La Coca-Cola fa male: verità o disinformazione?Quando trovo vecchie relazioni da poter usare per dare a questo blog un’impronta un po’ più “tecnica”, non posso esimermi da usarle, in un modo o nell’altro.
Mi sono capitate sotto mano due relazioni molto interessanti, che vi vorrei proporre, inserite ovviamente in un contesto che risulti il più leggero possibile.
Spesso si sente dire “la Coca-Cola fa male”… ma in che senso?
Premetto che non sono un amante di questa bevanda. L’unica bevanda frizzante che bevo è quel nettare degli dei che viene estratto dal luppolo e dal malto d’orzo, oltre ad una bevanda australiana chiamata Lift e prodotta dalla stessa Coca-Cola Company, molto simile alla Fanta Lemon distribuita in Italia.
Tornando a noi… la Coca-Cola fa veramente male o no?
Non fraintendetemi, ogni bevanda gassata e zuccherata fa male, ma spesso vengono imputate alla nota bevanda americana caratteristiche dannose più uniche che rare: “fa venire l’ulcera peggio dell’Aulin!!!”… “contiene cocaina, da qui deriva il nome!!!”… “è la bevanda del demonio!”… “contiene tanta caffeina! Se la bevi poi non dormi!” … “la Coca-Cola toglie la ruggine, pensa cosa può fare al tuo stomaco!”.
Questi sono tutti falsi miti, o comunque sono cose non correlate direttamente alla sola bevanda inventata da John Pemberton.
John Pemberton
I due composti che vengono maggiormente citati come dannosi per la salute sono la caffeina e l’acido fosforico.
Ovviamente viene spesso discusso cosa sia realmente il famoso Aroma 7X, ma come ogni vera leggenda metropolitana che si rispetti, basta documentarsi un pochino per scoprire che altro non è che un estratto dalla pianta della coca privato delle sostanze psicotrope (cioè della cocaina stessa). Ed ecco che cade già il primo mito: la Coca-Cola non contiene cocaina, anche se in effetti contiene l’aroma estratto dalle piante di coca. E’ come pensare che se uno ha una pianta di papaveri allora è un eroinomane!
Pianta di Coca
Passiamo ora ai due componenti che vedremo in particolare in questo post: caffeina e acido fosforico.
In particolare vedremo la concentrazione di questi due composti attraverso due tecniche: la titolazione chimica tramite pHmetro e una tecnica chiamata HPLC.
Cominciamo prima con lo spiegare brevemente queste due tecniche analitiche.
La titolazione chimica tramite pHmetro è una tecnica che si usa per calcolare la concentrazione di un dato componente in una soluzione, una volta tarato il sistema. La strumentazione che solitamente si usa è composta da un pHmetro con un elettrodo (in realtà sono due elettrodi uno dentro l’altro, in modo che il riferimento sia contenuto direttamente nell’elettrodo di misura, come si vede in figura), da una pompa da vuoto per degassare la Coca-Cola, da diversi bechers e matracci per contenere le diverse soluzioni e da una buretta per effettuare la titolazione.
Per effettuare la misura vera e propria quindi abbiamo dovuto tarare il sistema con una soluzione acquosa di acido fosforico.
Infatti quando poniamo in acqua questo acido, avviene una reazione di equilibrio tra l’acido e le sue basi associate (una per ogni dissociazione):
Essendo la terza costante (k3) trascurabile rispetto alle altre due, possiamo assumere che il comportamento del pH della soluzione, in funzione della concentrazione di acido segua l’andamento a due step che vedete qui sotto, con due punti di equivalenza che possiamo usare per tarare il sistema durante la titolazione.
Per quanto riguarda il calcolo della concentrazione di acido fosforico nella Coca-Cola si sfrutta semplicemente la definizione di punto di equivalenza, che esplica come conoscendo l’aggiunta fatta di soda si possa ricavare la quantità di acido fosforico e quindi la sua concentrazione.
Nei punti di interesse il pH varia molto poco con l’aggiunta della base che si usa per realizzare una reazione acido-base (generalmente si usa della comune soda, NaOH). Possiamo quindi approssimare molto bene la nostra soluzione in queste condizioni con una soluzione tampone, in cui si può applicare la legge nota col nome di Henderson-Hasselbalch:
Nel nostro caso il pH è uguale al pK dell’acido, per cui si semplifica tutto e si può ricavare in modo banale la concentrazione dell’acido.
Tralasciando la presa dei dati e i calcoli, voglio solo mostrarvi il grafico linearizzato che si ottiene per l’acido in acqua e l’acido nella bevanda.
Da qui si può ricavare, con dei semplici conti che non riporterò, che la concentrazione di acido fosforico è di circa 0,6 g/l (circa 0,6%).
La concentrazione veritiera è in realtà di 0,3 g/l (circa 0,3%), questo dovuto al fatto che per quanto si possa degassare resterà comunque intrappolato all’interno del liquido dell’anidride carbonica, che renderà il sistema più acido poichè avverrà la seguente reazione con l’acqua:
Per farci un’idea confrontiamo questo valore (0,3%) con il valore di altri acidi… per esempio l’acido citrico contenuto nel limone.
Nel limone, infatti, vi è l’altissima concentrazione di acido del 7% circa, quindi più di 20 volte tanto di quella della “demoniaca” Coca-Cola.
Quindi la Coca-Cola fa venire l’ulcera e toglie la ruggine, ma provate a farlo con un limone… il risultato vi sorprenderà!
Lo stesso succo d’arancia si aggira intorno all’un per cento di acido, quindi comunque tre volte l’acido contenuto nella Coca-Cola.
Tra l’altro l’acido fosforico è un comune conservante di molti alimenti, ma guarda caso se ne parla solo sulla bevanda americana.
Passiamo ora a vedere la concentrazione di caffeina, vera bestia nera delle leggende sulla Coca-Cola!
La Coca-Cola contiene caffeina… si! Ma quanta?
E’ questa la vera domanda… quanta ne contiene rispetto ad altre bevande come caffè, the o bevande energetiche tipo Red Bull?
Per rispondere a questa domanda abbiamo bisogno di usare un’altra tecnica analitica, chiamata HPLC.
La HPLC (High Performance Liquid Chromatography) a fase inversa si basa sull’interazione tra fase mobile (liquida) e stazionaria (una specie di spugna) all’interno di un tubo, detto capillare cromatografico.
Nel nostro caso come fase fissa abbiamo utilizzato il solido apolare chiamato C18 (il nome indica che è formato da una catena di diciotto carboni), mentre come fase mobile una soluzione (polare) al 20% di metanolo in acqua, combinazione che si rivela ottima per rapporto qualità-tempo in questo preciso caso.
La strumentazione per HPLC è costituita da due serbatoi per la fase mobile, da una pompa per “succhiare” dal serbatoio la soluzione eluente, da un iniettore (posizionabile su caricamento e iniezione) per poter inserire il campione, da una colonna cromatografica e da un detector interfacciato su un computer per poter vedere i dati raccolti e calcolare le aree dei picchi rilevati (e quindi le concentrazioni).
Anche in questo caso si ha bisogno di avere una retta di calibrazione, che vi riporto qui sotto.
Da qui, avendo i dati ricavati dall’esperimento e confrontandoli con la retta di calibrazione, si può ricavare che una lattina di Coca-Cola contiene circa 30-35 mg di caffeina.
Solo per confrontare, una tazzina di caffè si aggira intorno a 80 mg, così come una lattina di Red Bull, mentre una lattina di the ha il doppio della caffeina contenuta nella Coca-Cola a parità di volume.
Allora perchè si continua ad attaccare la Coca-Cola Company sulla sua bevanda più famosa?
Forse ci sono interessi economici talmente grandi in gioco che la diffamazione è l’arma più semplice ed efficace da usare?
Non sto dicendo che bere Coca-Cola faccia bene, ma che ci sono cose peggiori, cose che non vengono attaccate alla stregua di “veleno” come viene fatto per la bruna bevanda americana.
Se vi piace in fondo non posso dirvi altro che seguire lo slogan… “Enjoy Coca-Cola”.. con moderazione ovviamente!!!
Ora una domanda per i miei lettori: cosa ne pensate della Coca-Cola?
Pensate che ci sia veramente qualcosa dietro o che sia solo una montatura atta a far calare le vendite?
E sostenuta da chi? Dai concorrenti? Dagli ambientalisti? O da altri poteri in gioco?
Saluti,
MMarans.
[align=right]Source:
La Coca-Cola fa male: verità ...azione? | SempliceMenteScienza [/align]
Capirete che non è quel misero acido fosforico contenuto nella Coca Cola che toglie la ruggine, aiuta in minima parte, quello si, ma è lo strofinamento che toglie le macchie di ruggine.
Io ho già usato l'acido fosforico diluito all'80% per fermare la ruggine da un mio veicolo d'epoca e la ruggine diventa una crosta nera. Non mi pare che nei video si veda questa reazione.
Limone oppure aceto fanno lo stesso lavoro della Coca Cola, basta strofinare.
Non sto dicendo che bere Coca-Cola faccia bene, ma che ci sono cose peggiori, cose che non vengono attaccate alla stregua di “veleno” come viene fatto per la bruna bevanda americana.
Se vi piace in fondo non posso dirvi altro che seguire lo slogan… “Enjoy Coca-Cola”.. con moderazione ovviamente!!!