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MessaggioInviato: 21/04/2010, 11:16 
Inventori di malattie

31 miliardi di dollari per la ricerca e 67 miliardi di dollari per marketing e amministrazione.

Interessante documentario andato in onda nel 2009 su raitre e che mostra in modo evidente e documentato da svariate testimonianze, come il mondo dell'industria farmaceutica obbedisca ad una logica di mercato che trasforma il malato in consumatore ignorando completamente l'etica medica.

"In Inventori di malattie, si racconta come lindustria farmaceutica finanziarizzata sia oggi in qualche modo costretta ad ingigantire, spesso con attente strategie di marketing della paura, nuove malattie pur di assicurare un rendimento crescente delle proprie azioni. I danni a carico della collettivita mondiale e della sua salute sono incredibilmente evidenti. In America piu di 5 milioni di bambini vengono trattati con psicofarmaci, semplicemente perche troppo vivaci."













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MessaggioInviato: 01/05/2010, 16:14 
Vaccino GARDASIL, l'ennesima minaccia.

Immagine

Tratto da:
http://www.womenews.net/spip3/spip.php?article151

ATTENZIONE al GARDASIL, il VACCINO per il CANCRO CERVICALE

Il Gardasil è il nuovo vaccino fortemente promosso presso i genitori delle ragazze, già dai nove anni di età. Si dice che agisca come proiezione da due ceppi del papilloma virus umano (HPV), ritenuto la causa di circa il 70 per cento dei cancri della cervice. Tuttavia Ì’HPV è assai comune e lo si può trovare in circa l’80 per cento degli individui di ambo i sessi. In qualche momento la maggior parte di noi ha avuto il virus HPV, ma non ne abbiamo risentito né siamo morti a causa di carcinoma cervicale. Nel 2000 il tasso di mortalità dovuto a tale affezione ammontava a 3,3 donne ogni 100.000 negli USA e a quattro donne ogni 100.000 in Australia.

Ecco il punto cruciale: "Dato che le cellule che proliferano (cellule cancerose che si dividono in modo selvaggio) sarebbero maggiormente sensibili all’infezione rispetto alle cellule quiescenti, i virus sarebbero soltanto degli indicatori di proliferazione anomala piuttosto che la loro causa."2 In che modo siamo dunque giunti alla conclusione che il papilloma virus umano provoca il cancro della cervice ? Gli scienziati ritengono che i cancri siano per l’80 per cento collegati all’uso di tabacco, a quello che beviamo e mangiamo o, in misura minore, all’esposizione a radiazioni o agenti cancerogeni presenti nell’ambiente e sul posto di lavoro.5 Forse la verità è che sono agenti cancerogeni, e non virus, a provocare la proliferazione cellulare.

Ci si augura ed aspetta che il vaccino contro il cancro cervicale Gardasil sia stato adeguatamente testato e che la sua somministrazione tramite iniezione alle ragazze, e magari ai ragazzi, sia sicura. Tuttavia, secondo la Alliance for Human Research Production (AHRP) le cose non stanno affatto in questi termini. L’AHRP sostiene che nelle prove cliniche il vaccino non si è dimostrato sicuro né efficace. Il fatto è che la Food and Drug Administration USA (FDA-Ente statunitense preposto al controllo alimentare e farmacologico, ndl) ha consentito alla Merck (produttrice del vaccino, ndt) di usare, invece di un placebo a soluzione salina non reattiva, un placebo contenente alluminio potenzialmente reattivo come controllo per la maggior parte dei partecipanti alla prova. Il suddetto placebo a base di alluminio viene utilizzato in quanto in una prova clinica può accrescere artificialmente la falsa impressione dì sicurezza di un farmaco o vaccino sperimentale. Per di più, il vaccino Gardasil contiene 225mcg di alluminio; sappiamo che i coadiuvanti all’alluminio nei vaccini possono permettere all’alluminio di penetrare nel cervello e di provocare infiammazione nel punto dell’iniezione, determinando affaticamento e dolori cronici alle giunture e ai muscoli. Circa il 60 per cento di coloro cui è stato somministrato il Gardasil o il placebo all’alluminio ha sofferto di effetti collaterali quali mal di testa, febbre, nausea, vertigini, vomito, diarrea e mialgia, tuttavia coloro che hanno ricevuto il Gardasil hanno manifestato effetti collaterali più gravi quali mal di testa, gastroenterite, appendicite, disturbi infiammatori pelvici, asma, broncospasmi ed artrite.

Quindi, dato che il carcinoma cervicale provoca circa l’uno per cento di tutti i decessi da cancro nelle donne e che il rapporto di causalità è dubbio, per non parlare della mancanza di sicurezza manifestatasi nelle prove dei vaccini, dobbiamo domandarci per quale motivo i genitori vengano sollecitati a far vaccinare le proprie figlie con il Gardasil. La ovvia risposta è che dal successo del Gardasii dipendono molte cose. Si prevede che il Gardasil possa rappresentare la più importante fonte di introiti della Merck, con vendite previste nell’ordine di almeno 2 miliardi di dollari; si tratta di introiti di cui la Merck, dopo gli scandali legati al Vioxx, ha disperatamente bisogno. Per raggiungere tale scopo, il vaccino Gardasil verrà richiesto come prerequisito per l’ammissione a scuola.




Tratto da:
http://www.altrainformazione.it/wp/2010 ... -acquisto/


A peggiorare le cose, questo vaccino Gardasil non è nemmeno efficace per prevenire il papilloma-virus (HPV) per il quale è commercializzato.

Secondo quanto ha dichiarato, durante un’intervista, il dott. Diane Harper, ricercatrice principale per lo sviluppo del GARDASIL e del CERVARIX, il vaccino non serve a gran cosa per ridurre il tasso del cancro del collo dell’utero. Secondo lei 70 % della totalità delle infezioni del PVH scompaiono da sole entro un anno; 90 % dei restanti casi scompaiono nel giro di due anni senza alcun trattamento e appena la metà dell’ultimo 10 % (ndt. 3% della totalità dei casi!) si trasformano in cancro del collo dell’utero.

La signora Harper ha anche suggerito che le misure di prevenzione in vigore hanno effettivamente ridotto l’incidenza del cancro della cervice e che anche se la maggior parte delle ragazze si facessero vaccinare, il Gardasil non sarebbe nemmeno in grado di uguagliare quello che le cure tradizionali hanno permesso. Se aggiungiamo a questo il costo delle giovani donne gravemente lese, paralizzate, o morte a causa della vaccinazione, è difficile credere che un’organizzazione del governo può permettersi di promuovere, o di rendere obbligatoria, un rimedio da fiera, tossico.

Merck, il produttore del Gardasil, ha lavorato molto duramente per rendere il vaccino obbligatorio per ogni fanciulla e ha anche cominciato ad occuparsi dei giovani ragazzi. Al costo di 500 dollari per ogni iniezione, diviene chiaro e inquietante che molti politici e organizzazioni del governo cooperino con Merck per commercializzare un vaccino inefficace e pericoloso.

Fonti di questo articolo:
- http://www.dailymail.co.uk/news/article ... r-jab.html
- dailycensored.com/2009/11/02/head-gardasil-researcher-says-its-ineffective-and-a-public-health-experiment/

Per saperne di più sul GARDASILe i vaccini "dedicati" alle donne:
VAERS: 371 gravi reazioni avverse dopo vaccinazione con Gardasil
http://www.vaccinionline.net/index.php? ... &pageNum=1

La GUERRA CONTRO le DONNE

Dittatura Sanitaria
http://www.mednat.org/dittatura_sanitaria.htm

Gardasil-Cervarix
http://www.mednat.org/vaccini/gardasil_cervarix.htm

Vaccino per tumore all’Utero?
http://www.mednat.org/vaccini/cancro_donne_utero.htm

Cancro alla cervice dell’Utero3
http://www.mednat.org/cancro/cancro_donne_utero3.htm

BUSINESS di FARMACI e VACCINI
http://www.mednat.org/business_farm.htm

BIG FARMA
http://www.mednat.org/big_farma.htm

Vaccino per il Tetano
http://www.mednat.org/vaccini/tetano_vacc.htm

Mercato della Salute e della malattia
http://www.mednat.org/mercato_salute.htm

Industria della Malattia
http://www.mednat.org/industria_malattia.htm

MEDICI IMPREPARATI
http://www.mednat.org/medici_impreparati.htm

Medici pagati dall’industria dei Vaccini
http://www.mednat.org/vaccini/medici_pagati.htm

Rapporto Flexner e Dichiarazione di Alma Ata
http://www.mednat.org/rapporto_flexner.htm




Questo è quello che dicono in USA [:0]




E questo è quello che dicono in Italia [}:)]




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MessaggioInviato: 13/05/2010, 19:09 
Le menzogne di Big Pharma
mag 13th, 2010

di Marco Pizzuti e Chiara Collizzolli

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Big Pharma è il cartello che riunisce in se tutte le più grandi multinazionali del farmaco, ovvero la potentissima lobby che detiene il monopolio delle cure sulla nostra salute. Ciò premesso, sono proprio le malattie che affliggono la popolazione, soprattutto quelle più terribili a costituire la fonte dei suoi guadagni. Per Big Pharma quindi le malattie croniche rappresentano una vera manna dal cielo poiché come noto lo scopo dichiarato delle Corporations non è aiutare il prossimo ma incassare guadagni. Di conseguenza, per le multinazionali produrre un farmaco a basso costo che sia realmente efficace in modo definitivo non si rivela mai un buon investimento. Il massimo profitto infatti lo realizza vendendo medicine che presentano molti effetti collaterali (ovvero che migliorano una patologia creandone altre nello stesso tempo) e pochi (o nessuno) benefici reali. In tale ordine di idee tutti i prodotti naturali non brevettabili che possiedono eccellenti proprietà terapeutiche senza avere al contempo pericolose controindicazioni non divengono mai oggetto di studio e sono anzi annoverabili come i peggiori nemici dell’industria farmaceutica. E pur se in linea teorica un farmaco diviene vendibile solo allorché efficace, sta di fatto che le grandi case farmaceutiche hanno a disposizione molti modi per far credere che sia utile o necessario anche quando non lo è affatto. Uno di questi è la vivisezione, una pratica scandalosa ancora oggi molto utilizzata grazie all’omertà garantita da mass-media e istituzioni alla potentissima lobby del farmaco. Ciononostante, ormai i tempi sono maturi per aprire finalmente il sipario sulle crudeltà, il cinismo e le menzogne di quella che possiamo legittimamente definire l’industria del male.

La propaganda di Big Pharma sulla vivisezione

Immagine

Un ricercatore scientifico particolarmente esperto in materia, il dottor Massimo Tettamanti [1], scrive: "Non so se per egoismo, pavidità o incoscienza, ma molte persone, pur non sapendo nulla sull’argomento, continuano a ripetere frasi come: "…non si può fare a meno della vivisezione perché è necessaria per alleviare i mali fisici dell’uomo…altrimenti come si testerebbero i farmaci e altri prodotti?". Chiunque altro può fare la stessa identica esperienza semplicemente provando ad interrogare più persone diverse sull’utilità di questo tipo di sperimentazione. La quasi totalità degli interpellati pur riconoscendo che la vivisezione è una pratica terribile, ne dichiarerà la necessità nel timore infondato di ritrovarsi senza medicine. Tale tipo di opinione è il risultato della propaganda di Big Pharma, ovvero esattamente ciò che quest’ultima vuole farci credere. Le masse infatti, a causa della costante disinformazione che circonda l’argomento ignorano quasi completamente i disastri causati dalla farmacologia moderna come ignorano il fatto che molti autorevoli scienziati cominciano a denunciare apertamente l’inutilità, se non addirittura la pericolosità della stragrande maggioranza delle “medicine” approvate attraverso l’uso della vivisezione. Ad ammetterlo troviamo perfino il Prof. Silvio Garattini, il celebre scienziato farmacologo che da anni sostiene a spada tratta la validità della vivisezione e che dirige l’Istituto Mario Negri di Milano. Ecco infatti cosa ha dichiarato pubblicamente il 30 ottobre 2005 sul quotidiano Il Messaggero (pag.13) sotto l’incalzare delle domande del giornalista Roberto Gervaso:

- Davvero i farmaci utili NON sono più di una decina? Nella pratica clinica

corrente sono qualche decina

- E in quella specializzata? Probabilmente poco più di un centinaio

- Quali ? Farmaci cardiovascolari, per il sistema nervoso centrale, gastrointestinali

ed antibiotici

- I farmaci ETICI di più largo consumo? Gli stessi

- I farmaci più “salvifici”? I vaccini

- Quelli di cui più si abusa? Gli psicofarmaci

- Quelli che producono più effetti collaterali?? Gli antitumorali

- I farmaci più innovativi? Molto pochi

- Come verificarli?? A distanza di tempo

- Sono in aumento o in diminuzione? In continua diminuzione. Negli USA, in undici

anni, dal 1992 al 2003, sono passati da 30 a 11

- Perché i farmaci antitumorali sono cosi tossici?? Poiché non agiscono solo sulle

cellule tumorali, ma anche su quelle dei tessuti normali

- I rischi degli analgesici? I danni renali

- Degli antinfiammatori? I danni renali e il sanguinamento gastrointestinale

- I farmaci più allergenici? Dipende dalla sensibilità individuale

- Gli integratori minerali e vitaminici integrano davvero?? Integrano il bilancio delle

aziende produttrici

- I farmaci da banco che più facilmente inducono l’effetto placebo? Gli integratori

alimentari

- Quante pillole si consumano ogni anno in Italia? 1,5 miliardi di confezioni. Più

un numero imprecisato di prodotti della medicina alternativa

- In media quanti farmaci, attivi o inutili, assume ogni italiano?? CIRCA 26

CONFEZIONI L’ANNO. IL SERVIZIO SANITARIO NAZIONALE SPENDE 42

MILIONI DI EURO AL GIORNO.

- E quanti sono i pazienti? 15 milioni

- Perché i medici di base prescrivono con tanta facilità farmaci etici? È PIÙ

FACILE PRESCRIVERE CHE IMPIEGARE TEMPO PER ASCOLTARE I PAZIENTI

- I farmaci costano troppo o il giusto?? TROPPO

Da questo estratto dell’intervista apprendiamo quindi che il farmaco solo in Italia rappresenta un enorme business da 42 milioni di euro al giorno e che su circa 8500 farmaci disponibili sul mercato italiano solo un centinaio sono realmente efficaci!

Se quindi, per stessa ammissione di uno dei massimi esperti italiani della vivisezione la stragrande maggioranza dei farmaci approvati dal ministero della sanità con lo strumento della vivisezione è assolutamente inutile, ciò significa che i test condotti sugli animali non offrono alcuna reale garanzia di efficacia sull’uomo. Di conseguenza la vivisezione serve solo ad assicurare l’approvazione e la vendita di enormi quantitativi di nuovi farmaci inutili e dannosi, in altre parole a ingrassare le tasche di Big Pharma sulla nostra pelle e su quella degli animali. In realtà infatti i metodi di ricerca alternativi alla vivisezione non solo esistono ma funzionano anche assai meglio di quest’ultima nel senso che offrono maggiori garanzie di efficacia sull’uomo. La lobby del farmaco però, non avendo alcun reale interesse per la salute pubblica si guarda bene dall’utilizzare le tecnologie di sperimentazione di ultima generazione poiché sa bene che il loro uso ridurrebbe drasticamente i suoi guadagni. Ciò premesso, la vivisezione non solo si rivela essere inutile e crudele, ma paradossalmente è anche molto costosa: mantenere gli stabulari (allevamenti per scopi scientifici) costa parecchio e solo per fare un esempio un Beagle da laboratorio (cane di piccola taglia) viene pagato mediamente 400-500 euro. Considerando poi che solo in Italia vengono impiegati (per non dire torturati e massacrati) in sperimentazione, circa tre milioni di animali da laboratorio (è vietato servirsi di cani e gatti randagi in base al dlg 116/92), non è difficile fare i conti in tasca a Big Pharma. Del resto mantenere alti i costi della ricerca ha un fine ben preciso, monopolizzare la produzione dei farmaci nelle mani delle grandi Corporations, le uniche che possono sostenere simili spese. Pertanto, è utile ribadire che il solo reale motivo per cui viene ancora utilizzato uno strumento così barbaro e primitivo come la vivisezione è che quest’ultima permette di arrivare all’approvazione legale di costosi o costosissimi farmaci inutili. Per tale ragione si tratta di uno degli argomento tabù meglio censurati dai grandi canali d’informazione che non intendono pestare i piedi a una lobby così potente. E per avere un’idea più precisa di quanto può essere influente Big Pharma sulla politica (ricchezza=potere) basti ricordare che l’industria farmaceutica, secondo la classifica stilata dall’autorevole rivista specializzata Forbes, troneggia insieme al settore petrolifero ai primi posti nel gotha delle Corporations più lucrose del mondo.

La vivisezione come mero strumento di lucro

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Per mantenere i suoi profitti a livelli vertiginosi il cartello delle case farmaceutiche sforna ogni anno nuove “medicine” coperte da brevetto che poi vengono acquistate a peso d’oro sia dalla sanità pubblica che dai privati cittadini dietro prescrizione medica! Come già anticipato infatti, se venissero adottati i nuovi metodi scientifici sostitutivi della vivisezione, la maggior parte di questi prodotti farmaceutici non potrebbero essere brevettati, poiché risulterebbe chiaramente tutta la loro nocività. L’utilizzo di animali da laboratorio invece (in quanto molto più resistenti dell’uomo sotto molti aspetti), fornisce fin troppo spesso risultati ambigui e inattendibili che poi sono facilmente interpretabili e manipolabili a piacimento. Negli anni ‘60 ad esempio vennero pubblicati numerosi studi epidemiologici che comprovavano la responsabilità del fumo di sigaretta nel provocare il cancro. In risposta alle prime accuse di tossicità del tabacco la Philip Morris assoldò alcuni scienziati compiacenti e finanziò un apposito studio teso ad accertare il contrario. Centinaia di cani Beagle vennero così costretti ad inalare fumo di sigaretta forzatamente e ininterrottamente per numerose ore al giorno con l’ausilio di appositi respiratori. Poiché evidentemente i polmoni dei poveri animali in questione erano molto più resistenti di quelli umani i loro polmoni non risultarono particolarmente compromessi e ciò permise alle multinazionali del tabacco di annunciare trionfalmente ai quattro venti la dimostrazione scientifica che il fumo non nuoceva alla salute! Di conseguenza la gente continuò a fumare ignara (e a morire di cancro) fino all’inizio degli anni ‘90, periodo in cui la lobby del tabacco venne travolta da numerosi scandali a catena che portarono alla luce la verità.

D’altra parte tali considerazioni scientifiche contro la vivisezione trovano conforto persino nella nostra esperienza comune riguardo alla salute degli animali domestici. Chiunque abbia un cane o un gatto sa bene infatti quanto questi ultimi siano molto più resistenti di noi alle infezioni, come non contraggano moltissime delle malattie umane e come siano in grado di nutrirsi di cose che manderebbero un essere umano all’altro mondo. Per non parlare poi dei topi che riescono ad adattarsi ad ambienti come uno scolo fognario…

Dalle cavie animali alle cavie umane del Terzo Mondo

I risultati ottenuti con la sperimentazione animale sono talmente ambigui che per avere almeno una parvenza di validità scientifica necessitano sempre di ulteriori test sugli uomini, quella che in gergo scientifico viene definita “fase clinica”. Oggi l’ingrato compito di effettuare questi ultimi viene dato da Big Pharma in appalto ad altre società (le famigerate CRO, acronimo per Contract Research Society) che li svolgono nel Terzo Mondo. La scelta del luogo ovviamente non è casuale poiché si tratta di paesi dove i “medici” senza scrupoli trovano facilmente delle cavie umane disposte a firmare loro tutte le autorizzazioni necessarie a condurre i test in cambio di pochi spiccioli. Questo modo di agire di Big Pharma, totalmente ignorato dalle masse è stato descritto persino nel recente film The constant gardener (tratto da un romanzo di John Le Carré), un’opera cinematografica del 2005 la cui trama è fortemente ispirata alla realtà dei fatti. I risultati definitivi della sperimentazione condotta sui popoli più disgraziati della Terra al di fuori di qualsiasi serio controllo esterno vengono poi abbondantemente manipolati per rendere possibile la commercializzazione di farmaci che spesso costituiscono vere e proprie minacce alla salute. Grazie a tale modus operandi ogni volta che scoppia uno scandalo e migliaia di persone muoiono a causa di qualche medicina killer (vedi il caso del Vioxx o del Lipobay, come di moltissimi altri), le industrie farmaceutiche si trincerano dietro alla dichiarazione che “erano stati fatti tutti i test necessari prescritti dalla legge”.

Il contributo delle associazioni animaliste

Denunciare tutto ciò oggi è possibile grazie anche al coraggioso attivismo dei movimenti animalisti più agguerriti che stanno cercando di sensibilizzare l’opinione pubblica su questa pratica criminale che consente a Big Pharma di trasformare legalmente dei veleni in farmaci 4. Di recente per esempio le associazioni animaliste sono riuscite a far chiudere il famigerato allevamento di cani beagles da vivisezione del Morini di San Polo d’Enza. Il 24 aprile 2010 invece le proteste si sono concentrate contro la ditta “Green Hill” di Montichiari (BS), un altro lager italiano per 2500 cani beagles da destinare alla vivisezione: di queste sfortunate creature, allevate in box di pochi metri quadrati illuminati esclusivamente con la luce artificiale dei neon ne partono circa 250 alla settimana per andare incontro ad atroci e inutili sofferenze che cesseranno solo con la loro morte nei laboratori. Ciononostante Green Hill ha chiesto al comune di Montichiari il permesso per raddoppiare il proprio allevamento e divenire così uno dei maggiori centri di approvvigionamento europeo delle cavie animali.

Note

1) Marcia Angell, Farma&Co. Industria farmaceutica: storie straordinarie di ordinaria corruzione, Il Saggiatore, 2006.

2) Vivisezione o scienza, Pietro Croce, Edagricole Calderini, 2000.

Numerose e ripetute nel tempo sono le dichiarazioni degli scienziati sull’inaffidabilità della sperimentazione animale. A titolo esemplificativo possiamo citarne alcune particolarmente eclatanti:
“La possibilità di utilizzare per l’uomo i dati ottenuti con gli esperimenti su animali ha perso negli ultimi anni gran parte della credibilità che vantava sotto forma dogmatica nel secolo scorso. La revisione scientifica ha sancito l’inattendibilità della sperimentazione su animali per l’uomo”. P. Sandercocke I. Roberts, Lancet 2002.

Analoghe considerazioni sono state fatte, alla fine del secolo scorso, anche dal professor Umberto Veronesi: “Gran parte delle ricerche sul cancro…è stata svolta su animali da laboratorio. Si sperava di ottenere un modello sperimentale che riproducesse nell’animale le condizioni di sviluppo dei tumori umani e quindi di trasferire all’uomo i risultati ottenuti. Ma intorno agli anni sessanta ci si è resi conto che questa seducente ipotesi di lavoro non era realizzabile. I tumori dei topi, dei ratti, dei polli, o delle cavie sono sostanzialmente diversi da quelli dell’uomo; diverso è il loro modo di formarsi, di accrescersi, di metastatizzare. Perciò, nonostante l’enorme mole di informazioni apprese, l’utilizzazione in campo umano era trascurabile. Era dunque necessario trasferire le ricerche direttamente sui tumori dell’uomo…”. Affermazione riportata in Cancro: un male evitabile, G. Tamino, ed. Cosmopolis, 2006.

“I rischi di tumore determinati da sostanze tossiche si studiano con esperimenti su topi e ratti, e il 42% delle sostanze finora esaminate si è rivelato positivo nel topo e negativo nel ratto, oppure il contrario. Quindi se due animali strettamente imparentati e di vita breve come il topo e il ratto forniscono risposte completamente diverse, se ne deve dedurre che la trasposizione dei risultati all’uomo è estremamente opinabile”. Affermazione di Bruce N. Ames, Presidente della Facoltà di Biochimica dell’Università di California, 1987.

3) “Test di cancerogenicità condotti nel topo e nel ratto forniscono talvolta risultati contrastanti nelle due specie. Perciò si suppone che l’organismo umano possa mostrare risultati differenti da quelli di organismi da esperimento. In secondo luogo, se ci sono prove che un composto sia mutageno (ed eventualmente cancerogeno) anche nell’uomo, non è detto che la potenza del composto, dosata su animali, sia la stessa nell’uomo. Per questo motivo i dati estrapolati dagli animali. ad esempio la valutazione del rischio di cancerogenicità, sono da considerarsi indicazioni molto grossolane. Solo l’osservazione sull’uomo può fornire indicazioni sicure per la valutazione e la prevenzione del rischio umano”. Trattato di genetica UTET (autori: Curtoni, Dallapiccola, De Marchi, Mattinz, Momigliano Richiardi e Piazza, 1991).

“Anche quando un composto è cancerogeno sia nell’uomo che in una specie animale, la sua cancerogenicità può manifestarsi in modi e parti del corpo diversi. La benzedrina, per esempio, causa tumore alla vescica negli umani, tumore al fegato nei criceti e tumori alle orecchie nei ratti”. Cancro: un male evitabile G. Tamino, ed. Cosmopolis, 2006.

“…uno studio sulla nutrizione, della durata dell’intera vita, su ratti e topi, sembra avere meno del 50% di probabilità di rintracciare cancerogeni umani noti. Sulla base della teoria della probabilità , sarebbe stato meglio lanciare in aria una moneta”. David Salsburg The Lifetime Feeding Study in Mice and Rats – An Examination of Its Validity as a Bioassay for Human Carcinogens, Oxford University Press 1983.

“I cancri provocati mediante impianto o iniezione nell’animale non possono in nessun caso, né per la causa né per l’effetto, essere paragonati a quelli dell’uomo”. Dichiarazione rilasciata nel 1986 dal professor Iain F.H. Purchase, presidente della British Toxicology Society e vincitore nel 2004 del premio IUT, International Union Of Toxicology.

“I cancri da laboratorio non hanno nulla a che vedere con quelli naturali dell’uomo. Le cellule tumorali umane non sono estranee all’organismo che le ospita. Il cancro umano differisce profondamente dai tumori artificiali provocati dagli esperimenti nei laboratori”. Dichiarazione rilasciata dal famoso virologo Albert Sabin in occasione di una conferenza tenuta nel giugno 1978 a Napoli.

“In molti casi sono stati innestati nei topi, per studiare possibili medicinali anticancro, tumori umani, ma il risultato è stato quello di ottenere farmaci efficaci a guarire i topi ma non l’uomo”. T. Gura. Science. 1997).



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Confessioni di un ex-dirigente di Big Pharma

Fonte:
http://www.mentereale.com/articoli/conf ... big-pharma

di Massimo Mazzucco

John Rengen Virapen ha fatto carriera nel mondo dell’industria farmaceutica. Partito come semplice rappresentante di medicinali, è arrivato a dirigere la filiale svedese della Eli Lilly, uno dei colossi farmaceutici mondiali che compongono la cosiddetta Big Pharma.

Dopo aver vissuto una vita da nababbo, dove nessun lusso gli era negato, Rengen è andato in pensione, si è sposato ed ha avuto un figlio. Solo vedendo il modo in cui la medicina ufficiale trattava suo figlio – racconta lui – si è reso conto della mostruosità di un meccanismo criminale di cui lui stesso aveva fatto parte per 35 anni.

Da qui il suo pentimento, e la decisione di denunciare pubblicamente (tramite un libro e una serie di conferenze) la vera natura dell’industria farmaceutica.






Naturalmente, ci si domanda quanto difficile fosse per Rengen individuare questa natura già dieci o venti anni prima, e perchè mai abbia dovuto aspettare l’età della pensione per riuscire a vederne gli aspetti negativi. Ma a noi non interessa dare una valutazione morale di questo personaggio, ci interessa molto di più quello che ha da dire.

E per quanto non aggiunga veramente nulla di nuovo a quanto già sapessimo o sospettassimo, è importante notare che per la prima volta abbiamo la pubblica ammissione di un grave atto di corruzione, a livello governativo, sull’approvazione di un medicinale che ha causato centinaia di migliaia di vittime in tutto il mondo.

Chissà se da noi i medicinali vengono tutti approvati per “libera e responsabile valutazione” da parte degli addetti del ministero?


Grazie ad Atlantotec per la segnalazione.

http://www.luogocomune.net/site/modules ... oryid=3552



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Cita:
junglesoldier ha scritto:

è come se io vado in tv e dico che l'acqua calda è male perchè ti vuole riscaldare


Dipende sempre chi lo dice.[:D]

Se tu dici che un farmaco fà male, chi ti crede? se lo dice un personaggio altolocato di un industria farmaceutica, allora è un altra cosa.



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E' IN ATTO UNA DITTATURA TERAPEUTICA
Di Barbara Boniardi, 1 giugno 2010 - barbara.boniardi@cheapnet.it
http://www.laleva.org/it/2010/06/e_in_a ... utica.html



Cari amici, vi chiedo cortesemente alcuni minuti per leggere quanto segue e se lo ritenete opportuno divulgare a tutti i vostri contatti.

L'8 Maggio (2010) presso l'Aula Magna dell'Università di Bologna si è tenuto un incontro tra i medici e i farmacisti che attuano il Metodo di Bella con lo scopo di fare il punto della situazione.

Io ero presente e da quanto emerso risulta chiaro che è in atto una vera e propria dittatura terapeutica con il controllo, da parte di chi sta ai vertici, di tutto il mercato farmaceutico.

Interessante la testimonianza di un oncologo neo-pensionato che ha fatto luce su come si svolge l'assurdo protocollo nei reparti di oncologia del nostro Paese e le intimidazioni cui sono sottoposti i medici che non si attengono scrupolosamente a tale protocollo.

I medici che hanno scelto di esercitare la loro professione per curare le persone dal cancro (non è così scontato purtroppo che tutti abbiano questa finalità) non possono rimanere inermi nel constatare il pressoché totale fallimento da parte dell'oncologia ufficiale (che impiega la chemioterapia), pertanto cercano di percorrere altre strade.

Secondo dati scientifici ufficiali , documentati e verificabili, non quelli mediatico-televisivi, oggi la guarigione degli ammalati oncologici nei tumori solidi, è indissolubilmente, unicamente e interamente legata al successo della chirurgia, ma questo dato è totalmente censurato nelle statistiche oncologiche diffuse al pubblico.

Una delle massime e più note riviste scientifiche, "Lancet" ha pubblicato tempo fa uno studio sui tumori broncopolmonari inoperabili dal titolo: "Treatment of inoperabile carcinoma of bronchus" firmato da Laing, Berry, Newman. Un gruppo molto importante di pazienti fu trattato con chemioterapia, un altro gruppo identico di controllo è stato trattato solo con farmaci palliativi; questi ultimi pazienti hanno avuto una mediana di sopravvivenza oltre che doppia rispetto a quelli che hanno fatto la chemio. Ma il dato non è pubblicizzato. Quando organizzano le giornate della vita e questue varie non informano la gente di questi dati, il messaggio al pubblico è molto diverso.

Secondo il più ampio e noto studio clinico (condotto su 220.000 pazienti, per 14 anni, e in tutte le forme più frequenti di tumore) pubblicato da Morgan G. e AA The contribution of cytotoxic chemotherapy to 5 year survival in adult malignancies sulla prestigiosa rivista oncologica Clin. Oncol il 16 dicembre 2004 (8): 549-60: la chemio su 100 ammalati di tumore, consente a due, di sopravvivere 5 anni, e all'1% 10 anni. È bene evidenziare che secondo un criterio internazionalmente condiviso al di sotto del 30% di risultati una cura si ritiene inutile. Per l'entusiasmante risultato di una sopravvivenza del 2,3% a 5 anni, lo Stato Italiano spende il 32,37% dell'intera spesa farmaceutica (Rapporto dell'Agenzia Italiana del Farmaco-Registro farmaci oncologici sottoposti a monitoraggio-Rapporto 2007, p. 5).

Il fatturato annuale in Italia della chemio è di 1.341 milioni di euro su 4.142,6 di spesa complessiva per i farmaci. La chemio rappresenta pertanto il 32,37% della spesa di farmaci, anche se su cento ammalati consente solo al 2,3% di raggiungere i 5 anni, dopo di che, Lopez, su "GacMed Mex, 1998, marzo-aprile, 134 (2): 145-5", ha accertato che metà dei pazienti, sopravvissuti a cinque anni, nel lungo termine muore per tumore. È documentata anche l'inaccettabile percentuale di mortalità da chemio denunciata da un'agenzia della Reuters Healt (Wesport, CT 2001-05-17): "Unexspected high mortality rated associated with chemoterapy regimen" ("Non ci si aspettava un tasso di mortalità così elevato associato ai protocolli chemioterapici..."). Il dato è confermato dalla pubblicazione di Gerrard [Br. J. Cancer, 1998, giugno 77 (12) 281-5] con l'11% di decessi, non causati dal tumore ma unicamente da chemioterapia in alcuni protocolli oncologici relativi a malattie linfoproliferative ».

Ho avuto modo di parlarne nei miei convegni e di scrivere un articolo ( ved. Scienza e Conoscenza n. 27 disponibile anche sul mio sito http://www.scienzaespirito.it ) sul Metodo dello scomparso prof. Luigi di Bella, ma da poco ho appreso la reale grandezza di questo meraviglioso uomo, che a suo tempo era stato anche proposto per il Premio Nobel, (a breve potrete leggere nella sua biografia che sta per essere pubblicata, anche la vicenda del Nobel).

Da diversi anni a continuare l'opera del professore è suo figlio, il dottor Giuseppe di Bella, insieme al fratello Adolfo.

Ammiro molto il dott. Giuseppe Di Bella il quale ha il grande merito di aver reso inattaccabile scientificamente il Metodo messo a punto da suo padre (pubblicando sulle riviste internazionali i risultati della sua applicazione); è una persona di grande umanità e umiltà, disposto ad ascoltare e a confrontarsi con i colleghi (perché sempre a differenza dei molti, crede nella sinergia che porta a migliorare continuamente). Le pressioni che riceve continuamente sono davvero troppe da parte di coloro che temono di dover ammettere che il vecchio professore ci aveva visto giusto. Quali altri motivi ci potrebbero essere per un tale accanimento?

Perché un libero cittadino non può scegliere come curarsi?

L'azione mediatica volta a screditare il Metodo presso l'opinione pubblica è stata creata magistralmente, come sapete con quella assurda farsa che è stata la sperimentazione del 1998 ad opera del ministro Bindi.

Perché impedire che i prodotti del MDB vengano dispensati dal Servizio Sanitario Nazionale costringendo i pazienti a pagare cifre così elevate da indurli a desistere dal continuare la Terapia, oppure costringendoli ad andare all'estero per curarsi? Perché è stato posto un divieto ai medici che lavorano in ospedale di prescrivere i farmaci del Metodo di Bella qualora i pazienti lo richiedano?

Come vi avevo comunicato, il 16 Gennaio scorso si è tenuto nella Repubblica di San Marino un interessantissimo Congresso dal titolo "Terapia biologica delle patologie neoplastiche e degenerative" (tutti i riferimenti e gli atti sono sul sito http://www.metododibella.org/ ed anche sul mio sito http://www.scienzaespirito.it).

Il congresso ha voluto, oltre alla presentazione di dati scientifici e clinici, lanciare un segnale, informare documentare e sensibilizzare sul crescente, inarrestabile e avvilente asservimento della medicina al profitto, nell'inerzia e nella totale disinformazione della gente, tenuta all'oscuro da un controllo capillare e da una censura ferrea dell'informazione. Si è arrivati al punto che il medico non può prescrivere mutualisticamente, una serie di prodotti essenziali per la vita del paziente neoplastico, costretto a spese insostenibili , dopo aver pagato come contribuente il diritto alle erogazioni di farmaci essenziali per la sua vita. Non solo, ma ultimamente al medico libero professionista [non inquadrato in enti pubblici, e pertanto soggetto alle linee terapeutiche imposte da commissioni ministeriali di carica politica] viene fatto divieto di prescrivere anche a pagamento e su ricettario libero professionale, farmaci essenziali e spesso urgenti per la vita come i fattori di crescita dei globuli rossi o dei globuli bianchi, che può prescrivere unicamente il medico inquadrato o convenzionato secondo linee ministeriale. La repubblica di San Marino era l'unico luogo dove la Terapia di Bella veniva erogata gratuitamente. Due settimane dopo il congresso, è stata rapidamente organizzata una conferenza del Prof. Veronesi a San Marino. Oggi il Metodo Di Bella non è più erogato dal governo di San Marino ed è venuta meno in questa Repubblica la collaborazione di qualche illustre personalità che aveva dato disponibilità a sostenere il MDB.

Se l'obiettivo reale dei circoli di potere che gestiscono la medicina e il cancro fosse la ricerca di un'efficace terapia del cancro, e non il costante incremento del fatturato delle multinazionali, non si imporrebbero da parte di commissioni ministeriali di carica politica, linee guida e prontuari vincolanti e in gran parte inefficaci. Questa dittatura terapeutica umilia la libertà del medico di prescrivere secondo scienza e coscienza, disattende e ignora in gran parte le evidenze scientifiche reperibili nelle banche dati medico scientifiche mondiali, il Giuramento di Ippocrate, il Codice Deontologico formulato dalla Conferenza Internazionale di Helsinki sulla etica medica, la Codificazione Internazionale della Medicina Basata sull'Evidenza (EBM, pubblicata da Rosemberg sul BMJ).

Il medico non solo può, ma ha il dovere morale, umano, professionale, di applicare in ogni singolo caso e circostanza, il farmaco meno tossico e più efficace, e nessuno Stato, Commissione, Comitato, Agenzia, politico o burocrate ha il diritto di impedirlo.

Questa dittatura terapeutica ignorando una parte rilevante delle indicazioni cliniche certificate dalla ricerca, vanifica quella ricerca stessa di cui ciarlano continuamente e ossessivamente per questue di finanziamenti, e che poi ignorano creando una grave ed evidente frattura tra ricerca e clinica.

Ci sono anche altri modi per curare (come avete potuto apprendere dal Convegno che ho proposto nel 2006) ma il metodo di Bella è, secondo me, uno dei migliori e ritengo vada sostenuto in tutti i modi.

Di seguito potete trovare tutti i riferimenti utili:

Nella sezione " in evidenza" del sito http://www.metododibella.org/ in prima pagina, sono scaricabili tutti gli atti del congresso di S Marino e i video . Su You Tube cliccando " Metodo Di Bella " compaiono una serie di video, il più interessante dei quali è l'intervista al Prof. Peter Freybergh , eminente ricercatore e clinico, noto a livello internazionale, sulle basi scientifiche e le indicazioni cliniche del MDB. Per comprendere la strategia delle varie commissioni ministeriali , la creazione di "Prontuari e Linee guida" vincolanti per i medici, è utile leggere l'articolo della Prof.ssa Marcia Angell "La verità sulle Case Farmaceutiche " (Varie- The New York Review of Books, vol. 56 n.1, del 15 gennaio 2009).

Oltre ai seguenti:

Chemioterapia: lo stato dell'arte... (negli USA !!!)
http://www.metododibella.org/it/mdb/det ... MDB%202008

Sante ( DiBellaInsieme- )

I Bin Laden dell'oncologia
http://www.metododibella.org/it/mdb/det ... MDB%202007

Maurizio Blondet ( EFFEDIEFFE.com- 13/05/2007 )

La logica del profitto contro la razionalità terapeutica
http://www.metododibella.org/it/mdb/det ... MDB%202010

Simone Jacca ( Lucidamente.com- 1/2010 )

IL Metodo Di Bella: conferme cliniche, razionale, meccanismo d'azione
http://www.metododibella.org/it/mdb/det ... MDB%202009

Giuseppe Di Bella ( EFFEDIEFFE.com- 30/6/2009 )

EFFEDIEFFE - Sperimentazione MDB - Evidenze scientifiche e conferme cliniche
http://www.metododibella.org/it/mdb/det ... MDB%202008

Giuseppe Di Bella ( EFFEDIEFFE.com- )

Potete verificare tutte le informazioni che vi ho dato e poi forse tutti insieme possiamo provare a fare qualche cosa come per esempio fare pervenire a organi d'informazione o ministeri il maggior numero di fax o mail.

Grazie per l'attenzione.

Un cordiale saluto.

Barbara Boniardi

Fonte: LiberaMente Servo
http://www.laleva.org/it/2010/06/e_in_a ... utica.html



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cari amici, già parecchi anni fa era successo che...(vedi link)
http://www.lifegate.info/ambiente/artic ... 05&parte=2

il cui libro è in rete

http://www.dmi.unipg.it/~mamone/sci-dem ... sch_IN.pdf
ciao
mauro



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Grazie mauro , i tuoi link sono preziosi, come sempre

da http://www.dmi.unipg.it/~mamone/sci-dem ... sch_IN.pdf
La pretesa di trovare cure per i malanni umani infliggendo deliberatamente torture agli
animali contiene due errori fondamentali: il primo sbaglio consiste nel voler estrapolare all'uomo
risultati ottenuti su altre specie, le quali reagiscono in modo diverso dall'uomo. Il secondo errore
riguarda l'inattendibilità della ricerca sperimentale nel campo della vita organica in sé, che verrà
analizzato nel prossimo capitolo. In questo esaminiamo il primo.
Dato che gli animali reagiscono in modo del tutto differente e spesso opposto all'uomo,
qualsiasi nuovo prodotto o metodo provato sugli animali va sperimentato daccapo sull'uomo,
mediante prove cliniche, con le dovute cautele, prima che vi siano garanzie di sicurezza. Questa
regola non conosce eccezioni. Per cui ogni prova sugli animali non solo rischia di portare a
conclusioni errate, con tutti i pericoli che ne conseguono, ma ritarda e fuorvia la ricerca clinica,
che è l'unica valida.
Nonostante ciò, le autorità sanitarie, formate alla mentalità vivisezionista, le richiedono nella
maggior parte dei paesi, tra cui da pochi anni quelli del MEC, e i produttori di farmaci e
cosmetici le compiono anche quando non richieste, a scanso di responsabilità. Questo spiega la
lunga lista di prodotti perfezionati in laboratorio, ossia ritenuti innocui in base a prove animali,
ma che col tempo si rivelano rovinosi per l'uomo.
Così si va dal Paracetamol, un analgesico per il quale nel 1971 vennero costrette al ricovero in
ospedale in Inghilterra 1500 persone, ai casi più gravi dell'Orobilex, che causò danni renali
mortali rivelatisi solo dopo le autopsie, dell'Isoproterenol, uno spray che uccise migliaia di
asmatici in Europa, America Latina e Australia #151; tanto che il dott. Paul D. Stolley dell'Ospedale
Johns Hopkins parlò del «peggiore disastro da medicinale mai registrato» (Science-Nature
Annual 1973, ed. Time & Life.) #151;, del Talidomide, che produsse 10.000 bambini focomelici, del
Metaqualone, lo psicofarmaco che procurò squilibri mentali tra cui centinaia con esito mortale,
del MEL/29, che causò cataratte, del Cloramfenicolo, responsabile di alterazioni mortali del
sangue, dello Stilbestrolo rivelatosi causa di cancri. In verità è ingiusto fare solo pochi nomi. Se
ne dovrebbero fare migliaia. Lo scandalo dei farmaci sul prontuario dell'INAM, di recente
memoria, è stato sbandierato a sufficienza da tutta la stampa italiana. Comunque il fenomeno non
ha frontiere.
Naturalmente la fallacia del metodo si esprime anche in senso inverso, precludendo l'impiego
di farmaci benefici. C'è il grande esempio della penicillina, che non sarebbe mai entrata in uso se
prima che sull'uomo la si fosse sperimentata sulle cavie, poiché queste ne rimangono fulminate.
Molti estrogeni sintetici, che non danneggiano il fegato dell'uomo, distruggono il fegato dei gatti,
che pure ha. proprietà antitossiche di gran lunga superiori al nostro; ma poi si sono dimostrati
mortali per l'uomo per altri versi.
Esistono bacche di bosco letali per l'uomo, ma gli uccelli se ne nutrono. Una dose di
belladonna che ucciderebbe un uomo non nuoce né al coniglio né alla capra. Cavie e scimmie
sopportano la
stricnina, l'uomo no. Il calomelano, che non influisce sulla secrezione di bile nel cane, può
triplicarla nell'uomo. Per contro la digitalina, che alza pericolosamente la pressione nel cane, non
influisce su quella dell'uomo.
La datura e il giusquiamo sono veleni per l'uomo, ma cibo per la chiocciola. L'amanita
falloide, un fungo di cui basta una dose minima per distruggere un'intera famiglia umana, può
essere consumata impunemente dal coniglio, uno degli animali preferiti dagli sperimentatori.
Il porcospino può ingoiare in una sola volta senza danno tanto oppio quanto un drogato
abituale ne può fumare in due settimane, e innaffiarlo con tanto acido prussico da avvelenare un
reggimento. Lo stesso acido prussico, di cui una sola goccia è letale per l'uomo, lascia
indifferenti i rospi e le pecore anche in grosse quantità.
Il cianuro di potassio, per noi letale, lascia indifferente la civetta, ma una delle nostre zucche
di campo può mettere in stato di grave agitazione un cavallo. Una dose di oppio che ucciderebbe
un uomo può essere data impunemente ai polli e ai cani.
È molto difficile addormentare un gatto con l'etere, ma una volta addormentato è facilissimo
che il gatto ne muoia. Il cloroformio è talmente tossico per i cani che, essendo stato provato
prima di tutto su di essi (dal francese Flourens), il suo impiego sull'uomo fu ritardato di
moltissimi anni. La morfina, che calma e anestetizza gli uomini, causa eccitamento maniacale nel
gatto e nel topo, pecore e maiali ne vengono stimolati anziché depressi, e i cani possono
sopportarne dosi 50 volte maggiori di un uomo senza avvertire alcun effetto. Viceversa il succo
di limone è veleno per conigli e gatti, le mandorle sono veleno per le volpi, il prezzemolo è
veleno per i pappagalli.
L'alcool è un veleno universale, tranne che per l'uomo. I maiali sono immuni da quasi tutti i
veleni, tranne che dall'alcool. All'uomo non è trasmissibile la gastroenterite virale che falcia la
maggior parte dei gatti in tenera età, né il cimurro che fa strage di cani ; per contro gli animali
sono immuni dalle più gravi infezioni a cui vanno soggetti gli esseri umani. Perfino le pulci
conoscono la differenza tra cane e uomo, e quelle dell'uno rifiutano l'altro.
Il Talidomide, che fece nascere 10.000 bambini deformi oltre a causare nevrite periferica
irreversibile in innumerevoli adulti, è sostanza totalmente innocua per quasi tutte le specie di
animali; invece la comune aspirina, che da un secolo l'umanità consuma a tonnellate, causa
nascite deformi nei ratti. I fabbricanti dell'Entero-Vioformio, tanto usato dagli uomini,
raccomandano di non somministrarlo agli animali domestici, per i quali può risultare mortale.
Il Tuberkulin di Koch, nel quale per molti anni il mondo si era illuso di avere ottenuto un
vaccino contro la tubercolosi perché guariva la tisi nelle cavie, si dimostrò invece capace di
scatenarla nell'uomo. Parimenti l'Uretano, finora il farmaco più usato per prolungare la vita dei
malati di leucemia, malattia del sangue considerata di natura cancerosa, ha l'effetto opposto sugli
animali da esperimento, nei quali provoca il cancro anziché arginarlo.
Si potrebbe andare avanti così riempiendo volumi interi, ma è da ritenere che chiunque non
sia un maniaco della vivisezione abbia ormai capito che sarebbe difficile trovare un metodo di
ricerca più assurdo e meno scientifico.
Inoltre l'angoscia e le terribili sofferenze degli animali strappati al loro ambiente abituale,
terrorizzati dalle scene di laboratorio e dalle brutalità cui vanno soggetti, ne alterano talmente
l'equilibrio mentale e le capacità di reazioni organiche da falsare a priori qualsiasi risultato.
L'animale da laboratorio è un mostro, reso tale dagli sperimentatori. Fisicamente e mentalmente
esso ha ben poco in comune con un animale normale, e tantomeno con un uomo.



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MessaggioInviato: 04/06/2010, 21:23 
cara Bliss,
ho potuto trovare i link ,poichè il libro citato , l'IMPERATRICE NUDA
la posseggo in "formato cartaceo", acquistato all'epoca, mi ero iscritto a Medicina a Torino, e sebbene fossi già orientato alla medicina"alternativa", volevo avere un "certificato ufficiale" che mi permettesse di esercitare, ma non ce l'ho fatta, per i motivi esposti nel libro che ho potuto provare di persona [xx(]
All'epoca era un "best seller", ma ,come dice il primo link :
Cita:
Per la scorsa generazione, Ruesch era un celebre scrittore da milioni di copie. Oggi nessuno ne ricorda il nome, nessuno.


e anch'io pensavo che dopo pochi anni "la gente avrebbe capito"
invece...ultimamente ho potuto capire , anche grazie al web, come agisce "la disinformazione" [V]
ciao
mauro



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MessaggioInviato: 04/06/2010, 21:41 
Non ci resta che sperare per il futuro allora e nel frattempo cercare di informarsi il più possibile... Quale medicina hai studiato mauro [:)]?



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MessaggioInviato: 04/06/2010, 21:56 
cara Bliss,
naturalmente, penso che intendi ..dopo aver abbandonato gli studi di medicina e chirurgia all'università?(cosa di cui non sono affatto pentito [;)])
Ho "vagliato" diverse discipline, in particolare la "macrobiotica"
ciao
mauro


Ultima modifica di mauro il 04/06/2010, 21:56, modificato 1 volta in totale.


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MessaggioInviato: 04/06/2010, 22:10 
Ci riprovano.


Sentito alla radio. "previsto nuovo picco dell H1N1 a Luglio di quest' anno".



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IL TRADIMENTO DELLA MEDICINA

Kancropoli e-book
http://www.scribd.com/doc/20627526/Kank ... del-cancro


Intervista ad Alberto Mondini, autore di "Kankropoli" e "Il tradimento della medicina".
http://www.nexusedizioni.it/apri/Argome ... a-medicina?

M.M. - Se lei dovesse presentarsi a chi non la conosce, come si definirebbe?

A.M. - Sostanzialmente, sono uno scrittore. Ho iniziato, molti anni fa, come naturopata, nel senso che mi interessavo di cure e rimedi naturali.

M.M. - Lei è medico?

A.M. - No. Non sono nemmeno laureato. Ho la maturità scientifica.

M.M. - Quindi la naturopatia non ricade fra le specializzazioni mediche?

A.M. - No, ufficialmente no. La posizione del naturopata infatti è molto controversa, nel senso che vive costantemente con questa spada di Damocle sulla testa: oggi può essere lasciato in pace, domani può essere denunciato con una scusa qualunque, dal primo imbecille che sostenga di essere stato truffato da lui.

M.M. - Ma il naturopata può scrivere ricette mediche?

A.M. - No, assolutamente no. Il naturopata può al massimo dare “consigli sullo stile di vita“, basandosi su certe conoscenze che ha acquisito personalmente. Quindi, se proprio vogliamo cercare un’etichetta, diciamo che io potrei essere considerato un “divulgatore scientifico”.

M.M. - Come Piero Angela, praticamente!

A.M. - (Ride) Più o meno. In realtà, nel momento in cui ho iniziato a interessarmi seriamente della questione medica …

… ho dovuto abbandonare l’attività di naturopata, proprio perchè sarei diventato un bersaglio fin troppo facile per i miei nemici.

M.M. - A quanto mi risulta, però, di problemi ne ha avuto comunque.

A.M. - I primi problemi sono iniziati nel 1992, quando ho aperto la ARPC. La sigla sta per Associazione per la Ricerca e la Prevenzione del Cancro.

M.M. - Come le è nata questa idea?

A.M. - Succedeva che dal mondo della naturopatia mi arrivavano sempre più spesso messaggi che si potesse fare qualcosa di valido contro il cancro. In quel periodo ovviamente ero ancora molto ingenuo, e non mi rendevo conto della vastità degli interessi che sarei andato a toccare, per cui mi sembrò la cosa più ovvia del mondo fondare una associazione che raccogliesse fondi per finanziare la ricerca sulle cure naturali per il cancro. Naturalmente, mi trovai subito di fronte ad una sequela di problemi praticamente ininterrotta. Niente di clamoroso, devo dire, nel senso che non sono mai finito in galera nè niente di simile, ma era una lotta costante, quotidiana, e dal tipo di ostacoli che mi si presentavano capii molto presto che quello del cancro non è un problema scientifico, ma politico.

M.M. - Di che tipo di ostacoli parla, esattamente?

A.M. - Sul sito esiste una pagina apposita, in cui riassumo i più importanti. Così chi vuole può toccare con mano fino a che punto possa arrivare la cialtroneria di una certa giustizia, quando vuole essere usata per scopi distorti. In ogni caso, si trattava di una serie di accuse, di calunnie, di querele assolutamente infondate, fatte sia tramite i media che direttamente da parte di autorità dello Stato. Il tutto era inteso a costruire di me una immagine di truffatore, al quale ovviamente “non si possono affidare dei fondi destinati alla ricerca sul cancro”. Ci ho messo svariati anni a uscire da quel pantano, e per quanto io oggi possa vantare un certificato penale assolutamente intonso, la campagna denigratoria fu sufficiente a rovinarmi la reputazione – e la vita, direi - per molti anni.

M.M. - Chissà perchè, la cosa non mi suona affatto strana.

A.M. - E’ la tecnica classica. Denigrazione, attacchi personali, insinuazioni, derisione, calunnie. Dài e dài, e per quanto tu ti difenda con tutte le forze, alla fine qualcosa resta comunque. E’ una tecnica che ha sempre funzionato, e continuerà a funzionare finchè la gente crederà a quello che legge sui giornali.

M.M. - A quel punto, cosa ha fatto?

A.M. - A quel punto ho voluto vederci più chiaro. Non riuscivo ancora a capire fino in fondo le ragioni di una tale ferocia contro di me, ed ho iniziato ad approfondire meglio certe problematiche. Fu così che nacque “Kankropoli”.

M.M. - Un libro che “fece il botto”, se non sbaglio.

A.M. - No, purtroppo non fece nessun botto. Anzi, uscì da un piccolo editore, che ne stampò pochissime copie, e fu completamente ignorato dai media tradizionali. E rimasi insoddisfatto, perché non riuscivo a diffonderlo. Nel frattempo però nasceva Internet, ed io iniziavo a rendermi conto della portata di questo nuovo mezzo di comunicazione. Fu così che un giorno decisi di mettere "Kankropoli" online gratuitamente, con la piena libertà di riprodurlo e distribuirlo a piacimento. Fu allora che fece il botto.

M.M. - Infatti, ricordo che fu una delle prime cose che lessi, quando iniziavo ad interessarmi di medicina, e posso tranquillamente dire che mi abbia dato una sveglia di prim’ordine.

A.M. - Infatti, a quel punto cominciai a dare un certo fastidio, anche se per fortuna non ebbi più i problemi degli anni precedenti.

M.M. - La ARPC continua anche oggi a raccogliere fondi per la ricerca sul cancro?

A.M. - No, ho dovuto smettere. (Ride) Sarà per quello che mi lasciano stare.

M.M. - Quindi lei di cosa si occupa oggi, principalmente?

A.M. - Diciamo che mi occupo di diffondere un certo tipo di informazione che possa aiutare la gente che ne ha bisogno. Studio, approfondisco - per quel che sono le mie capacità - e diffondo. In particolare, promuovo quella che chiamano medicina ortomolecolare. In realtà iniziai a promuoverla 7 anni fa, quando in Italia nemmeno si sapeva cosa fosse.

M.M. - Le confesso che io non lo so nemmeno oggi.

A.M. - La medicina ortomolecolare si basa, sostanzialmente, sull’assunzione di grandi dosi di vitamine. Per capire di cosa si tratti bisognerebbe partire dagli ultimi studi di Linus Pauling…

M.M. - Il promotore della vitamina C…

A.M. - Esatto. Ma più che promuovere la vitamina in sè, è la quantità che conta. Gli umani infatti, a differenza delle altre specie animali, non sono in grado di produrre vitamina “C” , e quindi devono assumerla artificialmente. Se ne assumessero la stessa dose media che produce giornalmente un mammifero, che è di circa 10 grammi, l’uomo si risparmierebbe tutti i disturbi cardiocircolatori, ed almeno il 70% dei tumori. Io ho fatto una lotta decennale per diffondere anche in Italia queste informazioni, con conferenze, dibattiti, e pubblicazioni di ogni tipo. E quando finalmente si sono resi conto che, anche grazie ad Internet, la cosa non si poteva più tenere nascosta, l’allora Ministro della Sanità, Sirchia, decise di fare una legge ad hoc, nella quale si stabiliva un tetto massimo di dose vitaminica per gli integratori alimentari.

M.M. - Cioè?

A.M. - Cioè, in base a quella legge non si possono mettere sul mercato integratori alimentari che contengano una dose giornaliera di vitamina "C" superiore ai 180 milligrammi.

M.M. - Facevano prima a scrivere “è proibito guarire”, e la finivano lì.

A.M. - Infatti. Ma la cosa più scandalosa è che questo concetto è stato poi ripreso ed esteso a tutto il Codex Alimentarius. Io conosco molto bene le limitazioni imposte dal Codex ai vari prodotti vitaminici, e devo dire che sono assolutamente criminali, visto che queste sostanze sono, nella stragrande maggioranza, del tutto innocue.

M.M. - Ma allora, con quale scusa vengono proibite?

A.M. - Non vengono proibite, ma limitate. Lo fanno con la scusa di proteggere le tasche del cittadino. In fondo, dicono, 180 milligrammi sono più che sufficienti, quindi perchè andare a pagare di più per qualcosa che non serve?

M.M. - Ma quanto riescono ad essere gentili, certe volte! Le case farmaceutiche, che hanno praticamente dettato ogni virgola del Codex, hanno pensato prima di tutto a proteggerci da loro stesse.

A.M. - Ma non basta. Ormai in rete è partita una vera e propria guerra alla vitamina “C”, e si trovano quintali di pagine piene zeppe di calunnie contro il suo utilizzo. Pensi, hanno fatto addirittura una ricerca in cui “dimostrano” che chi prende la vitamina C sta peggio… Io invece faccio parte di un gruppo di persone che la assume regolarmente da anni, e posso testimoniare di guarigioni eccezionali, su tutti i fronti, dall’osteoporosi all’arteriosclerosi. La vitamina “C” è inoltre un anti-infettivo eccezionale: chi la prende in giuste dosi non ha più influenze, raffreddori, malattie infettive… Funziona anche come antidoto universale, ad esempio contro i pesticidi, oppure contro i morsi di serpente.

M.M. - Ora capisco la necessità di fare quelle leggi.

A.M. - Certo. Però, a furia di studiarci, siamo anche riusciti a trovare un sistema per aggirarle.

M.M. - E cioè?

A.M. - La Vitamina “C” si può anche acquistare come materia prima, e quindi può essere venduta a chili.

M.M. - A chili?

A.M. - Sì. Pensi al paradosso: io non posso venderle una pillola che ne contenga più di 180 milligrammi, ma posso venderle un intero sacco di vitamina “C”.

M.M. - Legalmente?

A.M. - Certo, legalmente. La vitamina “C” è un prodotto che viaggia con una scheda tecnica internazionale, su cui c’è scritto che è una sostanza assolutamente innocua, per cui non possono in alcun modo proibirne la vendita. Non hanno appigli, in quel senso. In realtà però a loro non interessa se una persona su diecimila si compra il sacco di vitamina C, a loro interessa la massa, che queste cose non le sa.

M.M. - Il suo ultimo libro parla anche di questo?

A.M. - Il mio ultimo libro, che si intitola “Il tradimento della medicina”, tocca diversi argomenti, e in particolare approfondisce gli aspetti storici che ci hanno portato alla situazione odierna, in cui la medicina ufficiale non solo non desidera in alcun modo trovare cure per i malati, ma fa di tutto per sopprimere qualunque nuova cura potenziale che compaia all’orizzonte, specialmente se di tipo naturale.

M.M. - Anche questo è scaricabile liberamente?

A.M. - Sì. Lo trova sul nostro sito. Poi, se uno vuole, è sempre libero di fare un’offerta.

M.M. - Un’ultima domanda, se permette: perchè un signore “qualunque” come lei, che non è nemmeno medico, si sveglia un mattino e decide di dedicare il resto della sua vita a questo tipo di battaglia, che di certo non è destinata a regalarle gloria e celebrità?

A.M. - Mah, è una domanda che in realtà non mi sono mai posto. Diciamo, semplicemente, che non potrei non farlo. Una volta che si viene a conoscenza di certi meccanismi e di certe realtà, secondo me si ha il dovere di farlo sapere al massimo numero di persone possibile.

Intervista di Massimo Mazzucco per luogocomune.net

(L'intervista non è ancora stata revisionata, e potrà subire qualche modifica nel corso della giornata).

http://www.nexusedizioni.it/apri/Argome ... a-medicina?



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