Al momento, del recente attentato di Berlino si conosce solo la narrativa imposta dalla polizia e dai media, ovvero la spazzatura intellettuale che dobbiamo continuamente evitare per non restarne sepolti. Ma stavolta è ancora più dura non cedere allo scoramento fino a lasciarsi travolgere dall’assurdo.
In televisione si racconta la storia unica di Anis Amri che è partito dall’Italia per Berlino, ha fatto la strage, ha dimenticato il documento sotto il sedile del camion, è fuggito in italia ed è stato ucciso da un giovane poliziotto.
Noi questa storia non possiamo raccontarla ne adattare la lingua a cotanta follia, ci limiteremo quindi a spiegare le cose così come paiono logiche ed evidenti.
L’attentato non è stato commesso da un islamista legato ad ISIS, è una messa in scena dei servizi segreti con la complicità della polizia tedesca.
Ancora una volta è l’officina di propaganda israelo-americana SITE Intelligence Group a “trovare” per prima la rivendicazione ISIS di questo ultimo clamoroso Hoax.
Una fabbrica di falsi mediatici clandestina che sfugge ad ogni verifica fattuale e di cui i media occidentali si servono per alimentare la crociata contro i musulmani voluta dalla mafia mondiale sionista che li controlla.
Come fa Rita Katz ad ottenere queste informazioni sempre prima degli altri? Tutti gli attentati passano dai suoi monitor perché ha l’esclusiva coi canali terroristi? Perché?
Oppure esiste un collegamento tra la propaganda di SITE e l’industria della guerra USraeliana? Su questo restano pochi dubbi visto che producono anche le false esecuzioni che poi “troveranno” sul canale terrorista gestito da loro stessi: Amaq.
Al momento, su 12 morti solo 3 sono stati identificati, ne mancano 9, com’è possibile a 5 giorni dall’attentato? Forse che il camion ha travolto una bancarella di profughi senza documenti?
Anche stavolta dobbiamo salutare la vittima italiana senza nessuna prova della sua morte, poi c’è il conducente del TIR e la turista israeliana, anche loro da piangere solo perchè coinvolti in questa colossale buffonata.
Tra i feriti però ci sono i crisis actors, come potevano mancare?
Ce ne sono due molto bravi di Palermo. Una è la raggiante Elisabetta Ragno, quella che sorride raccontando l’orrore di Berlino,
l’altro è il suo compagno di marachelle Giuseppe La Grassa. In questo video La Grassa commette un grosso errore di recitazione dicendo: “a parte ciò che ho raccontato a te poi mi sono rimasti solo bei ricordi del viaggio”.
Ovvero niente shock post traumatico per lui, “la cartolina” che gli viene in mente per prima non ritrae i corpi straziati ma la bellezza del viaggio.
In questa seconda versione della stessa intervista i cripto giornalisti tagliano infatti quella parte imbarazzante, ma La Grassa dice “travolto e spazzato a terra” dimenticando che è stato colpito alla spalla sinistra, come aveva invece dichiarato in quest’altra intervista.
Vale la pena precisare che Giuseppe La Grassa è un attore, un pessimo, uno squattrinato che ha accettato di recitare questo copione per soldi, ma non un mitomane spontaneo.
C’è la giornalista Finlandese Merja Sundstrom che si fa passare per testimone oculare, per continuare la tradizione dei testimoni legati al governo o ai media, onnipresenti in caso di False Flag o Hoax.
Anche gli stati Uniti fanno la loro parte con questa pasticciona, Shandana Durrani, un’impiegata di Google che proprio non riesce a dire una frase senza leggere lo script posto a fianco alla telecamera che la riprende. Video.
Anche Ariel Zurawski, altro crisis actor, proprietario del “camion omicida” di Berlino ha un profilo tutto particolare:
https://www.facebook.com/37484870267447 ... =3&theaterD’israeliani ce n’è sempre in abbondanza quando accadono fatti di questo genere, spesso avvenimenti senza nessun riscontro reale, a volte false flags con decine di morti, ma con una costante: la distruzione dell’immagine dei musulmani a livello mondiale.
Ad esempio, dieci minuti prima che il camion “falciasse la folla”, il Prof. Shlomo Shpiro passeggiava al mercato di Natale tra uno stand e l’altro.
Shpiro è israeliano, esperto di “gestione di crisi”, di terrorismo e spionaggio, legato ai servizi segreti israeliani, consulente per la NATO e docente della Bar Ilan University di Tel Aviv.
Ha raccontato al Bild: “E ‘stato per pura fortuna che non fossi più lì. Fuori faceva troppo freddo, così ho preso un autobus e mi sono allontanato. Poco tempo dopo abbiamo sentito le sirene “
Inoltre, ma questa ovviamente è una coincidenza…
Il capo del Mossad Yossi Cohen ha incontrato Donald Trump a porte chiuse a pochi giorni dall’attentato.
Come fai a fare un attentato senza personaggi legati ad Israele? C’è addirittura il sospetto, alimentato dalle malelingue, che li faccia tutti il Mossad con la complicità della polizia e altri servizi occulti, e che l’israeliana ultrasionista Rita Katz si occupi di spargere la voce, del padrone.
Persuasivi i media. Ben al di là dell’inverosimile.
http://italianhoaxwatch.com/index.php/2 ... do-uccide/