22/12/2014, 15:55
Bologna: luminarie natalizie "massoniche e inquietanti"
Aspre polemiche a Bologna per alcune illuminazioni natalizie: "Come se si celebrasse la Resistenza con un'esibizione di svastiche"
Andrea Riva - Lun, 22/12/2014 - 10:43
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Hanno destato non poche polemiche le luminarie natalizie proposte dal Comune di Bologna: un triangolo, un occhio e un circolo di raggi che, visti in prospettiva, combaciano formando il simbolo massonico. L'installazione fa parte dell'edizione 2014 di "ON", un progetto di arte contemporanea che invita artisti internazionali a realizzare opere d'arte per i luoghi pubblici di Bologna, ed è stata realizzata da Luca Vitone.
La posizione delle luminarie (lungo il ponte di via Matteotti e vicino alla stazione centrale) ha creato non poco malumore perché sembra suggerire un legame tra la strage del 1980 e la massoneria, come scrive il supplemento felsineo di Avvenire, Bologna Sette: "In molti non hanno capito il senso della installazione sul ponte di via Matteotti: luminarie a soggetto massonico, nei giorni di Natale, ad evocare legami della Loggia P2 con le stragi, che in stazione e sulla Direttissima hanno moltiplicato lutti, ferite e terrore negli anni '80".
Secondo la Curia, quelle di Vitone sono "oscure luminarie" che rappresentano uno "spettacolo ambiguo e inquietante". E, conclude l'articolo di Bologna Sette, è "come se si celebrasse la Resistenza con una esibizione di svastiche".
Fonte:http://www.ilgiornale.it/news/cronache/curia-bologna-luminarie-massoniche-ambigue-e-inquietanti-1077769.html
Luminarie P2, scoppia la polemica: "Togliete quei simboli massonici"
Bologna, 17 dicembre 2014 - Fanno discutere le luminarie di via Matteotti ispirate all’iconografia della massoneria. L’opera dell’artista Luca Vitone campeggia da sabato (e fino al 31 gennaio) sul ponte che scavalca i binari della stazione: una serie di immagini (il triangolo, l’occhio e il circolo di raggi), la cui combinazione, osservata in prospettiva da due luoghi precisi, prende la forma di chiari riferimenti massonici. L’idea alla base è quella di una riflessione sulla memoria collettiva, legata esplicitamente al coinvolgimento di Licio Gelli nel processo sulla strage di Bologna, visto che è stato condannato per calunnia. L’opera, ieri verso le 20.30, era spenta ma dal Comune è stata esclusa una ragione legata ad eventuali polemiche.
Paolo Bolognesi, presidente dell’Associazione delle vittime della bomba alla stazione (e oggi parlamentare Pd), era stato informato a ottobre dell’installazione: «Mi è piaciuta da subito, perché dava un messaggio forte. Ma a chi me l’ha proposta, ho presentato da subito alcune mie perplessità». Ovvero, prosegue Bolognesi, l’assenza di spiegazioni del reale significato dell’opera: «Il rischio è che simboli legati esplicitamente alla massoneria siano scambiati per addobbi natalizi», una beffa intollerabile per l’Associazione che da anni porta avanti la battaglia per fare piena luce sui mandanti della strage.
«Stiamo cercando in tutti i modi di spronare la magistratura a fare fino in fondo tutto quello che è possibile fare», prosegue Bolognesi: «Un simbolo massonico a pochi metri dal luogo della bomba non può lasciare indifferenti, è un messaggio importante che può aiutarci in questa direzione», cioè quella di «ricordare che a livello processuale i depistatori dell’indagine furono anche uomini della P2».
Il dubbio del parlamentare Pd, però, è quanto di questa interpretazione passi all’osservatore casuale dell’opera: «Se conosci la vicenda a fondo, la comprendi immediatamente – osserva –. Ma ormai sono passati più di 30 anni ed è facile che la gente si chieda cosa ci facciano lì quei simboli, senza riuscire a collegarli al discorso della strage».
L’installazione di Vitone rientra nel progetto ‘BO ON 2014 - Bologna si accende’, patrocinato dal Comune e finanziato dalla Fondazione Del Monte. L’assessore alla Cultura Alberto Ronchi la difende a spada tratta: «Quell’opera serve a scatenare una riflessione, non a fare propaganda. Parla di memoria e della storia della nostra città: è venuta bene ed è stata giustamente collocata nella posizione dove poteva acquistare maggiore potenza». Secondo Ronchi, inoltre, «il progetto è stato spiegato e illustrato nei dettagli e di certo un’amministrazione non può mettersi a discutere il messaggio di un artista». E conclude sarcastico: «Se dovessimo togliere tutti i simboli massonici in città, rimarrebbero ben pochi portici e palazzi...».
L’opera, però, non è piaciuta a tutti. «Bologna riesce a stupirvi sempre. Da noi le luminarie hanno simboli massonici, pagati con contributo del Comune, Regione, e Fondazione del Monte», sbotta su Facebook la consigliera comunale di Ncd Valentina Castaldini.
«Il cielo sopra Bologna illuminato dalla P2. Non in mio nome. E non per Natale», si accoda la Pd Raffaella Santi Casali, che ironizza: «Io sono la solita sempliciotta provinciale, ma se una cosa mi ricorda morte, lutto e orrore non ci faccio gli addobbi di Natale». E Fratelli d’Italia attacca Merola: «Se l’opera è così di suo gradimento, chiediamo al sindaco di posizionarla a casa sua».
Fonte: http://www.ilrestodelcarlino.it/bologna ... i-1.498797
08/01/2015, 19:45
08/01/2015, 22:35
09/01/2015, 16:33
I tre romanzi sono chiamati “The Millionaires’ Death Club”, “Prohibition A” and “The Armageddon Conspiracy”. Il quarto romanzo della serie (chiamato “The Camera Anima”) completerà la rivelazione di tutto il segreto. Ma solo per chi ha occhi per vedere.
“The Armageddon Conspiracy”, in particolare, sembrava alludere a qualcosa di veramente straordinario
09/01/2015, 16:36
16/01/2015, 15:58
16/01/2015, 19:38
22/01/2015, 18:14
«Parlando di colonizzazione ideologica farò soltanto l'esempio che ho visto io. Venti anni fa, nel 1995, una ministra della Pubblica istruzione aveva chiesto un prestito forte per costruire scuole per i poveri (nelle zone rurali, ndr). Gli hanno concesso il prestito a condizione che nelle scuole ci fosse un buon libro per i bambini di un certo livello. Un libro scolastico, preparato bene didatticamente, dove si insegnava la teoria del gender. Questa donna aveva bisogno dei soldi e quella era la condizione... Lei, furba, ha detto di sì, e ha fatto fare anche un altro libro (il secondo di diverso orientamento teorico, e i due testi sono stati distribuiti insieme, ndr). Questa è la colonizzazione ideologica: entrano in un popolo senza avere niente a che fare con quel popolo, o solo con dei gruppi di quel popolo ma non con il popolo, e lo colonizzano con un'idea che vuole cambiare una mentalità o una struttura. Durante il Sinodo vescovi africani si lamentavano del fatto che certi prestiti vengono concessi a certe condizioni. Prendono proprio il bisogno di un popolo per l'opportunità di entrare e farsi forti con i bambini. Ma non è una novità. Lo stesso hanno fatto le dittature del secolo scorso, non è una novità, sono entrate con la loro dottrina: pensate ai "balilla", pensate alla "gioventù hitleriana"... hanno colonizzato il popolo, ma quanta sofferenza. Il popolo non deve perdere la sua libertà, ogni popolo ha la sua cultura, la sua storia. Quando vengono imposte idee dagli imperi colonizzatori si cerca di far perdere ai popoli la loro identità. Questa è la globalizzazione a forma di sfera, con tutti i punti equidistanti dal centro. Ma la vera globalizzazione è il poliedro, cioè che ogni popolo conservi la propria identità senza essere colonizzato ideologicamente. C'è un libro che forse ha uno stile un po' pesante all'inizio, scritto a Londra nel 1903, è "Il Padrone del mondo", l'autore è Benson: ve lo consiglio, leggendolo capirete bene ciò che voglio dire.
Fonte:http://vaticaninsider.lastampa.it/vaticano/dettaglio-articolo/articolo/francesco-filippine-38640/
23/01/2015, 18:32
04/02/2015, 02:13
07/02/2015, 13:12
09/02/2015, 21:22
10/02/2015, 09:57
Hsbc, Falciani: dietro ai conti «un banchiere e clienti vicini ai politici»
Sarkozy e la lista per imporre la troika ad Atene. C’era la madre di Papandreou con mezzo miliardo
«Pur avendo migliaia di depositi, la Hsbc di Ginevra realizzava il suo vero guadagno grazie a una sessantina di clienti — imprese, imprenditori, fondi d’investimento — che avevano un potere enorme: in cambio di soldi che lasciavano in gestione potevano ottenere tutto ciò che volevano».
Sono loro i sessanta uomini d’oro di SwissLeaks. Parola di Hervé Falciani. È lui che ha dato origine allo scandalo che coinvolge il colosso bancario, l’ex impiegato, i cui file sui titolari di 100 mila conti segreti utilizzati per evadere il Fisco, per riciclare denaro del traffico di armi e droga e per finanziare il terrorismo (a cominciare da Al Qaeda e Osama Bin Laden), sono riportati da domenica in tutto il mondo grazie al Consorzio internazionale dei giornalisti investigativi (Icij). Falciani ha scritto un libro in Italia, «La cassaforte degli evasori», che esce la settimana prossima. Insieme ad Angelo Mincuzzi, giornalista del Sole 24Ore, racconta come ha svelato il caso, il ruolo dei vari Stati, le vicissitudini personali. Un libro che il Corriere può anticipare.
Sostiene Falciani che «il potere della banca è legato ai suoi più importanti clienti e al controllo che può esercitare grazie a queste enormi fortune e all’intreccio di interessi di clienti, manager e politici». Per Falciani, i cittadini italiani sono «diecimila», e, secondo quanto hanno potuto vedere gli investigatori italiani, ci sarebbero anche clienti «vicini a politici di centrodestra e al Vaticano, tra cui un banchiere». Oltre ai vari personaggi del jet set , i cui nomi sono stati pubblicati domenica scorsa da Le Monde e dalle altre testate internazionali. E poi «mafiosi», interessavano molto agli investigatori italiani, «e li hanno trovati». Il «valore» dei clienti italiani sarebbe pari a 8 miliardi di euro.
Tra i clienti d’oro, Falciani nel libro fa i nomi di due persone, eminenti esponenti di due Paesi del «fronte Sud» della Ue: Spagna e Grecia. Dice: «L’uomo più ricco della Spagna, Emilio Botin del Banco Santander (di cui è stato proprietario fino alla morte, avvenuta il 10 settembre 2014), era uno dei clienti della Hsbc di Ginevra». Poi aggiunge un altro cognome e un altro conto importante, quello della madre dell’ex primo ministro greco George Papandreou, che «aveva un conto di 500 milioni di euro».
Il fatto è che la lista degli «uomini d’oro» della Hsbc — in possesso di alcuni Paesi già da alcuni anni — sarebbe stata usata, secondo l’ex impiegato Falciani, per imporre politiche di austerity ad altri Paesi. Questo, secondo lui, almeno il caso della Grecia. Falciani ricorda Papandreou e parla di «pressione e di ricatto». Rivelazioni destinate a deflagrare a poche ore dall’Eurogruppo che domani deciderà il destino del Paese guidato da Alexis Tsipras. «Nel 2011 la guida delle negoziazioni con la troika sul salvataggio della Grecia fu affidata a Sarkozy (l’ex presidente francese, ndr), che aveva quella lista e, conoscendone i nomi, poteva fare pressione su Papandreou», scrive Falciani.
E ancora: «Come era avvenuto negli Stati Uniti, la lista della Hsbc fu usata come arma di ricatto e merce di scambio. In Grecia l’elenco scomparve... In Grecia, come altrove, non è mai stata avviata formalmente alcuna indagine». Falciani si occupa anche del ruolo che ebbe in Francia nel gestire il caso della lista degli evasori, da ministro delle Finanze, l’attuale direttore del Fondo monetario internazionale (Fmi) Christine Lagarde. Mentre la vittoria del socialista François Hollande sarebbe servita ad imprimere una svolta alle indagini.
Lui, Falciani, in fuga dalla Svizzera, con i file nascosti nel deep web, fu ascoltato già molti anni fa e messo sotto protezione dagli uomini del Fisco americano, l’Irs (gli «Untouchables» che portarono alla sbarra Al Capone), ben prima della tutela avuta sul territorio spagnolo. L’interesse degli americani in questa storia si riassume, secondo Falciani, in una guerra delle valute (dollari contro franchi svizzeri) e nella necessità della lotta al finanziamento del terrorismo.
Il libro (edito da Chiarelettere) si chiude con la pubblicazione di un documento importante: l’accordo standard che l’Hsbc firmava con gli intermediari che presentavano nuovi clienti, cui veniva riconosciuto il 25% delle commissioni.
http://www.corriere.it/economia/15_febb ... 55e9.shtml
11/02/2015, 00:25
11/02/2015, 21:33