Cita:
Pier Tulip ha scritto: Per Iron Iko
spero che tu abbia letto anche la lunga conversazione(?) avuta fra me e Cecco e voglio chiederti: Pensi che sia più probabile la nascita del cristianesimo da una delle sette da te citate o da un personaggio avente solo una fisionomia zelota?
Perchè il punto cruciale della discussione è proprio questo.
Grazie
Pier
La domanda è mal posta.
In estrema sintesi, volendo rispondere a tale domanda così come la formuli dovrei dire:
"Né dalle une né dall'altro". E ora cerco di spiegare.
Perché non è nata da una delle sette citate.Semplicemente perché furono
tutte sconfitte.
Battute dalla supremazia del cattocristianesimo vincente, trionfato grazie a un largo consenso popolare, ma soprattutto perché prescelto dal potere imperiale, Costantino in primis e Teodosio in secundis.
Costantino fu un grande statista. Capì che non poteva tollerare la moltitudine di culti tutti più o meno simili, ognuno con pretese di verità assoluta e che faceva guerra agli altri a suon di scomuniche grazie alla presunzione di potere religioso assoluto. Infatti ogni vescovo si considerava portavoce esclusivo dell'unico Dio che pertanto non avrebbe ammesso la coesistenza degli altri culti e Dii.
La posta in gioco per quei tempi era alta: ottenere il primato religioso doveva significare acquisire un potere enorme, e i fatti della storia lo confermano fino ai giorni nostri.
Dicevo di Costantino...
Questi capì che bisognava mettere ordine e concentrare il potere su una sola
religio e così fu. Lui non aveva certo criteri per poter scegliere in base alla scrematura di tutti i cavilli dogmatici che distinguevano una setta dall'altra, così indisse il Concilio di Nicea, che servì a stabilire un solo canone e a fare piazza pulita di tutto il resto. Così, una volta fissato il Canone, quel solo culto cristiano vinse e, pur essendosi ulteriormente "perfezionato" nei secoli successivi con l'aggiunta di altri dogmi, rimase grosso modo quello che ora si professa.
Ma allora da dove nacque il Cristianesimo? Dalle sequele delle vicende legate al combattente zelota? Niente affatto.
Dire che il Cristianesimo delle origini nasce come storia modificata del figlio di Giuda il Galileo e dei suoi fratelli trasformati in apostoli è scorretto. Non è questa la tesi cosiddetta Arpiolide.
Il Cristianesimo nasce in occidente come ebraismo riformato, si passa dal messia dell'attesa al messia dell'avvento. Il messia, il Salvatore (come lo chiamavano TUTTI i seguaci delle varie sette cristiane) non era più il Signore che avrebbe liberato, affrancandoli, schiavi, poveri e derelitti dopo aver instaurato il regno di Dio in terra, il Salvatore era un umile servo di Dio, o meglio suo figlio che predicava un riscatto da godere nel regno celeste. Lui, mite come un agnello, aveva seguito i suoi carnefici in silenzio, perché quella era la volontà del Padre che aveva mandato il figlio a salvare tutti gli uomini della terra.
Da dove veniva questa filosofia salvifica? Le origini vanno ricercate nello spiritualismo egizio e in quello esseno che di esso si era nutrito. La logica del perdono e della mitezza si dimostravano consistenti con la stabilità sociale (funzionale al potere) e con l'abbandono delle velleità messianiche, dimostratesi, con l'ultima sconfitta del popolo ebraico del 132, totalmente fallimentare.
Nacque così la predicazione paolina che pur attingendo alla tradizione ebraica del Dio-Yahvéh nè rigettò la prassi messianica davidica di dominazione terrena. Per far questo dovette introdurre due elementi di totale e radicale rottura: l'innesto teofagico dell'eucaristia e l'abolizione della circoncisione (difficilissima da proporre a proseliti adulti). La presa di distanza aveva un significato politico ben preciso: discriminare proprio quel popolo che fino a quel momento aveva rotto le scatole (e non solo) all'Impero romano, gli Ebrei. Non bastava più cacciarli, come avevano fatto in precedenza Cesare Augusto, Claudio e altri,
bisognava maledirli e giustificare così la loro persecuzione. Cosa che avvenne. [Successivamente, cioè secoli dopo, quei "cristiani" (seguaci di Christos=messia) furono fatti passare da Santa Romana Chiesa come martiri cristiani (senza virgolette) seguaci di Gesù Cristo].
Ma prima della grande affermazione del cattocristianesimo di Nicea i seguaci del Gesù eucaristico non ebbero vita facile. Perché?
Perché i concorrenti gnostici (parliamo di CRISTIANESIMO gnostico, attento!) erano molto potenti e potevano contare su un larghissimo seguito che si dispiegava in un vasto territorio geografico che andava da Alessandria al centro Europa, oltre che in ampie zone del vicino oriente. E cosa contestavano gli gnostici ai cristiani paolini? Che il Salvatore (Yeshoua=colui che salva), in quanto vero Dio, non poteva essere di carne, non poteva morire di morte vera, non poteva soffrire, etc... Loro infatti vedevano il loro Salvatore-Dio come un essere spirituale che dell'uomo aveva solo le apparenze e immaginavano la sua venuta dal cielo come un lampo che faceva apparire l'Uomo in piena vita adulta (vestigia di questa concezione la ritroviamo nel IV Vangelo detto di Giovanni). I cristiani Gesuani dovevano, nelle loro acerrime dispute su questo punto, rispondere per le rime. Gli gnostici erano sicuramente più forti nel sostenere la divinità pura e incarnale del loro messia: non dovevano attestarla se non con i loro racconti. Invece il messia che si era fatto uomo, se era tale, doveva aver avuto una nascita terrena ed essere raccontato come personaggio della Storia.
E qui casca l'asino...
... e posso completare la risposta spiegandoti cosa c'entra il personaggio dalla fisionomia zelota, come dici tu.
I capi religiosi delle correnti gnostiche, nell'incalzare i loro rivali cattolici chiedevano le prove della pregressa esistenza in vita dell'uomo Gesù. Se è vissuto come un uomo, anzi era un uomo - dicevano - doveva avere avuto una nascita terrena: "quando è nato? dove è nato? Chi erano i suoi genitori? E chi fu quell'uomo? Cosa fece? quando e dove visse e predicò?"
Questo era il genere di domande che ponevano gli gnostici per "incastrare" i catto-gesuani, ben sapendo che quel messia da un punto di vista storico non era mai esistito. Fu così che i costruttori del cristianesimo gesuano attinsero all'ancora viva memoria dell'uomo di Gamala, al combattente figlio di Giuda il Galileo, morto realmente sulla croce per il suo tentativo di sovvertire il potere romano. Egli infatti ce l'aveva fatta, era riuscito a prendere il potere a Gerusalemme ed era stato proclamato Re dei Giudei, osannato come figlio di Davide e aveva regnato, ma ahimé per un periodo molto breve. Forse pochi mesi: il tempo che le staffette a cavallo partissero da Cesarea a mare per informare il legato di Siria ad Antiochia che così, dopo essere sceso in Giudea e aver accerchiato Gerusalemme con le sue legioni, si fece consegnare il re impostore in cambio del risparmio della città e del suo popolo, oltre che della detassazione dei prodotti agricoli.
Quell'uomo si chiamava molto probabilmente Giovanni, non certo Gesù, e sicuramente nei primi secoli circolava una ricca tradizione sia scritta che orale della sua epopea. I cristiani attinsero a questa epopea per letteralmente plasmare le vicende terrene del loro Salvatore cui successivamente venne dato il nome più scontato, cioè Gesù. Tutto ciò che di scritto poteva rimandare a quella storia, a quegli eventi, a quei personaggi veramente vissuti fu cinicamente, spudoratamente, barbaramente e orrendamente distrutto dalla Chiesa affinché a nessuno venisse il dubbio che la storia di Gesù non fosse vera.
Per lo stesso fine furono inventate le due nascite terrene di Gesù che troviamo in Matteo e Luca, così diverse che sembra che parlino di due persone distinte. Con il richiamo la prima al re Erode il Grande e la seconda al censimento di Quirinio entrambi questi scribi falsari si prefiggevano di accreditarle storicamente, stilando una sorta di certificato di nascita falso. Purtroppo i due scribi non si erano parlati e il pasticcio è venuto fuori in tutta la sua ridicola grossolanità.
A presto e grazie dello spunto.
I.I.