Carissimo Saulnier
sono pienamente d'accordo con te, aggiungendo,
TUTTO ciò che in Flavi riguarda il Cristo ed epigrafi
è tutto falsificato, pro convenienze loro.
Ora una buona lettura:
Inviato il: 8/12/2008, 22:20
La descrizione della morte di Giacomo il Giusto, fatta Eusebio da Cesarea in Storia Ecclesiastica II, 23 pag. 126 -127 - Città Nuova; é ripresa dalla descrizione della morte di Menahem riportata da Giuseppe Flavio in "La guerra giudaica II, 17 ,9".
io ho eseguito una tabella che qui non riesco a riportare!!!
descrittori
racconto della morte di Giacomo il Giusto secondo Eusebio da Cesarea "Storia Ecclesiastica II, 23 pag. 126 -127 - Città Nuova; racconto riguardante la morte di Memahem l'ultimo figlio di Giuda il Galileo nel settembre del 66 d. c. da Giuseppe Flavio in "La guerra giudaica II, 17",
La scena ha inizio all'interno del tempio all'interno del tempio
a causa di una provocazione testimonianza sul figlio dell'uomo che siede in cielo alla destra della somma potenza vi si era recato a pregare in gran pompa, ornato della veste regia
si scagliano su di lui gli scribi, i farisei, i sacerdoti i partigiani di Eleazar figlio del sommo sacerdote Anania e capo dei soldati del tempio
e lo gettarono giù dal tempio dovette fuggire dal tempio
per questo non era ancora morto non era ancora morto
allora le persone presenti lo presero a sassate afferrarono delle pietre e si diedero a colpire il dottore
però uno dei presenti esclamò: "Fermatevi cosa fate? gli uomini di Menahem fecero un po' di resistenza, mo poi fuggirono dove ognuno potè
allora uno di loro, un follatore, preso il legno con cui batteva i panni, colpì sulla testa il Giusto fu preso, tirato fuori e dopo molti supplizi ucciso.
la quale mi conferma che:
Non c'é alcun dubbio che la descrizione della morte di Giacomo il Minore o il Giusto, che fa Eusebio di Cesarea "Storia Ecclesiastica II, 23 pag. 126 -127 - Città Nuova; è la stessa di quella fatta sempre da Giuseppe Flavio in "La guerra giudaica II, 17", riguardante la morte di Memahem l'ultimo figlio di Giuda il Galileo nel settembre del 66 d. c.
E' lo stesso Eusebio di Cesarea che lo dichiara indirettamente, quando termina il suo racconto scrivendo "Subito dopo Vespasiano cinse d'assedio la città". Infatti noi sappiamo che la morte di Menahem avenne nel 66 d.c. subito prima dell'assedio di Gerusalemme, mentre Eusebio da Cesarea costruisce il falso Giacomo il Giusto da un fatto successo nel 62 d. c. e lo collega alla morte di Festo governatore della Giudea.
Si può notare che tutta la descrizione di Eusebio inerente a Giacomo il giusto è un'invenzione, infatti l'autore in Storia Ecclesiastica libro II,23 pag. 126,127,128 ed. Città Nuova, collega l'inizio del falso martirio di Giacomo il giusto alla morte del governatore della giudea Festo nel 62 d.c. e lo fa terminare nel 67 d. c. o successivi con Vespasiano che cinse d'assedio la città di Gerusalemme. Teoricamente i suoi assassini avrebbero impegnato cinque anni o più per ammazzarlo.
Giovanni Dalla Teva Inviato il: 8/12/2008, 22:38
Il personaggio inventato Giacomo il Giusto doveva coprire l'operato di Menahem figlio di Giuda il Galileo, figura impresentabile per gli evangelisti e i padri della chiesa. I padri della chiesa dovevano riportare nei loro scritti e in particolare negli atti degli apostoli, l'operato di Menahem l'ultimo figlio di Giuda il Galileo ma non il suo nome, perciò si inventarono un personaggio appunto Giacomo il Giusto o il minore. Infatti tutto quello che negli atti degli apostoli si riferisce a Giacomo il Giusto in realtà é il vissuto di Menahem, quella persona che guidò effettivamente il movimento insurrezionale degli Ebioniti o Nazirei o Galilei ereditato dalla sua famiglia (che va da Ezechia nel 47 a. c. fino probabilmente alla morte di Lazzaro nel 73 d. c. a Masada) dopo la morte dei suoi fratelli Simone e Giacomo crocifissi nel 46 d. c. in seguito ad una insurrezione contro il potere di Roma "riportato da Giuseppe Flavio Ant. Giud. 20. 5.2-102" fino alla sua morte nel settembre del 66 d. c..
I falsari per rendere il personaggio Giacomo il Giusto, da loro inventato, più credibile alla gente di allora che forse conservava ancora qualche vago ricordo trasmesso oralmente, gli cucirono addosso la morte capitata al personaggio che doveva nascondere, cioè Menahem ultimo figlio di Giuda il Galileo.
Sempre i falsari dovendo attribuire al falso personaggio Giacomo il Giusto, solo l'operato di Menahem, per il resto gli costruirono le sue caratteristiche e qualità in linea con le loro esigenze. Infatti così lo descrissero:
«Costui Giacomo era santo fin dal grembo materno. Non beveva vino né altre bevande inebrianti e non mangiava assolutamente carne. Mai forbice toccò la sua testa; non si spalmava di olio e non prendeva il bagno. A lui solo era permesso entrare nel santuario: infatti non indossava abiti di lana, ma solo di lino. Era solito recarsi da solo nel Tempio. Lì stava in ginocchio implorando perdono per il popolo talché le sue ginocchia erano diventate callose come quelle di un cammello, perché stava continuamente genuflesso a pregare Dio» (Eusebio di Cesarea, Hist. Eccl., II 23, 4-18).
Quanto riportato da Egesippo e ripreso da Eusebio in Hist: Heccl 2,23,6, secondo cui, a Giacomo fratello di Gesù, era permesso di entrare nel santuario del tempio, dove secondo la legge di Mosè poteva entrare solo il sommo sacerdote una volta l'anno, dimostra la falsità dell'intera descrizione, perchè storicamente impossibile.
Questa descrizione è storicamente impossibile, ma si adatta benissimo all'operato che gli autori degli "atti degli apostoli" fanno fare a Giacomo il Giusto personaggio appunto inventato per nascondere il reale operato di Menahem figlio di Giuda il Galileo.
Come sempre, per avvallare e dar maggior credito alle falsificazioni si inserivano le profezie e anche in questo caso non poteva mancare tale espediente. Infatti é stata inserita una profezia di Isaia, da cui deriva il nome di Giacomo il Giusto."E gridando dissero: "Oh! Oh! Anche il Giusto si è sbagliato!" e compirono così ciò che è scritto in Isaia: Leviamo di qui il giusto, perché ci è molto scomodo; e allora mangeranno i frutti delle loro opere. Quindi salirono e lo gettarono di sotto."
Giovanni Dalla Teva Inviato il: 9/12/2008, 11:44
Racconto della morte di Giacomo il Giusto secondo Eusebio da Cesarea "Storia Ecclesiastica II, 23 pag. 126 -127 - Città Nuova;
La scena ha inizio: all'interno del tempio;
a causa di una provocazione: testimonianza sul figlio dell'uomo che siede in cielo alla destra della somma potenza;
si scagliano su di lui: gli scribi, i farisei, i sacerdoti;
e: lo gettarono giù dal tempio;
per questo: non era ancora morto;
allora le persone presenti: lo presero a sassate;
però: uno dei presenti esclamò: "Fermatevi cosa fate?;
allora: uno di loro, un follatore, preso il legno con cui batteva i panni, colpì sulla testa il Giusto;
Racconto riguardante la morte di Memahem l'ultimo figlio di Giuda il Galileo nel settembre del 66 d. c. da Giuseppe Flavio in "La guerra giudaica II, 17",
La scena ha inizio: all'interno del tempio;
a causa di una provocazione: vi si era recato a pregare in gran pompa, ornato della veste regia;
si scagliano su di lui: i partigiani di Eleazar figlio del sommo sacerdote Anania e capo dei soldati del tempio;
e: dovette fuggire dal tempio;
per questo: non era ancora morto;
allora le persone presenti: afferrarono delle pietre e si diedero a colpire il dottore;
però: gli uomini di Menahem fecero un po' di resistenza, mo poi fuggirono dove ognuno potè;
allora: fu preso, tirato fuori e dopo molti supplizi ucciso.
Tali mie conclusioni sono il frutto:
- di un metodo di ricerca copiato dal Sig. Davide Donnini;
- di un interrogativo del Sig. Luigi Cascioli su tutti questi Giacomi cosa potevano nascondere.
http://www.luigicascioli.it- su una suggerimento di approfondimento del Sig. Giancarlo Tranfo, ripreso dal suo libro "la croce di spine" in nota n°102 pag.272
http://www.yeshua.it/- Sui contenuti storici del testo del Sig. Emilio Salsi - Giovanni il nazireo detto Gesù Cristo e i suoi fratelli
http://www.vangeliestoria.eu/index.phpRingrazio Giovanni e saluto tutti cordialmente Cecco.