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MessaggioInviato: 15/03/2010, 16:53 
Ho appreso l'angosciosa notizia della morte di Luigi Cascioli.
Mi unisco al dolore dei famigliari per la perdita di un amico col quale
ho condiviso la lotta e lo studio per conoscere la verità storica di un
lontano passato all'origine del mito religioso la cui superstizione, tutt'oggi,
condiziona la vita dei liberi cittadini.
Con grande cordoglio,

Emilio Salsi



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MessaggioInviato: 16/03/2010, 05:53 
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Dimostrazione di ciò che Luigi Cascioli aveva intuito da tanto tempo, e che poi Emilio Salsi ha portato alla verità dal punto di vista storico, nel suo libro "Giovanni il nazireo detto Gesù Cristo e i suoi fratelli." http://www.vangeliestoria.eu




Cita:
Il sottoscritto ha scritto:
Ora in base alle mie osservazioni tra il vangelo di Luca o chi per Lui e gli scritti di Giuseppe Flavio (Guerra Giudaica, Antichità Giudaiche e Vita) ho notato due tipologie di contatti;

a) Parallelismi, cioè copiature dell'evangelista Luca dagli scritti di Giuseppe Flavio;

b) Versetti di vangelo che compaiono solo in Luca, che vennero inseriti per allontanare, contrastare l'opinione dei lettori che potevano comprendere che il mito storico del Gesù Nazareno veniva mutuato in parte dall'epopea storica di un figlio di Giuda il Galileo, molto probabilmente il primogenito, molto probabilmente di nome Giovanni.


Tra il primo gruppo rientrano:

Il censimento;
Gesù tra i dottori del tempio;
I precipizi di Gamala;
La storia di Archelao con la parabola dei dieci servi.
Gesù pianse su Gerusalemme;
Inizi della vita pubblica;
La necessità della conversione;
Emmaus (la sua distanza da Gerusalemme);




Vangelo Luca 2,1In quei giorni un decreto di Cesare Augusto ordinò che si facesse il censimento in tutta la terra. Questo primo censimento fu fatto quando Quirinio era Governatore della Siria.

copiato da


Giuseppe Flavio - Antichità Giudaiche 2 libro XVIII, I,I
Quirino, senatore romano passato attraverso tutte le magistrature fino al consolato, persona estremamente distinta sotto ogni aspetto, giunse in Siria, inviato da Cesare affinché fosse il governatore della nazione e facesse la valutazione delle loro proprietà.......... Quirino visitò la Giudea, allora annessa alla Siria, per compiere una valutazione delle proprietà dei Giudei...


Nella stesura dei loro vangeli, Matteo e Luca utilizzano il vangelo secondo Marco come struttura portante. Organizzano i contenuti, che traggono dal vangelo secondo Marco prevalentemente secondo la sequenza che già trovano in Marco.
Ciò spiega i parallelismi fra tutti e tre i vangeli.

L'evangelista Marco omette interamente il così detto vangelo dell'infanzia narrato successivamente da Matteo e da Luca. Da ciò si può comprendere che, nessuno in quel tempo in cui scriveva Marco, ne sapeva niente.

Poiché l'evangelista Marco non scrive nulla sulla natività del Gesù Nazareno, successivamente, agli altri due evangelisti viene a mancare il filo conduttore. Ed ecco che si inventano due natività completamente diverse, poiché l'evangelista Marco, o chi per lui, non sapeva cosa scriveva l'evangelista Luca, o chi per lui, e viceversa.

Infatti, l'evangelista Matteo 1,18, non avendo a disposizione gli scritti di giuseppe Flavio, prende lo spunto come data e avvenimenti per la nascita del suo Gesù Messia , dalla nascita del figlio primogenito di Giuda il Galileo, cioè Giovanni. E sarà caratterizzata successivamente dalla fuga in Egitto, come descritto in Matteo 2,13 per paura di Re Erode il Grande. Mentre l'evangelista Luca, avendo a disposizione tutti gli scritti di Giuseppe Flavio, costruisce la sua straordinaria nascita del Suo Gesù Messia, riferita alla nascita dell'ultimo figlio maschio di Giuda il Galileo cioè Giuseppe, falsificato successivamente come ho dimostrato in altra parte, in Menahem; in data 6 d.c. al tempo del censimento di Quirinio. (Luca 2,1 e seguenti).




osservate e cliccate sopra la tabella della risposta successiva, grazie e scusate per il disguido tecnico.

un caro saluto.


Ultima modifica di Giovanni dalla Teva il 16/03/2010, 06:28, modificato 1 volta in totale.

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MessaggioInviato: 16/03/2010, 06:20 
Tabella riguardante l'intervento precedente.



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MessaggioInviato: 16/03/2010, 19:44 
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Cita:
Il sottoscritto ha scritto:
Ora in base alle mie osservazioni tra il vangelo di Luca o chi per Lui e gli scritti di Giuseppe Flavio (Guerra Giudaica, Antichità Giudaiche e Vita) ho notato due tipologie di contatti;

a) Parallelismi, cioè copiature dell'evangelista Luca dagli scritti di Giuseppe Flavio;

b) Versetti di vangelo che compaiono solo in Luca, che vennero inseriti per allontanare, contrastare l'opinione dei lettori che potevano comprendere che il mito storico del Gesù Nazareno veniva mutuato in parte dall'epopea storica di un figlio di Giuda il Galileo, molto probabilmente il primogenito, molto probabilmente di nome Giovanni.


Tra il primo gruppo rientrano:

Il censimento;
Gesù tra i dottori del tempio;
I precipizi di Gamala;
La storia di Archelao con la parabola dei dieci servi.
Gesù pianse su Gerusalemme;
Inizi della vita pubblica;
La necessità della conversione;
Emmaus (la sua distanza da Gerusalemme);




L'evangelista Luca, o chi per Lui, nel suo vangelo, dopo aver inventato la natività, essendo a corto di fantasia, va a copiare gli scritti di Giuseppe Flavio per trovare qualcosa da appiccicare al periodo dell'adolescenza del suo Gesù di Nazateth.

Così facendo, come in altre sue copiature, l'evangelista Luca o chi per lui, dimostra di ritenere lo storico Giuseppe Flavio molto affidabile.

Ora leggendo l’inizio dell’opera di Giuseppe Flavio, AUTOBIOGRAFIA 2.7 - a cura di Elvira Migliaro - edizoni bur- pag. 71:


“Quander’ero ancora poco più di un bambino,all’incirca sui quattordici anni, grazie alla mia passione per lo studio ricevevo gli elogi di tutti, dato che venivo di continuo avvicinato dai sommi sacerdoti e dalle persone più importanti della città che richiedevano il mio parere per interpretazioni particolarmente sottili della legge”

Quel furbacchione di Luca a corto di fantasia, prende lo spunto e lo riporta nel suo Vangelo ricucendolo addosso al suo Messia, cioè al suo personaggio giovanile di Gesù il Nazareno Il futuro Cristo figlio di Dio dei Cristiani. Per chi non è convinto vada a leggersi Luca 2,41 fino a 2,52:

44 "Credendo che egli fosse nella comitiva, fecero una giornata di viaggio e poi si misero a cercarlo tra i parenti e i conoscenti ; 45non avendolo trovato, tornarono in cerca di lui a Gerusalemme . 46 Dopo tre giorni lo trovarono nel tempio, seduto in mezzo ai maestri, mentre li ascoltava e li interrogava . 47 E tutti quelli che l'udivano erano pieni di stupore per la sua intelligenza e le sue risposte .41Al vederlo restarono stupiti, e sua madre gli disse: « Figlio, perché ci hai fatto questo?"

Queste sono le uniche informazioni sulla giovinezza di Gesù e ora sappiamo anche da dove provengono. Certo, per rendere ancora più stupefacente l’episodio e non renderlo proprio uguale, il caro Luca toglie due anni al suo mito.

Un caro saluto a tutti, ricordando Luigi Cascioli.


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MessaggioInviato: 19/03/2010, 22:11 
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Il sottoscritto ha scritto:
Ora in base alle mie osservazioni tra il vangelo di Luca o chi per Lui e gli scritti di Giuseppe Flavio (Guerra Giudaica, Antichità Giudaiche e Vita) ho notato due tipologie di contatti;

a) Parallelismi, cioè copiature dell'evangelista Luca dagli scritti di Giuseppe Flavio;

b) Versetti di vangelo che compaiono solo in Luca, che vennero inseriti per allontanare, contrastare l'opinione dei lettori che potevano comprendere che il mito storico del Gesù Nazareno veniva mutuato in parte dall'epopea storica di un figlio di Giuda il Galileo, molto probabilmente il primogenito, molto probabilmente di nome Giovanni.


Tra il primo gruppo rientrano:

Il censimento;
Gesù tra i dottori del tempio;
I precipizi di Gamala;
La storia di Archelao con la parabola dei dieci servi.
Gesù pianse su Gerusalemme;
Inizi della vita pubblica;
La necessità della conversione;
Emmaus (la sua distanza da Gerusalemme);




Vangelo Luca 4,29

Si alzarono e lo cacciarono fuori della loro città e lo condussero fin sul ciglio del monte, sul quale era costruita la loro città, per gettarlo giù. Ma egli passando in mezzo a loro, si mise in cammino,

appreso da


Giuseppe Flavio Guerra Giudaica libro IV, 6

mentre Gamala....... Sui fianchi e di fronte termina in burroni impraticabili mentre è un po' più accessibile di dietro, dove è come appesa alla montagna; ma anche qui gli abitanti, scavando una fossa trasversale, avevano sbarrato il passaggio. Le case costruite sui ripidi pendii....................


Non riuscivo a comprendere come l'evangelista Luca fosse così superficiale da inserire nel suo vangelo Lc 4,29 "Si alzarono e lo cacciarono fuori della città e lo condussero fin sul ciglio del monte, sul quale era costituita la loro città, per gettarlo giù." in modo tale che si possa comprendere facilmente, che la patria del Gesù Nazareno fosse Gamala e non Nazareth.

Ebbene l'ho compreso solo dopo aver assimilato l'informazione aggiuntiva successiva, che quando l'evangelista Luca scriveva il suo vangelo aveva a disposizione anche la Guerra Giudaica di Giuseppe Flavio. Dove lo scrittore ebreo riportava dettagliatamente l'orribile fine degli abitanti di Gamala caduti o buttati con la loro disperazione nei burroni o precipizi dai Romani.

Ora so che l'evangelista Luca riporta la frase galeotta che fa riferimento a Gamala come patria vera del mito del Gesù Nazareno, per il solo scopo di soddisfare il suo senso di vendetta verso coloro, cioè i paesani di Gesù che in quel passo evangelico corrispondente di Marco, da cui copia; si scandalizzarono di Lui, non lo vollero riconoscere come Messia.

Dunque l'evangelista Luca, in quel passo che solo Lui riporta, ci vuol dire:< Attenzione, avete visto che fine hanno fatto quelli che volevano gettare Gesù Nazareno nei burroni, alla fine nei burroni ci finirono loro con la loro disperazione per non aver creduto il Lui> e così potrebbe succedere pure a voi, in senso escatologico.



Per curiosità riporto il commento ufficiale della conferenza episcopale italiana a Luca 4,29 Si alzarono e lo cacciarono fuori della loro città e lo condussero fin sul ciglio del monte, sul quale era costruita la loro città, per gettarlo giù. Ma egli passando in mezzo a loro, si mise in cammino,
"Probabile allusione alla crocifissione di Gesù fuori delle mura di Gerusalemme" Vangeli e atti degli apostoli - Nuova versione ufficiale della CEI (Conferenza Episcopale Italiana) - Paoline edizione libri 2008, pag. 238


Un caro saluto


Ultima modifica di Giovanni dalla Teva il 19/03/2010, 22:19, modificato 1 volta in totale.

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MessaggioInviato: 21/03/2010, 18:01 
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Il sottoscritto ha scritto:
Ora in base alle mie osservazioni tra il vangelo di Luca o chi per Lui e gli scritti di Giuseppe Flavio (Guerra Giudaica, Antichità Giudaiche e Vita) ho notato due tipologie di contatti;

a) Parallelismi, cioè copiature dell'evangelista Luca dagli scritti di Giuseppe Flavio;

b) Versetti di vangelo che compaiono solo in Luca, che vennero inseriti per allontanare, contrastare l'opinione dei lettori che potevano comprendere che il mito storico del Gesù Nazareno veniva mutuato in parte dall'epopea storica di un figlio di Giuda il Galileo, molto probabilmente il primogenito, molto probabilmente di nome Giovanni.


Tra il primo gruppo rientrano:

Il censimento;
Gesù tra i dottori del tempio;
I precipizi di Gamala;
La storia di Archelao con la parabola dei dieci servi.
Gesù pianse su Gerusalemme;
Inizi della vita pubblica;
La necessità della conversione;
Emmaus (la sua distanza da Gerusalemme);



Riporto la nota n° 64; pag. 1098, Antichità Giudaiche 2, di Giuseppe Flavio a cura di Luigi Moraldi, UTET

Cliccare sopra l'immagine per ingrandirla, e poi sopra "chiudi immagine", angolo in alto a sinistra per ridimensionarla, grazie.

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49,22 KB

vangelo Luca 19,11

Parabola dei dieci servi. - Mentre essi stavano ad ascoltare queste cose, disse ancora una parabola, perché era vicino a Gerusalemme ed essi pensavano che il regno di Dio dovesse manifestarsi da un momento all'altro. Disse dunque: "Un uomo di nobile famiglia partì per un paese lontano, per ricevere il titolo di re e poi ritornare. Chiamati dieci dei suoi servi, consegnò loro dieci monete d'oro, dicendo: "Fatele fruttare fino al mio ritorno". Ma i suoi cittadini lo odiavano e mandarono dietro di lui una delegazione a dire: "Non vogliamo che costui venga a regnare su di noi". Dopo aver ricevuto il titolo di re, egli ritornò e fece chiamare quei servi a cui aveva consegnato il denaro, per sapere quanto ciascuno avesse guadagnato. Si presentò il primo e disse: "Signore, la tua moneta d'oro ne ha fruttate dieci". Gli disse: "Bene, servo buonol Poiché ti sei mostrato fedele nel poco, ricevi il potere sopra dieci città". Poi
si presentò il secondo e disse: "Signore, la tua moneta d'oro ne ha fruttate cinque". Anche a questo disse: "Tu pure sarai a capo di cinque città". Venne poi anche un altro e disse: "Signore, ecco la tua moneta d'oro, che ho tenuto nascosta in un fazzoletto; avevo
paura di te, che sei un uomo severo: prendi quello che non hai messo in deposito e mieti quello che non hai seminato". Gli rispose: "Dalle tue stesse parole ti giudico, servo malvagio! Sapevi che sono
un uomo severo, che prendo quello che non ho messo in deposito e mieto quello che non ho seminato: perché allora non hai consegnato il mio denaro a una banca? Al mio ritorno I'avrei riscosso con gli
interessi". Disse poi ai presenti: "Toglietegli la moneta d'oro e datela a colui che ne ha dieci". Gli risposero: "Signore, ne ha già dieci!".Io vi dico: A chi, ha, sarà dato; invece a chi non ha, sarà tolto anche quello che ha. E quei miei nemici, che non volevano che io diventassi loro re, conduceteli qui e uccideteli davanti a me.


Giuseppe Flavio - Antichità Giudaiche 2, libro XVII

«Un uomo di nobile origine (Archelao)figlio di re Erode il Grande, andò in un paese lontano, Roma da Cesare Augusto per ricevere l’investitura del regno Giudea, Indumea e Samaria e poi tornare, ma i suoi concittadini lo odiavano e gli mandarono dietro un’ambasceria che dicesse: Non vogliamo che costui regni sopra di noi. Ma nonostante ciò Archelao ottenne il regno, e quando ritornò si comportò da tiranno e la sua crudeltà fu insopportabile nei confronti di chi non l'aveva voluto re. Dieci furono gli anni del suo regno, dieci furono le spighe di grano maturo divorate dai buoi che Archelao sognò e che significarono la fine del suo regno. E non più tardi di cinque giorni dopo il sogno Archelao fu richiamato nuovamente a Roma e esiliato.

Un caro saluto a tutti.


Ultima modifica di Giovanni dalla Teva il 21/03/2010, 18:07, modificato 1 volta in totale.

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MessaggioInviato: 24/03/2010, 15:20 
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Il sottoscritto ha scritto:
Ora in base alle mie osservazioni tra il vangelo di Luca o chi per Lui e gli scritti di Giuseppe Flavio (Guerra Giudaica, Antichità Giudaiche e Vita) ho notato due tipologie di contatti;

a) Parallelismi, cioè copiature dell'evangelista Luca dagli scritti di Giuseppe Flavio;

b) Versetti di vangelo che compaiono solo in Luca, che vennero inseriti per allontanare, contrastare l'opinione dei lettori che potevano comprendere che il mito storico del Gesù Nazareno veniva mutuato in parte dall'epopea storica di un figlio di Giuda il Galileo, molto probabilmente il primogenito, molto probabilmente di nome Giovanni.


Tra il primo gruppo rientrano:

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Gesù tra i dottori del tempio;
I precipizi di Gamala;
La storia di Archelao con la parabola dei dieci servi.
Gesù pianse su Gerusalemme;
Inizi della vita pubblica;
La necessità della conversione;
Emmaus (la sua distanza da Gerusalemme);



Anche questo episodio viene riportato solo da Luca o chi per lui.
Vangelo di Luca 19,41,

"Gesù piange su Gerusalemme. - Quando fu vicino, alla vista della città pianse su di essa dicendo: « Se avessi compreso anche tu, in questo giorno, quello che porta alla pace! Ma ora è stato nascosto ai tuoi occhi . Per te verranno giorni in cui i tuoi nemici ti circonderanno di trincee, ti assedieranno e ti stringeranno da ogni parte; distruggeranno te e i tuoi figli dentro di te e non lasceranno in te pietra su pietra, perché non hai riconosciuto il tempo in cui sei stata visitata."

viene copiato da


Flavio Giuseppe - Guerra Giudaica - libro VII, 112, 113


Tito però negò loro anche questa concessione e, lasciando i giudei di Antiochia nella stessa condizione giuridica che avevano prima, proseguì alla volta dell'Egitto. Durante il viaggio, passò per Gerusalemme e, paragonando quel lugubre spettacolo di desolazione all'antico splendore della città, dinanzi a quegli immensi cumuli di rovine richiamando alla mente la bellezza di un tempo, si commosse per la sua distruzione: e non come altri avrebbe fatto, vantandosi dì averla espugnata nonostante fosse una città così grande e così forte, ma non stancandosi di maledire chi aveva la colpa d'aver fatto esplodere la rivolta e attirato una tale punizione sulla città. Così fu chiaro a tutti che egli non aveva voluto punire la città con la distruzione per poter far sfoggio del suo valore."

E' importante osservare il motivo del castigo che collega anche questo episodio a quello dei burroni di Gamala sempre riportato dall'evangelista Luca o chi per Lui.

Gli abitanti di Gerusalemme come quelli di Gamala, non hanno voluto riconoscere Gesù come Messia, ecco allora pronto il castigo divino che ha colpito la città di Gerusalemme come quella di Gamala.


Un caro saluto a tutti.


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Il sottoscritto ha scritto:
Ora in base alle mie osservazioni tra il vangelo di Luca o chi per Lui e gli scritti di Giuseppe Flavio (Guerra Giudaica, Antichità Giudaiche e Vita) ho notato due tipologie di contatti;

a) Parallelismi, cioè copiature dell'evangelista Luca dagli scritti di Giuseppe Flavio;

b) Versetti di vangelo che compaiono solo in Luca, che vennero inseriti per allontanare, contrastare l'opinione dei lettori che potevano comprendere che il mito storico del Gesù Nazareno veniva mutuato in parte dall'epopea storica di un figlio di Giuda il Galileo, molto probabilmente il primogenito, molto probabilmente di nome Giovanni.


Tra il primo gruppo rientrano:

Il censimento;
Gesù tra i dottori del tempio;
I precipizi di Gamala;
La storia di Archelao con la parabola dei dieci servi.
Gesù pianse su Gerusalemme;
Inizi della vita pubblica;
La necessità della conversione;
Emmaus (la sua distanza da Gerusalemme);



Inizi della vita pubblica;


Vangelo di Luca 3: 1,2

Nell'anno quindicesimo dell'impero di Tiberio Cesare, mentre Ponzio Pilato era governatore della Giudea, Erode tetrarca della Galilea, e Filippo, suo fratello, tetrarca dell'Iturea e della Traconitide, e Lisania tetrarca dell'Abilene, sotto i sommi sacerdoti Anna e Caifa,.......

Questi dati, attinti alla meglio dalle opere di Giuseppe Flavio, intendono offrire un punto fermo di riferimento per gli ultimi tempi della vita del Messia. Ma il carattere artificiale del passo non sfugge a nessuno: gli altri evangelisti lo ignorano e le altre versioni della missione pubblica di Gesù discordano poi inesorabilmente. (Ambrogio Donini-Storia del cristianesimo pag.80-81)

In particolare è giusto soffermarsi su "e Lisania tetrarca dell'Abilene" che l'evangelista trova in Antichità Giudaiche di Giuseppe Flavio libro XIX, 275 "Gli restituì queste terre come un debito verso la famiglia di Erode, ma aggiunse ancora Abila (15), che era stata governata da Lisania (16) e tutta la regione ............"

Riporto la nota n° 16; pag. 1203, Antichità Giudaiche 2, di Giuseppe Flavio a cura di Luigi Moraldi, UTET

Cliccare sopra l'immagine per ingrandirla, e poi sopra "chiudi immagine", angolo in alto a sinistra per ridimensionarla, grazie.



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per avallo


in "Vangeli e atti degli apostoli" - Nuova versione ufficiale della CEI (Conferenza Episcopale Italiana) - Paoline edizione libri 2008, pag. 232 troviamo scritto:

"Lisania è un personaggio di difficile identificazione, nominato solo qui come tetrarca dell'Abilene, territorio a nord-ovest di damasco. Il nome compare però più volte nelle opere di Giuseppe Flavio, riferito a persone diverse."

Un caro saluto a tutti.


Ultima modifica di Giovanni dalla Teva il 26/03/2010, 07:54, modificato 1 volta in totale.

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Ora in base alle mie osservazioni tra il vangelo di Luca o chi per Lui e gli scritti di Giuseppe Flavio (Guerra Giudaica, Antichità Giudaiche e Vita) ho notato due tipologie di contatti;

a) Parallelismi, cioè copiature dell'evangelista Luca dagli scritti di Giuseppe Flavio;

b) Versetti di vangelo che compaiono solo in Luca, che vennero inseriti per allontanare, contrastare l'opinione dei lettori che potevano comprendere che il mito storico del Gesù Nazareno veniva mutuato in parte dall'epopea storica di un figlio di Giuda il Galileo, molto probabilmente il primogenito, molto probabilmente di nome Giovanni.


Tra il primo gruppo rientrano:

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La storia di Archelao con la parabola dei dieci servi.
Gesù pianse su Gerusalemme;
Inizi della vita pubblica;
La necessità della conversione;
Emmaus (la sua distanza da Gerusalemme);




la necessità della conversione


vangelo di Luca 13:1-3.

13,1 In quello stesso tempo si presentarono alcuni a riferirgli il fatto di quei Galilei, il cui sangue Pilato aveva fatto scorrere insieme a quello dei loro sacrifici. 2 Prendendo la parola, Gesù disse loro: «Credete che quei Galilei fossero più peccatori di tutti i Galilei, per aver subito tale sorte? 3 No, io vi dico, ma se non vi convertite, perirete tutti allo stesso modo. 4 O quelle diciotto persone, sulle quali crollò la torre di Sìloe e le uccise, credete che fossero più colpevoli di tutti gli abitanti di Gerusalemme? 5 No, io vi dico, ma se non vi convertite, perirete tutti allo stesso modo».

Potrebbe riguardare, un episodio accaduto e riportato da Giuseppe Flavio in Antichità Giudaiche, libro XVIII capitolo III e successivamente censurato cioè tagliato. L' evangelista Luca aveva a disposizione l'opera di Giuseppe Flavio completa, quindi prima della sua manomissione.
In questo caso L'evangelista Luca o chi per esso, come in altre parti del suo vangelo, avvertì la necessità di riaffermare che il suo Gesù Nazareno, facendogli dire "«Credete che quei Galilei fossero più peccatori di tutti i Galilei, per aver subito tale sorte? No, io vi dico, ma se non vi convertite, perirete tutti allo stesso modo", non avesse nulla a che fare con il movimento rivoluzionario, armato e sovversivo che aveva come obiettivo la liberazione dai romani.

Da "Vangeli e atti degli apostoli" nuova versione ufficiale della CEI, Paoline edizione libri 2008, a pag. 282 leggiamo: " Il massacro dei Galilei, trucidati per ordine di Pilato mentre stavano sacrificando i loro agnelli, è noto soltanto a Luca. Ma da quando sappiamo di Pilato, attraverso lo storico ebreo Giuseppe Flavio, un massacro dei genere non sarebbe affatto improbabile. Giuseppe Flavio riferisce intatti di un massacro di samaritani durante un raduno religioso e, in un'altra occasione, dell'uccisione di molti ebrei che si erano opposti a Pilato quando aveva cercato di impadronirsi di denaro appartenente al tesoro dei tempio per costruire un acquedotto a Gerusalemme."

Successivamente, resta molto probabile, che gli interpolatori abbiano cancellato il massacro dei Galilei in Antichità Giudaiche, riportato da Giuseppe Flavio, perchè avvenne proprio in concomitanza della vita pubblica del Gesù Nazareno, e in qualche modo forse ad Egli collegato, in quanto mutuato dall'epopea storica della famiglia di Giuda il Galileo.

Oppure una persona può credere, che dopo settanta anni circa,o più, da questo fatto sanguinoso, non riportato da nessun storico e dagli altri evangelisti, l'evangelista Luca sia l'unica persona informata da una tradizione orale, che ricordava perfino le precise parole pronunciate da Gesù in quel momento.


Un caro saluto.


Ultima modifica di Giovanni dalla Teva il 30/03/2010, 18:20, modificato 1 volta in totale.

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MessaggioInviato: 30/03/2010, 18:38 
Tutte le volte che capito in queste discussioni mi chiedo che senso possa avere l'ingrandimento esasperato del testo da parte di Giovanni dalla Teva.
Non è certo ingrandendo i caratteri che i propri concetti potranno avere più autorevolezza, anzi, i messaggi diventano quasi illeggibili e fastidiosi.



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Vorrei proporre alla benevola considerazione del lettore una teoria che potrà sembrare paradossale e sovversiva. La teoria è questa: che sarebbe opportuno non prestare fede a una proposizione fino a quando non vi sia un fondato motivo per presupporla vera. (Bertrand Russell)
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Sbagliato. Ci sono molte persone che al monitor hanno problemi di vista.

E l' ingrandimento giunge assai gradito.

In particolare per una materia ostica come questa.

In ogni caso il Conte Giovanni dalla Teva ha licenza di operare in tal guisa solo in questa sezione.

Prosit.




zio ot [;)]


Ultima modifica di barionu il 30/03/2010, 23:03, modificato 1 volta in totale.


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barionu ha scritto:

Sbagliato. Ci sono molte persone che al monitor hanno problemi di vista.
E l' ingrandimento giunge assai gradito.

In quel caso bastano due dita sulla tastiera per ingrandire i caratteri, e se non basta ingrandire ancora...
Il default dovrebbe essere caratteri normali, come fanno tutti gli altri.



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Vorrei proporre alla benevola considerazione del lettore una teoria che potrà sembrare paradossale e sovversiva. La teoria è questa: che sarebbe opportuno non prestare fede a una proposizione fino a quando non vi sia un fondato motivo per presupporla vera. (Bertrand Russell)
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Il sottoscritto ha scritto:
Ora in base alle mie osservazioni tra il vangelo di Luca o chi per Lui e gli scritti di Giuseppe Flavio (Guerra Giudaica, Antichità Giudaiche e Vita) ho notato due tipologie di contatti;

a) Parallelismi, cioè copiature dell'evangelista Luca dagli scritti di Giuseppe Flavio;

b) Versetti di vangelo che compaiono solo in Luca, che vennero inseriti per allontanare, contrastare l'opinione dei lettori che potevano comprendere che il mito storico del Gesù Nazareno veniva mutuato in parte dall'epopea storica di un figlio di Giuda il Galileo, molto probabilmente il primogenito, molto probabilmente di nome Giovanni.


Tra il primo gruppo rientrano:

Il censimento;
Gesù tra i dottori del tempio;
I precipizi di Gamala;
La storia di Archelao con la parabola dei dieci servi.
Gesù pianse su Gerusalemme;
Inizi della vita pubblica;
La necessità della conversione;
Emmaus (la sua distanza da Gerusalemme);



L'evangelista Luca copia la distanza tra Gerusalemme e Emmaus da Giuseppe Flavio


Due di loro se ne andavano in quello stesso giorno a un villaggio di nome Emmaus, distante da Gerusalemme sessanta stadi;"Luca 24,13.

Qualche apologeta, cioè colui che dedica la sua conoscenza e il suo studio alla esaltazione e alla difesa della dottrina cristiana, si accorse che l'evangelista Luca in questo brano, copia Giuseppe Flavio in Guerra Giudaica libro VI, 217;"Egli non vi costituì alcuna città, riservandosi quella regione come sua proprietà privata, e soltanto a ottocento soldati inviati in congedo fece la concessione di costituire una colonia nella località che si chiama Emmaus e dista trenta stadi da Gerusalemme".

Perciò, per non far comprendere la copiatura da Giuseppe Flavio; nei vangeli e atti degli apostoli, nuova versione ufficiale della CEI, cioè la versione ufficiale a cura della conferenza Episcopale Italiana 2008; Luca 24,13 viene così riportato: "Ed ecco, in quello stesso giorno due di loro erano in cammino per un villaggio di nome Emmaus, distante circa undici chilometri da Gerusalemme,"

Con tale trasformazione si riduce enormemente la possibilità, che un qualsiasi lettore possa accorgersi della copiatura da Giuseppe Flavio.
Sempre di tale copiatura si accorsero anche i copisti amanuensi, infatti, Samuel Schurer in "Storia del popolo Giudaico al tempo di Gesù Cristo" Paideia, Brescia 1985, a pag. 620 nota 142, scrive:<Dei sette manoscritti su cui poggia l'edizione del Niese, solo uno ha sessanta invece di trenta>.


Cliccare sopra l'immagine per ingrandirla, e poi sopra "chiudi immagine", angolo in alto a sinistra per ridimensionarla, grazie.



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Certamente Giuseppe Flavio scrisse o sessanta o trenta, di certo ci fu una falsificazione, per coprire la copiatura dell'evangelista Luca.
Se Giuseppe Flavio scrisse sessanta, la copiatura coincide, se invece avesse scritto trenta coincide ancora perfettamente considerando che l'evangelista Luca potrebbe aver indicato un percorso da compiere nei due sensi nella stessa giornata.
E' lampante che lo storico ebreo Giuseppe Flavio conoscesse la geografia di quei luoghi molto meglio dell'evangelista Luca, e quindi è stato sicuramente quest'ultimo a copiare da Giuseppe Flavio e non viceversa.


Un caro saluto a tutti.


Ultima modifica di Giovanni dalla Teva il 31/03/2010, 12:35, modificato 1 volta in totale.

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MessaggioInviato: 01/04/2010, 20:41 
Carissimo Giovanni

Ormai è acclarato, almeno da parte nostra, che questo [size=100]”mitino”
chiamato il salvatore è stato caricato sulle spalle di Giovanni il Galileo(Battista). Il tutto è tratto dalla comparazione vangeli, e quello che ci hanno lasciato della storia. Siccome i vangeli sono preponderanti in questi studi ricerche. Che cosa pensiamo “noi”, o cosa significano per te, quei tre anni di predicazione per nuova religio, del salvatore non esistito? Oppure, se i tre anni li carichiamo su Giovanni il Galileo, che ipotesi facciamo?

Sinceri saluti Cecco [/size]


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MessaggioInviato: 02/04/2010, 02:26 
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Learco Pignagnoli ha scritto:

Cita:
barionu ha scritto:

Sbagliato. Ci sono molte persone che al monitor hanno problemi di vista.
E l' ingrandimento giunge assai gradito.

In quel caso bastano due dita sulla tastiera per ingrandire i caratteri, e se non basta ingrandire ancora...
Il default dovrebbe essere caratteri normali, come fanno tutti gli altri.


Ma Caro Pigna ,

ma perchè devi soffrire tanto ?

Cala di due appena vieni a leggere gli studi

del Capitano CONTE JOANNI DALLA TEVA.

zio ot [;)]



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