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 Oggetto del messaggio: Le origini "reali" di Barack Obama
MessaggioInviato: 02/11/2012, 15:58 
Articolo di Enrica Perucchietti
Fonte: http://www.enricaperucchietti.it/artico ... ormazione/

Dopo due anni e mezzo di dubbi sulle vere origini di Barack Obama, il Presidente americano ha deciso di farla finita con le macchinazioni facendo pubblicare on line il suo certificato di nascita per esteso: «Sono americano. Sono nato alle Hawaii, il 4 agosto 1961, all’Ospedale Kapiolani di Honolulu. Ora però basta con queste fesserie, ho cose più importanti da fare» ha concluso mezzo stampa. Un modo per zittire finalmente i cosiddetti "birthers", ovvero coloro che pensano che sia nato in Kenya. Già, perché tra giornalisti e comuni cittadini, è iniziato a serpeggiare ancora prima della sua vittoria elettorale il dubbio che Obama non fosse nato realmente alle Hawaii e che quindi non fosse legittimato a diventare Presidente. La teoria è stata suffragata dalla nonna materna di Obama, Sarah Onyango, che ha candidamente confessato ai giornalisti che il nipote è nato in Kenya, all’ospedale di Mombasa. Solo una volta rientrati a Honolulu i genitori di Barack, Obama senior e Ann Dunham, sarebbero riusciti a registrare la nascita del figlio all’anagrafe hawaiana. Depositario di prove materiali a sostegno di quanto afferma Sarah Onyango sarebbe un imam di Mombasa…

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Perché ora?
La prova regina che dimostrerebbe una volta per tutte la legittimità del Presidente - in vista della ricandidatura alle elezioni del 2012 – non è servita però a spazzare via ogni dubbio. La maggior parte dei birthers ha accolto con freddezza la pubblicazione del certificato, considerandolo un falso. Perché, infatti se Obama è nato il 4 agosto, è stato registrato soltanto quattro giorni dopo? Perché il certificato si trovava in un volume vecchio e logoro mentre le scritte campeggiano nitide? Ad avvalorare i sospetti dei complottisti le dichiarazioni del Governatore democratico delle Hawaii, William Quinn, che due anni or sono si è visto costretto ad ammettere pubblicamente «di aver cercato ma non trovato il certificato originale di nascita» di Obama, ovvero quello «che indica il nome del dottore che l’ha fatto venire alla luce». Miracolosamente in vista delle rielezioni del 2012 il certificato è saltato fuori, pronto per essere pubblicato e spazzare via i sospetti che si annidavano sulla Casa Bianca.
Ma perché Obama è uscito allo scoperto su questo tema solo adesso, dopo due anni di stizzito silenzio? Due le ragioni principali. Le voci dei birthers continuavano a diffondersi sul web, sempre più insistenti, configurandosi come un ostacolo per la campagna elettorale del prossimo anno. Ultimo in ordine di tempo Donald Trump, il potenziale candidato repubblicano alla Casa Bianca, che nei mesi scorsi ha rilanciato con forza il quesito sulle reali origini di Obama. E non è un caso che, pochi minuti dopo le dichiarazioni di Obama, Trump, a caldo, abbia espresso tutta la sua soddisfazione: «Oggi sono orgoglioso di me stesso. Sono riuscito a ottenere ciò che altri non sono riusciti a ricavare in tanti anni. Spero che il certificato sia autentico. Voglio vederlo di persona. Detto questo mi chiedo perchè Obama non l’abbia mostrato prima». La seconda ragione è il polverone suscitato dall’uscita del libro di Jerome Corsi, Where is the Birth Certificate? che svela i tentativi di insabbiare la faccenda da parte della Casa Bianca e i milioni di dollari in spese legali per evitare di mostrare il certificato di nascita. Fino ad ora.

Il ruolo della CIA
Le teorie complottiste sulle origini di Obama non terminano qui. Gli attivisti statunitensi, oltre a far emergere i legami dei genitori, padre, madre e patrigno con la cia di cui parlo tra le altre cose in L’altra faccia di Obama, hanno messo in dubbio la veridicità dell’intera biografia del Presidente, essendo mancati quasi tutti i suoi parenti più stretti. Da qua l’idea del Presidente fantoccio, cresciuto – o meglio “costruito” – sotto la protezione degli Illuminati e pilotato dalla cia secondo trame occulte per raggiungere la Casa Bianca nel momento di attesa di un cambiamento. Gli indizi sono sparpagliati come tasselli di un puzzle che basta ricomporre con cura: troppi i dubbi lasciati alle spalle del Presidente a indicare che non tutto ciò che è stato raccontato corrisponde a verità.

Qui non può accadere
In questo senso la settima arte ha cavalcato i sospetti dell’elettorato dando vita a un filone di film, telefilm e cartoon ispirati esplicitamente all’ambivalenza del Presidente americano. Sembra che i Media, a partire dal telefilm V, abbiano raccolto per primi questa frustrazione diffusa nella popolazione e alzato il velo sul “personaggio” Obama, diffondendo un’immagine tutt’altro che rassicurante del Presidente attraverso la metafora dell’alieno. Forse questo dubbio serpeggiava già nelle menti comuni, ma il canto delle promesse di Obama era talmente rassicurante da impedir loro di ascoltare altro se non esso. A fare da apripista il telefilm V, remake del celebre cult anni ‘80 Visitors. Creato da Kenneth Johnson, il telefilm originale era ispirato al romanzo del premio Nobel per la Letteratura John Sinclair Lewis, It can’t happen here. “Qui non può accadere”, citava il titolo del romanzo fantapolitico che nel 1935 raccontava la scalata al potere di un presidente populista – che si scopre essere fascista – e l’evoluzione di un politico apparentemente democratico in dittatore. Se le similitudini con il telefilm originale scarseggiano, le analogie con il capo dei V nell’omonimo remake sono impressionanti. A un esame più attento si affaccia l’ipotesi che i produttori, già sceneggiatori di 4400 (Scott Peters, Jace Hall, Steve Pearlman e Jeffrey Bell), abbiano voluto diffondere un messaggio di allarme che agisse a livello inconscio sugli spettatori, così come quasi trent’anni fa avevano fatto i creatori dei Visitors. Diffidare di chi si presenta come pecora o Salvatore, di chi promette di cambiare il sistema, perché dietro le promesse potrebbe nascondersi l’immagine dell’alieno rettiliano, freddo, razionale, senza emozioni, che cela il proprio volto disgustoso, le proprie intenzioni belliche agli umani diffondendo un messaggio di pace, speranza, fratellanza. Ma che per insinuarsi nella nostra società e prenderne il potere ha bisogno necessariamente del consenso.

Dietro il telefilm V
Se oltreoceano le allusioni al Governo Obama sono passate inosservate ai più, negli usa hanno suscitato un vero e proprio polverone. L’attrice che interpreta la regina Anna, Morena Baccarin, intervistata su tali analogie, ha faticato non poco a difendere la sceneggiatura dai critici che l’hanno bollata come una vera e propria campagna diffamatoria contro il Presidente Obama: «Sicuramente la serie riflette la società moderna, ne trae spunto, pensiamo alla sanità, al terrorismo, dell’economia e del potere dei Media, ma c’è una cosa che secondo me vuole far passare come messaggio e cioè che il genere umano è in grado di unirsi e avere la forza di reagire se vuole» ha spiegato l’attrice. Ma reagire a che cosa? Nel telefilm l’umanità si coalizza contro l’invasione dei rettiliani: nella realtà, invece, quale sarebbe il pericolo prospettato dagli sceneggiatori? Alla domanda diretta sulle analogie con l’amministrazione Obama, Morena Baccarin ha cercato di sviare rispondendo: «Non c’era l’intenzione di criticare Obama, ma di fatto è interessante osservare come il mondo abbia voluto leggere tra le righe un simile messaggio. Io, lo dico una volta per tutte, sostengo Obama, l’ho votato, ma non posso nascondere di nutrire sentimenti contrastanti verso la sua riforma sanitaria anche se per potermi esprimere davvero sull’argomento dovrei approfondirlo».

La metafora del rettiliano
Nel telefilm la figura del rettiliano serve solo come pretesto per diffondere il dubbio di un pericolo imminente, ovvero la costituzione di un Governo Globale di stampo fascista: il Nuovo Ordine Mondiale. Gli alieni capeggiati da Anna incarnano il timore che forze democratiche all’apparenza vicine al popolo, gentili e rassicuranti, possano instaurare una vera e propria dittatura attraverso un progressivo consenso della popolazione. Prima di un colpo di stato c’è infatti bisogno del consenso popolare per arrivare al potere e alla sovversione dei diritti costituzionali. C’è bisogno di un momento di transizione in cui il popolo esasperato per una determinata situazione – ad esempio la crisi economica o un attacco terroristico come l’11 settembre – ceda alla tentazione di affidare le proprie libertà a un politico populista. Così la riforma sanitaria, la rivoluzione verde, il rilancio degli OGM e la tecnologia di microimpianti sottocutanei presenti nell’agenda di Obama sarebbero solo il pretesto per l’asservimento graduale della popolazione americana. Che cosa è stato infatti del cambiamento promesso in campagna elettorale? Forse che l’impegno a portare aria di novità non poteva essere ottemperato da un uomo che non è altro che il prodotto delle élite di Wall Street, delle lobby che detengono il potere e le fila della politica negli usa? La sua elezione, scaturita sull’onda dell’emotività collettiva, sembrava volta a mettere la parola fine a secoli di razzismo, ad anni di guerre, alla distruzione dell’ambiente, alla fine delle lobby finanziarie. Le elezioni di metà mandato hanno invece dato voce alla delusione dell’elettorato tradito dall’inganno. Dall’imbroglio in cui avevano risposto fiducia e speranza per il futuro. Alzando il velo sull’amministrazione Obama si svela il segreto del Governo Occulto che tira le fila del destino del mondo. Un’elite occulta la cui esistenza era già stata svelata da John Fitzgerald Kennedy che aveva promesso ai Media, ma soprattutto ai cittadini, di tentare almeno di scardinare il Governo Ombra che da tempo manovra i Presidenti americani. Di nazionalizzare l’emissione della moneta – che avrebbe significato la fine del signoraggio bancario – il ritiro delle truppe dal Vietnam, la fine dei test nucleari e l’apertura dei dossier segreti sugli ufo. La fine di JFK è nota.

Vengo da Krypton
In un comizio pubblico Obama, scherzando di fronte alla folla, ha dichiarato: «Non sono nato in una mangiatoia… vengo da Krypton», alludendo ovviamente al pianeta d’origine di Kalel, ovvero Superman. E se la metafora kryptoniana si addicesse davvero a questo Presidente che con il colore della sua pelle e i suoi messaggi di pace si è presentato davvero alla scena mondiale come un alieno, diverso dai predecessori lobbysti? Un outsider, un Messia multirazziale capace di cambiare il sistema, di innovarlo, di riportare la speranza dopo un decennio di Governo Bush ma che potrebbe invece rivelarsi come un alieno infiltrato tra noi umani, con scopi non pacifici?

Rettiliani, vampiri e massoni
Che cos’è dopotutto il personaggio del rettiliano se non la rivisitazione contemporanea del mito del vampiro? Entrambi suadenti e “aristocratici”, seducono l’uomo per cibarsene: l’uno del sangue, che ne rappresenta la vita, l’altro dell’anima o della carne. Sono creature algide, affettate, gentili, che nascondono dietro le maniere educate intenzioni maligne. Il rettiliano è stato in tempi moderni accostato da alcuni ufologi a teorie del complotto: David Icke su tutti, parla di un complotto ordito dalla Setta degli Illuminati per la costituzione di un Nuovo Ordine Mondiale. I membri di questa potente élite, che detiene le sorti economiche e politiche del mondo, sarebbero in realtà ibridi rettiliani, dei mutaforma. In questo senso il web trabocca di filmati, fotografie, discussioni sui forum in merito alla possibilità che Obama sia uno shapeshifter. Alcuni ricercatori ritengono invece che sia un automa: la sua comparsa improvvisa sul panorama politico, i black out nella sua biografia non giovano a chiarire le ombre della sua vita. In questo senso Eric Spiegelmann ha condotto un’analisi sul sorriso statico di Obama suggerendo l’idea che possa trattarsi di un automa (http://tpmcafe.talkingpointsmemo.com/ta ... consis.php). Che abbia sempre lo stesso sorriso anche quando uccide una mosca in mondovisione non è certo una prova che sia un robot, ma getta un’ombra di inquietudine su un Premio Nobel alla Pace che schiaccia un insetto rimanendo perfettamente impassibile. E sempre sorridente.

La grande parodia
Andando oltre l’interpretazione meramente “materialistica” sostenuta da Icke, i rettiliani e i loro antenati vampiri non sono altro che metafore dei demoni che si nascondono dietro le gerarchie di potere, conosciuti sotto il nazismo come “Maestri Sconosciuti” o “Antichi”, grazie all’influenza della Società Teosofica. Per l’occultismo queste entità, provenienti da altri mondi, intesi come altre dimensioni del reale, si cibano non solo dell’anima dell’uomo, ma delle sue emozioni, dei suoi eccessi, in primis paura, rabbia, violenza. Questa l’interpretazione più sottile, esoterica. Occultismo, esoterismo e ufologia parlano da decenni delle stesse realtà dandone nomi diversi. Fornendo soluzioni alternative. Gli ufologi interpretano gli “arconti” dello gnosticismo o i parassiti dell’occultismo come vere e proprie entità in carne e ossa che controllerebbero il corpo ospite manipolandone volontà e azioni. La psichiatria tenta di curare questi demoni della mente con i farmaci, la psicoanalisi di affrontare l’Ombra, di scandagliare l’inconscio, mentre la letteratura e il Cinema traggono ispirazione dal fascino per l’ignoto. Ma è la realtà che ha ispirato la letteratura con creature malefiche realmente esistenti, oppure sono i sogni, gli incubi, le Ombre ad aver dato vita a teorie al limite della fantascienza e della paranoia? Oppure i demoni ci ingannano – come soleva fare il dio Burlone – se è vero, come sosteneva Lattanzio, che «operano in modo che ciò che non esiste si mostri all’uomo come se in realtà esistesse»? Questa è l’interpretazione gnostica del «mito moderno degli alieni» spiegato da un discepolo di René Guénon, Jean Robin in Ufo, la grande parodia. Secondo Robin il mito extraterrestre andrebbe interpretato come una vera e propria falsificazione, una forma di inganno anticristico portato avanti da un’intelligenza metafisica per irretire l’uomo nelle trame di un progetto di cui non conosciamo il fine, convincendolo ad abbracciare il “culto dei dischi volanti”, dove la spiritualità è sostituita da un materialismo tecnologico. Che cosa credere? Un documento dell’FBI datato 1947 e reso noto soltanto ora sembrerebbe avallare l’ipotesi parafisica degli ufo. Il messaggio che si cela dietro le immagini in fondo è lo stesso: una battaglia tra le forze del Bene e del Male – sia essa da intendersi a livello metafisico, eterno, oppure terreno, etico – tra chi per sete di potere e denaro vuole asservire l’uomo a piani occulti. Anche in questo caso permane la doppia interpretazione: lettera e spirito. L’una non esclude l’altra, esse si completano.

«Veniamo in Pace, sempre»
«Veniamo in pace, sempre» ripete Anna, così come Obama, nei mesi che hanno preceduto il suo insediamento alla Casa Bianca, ha ripetuto di voler riportare le truppe americane in patria, abbandonando la disastrosa spedizione in Iraq. Da qui il Premio Nobel assegnato “alle intenzioni” al neo Presidente che, invece, appena eletto, ha modificato versione, posticipando il rientro delle truppe e inviando persino in Afghanistan 30mila nuovi marines, espandendo il budget del Dipartimento della Difesa con lo scopo di posizionare nuove truppe americane oltreoceano per circondare Russia, Iran e Cina, fino alla campagna militare in Libia dopo il sostegno militare da parte della CIA dei ribelli. “Bombardamento pacifico”, sono arrivati a chiamarlo alcuni giornalisti asserviti al potere. Ma le iniziative d’aggressione in materia di politica estera non finiscono qui. L’amministrazione Obama ha anche gettato le basi per la costituzione di un esercito paramilitare, continuando nella direzione intrapresa da Bush sul fronte della limitazione delle libertà civili. Questa è la pace secondo l’amministrazione Obama.

Obama e la Massoneria
Il coinvolgimento di Obama e del suo staff a élite occulte di cui parlo in L’altra faccia di Obama non si ferma al Gruppo Bilderderg: è solo la punta dell’iceberg. Sotto questo spuntone si celano infatti la Massoneria e l’Ordine degli Illuminati. Uno dei primi a rivelare l’affiliazione di Obama alla Massoneria americana Prince Hall con il 32° grado è stato l’ex Illuminato Leo Zagami che, in un’intervista fiume di tre ore a Kerry Cassidy e Bill Ryan del Project Camelot aveva predetto con un anno di anticipo l’elezione di Obama alla Presidenza. Il “Maestro Venerabile” della p2 Licio Gelli ha invece ammesso il rapporto che intercorre tra gli inquilini della Casa Bianca e la Massoneria, sottolineando che «negli Stati Uniti, se non si passa attraverso la Massoneria, non si va avanti. Credo che soltanto quattro o cinque Presidenti non siano stati massoni». Obama non sembra essere da meno dei suoi predecessori, anche se Zagami ha precisato che il Presidente, in quanto di origini afroamericane per parte di padre, sarebbe affiliato alla Prince Hall, la Massoneria di colore statunitense. Obama sarebbe membro onorario della storica African Lodge 459 di Boston: si tratta della loggia più importante in assoluto della Massoneria Nera Americana. Una foto diffusa su internet ritrae un giovane Obama alla Punahou School stringere la mano in tipico saluto massonico al suo professore durante la consegna dei diplomi. Donald Trump continua a chiedersi come abbia fatto Obama, di umili origini, senza borsa di studio e senza capacità particolari, a entrare in Università come la Columbia e Harvard. Sembra infatti che il coinvolgimento dei genitori nella cia abbia spianato la strada al figlio che sarebbe stato arruolato dall’Agenzia lavorando a New York presso la B.I.C, la Business International Corporation, società di copertura. Ma perché proprio Obama? Per rispondere a questa domanda basta interrogare la linea del sangue.

Linee di Sangue
Nessuno avrebbe mai potuto pensare infatti a una parentela tra Obama e i precedenti Presidenti. Obama ama definirsi figlio e nipotE di “pastori di pecore”, alludendo alle origini africane del padre. è stato però lo stesso Obama a farsi autogol in un passaggio della sua opera autobiografica Dreams from my Father, dove racconta che uno degli antenati del Kentucky di sua madre «si diceva fosse cugino di secondo grado di Jefferson Davis», il primo Presidente degli Stati Confederati d’America! Colui che ha impostato l’intera campagna elettorale sul mantra del “cambiamento” è infatti imparentato con Jefferson Davis e con… Dick Cheney! Lynn Cheney, moglie del vice-presidente usa sotto il governo Bush, ha dichiarato al Times di aver scoperto una parentela tra suo marito e Obama mentre stava passando in rassegna alcuni documenti dei suoi antenati. Obama e Cheney sono cugini di ottavo grado, mentre Obama sarebbe cugino di undicesimo grado nientemeno che di George W. Bush e di decimo con Sarah Palin. Bruce Harrison, fondatore del Waikoloa-based Family Project, e la Millisecond Publishing hanno rivelato di aver trovato collegamenti genealogici tra Obama e i Presidenti George Washington, James Madison, Harry Truman e Jimmy Carter e con Winston Churchill. Ancora una volta Presidenti e regnanti si trovano imparentati. I presidenti degli Stati Uniti, infatti, appartengono a una sorta di dinastia reale, identica a quelle d’Europa. Dei 43 Presidenti – senza tener conto di Obama - infatti, ben 34 discendono geneticamente da Carlo Magno. Con Obama saliamo a quota 35.

Sangue blu
Ritorniamo così alle teorie del Sangreal di Laurence Gardner e David Icke: una particolare linea di dna “reale” che si trasmetterebbe meticolosamente nelle dinastie degli Illuminati e che conterrebbe una “corruzione” genetica, ovvero un’ibridazione rettiliana. Queste stirpi e i loro attuali discendenti sarebbero riconducibili oggi a tredici famiglie, ognuna avente particolari caratteristiche genetiche. A parte la fantasiosa cronistoria delle origini assai discutibile – Icke come molti altri cospirazionisti rintraccia le origini della Massoneria e degli Illuminati alla mitica Atlantide – gli Illuminati nel corso dei secoli si sarebbero adoperati con ogni mezzo possibile per «centralizzare il potere globale e completare la loro Grande Opera». Quale? Niente di alchemico, si badi bene. Personalmente sono tra coloro che faticano a digerire la teoria di una cospirazione globale facente capo a ibridi rettiliani: ritengo che la chiave del mistero vada sì rintracciata nel “sangue” ma in chiave esoterica. Ma che siano alieni in carne ed ossa o contenitori parassitati da entità altre a questa dimensioni, o ancora semplici manchurian candidate manovrati da un’élite occulta, l’obiettivo delle loro trame politiche non cambia. La loro interferenza è sempre più evidente.
Quale?
La costituzione di un Nuovo Ordine Mondiale.


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MessaggioInviato: 14/12/2013, 15:03 
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Attestò la nascita di Obama, morta

Loretta Fuddy ne certificò la nazionalità statunitense - Ombre sulla sua figura


NEW YORK - Torna la teoria del complotto sul luogo nascita del presidente Barack Obama. Mercoledì scorso è morta in un incidente aereo Loretta Fuddy, il direttore del dipartimento di Sanità delle Hawaii che verificò e attestò il certificato di nascita, e subito sono ripartite le tesi complottiste riguardanti il luogo che ha dato i natali dell'inquilino della Casa Bianca, scrive l'Huffington Post.

L'incidente mortale è avvenuto al largo dell'isola di Molokai: un piccolo Cessna Grand Caravan con a bordo nove persone, tra cui Fuddy, si è schiantato in acqua probabilmente per un guasto al motore. Otto passeggeri sono sopravvissuti e sono stati tratti in salvo, mentre la donna è morta.

Secondo il reverendo Patrick Killilea, che ha incontrato i sopravvissuti, al momento dell'incidente Fuddy indossava il giubbotto di salvataggio in acqua e stringeva le mani al vice direttore del dipartimento di Sanità Keith Yamamoto quando all'improvviso si è lasciata andare.

Subito su Twitter sono scattati i commenti dei "birthers", il movimento di ultra conservatori americani che crede che Obama non sia nato negli Stati Uniti, e che ha insinuato che la morte della donna non sia stato un incidente. Alcuni hanno detto che la Casa Bianca "stava facendo gli ultimi ritocchi", mentre altri hanno commentato "che chiunque con una connessione a Obama o il suo background ha una tendenza ad avere una vita 'breve'. Tra i commenti spicca quello di Donald J. Trump, tra i più strenui sostenitori dell'ipotesi che quel certificato fosse un falso: "È sorprendente, il direttore del dipartimento di Sanità che certificò i documenti sulla nascita di Obama muore in un incidente aereo, mentre tutti gli altri si salvano".

14.12.2013 - 10:20

ats

[align=right]Source: CdT.ch - Mondo - Attestò la nascita di Obama, morta [/align]



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MessaggioInviato: 16/12/2013, 14:40 
Cita:
Messaggio di Archivista

Articolo di Enrica Perucchietti
Fonte: http://www.enricaperucchietti.it/artico ... ormazione/

"Ora però basta con queste fesserie, ho cose più importanti da fare» ha concluso mezzo stampa." .


..sarebbe opportuno conoscere le cose + importanti che deve fare,magari riportare alla normalita'tutte quelle situazioni(vedi i disastri delle primavere arabe)che lui stesso ha creato......................[:I]

p.s. se non erro suo zio era clandestino........................[;)]


Ultima modifica di ubatuba il 16/12/2013, 14:41, modificato 1 volta in totale.

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MessaggioInviato: 16/12/2013, 15:06 
Cita:
Wolframio ha scritto:

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Attestò la nascita di Obama, morta

Loretta Fuddy ne certificò la nazionalità statunitense - Ombre sulla sua figura


NEW YORK - Torna la teoria del complotto sul luogo nascita del presidente Barack Obama. Mercoledì scorso è morta in un incidente aereo Loretta Fuddy, il direttore del dipartimento di Sanità delle Hawaii che verificò e attestò il certificato di nascita, e subito sono ripartite le tesi complottiste riguardanti il luogo che ha dato i natali dell'inquilino della Casa Bianca, scrive l'Huffington Post.

L'incidente mortale è avvenuto al largo dell'isola di Molokai: un piccolo Cessna Grand Caravan con a bordo nove persone, tra cui Fuddy, si è schiantato in acqua probabilmente per un guasto al motore. Otto passeggeri sono sopravvissuti e sono stati tratti in salvo, mentre la donna è morta.

Secondo il reverendo Patrick Killilea, che ha incontrato i sopravvissuti, al momento dell'incidente Fuddy indossava il giubbotto di salvataggio in acqua e stringeva le mani al vice direttore del dipartimento di Sanità Keith Yamamoto quando all'improvviso si è lasciata andare.

Subito su Twitter sono scattati i commenti dei "birthers", il movimento di ultra conservatori americani che crede che Obama non sia nato negli Stati Uniti, e che ha insinuato che la morte della donna non sia stato un incidente. Alcuni hanno detto che la Casa Bianca "stava facendo gli ultimi ritocchi", mentre altri hanno commentato "che chiunque con una connessione a Obama o il suo background ha una tendenza ad avere una vita 'breve'. Tra i commenti spicca quello di Donald J. Trump, tra i più strenui sostenitori dell'ipotesi che quel certificato fosse un falso: "È sorprendente, il direttore del dipartimento di Sanità che certificò i documenti sulla nascita di Obama muore in un incidente aereo, mentre tutti gli altri si salvano".

14.12.2013 - 10:20

ats

[align=right]Source: CdT.ch - Mondo - Attestò la nascita di Obama, morta [/align]


Per me è nato nell'area 51, ibrido tra un umano e un rettiliano!

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