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 Oggetto del messaggio: Mc Cain ed il califfo
MessaggioInviato: 19/08/2014, 11:18 
John McCain, maestro concertatore della "primavera araba", e il Califfo...
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John McCain, maestro concertatore della "primavera araba", e il Califfo...

di Thierry Meyssan
editau de sa defenza
Tutti hanno potuto notare la contraddizione di quelli che recentemente definivano l’Emirato Islamico «paladino della libertà» in Siria mentre oggi si indignano per i suoi abusi in Iraq. Ma se questo discorso è di per sé incoerente, ha invece perfettamente senso sul piano strategico: i medesimi individui dovevano essere presentati ieri come alleati e oggi come nemici, anche se continuano sempre ad obbedire agli ordini di Washington.
Thierry Meyssan rivela i retroscena della politica degli Stati Uniti attraverso il caso particolare del senatore John McCain, maestro concertatore della "primavera araba" e interlocutore di vecchia data del Califfo Ibrahim.

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Barack Obama e John McCain sono davvero avversari politici come vogliono far credere, o stanno lavorando insieme alla strategia imperialista del loro paese?

John McCain è conosciuto come il capofila dei repubblicani, sfortunato candidato alla presidenza statunitense nel 2008. Come vedremo, questa non è che una parte della sua biografia reale, quella che gli serve da copertura per condurre azioni segrete per conto del suo governo.
Quando ero in Libia durante l’attacco "occidentale", ho potuto consultare un rapporto dei servizi segreti specializzati sugli affari esteri. Vi si poteva leggere che il 4 febbraio 2011 la NATO organizzò al Cairo una riunione per lanciare la "primavera araba" in Libia e in Siria. Secondo il documento, la riunione era presieduta da John McCain. Il rapporto specificava la lista dei partecipanti libici, la cui delegazione era guidata dal numero due del governo dell’epoca, Mahmoud Jibril, il quale aveva bruscamente cambiato schieramento all’inizio della riunione per diventare il capo dell’opposizione in esilio.
Mi ricordo che il rapporto citava, tra i delegati francesi presenti in quell’occasione, Bernard-Henry Lévy, benché ufficialmente costui non abbia mai esercitato alcuna funzione all’interno del governo francese. All’incontro parteciparono molte altre personalità, tra cui una folta delegazione di siriani che vivevano all’estero.
In esito alla riunione, il misterioso account di Facebook Rivoluzione siriana 2011 lanciò l’appello a manifestare davanti al Consiglio del Popolo (Assemblea Nazionale) a Damasco l’11 febbraio. Nonostante questo account ostentasse all’epoca più di 40.000 followers, soltanto una dozzina di persone risposero all’appello davanti ai flash dei fotografi e a centinaia di poliziotti. La dimostrazione si disperse pacificamente e gli scontri non iniziarono che un mese più tardi, a Deraa [1].
Il 16 febbraio 2011, una manifestazione in corso a Bengasi - in memoria di membri del Gruppo islamico combattente in Libia [2] massacrati nel 1996 nella prigione di Abu Selim - degenerò in sparatoria. Il giorno dopo, degenerò in sparatoria una seconda manifestazione, questa volta in memoria delle persone morte nel corso dell’attacco al consolato di Danimarca all’epoca delle vignette su Maometto. Nello stesso momento, membri del Gruppo islamico combattente in Libia, venuti dall’Egitto e coordinati da individui incappucciati e non identificati, attaccarono simultaneamente quattro basi militari in quattro diverse città. Dopo tre giorni di combattimenti e di atrocità, i ribelli lanciarono la rivolta della Cirenaica contro la Tripolitania [3]; un attacco terroristico che la stampa occidentale presentò falsamente come una «rivoluzione democratica» contro il “regime” di Muammar el-Gheddafi.
Il 22 febbraio John McCain era in Libano. Là incontrò alcuni membri della Corrente del Futuro (il partito di Saad Hariri) e li incaricò di sorvegliare il trasferimento di armi in Siria all’entourage del deputato Okab Sakr [4]. Poi, lasciando Beirut, McCain ispezionò il confine siriano e scelse i villaggi (specialmente Ersal) che dovevano servire come base d’appoggio ai mercenari durante la guerra che sarebbe iniziata.
Le riunioni presiedute da John McCain hanno costituito chiaramente il momento di innesco di un piano da tempo organizzato da Washington; piano che prevedeva di far attaccare la Libia e la Siria contemporaneamente dal Regno Unito e dalla Francia, secondo la dottrina della “leadership da dietro le quinte” e in conformità al Trattato di Lancaster House del novembre 2010 [5].
Il viaggio illegale in Siria del maggio 2013

Nel maggio 2013 il senatore John McCain si recò illegalmente vicino a Idleb, in Siria, attraverso la Turchia, per incontrare alcuni leader della «opposizione armata». Il suo viaggio non fu reso pubblico che al suo ritorno a Washington [6].
Questo spostamento era stato organizzato dalla Syrian Emergency Task Force che, contrariamente a quanto suggerisce il nome, è un’organizzazione sionista diretta da un dipendente palestinese dell’AIPAC [7].
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John McCain in Siria. In primo piano a destra si può riconoscere il direttore della Syrian Emergency Task Force. Nel vano della porta, al centro, Mohammad Nour.
Nelle fotografie diffuse all’epoca, si notava la presenza di Mohammad Nour, portavoce della Brigata Tempesta del Nord (del Fronte Al-Nusra, cioè Al-Qa’ida in Siria), che aveva rapito e teneva prigioneri ad Azaz undici pellegrini sciiti libanesi [8]. Interrogato circa la sua vicinanza ai rapitori membri di Al-Qa’ida, il senatore McCain affermò di non conoscere Mohammad Nour, che si sarebbe quindi invitato di propria iniziativa in quella foto.
La vicenda fece scalpore e le famiglie dei pellegrini rapiti denunciarono alla magistratura libanese il senatore McCain per concorso in sequestro di persona. Alla fine fu raggiunto un accordo e i pellegrini furono liberati.
Supponiamo che il senatore McCain abbia detto la verità e che sia stato ingannato da Mohammad Nour. Lo scopo del suo viaggio illegale in Siria era quello di incontrare lo stato maggiore dell’Esercito siriano libero. Secondo lui, questa organizzazione era composta «esclusivamente da siriani» che combattevano per la «propria libertà» contro la «dittatura alauita» (sic). Gli organizzatori del viaggio hanno pubblicato quella fotografia per documentare l’incontro.
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John McCain e lo stato maggiore dell’Esercito siriano libero. In primo piano a sinistra, Ibrahim al-Badri, con il quale il senatore sta parlando. Subito dopo, il brigadier generale Salim Idriss (con gli occhiali).
Se nella foto si può vedere il brigadier generale Salem Idriss, capo dell’Esercito siriano libero, si può vedere anche Ibrahim al-Badri (in primo piano a sinistra) con il quale il senatore sta parlando. Di ritorno da questo viaggio a sorpresa, John McCain affermò che tutti i responsabili dell’Esercito siriano libero sono «moderati dei quali ci si può fidare» (sic).
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Ebbene, Ibrahim al-Badri, noto anche come Abu Du’a, figura nella lista dei cinque terroristi più ricercati dagli Stati Uniti (Rewards for Justice) già dal 4 ottobre 2011. Una ricompensa fino a 10 milioni di dollari viene offerta a chi aiuterà la sua cattura [9].
Il giorno successivo, 5 ottobre 2011, Ibrahim al-Badri risultava già inserito nella lista del comitato per le sanzioni dell’Onu come membro di Al Qa’ida [10].
Inoltre, un mese prima di ricevere il senatore McCain, Ibrahim al-Badri - con il nome di battaglia di Abu Bakr al-Baghdadi - aveva creato lo Stato Islamico in Iraq e nel Levante (EIIL) – continuando pur sempre a far parte dello stato maggiore dell’assai “moderato” Esercito siriano libero. Fu lui a rivendicare l’attacco alle prigioni di Taj e di Abu Ghraib in Iraq, dalle quali fece evadere tra i 500 ei 1.000 jihadisti che poi si unirono alla sua organizzazione. Questo attacco era coordinato con altre operazioni quasi simultanee in altri otto Paesi. Ogni volta, i jihadisti evasi entrarono a far parte di organizzazioni combattenti in Siria. Una faccenda così strana da spingere l’Interpol a emettere un comunicato e chiedere la collaborazione dei 190 paesi membri [11].
Da parte mia, ho sempre affermato che sul campo non vi era alcuna differenza tra Esercito siriano libero, Fronte Al-Nusra, Emirato Islamico, ecc ... Tutte queste organizzazioni sono composte dagli stessi individui che cambiano continuamente bandiera. Quando sostengono l’Esercito siriano libero, alzano la bandiera della colonizzazione francese e parlano solo di rovesciare il «cane Bashar». Quando dichiarano di appartenere al Fronte Al-Nusra, issano la bandiera di Al-Qa’ida e proclamano la diffusione dell’Islam nel mondo. Infine, quando si presentano come Emirato Islamico, sventolano la bandiera del Califfato e annunciano che ripuliranno la regione da tutti gli infedeli. Ma qualunque sia l’etichetta, perpetrano le medesime atrocità: stupri, torture, decapitazioni, crocifissioni.
Eppure, né il senatore McCain né i suoi compari della Syrian Emergency Task Force hanno fornito al Dipartimento di Stato le informazioni in loro possesso su Ibrahim al-Badri, né hanno provato a incassare la ricca taglia promessa per la sua cattura. Né tantomeno hanno informato il Comitato anti-terrorismo dell’Onu.
In nessun paese del mondo, indipendentemente dal regime politico, sarebbe considerato accettabile che il leader dell’opposizione sia in contatto diretto, amichevole e pubblico con un terrorista molto pericoloso e ricercato.
Chi è dunque il senatore McCain?

Ma John McCain non è semplicemente il leader dell’opposizione politica al presidente Obama, egli è anche uno dei suoi più alti funzionari!
In effetti è presidente dell’International Republican Institute (IRI), il ramo repubblicano della NED/CIA [12], dal gennaio 1993. Questa cosiddetta "ONG" è stata ufficialmente istituita dal presidente Ronald Reagan per estendere alcune attività della CIA in collegamento con i servizi segreti britannici, canadesi e australiani.
Contrariamente alle apparenze, si tratta a tutti gli effetti di un’agenzia inter-governativa. Il suo budget è approvato dal Congresso in un capitolo di bilancio che fa capo alla Segreteria di Stato.
D’altronde, è proprio perché si tratta di una agenzia congiunta di servizi segreti anglosassoni che molti Stati nel mondo proibiscono all’IRI qualsiasi attività sul proprio territorio.
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Accusati di aver ordito il rovesciamento del presidente Hosni Mubarak per conto dei Fratelli Mussulmani, i due dipendenti dell’International Republican Institute (IRI) del Cairo, John Tomlaszewski (secondo a destra) e Sam LaHood (secondo a sinistra, figlio del Segretario ai Trasporti americano-libanese di un governo democratico, Ray LaHood) si sono rifugiati presso l’ambasciata degli Stati Uniti. Eccoli accanto ai senatori John McCain e Lindsey Graham in occasione della riunione preparatoria della "primavera araba" in Libia e in Siria. Saranno scagionati dal Fratello Mohamed Morsi non appena diventerà presidente.
L’elenco degli interventi di John McCain per conto del Dipartimento di Stato è impressionante. Ha praticamente partecipato a tutte le rivoluzioni colorate degli ultimi vent’anni. Sempre in nome della "democrazia", ha preparato il rovesciamento di molti presidenti regolarmente eletti nei loro rispettivi paesi. Per citare solo qualche esempio: il fallito colpo di stato contro Hugo Chávez in Venezuela, [13] il rovesciamento di Jean-Bertrand Aristide ad Haiti [14], il tentativo di rovesciamento di Mwai Kibaki in Kenya [15] e, più recentemente, quello del presidente legittimato dalla costituzione, Viktor Yanukovich, in Ucraina.
In qualsiasi Stato del mondo, quando un cittadino prende l’iniziativa di rovesciare il regime di un altro Stato, costui potrà forse essere apprezzato se ci riesce e se il nuovo regime si rivela un alleato, ma sarà duramente condannato se la sua iniziativa ha conseguenze nefaste per la patria. Ebbene, il senatore McCain non ha mai patito alcun disagio in conseguenza del fallimento delle sue manovre anti-democratiche in vari Stati, manovre che pure si sono ritorte contro Washington. Come in Venezuela, per esempio.
Il fatto è che per gli Stati Uniti John McCain non è un traditore, ma un agente.
Di più, è un agente che dispone della migliore copertura che si possa immaginare: è l’oppositore ufficiale di Barack Obama. Come tale, egli può viaggiare in qualsiasi parte del mondo (è il senatore americano che viaggia di più) e incontrare chi vuole senza timore. Se i suoi interlocutori approvano la politica di Washington, promette di darle seguito, se essi la osteggiano, ne attribuisce la responsabilità al presidente Obama.
È noto che John McCain fu prigioniero di guerra in Vietnam per cinque anni, durante i quali venne torturato. Fu vittima di un programma ideato non per carpire informazioni, ma per inculcare un discorso. Si trattava di trasformare la sua personalità in modo che facesse dichiarazioni contro il proprio Paese. Questo programma, sviluppato dal professor Albert D. Biderman a partire dal modello coreano per la Rand Corporation, è servito come base delle ricerche condotte a Guantánamo e altrove dal Dr. Martin Seligman [16]. Applicato sotto George W. Bush a più di 80.000 prigionieri, ha permesso di trasformare molti di loro in veri combattenti al servizio di Washington. John McCain, che in Vietnam ne era stato piegato, lo conosce quindi perfettamente. Egli sa come manipolare senza coinvolgimento emotivo i jihadisti.
Qual è la strategia statunitense con gli jihadisti nel Levante?

Nel 1990 gli Stati Uniti decisero di distruggere il loro vecchio alleato iracheno. Dopo aver lasciato intendere al presidente Saddam Hussein che avrebbero considerato l’attacco al Kuwait come un affare interno iracheno, usarono invece come pretesto proprio quell’invasione per mobilitare una vasta coalizione contro l’Iraq. Tuttavia, a causa dell’opposizione dell’URSS, all’epoca non rovesciarono il regime, ma si accontentarono di amministrare la Zona d’interdizione al volo.
Nel 2003 l’opposizione della Francia non fu sufficiente a controbilanciare l’influenza del Comitato per la Liberazione dell’Iraq. Gli Stati Uniti attaccarono di nuovo il Paese e questa volta rovesciarono il presidente Saddam Hussein. Guarda caso, John McCain era uno dei principali responsabili del Comitato. Dopo aver affidato per un anno a una società privata l’incarico di saccheggiare il Paese [17], tentarono di dividerlo in tre stati distinti, ma dovettero rinunciare di fronte alla resistenza della popolazione. Tentarono di nuovo nel 2007, all’epoca della risoluzione Biden-Brownback, ma ancora una volta fallirono [18]. Da qui l’attuale strategia che tenta di raggiungere questo obiettivo per mezzo di un attore non statale: l’Emirato Islamico.
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In questo documento, pubblicato nel settembre 2013, l’ambasciatore del Qatar a Tripoli informa il suo ministero che un gruppo di 1.800 africani è stato addestrato alla jihad in Libia. Propone di inviarli in tre gruppi in Turchia perché raggiungano l’Emirato Islamico in Siria.
L’operazione è stata pianificata con largo anticipo, prima ancora dell’incontro di John McCain con Ibrahim al-Badri. Così, alcune comunicazioni interne del Ministero degli Affari Esteri del Qatar, pubblicate dai miei amici James e Joanne Moriarty [19] mostrano che 5.000 jihadisti sono stati addestrati a spese del Qatar, nella Libia della NATO nel 2012, e che 2,5 milioni di dollari sono stati versati nello stesso periodo al futuro Califfo.
Nel gennaio 2014 il Congresso degli Stati Uniti ha tenuto una seduta segreta nel corso della quale ha votato, in violazione del diritto internazionale, il finanziamento del Fronte Al-Nusra (Al-Qa’ida) e dell’Emirato Islamico in Iraq e nel Levante fino al settembre 2014 [20]. Anche se non si conosce con precisione ciò che è stato effettivamente deciso in occasione di questa seduta segreta - rivelata dall’agenzia di stampa britannica Reuters [21], e che nessun media statunitense ha osato strappare alla censura - è altamente probabile che la legge comprenda una parte sull’armamento e l’addestramento degli jihadisti.
Orgogliosa di questo finanziamento statunitense, l’Arabia Saudita ha rivendicato sul suo canale televisivo pubblico, Al-Arabiya, che l’Emirato Islamico era soggetto all’autorità del principe Abdul Rahman al-Faisal, fratello del principe Saud al Faisal (Ministro degli Esteri), e del principe Turki al-Faisal (ambasciatore saudita negli Stati Uniti e nel Regno Unito) [22].
L’Emirato Islamico rappresenta una nuova tappa nel mercenariato. A differenza dei gruppi jihadisti che combatterono in Afghanistan, Bosnia-Erzegovina e in Cecenia al seguito di Osama Bin Laden, esso non costituisce una forza collaterale, ma piuttosto un esercito a sé. A differenza dei gruppi precedenti in Iraq, in Libia e in Siria, al seguito del principe Bandar bin Sultan, essi dispongono di sofisticati servizi di comunicazione integrata che esortano ad arruolarsi, nonché di funzionari civili, formati nelle grandi scuole occidentali, capaci di prendere in carico immediatamente l’amministrazione di un territorio.
Armi ucraine nuove fiammanti sono state acquistate dall’Arabia Saudita e scortate dai servizi segreti turchi che le hanno consegnate all’Emirato Islamico. Gli ultimi dettagli sono stati definiti con la famiglia Barzani in una riunione dei gruppi jihadisti ad Amman, il 1° giugno 2014 [23].
Quattro giorni dopo è iniziato l’attacco congiunto dell’Iraq da parte dell’Emirato Islamico e del Governo regionale del Kurdistan.
L’Emirato Islamico si è impadronito della parte sunnita del Paese, mentre il Governo regionale del Kurdistan ha ampliato il proprio territorio di oltre il 40%. Fuggendo le atrocità degli jihadisti, le minoranze religiose hanno lasciato la zona sunnita, aprendo così la strada alla spartizione del paese in tre.
Violando l’accordo difensivo iracheno-statunitense, il Pentagono non è intervenuto e ha permesso all’Emirato Islamico di continuare la sua conquista e i suoi massacri. Un mese dopo, quando i peshmerga [guerriglieri, NdT] del Governo regionale curdo si erano ritirati senza dare battaglia, e quando l’emozione dell’opinione pubblica mondiale era diventata ormai troppo forte, il presidente Obama ha dato l’ordine di bombardare alcune postazioni dell’Emirato Islamico. Tuttavia, secondo il generale William Mayville, direttore delle operazioni presso lo stato maggiore, «Queste incursioni hanno poca probabilità di intaccare le capacità globali dell’Emirato Islamico o le sue attività in altre zone dell’Iraq o della Siria» [24]. Con ogni evidenza, esse non mirano a distruggere l’esercito jihadista, ma unicamente a garantire che nessuno degli attori convolti fuoriesca dal territorio che gli è stato assegnato. Tutto sommato, per il momento, questi bombardamenti sono puramente dimostrativi e non hanno distrutto che una manciata di veicoli. In definitiva, ciò che ha fermato l’avanzata dell’Emirato Islamico e ha aperto un corridoio permettendo ai civili di sfuggire al massacro è stato l’intervento dei curdi del PKK turco e siriano.
Molta disinformazione circola a proposito dell’Emirato Islamico e del suo Califfo. Il quotidiano Gulf Daily News ha affermato che Edward Snowden aveva fatto rivelazioni in proposito [25]. Tuttavia, in base alle verifiche, l’ex spia statunitense non ha pubblicato nulla su questo argomento. Il Gulf Daily News è pubblicato nel Bahrein, Stato occupato dalle truppe saudite. L’articolo mira unicamente a sollevare l’Arabia Saudita e il principe Abdul Rahman al-Faisal dalle loro responsabilità.
L’Emirato Islamico è paragonabile agli eserciti mercenari del Cinquecento europeo. Quelli conducevano guerre di religione per conto dei signori che li pagavano, a volte in un campo, a volte in un altro. Il Califfo Ibrahim è un condottiero moderno. Nonostante sia agli ordini del principe Abdul Rahman (membro del clan dei Sudairi), non ci sarebbe da stupirsi se egli proseguisse la sua epopea in Arabia Saudita (dopo una breve deviazione in Libano, o perfino in Kuwait), e se troncasse la successione reale favorendo il clan dei Sudairi contro il principe Mithab (figlio e non fratello di re Abdullah).
John McCain e il Califfo

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Ibrahim al-Badri, alias Abu Du’a, alias Abu Bakr al-Baghdadi, alias Califfo Ibrahim, mercenario del principe Abdul Rahman al-Faisal, finanziato dall’Arabia Saudita, dal Qatar e dagli Stati Uniti. Può commettere tutti gli orrori che le Convenzioni di Ginevra proibiscono agli Stati.
Nell’ultimo numero della sua rivista, l’Emirato Islamico ha dedicato due pagine alla denuncia del senatore John McCain, definito "nemico" e "crociato", ricordando il suo sostegno all’invasione statunitense dell’Iraq. Nel timore che questa accusa passasse inosservata negli Stati Uniti, il senatore ha immediatamente rilasciato una dichiarazione bollando l’Emirato come «il gruppo terrorista islamico più pericoloso al mondo» [26].
Peccato che questa polemica serva soltanto a distrarre la platea. Sarebbe bello crederci... se soltanto non ci fosse quella fotografia del maggio 2013.

Thierry Meyssan
Traduzione
Luisa Martini






Note:

[1] Abbiamo riferito i comunicati stampa secondo cui la manifestazione di Deraa era una protesta per l’arresto e la tortura di alcuni liceali che avevano scandito slogan ostili alla Repubblica. Ebbene, molti colleghi hanno tentato di stabilire l’identità di quegli studenti e di incontrare le loro famiglie. Nessuno ci è riuscito, gli unici testimoni che hanno parlato lo hanno fatto per la stampa britannica, ma in forma anonima, dunque non verificabile. Siamo oggi convinti che quell’avvenimento non si è mai verificato. Lo studio dei documenti siriani dell’epoca mostra che la manifestazione riguardava in realtà l’aumento dei salari e le pensioni dei dipendenti pubblici. Essa ottenne soddisfazione da parte del governo. In quel momento, nessun giornale aveva ancora menzionato gli studenti, poiché questa storia è stata inventata da Al-Jazeera soltanto due settimane più tardi.
[2] I membri del Gruppo islamico combattente in Libia, cioè Al-Qa’ida in Libia, avevano tentato di assassinare Muammar el-Gheddafi per conto del MI6 britannico. La vicenda fu rivelata da un ufficiale del controspionaggio britannico, David Shyler. Cfr «David Shayler : "J’ai quitté les services secrets britanniques lorsque le MI6 a décidé de financer des associés d’Oussama Ben Laden”», Réseau Voltaire, 18 novembre 2005.
[3] Relazione della Commissione d’inchiesta sulla crisi in corso in Libia, giugno 2011.
[4] “Un deputato libanese dirige il traffico di armi in Siria”, Rete Voltaire, 10 dicembre 2012.
[5] A questo proposito, si veda la mia serie in sei puntate 10 ans de Résistance, sulla guerra degli Stati Uniti contro la Siria.
[6] “John McCain entra illegalmente in Siria”, Rete Voltaire, 30 maggio 2013.
[7] “La task force di emergenza siriana, facciata sionista”, Rete Voltaire, 7 giugno 2013.
[8] “John McCain ha incontrato dei rapitori in Siria”, Rete Voltaire, 1 giugno 2013.
[9] “Wanted for Terrorism", Rewards for Justice Program,Dipartimento di Stato.
[10] Il Comitato del Consiglio di sicurezza istituito ai sensi della risoluzione 1267 (1999) il 15 ottobre 1999 è conosciuto anche come il “Comitato delle sanzioni contro Al-Qa’ida”. Fiche d’inscription d’Ibrahim al-Badri (trad: Modulo di registrazione di Ibrahim al-Badri - questa volta con il nome di battaglia di al-Samarrai).
[11] “Evasioni simultanee di jihadisti in 9 paesi”, Rete Voltaire, 7 agosto 2013,
[12] “NED, vetrina legale della CIA”, di Thierry Meyssan, Traduzione di Alessandro Lattanzio , #1054;dnako (Russia), Rete Voltaire, 8 ottobre 2010.
[13] «Opération manquée au Venezuela», di Thierry Meyssan, Réseau Voltaire, 18 maggio 2002.
[14] «La CIA déstabilise Haïti», «Coup d’État en Haïti», di Thierry Meyssan, Réseau Voltaire, 14 gennaio e 1° marzo 2004.
[15] «L’expérience politique africaine de Barack Obama», di Thierry Meyssan, Réseau Voltaire, 9 marzo 2013.
[16] “Il segreto di Guantanamo”, di Thierry Meyssan, Traduzione di Alessandro Lattanzio, #1054;dnako (Russia), Rete Voltaire, 28 ottobre 2009,
[17] «Qui gouverne l’Irak ?” di Thierry Meyssan, Réseau Voltaire, 13 maggio 2004.
[18] “La balcanizzazione dell’Iraq”, di Manlio Dinucci, Il Manifesto (Italia), Rete Voltaire, 17 giugno 2014.
[19] «Official Document Qatar Embassy Tripoli Confirms Sending 1800 Islamic Extremists Trained in Libya to Fight in Syria», Libyan War The Truth, 20 settembre 2013.
[20] “Gli Stati Uniti, primi finanziatori mondiali del terrorismo”, di Thierry Meyssan, Traduzione Matzu Yagi, Megachip (Italia), Rete Voltaire, 3 febbraio 2014.
[21] “Congress secretly approves U.S. weapons flow to ’moderate’ Syrian rebels” di Mark Hosenball, Reuters, 27 Gennaio 2014.
[22] “L’EIIL è controllato dal principe Abdul Rahman ”, Rete Voltaire, 7 febbraio 2014.
[23] “Rivelazioni del PKK sull’EIIL e la creazione del "Kurdistan"”,Rete Voltaire, 10 luglio 2014.
[24] “U.S. Air Strikes Are Having a Limited Effect on ISIL”, di Ben Watson, Defense One, 11 agosto 2014.
[25] «Baghdadi ’Mossad trained’», Gulf Daily News, 15 luglio 2014.
[26] «Statement by senator John McCain on being targeted by terrorist group ISIL as "the ennemy" and "the crusader"”, Ufficio di John McCain, 28 luglio 2014.

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MessaggioInviato: 19/08/2014, 11:23 
Chi è Al-Baghdadi, il carnefice dei cristiani d'Iraq

Ritratto del terrorista che i qaedisti descrivono come "estremista". Feroce e folle, il califfo dell'Isis punta a creare uno Stato islamico che va dal Medio Oriente all'Europa.


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Erbil. Cristiani cercano rifugio nella chiesa caldea della capitale del Kurdistan
Credits: SAFIN HAMED/AFP/Getty Images

Barack Obama sperava di essere ricordato come il presidente Usa che avrebbe messo fine alla guerra in Iraq, ma si ritrova a essere il quarto inquilino della Casa Bianca a ordinare un intervento militare in quel "cimitero dell'ambizione americana". Lapidarie le parole di Peter Baker sul New York Times riguardo all'inferno iracheno, che oggi torna a costituire una minaccia per la sicurezza mondiale e per quella "particolare" delle minoranze irachene, con in testa i cristiani.

Al Qaeda, la multinazionale del terrore, ha partorito una nuova rete di soldati jihadisti, persino più feroci dei loro mentori. L'Isis, lo Stato Islamico (sunnita) dell'Iraq e della Siria, fino a qualche anno fa si chiamava al Qaeda in Iraq (AQI).

Le truppe Usa con le milizie sunnite alleate distrussero le cellule qaediste irachene nel 2006, ma non riuscirono a debellare in modo definitivo i jihadisti dell'attuale Isis, che hanno autoproclamato un califfato in Iraq e Siria e stanno combattendo nel nord dell'Iraq, in Kurdistan, per conquistare pezzi di territorio.

E pezzi cruciali, visto che i jihadisti ubriachi di islam e sharia puntano a mettere le mani sui ricchi giacimenti di oro nero gestiti dai curdi di Erbil, che a loro volta operano sotto l'occhio vigile e la protezione degli americani.

Dopo un periodo di calma apparente, il gruppo sunnita dell'Isis rinasce in Iraq. Siamo nel 2011 e i loro miliziani attaccano le prigioni sotto il controllo del governo di Baghdad e liberano una massa di detenuti per convertirli alla loro causa. Il divorzio da al Qaeda avviene ufficialmente nel 2014. L'ideologia resta la stessa, ma una lotta ai vertici della multinazionale del terrore, con di sfondo la guerra in Siria, fa emergere la figura di Abu Bakr al-Baghdadi, il califfo del nuovo "impero" jihadista che sta incendiando l'Iraq.

Al-Baghdadi, classe 1971, è iracheno e non è certo un volto nuovo sul palcoscenico del terrore mondiale. Dal 4 ottobre 2011 il califfo è stato inserito dagli Usa nella lista dei terroristi globali più pericolosi, e sulla sua testa pende una taglia di 10 milioni di dollari.

Nonostante l'enorme cifra, però, finora nessuno dei suoi se l'è sentita di tradirlo, e così al-Baghdadi il 29 giugno di quest'anno annuncia la nascita del califfato dell'Isis, dopo aver conquistato con le sue truppe la città di Tikrit e dopo aver messo nel mirino la conquista della capitale Baghdad. La nascita del califfato non viene solo attaccata dai Paesi occidentali, ma anche dal mondo arabo e da altri gruppi jihadisti sunniti, che temono lo strapotere e la ferocia dell'Isis.

E le loro paure non sono infondate. In un messaggio audio registrato a fine giugno al-Baghdadi annuncia che l'Isis punta a "marciare su Roma", sottintendendo la volontà dell'organizzazione terroristica di creare una sorta di enorme Stato islamico, che vada dal Medio Oriente all'Europa, passando per Spagna e Italia.

Classica retorica delirante da terrorista? Quello che preoccupa è che al-Baghdadi sembra intenzionato a realizzare concretamente i suoi piani e i primi a pagarne le conseguenze sono i cristiani iracheni che, con le altre minoranze, sono stati costretti ad abbandonare le loro case per non essere sterminati dai jihadisti che guadagnano posizioni nel nord dell'Iraq.

E' una storia di sangue e morte quella dei cristiani in Iraq. L'anno scorso Bashar Warda, l'arcivescovo caldeo ad Erbil, raccontava ai microfoni di Radio3Mondo quanto è difficile essere cristiani nell'ex feudo di Saddam Hussein. Nella capitale del Kurdistan vive la comunità cristiana più vivace del Medio Oriente.

Il quartiere dei cristiani di Erbil è piccolo e operoso, con botteghe di artigiani, uffici e scuole. I caldei accolti dai curdi dopo essere fuggiti da Baghdad, a Erbil hanno cominciato a ricostruire le loro vite, sperando di poter restare in pace.

Nel 2010 a Baghdad il massacro della chiesa di Nostra Signora ad opera di al Qaeda in Iraq aveva fatto 52 vittime, convincendo più di 4.000 famiglie cristiane ad abbandonare l'Iraq degli "arabi" per trovare rifugio nell'Iraq dei curdi, dove una volta a settimana è possibile assistere alla celebrazione della messa in aramaico. Oggi sono circa 60.000 i cristiani che vivono tra Mosul ed Erbil.

Ma adesso il loro incubo torna. I peshmerga, i guerrieri curdi che costituiscono l'esercito del Kurdistan iracheno, patiscono i colpi delle truppe jihadiste, che hanno conquistato una diga e accerchiano i principali pozzi di petrolio del Paese. Molte di quelle famiglie che nel 2010 hanno abbandonato Baghdad ora si ritrovano nuovamente in fuga. E' un disastro umanitario e i deliri di al-Baghdadi sembrano assumere contorni tragicamente reali.

http://news.panorama.it/esteri/Iraq-cri ... -Kurdistan



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Iraq, il "Califfo" al-Baghdadi: "Conquisteremo anche Roma"

Appello ai musulmani di tutto il mondo perché immigrino nella sua nuova terra per combattere sotto la sua bandiera. al-Maliki: "Minaccia per tutta la regione.



ROMA - Abu bakr al-Baghdadi, il "califfo" autoproclamato dello "Stato islamico" che si estende fra l'Iraq e la Siria, ha promesso di conquistare anche Roma, lanciando un appello ai musulmani di tutto il mondo perché immigrino nella sua nuova terra per combattere sotto la sua bandiera. Ieri aveva minacciato gli Stati Uniti, parlando di un attacco peggiore di quello dell'11 settembre.

"Coloro che possono immigrare nello stato islamico dovrebbero farlo perché l'immigrazione nella casa dell'Islam è un dovere" ha dichiarato al-Baghdadi in un messaggio audio postato su un sito web utilizzato dal gruppo, in precedenza conosciuto come Stato Islamico dell'Iraq e del Levante. "Affrettatevi o musulmani a venire nel vostro stato. E' il vostro stato. La Siria non è per i siriani e l'Iraq non è per gli iracheni.Questa terra è per i musulmani, tutti i musulmani", ha detto ancora, citato dal sito internet del giornale The Telegraph, colui che si è definito il primo califfo dell'Islam, dalla dissoluzione dell'impero Ottomano. "Questo è il mio consiglio per voi. Se lo seguirete, conquisterete Roma e diventerete padroni del mondo, con la volontà di Allah", ha concluso al-Baghdadi.

Il premier al-Maliki. Una dichiarazione definita dal premier iracheno, Nouri al-Maliki, "una minaccia per l'intera regione". Si tratta di un "messaggio a tutti gli Stati dell'area, che avverte che adesso sono dentro il cerchio rosso" e "nessuno in Iraq o in nessun altro Paese vicino sarà al sicuro da questi piani", ha aggiunto al-Maliki. E ha offerto l'amnistia alle tribù che in questo periodo hanno combattuto contro il governo.

Siria e Iraq. Si complica così ancora di più la situazione in Siria e Iraq. La proclamazione del Califfato, secondo cui lo Stato islamico si estende da Aleppo a Diyala, ha suscitato molte reazioni nell'ambito dei gruppi di fondamentalisti sunniti che combattono nei due paesi. Soprattutto perché al-Baghdadi ha imposto alle altre fazioni di prestare giuramento di fedeltà al califfato e di deporre le armi. In base al diktat, solo i membri del gruppo sono autorizzati a girare armati all'interno dello Stato islamico.

Alcune entità minori e leader tribali locali hanno aderito, altri stanno prendendo tempo, mentre altri ancora, si sono scontrati contro la formazione. E' il caso, per esempio della cittadina di al-Bukamal, lungo il confine tra Siria e Iraq, dove lo Stato islamico ha combattuto per tre giorni contro altri gruppi di ribelli siriani, prima di conquistarla.

I combattimenti a Tikrit. Nelle ultime settimane il gruppo militante estremista sunnita ha preso il controllo di ampie zone nel nord e nell'ovest dell'Iraq, comprese le città di Mosul e Tikrit. L'aviazione irachena ha compiuto numerosi raid aerei su Mosul per colpire le postazioni dei ribelli sunniti. Secondo quanto riferisce l'emittente panaraba al-Jazeera, si combatte ancora anche a Tikrit, dove l'esercito non è ancora riuscito a riconquistare la città.


Sostegno all'Iraq da Usa e Russia. Nel frattempo, gli Stati Uniti stanno incrementando il sostegno a Baghdad. Secondo una fonte americana, citata da Iraqinews, sono in arrivo altri 300 soldati, alcuni elicotteri e aerei senza pilota. La decisione e' stata annunciata dal Pentagono. Agli aiuti americani si sono aggiunti quelli russi e bielorussi. Si tratta in particolare di cinque aerei caccia Sukhoi, mentre 25, sono arrivati nei giorni scorsi in Iraq.




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Miliziani dell'Isis annunciano la nascita del "califfato" da Aleppo a Diyala. dalla Siria all'Iraq. Pronti 30 mila volontari indiani per proteggere i luoghi sacri degli sciiti. "Abbiamo circa 30 mila volontari che hanno compilato i visti, hanno i passaporti e sono pronti a partire in ogni momento - afferma Syed Bilal, portavoce dell'associazione Anjuman-e-Haideri, citato dall'agenzia Iraqinews -. Altre decine di migliaia sono in contatto con noi e hanno offerto il loro supporto". Questa mappa diffusa su Twitter - che secondo alcune fonti non sarebbe però opera dell'Isis ma di alcuni simpatizzanti che avrebbero ripreso una mappa precedente - mostra l'obiettivo del califfato dell'Isis, le aree che intende avere sotto controllo entro cinque anni. Include la Spagna, i Balcani, il Medio Oriente, il Nord Africa e gran parte dell'Asi.

http://www.repubblica.it/esteri/2014/07 ... -90499364/



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MessaggioInviato: 19/08/2014, 12:50 
Cita:
Ufologo 555 ha scritto:

Iraq, il "Califfo" al-Baghdadi: "Conquisteremo anche Roma"

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Questa mappa diffusa su Twitter - che secondo alcune fonti non sarebbe però opera dell'Isis ma di alcuni simpatizzanti che avrebbero ripreso una mappa precedente - mostra l'obiettivo del califfato dell'Isis, le aree che intende avere sotto controllo entro cinque anni. Include la Spagna, i Balcani, il Medio Oriente, il Nord Africa e gran parte dell'Asi.

http://www.repubblica.it/esteri/2014/07 ... -90499364/


Balle al cubo...... [8D]

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http://www.infowars.com/isis-five-year- ... ed-a-fake/

ABC News statunitense questa settimana ha pubblicato una mappa che mostra lo Stato Islamico dell'Iraq e della Siria (ISIS) presunto piano di espansione di cinque anni, tuttavia, la mappa è stato abbattuto dagli esperti che ha detto che era fuorviante.

"E 'una vecchia immagine messo fuori dai fan del gruppo," Aaron Zelin, un ricercatore presso l'Istituto di Washington per la Politica del Vicino Oriente ha detto al quarzo, una pubblicazione di notizie economiche. "Non c'è nulla di ufficiale a riguardo, né c'è qualche presunto piano quinquennale".


Secondo Business Insider "la mappa è una fantasia che richiama l'età iniziale dell'espansione islamica".
http://www.businessinsider.com/isis-fiv ... ake-2014-7

Combattenti ISIS ha recentemente annunciato la creazione di un "califfato", riferendosi al sistema di governo che si è conclusa quasi 100 anni fa, con la caduta degli Ottomani, Agence France-Presse ha riferito.

In una registrazione audio distribuito online, ISIS ha dichiarato il suo capo Abu Bakr al-Baghdadi "califfo" e "leader per i musulmani in tutto il mondo."

"La Shura [consiglio] dello Stato Islamico ha incontrato e discusso questo problema [del califfato] ... Lo Stato islamico ha deciso di istituire un califfato islamico e di designare un califfo per lo stato dei musulmani", ha detto il portavoce ISIS Abu Mohammad al- Adnani.

"Il religioso jihadista Baghdadi è stato designato il califfo dei musulmani", ha detto Adnani.

Baghdadi "ha accettato questa fedeltà ed è così diventato il leader per i musulmani in tutto il mondo."

Baghdadi ha quindi invitato i musulmani con competenze militari, medici e manageriali ad affluire al suo stato pan-islamico appena dichiarato.

"Coloro che possono immigrare Stato islamico dovrebbe emigrare, come l'immigrazione alla casa di Islam è un dovere", ha detto Abu Bakr al-Baghdadi.

Il "califfo", nuovo nome, ha detto l'appello soprattutto applicato a "giudici e coloro che hanno competenze manageriali e di servizio militare e, medici e ingegneri in tutti i campi."

Baghdadi ha anche affrontato i combattenti del gruppo, dicendo che "i tuoi fratelli in tutto il mondo sono in attesa" di essere salvati da loro.

"Terrorizzare i nemici di Allah e cerca la morte nei luoghi dove si aspetta di trovare", ha detto. "I vostri fratelli, su ogni pezzo di questa terra, vi aspettano a salvarli", ha detto in una registrazione audio.



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Certo, quello che posto io sono sempre ... balle. [^] [;)]



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Ufologo 555 ha scritto:

Chi è Al-Baghdadi, il carnefice dei cristiani d'Iraq




Ecco chi è Al-Baghdadi...

Cita:
Secondo le registrazioni del Dipartimento statunitense della Difesa, Ab#363; Bakr al-Baghd#257;d#299; è stato detenuto nel Camp Bucca come "internato civile" dalle forze iracheno-statunitensi dai primi del febbraio 2004 fino al 2009, quando fu rimesso in libertà grazie all'indicazione di una commissione, definita Combined Review and Release Board, che ne raccomandò il "rilascio incondizionato"

http://it.wikipedia.org/wiki/Abu_Bakr_al-Baghdadi


Una creatura degli USA (come Bin Laden...)

E' così difficile fare 2+2???

[8]



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Anche noi due siamo amici, fin quando ... dura! Cosa vuol dire?



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cosa significa questa risposta? Puoi spiegarmene il senso?



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Che gli americani sono fessi! Si fidano di tutti e poi .. se lo ritrovano nello "stoppino"! [^]



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Cita:
Ufologo 555 ha scritto:

Che gli americani sono fessi! Si fidano di tutti e poi .. se lo ritrovano nello "stoppino"! [^]


Ma dai... e secondo te QUELLI sarebbero tutti cretini?!

[V] [?] [8)]

Così cretini da ripetere lo stesso errore da decenni?!?!

Io non posso crederlo...



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Sono dei "bambinoni"; fin troppo ingenui ... Poi magari sono arrgoanti. Sono giovani insomma (li ho conosciuti bene), almeno per ciò che riguarda i G.I. [:)]



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MessaggioInviato: 19/08/2014, 21:43 
ma per piacere -_-



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Cita:
Sono dei "bambinoni"; fin troppo ingenui


può anche essere vero ,per quanto riguarda il popolo in generale [8D]
....è per questo che la "cabal" si è stanziata negli USA [;)] [:D]

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Ufologo 555 ha scritto:

Che gli americani sono fessi! Si fidano di tutti e poi .. se lo ritrovano nello "stoppino"! [^]

mmmhhh...non so...di solito sono d'accordo con quello che scrive Ufologo, ma trovo difficile credere che siano dei fessi, nel migliore dei casi li definirei incoerenti, basta guardare le dichiarazioni di Obama sull'eventuale invio di truppe di terra in Iraq: ha cambiato "idea" praticamente da un giorno all'altro (anche se almeno l'invio dei Marines a difesa della loro ambasciata era inevitabile e necessario);
a mio modesto parere i veri fessi siamo noi Italiani, pronti a seguire sempre ed in modo incondizionato i nostri "alleati" americani, non da "pari" ma piuttosto come un vecchio cane segue il suo cattivo padrone, che lo maltratta e gli manca di rispetto ad ogni buona occasione ma dal quale la povera bestiola non può separarsi, perchè ormai troppo dipendente da lui per le sue necessità...dovremmo TUTTI ricordarci che 2000 anni fa, quando gli Stati Uniti d'America erano ben lungi dall'essere costituiti e le sue terre erano abitate da indigeni con l'anello al naso, noi avevamo una "piccola cosa" chiamata Impero Romano... [;)]


Ultima modifica di Plutone77 il 20/08/2014, 11:14, modificato 1 volta in totale.

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Ci andrei cauto con certe affermazioni, solo perchè nella nostra cultura di base viene "insegnato" solo l'impero romano come grande impero non vuol dire che fosse l'unico nè il più grande.
Quando noi avevamo l'impero romano, in nord centro sud america c'era ben altro che indigeni con l'anello al naso; cv'erano popoli progrediti e civilizzati con un retaggio culturale millenario.


Ultima modifica di MaxpoweR il 20/08/2014, 13:48, modificato 1 volta in totale.


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