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Rai Radiotelevisione Italiana

26/12/2019, 18:08

Programmi Rai interamente pagati da pubblicità quanti e quali sono?


Chi l'ha visto?, Linea Blu, Wind Music Awards e Festival di Sanremo incassano in pubblicità più di quanto spendono

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Quali e quanti sono i programmi Rai che coprono la totalità delle loro spese grazie alla pubblicità? Una risposta - sorprendente - arriva dal documento reso noto dalla tv pubblica alcuni giorni fa e che fa riferimento all'anno 2017.

Le trasmissioni autosufficienti si contano sulle dita di una mano, essendo soltanto quattro. Si tratta di Chi l'ha visto? (Rai3), Linea Blu, Wind Music Awards e il Festival di Sanremo (Rai1). Tutti gli altri programmi in onda sulle reti Rai hanno bisogno del contributo del canone, chi più, chi meno. La classifica con le prime 21 posizioni la trovate in apertura di post.

C'è da osservare che rispetto al 2017, la situazione non dovrebbe essere cambiata molto oggi, in considerazione del calo della raccolta pubblicitaria complessiva e del fatto che oggi come nel 2017 la Rai può trasmettere messaggi pubblicitari in quantità minori rispetto alle emittenti private (la pubblicità sulla Rai non può eccedere il 4 per cento dell'orario settimanale di programmazione e il 12 per cento di ogni ora).

Per la Rai tra i programmi di natura artistica, ossia quelli che aggiungono un "valore editoriale" grazie al "racconto scientifico, divulgativo, del sapere e dello spettacolo", alcuni hanno un "valore aggiunto", sono, cioè, capaci di coprire quantomeno il 40 per cento dei loro costi complessivi con i ricavi pubblicitari. In queste specifiche trasmissioni, i compensi delle "prestazioni artistiche" - ad esempio i compensi dei conduttori - sono sempre coperti dai ricavi pubblicitari.



https://www.tvblog.it/post/1692907/prog ... quali-sono

Re: Rai Radiotelevisione Italiana

15/10/2021, 20:41

Arriverà il canone RAI per chiunque possieda smartphone o tablet?

Il 12 ottobre l’amministratore delegato della RAI, Carlo Fuortes, ha avanzato una proposta controversa sul futuro del servizio pubblico durante l’audizione alla Camera dei Deputati presso la Commissione parlamentare per l’indirizzo generale e la vigilanza dei servizi radiotelevisivi: l’estensione del pagamento del canone anche ai possessori di smartphone e tablet.

Fuortes ha esposto in questa sede un quadro niente affatto rassicurante per la TV pubblica, che negli ultimi anni ha subito un calo degli introiti pari a 700 milioni di euro. L’AD di RAI imputa la responsabilità di questa perdita in gran parte alla diminuzione dei ricavi pubblicitari e commerciali, dovuti al ventaglio sempre più ampio di proposte del digitale terrestre e dei prodotti premium. Pesa ancora sugli introiti del servizio pubblico anche l’evasione fiscale, che tuttavia è in calo al 5-3% grazie all’introduzione del pagamento del canone in bolletta.

Il canone RAI, sottolinea Fuortes, è il più limitato in tutta Europa, con 90 euro annui contro, ad esempio, i 138 della Francia. Il mantenimento di questo costo limitato, tuttavia, ha avuto conseguenze pesantissime sull’ottimizzazione dei palinsesti, che ha subito una riduzione di investimenti soprattutto sui prodotti culturali e sulle infrastrutture immobiliari e tecnologiche.

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Per contrastare questa tendenza in negativo, Fuortes ha quindi avanzato alla Commissione parlamentare la proposta di estensione dell’obbligo del pagamento del Canone RAI anche ai possessori di dispositivi multimediali come smartphone e tablet, che andrebbero quindi ad aggiungersi ai possessori di un apparecchio televisivo e agli intestatari di fatture emesse dalle imprese elettriche.

Fuertes ha inoltre portato avanti altre tre possibili mosse per risollevare gli introiti del servizio pubblico in Italia: il riconoscimento integrale delle risorse del canone (con conseguente eliminazione dell’attuale trattenuta da 110 milioni), la cancellazione della tassa sulla concessione del canone ordinario e la riduzione del limite di affollamento di spot pubblicitari per singola fascia all’8% dall’attuale 15%.

La proposta di Fuortes ha suscitato da subito delle bocciature da parte degli esponenti del mondo politico, che lamentano da ogni lato l’inadeguatezza del servizio pubblico RAI, da risolvere a loro detta sul piano dei contenuti e delle infrastrutture prima di gravare ulteriormente sui consumatori.


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