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 Oggetto del messaggio: Re: Il topic delle buone notizie.
MessaggioInviato: 30/08/2015, 18:16 
cari amici,
Eni, scoperto immenso giacimento di gas al largo dell'Egitto: soddisferà la domanda per decenni..

http://www.msn.com/it-it/notizie/mondo/ ... ar-AAdKQls

ciao
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 Oggetto del messaggio: Re: Il topic delle buone notizie.
MessaggioInviato: 30/08/2015, 19:07 
mauro ha scritto:
cari amici,
Eni, scoperto immenso giacimento di gas al largo dell'Egitto: soddisferà la domanda per decenni..

http://www.msn.com/it-it/notizie/mondo/ ... ar-AAdKQls

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 Oggetto del messaggio: Re: Il topic delle buone notizie.
MessaggioInviato: 31/08/2015, 00:09 
Atlanticus81 ha scritto:
mauro ha scritto:
cari amici,
Eni, scoperto immenso giacimento di gas al largo dell'Egitto: soddisferà la domanda per decenni..

http://www.msn.com/it-it/notizie/mondo/ ... ar-AAdKQls

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Caos in Egitto per deporre il Presidente vicino a Mosca in 3,2,1...



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 Oggetto del messaggio: Re: Il topic delle buone notizie.
MessaggioInviato: 31/08/2015, 01:43 
Atlanticus81 ha scritto:
mauro ha scritto:
cari amici,
Eni, scoperto immenso giacimento di gas al largo dell'Egitto: soddisferà la domanda per decenni..

http://www.msn.com/it-it/notizie/mondo/ ... ar-AAdKQls

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hahahah ho pensato la stessa cosa....

Attacco ISIS a breve.... povero museo egizio :°



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 Oggetto del messaggio: Re: Il topic delle buone notizie.
MessaggioInviato: 15/09/2015, 18:13 
http://www.msn.com/it-it/notizie/video/ ... ocid=wispr

quando navigare fra cetacei non puo' essere conveniente..... [;)] [^]


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 Oggetto del messaggio: Re: Il topic delle buone notizie.
MessaggioInviato: 22/09/2015, 18:30 
ubatuba ha scritto:
Immagine

L'equipe medica del Research, Rescue and Rehabilitation center alla Pamukkale University in Denizli, Turkey, hanno permesso a questa tartaruga marina di 45kg di poter vivere e tornare in mare in totale autonomia grazie alla ricostruzione con 3D printer del becco. Infatti attraverso una scansione HD della testa del rettile è stato possibile ricostruire la parte che, a seguito di un incidente, era venuta a mancare. Una operazione simile, di protesi tramite stampa 3D per un'altra tartaruga di nome Cleopatra, è stata la ricostruzione del carapace (deterioratosi) da parte gli studenti della Colorado Techical University

https://www.facebook.com/Link2Universe/ ... =1&theater



La verità sul pesce 'atomico' di Fukushima: ricercatore svela il segreto 8/14

Gli erano bastate poche ore, la scorsa settimana, per diventare una piccola celebrità del web: le immagini del pesce gigantesco arrivate dal Giappone avevano fatto il giro del mondo mettendo in allarme su una possibile alterazione genetica causata dalle radiazioni sprigionate dalla centrale nucleare di Fukushima.

Niente di più falso. A smentire la notizia ci ha pensato lo stesso Hiroshi Hirasaka, pescatore e ricercatore, l'uomo che si era fatto immortalare con il grosso esemplare in mano e che ha fatto dello studio di specie rare e particolari il suo lavoro a tempo pieno.



Nonostante le dimensioni, il pesce lupo (Anarhichas orientalis) è una specie comune al largo della costa di Hokkaido, l'isola più settentrionale del Giappone, e non ha nulla a che vedere con le radiazioni nucleari. Il primo a essere preoccupato per la notizia che si stava diffondendo a macchia d'olio è stato lo stesso Hiroshi che aveva twittato fiero ed orgoglioso la sua cattura: ben presto, tuttavia, la sua felicità si è trasformata in sconforto quando ha visto che le immagini potevano generare il panico in giro per il mondo.
Il pesce atomico© Leggo.it Il pesce atomico

«Questo pesce è stato nelle acque di Hokkaido chissà per quanto tempo, quindi non è possibile che possa essere stato contaminato dalle radiazioni – ha detto Hiroshi a Motherboard - Le creature diventano enormi solo nel mondo della fantascienza, e noi non viviamo nel mondo di Hulk o Godzilla. La gente in Giappone è abituata a vedere pesci così negli acquari, ma molte persone probabilmente non li conoscono. Non so se sia stato uno scherzo, ma ero triste al pensiero che in molti abbiano pensato che fosse così a causa delle radiazioni nucleari. Voglio soltanto che la gente abbia informazioni corrette».

A svelare il “mistero” ci aveva pensato, infatti, lo stesso Hiroshi che poche ore dopo che il “pesce radioattivo” aveva fatto il giro del mondo si era apprestato a precisare che quelle che sembravano dimensioni spropositate erano frutto di una distorsione prospettica: l'obiettivo troppo vicino al soggetto ritratto avevano fatto apparire l'animale «più grande e più strano di quanto in realtà non fosse».

Hirasaka, che ha una laurea in biologia marina e scienze ecologiche, è un ricercatore e un giornalista: nei primi tempi ha iniziato a scrivere su un blog presentando al mondo gli animali più strani nei quali si era imbattuto, ma poi ha deciso di fare della ricerca di creature più particolari il suo lavoro full time. Ha una passione per le specie considerate di nicchia e, per comprenderle meglio, le cattura, le studia e poi le consuma. «Ci saranno sempre scrittori che riporteranno le fattezze delle splendide creature di questo mondo – ha continuato Hiroshi - ma voglio che altre persone si appassionino e capiscano il fascino degli esemplari più brutti».

Nel 2014, il ricercatore aveva pubblicato un libro di ricette su come poter cucinare specie strane: tuttavia, la sua politica è quella di non catturare esemplari di specie rare a rischio estinzione. Se finiscono nella sua rete, infatti, li lascia andare. «Il pesce lupo - ha concluso Hiroshi - è una specie abbondante che i pescatori a Hokkaido non catturano. Anche se ha il sapore di merluzzo, non viene messo in commercio: le persone in questa regione preferiscono pesci più saporiti come il salmone».

http://www.msn.com/it-it/notizie/mondo/ ... ocid=wispr

di atomico c'era solo la bufala...... [:246] [:246]


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 Oggetto del messaggio: Re: Il topic delle buone notizie.
MessaggioInviato: 22/09/2015, 20:24 
Ma io l' avevo pensato subito, solo che non l' ho detto per mancanza di certezze...

Ancora una volta (quante volte dovrò ripeterlo prima che vi entri in quella zucca traumatizzata dai film di Hollywood):

Immagine



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 Oggetto del messaggio: Re: Il topic delle buone notizie.
MessaggioInviato: 22/09/2015, 20:35 
Cita:
Scacco italiano alla morte improvvisa, guarita la sindrome di Brugada

Successo italiano senza precedenti al mondo nella lotta alle aritmie cardiache maligne responsabili della morte improvvisa, un fulmine a ciel sereno che solo nel nostro Paese uccide almeno 50 mila persone all'anno. Vite stroncate sul nascere, a volte sotto i riflettori di una partita di calcio come è capitato al centrocampista Piermario Morosini, 25 anni, crollato in campo il 14 aprile 2012 al 31esimo minuto di Pescara-Livorno. Displasia aritmogena del ventricolo destro il nome del killer inchiodato dall'autopsia, una patologia genetica 'cugina' della Sindrome di Brugada che oggi trova alle porte di Milano una cura definitiva. Venticinque pazienti guariti, liberati per sempre dall'angoscia di svegliarsi ogni giorno sapendo di portare nel petto una bomba a orologeria. Vivono così oltre mezzo milione di connazionali, molti dei quali malati senza saperlo.

L'autore della scoperta destinata a entrare nella storia della medicina si chiama Carlo Pappone, nome ben noto alla comunità aritmologica mondiale: in curriculum 150 mila cuori operati, 295 pubblicazioni, 12 mila citazioni, impact factor superiore a 1.200. Beneventano, classe 1961, dal 1 marzo dirige l'Unità operativa di Elettrofisiologia e Aritmologia dell'Irccs Policlinico San Donato, inaugurata oggi alla presenza del governatore della Regione Lombardia Roberto Maroni e del cardiologo spagnolo Josep Brugada. Nel 1992 è stato lui, insieme al fratello Pedro, a fornire sul 'Journal of American College of Cardiology' la descrizione più completa della sindrome che porta il cognome di famiglia e causa il 15-20% delle morti improvvise fra gli under 40.

E ora è proprio Brugada a firmare insieme a Pappone l'articolo della svolta, che apparirà in ottobre su 'Circulation EP' dopo un'anticipazione pubblicata in agosto sulla versione online della rivista. Una tecnica di ablazione 'al bersaglio', che con una corrente elettrica a radiofrequenza brucia selettivamente le cellule cardiache responsabili della patologia genetica ereditaria, dopo averle individuate attraverso un mappaggio elettromagnetico del ventricolo destro. Quattordici i pazienti protagonisti dello studio, maschi come praticamente tutti i malati di Brugada, età media 39 anni, già portatori di un defibrillatore impiantabile. Dal giorno dell'intervento (il primo è stato eseguito lo scorso novembre) hanno l'elettrocardiogramma normale e nessun segno clinico di malattia, e possono sperare nell'espianto del defibrillatore. I medici lo ritengono fattibile "dopo un anno senza sintomi e con Ecg normale".

Per gli esperti non si può che chiamarla "rivoluzione". La notizia, afferma Pappone, "sarà molto importante per tutti quei pazienti che, consapevoli di avere la Sindrome di Brugada, vivono nel terrore delle conseguenze della loro malattia. Altri tentativi per eliminarne i sintomi, e in particolare le aritmie, erano stati eseguiti nel passato con buona percentuale di successo. Ma non avevano come obiettivo l'eliminazione completa della malattia. Questo - precisa l''elettricista del cuore' - è il primo studio al mondo in cui una malattia genetica può scomparire applicando una speciale corrente elettrica attraverso un sondino che raggiunge la superficie del ventricolo destro".

L'intervento è in anestesia generale e prevede un ricovero di 3-4 giorni. "Con un ago, pungendo la parte inferiore dello sterno - spiega Pappone - introduciamo un sondino che viene spinto fino a raggiungere la superficie esterna del cuore (l'epicardio) e ne rileva i segnali elettrici. In questo modo ricostruiamo l'anatomia e l'attività elettrica dell'organo, individuando con precisione il punto esatto del ventricolo destro in cui si esprime la malattia. Quella è la zona da bruciare" e a seconda dei casi può essere più o meno estesa: "Da alcuni centimetri quadrati a molti, fino ad arrivare a un terzo dell'intero ventricolo. In base all'estensione della patologia potranno quindi essere necessarie da 5 a 30 applicazioni di energia a radiofrequenza. Nelle forme più aggressive, poi, oltre alla Brugada possiamo trovare una displasia del ventricolo destro. Nel 15% dei pazienti le 2 condizioni coesistono e si potenziano l'una con l'altra, aumentando ulteriormente il rischio di morte improvvisa".

Dei 25 guariti (dopo i 14 casi pubblicati gli interventi sono proseguiti), 8 sono stati operati nel Ravennate al Maria Cecilia Hospital di Cotignola, dove Pappone ha lavorato prima di arrivare a San Donato Milanese e dopo gli anni trascorsi all'Irccs San Raffaele di Milano. Gli altri 17 sono stati curati al Policlinico San Donato dove tutta l'équipe del medico si è trasferita. "La tecnica che abbiamo messo a punto - puntualizza l'ideatore - richiede mezzi (l'intervento costa all'ospedale circa 10 mila euro a fronte di un rimborso regionale-Drg di 6 mila, quindi vuol dire che per ogni procedura perdiamo 4-5 mila euro), ma soprattutto esperienza e competenza. La nostra intenzione, dunque, è quella di creare un centro di eccellenza per la diagnosi e la cura della Sindrome di Brugada. Un polo per attrarre pazienti da tutto il mondo".

I numeri non sono piccoli. "In Europa la Sindrome di Brugada ha una diffusione relativa - riferisce Pappone - e in Italia si stima nascano da 0,4 a 1,7 bimbi malati ogni 10 mila, con una prevalenza dello 0,7-2,5%. Ma questo dato sale al 6% in Francia, all'11% nelle nazioni del Medio Oriente e al 12% in Thailandia".

I 'bambini Brugada' vengono alla luce con dentro "un orologio che indica l'ora in cui il loro cuore un giorno si fermerà, e la grande sfida è identificarli prima che accada. Dei pazienti italiani, uno su 3 è ad alto rischio di morte improvvisa e un terzo di questi non sa di avere la patologia. O perché non ha mai fatto un Ecg, o perché inizialmente nel tracciato l'alterazione non compariva. Oppure perché la prima manifestazione clinica della malattia è stata la morte per arresto cardiaco". Una verità scoperta troppo tardi, magari da una scritta sull'autopsia.

"In genere - continua lo specialista - questi pazienti muoiono in concomitanza con una febbre alta, una malattia infettiva o un''overdose' alimentare. La malattia è scritta nel Dna e in particolare è legata al sesso maschile. Tanto che in alcuni Paesi del mondo, ad esempio in Thailandia o nelle Filippine, quando in una famiglia segnata da altri casi di morte improvvisa viene alla luce un maschietto lo vestono da femmina". Un disperato tentativo di 'depistare' la sorte, di sfuggire a quella che si considera "una maledizione, una malattia oscura. La Brugada è infatti una patologia autosomica dominante, il che vuol dire che se il padre ce l'ha anche il figlio ha il 50% di probabilità di soffrirne".

"Oggi siamo in grado di identificare solo un gene responsabile, positivo nel 25% pazienti - prosegue Pappone - ma resta scoperto l'altro 75% e l'ipotesi è che siano coinvolti tanti punti del Dna. In molti casi alla Brugada si associano altre patologie come displasie aritmogene o sindromi del QT lungo e corto", con un effetto moltiplicativo sul pericolo di morte improvvisa.

"Finora - ricorda ancora l'esperto - l'unica terapia possibile per i pazienti con una diagnosi era l'impianto di un defibrillatore, una sorta di pacemaker che eroga la sua scarica quando il cuore si ferma". Non una cura bensì un palliativo, il tentativo di prevenire l'irreparabile. "Oggi nel mondo vivono molte migliaia di uomini portatori di un defibrillatore impiantabile perché affetti da Sindrome di Brugada ad alto rischio di morte improvvisa". Per questi, e per l'esercito di malati che ancora devono scoprire di esserlo, è da oggi disponibile la prima vera cura. "L'unica che ha dimostrato di eliminare la patologia" fulminandola al cuore.

Il gol è frutto di un 'assist' Italia-Spagna, la cui traiettoria incrocia anche i Caraibi. "Era un giorno di giugno del 2014 e mi trovavo a Cuba - racconta l''uomo dei 150 mila cuori' - A nche Josep (Brugada, ndr) stava provando a entrare nel Paese dagli Usa, ma ha avuto un problema con il visto. Quando gli hanno riferito che mi trovavo lì mi ha telefonato e la sua chiamata mi ha raggiunto mentre avevo di fianco il ministro degli Interni. Pochi minuti dopo Josep passava la frontiera. Allora gli ho detto che avevo un'idea per guarire la 'sua' sindrome, e che il modo migliore per ringraziarmi sarebbe stato quello di farmi provare. Lui era scettico, ma in ottobre è venuto a Cotignola e ha dovuto ricredersi".

"Ci hanno detto 'è impossibile, non funzionerà mai'. Ma abbiamo lavorato duro e ora, 25 anni più tardi, possiamo dire che con il trattamento messo a punto da Carlo Pappone cambia la storia naturale di una malattia devastante. Devastante per i malati e per le famiglie soprattutto dei pazienti più giovani". E' lo stesso Josep Brugada a parlare di "pietra miliare" e di "svolta" per descrivere il risultato ottenuto con la nuova metodica. Ora, assicura, "questo centro di eccellenza può diventare capofila di un network internazionale che attrarrà pazienti con la sindrome di Brugada da tutto il mondo. Nei loro cuori si potranno eliminare le conseguenze di questa malattia genetica ed è incredibile. Abbiamo messo insieme - spiega - l'esperienza di Pappone nel campo dell'ablazione, che è la numero uno al mondo, con la nostra conoscenza della malattia sul fronte genetico e siamo stati capaci di imprimere una svolta".

"Tutti ci siamo emozionati e abbiamo sentito battere il nostro cuore all'impazzata almeno una volta nella vita - dice Pappone - Ecco, l'aritmia è una malattia misteriosa che non si vede, non si palpa. Il sogno sono diagnosi certe e terapie possibili". Al San Donato, nel nuovo reparto "l'attività è stata organizzata anche come numero di posti letto per poter fare circa 3.500 interventi all'anno - prosegue lo specialista - Adesso applicheremo la tecnica che ci ha permesso di curare la sindrome di Brugada sia su pazienti italiani sia su pazienti che vengono da altri Paesi: da tutto il mondo saranno inviati qui. E poi il passo successivo sarà di insegnare ai medici anche stranieri come eseguire questa procedura. Partirà uno studio a breve".

E "anche se è tutto ancora nuovo, speriamo di poter convincere gli amministratori a modificare la tariffa del Drg perché oggi viene rimborsata circa la metà del costo della procedura", conclude Pappone. "Abbiamo intenzione di fare quello che serve", dichiara il governatore lombardo Roberto Maroni a margine dell'inaugurazione, precisando che "le risorse sono quello che sono, ma la prospettiva è di aumentarle. Tutto passa dai costi standard: se diventano realtà questi problemi si superano. Altrimenti la coperta rimarrà corta e dovremo decidere dove mettere le risorse".


http://www.adnkronos.com/salute/medicin ... Vn51L.html


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 Oggetto del messaggio: Re: Il topic delle buone notizie.
MessaggioInviato: 03/10/2015, 13:29 
Immagine


L'Eternal Flame Fall è una meta nota del Chestnut Ridge Park, New York. La fiamma - che in realtà non è poi così "eternal", ma può essere accesa in ogni momento - è prodotta dalla combustione di metano che fuoriesce dalle fratture della roccia ed è protetta da una piccola grotta che la difende dall'acqua e dal vento.
Si tratta di un fenomeno noto di alcuni depositi sedimentari ricchi in sostanza organica che, dopo la deposizione, lasciano delle "sacche" di gas legati alla decomposizione. Le rocce su cui scorrono queste cascate si sono formate da fanghi di mare basso depositati nel Devoniano superiore, fra 385 e 360 milioni di anni fa, un periodo ricco di vita dopo la comparsa delle prime foreste, dei primi pesci e dei primi animali terrestri.
Non si sa chi sia stato il primo ad accendere la fiamma, ma se passate di lì portatevi un accendino, che non si sa mai

notizia li nk2universe

da notare che pure apoche decine di km da dove abito,sulla sommita' di monte busca,esiste una situazione simile,.......noi lo chiamiamo vulcanetto,si dice che quando questa attivita' momentaneamente cessa,....... scosse telluriche sono in arrivo....... [:305] [:305]


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 Oggetto del messaggio: Re: Il topic delle buone notizie.
MessaggioInviato: 03/10/2015, 19:23 
Un medico italiano è pioniere di innovative ricerche che dimostrano come le cellule tumorali possono essere riprogrammate e riportate a cellule normali utilizzando gli stessi linguaggi della natura. Dopo più di 30 anni di studi molti altri ricercatori internazionali stanno confermando la sua intuizione.

Le cellule possono essere riprogrammate, l’importante è conoscere e saper usare il corretto linguaggio con cui le cellule dialogano tra di loro. Sono queste le conclusioni a cui è giunto 10 anni fa, dopo 20 anni di ricerche, il professor Pier Mario Biava. Temi questi di grandissima attualità, si tratta di uno dei filoni di ricerca oggi più studiato e i lavori di numerosi laboratori in tutto il mondo non fanno altro che confermare quest’intuizione.

L’intuizione di Biava nasce dall’aver osservato come durante le prime fasi dello sviluppo di un embrione, quando sono presenti solo cellule staminali totipotenti, è impossibile indurre un tumore con agenti esterni, mentre entrando in una fase più avanzata di sviluppo questo diviene possibile. In quelle prime fasi doveva esserci qualche meccanismo di controllo e riparazione che proteggeva l’embrione. Successivamente Biava ha confrontato le cellule tumorali con le staminali, che costituiscono per la maggior parte l’embrione, scoprendo che hanno molte analogie e che entrambe si moltiplicano in maniera indifferenziata ed incontrollata; ad un certo punto però per le cellule staminali che costruiscono i tessuti interviene un segnale che le indirizza verso un ben preciso percorso di differenziazione. Si originano così tutte le diverse cellule che compongono il nostro organismo: da quelle cardiache a quelle epatiche, da quelle epiteliali a quelle neuronali, eccetera. Per le tumorali non c’è un programma e crescono caoticamente creando i danni che conosciamo. (Fonte ricerche: www.reprogramcells.com ed anche www.oncovita.it)

Biava si domandò se il segnale che induce la cellula staminale a differenziarsi fosse lo stesso che protegge l’embrione nelle sue prime fasi di sviluppo. I suoi studi lo portarono a confermare questa ipotesi e a pubblicare già più di 25 anni fa il primo articolo che descriveva i meccanismi con i quali si possono riprogrammare le cellule (http://www.sciencedirect.com/science/ar ... 358890287X).

Si è poi visto che non è solo il DNA a determinare il comportamento dei tessuti ma è molto importante ciò che sta sopra alla genetica, l’epigenetica.

Per comprendere meglio questi concetti dobbiamo farci aiutare dall’informatica. L’era digitale ha infatti cambiato il nostro linguaggio introducendo nella quotidianità concetti prima ignorati come quello di programmare o riprogrammare.

Ha introdotto anche il concetto che su un oggetto materiale, il silicio per l’informatica o il DNA per la biologia, è possibile inserire una serie di informazioni e funzioni. Ormai tutti abbiamo in mano oggetti che contengono informazioni: chiavette usb, smartphones, ipad.

La scienza oggi sta scoprendo che i meccanismi con cui le cellule si moltiplicano e mantengono le loro funzioni sono molto simili a quelle descritte dalla teoria dell’informazione. Si può immaginare il DNA come un hardware molto potente, non a caso già si parla dei prossimi computer come computer molecolari a DNA. Il DNA però di per sé non ha un software installato; esiste infatti un altro codice, quello epigenetico, che controlla il DNA e lo fa funzionare secondo un programma ben preciso. Determina l’accensione e spegnimento dei vari geni e può uniformarsi alle situazioni ambientali dando flessibilità e adattamento per l’evoluzione.

Queste scoperte hanno implicazioni che vanno oltre la genetica e impregnano ogni singolo aspetto della nostra vita. Il dott. Ervin Lazslo, filosofo della scienza, ne è convinto da decenni.

Il 18 Ottobre a Milano potrete partecipare ad un evento molto particolare, dove uno dei relatori sarà proprio il dott. Biava: Il Dreamers Day. Al teatro Dal Verme. Per saperne di più: www.dreamersday.it

Nel documentario L’universo e’ un sogno, presente anche in fondo all’articolo, vengono raccontate le ultime ricerche in questo settore e presentate tutte le implicazioni che tali scoperte hanno nella nostra vita.

Ecco un prodotto frutto di queste ricerche innovative:

cell integrity program

E’ da poco in commercio una nuova formulazione ideata dal prof. Pier Mario Biava: si tratta del Cell Integrity Reprogram, Integratore alimentare a base di Vitamine, Coenzima Q10, estratti di Curcuma, Thé Verde, L-glutatione e polvere di Caviale. Componenti che contribuiscono al buon funzionamento e mantenimento di:

• processo di specializzazione delle cellule: Vitamina A

• sistema nervoso e funzione psicologica: Vitamina E, Vitamina D, Vitamina C

• sistema immunitario: Vitamina A, Vitamina D, Vitamina C, Zinco

• processo di divisione cellulare: Vitamina D, Vitamina A

• protezione delle cellule dallo stress ossidativo: Vitamina C, Vitamina E, Curcuma

• attività antiossidante: Thé Verde, Caviale

• funzione Epatica: Curcuma, Caviale

Per approfondire: http://www.salute.bio/riprogrammazione-cellulare

Oltre al canale delle farmacie si possono acquistare sul sito www.salute.bio/farmacia-online



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 Oggetto del messaggio: Re: Il topic delle buone notizie.
MessaggioInviato: 11/10/2015, 16:59 
Da regione colpita da un disastro nucleare a riserva naturale per grandi mammiferi selvatici: sembra questo il destino paradossale dell'area di Chernobyl, secondo un nuovo studio pubblicato sulla rivista “Current Biology” da Tatiana Deryabina della Polessye Radioecological Reserve a Choiniki, in Bielorussia, e colleghi di una collaborazione internazionale. Secondo i censimenti condotti negli ultimi decenni, infatti, il territorio intorno alla centrale è stato ricolonizzato da varie specie di cervi, caprioli, cinghiali e lupi.

La centrale di Chernobyl, ora situata in territorio ucraino, a soli 16 chilometri dal confine con la Bielorussia, nel 1986 fu teatro fu teatro del più grave incidente nucleare della storia: il materiale radioattivo fuoriuscito si diffuse nell'ambiente circostante fino a raggiungere vaste regioni dell'Europa.

Torna la fauna selvatica nell'area di Chernobyl

Una delle misure di protezione, immediatamente dopo l'incidente, fu la creazione della cosiddetta zona di esclusione, con un raggio di 30 chilometri dall'impianto, che fu evacuata e messa sotto controllo militare. In seguito alla diffusione del materiale radioattivo, le dimensioni dell'area furono poi modificate sulla base delle misurazioni del livello di cesio, fino a raggiungere un'estensione di 4200 chilometri quadrati, 2100 circa dei quali in territorio bielorusso, fanno ora parte della Riserva radioecologica di stato di Polessye.

La riserva è un contesto ideale per studiare la capacità di recupero delle specie animali selvatiche dopo il depauperamento del 1986: i livelli di contaminazione radioattiva sono infatti molto simili a quelli della parte ucraina.

Il nuovo studio, condotto analizzando i dati dei censimenti condotti negli ultimi decenni sorvolando la zona in elicottero, mostra che le popolazioni di mammiferi hanno recuperato, aumentando costantemente nei decenni.

Secondo gli autori, le densità di popolazione di cervi, caprioli, cinghiali sono simili a quelle delle riserve naturali incontaminate della regione. Per quanto riguarda i lupi che vivono all'interno della zona di Chernobyl, invece il loro numero è addirittura sette volte maggiore di quelli registrati nelle stesse riserve.

“Questo risultato dimostra per la prima volta che, indipendentemente, dalla potenziale esposizione alle radiazioni sui singoli animali, la zona proibita di Chernobyl ospita una numerosa comunità di mammiferi, dopo quasi tre decenni di esposizione cronica alla radiazione”, spiegano i ricercatori. L'incremento delle popolazioni di questi animali selvatici, paradossalmente, arriva in un momento in cui le stesse specie stanno diminuendo in diverse altre parti dell'ex Unione Sovietica.

“È molto probabile che le popolazioni di animali selvatici siano più numerose ora di quanto non fossero prima dell'incidente”, ha concluso Jim Smith, ricercatore dell'Università di Portsmouth, nel Regno Unito, che ha partecipato allo studio. “Chiaramente, questo non significa che la contaminazione radioattiva sia una buona cosa per la vita selvatica, ma solo che gli insediamenti umani, la caccia e la deforestazione sono molto peggio”.

http://www.lescienze.it/news/2015/10/05 ... 09-10-2015


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MessaggioInviato: 12/10/2015, 16:16 
ubatuba ha scritto:

[cut]

“È molto probabile che le popolazioni di animali selvatici siano più numerose ora di quanto non fossero prima dell'incidente”, ha concluso Jim Smith, ricercatore dell'Università di Portsmouth, nel Regno Unito, che ha partecipato allo studio. “Chiaramente, questo non significa che la contaminazione radioattiva sia una buona cosa per la vita selvatica, ma solo che gli insediamenti umani, la caccia e la deforestazione sono molto peggio”.


Il che insegna due cose:

Primo la necessità della fine dell' isteria nucleare.

Secondo che l' Uomo con le sue attività COMUNI è peggio di qualunque disastro naturale o artificiale
ed è il pianeta e non la nostra specie ad essere in pericolo dalla sua esistenza quotidiana e non dai suoi errori:


"Noi non siamo i dinosauri, siamo l' asteroide".



_________________
Per quanto possa essere buia la notte sulla Terra, il sole sorgerà quando è l' ora, e c' è sempre la luce delle stelle per illuminarci nel cammino.

Non spaventiamoci per quando le tenebre caleranno, perchè il momento più buio è sempre prima dell' alba.

Noi siamo al tramonto, la notte è ancora tutta davanti, ma alla fine il sole sorgerà anche stavolta. Quello che cambia, è quello che i suoi raggi illumineranno. Facciamo che domani sotto il Sole ci sia un mondo migliore.
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http://www.dailymail.co.uk/sciencetech/ ... phone.html
http://en.institutomanquehue.org/countr ... evice.html


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MessaggioInviato: 14/11/2015, 13:06 
Cita:
Da Mattarella grazia parziale a imprenditore che uccise ladro. Salvini: vince diritto a difendersi

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Era il 2006, nel bergamasco, quando Antonio Monella sparò a un 19enne che voleva rubargli il suv. Condannato a oltre 6 anni, si vede ridurre la pena di due anni. Con un residuo da scontare inferiore a tre anni, possibili misure alternative al carcere. In cambio della grazia, Calderoli propose il ritiro degli emendamenti alla riforma costituzionale. E adesso la Lega attacca. "Via l'eccesso di legittima difesa"

ROMA - Antonio Monella, l'imprenditore edile di Arzago d'Adda (Bergamo) condannato a oltre sei anni di carcere per aver sparato e ucciso un giovane che voleva rubargli l'auto sotto casa, ha ottenuto una grazia parziale dal presidente della Repubblica Sergio Mattarella. La pena è stata ridotta di due anni e poiché il residuo da scontare è inferiore a tre anni, il caso di Monella rientra ora nell'ambito di applicabilità dell'affidamento in prova ai servizi sociali.

Era il 2006 quando Monella, 54 anni, uccise con un colpo di fucile Ervis Hoxha, un ragazzo albanese di 19 anni che stava tentando di rubargli un suv. Monella si era costituito e una volta condannato si era subito presentato in carcere a Bergamo. A marzo 2014 aveva chiesto la grazia al presidente Giorgio Napolitano che aveva avviato la pratica di esame della richiesta, accolta ora da Sergio Mattarella con la concessione di una grazia parziale.

Della vicenda di Monella la Lega aveva fatto una sorta di totem in nome del diritto all'autodifesa dei cittadini. Il senatore Calderoli aveva persino proposto lo scambio: il ritiro dei suoi emendamenti alla riforma costituzionale per la grazia all'imprenditore. Per questo, la notizia della grazia parziale è annunciata con toni trionfalistici da Matteo Salvini: è la "vittoria dei cittadini perbene, della Lega e del diritto di difendersi" scrive il segretario leghista in una nota. Mentre i presidenti dei gruppi parlamentari di Camera e Senato della Lega Nord, Massimiliano Fedriga e Gian Marco Centinaio lanciano il "monito" al Pd, quindi al governo: "Sostenga subito la nostra proposta di legge che chiede di superare l'eccesso di legittima difesa".

A seguire, è lo stesso Calderoli a esprimere la sua soddisfazione e a ringraziare Mattarella "per la rapidità con cui ha espletato gli atti formali per la concessione della grazia". Calderoli, invece, attacca il ministro della Giustizia Andrea Orlando per "la sua lentezza nel trasmettere la pratica Monella al Quirinale", costata "oltre 14 mesi di ingiusta detenzione". Per Calderoli, Orlando è stato costretto ad agire solo dopo "la mia ultima denuncia pubblica, lo scorso 24 ottobre, nel comizio che ho tenuto a Sotto il Monte Giovanni XXIII, ampiamente ripresa dai media". Al di là delle rivincite personali, anche Calderoli sottolinea che "simili casi non devono più accadere" e che "occorre eliminare quanto prima il reato di eccesso di legittima difesa all'interno del proprio domicilio o esercizio commerciale".

Il decreto di grazia parziale per Monella è stato firmato dal presidente Mattarella ai sensi dell'art. 87 comma 11 della Costituzione, tenendo conto del parere favorevole del ministro della Giustizia a conclusione della prevista istruttoria. Nella nota del Quirinale viene ricordato che "Monella è stato condannato in via definitiva alla pena di sei anni, due mesi e venti giorni di reclusione con sentenza della Corte di Assise di Appello di Brescia del 29 giugno 2012, confermata il 25 febbraio 2014, per il delitto di omicidio volontario".

Nel valutare la domanda di grazia presentata da Monella, il Capo dello Stato ha tenuto conto del comportamento positivo tenuto dal condannato durante la detenzione (iniziata l'8 settembre del 2014) e della circostanza che il percorso di educazione sino a ora compiuto potrebbe utilmente proseguire - se la competente Autorità Giudiziaria ne ravvisasse i presupposti - con l'applicazione di misure alternative al carcere (art. 47 dell'Ordinamento penitenziario).

L'avvocato Enrico Mastropietro, legale di Monella, ringrazia anche a nome del suo assistito "tutte le persone che si sono date da fare, indistintamente: sono stati davvero tutti bravi. Abbiamo fatto bene io e il collega Andrea Pezzotta a tenere un profilo basso e a non fare sparate sui giornali. Il presidente Mattarella si è dimostrato molto sensibile e un grande giurista".

Mastropietro preannuncia che "ora potremo chiedere, e lo faremo, l'affidamento ai Servizi sociali. Quella della grazia parziale era tra l'altro la nostra richiesta: non avevamo mai chiesto una grazia totale. E non abbiamo mai perso la speranza, in primis nemmeno lo stesso Monella, perché pensavamo che questa grazia sarebbe stata accolta".


http://www.repubblica.it/cronaca/2015/1 ... 127288453/


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