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 Oggetto del messaggio: Re: 1992 - L'Inizio della Fine
MessaggioInviato: 07/07/2015, 16:51 
Un pezzo alla volta il puzzle si completa. [;)]



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Per quanto possa essere buia la notte sulla Terra, il sole sorgerà quando è l' ora, e c' è sempre la luce delle stelle per illuminarci nel cammino.

Non spaventiamoci per quando le tenebre caleranno, perchè il momento più buio è sempre prima dell' alba.

Noi siamo al tramonto, la notte è ancora tutta davanti, ma alla fine il sole sorgerà anche stavolta. Quello che cambia, è quello che i suoi raggi illumineranno. Facciamo che domani sotto il Sole ci sia un mondo migliore.
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 Oggetto del messaggio: Re: 1992 - L'Inizio della Fine
MessaggioInviato: 20/07/2015, 09:09 
Craxi sarà stato un ladro sì... non discuto questo.

Ma di certo non è stato cacciato al confino per questo... è stato cacciato perché ostacolava un progetto ben definito che ci ha portato al disastro che assistiamo oggi.

BETTINO CRAXI ovvero, qualcuno aveva previsto tutto

Le previsioni di Bettino Craxi, proprio in merito all’euro e alle conseguenze devastanti che avrebbe portato, si sono dimostrate di una veridicità straordinaria.

“Si presenta l’Europa come una sorta di paradiso terrestre - dichiara Craxi - ma per noi l’Europa nella migliore delle ipotesi sarà un limbo e nella peggiore ipotesi sarà un inferno. Quindi bisogna riflettere su ciò che si sta facendo. Perché la cosa più ragionevole di tutte è quella di richiedere e di pretendere, essendo noi un grande paese, la rinegoziazione dei parametri di Maastricht.

Perché se l’Italia ha bisogno dell’Europa, l’Europa ha bisogno dell’Italia, non dimentichiamolo”.

Immagine

Scrive Craxi: ”Ciò che si profila è ormai un’Europa in preda alla disoccupazione e alla conflittualità sociale, mentre le riserve, le preoccupazioni, le prese d’atto realistiche si stanno levando in diversi paesi che si apprestano a prendere le distanze da un progetto congeniato in modo non più corrispondente alla concreta realtà delle economie e agli squilibri sociali che non possono essere facilmente calpestati. Il governo italiano, visto l’andazzo delle cose, avrebbe dovuto (…) porre con forza nel concerto europeo il problema della rinegoziazione di un trattato che nei suoi termini è divenuto obsoleto e financo pericoloso (…). Non lo ha fatto il governo italiano. Lo faranno altri e lo determineranno soprattutto gli scontri sociali che si annunciano e che saranno duri come le pietre”.

Del resto, nel 1985, fu proprio Bettino Craxi a presiedere il Consiglio europeo da cui, due anni più tardi, nascerà l’Atto unico attraverso il quale si deliberava la caduta delle barriere doganali al fine di creare un autentico mercato europeo: da Comunità – superata l’opposizione di Margaret Tatcher – l’Europa diventava Unione. Ma un uomo forte che dettava legge in Europa, evidentemente, dava fastidio a molti, soprattutto a Londra.

Non era comunque la prima volta che Craxi faceva tremare le banche londinesi e non, basti ricordare l’idea dell’introduzione della “lira forte”. Memore di quanto fatto in Francia da De Gaulle nel ’59, anche Craxi prevedeva, per l’Italia, una moneta nazionale che potesse imporsi sui mercati mondiali. Un progetto, questo, che guarda caso fu osteggiato da tanti, compreso Mario Monti che dalle pagine del Corriere ammoniva duramente l’operazione craxiana.

Ma più di tutti, a sabotare la nuova emissione monetaria fu Carlo Azeglio Ciampi, allora governatore della Banca d’Italia che, nonostante l’insistenza e il tono imperativo con il quale Craxi chiedeva venissero eseguite le sue direttive, fece di tutto per far naufragare il progetto.

Il 17 febbraio del 1992 inizia l’operazione “mani pulite”, con l’arresto di colui che Craxi definì un “mariuolo” in seno al partito. Quello che segue è storia nota, almeno per chi non ha paraocchi politici ed ideologi. In quel 1992 la classe dirigente italiana venne sconvolta dalle inchieste della magistratura, mentre la popolazione – in un clima di terrore psicologico – venne catapultata nell’incubo delle stragi di mafia, la prima, quella di maggio che uccise Falcone a Capaci. L’opinione pubblica era disorientata quando non addirittura plagiata.

In questo stato di cose, nel giugno del “92, riscontrata la totale assenza dello stato, i potentati inglesi e statunitensi, sul panfilo Britannia, coadiuvati dai “camerieri” italiani, pianificarono il secondo colpo all’Italia, quello micidiale: la privatizzazione delle aziende strategiche di stato. Intanto Soros & C. organizzarono l’attacco alla lira, provocando il famoso prelievo forzoso, del 6 per mille, dai conti correnti degli italiani. E’ questo il corso che ha portato l’Italia all’interno del circuito euro.

Oggi non c’è più la mafia a terrorizzare il paese, la violenza psicologica procede con lo spettro della disoccupazione. A distrarre gli italiani dalle operazioni di speculazione finanziaria, protrattasi dall’entrata in vigore dell’euro a oggi, non c’è più tangentopoli, ma inchieste giudiziarie sul malcostume dei politicanti italioti. L’operazione “britannia due” è già iniziata e all’orizzonte si vedono solo nuvole cupe, intrise di conflitti sociali e miseria.

L’unica nota positiva, nell’atmosfera da apocalisse che regna sull’Europa, è rappresentata dal fatto che le parole profetiche di Bettino Craxi non sono più semplici denunce di un isolato esule politico, ma sono il grido di rabbia di tutti quegli uomini liberi che non hanno intenzione di stare in silenzio, mentre la patria viene fagocitata dall’usura internazionale.

Ma a quel tempo difendere Craxi era impossibile: la diffamante e frastornante campagna mediatica messa in campo dai soliti (potenti) noti - che operarono con ingenti mezzi a loro disposizione e secondo un preciso piano di distruzione - fu come un mostro insaziabile che tutto divorò.

E la verità fu cinicamente sepolta sotto montagne di menzogne.

http://altrarealta.blogspot.it/2014/07/ ... aveva.html


E da lì si è poi arrivati a questo...

L’Italia ha smesso di crescere dal 1999, anno in cui è stato introdotta la moneta unica

Il quotidiano di Londra: “L’Italia ha smesso di crescere dal 1999, anno in cui è stato introdotta la moneta unica. L’euro favorisce la Germania, la crisi greca lo dimostra”

“Un disastro economico”: così, senza mezzi termini, il Financial Times, il più autorevole dei quotidiani finanziari, definisce l’adozione della moneta unica per l’Italia.

In un editoriale di Wolfgang Munchau sugli effetti della crisi greca sull’eurozona, il foglio britannico conferma una verità che tutti sapevamo da tempo ma che, pubblicata in queste ore, fa riflettere: l’euro ha funzionato solo per la Germania e per pochi altri Paesi dell’Europa centro-settentrionale.

“Se chiedete agli italiani perché sono nell’eurozona, pochi vi parleranno dei suoi benefici economici. La verità è che gli italiani volevano fare parte del più ambizioso progetto d’integrazione europea mai tentato – scrive Munchau – Per l’Italia la moneta unica è stata un disastro economico. La produttività del Paese non cresce dal 1999, anno dell’introduzione dell’euro.”

E a chi sostiene che i problemi del nostro Paese sarebbero dettati dalleriforme mancate, Munchau domanda caustico: perché prima del 1999 l’Italia cresceva? Ora, sedici anni più tardi, la Ue ha gettato la maschera. Il caso greco sta lì a dimostrarlo nel modo più chiaro: l’euro è ormai una costruzione che tutela solo gli interessi dei tedeschi.

http://unaliraperlitalia.altervista.org ... -disastro/



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 Oggetto del messaggio: Re: 1992 - L'Inizio della Fine
MessaggioInviato: 20/07/2015, 09:18 
Atlanticus81 ha scritto:
Craxi sarà stato un ladro sì... non discuto questo.

Ma di certo non è stato cacciato al confino per questo... è stato cacciato perché ostacolava un progetto ben definito che ci ha portato al disastro che assistiamo oggi.

BETTINO CRAXI ovvero, qualcuno aveva previsto tutto

Le previsioni di Bettino Craxi, proprio in merito all’euro e alle conseguenze devastanti che avrebbe portato, si sono dimostrate di una veridicità straordinaria.

“Si presenta l’Europa come una sorta di paradiso terrestre - dichiara Craxi - ma per noi l’Europa nella migliore delle ipotesi sarà un limbo e nella peggiore ipotesi sarà un inferno. Quindi bisogna riflettere su ciò che si sta facendo. Perché la cosa più ragionevole di tutte è quella di richiedere e di pretendere, essendo noi un grande paese, la rinegoziazione dei parametri di Maastricht.

Perché se l’Italia ha bisogno dell’Europa, l’Europa ha bisogno dell’Italia, non dimentichiamolo”.

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Scrive Craxi: ”Ciò che si profila è ormai un’Europa in preda alla disoccupazione e alla conflittualità sociale, mentre le riserve, le preoccupazioni, le prese d’atto realistiche si stanno levando in diversi paesi che si apprestano a prendere le distanze da un progetto congeniato in modo non più corrispondente alla concreta realtà delle economie e agli squilibri sociali che non possono essere facilmente calpestati. Il governo italiano, visto l’andazzo delle cose, avrebbe dovuto (…) porre con forza nel concerto europeo il problema della rinegoziazione di un trattato che nei suoi termini è divenuto obsoleto e financo pericoloso (…). Non lo ha fatto il governo italiano. Lo faranno altri e lo determineranno soprattutto gli scontri sociali che si annunciano e che saranno duri come le pietre”.

Del resto, nel 1985, fu proprio Bettino Craxi a presiedere il Consiglio europeo da cui, due anni più tardi, nascerà l’Atto unico attraverso il quale si deliberava la caduta delle barriere doganali al fine di creare un autentico mercato europeo: da Comunità – superata l’opposizione di Margaret Tatcher – l’Europa diventava Unione. Ma un uomo forte che dettava legge in Europa, evidentemente, dava fastidio a molti, soprattutto a Londra.

Non era comunque la prima volta che Craxi faceva tremare le banche londinesi e non, basti ricordare l’idea dell’introduzione della “lira forte”. Memore di quanto fatto in Francia da De Gaulle nel ’59, anche Craxi prevedeva, per l’Italia, una moneta nazionale che potesse imporsi sui mercati mondiali. Un progetto, questo, che guarda caso fu osteggiato da tanti, compreso Mario Monti che dalle pagine del Corriere ammoniva duramente l’operazione craxiana.

Ma più di tutti, a sabotare la nuova emissione monetaria fu Carlo Azeglio Ciampi, allora governatore della Banca d’Italia che, nonostante l’insistenza e il tono imperativo con il quale Craxi chiedeva venissero eseguite le sue direttive, fece di tutto per far naufragare il progetto.

Il 17 febbraio del 1992 inizia l’operazione “mani pulite”, con l’arresto di colui che Craxi definì un “mariuolo” in seno al partito. Quello che segue è storia nota, almeno per chi non ha paraocchi politici ed ideologi. In quel 1992 la classe dirigente italiana venne sconvolta dalle inchieste della magistratura, mentre la popolazione – in un clima di terrore psicologico – venne catapultata nell’incubo delle stragi di mafia, la prima, quella di maggio che uccise Falcone a Capaci. L’opinione pubblica era disorientata quando non addirittura plagiata.

In questo stato di cose, nel giugno del “92, riscontrata la totale assenza dello stato, i potentati inglesi e statunitensi, sul panfilo Britannia, coadiuvati dai “camerieri” italiani, pianificarono il secondo colpo all’Italia, quello micidiale: la privatizzazione delle aziende strategiche di stato. Intanto Soros & C. organizzarono l’attacco alla lira, provocando il famoso prelievo forzoso, del 6 per mille, dai conti correnti degli italiani. E’ questo il corso che ha portato l’Italia all’interno del circuito euro.

Oggi non c’è più la mafia a terrorizzare il paese, la violenza psicologica procede con lo spettro della disoccupazione. A distrarre gli italiani dalle operazioni di speculazione finanziaria, protrattasi dall’entrata in vigore dell’euro a oggi, non c’è più tangentopoli, ma inchieste giudiziarie sul malcostume dei politicanti italioti. L’operazione “britannia due” è già iniziata e all’orizzonte si vedono solo nuvole cupe, intrise di conflitti sociali e miseria.

L’unica nota positiva, nell’atmosfera da apocalisse che regna sull’Europa, è rappresentata dal fatto che le parole profetiche di Bettino Craxi non sono più semplici denunce di un isolato esule politico, ma sono il grido di rabbia di tutti quegli uomini liberi che non hanno intenzione di stare in silenzio, mentre la patria viene fagocitata dall’usura internazionale.

Ma a quel tempo difendere Craxi era impossibile: la diffamante e frastornante campagna mediatica messa in campo dai soliti (potenti) noti - che operarono con ingenti mezzi a loro disposizione e secondo un preciso piano di distruzione - fu come un mostro insaziabile che tutto divorò.

E la verità fu cinicamente sepolta sotto montagne di menzogne.

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E da lì si è poi arrivati a questo...

L’Italia ha smesso di crescere dal 1999, anno in cui è stato introdotta la moneta unica

Il quotidiano di Londra: “L’Italia ha smesso di crescere dal 1999, anno in cui è stato introdotta la moneta unica. L’euro favorisce la Germania, la crisi greca lo dimostra”

“Un disastro economico”: così, senza mezzi termini, il Financial Times, il più autorevole dei quotidiani finanziari, definisce l’adozione della moneta unica per l’Italia.

In un editoriale di Wolfgang Munchau sugli effetti della crisi greca sull’eurozona, il foglio britannico conferma una verità che tutti sapevamo da tempo ma che, pubblicata in queste ore, fa riflettere: l’euro ha funzionato solo per la Germania e per pochi altri Paesi dell’Europa centro-settentrionale.

“Se chiedete agli italiani perché sono nell’eurozona, pochi vi parleranno dei suoi benefici economici. La verità è che gli italiani volevano fare parte del più ambizioso progetto d’integrazione europea mai tentato – scrive Munchau – Per l’Italia la moneta unica è stata un disastro economico. La produttività del Paese non cresce dal 1999, anno dell’introduzione dell’euro.”

E a chi sostiene che i problemi del nostro Paese sarebbero dettati dalleriforme mancate, Munchau domanda caustico: perché prima del 1999 l’Italia cresceva? Ora, sedici anni più tardi, la Ue ha gettato la maschera. Il caso greco sta lì a dimostrarlo nel modo più chiaro: l’euro è ormai una costruzione che tutela solo gli interessi dei tedeschi.

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cacciato?

quanti anni hai? forse te eri ancora un bimbo.

bettino non è stato "cacciato".

bettino scappò come fanno, appunto, i ladri.

che poi abbia fatto alcune cose buone non lo metto in dubbio. sicuramente l'affare Sigonella.


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 Oggetto del messaggio: Re: 1992 - L'Inizio della Fine
MessaggioInviato: 20/07/2015, 09:33 
cecca ha scritto:
bettino scappò come fanno, appunto, i ladri


O come fanno i perseguitati politici e i personaggi scomodi al potere...

[;)]

O vorresti dire per esempio che tutti quelli scappati dal paese durante il fascio fossero dei "ladri"?!

La definizione che la storia dà ai suoi protagonisti è dettata ESCLUSIVAMENTE da chi la stora la scrive... e a scriverla sono sempre i "vincitori" cecca.

In politica, in economia... e anche in archeologia...

[;)]



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 Oggetto del messaggio: Re: 1992 - L'Inizio della Fine
MessaggioInviato: 20/07/2015, 09:47 
Atlanticus81 ha scritto:
cecca ha scritto:
bettino scappò come fanno, appunto, i ladri


O come fanno i perseguitati politici e i personaggi scomodi al potere...

[;)]

O vorresti dire per esempio che tutti quelli scappati dal paese durante il fascio fossero dei "ladri"?!

La definizione che la storia dà ai suoi protagonisti è dettata ESCLUSIVAMENTE da chi la stora la scrive... e a scriverla sono sempre i "vincitori" cecca.

In politica, in economia... e anche in archeologia...

[;)]


ma cosa vaneggi?

lui scappò per sfuggire ad una condanna per corruzione.

non perché senno lo mettevano in galera 10 anni per le idee politiche, o perché scioperava, o non andava alle manifestazioni del fascio o protestava contro i fascisti e i padroni. come successe a Gramsci e a tanti altri antifascisti. ma ti rendi almeno conto della pistolinata che hai detto?

guarda, giusto di economia puoi ragionare. limitati a quella, dai retta.


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 Oggetto del messaggio: Re: 1992 - L'Inizio della Fine
MessaggioInviato: 20/07/2015, 09:57 
cecca ha scritto:
Atlanticus81 ha scritto:
cecca ha scritto:
bettino scappò come fanno, appunto, i ladri


O come fanno i perseguitati politici e i personaggi scomodi al potere...

[;)]

O vorresti dire per esempio che tutti quelli scappati dal paese durante il fascio fossero dei "ladri"?!

La definizione che la storia dà ai suoi protagonisti è dettata ESCLUSIVAMENTE da chi la stora la scrive... e a scriverla sono sempre i "vincitori" cecca.

In politica, in economia... e anche in archeologia...

[;)]


ma cosa vaneggi?

lui scappò per sfuggire ad una condanna per corruzione.

non perché senno lo mettevano in galera 10 anni per le idee politiche, o perché scioperava, o non andava alle manifestazioni del fascio o protestava contro i fascisti e i padroni. come successe a Gramsci e a tanti altri antifascisti. ma ti rendi almeno conto della pistolinata che hai detto?



Come sei ingenuo cecca... se questa ingenuità non fosse condita con una sbruffonaggine pazzesca faresti quasi tenerezza e ne usciresti quasi simpatico.

[:D]

E' ovvio che nel 1992-93 e in un sistema democratico non avrebbero mai potuto arrestare un Craxi qualsiasi per le proprie idee politiche... ma pensi che questo sia un problema per chi "tira le fila"?! Una bella 'tangentopoli' e il problema è risolto... quello che conta è il risultato... e su quello io valuto le situazioni

[;)]

Tanto è vero quello che dico, che se ragionassi con me invece di cogliere ogni occasione per provocare e insultare tutti, "quelli" del 1992 si sono suicidati, sono stati arrestati, fuggiti, messi sotto torchio da giudici e stampa/TV, e il sistema politico della prima repubblica di fatto sostituito grazie a 'mani pulite'... ma in proporzione, rispetto a quello che fecero i socialisti (e non solo loro) durante gli anni '80, mi dici tu cosa dovrebbero fare ai politici nostrani come per esempio nel caso di Mafia Capitale?

Invece se guardi sono ancora tutti al loro posto... come lo spieghi?!

Io in un solo modo... Craxi è stato "cacciato" perché era 'scomodo' per certi potentati... e mani pulite e la corruzione non c'entrano nulla. Semplicemente si era deciso (forse sul Panfilo Britannia?) che l'Italia doveva seguire un certo percorso e che per farlo doveva essere cancellata la precedente classe politica.

Tu, dopo i prossimi insulti che riserverai alla mia persona e che tranquillamente ignoro, come lo spieghi?



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 Oggetto del messaggio: Re: 1992 - L'Inizio della Fine
MessaggioInviato: 20/07/2015, 10:09 
Atlanticus81 ha scritto:
cecca ha scritto:
Atlanticus81 ha scritto:
cecca ha scritto:
bettino scappò come fanno, appunto, i ladri


O come fanno i perseguitati politici e i personaggi scomodi al potere...

[;)]

O vorresti dire per esempio che tutti quelli scappati dal paese durante il fascio fossero dei "ladri"?!

La definizione che la storia dà ai suoi protagonisti è dettata ESCLUSIVAMENTE da chi la stora la scrive... e a scriverla sono sempre i "vincitori" cecca.

In politica, in economia... e anche in archeologia...

[;)]


ma cosa vaneggi?

lui scappò per sfuggire ad una condanna per corruzione.

non perché senno lo mettevano in galera 10 anni per le idee politiche, o perché scioperava, o non andava alle manifestazioni del fascio o protestava contro i fascisti e i padroni. come successe a Gramsci e a tanti altri antifascisti. ma ti rendi almeno conto della pistolinata che hai detto?



Come sei ingenuo cecca... se questa ingenuità non fosse finta faresti quasi tenerezza.

E' ovvio che nel 1992-93 e in un sistema democratico non avrebbero mai potuto arrestare un Craxi qualsiasi per le proprie idee politiche... ma pensi che questo sia un problema per chi "tira le fila"?! Una bella 'tangentopoli' e il problema è risolto... quello che conta è il risultato... e su quello io valuto le situazioni

[;)]

Tanto è vero quello che dico, che se ragionassi con me invece di cogliere ogni occasione per provocare e insultare tutti, "quelli" del 1992 si sono suicidati, sono stati arrestati, fuggiti, messi sotto torchio da giudici e stampa/TV, e il sistema politico della prima repubblica di fatto sostituito grazie a 'mani pulite'... ma in proporzione, rispetto a quello che fecero i socialisti (e non solo loro) durante gli anni '80, mi dici tu cosa dovrebbero fare ai politici nostrani come per esempio nel caso di Mafia Capitale?

Invece se guardi sono ancora tutti al loro posto... come lo spieghi?!

Io in un solo modo... Craxi è stato "cacciato" perché era 'scomodo' per certi potentati... e mani pulite e la corruzione non c'entrano nulla. Semplicemente si era deciso (forse sul Panfilo Britannia?) che l'Italia doveva seguire un certo percorso e che per farlo doveva essere cancellata la precedente classe politica.

Tu, dopo i prossimi insulti che riserverai alla mia persona e che tranquillamente ignoro, come lo spieghi?




cacciato?

non cacciato: SCAPPATO. perché non voleva finire in galera.

il resto sono discorsi.

Poi, se proprio vogliamo parlare del cambiamento, GIUSTO e DOVEROSO, della classe dirigente italiana, si dovrebbe affrontare un altro tema, che è la caduta del muro di berlino ed un altro paio di cosette che non è il caso tirar fuori qui dentro, ma che non mi stupisce tu non le abbia nemmeno contemplate.

comunque ascoltami, ignorami, ma veramente.


un po' di malinformazione e fissazione di complotti è strutturale in tutte le persone, ma te te ne aprofitti, per davvero.

basta.


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 Oggetto del messaggio: Re: 1992 - L'Inizio della Fine
MessaggioInviato: 20/07/2015, 13:14 
cecca ha scritto:

comunque ascoltami, ignorami, ma veramente.


Perfetto... ma la cosa per funzionare spero possa essere reciproca.

[;)]

Benissimo! Ora visto che hai preferito sorvolare sopra al mio spunto di riflessione proposto nel precedente post che ripropongo a beneficio degli utenti che magari vogliono ragionarci su insieme

E' ovvio che nel 1992-93 e in un sistema democratico non avrebbero mai potuto arrestare un Craxi qualsiasi per le proprie idee politiche... ma pensi che questo sia un problema per chi "tira le fila"?! Una bella 'tangentopoli' e il problema è risolto... quello che conta è il risultato... e su quello io valuto le situazioni


Proviamo a capire PERCHE' il personaggio poteva risultare scomodo... e per farlo riporto una testimonianza raccolta personalmente da un esponente socialista con il quale mi sono trovato a conferire in merito... perché non è che parlo sempre per dare fiato alla bocca io...

[;)]

Da "antico" socialista all'interno del PSI, si discuteva molto dell'allora ECU .... e nonostante si prevedeva un sistema fiscale identico per tutti i paesi membri, la moneta unica rappresentava una minaccia per le economie più deboli, il dilemma era "un sistema unico per tutti oppure diversificato per alcuni" ma questo metteva in crisi il principio di egualitarismo tra paesi.... Nonostante anche Craxi fosse contrario alla moneta unica, voleva un sistema fiscale unico, con delle "stanze di compensazione valutaria"....


con delle "stanze di compensazione valutaria"

con delle "stanze di compensazione valutaria"

con delle "stanze di compensazione valutaria"

E fu così che alcuni più in alto decisero di mettere una bella croce su Bettino Craxi... poiché l'introduzione di tale meccanismo non avrebbe permesso la deindustrializzazione dell'Italia e del suo tessuto produttivo composto da piccole medie-imprese alla quale abbiamo assistito massicciamente dal 1999 in avanti, forse già da qualche anno prima e comunque già decisa fin dal 1992.

Ma soprattutto non avrebbe permesso oscillazioni sul valore dello spread sui finanziamenti del debito pubblico della futura BCE attraverso le banche, né sulle conseguenti speculazioni sui mercati secondari di valuta.

E l'Italia sarebbe stata al pari, se non meglio, di Francia e Germania... e Inghilterra.

Aggiungici che gli USA avevano il dente avvelenato con Craxi e questi rappresentava un possibile ostacolo per le strategie medio-orientali della macchina bellica e petrolifera statunitense e direi che il pensare ancora che Craxi sia stato 'preso' per qualche bustarella è quantomeno semplicistico e ingenuo.

[;)]

Il muro di Berlino?! Ovvio che è un passaggio fondamentale per la lettura degli avvenimenti di quell'anno. E' il momento in cui il neoliberismo e i colossi finanziari possono pensare di imporre la propria volontà (e soprattutto la propria 'fame' connessa al paradigma della crescita infinita) oltre la cortina di ferro speculando sopra le economie di quei paesi.

Eltsin in Russia ne è esempio emblematico...

I vecchi partiti politici, specchio della contrapposizione (vera o falsa che fosse) USA - URSS non servivano più... ora serviva un nuovo soggetto politico che potesse portare avanti il progetto e gli interessi di una Unione Europea sotto il controllo dei potentati finanziari.

Mi meraviglia che cecca possa pensare che io non l'abbia preso in considerazione...

[;)]



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 Oggetto del messaggio: Re: 1992 - L'Inizio della Fine
MessaggioInviato: 20/07/2015, 17:08 
E ancora una volta l' infallibile cecca non ha risposto nel merito dei fatti che contraddicono la tesi ufficiale, come questo:

Atlanticus81 ha scritto:
Tanto è vero quello che dico, che se ragionassi con me invece di cogliere ogni occasione per provocare e insultare tutti, "quelli" del 1992 si sono suicidati, sono stati arrestati, fuggiti, messi sotto torchio da giudici e stampa/TV, e il sistema politico della prima repubblica di fatto sostituito grazie a 'mani pulite'... ma in proporzione, rispetto a quello che fecero i socialisti (e non solo loro) durante gli anni '80, mi dici tu cosa dovrebbero fare ai politici nostrani come per esempio nel caso di Mafia Capitale?

Invece se guardi sono ancora tutti al loro posto... come lo spieghi?!

Io in un solo modo... Craxi è stato "cacciato" perché era 'scomodo' per certi potentati... e mani pulite e la corruzione non c'entrano nulla. Semplicemente si era deciso (forse sul Panfilo Britannia?) che l'Italia doveva seguire un certo percorso e che per farlo doveva essere cancellata la precedente classe politica.

Tu, dopo i prossimi insulti che riserverai alla mia persona e che tranquillamente ignoro, come lo spieghi?


Se non con questo:

Cita:
si dovrebbe affrontare un altro tema, che è la caduta del muro di berlino


[:302]



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Noi siamo al tramonto, la notte è ancora tutta davanti, ma alla fine il sole sorgerà anche stavolta. Quello che cambia, è quello che i suoi raggi illumineranno. Facciamo che domani sotto il Sole ci sia un mondo migliore.
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MessaggioInviato: 21/08/2015, 15:02 
Di Pietro ora dà ragione a Craxi: "Napolitano era al soldo di Mosca"

Il leader Idv ammette che nel ’93 avrebbe dovuto credere all’ex segretario del Psi quando disse che i comunisti erano coinvolti nei finanziamenti illeciti

Volendo sintetizzare alla sua maniera, luoghi comuni e pro­verbi della zia compresi, si dovreb­be constatare: tanto va la gatta al lardo che ci lascia lo zampino.

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Antonio Di Pietro - car­riera costruita sui roghi e il lardo di Tangentopoli - da qualche tempo è tornato a percorrere sentieri di guerra: questioni di visibilità e di concorrenza lo inducono a tenere alta la tensione nel centrosinistra. Così il presidente Giorgio Napolita­no è ora nel suo mirino. Motivo del­la polemica, l’intricata vicenda del­la trattativa Stato-mafia e le inter­cettazioni delle telefonate tra il Col­le e Nicola Mancino.

Nell’ultima intervista, rilasciata al settimanale Oggi , l’ex Pm arriva in sostanza a dare del ladro al Presi­dente per via dei trascorsi di uomo di spicco del Pci. Affermazione estrema, ai limiti del vilipendio, che Di Pietro perciò esterna per via indiretta. Anzi, non esitando a pa­rarsi dietro la figura del l’arcinemi­co Bettino Craxi, cui finisce per da­re ragione, pur di agguantare l’ob­biettivo. «Ci sono due Giorgio Na­politano - dice - quello che ci rac­conta oggi la pubblicistica ufficia­le, il limpido garante della Costitu­zione, e quello che raccontò l’im­putato Bettino Craxi in un interro­gatorio formale, reso nel 1993, du­rante una pubblica udienza del processo Enimont, uno dei più im­portanti di Tangentopoli.

Craxi de­scriveva quel Napolitano, espo­ne­nte di spicco del Pci nonché pre­sidente della Camera, come uomo molto attento al sistema della Pri­ma Repubblica, specie coltivando i suoi rapporti con Mosca. Io credo che in quell’interrogatorio forma­le, che io condussi davanti al giudi­ce, Craxi stesse rivelando fatti veri, perché accusò pure se stesso e poi gli altri di finanziamento illecito dei partiti. Ora delle due l’una: o quei fatti raccontati non avevano ri­levanza penale oppure non vedo perché si sia usato il sistema dei due pesi e delle due misure».

Senonché esistono anche due Antonio Di Pietro.Uno,l’integerri­mo accusatore delle malefatte pub­bliche, che va avanti senza guarda­re in faccia a nessuno (così, alme­no, i suoi fan devono raffigurarse­lo). L’altro, il politico spregiudica­to e un po’ straccione che non esita a estrapolare fuori dal contesto le parole di un morto, sulla cui vicen­da peraltro ha costruito la carriera, pur di screditare il nemico del mo­mento. Ma quest’ultimo, il Di Pie­tro­Mister Hide , commette uno sbaglio peggiore, accorgendosi vent’anni dopo che il Pci era al cen­tro di un complesso giro di finan­ziamenti, sui quali la Procura di Mi­lano dell’­epoca non ha mai indaga­to come poteva e doveva. «Due pe­si e due misure», ipse dixit. Benve­nuto Tonino.

Ma, accecato dal dito ammonito­re, Di Pietro non s’avvede della lu­na che rischiara il passato. L’ex Pm sta infatti confessando, a vent’an­ni di distanza, che quei fatti citati da Craxi durante il processo Eni­mont, a lui sembrarono «penal­mente rilevanti».

Attenzione: Di Pietro non dice che, ripensandoci dopo, con il senno del poi, s’è fatto un’idea diversa da allora.

No,argo­menta che i fatti rivelati da Craxi gli parvero veri perché il leader del Psi «accusò pure se stesso...». Ciono­nostante, il Pubblico Accusatore ben si guardò dall’avviare un’azio­ne penale sulla notizia criminis re­sagli in un’aula dibattimentale, luogo che più sacro non si potreb­be, come la legge avrebbe impo­sto.

Craxi spiegò come funzionava il sistema e per quali motivi nessuno poteva tirarsene fuori. Tra gli esem­pi, citò quello dell’allora presiden­te della Camera: «Sarebbe come credere - disse - che Napolitano, ministro degli Esteri del Pci per tan­ti anni, che aveva i rapporti con tut­te le nomenklature dell’Est a parti­re da quelle dell’Urss, non si fosse mai accorto del grande traffico che avveniva sotto di lui, tra i vari rap­presentanti e amministratori del Pci e i Paesi dell’Est. Cosa non cre­dibile! ».

Cosa ancora più incredibi­le, il Di Pietro-due non avvertì al­cun senso del dovere, alcun impe­rativo categorico. Bisognava colpi­re il Capo del sistema, preda ambi­ta, dalla quale dipendeva il suo suc­cesso come Pm. Una verità che tor­na a galla, dunque. E che, come ne­mesi, rischia di tirar giù nel gorgo l’ex Terrore di Tangentopoli.

http://www.ilgiornale.it/news/interni/p ... 28160.html



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"Nel prossimo secolo le nazioni come le conosciamo saranno obsolete; ogni Stato riconoscerà un'unica autorità globale. La sovranità nazionale non è stata poi una grande idea, dopo tutto."


Strobe Talbot, segretario di Stato della presidenza Clinton, Time del 20 Luglio 1992.



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