Thethirdeye ha scritto:
Zak... il latte umano si assume per un periodo molto ristretto rispetto alla vita media di un uomo,
mentre quello di mucca, ahinoi, si beve e si mangia (attraverso i derivati, yogurt, formaggi stagionati,
mozzarelle etc) per 70 o 80 anni.
Inoltre, cosa che non citi affatto, il latte di mucca di oggi (non quello dei nostri nonni preso alla "fattoria di famiglia")
contiene PUS (per via della mastite delle vacche che producono latte per una vita intera in regime di produzione massiva)
e, soprattutto, la bellezza di ALMENO 8 antibiotici diversi, i quali, a lungo andare, rendono il nostro sistema immunitario
un vero colabrodo.
Di questo me ne devi dare atto.
Quello che dici e' sicuramente vero, ma e' altrettanto vero che quello che evidenzi vale anche per ogni genere di alimento oggi sottoposto al regime di produzione alimentare. Non e' che gli anticrittogamici, i fitofarmaci, i pesticidi o i diserbanti siano acqua fresca.
Thethirdeye ha scritto:
Nessuna bestialità, quindi, se analizziamo la cosa nel suo complesso.
Su questo invece non sono d'accordo.
Se vogliamo analizzare lo studio nel suo complesso posso convenire che fornisca molte indicazioni condivisibili e anche corrette, ma se invece andiamo sui particolari, be allora contiene un sacco di inesattezze e di deduzioni personali che nulla hanno a che vedere con criteri di scientificita'.
Thethirdeye ha scritto:
The China Study: i cinesi non mangiano latte di mucca... ma solo latte di soia.
Il fatto di aver ingerito la quantità di latte che noi occidentali assumiamo da sempre
ha generato quei numeri. Un motivo ci sarà. Eppure... nessuno medico, professore
o scienziato occidentale che mette OGGI in discussione quello studio, riesce a fornire
una ragione plausibile alternativa in grado di spiegare quei risultati.
Se i lattanti neonati assumono latte umano limitatamente al periodo di crescita,
tutto rimane normale. Perchè sino a 4 o 5 anni l'essere umano ha una ghiandola
che produce la sostanza in grado di digerire il latte materno e l'eventuale latte animale.
Dopo i 4 o 5 anni, bada bene, quella ghiandola si ATROFIZZA. E non vi è nessuna possibilità
di digerire NATURALMENTE latte umano o latte animale.
Viene da sè che, coloro i quali assumono latte e derivati per decenni e decenni, vengono
esposti a malattie, ad obesità, a problemi gastro intestinali e a gonfiori addominali abnormi.
Superati i 50 anni, il corpo si ribella e le cellule dell'intestino, si TRASFORMANO.
Questo e' in parte vero, ma non c'entra con la caseina. Quello a cui ti riferisci tu e' la lattasi, un enzima che in tutti i mammiferi si produce nei primi anni di vita e che serve a scindere lo zucchero presente nel latte (il lattosio). Nell'uomo, gia' dopo i 2 anni progressivamente perde la sua funzionalita'. Se continuiamo a essere in grado di digerire il latte e' solo perche' non smettiamo di berlo o ne consumiamo in modeste quantita': una funzionalita' residua della lattasi rimane. Popolazioni come quelle asiatiche, che non bevono latte di mucca, sono completamente incapaci di digerire il latte.
I problemi causati dalla carenza della lattasi sono di natura gastrointestinale (dissenteria, vomito, gonfiore), e non si riscontrano a seguito del consumo di tutti i derivati del latte: ad esempio nello yogurt il lattosio viene parzialmente scisso dai batteri, quindi risulta piu' digeribile del latte; nei formaggi stagionati il processo di scissione e' completo: non contengono piu' lattosio e sono perfettamente tollerati anche da chi e' carente di lattasi. Ecco perche' gli intolleranti possono mangiare senza problemi formaggi come il grana.
Comunque non farei confusione perche' nello studio sono state prese in esame molteplici correlazioni anche se su base epidemiologica, molte delle quali hanno trovato numerosi riscontri anche in altre ricerche e quindi non sono in discussione (vedi ad esempio l'indicazione di aumentare il consumo di fibre vegetali).
La sua posizione sul latte e sulla caseina, invece, prende spunto da uno studio di tipo differente, studio che Campbell ha interpretato a suo modo, arrivando a conclusioni del tutto fantasiose e prive di supporto scientifico.
In pratica, Campbell, replicando un esperimento condotto su topi da ricercatori Indiani, rilevo' che la caseina sembra avere una relazione stretta con il cancro, tanto da poter essere considerata come un interruttore per la crescita dei tumori. Campbell seleziono' due gruppi di topi a cui somministro' un potente agente cancerogeno, l'aflotossina. Il primo gruppo lo alimento' con una dieta al 20% di caseina mentre il secondo con una dieta al 5% di caseina. Il risultato che osservo' fu che i topi che assumevano caseina al 5% mostravano tumori significativamente piu' piccoli di quelli appartenenti al primo gruppo.
Successivi esperimenti hanno mostrato come, sostituendo la caseina con le proteine della soia e del frumento, non si evidenziasse piu' la stessa differenza in termini di crescita fra i due gruppi. Campbell concluse quindi che la caseina potesse essere "l'agente cancerogeno pu' potente mai scoperto".
Fin qui tutto bene, ai piu' puo' anche sembrare credibile, ma il problema emerge con quanto Campbell non dice (e perche' non lo dice?).
Infatti, nel 1989, lui stesso condusse un esperimento che rivelo' che la proteina del grano mostrava effetti cancerogeni assolutamente analoghi a quelli della caseina quando integrata con quella della Lisina, il suo amminoacido limitante (
http://www.ncbi.nlm.nih.gov/pubmed/2569044). Questo rende evidente che una qualunque combinazione complementare di amminoacidi stimola il tumore e che questo e' applicabile alle proteine vegetali tanto a quelle animali in generale, caseina compresa.
Per dirla in parole piu' semplici, il motivo per cui nei suoi esperimenti e' sembrato che le proteine vegetali avessero un ruolo "protettivo" e' dovuto alla deficienza di uno o piu' amminoacidi essenziali, situazione che raramente potrebbe verificarsi in un contesto reale, in cui invece si fa uso di una dieta variegata (vegetale o non).
Campbell stesso nota che una dieta vegana variegata, permette di assumere tutti gli amminoacidi essenziali di cui si ha bisogno, esponendoci cosi allo stesso fattore di rischio imputato esclusivamente alla caseina nello studio sopracitato.
A questo aggiungiamo anche che Campbell si rifiuta di riconoscere i comprovati poteri anti-tumorali della proteina "Whey" (proteina del siero del latte), cosi come dimostrato da numerosi altri esperimenti analoghi ai suoi effettuati da altri scienziati e supportati da una vasta letteratura scientifica. Questa proteina animale, quindi, frena la crescita dei tumori anziche' stimolarla. E' un dato di fatto e basta questo per invalidare l'intera ipotesi di Campbell con la quale afferma che l'effetto della caseina sui topi possa essere generalizzato a tutte le proteine di origine animale.
Campbell nei fatti non fornisce nessuna prova riguardo alle sue assunzioni, come ad esempio:
- l'effetto della caseina e' estendibile all'intero spettro di proteine animali (e come ho indicato questo si e' dimostrato essere non vero);
- la caseina ha gli stessi effetti anche quando somministrata nella sua forma naturale, all'interno di cibi veri, quando invece sappiamo che ci sono altre sostanze complementari che ne variano gli effetti;
- la caseina produce nell'organismo umano gli stessi effetti che produce nei topi esposti ad aflatossina (la sostanza cancerogena usata) (ma questo invece non e' mai stato testato);
Infine direi anche che alcune delle sue deduzioni su base epidemiologica sono alquanto ipotetiche. Ad esempio, il fatto che Campbell abbia osservato che le nazioni in cui si fa piu' largo uso di latte abbiano una piu' alta incidenza dei tumori al seno forse dipende dal fatto che nei paesi dove si consuma meno latte (Algeria, Zimbabwe, ecc) vi sia un sistema sanitario primitivo rispetto a quello dei paesi in cui si consuma piu' latte (Australia, Norvegia, USA, ecc) il che si traduce in maggiori diagnosi e in una popolazione piu' anziana. Cioe' le correlazioni possono essere molteplici. Magari ci puoi anche prendere, ma lo devi dimostrare numeri alla mano.
Insomma, in definitiva, tutto cio' e molto altro ancora rendono la sua intera teoria una serie di speculazioni assolutamente infondate.
Thethirdeye ha scritto:
In ogni caso, non è solo Campbell ad affermare questo....
Be un conto e' formulare delle ipotesi, un altro fornire delle prove a sostegno.
Vorrei infine tornare su quanto evidenziavi sopra e cioe' sulla attuale qualita' degli alimenti tra i quali anche il latte.
Come evidenziavo, oggi in pratica tutti gli alimenti sono sottoposti a processi industriali. Forse e' in questi processi che dobbiamo andare ad indagare piuttosto che negli alimenti in se. Ad esempio il latte, anche ignorando per un attimo la questione degli antibiotici e del pus, viene pastorizzato per abbattere la carica batterica e aumentarne la conservazione. Ma cosa accade all'alimento e in particolare alla caseina? Bene, ad alta temperatura la caseina coagula e decade in caseina degradata, una sostanza colloidale insolubile che e' utilizzata anche come collante industriale e che, a seconda del grado di denaturazione subito, causa una piu' o meno marcata alterazione della permeabilita' intestinale che a sua volta predispone a molte patologie atopiche, infiammatorie e autoimmuni.
Quindi, domando, e' il latte che fa male? No, e' il processo industriale che lo altera ad essere nocivo.
Basta questo a scagionare la caseina? In parte direi di si, ma di sicuro sarebbe necessario avviare degli studi piu' seri di quelli fatti da Campbell. Magari sarebbe anche interessante indagare gli effetti delle due forme di caseina note, quella A2, prodotta dalle razze piu' antiche di mucche (o di bufali, capre o pecore) e quella A1, prodotta invece dalle mucche moderne e maggiormente diffuse in Europa.
Che dire infine? Io ad esempio, indipendentemente dagli studi di Campbell, ho eliminato il latte dalla mia dieta (ma a dire il vero gia' dall'adolescenza) ma non i derivati che invece continuo ad assumere anche se in quantita' molto moderate. Del resto, non mangiando carne devo pur vivere di qualche cosa.
In ultimo un consiglio, per quelli che invece continuano ad assumere latte: quando si riscalda il latte sulla superficie si forma una pellicina. E' la caseina denaturata. Assolutamente da eliminare. Stesso discorso per la schiuma del cappuccino. Da evitare.