Le perle di Saulnier. Del quale condivido tutto questo suo post, dalla a alla zeta. Da quando lessi da lui la prima volta dell’indemoniato Antipa, fù l’imput conclusivo per le mie idee già acquisite precedentemente.
In effetti, come rilevato da Hard Rain, davvero il brano di Lc.11.31 potrebbe essere un riferimento alla guerra di Antipa contro Areta. All'interno dei Vangeli è possibile trovare altri riferimenti a questi avvenimenti descritti in maniera in Flavio Giuseppe? A mio modo di vedere sì, con riferimenti anche più espliciti di Lc.11.31. Inizio questa analisi ripartendo da un testo che stato esaustivamente analizzato in questo 3d. Ant.Giud. XVIII, 113-115. Il distretto di Gamala, appartenente a Filippo il tetrarca, dopo la sua morte viene annesso alla Siria ma probabilmente tanto Antipa quanto Areta erano interessati ad annettersi parte di quella che era la tetrarchia di Filippo e ad allargare i confini dei propri territori. Trattasi di una guerra di successione, resa possibile dopo il ripudio della figlia di Areta da parte di Antipa. Il testo di Giuseppe Flavio lascia pochi dubbi in proposito.
"Egli [Areta], dunque, dopo aver fatto questo un inizio di inimicizia [il ripudio di sua figlia da parte di Antipa] e riguardo ai confini nella regione della Gamalitide, [mentre] ciascuno dei due passava in rassegna il proprio esercito per la guerra, (essi) nominavano dei comandanti, inviandoli al posto di loro stessi."
Areta e Antipa preparano i loro eserciti prima della guerra li passano in rassegna, inviando i propri generali. Dove si è svolta la battaglia? Probabilmente in prossimità dei territori oggetto del contendere, ovvero il territorio della Gamalitide. La presenza dei fuoriusciti della tetrarchia di Filippo (della quale la Gamalitide faceva parte) è un altro forte indizio che colloca in prossimità di questa tetrarchia la famosa battaglia. I territori di Gadara ed Hippus, città della Decapoli, erano a quei tempi annessi alla Provincia di Siria. In effetti questi territori si trovano in prossimità del mare di Tiberiade tra la Galilea inferiore,e il contestato territorio della Gamalitide. Non mi stupirei se la famosa battaglia che vide la diserzione, il tradimento, dei soldati dell’ex tetrarchia di Filippo si sia svolta proprio in questo territorio.
Dopo il racconto della battaglia, inizia quella che io considero un’interpolazione che introduce Giovanni Battista (AG, XVIII, 116).
“Ma ad alcuni Giudei parve che la rovina dell’esercito di Erode fosse una vendetta divina, e di certo una vendetta giusta par la maniera con cui si era comportato verso Giovanni soprannominato Battista.”
I Giudei (Giuseppe Flavio compreso) sapevano che la causa della sconfitta era stata Giovanni Battista. Punizione divina per la sua uccisione? Poco verosimile. Cosa ha provocato questa sconfitta? Un tradimento. Una diserzione. (AG, XVIII, 114).
“Nella battaglia che ne seguì, l’esercito di Erode era distrutto quando alcuni fuoriusciti venuti dalla tetrarchia di Filippo si unirono all’esercito di Erode e tradirono.”
Se questo tradimento fosse stato provocato da Giovanni? Se fosse stato lui a convincere i soldati dell’ex tetrarchia di Filippo ad abbandonare il campo di battaglia, provocando la distruzione completa dell’esercito di Antipa? Si spiegherebbe il motivo per cui l’interpolatore cristiano abbia inserito il brano sul Battista proprio in questo punto. Giovanni Battista già arrestato e decapitato da Erode Antipa non poteva in alcun modo essere stato il protagonista assoluto della battaglia contro Areta. Alcuni Giudei dicevano che la causa di questa sconfitta fosse Giovanni? Si poteva sempre dire che si era trattato di una punizione divina. Certo. Dio aveva causato questa sconfitta di Erode Antipa per la maniera con cui si era comportato nei confronti di Giovanni Battista. Giovanni era la causa. Nessuno poteva negarlo, nemmeno l’interpolatore cristiano. Ma in tale maniera sarebbe stato solo una causa indiretta e soprattutto inconsapevole. Sono trascorsi almeno sei anni tra la morte di Giovanni secondo la cronologia evangelica e la sconfitta di Antipa? Dettagli insignificanti. Eppure qualcosa è rimasto.
AG, XVIII, 118 “Una eloquenza che sugli uomini aveva effetti così grandi, poteva portare a qualche forma di sedizione, perché pareva che volessero essere guidati da Giovanni in qualunque cosa facessero.”
Il profeta Giovanni con la sua eloquenza aveva convinto i soldati di Filippo a disertare. Antipa nel racconto falsificato di Giuseppe Flavio si dimostra previdente. Se avesse arrestato prima Giovanni Battista forse non avrebbe perso la sua battaglia contro Areta. Sfortunatamente ciò non era accaduto se non nella piuma dello scriba cristiano. L’esercito di Antipa fu distrutto a causa di Giovanni vivente.
AG, XVIII, 119. “Ma il verdetto dei Giudei fu che la rovina dell’esercito di Erode fu una vendetta di Giovanni, nel senso che Dio giudicò bene infliggere un tale rovescio a Erode.”
O nel senso che fu Giovanni a provocare il tradimento dei soldati di Filippo?
Ecco spiegato l’odio di Antipa nei confronti di Giovanni. Un odio assolutamente politico in cui l’aspetto morale scivola inesorabilmente in secondo o terzo piano. Sono convinto che il Flavio Giuseppe non falsificato fosse molto più ricco di particolari su questa vicenda. Battaglia, tradimento, ruolo di primo piano di Giovanni. Tutto era spiegato in maniera degna di uno storico.
Il vangelo ci racconta in maniera metaforica questa vicenda. Un racconto per iniziati, in cui il Dio Gesù sceso nel corpo del fu Giovanni diventa il protagonista di quella che fu una delle più grandi imprese militari del grande profeta, figlio di Giuda di Gamala.
Mc, 5,1-20 [1]Intanto giunsero all'altra riva del mare, nella regione dei Gerasèni. [2]Come scese dalla barca, gli venne incontro dai sepolcri un uomo posseduto da uno spirito immondo. [3]Egli aveva la sua dimora nei sepolcri e nessuno più riusciva a tenerlo legato neanche con catene, [4]perché più volte era stato legato con ceppi e catene, ma aveva sempre spezzato le catene e infranto i ceppi, e nessuno più riusciva a domarlo. [5]Continuamente, notte e giorno, tra i sepolcri e sui monti, gridava e si percuoteva con pietre. [6]Visto Gesù da lontano, accorse, gli si gettò ai piedi, [7]e urlando a gran voce disse: «Che hai tu in comune con me, Gesù, Figlio del Dio altissimo? Ti scongiuro, in nome di Dio, non tormentarmi!». Gli diceva infatti: «Esci, spirito immondo, da quest'uomo!». [9]E gli domandò: «Come ti chiami?». «Mi chiamo Legione, gli rispose, perché siamo in molti». [10]E prese a scongiurarlo con insistenza perché non lo cacciasse fuori da quella regione. [11]Ora c'era là, sul monte, un numeroso branco di porci al pascolo. [12]E gli spiriti lo scongiurarono: «Mandaci da quei porci, perché entriamo in essi». [13]Glielo permise. E gli spiriti immondi uscirono ed entrarono nei porci e il branco si precipitò dal burrone nel mare; erano circa duemila e affogarono uno dopo l'altro nel mare. [14]I mandriani allora fuggirono, portarono la notizia in città e nella campagna e la gente si mosse a vedere che cosa fosse accaduto. [15]Giunti che furono da Gesù, videro l'indemoniato seduto, vestito e sano di mente, lui che era stato posseduto dalla Legione, ed ebbero paura. [16]Quelli che avevano visto tutto, spiegarono loro che cosa era accaduto all'indemoniato e il fatto dei porci. [17]Ed essi si misero a pregarlo di andarsene dal loro territorio. [18]Mentre risaliva nella barca, colui che era stato indemoniato lo pregava di permettergli di stare con lui. [19]Non glielo permise, ma gli disse: «Và nella tua casa, dai tuoi, annunzia loro ciò che il Signore ti ha fatto e la misericordia che ti ha usato». [20]Egli se ne andò e si mise a proclamare per la Decàpoli ciò che Gesù gli aveva fatto, e tutti ne erano meravigliati.
Chi è questo demone che dimora nei sepolcri? E’ il demone Erode Antipa, che vive nella città Tiberiade, che egli stesso ha fondato costruendola sui sepolcri, città impura per ogni giudeo fedele alla Thorà.
A.G. XVIII, 38 “Egli [Antipa] sapeva che questo ero un insediamento contrario alla legge e alla tradizione dei Giudei perché Tiberiade era stata costruita su di un sito cimiteriale spianato, e qualche sepolcro era ancora là. La nostra legge dice che chi abita tali insediamenti è impuro per sette giorni.”
Il demone Antipa si era impossessato dei soldati dell’ex tetrarchia di Filippo, che per questo combattevano per lui contro Areta. In tal senso erano indemoniati.
«Come ti chiami?». «Mi chiamo Legione, gli rispose, perché siamo in molti».
Siamo in molti. I soldati di Filippo che partecipavano alla guerra contro Areta erano in numero tale per cui la loro defezione causò la sconfitta di tutto l’esercito di Antipa. La metafora militare è evidente anche da un’analisi della terminologia impiegata dall’evangelista.
Derrett (Contributions to the Study of the Gerasene Demoniac, JSNT 3 1979) rileva:
Legion (5:9) è una parola di origine latina che va a connotare un’unità militare di circa 6000 soldati.
Aposteile (5:10) significa “ordinare movimenti di truppe” in Josephus, Herodotus 5.32, Judith 6:3, e 1 Macc. 3:35
Agele “mandria, gruppo” (5:11,13) può essere usato anche per una squadra militare, tale significato può spiegare il suo uso qui in quanto i maiali non si muovono in branchi come fanno invece i cavalli, le pecore e il bestiame.
Epitrepein (5:13) che significa “permise” in questo contesto ma che porta anche la secondaria connotazione di comando militare.
Hormesen (5:13) “si precipitò” è il termine usato da Josephus (Antichità 2.340-342) e Philo (Moses, 2,254) per il precipitarsi delle truppe di Pharoah alla loro morte nel mare. (Leggiamolo)
Nel racconto evangelico i soldati di Filippo possono liberarsi dal demone di Antipa grazie Gesù, sceso nel corpo del profeta Giovanni. Ma per farlo devono tradire. Condannare ad una morte terribile tutto l’esercito di Antipa. Ma non è un gran danno. Si tratta di porci dopotutto.
[11]Ora c'era là, sul monte, un numeroso branco di porci al pascolo. [12]E gli spiriti lo scongiurarono: «Mandaci da quei porci, perché entriamo in essi». [13]Glielo permise. E gli spiriti immondi uscirono ed entrarono nei porci e il branco si precipitò dal burrone nel mare; erano circa duemila e affogarono uno dopo l'altro nel mare.
Chi sono questi duemila porci che pascolano sul monte in prossimità del mare di Tiberiade? Sono soldati. Probabilmente soldati Galli che combattevano nell’esercito di Antipa. Avevano l’aper, il cinghiale, sulle loro insegne militari, e per questo sono chiamati porci. Militari Galli sono presenti in Palestina e in particolare al servizio degli Erode da numerosi anni. Al funerale di Erode il Grande (AG XVII,198), vediamo questi soldati marciare in assetto di guerra. Il rapporto di Antipa con questo popolo doveva essere particolarmente stretto, infatti in Gallia, Antipa come Archelao, finirà i suoi giorni.
I porci finiscono nel lago di Tiberiade uccisi dai soldati di Areta. Duemila cadaveri galleggiano sulla riva orientale del lago. La metafora utilizzata dall'evangelista non deve stupire. Essa è conforme a quanto prescritto dal Levitico. Il sacerdote, mettendo due mani sul capo del capro (espiatorio) gli trasmette tutti i peccati e le iniquità del popolo di Israele prima di inviarlo ad espiare nel deserto. Così Gesù, trasferendo il demone sui porci gallici (soldati di Antipa) fa sì che essi con la loro morte nel lago di Tiberiade vadano ad espiare il peccato dei soldati di Filippo (l'esserci associati al demone di Tiberiade).
[14]I mandriani allora fuggirono, portarono la notizia in città e nella campagna e la gente si mosse a vedere che cosa fosse accaduto. [15]Giunti che furono da Gesù, videro l'indemoniato seduto, vestito e sano di mente, lui che era stato posseduto dalla Legione, ed ebbero paura. [16]Quelli che avevano visto tutto, spiegarono loro che cosa era accaduto all'indemoniato e il fatto dei porci.
I ciliarchi, capi dell’esercito di Antipa, portano la triste nuova al tetrarca della Galilea. La notizia della terribile sconfitta e del ruolo che vi aveva avuto Giovanni si sparge nelle campagne e nelle città. La gente è confusa. Ha paura. Il terribile tradimento ha provocato una strage. Si attendono rappresaglie. Tanto il distretto di Gamala, quanto il territorio di Gadara, città della Decapoli, erano a quei tempi soggetti al procuratore di Siria.
La vendetta di Antipa e di Roma attende Giovanni e i suoi rivoltosi.
Saulnier
Che ringrazio per la sua capacità conoscitiva sopra il normale
Cecco
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