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MessaggioInviato: 18/02/2010, 11:46 
Significato del nome:
Nella Bibbia, la parola #1499;#1512;#1502;#1500; (Carmelo) ricorre circa 43/44 volte ma con significati diversi. La si trova come nome "comune" per significare "giardino", inteso come luogo dove cresce "abbondante vegetazione naturale", cioè non coltivata né da Dio né dagli uomini (cfr Is 32, 15-16).

Sempre nella Bibbia la stessa parola "Carmelo" è usata anche come nome "proprio" per indicare "Il Monte" per eccellenza.

La parola "Carmelo" significa inoltre il colore rosso: il rosso "carminio" (cfr Cantico dei Cantici 7, 5-6). Infine, "Carmelo" vuol dire anche "chicco" di frumento o di orzo non duro, non ancora maturo (Lv 2, 14; 23, 14; 2 Re 4, 42).

fonte>>> http://www.carmelovocazioni.it/carmelo/ordine.html

Carmelo il monte per eccellenza... [;)] [;)] [;)]



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MessaggioInviato: 18/02/2010, 13:25 
Cita:
peppe ha scritto:

Significato del nome:
Nella Bibbia, la parola #1499;#1512;#1502;#1500; (Carmelo) ricorre circa 43/44 volte ma con significati diversi. La si trova come nome "comune" per significare "giardino", inteso come luogo dove cresce "abbondante vegetazione naturale", cioè non coltivata né da Dio né dagli uomini (cfr Is 32, 15-16).

Sempre nella Bibbia la stessa parola "Carmelo" è usata anche come nome "proprio" per indicare "Il Monte" per eccellenza.

La parola "Carmelo" significa inoltre il colore rosso: il rosso "carminio" (cfr Cantico dei Cantici 7, 5-6). Infine, "Carmelo" vuol dire anche "chicco" di frumento o di orzo non duro, non ancora maturo (Lv 2, 14; 23, 14; 2 Re 4, 42).

fonte>>> http://www.carmelovocazioni.it/carmelo/ordine.html

Carmelo il monte per eccellenza... [;)] [;)] [;)]



Vecchia 'sola'!..... (leggi 'suola')

Forse ho capito dove vuoi andare a parare.... Ma tanto è inutile: Gesù non è mai esistito, sigh.. [B)]


Ciao!


Veritas


PS: tra i Baha'i del Monte Carmelo circola una 'strana' leggenda, che i monaci Carmelitani del Carmelo si tramandano da tempo immemorabile.. Purtroppo, al riguardo non esiste più nulla su Internet, ma quel discolaccio di Veritas, che si rifiuta di credere nei santi e 'salvifici' dogmi della chiesa, ha provveuto a salvare il tutto a tempo debito!

.


Ultima modifica di Veritas il 18/02/2010, 13:26, modificato 1 volta in totale.


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MessaggioInviato: 19/02/2010, 08:35 
Cita:
Veritas ha scritto:
circola una 'strana' leggenda, che i monaci Carmelitani del Carmelo si tramandano da tempo immemorabile..


QUALCOSINA QUA...

Il Monte della Bellezza (#8594; Maria)

Il Carmelo è una catena montuosa nel nord della Palestina, che si affaccia sul mare e che dagli autori biblici viene indicato come luogo e simbolo di particolare bellezza. Il termine indica originariamente una ricca boscaglia, una macchia verdeggiante.

* Nel Cantico dei Cantici –secondo un caratteristico gusto orientale che ama trarre i suoi simboli dal panorama geografico– i capelli della Sposa sono paragonati al Carmelo (Ct 7,6).
* In Is 32,15-20 il profeta chiede agli israeliti la conversione promettendo in cambio quasi un ritorno al paradiso terrestre: «il deserto diventerà un Carmelo e il Carmelo diventerà una foresta. Il diritto dimorerà nel deserto e la giustizia abiterà nel Carmelo»
* In Is 35 1-2 l’autore si serve poi della stessa immagine per descrivere la gloria della Gerusalemme ritrovata, così bella che diventa quasi un riflesso della gloria di Dio: «Si rallegrino la steppa e la terra arida e fiorisca il deserto di gioia. Come fiore di narciso fiorisca, canti di gioia ed esulti: le è data la gloria del Libano, lo splendore del Carmelo e di Sharon. Essi vedranno la gloria del Signore, lo splendore del nostro Dio…». Allo stesso modo, ma con motivo contrapposto, altri profeti descrivono l’infedeltà a Dio come distruzione della bellezza della santa montagna: «Basan e il Carmelo inaridiscono, anche il fiore del Libano languisce» (Na 1,4). «Il Signore fa udire la voce da Gerusalemme: sono desolate le steppe dei pastori, è inaridita la cima del Carmelo»



Vergine Annunciata - Giovan Battista Salvi

(Am 1,2). Soprattutto il profeta Geremia descrive il tempo del fidanzamento tra Dio e il suo popolo e ricorda il dono della terra promessa con le parole: «Io vi ho condotto in una terra di delizie (letteralmente: “Vi ho condotto condotti nella terra del Carmelo”) perché ne mangiaste i frutti» (Ger 2,7). Soprattutto nella versione latina usata dai Padri della Chiesa e dagli scrittori spirituali, il nome «Carmelo» era sempre esplicitato, e la santa montagna divenne nei loro commenti il luogo della bellezza, dell'alleanza, della sponsalità. Le espressioni più personali («il tuo capo è come il Carmelo», «Ti è data la bellezza del Carmelo» ecc…) vennero attribuite soprattutto a Maria e si svilupparono delle leggende che legavano il Carmelo alla Vergine Santa. Un opuscolo che si diceva scritto addirittura dall’evangelista S. Matteo (Lode e infanzia della Beata Vergine) —composto in parallelo al Vangelo sull’infanzia di Cristo— raccontava che un angelo aveva un giorno trasportato Maria Bambina dal Tempio di Gerusalemme sul Carmelo, e la fanciulla l’aveva inizialmente scambiato per il paradiso. L’angelo le aveva risposto che quel luogo era soltanto l’immagine del paradiso, ma che lei, Maria, avrebbe potuto –consacrandosi a Dio col voto di verginità ricondurre in paradiso tutta l’umanità. Maria era rimasta lì tutta la notte, assorta in paradisiaca contemplazione e lì aveva pronunciato il suo voto. Poi l’angelo l’aveva riportata nel Tempio.


Ricordiamo questa leggenda raccontata con tutta serietà dal più grande teologo carmelitano del secolo XIV (Giovanni Baconthorp, nell’opera Laus carmelitarum). In seguito altre leggende racconteranno della visione di Elia che, sul Carmelo, intravide prefigurata la Vergine Immacolata nella nuvoletta che sorgeva dal mare per ristorare la terra assetata da tre anni di siccità; della anticipata venerazione di cui la fecero oggetto i “figli dei profeti” raccolti sulla stessa santa montagna. E poi altre leggende ancora parleranno di una visita compiuta al Carmelo da Gioacchino ed Anna che vi condussero la piccola Maria; di una certa familiarità esistente tra la famiglia di Nazareth e gli stessi discepoli di Elia; di una sosta sella sacra famiglia nel viaggio di ritorno dall’Egitto (e la Vergine dormì nella cella che era stata di Elia); di una breve predicazione di Gesù ai figli dei profeti; delle visite che Maria continuo a fare al Carmelo, dopo l’ascensione, accompagnata sempre da uno stuolo di fanciulle per le quali eresse lì un monastero. Tutti questi racconti e l’ininterrotta devozione dei primi eremiti produssero col tempo l’uso di chiamare Maria «Virgo Carmelitana» (già in un testo del 1466), e di onorarla col titolo «Decor Carmeli» (Bellezza del Carmelo).{mospagebreak title=La montagna della gelosia e della decisione #8594; Elia}

fonte>>> http://209.85.129.132/search?q=cache:0U ... clnk&gl=it



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MessaggioInviato: 19/02/2010, 15:34 
Abelard Reuchlin

Abelard Reuchlin, uno pseudonimo, è uno scrittore giornalista il quale, in base alle sue conoscenze in merito all'annoso problema delle vere origini del catto-cristianesimo, ha deciso di mettere 'nero su bianco' ed ha redatto un libretto all'uopo, il cui scopo, più o meno dichiarato, è quello di mettere in guardia i suoi correligionari più 'deboli' a non farsi incantare dal richiamo della 'sirena' cattolica.

Nel suo libro, "The True Autorship Of The New Testament", egli scrive:

Cita:
"Il Nuovo Testamento, la Chiesa e il cristianesimo furono tutte creazioni della famiglia di Ario Calpurnio Pisone, che apparteneva all'aristocrazia romana. Il Nuovo Testamento e tutti i personaggi che vi appaiono - Gesù, tutti i Giuseppe, tutte le Marie, tutti i discepoli, gli apostoli, Paolo, Giovanni Battista - sono inventati. I Pisoni hanno creato quella storia e quei personaggi: l'hanno ambientata in un'epoca e in un luogo preciso e l'hanno collegata a persone marginali realmente esistite, come gli Erodi, Gamaliele, i procuratori romani, etc. (...) Gesù era una figura composita e i vangeli riprendono elementi dei racconti di Giuseppe in Egitto e di altri personaggi veterotestamentari, oltre a basarsi su alcuni scritti esseni e pagani (...). I Pisoni erano stoici e in quanto tali credevano che si potesse controllare la gente con la paura e la speranza..."



Pisone, secondo il Reuchlin, avrebbe fatto realizzare a Gesù alcune profezie di Isaia, presenti nell'Antico Testamento. Oltre a Pisone sarebbero stati coinvolti anche Seneca, Petronio, Luciano e molti altri. Secondo Reuchlin, sarebbero stati loro i veri autori dei Vangeli, e ciò dovette avvenire nel I secolo d.C.

Ovviamente lo scrittore, pur partendo da felici 'intuizioni', ha finito con il mancare alla grande il bersaglio. Tuttavia, almeno per me, rimane il fatto estremamente importante che egli ha proposto dei dati assolutamente inediti, del tutto sconosciuti al mondo dell'erudizione ufficiale (il quale, ovviamente, lo ha totalmente ignorato!).

Quando, dopo lunghi ed estenuanti anni di ricerche, sono finalmente riuscito ad intuire chi fu il VERO motore che portò alla creazione del culto catto-cristiano, ho cominciato ad indagare nei 'paraggi', sino a quando, un giorno, sono letteralmente 'saltato' sulla sedia!.. Avevo 'scovato' un dato, anche se di importanza marginale, il quale mi confermava indirettamente che i dati proposti dal Reuchlin, ed ignorati dagli eruditi, erano puntuali!!...

A questo punto mi sono chiesto se per caso lo scrittore, essendo di origine ebrea, avesse 'attinto' ad una fonte informativa non scritta, ma che, attraverso i secoli, si è tramandata aspetti di una verità che il rabbinato ufficiale, per non andare incontro a 'supplementi' persecutori, decise, a suo tempo, scientemente di ignorare, salvo la presenza di tale informativa nella memoria orale: una singolare forma di trasmissione mnemonica della storia e dei singoli fatti particolarmente congeniale al popolo ebraico.

A questo punto mi sono chiesto se sia stato un caso che il Reuchlin sia andato così abbondantemente fuori strada, oppure se la cosa sia stata voluta....che so..una sorta di promessa fatta da lui alla sua fonte informativa.

Persino il richiamo alla figura di Giuseppe Flavio, quale autore materiale dei vangeli, mi è apparsa estremamente verosimile, quando ho ricollegato a tutto ciò un'informazione appresa nei primi anni delle mie ricerche, vale a dire la circostanza secondo cui gli alti porporati del basso Medioevo ritenevano che Giuseppe Flavio si era convertito al 'cristianesimo': tutto ciò per tentare di giustificare l'allucinante incongruenza del 'testimonium flavianum'. Evidentemente, malgrado l'improbabile opinione di quegli ameni 'figuri', il riferimento al cristianesimo appariva troppo sicuro, tant'è che ancora oggi una parte dell'alto clero, quella più conservativa, continua a sostenere una tale opinione, espressa molti secoli fa dai loro predecessori.

Ci fu davvero qualcosa di reale in tutto ciò? ....Probabilmente sì. Solo che, sicuramente, NON si trattò affatto di una conversione (Giuseppe F. nacque giudeo ortodosso e tale rimase sino alla sua morte), e neppure si trattò del cristianesimo che intendiamo oggi: bensì del GIUDEO-CRISTIANESIMO!!...

Quasi sicuramente, Giuseppe Flavio, in virtù della sua grande erudizione e della perfetta conoscenza del Tanak (Bibbia ebraica), della storia del popolo ebraico e delle sue tradizioni, anche quelle più antiche, giocò il ruolo di esperto in materia, al servizio dei VERI autori della letteratura 'sacra' del 'giudeo-cristianesimo' (tra cui un vangelo: sicuramente il primo nella storia a chiamarsi così, il quale contemplava la figura di Giovanni di Gamala, il sedicente 'Christos' fatto crocifiggere dai romani al tempo di Pilato).Veri autori che il Reuchlin identifica erroneamente (caso o scelta?) con la famiglia dei Pisoni, sebbene egli abbia ragione quando afferma che si trattò di una famiglia della 'nobiltà romana' (più esattamente di quella 'provinciale')

I Pisoni entrarono in questa intricata storia attraverso la figura di Gaio Calpurnio Pisone, uno dei presunti congiurati del complotto antineroniano. Quasi sicuramente, costui fu tra coloro (forse addirittura la guida) che ordirono il complotto per uccidere Simon Mago (e NON Nerone, come ancora oggi si crede!!)(*).

Esecutore materiale di tale complotto, fu il 'santo' SIMON PIETRO, elevato successivamente al rango di 'fondatore' del papato romano (sic!!); come dire: il buongiorno si vede dal mattino!.. Per portare a termine il compito che gli era stato affidato dai suoi mandanti (Gaio Calpurnio, Seneca, Petronio ed altri), Pietro si servì della sua banda di scellerati: probabilmente la stessa con cui aveva massacrato i poveri coniugi Anania e Sapphira.

Forse lo stesso gruppo di 'santi' malviventi con cui, anni prima, Pietro aveva portato a termine un ricco furto ai danni di una ricca vedova, simpatizzante di Gesù di Nazareth. Quest'ultimo, dopo essere stato informato del 'fattaccio' dalla stessa vedova, escogitò un piano che lo portò a smascherare Pietro ed i suoi complici, i quali, tra i vari oggetti, avevano sottratto alla ricca vedova anche una preziosa statuina d'oro (fu proprio durante il tentativo di rivenderla che Gesù li colse sul fatto!). E' estremamente probabile che la celeberrima frase, "..Vade retro, Satana! Tu mi sei di scandalo, perché non pensi secondo Dio, ma secondo gli uomini!.." sia stata pronunciata da un Gesù infuriato proprio in tale frangente!

Dopo il fallito tentativo di sopprimere Simon Mago (il quale, contrariamente a quanto ancora oggi si crede, riuscì a sopravvivere)(**), avvenuto in casa del senatore Marcello, Pietro (perchè consigliato da coloro che lo avevano ospitato: sicuramente giudei della diaspora romana), insieme alla sua banda del 'buco' cercò di fuggire di notte lungo la via Appia, probabilmente in direzione di Puteoli, da cui potersi imbarcare per la Palestina. Tuttavia, grazie alle 'soffiate' (probabilmente confessioni ottenute sotto tortura), Pietro ed i suoi vennero intercettati e catturati dai pretoriani del questore Agrippa, incaricato da Nerone di rintracciare i responsabili, al terzo miglio della via Appia. (oggi il santo clero falsario ricorda l'evento con l'improbabile "Quo vadis Domini?", sic!). Fu una 'frecciata' mortale per i complottisti, i quali ormai pensavano di averla fatta franca.

Sicuramente la scelta di un SICARIO GIUDEO ("Iudaeus Sicarius", da cui GIUDA ISCARIOTA!!) fu determinata dal fatto che gli inquisitori di Nerone avrebbero potuto pensare che si fosse trattato di una faida interna al mondo giudaico della diaspora romana; tanto più che era nota, in detto ambiente, la rivalità che opponeva Pietro a Simon Mago. (v. Atti degli Apostoli, Atti di Pietro e Atti di Pietro e Paolo)

Sotto tortura (evento di cui si ha indirettamente conferma dalla stessa letteratura patristica), sicuramente l'anziano Pietro rivelò ai suoi inquisitori i nomi dei suoi mandanti romani e molte altre cose. (utilizzate poi da Marco per redigere alcuni importanti documenti, i quali, circa 80 anni dopo, serviranno ai santi padri falsari per comporre il celebratissimo vangelo 'secondo' Marco!)

Tornando al 'caso' Reuchlin, è altamente probabile che egli, inconsapevolmente o coscientemente, abbia fatto una sorta di 'pamphlet' con notizie afferenti la nascita del culto giudeo-cristiano (i cui aderenti vennero chiamati 'MINIM', cioè eretici, dai giudei ortodossi) e quello successivo catto-cristiano, i cui seguaci vennero chiamati impropriamente 'NOZTRIM' (nazareni) dai giudei ortodossi, i quali, evidentemente, non se la sentirono di chiamarli "MESHICHYIM" (Christianoi in greco, cioè 'cristiani'), in quanto, con tutta probabilità, ritennero tutto ciò blasfemo. Infatti, i testimoni oculari giudaici del I e del II secolo, non potevano non sapere che tra il 'gesuanismo gnostico' (i VERI 'Noztrim') ed i 'christianoi' correva un abisso!


Saluti

______________________________________________

Note:

(*) - esistono importanti punti nella vicenda relativa al presunto complotto contro Nerone, i quali andavano approfonditi e ponderati con molta più attenzione; cosa che, tuttavia, non è stata fatta, ed ancora oggi l'intero pianeta erudito è convinto che vi sia stato effettivamente un complotto per uccidere Nerone, così come per l'improbabile incendio del 64, a seguito del quale Nerone avrebbe fatto 'martirizzare' un numero indefinito di 'cristiani' (indicazione valida SOLO se riferiti ai 'messianisti' irredentisti, sicuramente presenti nel tessuto giudaico della diaspora romana). La verità circa il complotto è che esso venne pensato per eliminare Simon Mago, ritenuto dalle forze conservatrici patrizio-senatoriali quale 'anima nera' di Nerone, in quanto suo presunto 'corruttore' morale. Probabilmente Simone, in virtù del suo bagaglio etico, ereditato dalla scuola di Giovanni Battista, aveva convinto Nerone, grazie al suo ascendente su di lui, ad attuare un certo numero di riforme economiche con risvolti sociali, atte a mitigare le disastrose condizioni di vita della sterminata massa degli schiavi e dei poveri di tutto l'impero. Riforme che, però, si scontravano con gli egoistici interessi della classe patrizia, detentrice di tutte le leve del potere economico di tutto l'impero: da qui la decisione di eliminare tale anima 'nera', vale a dire il 'mago' Simone! La decisiva riflessione, che avrebbero dovuto fare gli eruditi in merito alla questione, è che persone come Seneca, Petronio, Luciano ed altri, i quali erano stati grandi amici di Claudio Nerone e della sua famiglia, non avevano alcun motivo di covare tanto odio verso quest'ultimo da volerne la morte! Inoltre, cosa altrettanto importante, se il complotto fosse statto indirizzato verso l'imperatore, difficilmente Nerone avrebbe concesso a costoro la scelta del suicidio, ma li avrebbe fatti morire tra atroci tormenti (10 imperatori su 10 avrebbero fatto altrettanto!!)

(**) - oltre a varie evidenze storiche (tra cui l'assoluta discordanza tra le varie fonti circa la fine di Simon Mago), la scampata morte di Simone si evince anche per vie 'traverse': vale a dire attraverso gli Atti di Paolo e Tecla, dove la figura di Simon Mago venne 'nascosta' dietro quella di un servitore CARO A NERONE, il quale CADDE ACCIDENTALMENTE da una finestra! (chiaro riferimento al mago Simone, caduto durante un tentativo di 'volo')


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MessaggioInviato: 19/02/2010, 15:46 
Fiuuuuuu, grande Veritas , autore che non conoscevo. Di grandissimo interesse.

http://www.google.it/webhp?sourceid=nav ... e34781a738

zio ot [;)] [^]


Ultima modifica di barionu il 19/02/2010, 15:47, modificato 1 volta in totale.


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MessaggioInviato: 19/02/2010, 21:34 
Cita:
peppe ha scritto:

Cita:
Veritas ha scritto:
circola una 'strana' leggenda, che i monaci Carmelitani del Carmelo si tramandano da tempo immemorabile..



QUALCOSINA QUA...



Per l'appunto... era proprio quello a cui mi riferivo io...

Della legenda secondo cui Giuseppe, Maria e Gesù di ritorno dall'Egitto sostarono presso il monte Carmelo, io ne venni a conoscenza visitando il sito dei Baha'i, i quali hanno edificato un loro centro di culto proprio sul Carmelo....


Saluti


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MessaggioInviato: 20/02/2010, 08:33 
Errata corrige

Cita:
Veritas ha scritto

... La decisiva riflessione, che avrebbero dovuto fare gli eruditi in merito alla questione, è che persone come Seneca, Petronio, Luciano ed altri, i quali erano stati grandi amici di Claudio Nerone e della sua famiglia, non avevano alcun motivo di covare tanto odio verso quest'ultimo da volerne la morte!




"..è che persone come Seneca, Petronio, Luciano "

Un lapsus 'freudiano' mi ha portato a scrivere 'Luciano'. In realtà si trattò di LUCANO, poeta autore del poema 'Pharsalia' (o 'De Bellum Civile').



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MessaggioInviato: 20/02/2010, 12:54 
I due Messia


Cita:
Christine ha scritto:

.. Il messia che gli ebrei si aspettavano,tutto era tranne che quello che è stato Gesù;essi infatti non attendevano l'agnello che si immolasse per salvare il mondo dai peccati,bensi un uomo normale che fosse loro re,condottiero e che li liberasse dalle presenze straniere riunificando in un solo regno le originarie 12 tribù d'israele...ma che facesse tutto questo guidato da dio,esattamente come re Davide o Salomone.




In realtà il 'messsia' Gesù Cristo NON venne 'confenzionato' per poi proporlo al 'pubblico' giudaico, dal momento che la realtà giudaica era ben poca cosa di fronte alla vastità dell'Impero di allora. Il Messia 'Salvatore', immolatosi sulla croce per i 'peccati' del mondo (e non solo per quelli dei giudei), era un modello da proporre alle folle 'pagane' residenti nelle varie provincie dell'Impero.

Se si fosse voluto costruire un 'messia' per i giudei, le sue caratteristiche (e con esso quelle del culto cattolico) sarebbero state nettamente diverse, in quanto NESSUN ebreo, nato ebreo, avrebbe mai fatto proprio il messia dei cattolici, nè avrebbe accettato le dottrine ed i precetti di una tale religione: palesemente pagana (almeno rispetto al giudaismo) e spudoratamente antisemita!!... Come si poteva pensare di veicolare un qualunque messaggio verso il mondo giudaico con tali 'arnesi'?..E' folle il solo pensarlo!..

In verità, un messia adatto a veicolare un messaggio di 'pace' verso il mondo giudaico, venne storicamente 'costruito'. Si trattò del 'messia' Giovanni di Gamala, un discendente asmoneo che negli anni trenta (probabilmente verso la fine del mandato di P. Pilato) venne catturato in seguito ad un tentativo di sommossa, scatenatosi per reazione al criminale comportamento di Pilato verso i giudei, e represso dal Governatore Vitellio, superiore gerarchico di Pilato, il quale poi destituì quest'ultimo e lo fece imprigionare.

Giovanni di Gamala venne fatto diventare (letterariamente) il 'messia' del culto 'giudeo-cristiano', fondato in Antiochia tra l'85 ed il 90. Si trattò, come la stessa denominazione suggerisce, di un culto strettamente filogiudaico, adatto, quindi, a veicolare tra i giudei quel messaggio di pace che i fondatori di tale culto si aspettavano che giungesse al fronte ribelle dei 'messianisti' zeloti, i quali, a distanza di una decina d'anni dalla sconfitta nella prima guerra giudaica (66-70), cominciavano pericolosamente a rialzare la testa (perchè schiavi di un indomabile spirito di rivincita), con il concreto pericolo di originare una seconda ribellione giudaica, con effetti, per l'intera Palestina, ancora più devastanti della prima guerra. (cosa che avvenne puntualmente nella guerra del 132-135, detta la 'guerra di Bar Kochba', alla cui sconfitta giudaica, la seconda, fece seguito l'ultima e definitiva diaspora dei giudei, destinata a durare sino al secolo scorso).

Il motivo per cui venne fondato il culto filogiudaiuco chiamato 'giudeo-cristianesimo' (denaturato del suo VERO significato dai 'santi' falsari fondatori del catto-cristianesimo!) fu proprio quello di allontanare tale mortale pericolo dal destino di Israrele, con la speranza, quindi, di indurre i ribelli zeloti a convertirsi a questo nuovo culto ed a cessare per sempre ogni forma di antagonismo verso il dominatore romano. Tuttavia, ad aderire al giudeo cristianesimo furono soprattutto i giudei collaborazionisti dei romani (erodiani, sadducei, casta sacerdotale, alta borghesia farisaica etc.), mentre i ribelli zeloti proseguirono nella loro strada, conducendo il paese alla catastrofe finale.

Tra il 140-150, a pochi anni dalla fine della guerra di Bar Kochba (la cui sconfitta giudaica aveva sancito anche la fine dell'esperienza 'giudeo-cristiana'), venne fondato a Roma un nuovo culto, destinato, però, a tutte le realtà dell'impero, con prerogative ed aspettative non dissimili da quelle che avevano spinto alla creazione del culto giudeo-cristiano, tanto è vero che i fondatori di tale culto (la cui nascita fu sponsorizzata dal potere imperiale-senatoriale dell'epoca) presero a modello proprio il culto giudeo-cristiano, sostituendo, però, il 'messia' Giovanni di Gamala con Gesù di Nazareth, il quale, in virtù delle sue capacità di guaritore taumaturgico e di 'mago' illusionista, esecutore di 'opere meravigliose' (leggi 'miracoli'), fatte passare per 'prodigi trascendentali dai falsari fondatori del catto-cristianesimo, si era guadagnato grande fama e grande carisma nella parte orientale dell'Impero e nella stessa Roma.

Più che di una sostituzione di 'messia', si dovrebbe parlare di una 'sovrapposizione': la figura di Gesù di Nazareth sovrapposta a quella di Giovanni di Gamala. Straordinarie ed irripetibili analogie tra i due personaggi, ne agevolarono grandemente la 'fusione' letteraria e fu così possibile 'trasferire' la crocifissione di Giovanni di Gamala sulla figura di Gesù di Nazareth, il quale, i realtà, non venne MAI CROCIFISSO, in quanto venne giustiziato dai giudei (e quindi NON dai romani!) mediante lapidazione. Ciò avvenne intorno all'anno 72, quando Gesù aveva raggiunto l'età di 66 anni (il 'doppio di 33', come si accenna 'cripticamente' nel Talmud dei rabbini). E' altamente probabile che insieme a lui venne giustiziato anche il suo fratello gemello Giuda Tomaso (il martiriologico cattolico, infatti, lo dà martirizzato proprio nel 72), il quale, quasi come un'ombra, aveva seguito il fratello Gesù per tutta la sua vita e, sicuramente, sino alla sua morte.


Saluti


Veritas



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MessaggioInviato: 20/02/2010, 14:21 
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Il motivo per cui venne fondato il culto filogiudaiuco chiamato 'giudeo-cristianesimo' (denaturato del suo VERO significato dai 'santi' falsari fondatori del catto-cristianesimo!) fu proprio quello di allontanare tale mortale pericolo dal destino di Israrele, con la speranza, quindi, di indurre i ribelli zeloti a convertirsi a questo nuovo culto ed a cessare per sempre ogni forma di antagonismo verso il dominatore romano. Tuttavia, ad aderire al giudeo cristianesimo furono soprattutto i giudei collaborazionisti dei romani (erodiani, sadducei, casta sacerdotale, alta borghesia farisaica etc.), mentre i ribelli zeloti proseguirono nella loro strada, conducendo il paese alla catastrofe finale.

A completamento del tuo interessantissimo post,potresti dire ,se ti va,da chi fu fondato tale culto?


Un saluto


Ultima modifica di leviatan il 20/02/2010, 14:22, modificato 1 volta in totale.

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MessaggioInviato: 20/02/2010, 17:28 
Appare molto probabile che almeno parte dei vangeli sia stata costruita a tavolino. Mi riferisco, in particolar modo, al racconto dei processi, tenuti di notte a passo di corsa, e al coinvolgimento dagli ebrei i quali, peraltro, alcuni giorni prima dell'arresto avevano acclamato Gesù come re, assumendo quindi un comportamento inspiegabilmente contraddittorio. Tanto poi per calcare la mano sulla cattiveria e sulle colpe degli ebrei, agli stessi viene fatto dire che ricadesse sulle loro teste la colpa per l'uccisione del Cristo. Per quale ragione tanta premura nello scagionare i romani? Chi aveva interesse a farli assolvere. Non certo un ebreo, ma i romani stessi e i loro amici. Inoltre chi ha scritto i vangeli canonici sembra avere una scarsa conoscenza delle usanze e dei luoghi ebraici per cui sembrerebbe che siano stati scritti fuori della Palestina.


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MessaggioInviato: 26/02/2010, 16:42 
Gli Esseni, autori dei rotoli del Mar Morto, non sono mai esistiti?
Julius Ebnoether
domenica 04 ottobre 2009
testi_esseni.jpgSecondo la Prof.ssa Rachel Elior, i cui studi sull’argomento saranno presto resi noti, sarebbe sbagliata la teoria che propugna gli Esseni come un gruppo religioso ebraico esistente in Giudea prima della distruzione del Secondo Tempio nel 70 d.C. Elior è contro l’opinione diffusa tra gli studiosi dei rotoli del Mar Morto secondo la quale gli Esseni hanno scritto i ‘rotoli’ a Qumran. La studiosa sostiene invece che questi siano stati scritti a Gerusalemme dai sacerdoti del Tempio spodestati. A suo avviso sono stati sprecati sessanta anni di ricerca per tentare di trovare nei rotoli tracce degli Esseni, ma questi non sono mai esistiti, sono un’invenzione da Giuseppe Flavio (storico ebreo-romano). Nel suo libro “La Guerra Giudaica”, Giuseppe Flavio descrive gli Esseni come una setta religiosa ascetica e mistica che viveva in astinenza dai piaceri mondani, compreso il sesso. E’ una storia di errori che semplicemente non ha senso. Si ritiene comunemente che siano stati gli Esseni a scrivere i rotoli del Mar Morto, scoperti nelle grotte di Qumran nel 1947. I rotoli consistono in svariati documenti religiosi compresi copie, ben conservate, di alcuni libri della Bibbia ebraica. Molti studiosi dichiarano che gli Esseni furono i primi cristiani o erano collegati a Giovanni il Battista e a Gesù Cristo.
Il Prof. James Charlesworth, studioso della Bibbia, specializzato anche nei rotoli del Mar Morto, in Giuseppe Flavio e nel Vangelo di Giovanni, pensa che Giovanni il Battista visse tra gli Esseni per almeno un anno e attinse alcune delle sue idee centrali da loro.

Mentre i ricercatori pensano in genere che furono gli Esseni o la setta di Qumran, che visse vicino al Mar Morto, a scrivere i rotoli, solo in pochi credono che i rotoli siano stati scritti a Gerusalemme o da qualche altra parte e furono portati presso il Mar Morto solo più tardi. Norman Golb sostiene che i Rotoli del Mar Morto non sono stati scritti dagli Esseni e che gli studiosi contrari alla sua tesi cercano di metterlo a tacere. Golb descrive i suoi oppositori come una setta non meno fanatica di quella di Qumran che essi sostengono abbia scritto i rotoli. Elior osserva che Golb ha un approccio radicale alla questione che non è considerato legittimo tra gli studiosi, ma accetta alcune sue critiche nei confronti del parere comune degli studiosi dei rotoli.

Elior pensa che Giuseppe Flavio abbia ideato la figura degli Esseni ispirandosi alle descrizioni di vita nella città greca di Sparta. Non vi è alcuna testimonianza storica dell’esistenza degli Esseni in ebraico o in aramaico. E’ impensabile che migliaia di persone vivessero in astinenza, in contrasto con la legge della Torah, e che nessuno abbia mai parlato di loro.

Chi ha dunque scritto i rotoli?

Secondo Elior i veri autori sono i Sadducei, una setta discendente dal sommo sacerdote Sadok, che consacrò Salomone come re. I rotoli appartengono al Tempio e furono portati al Mar Morto per essere protetti. I rotoli parlano in chiaro ebraico dei sacerdoti figli di Sadok. L’averli chiamati Esseni è una distorsione della storia. La profezia apocalittica, citata nei rotoli, di una guerra tra i Figli della Luce e i Figli delle Tenebre è una guerra tra i figli di Sadok, che svolsero il servizio di sommi sacerdoti fino al 175 a.C., quando furono cacciati dagli asmonei, e i discendenti di Mattatia.

Il Prof. Hanan Eshel della Bar-Ilan University, al contrario, ritiene privo di fondamento negare l’esistenza degli Esseni. Circa settanta studiosi sostengono che un gruppo di Esseni è vissuto a Qumran. Uno dei rotoli descrive un piccolo gruppo di persone vivente in comunità. Come è possibile che provenissero da Gerusalemme?

Julius Ebnoether

FONTE>>> http://www.italyday.net/antiquitas/bibl ... stiti.html



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MessaggioInviato: 24/03/2010, 15:10 
Cita:
David Donnini ha scritto:

Sull'esistenza di Nazaret al tempo di Gesù si discute molto perché:
1 - non è mai nominata nel Vecchio Testamento;
2 - non è mai nominata da Giuseppe Flavio, lo storico ebreo del I sec. d.C. che fu comandante delle truppe giudaiche in Galilea, durante la guerra ebreo-romana, e ha descritto nei suoi scritti 45 località di... quella regione (fino alle più piccole);
3 - non è mai nominata nel Talmud, che cita almeno 63 diversi centri abitati della Galilea;
4 - non è mai nominata, almeno fino al III sec. d.C., da alcuna fonte storica che non appartenga al Nuovo Testamento cristiano;
5 - non è mai nominata negli stessi primi scritti del Nuovo Testamento, che sono le Lettere di Paolo, precedenti di almeno una trentina d'anni la stesura dei Vangeli; in pratica San Paolo non sapeva assolutamente dove avesse vissuto Gesù;
6 - il titolo "nazareno" non significa cittadino di Nazaret, ma ha un significato religioso/settario, i primi giudeo cristiani erano chiamati "nazareni" e avevano un Vangelo chiamato "Vangelo dei nazareni";
7 - le evidenze archeologiche mostrano che quel luogo era abitato molti secoli prima di Cristo, ma poi era stato completamente distrutto; non esistono resti evidenti di sinagoghe del I sec. d.C., solo in epoca bizantina la città si sviluppò perché la chiesa vi aveva localizzato arbitrariamente la presunta città di Gesù all'incirca ai tempi dell'imperatore Costantino;
8 - il Vangelo di Filippo, un testo gnostico dichiarato apocrifo dalla chiesa, dissocia il titolo "nazareno" dalla città di Nazaret e afferma che ha tutt'altro significato;
9 - una mole di autorevoli studiosi e accademici italiani, israeliani e di altri paesi, negano che Nazaret fosse la città di Gesù;
10 - la vera città di Gesù era situata a 8 km dalla riva nord orientale del Lago di Tiberiade e aveva molte ragioni per essere dimenticata;
11 - la morfologia e la geografia della Nazaret attuale sono inconciliabili con molte caratteristiche della narrazione evangelica...



Ritrovamenti archeologici rinvenuti nei pressi dell'attuale Nazareth, o nella stessa città, hanno dimostrato che un abitato esisteva sicuramente nel primo secolo della nostra era, vale a dire quando visse Gesù di Nazareth. Probabilmente tale abitato ebbe le sue origini nel tardo VII secolo a.c. o al più tardi nei primi decenni del VI.

Al tempo in cui visse Gesù esso era un modestissimo villaggio, abitato prevalentemente dalle donne nazarene (Natzaroth o Notzoroth in ebraico): singolarità da cui, quasi sicuramente, derivò il nome Nazareth, attraverso una denigrante distorsione del termine 'Natzaroth', introdotta beffardamente dai giudei ortodossi, i quali detestavano i nazareni.

Uno straordinario elemento, rinvenuto dagli archeologi nel sito di Nazareth, ci conforta nella certezza che quello fu proprio il villaggio 'delle nazarene'. Si tratta di una vasca per le abluzioni. Ciò è del tutto congruente con le tradizioni dei nazareni e dei nasurei (v. Giovanni il Battista ed i Mandei) i quali, prima ancora che nazareni, erano degli 'esseni' (cioè 'guaritori', del tutto analoghi ai 'therapeutes' d'Egitto) e, come i loro 'cugini' di Qumran, prendevano ritualmente delle frequenti abluzioni.

Dalla letteratura patristica sappiamo che anche le donne esseno-nazarene seguivano gli stessi rituali 'acquatici' dei loro uomini: da qui l'origine della vasca rinvenuta nel sito archeologico di Nazareth. Oltre a ciò, la stessa fonte ci informa che le donne nazarene vestivano come i loro uomini (v. l'iconografia gesuana), con una tunica bianca e con una cinghia di cuoio stretta alla vita. Se si fa un po' di 'mente locale', ci si accorge con stupore che tali immagini richiamano prepotentemente alla mente le figure 'papiracee' di donne egizie.

Ciò, comumque, non dovrebbe stupire più tanto, dal momento che la cultura nazarena affondava profondamente le sue radici in quella mosaica: a sua volta strettamente legata alla cultura egizia. (Mosè, infatti, fu un sommo sacerdote del dio Amen/Amon presso il tempio dedicato a questo dio nella città di Tebe o Eliopolis).

Non è neppure escluso che le ritualità delle 'sacre' abluzioni (chiamate poi 'battesimi' dai teologi fondatori di culti) siano a loro volta connesse con dei rituali 'sacri' che, in Egitto, si svolgevano nei pressi del Nilo (il quale, come si sa, era considerato addirittura un dio nell'antica mitologia egizia). Da tenere presente, infine, che nella letteratura dei Mandei è riportata l'importantissima informazione secondo cui "..ai tempi di Mosè la religione vera era quella degli egiziani..": il che è tutto dire!..

Comunque, tutto questo non vuole assolutamente dire che la descrizione fatta da Luca nel suo presunto vangelo, sia stata quella relativa alla città di Nazareth, in quanto si trattò effettivamente di Gamala!.. Ciò non dovrebbe sorprendere più di tanto, dal momento che, quasi sicuramente, il vangelo di Luca che attualmente conosciamo venne ottenuto, attraverso successivi e ripetuti 'rimaneggiamenti' e trasformazioni, da un archetipo che contemplava proprio la figura di Giovanni di Gamala. (non è neppure escluso che il vangelo canonico di Giovanni, sia stato titolato così proprio per obnubilare l'esistenza di questo primitivo vangelo riferito a Giovanni di Gamala)

E' altamente probabile, secondo un 'certo' autorevole indizio, che il nome di tale testo archetipo possa essere stato "il vangelo di Giovanni', laddove, ovviamente, il Giovanni in questione fu Giovanni di Gamala e NON il pseudo autore del IV vangelo canonico. E' altresì probabile che l'utilizzo del termine 'vangelo' (euaggelion), per indicare un testo 'sacro', venne fatto per la prima volta proprio per descrivere tale testo.

Anche in questo caso abbiamo una giustificazione storico-logica, dal momento che tale termine ('buona notizia') era prevalentemente utilizzato negli ambienti di corte per richiamare ed esaltare eventi felici, come ad esempio la nascita di un erede al re, all'imperatore o al principe, e, quasi sicuramente, nella nascita del culto che vide celebrata la figura di Giovanni di Gamala (la prima figura di messia 'evangelico'), rimase coinvolto in prima persona un importante personaggio dell'ambiente imperiale romano.

Ancora di più: in tale 'parto' evangelico potrebbe essere rimasto coinvolto persino lo storico Giuseppe Flavio!.. Questo potrebbe giustificare sia il fatto che lo scrittore ebreo Abelard Reuchlin (un pseudonimo) abbia indicato in Giuseppe Flavio uno degli autori del Nuovo Testamento, sia il fatto che le 'alte teste' porporate' affermavano, nel basso Medioevo, che Giuseppe si era convertito al cristianesimo! Naturalmente, se Giuseppe Flavio vi partecipò davvero, il suo ruolo fu limitato a quello di preziosa fonte erudita: sia per quanto riguardava la religione ebraica nel suo complesso, sia per quanto riguardava la storia, anche quella più recente, degli ebrei.


Saluti


Veritas



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MessaggioInviato: 14/04/2010, 00:32 
GESU', MITO O STORIA?


Il culto catto-cristiano è stato edificato grazie ad un allucinante cumulo di menzogne che non ha eguali nella storia delle religioni. Sono stati falsificati testi, personaggi e la stessa storia. Persino l'archeologia è stata 'violentata' per supportare le menzogne del clero!

Sostenere che Gesù sia stato un carattere REALMENTE storico, non vuol dire avallare tutte le menzogne del clero, tutti i suoi crimini legati alla necessità di tenere nascosta la verità storica; non vuol dire affermare che Gesù fu il 'figlio di Dio' e Dio a sua volta; non vuol dire affermare che egli veramente risorse (nel senso che risorse dopo essere morto fisicamente).

Sostenere la storicità di Gesù significa semplicemente affermare che egli fu un UOMO come tutti gli altri, il quale come tutti gli altri camminò su questa terra. Egli fu un personaggio straordinariamente ecclettico e poliedrico: aspetto questo che gli permise di interpretare numerosi ruoli ed assumere un certo numero di identità diverse. E' soprattutto a ciò che si deve il fatto che egli sia apparentemente poco conosciuto dagli uomini del suo tempo.

A lui si sarebbero dovuti interessare solo storici e romanzieri e NON i teologi falsari, i quali ne hanno stravolto completamente il profilo storico, 'cucendogli' addosso caratteristiche quasi del tutto aliene al personaggio Gesù di Nazareth! A causa della sua estrosità, egli venne preso per pazzo dal mondo giudaico del suo tempo ed echi di ciò si trovano persino negli stessi vangeli canonici! (nel Talmud egli è chiaramente indicato come un pazzo!)

Se si nega ad oltranza la storicità del personaggio di Nazareth, significa, tuttavia, rinunciare a scoprire quella verità storica ricercata inutilmente da tanti eruditi del passato, i quali, seppur bravi e preparati, non disponevano però delle risorse che l'attuale tecnologia mette a disposizione degli studiosi. Questo è il vero motivo del fallimento di chi ci ha preceduto nella ricerca del Gesù storico e non perchè questo personaggio non sia mai esistito, in quanto presuntamente frutto di una costruzione 'mitologica'...

Detto questo, va comunque chiarito che la dottrina cristiana, soprattutto quella originale, traboccava (ed ancora trabocca!) di elementi appartenenti ai culti pagani del tempo, e questo perchè coloro che 'progettarono' tale culto ebbero come obiettivo NON i fedeli della religione giudaica (in quanto si sapeva già che sarebbero stati refrattari verso la nuova teologia cattolica, la quale alle loro orecchie suonava come un oltraggio alla loro religione), ma tutti i sudditi pagani dell'impero: ergo, la nuova religione doveva contenere elementi famigliari ai potenziali nuovi adepti al culto catto-cristiano, provenienti dal mondo pagano.

Sebbene Gesù, nel corso della sua vita extrapalestinese, si rifece a vari modelli di 'Padre incarnato nel Figlio' presenti in abbondanza nella mitologia greco-romana, tuttavia i falsari fondatori, per lo scopo di 'modellare' il Gesù Cristo dei vangeli, non si rifecero a nessuna di tali divinità elleniche o romane, ma bensì ad una figura del mondo mitologico egizio: quella del dio SERAPIS! (divinità che venne poi fortemente ellenizzata dai dominatori greci)



Veritas

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MessaggioInviato: 26/04/2010, 00:43 
« Gli adoratori di Serapide sono cristiani e quelli che sono devoti al dio Serapide chiamano se stessi Vicari di Cristo »
( Storia Augusta, vita di Saturnino, 8, 2 Adriano)

Il legame tra Serapis ed il cristianesimo è probabilmente molto più intimo di quanto si pensi. Infatti, proprio per la sua caratteristica di essere una divinità composita (Osiris+Apis: la seconda considerata la materializzazione antropomorfa della prima), Serapis operò come una sorta di 'modello' mitologico per la definizione concettuale del Gesù Cristo della fede cristiana.

Ciò che ancora oggi gli esegeti professionisti di tutto il mondo (quelli che producono ogni anno quintali di libri e saggi sul tema Gesù della storia) non hanno ancora realizzato, è il carattere duale della figura carismatica centrale del culto cristiano, dal momento che tale figura è formata da due caratteri distinti: Gesù + Cristo, essendo il primo Gesù di Nazareth, un personaggio realmente vissuto, il quale ebbe una vita straordinariamente avventurosa e variegata, mentre il secondo, vale a dire il Cristo crocifisso, fu un discendente asmoneo, cioè Giovanni di Gamala, il quale venne catturato nel corso di una aperta ribellione contro il potere romano, provocata dal criminale comportamento di P. Pilato. Dopo essere stato processato dalle autorità romane, egli, insieme agli altri zeloti catturati insieme a lui, venne crocifisso: un'esecuzione che i romani riservavano espressamente per i ribelli, sia nei confronti del potere governativo dell'impero, sia contro i propri padroni, qualora si fosse trattato di schiavi.

Più che di una fusione sincretica, si trattò di una 'sovrapposizione' letteraria, dal momento che il carattere cristologico di Giovanni di Gamala era già stato definito dagli inventori del 'giudeo-cristianesimo'. Si trattò però di un messia rigorosamente affine al concetto che i giudei del tempo avevano di lui, contrariamente alla figura del Cristo del culto cristiano, che i giudei avvertivano come una cosa del tutto aliena al loro modo di pensare e, soprattutto, rispetto alle loro tradizioni. (un Messia, quello cristiano, dalle spiccate caratteristiche pagane)

Con tutta probabilità, l'utilizzo della figura mitologica di Serapis nella definizione del Cristo dei cristiani, fu prospettata da Valentino, il quale faceva parte del 'team' che diede origine al culto catto-cristiano. Valentino, infatti, proveniva da Alessandria d'Egitto, dove era forte il culto dedicato a questa divinità egizia (successivamente 'ellenizzata' per volontà dei Tolomei), così come pure nella città di Menphis.

Sicuramente i pagani, ed i giudei del tempo, erano abbastanza informati di tale aspetto (*) e non mancarono di rinfacciarlo al clero cattolico, nel corso dei loro scontri verbali. Questo e non altro giustifica la 'strana' quanto sconcertante difesa ad oltranza, da parte patristica, della figura di Serapis, tanto che questi santi falsari arrivarono all'incredibile affermazione secondo cui Serapis sarebbe stato 'uno dei nostri' (vale a dire degli ebrei e, di conseguenza, anche dei cristiani), dal momento che sotto le vesti di Serapis, in realtà gli egiziani avrebbero adorato Giuseppe, il mitico personaggio biblico venduto dai suoi fratelli a dei mercanti egizi!..




___________________________________________

Nota:

(*) - soprattutto gli esponenti delle caste sacerdotali pagane, i quali avevano cominciato a provare forti timori dall'emergere in modo tumultuoso ed incontrollato del nuovo culto, voluto dalle autorità imperiali e senatoriali del tempo.



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MessaggioInviato: 27/04/2010, 09:28 
Cita:
Massimo Franceschi ha scritto: (in merito alla datazione del Papiro Ryland P52)

Cita:
Veritas:

"Per documenti così antichi, è buona norma attenersi a stime che non scendono al disotto di un arco di un centinaio di anni, come del resto hanno fatto i paleografi più seri".



Una stima 'ad saeculum' è quasi inutile...



Dipende dall'obiettivo che si intende raggiungere..

Cita:

«.. Qui signor Veritas scende sul campo paleografico, nel quale posso dire di essere abbastanza competente. E' vero che gli stili non cessano di colpo, e che esistono pre fenomeni di revival. Però l'indicazione di fondo rimane: il centro di gravitazione della datazione non può che essere l'età adrianea (117-138 d.C). Quindi direi che l'età adrianea non è solo il terminus post quem, ma anche il riferimento cronologico più probabile. Ovviamente, non vi è nulla di certo.
Quanto a Wikipedia, nessuno studioso serio può ritenere a priori attendibili le informazioni contenute in questa enciclopedia libera priva di controlli. E' un monito ulteriore a diffidare di ciò che si trova in rete.»



Come tu stesso hai indicato, l'imperatore Adriano è morto nel 138 ed io mi rifiuto di credere che di punto in bianco si sia smesso di usare tale stile di scrittura per passare ad un nuovo stile! (quale?)

E' legittimo e 'sacrosanto' supporre che ancora nel 150 si sia continuati a scrivere con tale stile. Per me una tal cosa va più che bene, dal momento che sono certissimo che i primi prototipi degli attuali vangeli (in seguito essi vennero 'rimaneggiati' varie volte, se non addirittura riscritti da cima a fondo, come ci informa Celso ed un'altra fonte araba del X-XI secolo)(*) vennero redatti tra il 140 ed il 150, periodo in cui si diede vita al culto catto-cristiano. Questo vuol dire che, con ogni probabilità, anche i testi originali dei sinottici vennero redatti in tale stile.

Da tenere presente che il 'team' di esperti di religione che costruì tutto ciò che oggi è noto come 'Nuovo Testamento', operò su commissione del potere imperiale e senatoriale del tempo, il che significa che i testi vennero probabilmente redatti presso uno dei palazzi imperiali dell'antica Roma.

«..Quanto a Wikipedia.......»

Wikipedia era molto attendibile (in quanto frutto della collaborazione di persone competenti) prima che diventasse un feudo clericale. Ora è diventata praticamente un 'cesso'!.... Più volte ho cercato di mettere il dito sulla piaga, lamentandomi dell'intollerabile reticenza e faziosità nell'illustrazione dei vari lemmi. Per fortuna la versione in lingua inglese è rimasta per ora al riparo da simili squallide interferenze!

«...E' un monito ulteriore a diffidare di ciò che si trova in rete..»

Quando io ho iniziato le mie ricerche, a partire dalla metà degli '90, vi erano pochi siti confessionali in rete. Quando si impostavano le parole chiave per le varie ricerche, sin dalle prime pagine di Google si ottenevano i risultati cercati. Ora invece le cose sono cambiate radicalmente. Le pagine utili per le ricerche non iniziano prima dell'ottava-decima pagina!.. Prima di esse vi sono pagine e pagine di siti confessionali!.. Tutto 'casuale'?... A sentire certi 'pasdaran' poveri di spirito sembrerebbe di sì...

In rete si trova di tutto: dalle cose intelligenti ed utili alle cose stupide, prive di alcuna utilità (basta dare un'occhiata ai siti confessionali per rendersene conto!). Tuttavia non è questo un buon motivo per abbandonare tale preziosissimo strumento di ricerca. Il clero volpino, attraverso i suoi pasdaran, fa del tutto affinchè i ricercatori occasionali diffidino ti tale mezzo e si affidino invece con 'fiducia' alle lezioni dei vari 'esperti' cattolici, come l'ameno Introvigne, Messori, Cardini ed altri simpatici 'saltinbanchi'...


________________________________

Nota:

(*) - Tale fonte araba (Sufi?) si rifà a testi manichei del III secolo. Le imformazioni presenti in tali testi derivavano a loro volta da fonte ebionita/mandea (in pratica la stessa cosa), dal momento che Mani trascorse la sua giovinezza e la sua prima maturità presso la comunità mandea, a sud-est di Bassora. Attraverso una 'naturale' eredità, tali conoscenze trasmigrarono poi presso i bogomili dell'area balcanica e da qui, dopo un lento ma incessante spostamento, approdarono sino alla Francia meridionale, dove, grazie a tali conoscenze, si sviluppò la cultura 'Càtara' (o 'Albigese'). Il resto è storia....



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