completamente la mia alimentazione (eliminando la carne e gran parte delle proteine animali, immettendo sostanze essenziali e non raffinate, combinando bene gli alimenti), ho eliminato completamente l’Eutirox e gli altri medicinali, rivolgendomi alle sostanze naturali. Il risultato è stato la scomparsa dei dolori muscolari e la normalizzazione dei valori ematici non solo tiroidei.


Fonte: http://www.respiriamoverde.com/blog/201 ... -italiano/



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MessaggioInviato: 14/07/2014, 17:43 
Ho venduto l’anima al diavolo
Ernesto Burgio e Giovanni Peronato – tratto da http://www.nograzie.eu/

L’ultimo della famiglia dei pentiti di Big Pharma è John Virapen, ex direttore della Eli Lilly Svezia, che al suo 74° compleanno ha scritto una confessione professionale insolita. Per ironia della sorte, il suo libro (Médicaments, effets secondaires: la mort) è uscito in Francia giovedì 17 aprile 2014, dopo la morte di Jacques Servier, il padrone dell’azienda responsabile del caso benfluorex.

“Per anni a volte nelle prime ore del giorno sagome spettrali mi appaiono in sogno - scrive nell'introduzione. Sbattono la testa contro il muro o si tagliano braccia e gola con il rasoio. Mi sono reso conto che avevo indirettamente contribuito alla morte di persone le cui ombre mi perseguitano. Io, ovviamente, non ho ucciso nessuno direttamente , ma ora non posso non sentirmi in parte responsabile di queste morti. Ero uno strumento, un esecutore, [ ... ] mi sono lasciato usare senza pormi troppe domande. Ho venduto la mia anima al diavolo.”

Entrato in azienda nel 1968, dopo soli 13 anni diviene il direttore delle vendite di Eli Lilly per la Svezia. Rivela i patti inconfessabili con gli opinion leaders, nella fattispecie un esperto consulente presso il Ministero della Salute, pagato con salario fisso per difendere l’azienda dagli attacchi dei media soprattutto riguardo gli effetti collaterali dei farmaci: scrivendo articoli elogiativi su riviste scientifiche, riusciva a rassicurare i lettori (medici).

Nel 1986 viene lanciato il Prozac (fluoxetina), l’antidepressivo più prescritto al mondo fino a quando il brevetto scadde, nel 2001, e John Virapen commette l’azione che più lo tormenterà: aver promosso un farmaco di cui conosceva bene gli effetti pro-suicidiari (per gli effetti collaterali reali degli psicofarmaci, consultare il sito web della sorveglianza sanitaria indipendente di David Healy, un ricercatore dell’Università di Cardiff, http://davidhealy.org/call-for-papers/) e la cui superiorità rispetto al placebo non è stata tutt’oggi stabilita. Il Ministero della Salute svedese aveva scelto un esperto per decidere sulla registrazione della fluoxetina, esperto il cui nome era mantenuto segreto per non scatenare la pressione delle lobbies.

Virapen però lo scova e gli offre una somma elevata per ottenere una rapida registrazione sottacendo il problema dell’aumento dei suicidi. Nel file originale, ad esempio, si poteva leggere: “Su dieci persone che hanno preso il principio attivo, 5 avevano allucinazioni e fecero un tentativo di suicidio, 4 con successo.”
In quello definitivo “Gli ultimi 5 hanno presentato vari effetti collaterali.”

Il riferimento ai suicidi da fluoxetina durante la fase di sperimentazione era scomparso. Eppure, stranamente, queste rivelazioni non sembrano suscitare l’orrore e le reazioni che dovrebbero. Come se il crimine in questo campo fosse inevitabile, e l’industria farmaceutica fosse impossibile da controllare, al di sopra della legge, al di sopra degli Stati.
La confessione sorprende, ma non più di tanto, perché non è certo la prima volta che vengono alla luce segreti inconfessabili dell’industria farmaceutica. Si possono citare Bernard Dalbergue, ex dirigente Merck, che ha definito di recente il vaccino anti HPV Gardasil uno dei più grandi scandali nella medicina di tutti i tempi, un farmaco inutile che costa una fortuna. Peter Rost, che nel suo 7Global Pharma racconta alcune vicende di Pfizer riguardanti il Genotropin, poi riprese in Sicko di Michael Moore. Infine, ma non ultimo, Peter Gøtzsche nel suo recentissimo Deadly Medicines and Organized Crime.

http://www.disinformazione.it/anima_diavolo.htm



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La medicina che uccide
Maurizio Blondet – Tratto da http://www.effedieffe.com
Visto su http://www.stampalibera.com

I farmaci “di sostituzione ormonale” promettono alle donne di restare giovani, di ritardare la menopausa e di sconfiggere l’osteoporosi. Ora si scopre che due medicinali molto diffusi, il Premarin e il Prempro, provocano cancro, embolia polmonare, infarto e demenza.
In USA, almeno 14 milioni di donne si sono viste prescrivere le due medicine. Ma poiché esse sono in commercio da 40 anni, sono circa cento milioni (tre generazioni) le donne americane in pericolo.
Lo ha stabilito uno studio di un ente indipendente, il Women’s Health Initiative (WHI).
Il principio attivo dei due farmaci è estrogeno estratto dall’urina di vacche e cavalle, che contiene tre tipi di estrogeni, di cui due non naturali per la donna.
Inoltre il Premarin contiene progesterone sintetico, anch’esso non identico all’ormone umano.
Il dosaggio aumenta la pericolosità.

Le ditte farmaceutiche adottano un dosaggio che sia efficace per il 90% della popolazione generale; ma resta un 25% di ipersensibili, per cui la dose standard è eccessiva, ha notato la rivista Lancet.
Lo studio del WHI ha stabilito che già 0,625 milligrammi di estrogeni da cavalla è cancerogeno; le dosi nei due farmaci sono il doppio, 1,250 mg.
Dal 2003, alla chetichella, il Premarin è in commercio con dosi più basse: 0,45 mg.
Ma intanto, nel solo 2001, i medici americani hanno stilato 70 milioni di ricette di prescrizione delle due medicine della giovinezza.

Il che induce il dottor Jay Cohen, un medico che tiene un sito sulle medicine alternative (Medication Sense Underground), a porre domande scomode: “quanto valgono le sperimentazioni cliniche fatte dalla aziende per ottenere dalla FDA (Food and Drug Administration) l’autorizzazione al commercio dei medicinali? E quanto i medici di base sono al corrente degli effetti collaterali di certi farmaci, visto che sono ‘informati’ esclusivamente da piazzisti pagati dalle aziende produttrici?”.

Il 51 % dei farmaci approvati dal FDA manifestano effetti dannosi solo dopo che sono diffusi sul mercato.
I danni collaterali da farmaci sono la quarta causa di morte in America.
Di fatto, una medicina sviluppata nell’interesse del profitto anziché della salute uccide o invalida, è stato notato, 784 mila americani l’anno; 16.400 % più di quanti ne ha “ammazzati” Osama Bin Laden.
L’assistenza sanitaria altamente privata (dunque costosa) fa sì che l’americano medio ricorra al medico per farsi prescrivere farmaci che “coprono” i suoi sintomi, e così continuare a “funzionare”.

Non ha i mezzi per una vera terapia, né i medici hanno interesse a consigliare, poniamo, una vera cura consistente in un regime alimentare adatto ed esercizio fisico.
Un serio rapporto sulle malattie iatrogene (Death by Medicine, dei dottori Gary Null, Carolyn Dean, Martin Feldman, Deborah Rasio e Dorothy Smith, 2003) ha rivelato che le case farmaceutiche spendono oltre 2 miliardi di dollari l’anno per invitare i medici di base a 314 mila “eventi” in cui, con l’albergo pagato in località amene, i dottori ascoltano le “informazioni scientifiche”, che in realtà sono promozioni, su un nuovo medicinale.

Non c’è informazione scientifica indipendente.
Ma ora, sono esplosi parecchi scandali che hanno allarmato l’opinione pubblica.
La scoperta che l'antinfiammatorio e dolorifico Vioxx, s’è rivelato mortale in troppi casi.
Il sospetto concreto, a malapena soffocato dalla lobby del farmaco, che un conservante al mercurio, contenuto nei vaccini infantili dal 1937, sia responsabile della vera epidemia di autismo dei bambini in USA, e forse anche dell’Alzheimer dei vecchi (oltre i 75 anni, il 50% ha l’Alzheimer).

Ed adesso, anche le medicine per l'eterna giovinezza delle donne sono sotto accusa.
Inoltre, domande sempre più scomode si levano sull’aspartame, il dolcificante “che non fa ingrassare”: Michael J. Fox, un noto attore americano, ha sviluppato il morbo di Parkinson all’età di…38 anni.
Dopo essere stato un testimonial della Diet Pepsi (senza zucchero, ma con aspartame) da cui ha ammesso di essere “dipendente” come un drogato, bevendone “varie bottiglie al giorno”.
Molti consumatori di aspartame nella forma più diffusa in commercio (dall’infido nome di NutraSweet, come fosse un nutriente naturale) presentano infatti tremori parkinsoniani.
Il che non è strano, visto che l’aspartame è un neurotossico, che provoca il degrado del tessuto nervoso produttore della dopamina, “antidepressivo naturale” del cervello.

Naturalmente, l’americano con tremiti strani si vede prescrivere L-Dopa, ossia dopamina farmaceutica; ma senza smettere di consumare bevande all’aspartame, la terapia viene naturalmente nullificata.
http://www.disinformazione.it/medicina_che_uccidono.htm



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La causa primaria del Cancro fu scoperta nel 1931 da uno scienziato premio nobel


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By Edoardo Capuano - Posted on 01 novembre 2012


Otto Heinrich WarburgUna notizia che ha dell’incredibile: la causa principale del cancro è stata ufficialmente scoperta decenni fa da uno scienziato premio nobel per la medicina nel 1931.

E da allora nulla è stato fatto in base a tale conseguimento, se non continuare a raccogliere in tutto il mondo soldi per la ricerca, attraverso associazioni come ad esempio l’italiana AIRC.

Quando la causa primaria del cancro era già conosciuta.

Pochissime persone in tutto il mondo lo sanno, perché questo fatto è nascosto dall’industria farmaceutica e alimentare.

Nel 1931 lo scienziato tedesco Otto Heinrich Warburg ha ricevuto il Premio Nobel per la scoperta sulla causa primaria di cancro.

Proprio così. Ha trovato la causa primaria del cancro e ha vinto il Premio Nobel.

Otto ha scoperto che il cancro è il risultato di un potere anti-fisiologico e di uno stile di vita anti-fisiologico.

Perché? Poiché sia con uno stile anti-fisiologico nutrizionale (dieta basata su cibi acidificanti) e l’inattività fisica, il corpo crea un ambiente acido (nel caso di inattività, per una cattiva ossigenazione delle cellule).

L’acidosi cellulare causa l’espulsione dell’ossigeno. La mancanza di ossigeno nelle cellule crea un ambiente acido.

Egli ha detto: “La mancanza di ossigeno e l’acidità sono due facce della stessa medaglia: Se una persona ha uno, ha anche l’altro”.

Cioè, se una persona ha eccesso di acidità, quindi automaticamente avrà mancanza di ossigeno nel suo sistema. Se manca l’ossigeno, avrete acidità nel vostro corpo.

Egli ha anche detto: “Le sostanze acide respingono ossigeno, a differenza delle alcaline che attirano ossigeno”.

Cioè, un ambiente acido è un ambiente senza ossigeno.

Egli ha dichiarato: “Privando una cellula del 35% del suo ossigeno per 48 ore è possibile convertirla in un cancro”.

“Tutte le cellule normali hanno il bisogno assoluto di ossigeno, ma le cellule tumorali possono vivere senza di esso”. (Una regola senza eccezioni).

Ph e salute “I tessuti tumorali sono acidi, mentre i tessuti sani sono alcalini.”

Nella sua opera “Il metabolismo dei tumori”, Otto ha mostrato che tutte le forme di cancro sono caratterizzate da due condizioni fondamentali: acidosi del sangue (acido) e ipossia (mancanza di ossigeno).

Ha scoperto che le cellule tumorali sono anaerobiche (non respirano ossigeno) e non possono sopravvivere in presenza di alti livelli di ossigeno.

Le cellule tumorali possono sopravvivere soltanto con glucosio e in un ambiente privo di ossigeno.

Pertanto, il cancro non è altro che un meccanismo di difesa che ha alcune cellule del corpo per sopravvivere in un ambiente acido e privo di ossigeno.

In sintesi:
Le cellule sane vivono in un ambiente ossigenato e alcalino che consente il normale funzionamento. Le cellule tumorali vivono in un ambiente acido e carente di ossigeno.

Importante:

Una volta terminato il processo digestivo, gli alimenti, a secondo della qualità di proteine, carboidrati, grassi, vitamine e minerali, forniscono e generano una condizione di acidità o alcalinità nel corpo. In altre parole … tutto dipende unicamente da ciò che si mangia.

Il risultato acidificante o alcalinizzante viene misurato con una scala chiamata PH, i cui valori vanno da 0 a 14, al valore 7 corrisponde un pH neutro.

È importante sapere come gli alimenti acidi e alcalini influiscono sulla salute, poiché le cellule..per funzionare correttamente dovrebbe essere di un ph leggermente alcalino (poco di sopra al 7).

In una persona sana, il pH del sangue è compreso tra 7.4 e 7.45.

Se il pH del sangue di una persona inferiore 7, va in coma.

Gli alimenti che acidificano il corpo:
Lo zucchero raffinato e tutti i suoi sottoprodotti. (È il peggiore di tutti: non ha proteine, senza grassi, senza vitamine o minerali, solo carboidrati raffinati che schiacciano il pancreas). Il suo pH è di 2,1 (molto acido)
Carne. (Tutti i tipi)
Prodotti di origine animale (latte e formaggio, ricotta, yogurt, ecc)
Il sale raffinato.
Farina raffinata e tutti i suoi derivati. (Pasta, torte, biscotti, ecc)
Pane. (La maggior parte contengono grassi saturi, margarina, sale, zucchero e conservanti)
Margarina.
Caffeina. (Caffè, tè nero, cioccolato)
Alcool.
Tabacco. (Sigarette)
Antibiotici e medicina in generale.
Qualsiasi cibo cotto. (la cottura elimina l’ossigeno aumentando l’acidita’ dei cibi”)
Tutti gli alimenti trasformati, in scatola, contenenti conservanti, coloranti, aromi, stabilizzanti, ecc.

Il sangue si ‘autoregola’ costantemente per non cadere in acidosi metabolica garantire il buon funzionamento e ottimizzare il metabolismo cellulare. Il corpo deve ottenere delle basi minerali alimentari per neutralizzare l’acidità del sangue nel metabolismo, ma tutti gli alimenti già citati (per lo più raffinati) acidificano il sangue e ammorbano il corpo.

Dobbiamo tener conto che CON il moderno stile di vita, questi cibi vengono consumati almeno 3 volte al giorno”, 365 giorni l’anno e tutti questi alimenti sono anti-fisiologici.

Gli alimenti alcalinizzanti:

* Tutte le verdure crude. (Alcune sono acide al gusto, ma all’interno del corpo avviene una reazione è alcalinizzante.”. Altre sono un po acide, tuttavia, forniscono le basi necessarie per il corretto equilibrio). Le verdure crude producono ossigeno, quelle cotte no.

* I Frutti, stessa cosa. Ad esempio, il limone ha un pH di circa 2,2, tuttavia, all’interno del corpo ha un effetto altamente alcalino. (Probabilmente il più potente di tutti - non fatevi ingannare dal sapore acidulo)

* I frutti producono abbastanza ossigeno.

* Alcuni semi, come le mandorle sono fortemente alcalini.

* I cereali integrali: l’unico cereale alcalinizzante è il miglio. Tutti gli altri sono leggermente acidi, tuttavia, siccome la dieta ideale ha bisogno di una percentuale di acidità, è bene consumarne qualcuno. Tutti i cereali devono essere consumati cotti.

Il miele è altamente alcalinizzante.

* La clorofilla la pianta è fortemente alcalina.

(Da qualsiasi pianta) (in particolare aloe vera, noto anche come aloe)

* L’acqua è importante per la produzione di ossigeno. “La disidratazione cronica è la tensione principale del corpo e la radice della maggior parte tutte le malattie degenerative.” Lo afferma il Dott. Feydoon Batmanghelidj.

* L’esercizio ossigena tutto il corpo. “Uno stile di vita sedentario usura il corpo.”

L’ideale è avere una alimentazione di circa il 60% alcalina piuttosto che acida, e, naturalmente, evitare i prodotti maggiormente acidi, come le bibite, lo zucchero raffinato e gli edulcoranti.

Non abusare del sale o evitarlo il più possibile.

Per coloro che sono malati, l’ideale è che l’alimentazione sia di circa 80% alcalina, eliminando tutti i prodotti più nocivi.

Se si ha il cancro il consiglio è quello di alcalinizzare il più possibile.”

Inutile dire altro, non è vero?

Dr. George W. Crile, di Cleveland, uno dei chirurghi più rispettati al mondo, dichiara apertamente: “Tutte le morti chiamate naturali non sono altro che il punto terminale di un saturazione di acidità nel corpo.”

Come precedentemente accennato, è del tutto impossibile per il cancro di comparire in una persona che libera il corpo dagli acidi con una dieta alcalina, che aumenta il consumo di acqua pura e che eviti i cibi che producono acido.

In generale, il cancro non si contrae e nemmeno si eredita. Ciò che si eredita sono le abitudini alimentari, ambientali e lo stile di vita. Questo può produrre il cancro.

Mencken ha scritto: “La lotta della vita è contro la ritenzione di acido”.“Invecchiamento, mancanza di energia, stress, mal di testa, malattie cardiache, allergie, eczema, orticaria, asma, calcoli renali, arteriosclerosi, tra gli altri, non sono altro che l’accumulo di acidi”.

Dr. Theodore A. Baroody ha detto nel suo libro “Alcalinizzare o morire” (alcaline o Die):

” In realtà, non importa i nomi delle innumerevoli malattie Ciò che conta è che essi provengono tutti dalla stessa causa principale: Molte scorie acide nel corpo”

Dr. Robert O. Young ha detto:

“L’eccesso di acidificazione nell’organismo è la causa di tutte le malattie degenerative. Se succede una perturbazione dell’equilibrio e un corpo inizia a produrre e immagazzinare più acidità e rifiuti tossici di quelli che è in grado di eliminare allora le malattie si manifestano.”

E la chemioterapia ?

La chemioterapia acidifica il corpo a tal punto che ricorre alle riserve alcaline del corpo immediatamente per neutralizzare l’acidità tale, sacrificando basi minerali (calcio, magnesio e potassio) depositati nelle ossa, denti, articolazioni, unghie e capelli.

Per questo motivo osserviamo tali alterazioni nelle persone che ricevono questo trattamento e tra le altre cose la caduta dei capelli. Per il corpo non vuol dire nulla stare senza capelli, ma un pH acido significherebbe la morte.

Niente di tutto questo è descritto o raccontato perché, per tutte le indicazioni, l’industria del cancro (leggi: industria farmaceutica) e la chemioterapia sono alcune delle attività più remunerative che esistano..Si parla di un giro multi-milionario e i proprietari di queste industrie non vogliono che questo sia pubblicato.

Tutto indica che l’industria farmaceutica e l’industria alimentare sono un’unica entità e che ci sia una cospirazione in cui si aiuta l’altro al profitto.

Più le persone sono malate, più sale il profitto dell’industria farmaceutica. E per avere molte persone malate serve molto cibo spazzatura, tanto quanto ne produce l’industria alimentare.

Quanti di noi hanno sentito la notizia di qualcuno che ha il cancro e qualcuno dire: “… Poteva capitare a chiunque …”

No, non poteva!

“Che il cibo sia la tua medicina, la medicina sia il tuo cibo”.
Ippocrate (il padre della medicina )

http://www.ecplanet.com/node/3619

Fonte: pmbeautyline.wordpress.com



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ORMONI PRESCRITTI AI BAMBINI –
ECCO LO SCANDALO DEI MEDICI CORROTTI +VIDEO


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http://www.ilfattaccio.org/2014/10/29/o ... tti-video/

ECCO UNO SCANDALO ITALIANO DI CUI NESSUN MEDIA VI HA MAI PARLATO NE VE NE PARLERA’ MAI. E’ stato raccontato da una tv svizzera e nascosto dalle nostre emittenti televisive! Un dettagliato estratto dall’inchiesta del settimanale di approfondimento “Falò” sulla RSI [radiotelevisione Svizzera in lingua italiana] svela i retroscena dello scandalo degli ormoni somministrati dai pediatri italiani per conto della casa farmaceutica elvetica Sandoz. E’ uno scandalo quasi senza precedenti in Italia, ma ancora non se ne conosce l’epilogo,grazie ai nostri media corrotti e disinformatori. Secondo l’inchiesta condotta dai Nas, coordinata dalle Procure di Bologna e Busto Arsizio e che avrebbe visto indagati 67 medici di ospedali pubblici e privati e 12 informatori scientifici, il gruppo farmaceutico svizzero Sandoz avrebbe pagato decine di pediatri italiani affinché prescrivessero alcuni farmaci di sua produzione.

ORMONI PRESCRITTI AI BAMBINI - Ecco lo scandalo dei medici corrotti +Video IN PARTICOLARE TRA I MEDICINALI PRESCRITTI SOPRATUTTO AI BAMBINI alcuni in sovradosaggio e abbastanza costosi, c’erano l’Omnitrope, un ormone della crescita che contiene il principio attivo della Somatropina, e il Binocrit, un farmaco che fa aumentare la produzione di globuli rossi. Entrambi sono utilizzati come anabolizzanti e considerati sostanze dopanti. I media italiani avevano vagamente parlato di un’indagine complessa da parte della magistratura italiana e della decisione di Sandoz di licenziare dodici dipendenti e dirigenti sospettati appunto di aver cercato di aumentare le vendite ricorrendo a pratiche illegali,ma senza entrare nello specifico,come al solito per non farci capire nulla. Dopo la vasta eco mediatica, in Italia il nulla, mentre la TV Svizzera si dimostra, come sempre, attenta alle esigenze informative dei consumatori raccontando i particolari di una vicenda che ha assunto non solo profili penalistici che sono sotto la lente d’ingrandimento della magistratura inquirente, ma soprattutto, risvolti umani drammatici, a partire dalle sofferenze dei ragazzi costretti ad assumere ormoni della crescita e incorrere nel rischio di pericolose conseguenze per la salute.


[BBvideo]http://www.youtube.com/watch?v=CNvWusC1D3o[/BBvideo]



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"…stanno uscendo allo scoperto ora, amano annunciare cosa stanno per fare, adorano la paura che esso può creare. E’ come la bassa modulazione nel ruggito di una tigre che paralizza la vittima prima del colpo. Inoltre, la paura nei cuori delle masse risuona come un dolce inno per il loro signore". (Capire la propaganda, R. Winfield)

"Onesto è colui che cambia il proprio pensiero per accordarlo alla verità. Disonesto è colui che cambia la verità per accordarla al proprio pensiero". Proverbio Arabo

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ALZHEIMER - Confermato il legame tra benzodiazepine e la malattia

Tra i principi attivi e i nomi commerciali citiamo Alprazolam, Bromazepam , Bromiden, Diazepam, Valium e Xanax. Questi farmaci sono comunemente utilizzati per il trattamento di disturbi come ansia, spasmi, insonnia, convulsioni, o agitazione durante l'astinenza da alcol.

27/10/2014 - Regione Piemonte - Salute & Persona

http://www.cuneooggi.it/dett_news.asp?id=59207

Uno studio francese pubblicato nell'ultimo numero del British Medical Journal lo conferma: l'uso regolare di benzodiazepine per un periodo superiore a tre mesi aumenta notevolmente il rischio di sviluppare la malattia di Alzheimer.
Cosa sono le benzodiazepine?

Le benzodiazepine sono una classe di farmaci psicotropi , vale a dire, che agiscono sul sistema nervoso centrale (cervello e midollo spinale) modificando alcuni processi chimici naturali (fisiologici).

Porta a cambiamenti di coscienza, umore, percezione e comportamento.

Provoca un effetto ansiolitico (contro l'ansia), miorilassante (rilassante muscolare), ipnotico (induce il sonno), antiepilettico (contro l'epilessia) e amnesico (causando problemi di memoria).Tra i principi attivi e i nomi commerciali citiamo Alprazolam, Bromazepam , Bromiden, Diazepam, Valium e Xanax

Questi farmaci sono comunemente utilizzati per il trattamento di disturbi come ansia, spasmi, insonnia, convulsioni, o agitazione durante l'astinenza da alcol.

L’uso a lungo termine di benzodiazepine è pericoloso?

E’ noto da molti anni che l'uso di benzodiazepine per oltre un mese porta ad assuefazione (necessità di dosi maggiori per ottenere lo stesso effetto), dipendenza (difficoltà o impossibilità di interromperne l’assunzione), e la sospensione può causare sintomi di astinenza (recidiva dei sintomi, più tipicamente la potenziale caduta della pressione arteriosa, allucinazioni, psicosi, allucinazioni, convulsioni, malessere).

Lo studio di Sophie Billioti Gagee, colleghi dell’istituto INSERM, dimostra come le benzodiazepine aumentino significativamente il rischio di sviluppare la malattia di Alzheimer - la più nota malattia neurodegenerativa, che in Italia colpisce centinaia di migliaia di persone ogni anno.

Lo studio Inserm

Lo studio ha preso in considerazione quasi 9.000 persone di età superiore a 66 anni, seguiti per 6-10 anni, dimostrando come l'assunzione giornaliera di psicofarmaci per diversi mesi aumenti il rischio di sviluppare una malattia neurodegenerativa :

[wbf] - una volta al giorno per 3 - 6 mesi aumenta il rischio di malattia di Alzheimer del 30%

- una volta al giorno per più di sei mesi aumenta il rischio di Alzheimer del 60-80%.


Preoccupazione in Francia

La Francia detiene il triste record di campione del mondo nel consumo di sostanze psicotrope (nel 2012, quasi 12 milioni di transalpini ne avrebbero fatto uso almeno una volta).

In particolare, le benzodiazepine sono spesso prescritte per trattare stress, ansia e disturbi del sonno: tutti sintomi che possono essere curati con metodi alternativi (fitoterapia, omeopatia, agopuntura).

Inoltre, l’approccio farmacologico "cancella" i sintomi ma non risolve il problema, sicché questi sintomi tendono a ripresentarsi dopo l'interruzione del trattamento. Questo porta spesso a prolungare la cura oltre le raccomandazioni delle autorità sanitarie (non più di 12 settimane): molti pazienti continuano ad assumerne per anni.

I pazienti, nel frattempo, devono essere consapevoli dei rischi connessi con tali trattamenti prolungati e cercare metodi di cura alternativi.

Il Comitato dei Cittadini per i Diritti Umani raccomanda di informarsi attentamente, di non accettare facili diagnosi psichiatriche sia per se stessi che per i propri figli, ma richiedere accurate analisi mediche
.[/wbf]



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Maledetti.........



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ecco chi decide il prezzo dei farmaci

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L’Agenzia italiana del farmaco decide l’acquisto e il costo dei medicinali commerciati in Italia. Dal 2008 è stata colpita da due scandali: 8 dirigenti arrestati, sei anni fa, per aver alterato l’iter per la messa in commercio dei farmaci; ispezione della Guardia di Finanza, nel 2014.

di

Chiara Daina

Nasce appena undici anni fa e la sua storia è già avvolta nel mistero. In pochi sanno cos’è l’Aifa, cioè l’Agenzia italiana del farmaco, ente governativo diretto dal ministero della salute. Eppure riguarda tutti da vicino. Perché la sua funzione è quella di garantire l’accesso ai farmaci nel nostro Paese. Come? Prima con una valutazione del farmaco sulla scorta del parere dell’Ema (l’Agenzia del farmaco europea). Poi tramite la negoziazione del prezzo con l’azienda produttrice.

Le aziende fanno l’offerta e l’Aifa prende o lascia, difficilmente riesce a contrattare. Dal 2004 il prezzo di un medicinale (rimborsato dal Servizio Sanitario Nazionale) è assegnato in funzione del suo valore terapeutico, e non dal valore industriale. Quindi il vero paradosso è che lo spreco di denaro pubblico dovuto ai costi esorbitanti di alcune molecole (come il Sofosbuvir contro l’epatite C da 50mila euro, o l’imatinib, un antileucemico, da 24mila euro) è legale. Fino al 2010 la sede Aifa era un edificio umile nella periferia di Roma, non lontano dalla metropolitana. Poi si è trasferita in un palazzo faraonico di sette piani in via del Tritone 181, nel centro di Roma, a due passi dalla Fontana di Trevi, e guarda un po’, quasi di fronte all’ingresso di Farmindustria, l’associazione delle case farmaceutiche. Ora l’Aifa paga un affitto di quasi 4 milioni di euro l’anno, il doppio di quello che spendeva prima. E il numero dei dipendenti è lievitato da 250 a 402. Il bilancio del 2013 chiude con un utile di 1,6 milioni. Riceve dallo Stato il 29% dei finanziamenti. Il direttore è Luca Pani, psichiatra e farmacologo cagliaritano, che riceve un compenso lordo di 222.107 euro l’anno. I dirigenti sotto di lui prendono dai 96 mila ai 162 mila euro lordi.

L’Aifa cresce su un terreno inquinato. Prima di lei, a fare le stesse cose era il Servizio farmaceutico dentro il ministero della Salute che fino al 1993 è in mano al re della sanità, Duilio Poggiolini , già iscritto alla P2 di Licio Gelli, a capo del servizio e destinatario di montagne di mazzette da parte di Big Pharmaper autorizzare la vendita e stabilire i prezzi dei farmaci. Al momento dell’arresto gli vengono sequestrati oltre 15 miliardidi vecchie lire su un conto svizzero, lingotti d’oro, gioielli,quadri, monete antiche. Nel 2013 viene scoperto un tesoro di 26 milioni di euro nel caveau di Bankitalia. Un anno prima la Corte di Cassazione lo obbliga a risarcire lo Stato di oltre 5 milioni di euro per il reato di corruzione.

Poi arrivano i due scandali più grandi in casa Aifa. Il primo nel 2008, che porta all’arresto di otto dirigenti dell’ente e 19 avvisi di garanzia tra i suoi funzionari e i titolari di imprese farmaceutiche, per aver alterato l’iter di autorizzazione per la messa in commercio di alcuni farmaci. Nell’inchiesta è coinvolto anche Nello Martini, allora direttore dell’ente, accusato di disastro colposo perché non ha ordinato l’aggiornamento di 20 foglietti illustrativi. Il 21 giugno 2008 viene licenziato . L’8 luglio 2010 è prosciolto perché “il fatto non costituisce reato”. La mancata correzione dei bugiardini infatti non ha messo in pericolo la salute dei cittadini. Qual è la sua vera colpa? Di non farsi comprare da Big Pharma. Lui è il primo direttore dell’Aifa e inaugura un programma d’avanguardia indipendente per medici, infermieri e farmacisti: bollettini, guide e corsi di aggiornamento slegati dagli interessi delle aziende. Nel 2005 chiede a queste di versare il 5 per cento di quello che spendono in convegni e attività di marketing per finanziare ricerche indipendenti in settori di business poco interessanti, come malattie rare e farmacovigilanza. Un piano che dà fastidio e dopo cinque anni svanisce. Spariscono anche i bollettini. Nel 2014 l’Aifa cade sotto i riflettori per un altro guaio. Lo scorso giugno la Guardia di finanza fa un blitz in via del Tritone: il sospetto dei pm è la presenza di un piano artificioso messo in piedi da Roche e Novartis per manipolare i criteri di determinazione del prezzo dei farmaci Lucentis e Avastin da parte dell’Agenzia del farmaco.


LINK
http://www.altrainformazione.it/wp/2014 ... i-farmaci/



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E adesso denunciatemi o tacete!

di Marco Pizzuti

http://www.altrainformazione.it/wp/2014 ... -o-tacete/

La salute è il bene più prezioso che abbiamo ma nello stesso tempo è anche il peggior nemico dell’industria del farmaco, una lobby così avida e potente da essere arrivata a macinare fatturati superiori al PIL di intere nazioni. Ai vertici di questo impero economico troviamo dei “re mida” che si spartiscono anche le quote societarie di altre grandi corporations (mass-media, alta finanza, settore alimentare etc.) e forse sarà proprio per questo motivo (una mano lava l’altra) che persino il tipo di dieta occidentale sembra concepito apposta per ingrassare i profitti dell’industria del farmaco. In questa situazione di economia di mercato dove le ragioni del denaro regnano incontrastate sull’interesse collettivo, la guida della ricerca scientifica è ormai saldamente nelle mani di un’elite di uomini d’affari senza scrupoli che usa i medici e la medicina a mero scopo di lucro. La stragrande maggioranza dei medici svolge onestamente e dignitosamente la propria professione ma all’industria del farmaco è sufficiente controllare luminari, uomini chiave delle istituzioni, grandi media e testate scientifiche più autorevoli (Lancet, Nature, British Medical Journal etc.) per orientare l’intera classe medica insieme all’opinione pubblica.

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Le enormi pressioni esercitate dai lobbysti fanno sì che luminari e organi pubblici di controllo siano talmente sbilanciati a favore di Big Pharma (e delle multinazionali più in generale) che ormai ognuno di noi si può ammalare semplicemente seguendo le indicazioni della medicina ufficiale o alcuni dei luoghi comuni alimentari più consolidati nell’attuale classe medica. Può così facilmente capitare di trovarsi nel girone infernale delle malattie o dei trattamenti a vita senza avere avuto mai neppure un sintomo e solo perché l’industria del farmaco (il 3° business mondiale dopo finanza e petrolio) desidera aumentare la cerchia dei suoi clienti facendo credere ai sani di avere sviluppato una patologia. E anche se nessuno sembra essersene accorto è in atto una vera e propria guerra contro la salute pubblica che inizia dove meno ce lo aspettiamo, ovvero dalla nostra tavola e dai test di prevenzione precoce sulle malattie (i falsi positivi sono uno degli scandali più sottaciuti). Ciononostante, oggi è possibile difendersi dai raggiri di Big Pharma semplicemente informandosi meglio e per questa ragione ho deciso di scrivere Scoperte mediche non autorizzate, un manuale di sopravvivenza contro la medicina ufficiale che illustra le grandi scoperte scientifiche più bandite insieme alle cure alternative più efficaci.

[BBvideo]http://www.youtube.com/watch?v=axdBD5zrYVI[/BBvideo]

Il materiale raccolto nel libro inchiesta dimostra che se dovessimo ammalarci di cancro o di altre gravi patologie, in molti casi le soluzioni dei nostri problemi di salute già esistono ma “BAD Pharma” non vuole che si conoscano…..

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Scoperte mediche è un testo di 450 pagine fondato su 1027 note (ricerche scientifiche accademiche, dichiarazioni di luminari fuori dal coro e testimonianze) poste come una trincea di cemento armato contro la potente macchina del fango al servizio dell’industria. I disinformatori professionisti (nella maggior parte casi vestono i panni di “privati cittadini” con “l’hobby” di smascherare le “bufale”) sono quindi invitati a denunciarmi penalmente se quanto affermato nel libro è frutto di menzogne o invenzioni. Nel caso contrario però, è meglio che tacciano!

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http://www.edizionilpuntodincontro.it/6 ... refid=9365



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"…stanno uscendo allo scoperto ora, amano annunciare cosa stanno per fare, adorano la paura che esso può creare. E’ come la bassa modulazione nel ruggito di una tigre che paralizza la vittima prima del colpo. Inoltre, la paura nei cuori delle masse risuona come un dolce inno per il loro signore". (Capire la propaganda, R. Winfield)

"Onesto è colui che cambia il proprio pensiero per accordarlo alla verità. Disonesto è colui che cambia la verità per accordarla al proprio pensiero". Proverbio Arabo

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MessaggioInviato: 03/12/2014, 23:43 
Giornalisti venduti … da vomito!

Giornalisti venduti … da vomito! Questo il commento di Eleonora Brigliadori alla messa in scena di Bruno Vespa, in quello che è stato solo un vergognoso mega spot fatto ieri sera a favore dei vaccini e del miliardario business delle rispettive case farmaceutiche!

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Oramai anche gli italiani più grulli hanno capito e stanno imparando a capire come funziona il circo della medicina e della “salute”, per cui stanno perdendo montagne di soldi ogni anno, quella di ieri sera è una palese dimostrazione di chi controlla l’informazione, che dovrebbe essere libera e indipendente …

Quella specie di insetto di Vespa ha fatto esattamente l’opposto di quello che avrebbe dovuto fare un vero giornalista, ovvero fare un’inchiesta sulle morti causate dai vaccini, cercandone le possibili cause indagando sulla vicenda, e invece il pirla che fa? Si fa iniettare il vaccino in diretta TV, cosa spinge un “essere umano” a fare questo?!

Facebook: Eleonora Brigliadori

http://www.vivivegan.com/blog/giornalis ... da-vomito/


Ultima modifica di Atlanticus81 il 03/12/2014, 23:43, modificato 1 volta in totale.


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MessaggioInviato: 16/12/2014, 12:04 
Veramente ALLUCINANTE........... [xx(]

Trovata la cura per l'Epatite C, ma solo
per chi paga 45.000€ !!! FATE GIRARE


http://www.nocensura.com/2014/12/trovat ... -solo.html

[BBvideo]http://www.youtube.com/watch?v=nDRM0_jOgpU[/BBvideo]

Hanno trovato la cura per l'epatite C, una malattia mortale che conduce alla morte tra atroci sofferenze. Ma per il farmaco la casa farmaceutica vuole 45.000€: dopotutto è una questione di vita o di morte, se poi non ce li hai, affari tuoi!

I MEDIA OVVIAMENTE TACCIONO... FATE GIRARE IL VIDEO

A parlare è il dr. Alessandro Lanzani, medico chirurgo specializzato in ortopedia e medicina dello sport. Un anno fa aveva realizzato un Passaparola per il blog di Beppe Grillo parlando di sistema sanitario e big pharma: un altro video che merita di essere visto e diffuso.


Il concetto di salute è in mano a Big Pharma che è la somma delle aziende che si occupano nel mondo di diagnosi, monitoraggio e terapia. Questo business vale 1.000 miliardi di dollari, di cui più di 300 destinati a attività di marketing. Ed è in questo marketing che si crea il concetto di salute o di malattia non finalizzata al benessere delle persone, ma al profitto di queste aziende. " Il Passaparola di Alessandro Lanzani, Medico, specialista in ortopedia e medicina dello sport.

[BBvideo]http://www.youtube.com/watch?v=xbfn4Xt2JCw[/BBvideo]

Il dottor Lanzani è molto attivo, sia "dal vivo" che "virtualmente" su tematiche sociali; gestisce un Canale Youtube e la pagina Facebook Frastornante



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