04/02/2013, 00:22
Il virus Hiv ha milioni di anni
Presente nelle scimmie che vivevano in Africa. Studiarne l'evoluzione può aiutare a comprendere come i primati l'abbiano combattuto e vinto.
Le origini del virus dell'Hiv sono molto più antiche di quanto si pensasse: risalgono infatti a milioni di anni fa. Questa la scoperta di un team di ricerca congiunto della Washington University di Seattle e del Fred Hutchinson Cancer Research Center pubblicata suPlos Pathogen.
La ricerca
Nonostante L'Hiv sia comparso tra gli uomini nel Ventesimo secolo, lo studio genetico ha rintracciato virus simili nelle scimmie africane milioni di anni fa. Gli scienziati da tempo conoscono virus simili, noti come lentivirus, diffusi tra i primati africani. Le passate ricerche genetiche avevano ipotizzato che questi "cugini" del virus Hiv fossero comparsi decine di migliaia di anni fa, ma per alcuni si trattava di un dato sottostimato.
Gli scienziati hanno analizzato le impronte genetiche di questi virus simili in diversi primati, tra cui gorilla, oranghi, macachi e scimpanzè. I cambiamenti nei geni che si sono evoluti nel sistema immunitario di questi animali in Africa indicano che i virus sono comparsi tra 5 e 12 milioni di anni fa. Secondo gli scienziati questa scoperta potrà aiutare a comprendere meglio come funziona il virus e come i primati abbiano imparato a combatterlo, e poter tradurre queste conoscenze in terapia in futuro.
14/05/2013, 21:17
30/05/2013, 00:14
10/08/2013, 01:26
H7N9, il virus si trasmette tra umani
Una donna di 32 anni, che aveva accudito il proprio padre dopo che questi aveva contratto la nuova aviaria: è il primo caso di trasmissione fra umani del virus H7N9 del quale si abbia ragionevole certezza. A suggerirlo, sulle pagine del British Medical Journal (Bmj), è uno studio del team guidato da Xian Qi del Jiangsu Province Center for Disease Control and Prevention (in Cina). Una scoperta che porta a riconsiderare il profilo di contagio del virus, responsabile di 134 infezioni e 43 morti, ma che secondo gli esperti non significa ancora che il patogeno si sia completamente adattato all’essere umano e possa così trasmettersi facilmente da persona a persona. Ecco perché.
La donna in questione si è ammalata dopo aver prestato assistenza al padre, ma a differenza di questi - che nei giorni precedenti l’insorgenza dei sintomi aveva visitato un mercato di pollame, la fonte più probabile del virus – non era entrata in contatto con i volatili. Inoltre, come raccontano i ricercatori, le analisi genetiche dei virus provenienti da padre e figlia hanno mostrato quasi il 100% di similitudine tra i due campioni, suggerendo che la fonte di infezione sia stata la stessa per entrambi e che l’uno l’abbia trasmessa all’altra.
Tuttavia sembra ancora piuttosto difficile per il virus passare facilmente da umano a umano. Gli scienziati infatti hanno analizzato 43 contatti ravvicinati avuti dai pazienti, ma in nessun altro caso è stata rintracciata la presenza del virus e anche le analisi molecolari condotte sul patogeno non mostrano un adattamento particolare all’ospite umano, diverso insomma dalle caratteristiche riportate per gli altri ceppi isolati.
Questi dati nel complesso sembrano dunque suggerire che, pur essendo probabile la trasmissione fra umani, il virus non sia ancora in grado di diffondersi da persona a persona efficacemente. Anche se, concludono gli autori: “I nostri risultati rinforzano l’idea che il nuovo virus possieda il potenziale per diventare pandemico”. Insomma, è necessario mantenere alta l’attenzione perché, aggiunge l’editoriale di accompagnamento sul Bmj, “la minaccia rappresentata da H7N9 non è affatto passata”.
15/08/2013, 07:55
12/07/2014, 10:03
12/07/2014, 14:56
12/07/2014, 18:33
Wolframio ha scritto:
11/07/2014 06:07
IL CASO
Aviaria, ecco il business dalle uova d’oro
Chiusa l’inchiesta su dirigenti ministeriali, deputati e case farmaceutiche. La procura: «Diffuso l’allarme per vendere il vaccino». Oltre 40 indagati
Si chiude il cerchio sui mercanti del virus dell’aviaria. Un business dalle uova d’oro che per 10 anni avrebbe arricchito funzionari corrotti e colossi del farmaco, mettendo a rischio la salute pubblica e provocando l’abbattimento di milioni di polli e tacchini. È stato notificato dalla procura di Roma l’avviso di conclusione delle indagini - anticamera della richiesta di rinvio a giudizio - nei confronti di 41 persone, tra dipendenti del ministero della Salute, dirigenti degli Istituti zooprofilattici sperimentali di Padova e Teramo e manager di aziende farmaceutiche. Ben tre le associazioni a delinquere individuate dal procuratore aggiunto Giancarlo Capaldo. Tra gli indagati spicca il nome di Ilaria Capua, responsabile del laboratorio di virologia del centro nazionale per l’influenza aviaria, eletta nel 2013 alla Camera in quota Scelta Civica, nonché cugina della conduttrice tv Roberta Capua. Le accuse spaziano dalla ricettazione alla corruzione, dalla somministrazione di medicinali in modo pericoloso per la salute pubblica alla tentata epidemia, dalla concussione all’abuso d’ufficio.
Gli Stati Uniti sono stati i primi a scoprire il traffico di virus. Nell’ambito di queste indagini è emerso che Paolo Candoli, manager italiano della Merial spa, nell’aprile 1999 aveva ricevuto nella sua abitazione un virus di influenza aviaria altamente patogeno denominato H9. Proveniente dall’Arabia Saudita, dove era stato illecitamente contrabbandato dagli Usa, il virus ha viaggiato via mare, nascosto dentro cubetti di ghiaccio, per poi arrivare a Cesena, direttamente a casa di Candoli. Ilaria Capua, invece, deteneva il ceppo virale di origine pakistana denominato H7N3, che avrebbe ceduto alla Merial spa «ricevendo indebitamente - si legge nel capo d’imputazione - un’imprecisata ma elevata somma di denaro da Daniela Nieddu», responsabile «Ricerca e sviluppo» della società. Avere il virus significa poter produrre su misura il suo vaccino. E arrivare per primi sul mercato, per le ditte farmaceutiche significa assicurarsi incassi milionari.
I virus H9 e H7N3 «di provenienza illecita» sono stati utilizzati inizialmente «per produrre in forma clandestina, senza la prescritta autorizzazione ministeriale, specialità medicinali a uso veterinario, procedendo poi alla loro commercializzazione e somministrazione sugli animali, determinando la diffusione non più controllata dell’influenza aviaria negli allevamenti avicoli del nord Italia». Tutto ciò ha provocato il contagio di 7 operatori del settore, il grave pericolo per la salute che derivava dal consumo di questa carne e l’abbattimento di milioni di polli e tacchini, con un danno stimato in 40 milioni di euro. Poi dalla clandestinità si passa al via libera del ministero della Salute. Paventando un’emergenza sanitaria i dirigenti ministeriali indagati iniziano ad autorizzare l’acquisto urgente di milioni di dosi di vaccino «per favorire - si legge nelle carte - gli interessi economici di Merial Italia spa e Fort Dodge, in danno delle ditte concorrenti». A queste due società viene ceduto anche il brevetto del test «Diva» (che individua se un animale è positivo al virus), in cambio di denaro, royalities, regali, finanziamenti per convegni e ricerche. Incaricato alla vendita del kit diagnostico per la Fort Dodge è Richard Currie, marito di Ilaria Capua. Ai dirigenti del Ministero viene contestato anche di aver disposto l’acquisto dal 2006 al 2009 di 3.578.800 dosi di vaccino per blue-tongue (febbre catarrale), causando solo alla Regione Sardegna un danno di 2 milioni e mezzo di euro, sempre per favorire gli interessi di Merial spa.
Valeria Di Corrado
[align=right]Source: Aviaria, ecco il business dall...a d’oro - Cronache - iltempo [/align]
13/07/2014, 03:03
04/12/2015, 12:58
Aviaria: focolaio in Francia, 8 paesi fermano import pollame
Colpito il più grande produttore agricolo dell'Unione europea
Otto paesi, tra cui Giappone e Marocco, hanno sospeso le importazioni di pollame francese dopo che il virus H5N1 dell'influenza aviaria è stato rilevato nel sudovest della Francia. Lo riporta il Daily Mail online citando il ministero dell'Agricoltura, sentito dall'agenzia Reuters.
Il virus altamente patogeno ha ucciso 22 di 32 polli tenuti in un cortile da una famiglia a Biras, nella regione del Perigord: si tratta del primo focolaio in otto anni a colpire il più grande produttore agricolo dell'Unione europea. Il ministero francese spiega che gli altri paesi ad aver sospeso le importazioni sono Corea del Sud, Cina, Thailandia, Egitto, Algeria e Tunisia.
30/12/2015, 12:19
Ecco il virus che fa paura agli scienziati: "Potrebbe causare la prossima pandemia di influenza"
Ceppo simil-aviario scoperto nei maiali in Cina. L'appello: "Servono interventi immediati"
Si chiama EAH1N1, è una variante simil-aviaria del virus dell'influenza A/H1N1 responsabile della pandemia di 'suina' del 2009, ha già contagiato i maiali e da questi animali-ponte potrebbe arrivare all'uomo. Trovandolo quasi completamente indifeso, cioè sguarnito di anticorpi adatti a combattere l'infezione che ha già dimostrato di potersi diffondere attraverso il respiro.
E' questa "la più grande minaccia pandemica" identificata da un gruppo di scienziati cinesi che lanciano l'allarme in uno studio pubblicato sui 'Proceedings of the National Academy of Science': "Abbiamo scoperto che l'EAH1N1 (Eurasian avian-like H1N1) è uno dei candidati più probabili a causare la prossima epidemia globale di influenza nell'uomo", avverte Chen Hualan, direttore del National Avian Influenza Reference Laboratory cinese, sentito dall'agenzia stampa Xinhua. "Dobbiamo attribuirgli grande importanza", aggiunge il leader del team di ricerca che ritiene "necessaria un'azione immediata per prevenire in modo efficace il salto di questo microrganismo all'uomo".
Il virus EAH1N1, spiegano gli scienziati nell'articolo su Pnas, è già circolato nei maiali dal 1979 e alcuni casi umani associati a questa infezione sono stati registrati in diversi Paesi. Tuttavia le sue proprietà biologiche restano in gran parte sconosciute. Chen e colleghi hanno avviato un monitoraggio a tappeto sui virus influenzali nei maiali, isolandone 228 in 36.417 animali analizzati dall'agosto 2010 al marzo 2013. Hanno così osservato che 139 dei 228 ceppi virali identificati nei maiali di 10 province cinesi appartengono alla 'famiglia' EAH1N1.
Questi virus EAH1N1 - sottolineano i ricercatori cinesi - presentano 5 possibili genotipi caratterizzati da 2 diversi gruppi antigenici (una sorta di 'proteine-bandiera' che sono presenti sulla superficie del germe e vengono riconosciute e attaccate dal sistema immunitario), entrambi differenti dal virus H1N1 che circola da alcuni anni nell'uomo durante l'influenza stagionale.
A preoccupare gli scienziati c'è innanzitutto il fatto che questi virus si legano in modo preferenziale ai recettori presenti sulle cellule umane. Inoltre, nei furetti, 9 dei 10 microrganismi testati sono stati in grado di trasmettersi da un animale all'altro attraverso le goccioline emesse con il respiro. Infine, anticorpi per uno dei due gruppi antigenici di EAH1N1 sono stati trovati solo nel 3,6% dei bambini, nel 13,4% degli anziani e in nessun adulto, mentre per l'altro gruppo antigenico nessuna fascia d'età sembra possedere difese naturali.
"Gli attuali vaccini antinfluenzali e l'immunità preesistente nella popolazione non offrono abbastanza protezioni contro questi virus", ammonisce Chen. "Il nostro studio - concludono gli autori - mostra il potenziale di EAH1N1 di trasmettersi efficacemente nell'uomo e suggerisce che è indispensabile un'azione immediata per prevenire il possibile contagio".
Secondo uno studio apparso su 'Lancet', la pandemia di influenza A/H1N1 ha causato 151.700 morti su un totale di 575.400 persone colpite.
30/12/2015, 14:32
30/12/2015, 14:56
MaxpoweR ha scritto:Sai qual'è la risposta? Prrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrr!
Venisse sta pandemia ormai è una tiritera di ogni anno con sta super mega influenza mortale.
11/02/2016, 12:01
11/02/2016, 14:09