Time zone: Europe/Rome




Apri un nuovo argomento Rispondi all’argomento  [ 1 messaggio ] 
Autore Messaggio

Astronave
Astronave

Avatar utente

Non connesso


Messaggi: 942
Iscritto il: 25/04/2017, 20:17
 Oggetto del messaggio: Psicotronica - Tecniche antiche per tempi nuovi
MessaggioInviato: 16/07/2022, 18:15 
LA PSICOTRONICA: TECNICHE ANTICHE PER TEMPI NUOVI
Dana Lloyd Thomas

aehtg.jpg

Le prime notizie sui dispositivi detti ‘psicotronici’ trapelarono nel 1970, con la pubblica­zione di “Psychic Discoveries Behind the Iron Curtain” (“Scoperte psichiche dietro la cortina di ferro”, NdA) di Sheila Ostrander e Lynn Schroeder1. Nel libro si racconta di un viaggio nell’allora blocco sovietico per inda­gare lo stato dell’arte della “ricerca psichica”, portata avanti da parte di singoli e istituzioni, durante una fase di “apertura” da parte delle autorità in epoca brezhneviana (1964- 1982). Tale ‘campo’ comprendeva le più svariate sperimentazioni - dalla telepatia e ipnosi alla telecinesi e perce­zione a distanza - con e senza l’ausilio di congegni tecnologici. E si parla anche dei dispositivi psicotronici: in sin­tesi, di manufatti particolari i quali - per materiali costitutivi e relativa disposizione geometrica - sono in grado d’interagire con l’uomo senza alimentazione esterna di tipo elettri­co o meccanico, producendo effetti riscontrabili in maniera oggettiva, in un processo che potrebbe esser definito come proiezione della volontà umana o di svariate forme di energie sottili, associate in primis all’essere umano ma insite anche nel mondo animale e vegetale. In altre parole, bioenergia.
Al 2° Congresso internazionale sulla ricerca Psicotronica, tenutosi a Monte­carlo nel 1975, la Psicotronica veniva definita come “scienza che si occupa, con modalità interdisciplinari, dei campi d’interazione tra le persone e il loro am­biente (interno ed esterno) e dei processi energetici in gioco”2. Il libro di Ostran­der e Schoeder contribuì, inoltre, a stimolare ricerche nell’ambito del più vasto filone di studi sulla “mani­polazione mentale”. Ossia, in sostanza, lo sviluppo di strategie e tecniche mediante cui alcuni soggetti (dotati d’ingenti risorse politico-finanziarie) immaginano d’imporre la propria volontà sugli altri, agendo attraver­so metodologie di tipo comunicativo, psicologico e fisiologico. Al riguardo, nel mondo anglosassone nacque un notevole filone editoriale, che però ebbe scarso seguito in Italia3.
Solo pochi anni dopo, nel ‘73, si rivelerà l’esistenza - sin dagli anni Cinquanta - d’una serie di progetti statunitensi denominata “MK-UL­TRA”, che presentavano qualche analogia con le ricerche sovietiche. Tra gli scopi di tali sperimentazioni - le cui modalità operative facevano impallidire quelle del Terzo Reich - la ricerca di metodi “anomali” per condizionare i propri agenti e ricavare informazioni da quelli nemici4.
Gli esperimenti, compiuti anche su minorenni, furono rappresentati in forma di fiction nella serie televisiva “Jarod il camaleonte”, andata in onda anche in Italia5.
Una parte consistente della lettera­tura successiva sull’argomento, con la notevole eccezione del fisico Wil­liam A. Tiller, sarà indirizzata a scopi militari e di controllo sociale per lo Zeitgeist (spirito del tempo, NdA) marzia­le imperante. E si potrebbe chiosare che trattasi d’argomento troppo im­portante per essere però lasciato in mano ai militari. Pertanto, da allora, si fa uso di espressioni come “guerra psichica” (“psychic warfare”, NdA), di­citura che si riferisce non tanto ai “fenomeni psichici” nell’accezione degli studi “medianici” in auge tra la fine dell’Ottocento ai primi del Novecento, quanto a quelli della mente/psiche in senso “psicologico”. In ogni caso, rispetto alla Psicotronica, abbiamo preferito utilizzare la dici­tura generica di “dispositivi (devices, NdA)” per indicare una categoria che comprende sia elementi ad uso offensivo sia per altri usi, ad esempio medico e agricolo.
L’interesse per tali tipologie di ricer­che da parte delle due superpotenze, indicava un’ammissione implicita della validità d’una visione cosmologica non rientrante nelle limitazioni imposte da un certo scientismo materialista ottocentesco ancora ufficialmente in auge, allora come oggi, nonostante il lampante contra­sto - ormai da un secolo - sia con gli apparati teorici negli svariati rami della Scienza sia con le applicazioni tecnologiche. Ma torneremo su tale argomento nelle conclusioni.
Per ora basti ricordare che viviamo in un mare di energie invisibili ai cinque sensi, ma che le stesse ci condizionano nella maniera più totale: energie elettromagne­tiche, e non solo, sfruttate anche dalla tecnologia applicata alle comunicazioni e dalla geoingegneria, peraltro oggetto di centinaia di brevetti6. Con buona pace di coloro i quali - alla sola menzione di “campi energetici invisibili” - ridacchiano per riflesso condizionato. Per poi spo­starsi preoccupati quando al proprio telefono cellulare manca proprio quel “campo invisibile”.
Ebbene: facciamo dunque una breve rassegna della Psicotronica, a partire dalle sue origini in Cecoslovacchia.

La Psicotronica di Pavlita
Durante il loro soggiorno in Ce­coslovacchia, Ostrander e Schroeder si recarono nella cittadina boema di Lazne Belohrad, località termale negli antichi feudi dei Wallenstein ubicata ad un centinaio di chilometri da Praga, per incontrare un originale personaggio: Robert Pavlita. Il ri­cercatore, coadiuvato dalla figlia, utilizzava materiali vari per costruire piccoli dispositivi aventi forme diverse, mediante cui un operatore poteva conseguire effetti fisici di vario genere operando con l’energia psicotronica - chiamata anche energia bioplasmica dai ricercatori sovietici - e già nota da millenni7.
Tra gli apparecchi di Pavlita descritti in “Psychic Discoveries”, alcuni ser­vivano alla sperimentazione della “forza eterica” con la psicocinesi. Ad esempio, il ricercatore faceva alzare piccole foglie di rame con il solo sguar­do o comunque senza toccarle. In un altra prova, dopo aver “caricato” una piccola sfera, egli faceva ruotare una piccola girandola posta dentro un cilindro di vetro, escludendo per­tanto gli effetti dell’aria e del calore.
Un’altra categoria di dispositivi rea­lizzati fungeva invece da “accumu­latore energetico”, ossia un oggetto da poter “caricare” con energia sottile per riutilizzo successivo. Nel caso ap­plicativo trattavasi quindi di bioenergia - creata da esseri umani, animali e piante - forma energetica che a sua volta può influire, in modo positivo o negativo, sugli stessi esseri viventi. Alterando, ad esempio, la resa dei semi vegetali. Tale energia si trasferi­sce con le mani o con lo sguardo: la cosa importante era l’intenzione dell’opera­tore. Quest’ultimo aspetto specifico verrà successivamente sviluppato da William A. Tiller. E talvolta Pavlita si serviva anche di semplici bastoni in legno - ossia un materiale vivente con scarse proprietà di conduzione elettrica - per trasferire la bioenergia. Buona parte dei devices citati in “Psychic Discoveries” e nell’articolo di Stanley Krippner consi­stevano, in tutto o in parte, di manu­fatti cavi di varie forme, tali da sugge­rire lo sfruttamento degli stessi come cavità di risonanza per microfrequenze8.
Nelle loro forme geometriche, i di­spositivi psicotronici ricordano anche gli atanor di quella secolare tradizione alchemica nota a Praga e dintorni. Tra l’altro esiste il fenomeno fisico del­la cassa di risonanza, conosciuto già dagli antichi e, in particolare, dai fabbricanti di strumenti musicali. E oggi siamo in grado di calcolare e misurare le frequenze prodotte da ma­nufatti, piccoli o grandi che siano, in base alle coordinate geometriche.
Inoltre, nel filmato d’epoca sul lavo­ro di Pavlita9, si solleva la questione dei vari oggetti usati dagli antichi egizi, come l’ankh, suggerendone un possibile utilizzo tecnologico. In pro­posito va ricordato che si era negli anni Sessanta, cioè ben prima della successiva diffusione popolare delle ipotesi sull’esistenza, nelle civiltà an­tiche, di tecnologie di cui si sono per­se le tracce10. L’utilizzo del bastoncino di legno negli esperimenti di Pavlita è peraltro un richiamo alla bacchetta della tradizione magica occidentale.
La Cecoslovacchia è anche la patria delle ricerche sulla forma piramidale: si ricorderà infatti il noto esperimento con piccole piramidi in cartone, orien­tate in direzione Nord-Sud, in cui si ripristinava il filo di lamette da barba poste su un supporto vicino al centro geometrico e con i lati taglienti posti verso Est-Ovest. Da questi inizi mode­sti è sorto negli anni un nutrito filone di ricerche sulle proprietà della struttura piramidale. E tali studi sono poi pro­seguiti con le enormi piramidi costruite sull’autostrada Mosca-Riga del matema­tico Alexander Golod e meta addirittura di visite turistiche11.
I cechi, in ogni caso, postularono la scoperta d’un nuovo tipo d’ener­gia: quella psicotronica, posta come interfaccia tra l’Uomo e l’Universo: in altri termini, una visione triadica, in contrasto con quella dualistica, a prescindere dalla terminologia. Se, come si potrebbe ipotizzare, Pavlita per le sue ricerche si era ispirato a manoscritti alchemici, verrebbe dunque in mente citare la triade Zol­fo-Mercurio-Sale.
In ogni caso, era comunque essen­ziale la presenza di energia vivente, che poteva essere accumulata e indirizzata dai dispositivi. Tuttavia, mentre nelle interviste rilasciate Pavlita intese prendere le distanze da un eventuale relativo utilizzo offensivo, altri s’interessarono di tecniche per influenzare le persone, singoli o in gruppi, senza che i soggetti scelti se n’avvedessero. Così il ricercatore sovietico Edward Naumov parlava di “accumulatori psichici” in grado d’influenzare emozioni, pensieri, facoltà di concentrazione, nonché di provocare stanchezza fisica, disorientamento, alterazioni comportamentali ed altre patologie.
In altre parole, si arriva alla categoria della “guerra psichica” - che verrà associata principalmente alla hard technology - di concezione più “moderna”, ossia con utilizzo delle varie gamme di onde elettromagnetiche, conosciute dalla Scienza di pubblico dominio, e prodotte da dispositivi ad alimentazione elettrica12.
Se Robert Pavlita ha fatto scuola nel campo della Psicotronica, tale linea di ricerche ha però avuto poca divulgazione anche a causa della barriera linguistica13.
Successivamente, tuttavia, vi saranno sviluppi interessanti oltreoceano grazie al lavoro di Tiller.

La Psicotronica di Tiller
Con il fisico William A. Tiller (1929-2020, già professore emerito di Scienza dei materiali presso l’Università di Stanford in California) la Psicotronica raggiunse una nuova fase. Utilizzando il termine “psicoenergia”, le sue ricerche continuarono nel solco tracciato dai cechi oltreché dai russi, visto che egli stesso definì la lettura di “Psychic Discoveries Behind the Iron Curtain” quale momento di svolta della propria vita14.
Il perno del lavoro di Tiller si trova nel fenomeno chiamato “effetto osservatore attivo”, ossia la modifica di un sistema fisico osservato in rapporto allo stesso atto d’osservazione. Effetto ormai largamente accettato in ambito scientifico, seppur con diverse “gradazioni” a seconda del punto di partenza ‘cosmologico’ dell’interprete. Tiller però ampliava tale effetto, passando dall’osservatore meramente passivo - in grado di modificare i risultati delle misurazioni a seconda dei criteri scelti nell’effettuare le stesse - al concetto di osservatore attivo, che agisce operando attraverso oggetti psicometrici “caricati” di specifiche intenzioni.
In “Some Science Adventures with Real Magic” (“Alcune avventure scientifiche con la magia vera”, NdA), Tiller descrisse alcuni esperimenti con effetti conseguiti su materiali collocati in luoghi anche molto distanti rispetto agli operatori, i quali venivano addestrati nell’uso di tecniche meditative basilari per potersi focalizzare su una data intenzione con la mente non distratta. La finalità da conseguire veniva messa per iscritto, in modo che tutti gli operatori si concentrassero sulla medesima intenzione. Essi “caricavano” quindi i dispositivi chiamati IIED (Intention Imprinted Electrical Device, Dispositivo elettrico con impronta intenzionale, NdA) che utilizzavano componenti molto semplici consistenti in una memoria EEPROM, un oscillatore ed un’alimentazione a batteria15. Da notare che molti componenti comuni usati in elettronica, come ad esempio gli oscillatori e i transistor delle EEPROM, contengono tipicamente elementi cristallini. E che alcune indagini di Tiller riguardarono proprio i quarzi. Peraltro, i dispositivi continuavano a produrre effetti anche ad alimentazione spenta, analogamente all’azione della “macchina di Hieronymus”16.
Tra gli esperimenti di rilievo svolti, merita d’essere citato quello sull’alterazione del tasso pH alcalino e acido, effetto rilevabile con l’apposita strumentazione su campioni in luoghi con caratteristiche controllate, situati in località remote rispetto sia al dispositivo sia agli operatori che lo avevano caricato17.
Come nel caso dei dispositivi di Pavlita, quelli di Tiller sono in grado di manifestare effetti nel tempo, tali da suggerire l’esistenza di un campo d’informazioni di natura non locale. Il gruppo di ricerca di Tiller ha peraltro sviluppato un apparato teorico fisico-matematico - utile per spostare i parametri della ricerca oltre le ristrettezze dei modelli scientifici cosiddetti “classici” - pur avvalendosi del lavoro di ricercatori che popolano gli annali della matematica e della fisica, a partire da quella quantistica.
Dalle ricerche di Tiller emersero due livelli delle realtà fisica: lo schema convenzionale - di tipo particellare fatto di atomi e molecole - e un nuovo livello magnetico, portatore d’informazione con propagazione di tipo ondulare. Modello, il secondo, che ha molto in comune con il concetto di “etere luminoso” della fisica del XIX secolo18. Esiste poi un terzo aspetto d’interfaccia tra i primi due livelli, reso fruibile all’uomo attraverso nuovi approcci tecnologici19. Tale interfaccia è modellabile con l’ausilio della matematica iperdimensionale, a partire dal concetto dei numeri complessi per poi arrivare a quello dei quaternioni20.
Riassumendo, gli apparati psicotronici hanno dimostrato una certa efficacia con esperimenti basati sul metodo empirico ma anche - in particolare ad opera del gruppo di Tiller - con il metodo scientifico e lo sviluppo di un apparato teorico. Purtuttavia, ciò non ha impedito alla ricerca cosiddetta “ufficiale” di svalutare questo ed altri campi di studi ‘non ortodossi’. Adducendo di volta in volta manchevolezze sia sul lato empirico sia su quello teorico e della riproducibilità sperimentale. Ma d’altra parte, in tempi recenti, anche nella “Scienza ufficiale” sta emergendo la problematica del tasso crescente di sperimentazioni che pur essendo pubblicate su riviste peer-reviewed risultano, poi, non essere effettivamente riproducibili secondo i rigidi canoni pretesi da coloro che si avventurano in campi di ricerca “alternativi”.
Ad ogni modo, come si è già accennato, si possono ipotizzare diversi punti di contatto tra i campi più avanzati della Scienza moderna e le discipline del mondo tradizionale, come l’alchimia e la magia. Ad esempio, nel campo delle ricerche atomiche - prima e dopo la Seconda guerra mondiale - si sono osservati fenomeni di distorsione spazio-temporale difficilmente inquadrabili nel modello particellare, ormai datato, che viene tuttavia ancor oggi spacciato nei testi scolastici quale dogma ad uso e consumo del pubblico dei non esperti21.
Per motivi di spazio non è possibile riassumere in questa sede tutti gli aspetti salienti della Psicotronica e dei suoi maggiori esponenti. Si tratta, complessivamente, di un work in progress portato avanti da molti soggetti, ognuno dei quali segue un proprio particolare percorso, spesso disseminando le informazioni e i risultati ottenuti soprattutto attraverso websites Internet22.
Mentre la Scienza “ufficiale” - quella sovvenzionata dagli Stati e dalle aziende multinazionali, quindi implicitamente condizionata dagli scopi perseguiti da tali organismi - può difficilmente negare il ruolo della coscienza umana nelle tecnologie di frontiera, al contempo non viene data alcuna visibilità al campo della Psicotronica, disciplina in cui si prospetta la possibilità - per tutti - di sperimentare fenomeni affascinanti. Ricerche che certamente richiedono il debito impegno, ma senza le spese ingenti (ed il controllo politico) di “Big Science”.

Le implicazioni della Psicotronica
Se gli argomenti affrontati nei testi di Pavlita e Tiller sono stati marginalizzati rispetto alle scienze “ortodosse”, uno dei motivi principali è da attribuirsi alla “guerra semiotica” in atto da tempo: a dispetto della vulgata - ostentata apertura culturale del XXI secolo - i discorsi consentiti nell’agone pubblico, anche in campo scientifico, sono in realtà assai limitati. E il controllo (derivante) viene mantenuto attraverso la manipolazione del linguaggio da parte dei “padroni del discorso”. Infatti, da un lato il linguaggio riservato al pubblico - adoperato dai politici e dagli “esperti da salotto” e diffuso attraverso la Tv generalista nonché da siti web costruiti su base analoga - è del genere e livello adatto forse ai bambini di sette anni, poiché fa leva su paure, pregiudizi, e moralismo di stampo manicheo. Dall’altro lato, invece, vi sono i linguaggi utilizzati dagli specialisti della ricerca tecnico-scientifica nonché dalle varie fazioni del potere oligarchico che finanziano le ricerche, per comunicare tra di loro. Con il risultato finale, quindi, di “occultare” molte informazioni utili alla (e per la) collettività23.

Dal meccanicismo alla Psicotronica
Lo studio della Psicotronica (e di argomenti affini) - purtuttavia - offre diversi spunti sia dal punto di vista cosmologico sia da quello pratico.
Abbiamo già segnalato lo specifico riferimento dei ricercatori cecoslovacchi ad una cosmologia tradizionale di tipo triadico rispetto al funzionamento della Psicotronica. Nel caso di quest’ultima si contempla un ritorno ad una visione più ampia del cosmo, lontana dalle costrizioni di quella materialistica ottocentesca - insieme spesso contraddittorio di postulati di tipo meccanicistico - in cui l’uomo non è più la misura di tutte le cose (come voleva Protagora), ma solo un ammasso di atomi e molecole. E per spiegare il “perché” di tale “ammas­so”, si aggiunge un’ipotesi evolutiva basata - non a caso - sul postulato della “sopravvivenza del più forte”. Modello che però stenta a spiegare l’aspetto più importante, ossia la coscienza. A tutt’oggi ancora confusa con ‘gli im­pulsi elettrici rilevati nel cervello’.
Tale visione contrasta con quella tra­dizionale del microcosmismo, nella sua attuale “reincarnazione” in ambito scientifico del “principio antropico co­smologico”. Secondo il principio ermetico “quello che è sotto è come quello che è sopra” ogni ricerca - letteraria, artistica o pratica che sia - andrebbe condotta in modo analogico, in base alle armonie naturali. Ciò in effetti accadeva al­meno fino alle insidie introdotte dal meccanicismo, dal Settecento in poi. Purtroppo per noi, invece, la ‘cultu­ra occidentale’ nel suo complesso ha perso di vista quel principio olistico che permeava il pensiero nei secoli pre­cedenti. Lasciando sì qualche traccia sparsa nella filosofia e nelle arti, ma essendone quasi totalmente “bandito” dal mondo tecnologico-scientifico in preda all’iperspecializzazione. E non è infatti un caso che in epoca medievale e rinascimentale si adoperasse il linguaggio astrologico come sorta di stenografia simbolica per spiegare la classificazione ana­logica dell’esistente. Il che, purtroppo, ha ulteriormente scoraggiato indagini in tale direzione.
Secondo Joseph P. Farrell - noto te­ologo ed ufologo statunitense - per capire meglio la Psicotronica e la ma­nipolazione mentale, è utile constatare la vicinanza tra il paradigma microco­smo/macrocosmo e la tecnica musicale dell’Affektenlehre. Si tratta dello stu­dio delle espressioni musicali che sono in grado di suscitare determinati effetti o passioni nell’ascoltatore, dalla gioia alla melancolia, dalla serenità all’esal­tazione. Una disciplina sviluppata ai massimi livelli con la musica barocca, ma che risale alla conoscenza della musica delle sfere dell’alta antichità. Nei secoli si sono compilate varie liste contenenti corrispondenze tra le note musicali e gli effetti sulla psiche uma­na. Evidenze, queste, di osservazioni su dati aggregati, raccolte nel tempo: oggi si chiamerebbero dati statistici. E, prosegue Farrell, è proprio il micro­cosmo che si manifesta nell’uomo e nelle sue attività l’oggetto dell’Affektenlehre. Che pertanto costituisce un tipo di manipolazione mentale in campo arti­stico ma anche sociale e politico24.
Si potrebbe dunque ben affermare che mentre la musica barocca mirava a suscitare un senso di armonia, le ma­nipolazioni mentali in voga oggi sono di senso opposto, volte a seminare negli animi sensazioni di paura, dispera­zione, rassegnazione, costellati d’inter­valli di odio contro il nemico del momento indicato dal Potere.
Possiamo però terminare queste riflessioni con una nota positiva. Secondo Farrell, sarà proprio il recupero delle conoscenze dell’Af­fektenlehre la strada per contrastare le devastanti manipolazioni sociali che hanno caratterizzato - e carat­terizzano - la nostra epoca. A tal proposito, si ricorda che ogni processo comunicativo è in realtà un processo a doppio senso. Quindi, sia nel caso di aggressioni prodotte tramite tecni­che “anomale” di tipo subdolo sia delle classiche aggressioni propa­gandistiche (attraverso la televisione e la Rete), sarebbe possibile “re­stituire il colpo”. Rimandando al mittente quella negatività che egli aveva scagliato, in maniera analoga al funzionamento della tecnologia degli specchi a coniugazione di fase (“phase conjugate mirror”, NdA)25.
In ogni caso, anche senza adden­trarsi nel campo della fisica, potrà al suddetto scopo risultare utile la stessa tecnica di Tiller in cui si “carica l’oggetto psicometrico” con un’intenzione di gruppo volta alla crescita, all’armonia, alla difesa. Tra l’altro, chiosa Farrell, gli stessi salmi biblici possono costituire dei ‘templates’ atti a “restituire i colpi negativi”, trattandosi di testi già “ca­ricati” attraverso i secoli dall’uso in ambito liturgico ed esoterico26.
Evidentemente, chi non si rende conto degli effetti soprattutto emo­tivi prodotti dall’ingegneria sociale di massa, difficilmente sarà in grado di contrastarla. In fin dei conti, la risposta sempre eternamente valida rimane quella scritta sul Tempio di Apollo: “Conosci te stesso”.

Note
1. Sheila Ostrander, Lynn Schroeder, Psychic Discoveries Behind the Iron Curtain, Bantam Books, New York 1970. Nella seconda edizione (Psychic Discoveries, Marlow and Company, New York, 1997) vi sono aggior­namenti sull’epoca post-sovietica.
2. Cfr. Ebon Martin, Psychic Warfare: Threat or Illusion?, MacGraw-Hill, New York 1983, p. 68.
3. Si potrebbe citare Leonid L. Vasiliev, Metapsichica e scienza sovietica, Bompiani, Milano 1967, che tratta, tra le altre cose, le sperimentazioni sovietiche in tema di telepa­tia, di chiaroveggenza e di bioenergia. Negli anni uscirono articoli in riviste come “Il giornale dei misteri” pubblicata dal 1971 e, successiva­mente, una produzione libraria, soprattutto composta di traduzioni, da parte di editori di nicchia. D’altra parte, è doveroso segna­lare il cospicuo interesse, in Italia, per le di­scipline dette paranormali o parapsicologiche sin dalla fine dell’Ottocento: basti ricordare che nel lontano 1912 usciva nella popolare serie dei Manuali Hoepli La Telepatia, trasmissione del pensiero di Armando Pappalardo.
4. Stante la documentazione resa nota, tali progetti riguardavano perlopiù interventi di tipo fisico-psicologico su cavie umane, attraverso l’utilizzo di droghe, elettroshock, pri­vazione del sonno e svariate forme di tortura. Le rivelazioni ordinate dal Congresso americano fecero scalpore e nacquero diversi libri oltre a film e miniserie televisive ispirate alla vicenda. Quelle de-secretazioni rappre­sentarono un unicum. Ma successivamente, emersero anche evidenze di sperimentazio­ni di natura più marcatamente “parapsico­logica”, in particolare inerenti la percezione oltre la barriera spazio-temporale, ossia la chiaroveggenza, ribattezzata con il termine “remote viewing”.
5. Nella serie “The Pretender” trasmessa su Rai 2 dal 1996 al 2000 con il nome “Jarod il camaleonte”, si raccontano in forma non troppo velata gli abusi subiti dal protagoni­sta in tenera età per giungere alla creazione di una specie di “superagente” che sfuggiva al controllo di chi lo manipolava.
6. Cfr. ad es. i lavori della ricercatrice Elana Freeland, l’ultimo dei quali si intitola Geoengi­neered Transhumanism: How the Environment Has Been Weaponized by Chemicals, Electromagnetics, & Nanotechnology for Synthetic Biology (2021). Da citare anche un articolo della Freeland tradot­to in italiano: Il controllo politico con le armi ad energia diretta, Nexus Edizioni, 04/2017.
7. Secondo i cechi, si trattava delle stesse forze denominate Qi nella tradizione cinese, Prana in quella indiana, Mana in quella poli­nesiana, Munis in Paracelso, Magnale Magna in van Helmont, Magnetismo Animale in Mesmer, Forza Odica in Reichenbach, Forza Motrice in Keely. Cfr. Ostrander e Schroeder, op. cit., p. 378.
8. Cfr. Ostrander e Schroeder, op. cit., pp. 379-399. Gran parte dei testi online su Pavlita, per quanto abbiamo potuto constatare, derivano da questo libro oppure dall’artico­lo del parapsicologo Stanley Krippner (cfr. ad es. https://tinyurl.com/r3fn75d3; https://tinyurl.com/fvsh9389).
9. La versione visionata da noi è in lingua polacca con sottotitoli in inglese: “Nieznane Promienowanie” (“Radiazione sconosciuta”), pro­duzione Wytwornia Filmow Oswiatowya Qch, Lodz, su Youtube reperibile alla Url https://www.youtube.com/watch?v=JpUj-Gb6ul
10. A tale proposito, la famosa “batteria di Baghdad” è stata a lungo oggetto d’interesse. A proposito dell’Egitto, cfr. ad es. le tesi di James Brown in Electric Ancient Egyptians, Bookbaby 2015 e Corrado Malanga in Cheope, la fabbrica dell’immortalità, Spazio Interiore, Roma 2020.
11. Cfr. ad es. https://www.pyramids.ru - Le ri­cerche sono da mettere in rapporto a quelle del fisico Volodymyr Krasnoholovets dell’Istituto delle Scienze dell’Ucraina, collaboratore del matematico francese Michel Bounias. Egli ha proposto il modello dello spazio reale come una tas­sellazione di superparticelle o inertoni. Cfr. http://www.gizapyramid.com/DrV-article2.htm.
12. Cfr. Joseph P. Farrell, Microcosm and Medium. The Cosmic Implications and Agenda of Mind Con­trol Technologies. Lulu.com 2018, pp. 210-211.
13. Tra gli altri ricercatori cecoslovacchi prima del 1989 in tema di psicotronica si ricorderanno Zdeněk Rejdák e František Kahuda (fisico nonché Ministro dell’Educazione, che poi nel 1968 aderì alla ‘Primavera di Praga’); dopo il crollo del regime comunista sono usciti diversi libri in lingua ceca sulla psicotronica; cfr. il sito https://www.psychotro­nika.cz/. Per estratti della rivista specializ­zata Cesty psychotroniky cfr. ad es. http://www.fsoft.cz/rf/jcbp/casopis3/c3.htm.
14. Cfr. William A. Tiller, Some Science Ad­ventures with Real Magic, Pavior Publications, Walnut Creek 2005, p. 3. Le ricerche sono promosse dalla Tiller Foundation, sito web https://www.tillerfoundation.org
15. Cfr. William A. Tiller & Cynthia R. Reed et al., “The Effect of Intention on Decreasing Human Anxiety andDepression via Broadcasting from an Inten­tion-Host Device”, White Paper XVI, p. 15, scaricabile su https://www.tillerfoundation.org. Secondo tali ricercatori, il dispositivo viene caricato con una specifica intenzione da parte di persone appositamente addestrate, “in modo da aggiungere un’altra dimensione alle proprietà degli elettroni del dispositivo”.
16. Si tratta del dispositivo dell’ingegnere Thomas Galen Hieronymus, brevettato negli Stati Uniti nel 1949.
17. Le modalità sono illustrate in William A. Tiller, Some Science Adventures with Real Magic, cit.
18. Per mancanza di spazio non abbiamo affrontato in questa sede la questione dell’e­nergia scalare o longitudinale nell’ambito della nuova fisica.
19. Cfr. Joseph P. Farrell, Microcosm and Me­dium, cit., pp. 92-93.
20. La formulazione dei numeri com­plessi, entità numeriche descrivibili con la matematica ma non manifesti nella sfera tridimensionale, è attribuita a due italiani: il bresciano Niccolò Fontana detto Tartaglia, e il padovano Girolamo Cardano. La formu­lazione dell’analisi dei quaternioni da parte del matematico William Rowan nel 1843 consentiva un’ulteriore estensione geometri­ca dei numeri complessi.
21.
22. Ad esempio, l’inglese Tim Rifat, autore di Remote Viewing, What It Is, Who Uses It and How to Do It (Vision Paperbacks, London 2001), si è dedicato all’approccio dichia­ratamente magico-ermetico, proponendo l’utilizzo dei cristalli caricati con l’intenzio­nalità, alla stregua della tradizione magica occidentale, per effettuare interventi di vario genere, insieme con un apparato teorico fisico-matematico che fa riferimento ai numeri complessi come “ponte” tra il mondo visibile e quello invisibile.
23. Si veda ad es. la minore efficacia dei “motori di ricerca” oggi rispetto ai primi anni di Internet. Sul controllo dell’informa­zione e del relativo lessico nel periodo della “dittatura medicalista” dal 2020 al 2022; argomento ampiamente si veda Nicola Bizzi e Matteo Martini. Operazione Corona, colpo di stato globale, Aurora Boreale, Firenze 2020.
24. Cfr. Joseph P. Farrell, Microcosm and Medium, cit., pp. 65-66. Fu lo stesso Platone a sollevare l’importanza politica delle arti ben ventiquattro secoli fa.
25. Cfr. ibid., pp. 260-261.
26. Cfr. ibid., pp. 261-262.L’argomento è trattato diffusamente in Joseph P. Farrell, The Philosophers’ Stone, Alchemy and the Secret Research for Exotic Matter, Feral House, Port Townsend 2009 (trad. it. La pietra dei filosofi. Alchimia e ricerche segrete naziste, sovietiche e americane, Ed. Mediterranee, Roma 2020).


Top
 Profilo  
 
Visualizza ultimi messaggi:  Ordina per  
Apri un nuovo argomento Rispondi all’argomento  [ 1 messaggio ] 

Time zone: Europe/Rome


Non puoi aprire nuovi argomenti
Non puoi rispondere negli argomenti
Non puoi modificare i tuoi messaggi
Non puoi cancellare i tuoi messaggi
Non puoi inviare allegati

Cerca per:
Vai a:  
cron
Oggi è 19/03/2024, 07:45
© 2015 UfoPlanet di Ufoforum.it, © RMcGirr83.org