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Messaggio di Giancarlo Tranfo
“Arpiolide” convinto e addirittura indicato come riferimento storico dell’omonima scuola insieme ai miei cari amici Cascioli e Salsi, voglio anch’io affacciarmi in questo forum con la “tela” sotto al braccio, pennelli e colori in mano e in mente il ritratto del mio Cristo Storico.
Nel farlo non posso nascondere una vena di sottile amarezza per gli usuali sgraditi toni che il dibattito anche qui a volte assume.
Caro Veritas, sai che stimo te e considero straordinario l’impegno da te profuso per la ricerca della verità storica che tristemente soggiace alla favola neotestamentaria. E’ tempo, infatti, che ti spingo a concretizzare i tuoi sforzi nell’annunciato libro che tutti noi saluteremo con soddisfazione.
Ciao Giancarlo!
Sai che io non ho dubbi circa la tua onestà intellettuale. Tuttavia devi convenire che l'aggettivo 'arpiolide' si è ormai esteso anche a personaggi che hanno ben poco a che fare con una sana ricerca, ma semplicemente con la volontà di ribadire ad oltranza la negazione storica del personaggio Gesù di Nazareth, spesso ricorrendo a parafrasi del tutto irrazionali. Questo perchè gli 'strateghi' che li guidano preferiscono di gran lunga che nei forums si parli di 'negazionismo', specialmente a seguito dell'infelice esito dell'"operazione" Cascioli (ampiamente scontato), piuttosto che di un Gesù storico ma sostanzialmente diverso (e MOLTO diverso!) dal Gesù della fede!
Coloro che si sentono in buona fede, circa la proposizione di un Gesù non storico, dovrebbero, a mio avviso, prendere le distanze da coloro che vorrebbero 'agitare' strumentalmente la tesi negazionista per i loro inconfessabili scopi! Non è necessario che io faccia dei nomi, tanto è 'visibile' il proposito ed i personaggi ad esso funzionali!
"...La diversità è confronto e crescita ma non deve mai essere fonte di ira e nemmeno di semplice contrarietà."E' un concetto che io ho fatto sempre mio, ed al quale ho sempre cercato di rimanere aderente. Tuttavia, a volte non sempre è possibile rimanere strettamente vincolati a tale proposito, soprattutto a fronte di attacchi chiaramente "ad-personam"....
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Per questo non aggredisco le tue tesi che leggo con attenzione e che non sempre capisco. Potrei sempre raccoglierne un insegnamento, un suggerimento e per questo spesso dopo averle lette le rileggo. Qualche volta ho avuto ragione a farlo, altre, con tutto il rispetto, proprio non sono riuscito a condividerti.
Lo so, me ne rendo perfettamente conto. Comunque, quando il mio libro (come io spero!) uscirà nei circoli editoriali, sono certo che non potrai fare a meno di ritrovarti d'accordo con me su tantissimi punti. (se non tutti!)
Non devi considerarlo un 'limite' il non capirmi: basti semplicemente che tu rifletta sul fatto che se dopo 19 secoli ancora NESSUN erudito è riuscito a scrivere la parola 'FINE' circa le ricerche delle vere origini del cristianesimo, vuol dire che qualcosa di molto complesso e di poco 'comprensibile' ci deve pur essere!...
Certo le cose apparirebbero molto più chiare e comprensibili se io non fossi così 'avaro' di dettagli....mah...tu mi capisci... Ho speso oltre 12 anni della mia vita per giungere a tale risultato...Non esiste alcuna ragione valida per cui io dovrei rinunciare a raccogliere da ciò i legittimi frutti!
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In questa sede, nell’accingermi a dare forma alla mia idea sulla nascita del mito di Gesù di Nazareth, trovo utile farlo evidenziando i punti di contatto e quelli di divergenza delle nostre reciproche tesi.
Inizio col dire che il mio essere “arpiolide” non si esaurisce nel riferimento a Giovanni di Gamala come controfigura unica del mito gesuano: per molti versi, infatti, mi avvicino alla tua posizione, dicendomi certo dell’esistenza storica di un secondo personaggio di alto carisma messianico (sacerdotale) le cui caratteristiche andarono a confluire, insieme a quelle del primo, nel personaggio di Gesù di Nazareth, condito poi, a partire dalla fine del II secolo, con un’infinità di salse archetipali di matrice ellenistico/misterica (ed egizia).
Pienamente d'accordo sulla duplice figura 'cristica'. Mentre per ciò che riguarda Giovanni di Gamala è possibile rifarsi ai lavori di Giuseppe Flavio, integrandoli con riferimenti ed 'indizi' tratti dalla stessa letteratura neotestamentaria, sia canonica che apocrifa (quella gnostica è ovviamente esclusa, dal momento che non vi furono MAI punti di contatto tra la figura gesuana e quella di Giovanni di Gamala), per ciò che concerne la figura storica di Gesù di Nazareth NON E' assolutatamente sufficiente rifarsi alle sole opere di Giuseppe Flavio.
Dal momento che Gesù il nazareno fu un carattere ecclettico, estremamente estroverso e 'poliedrico', per ricostruirne la reale dimensione storica è assolutamente necessario rifarsi a TUTTA la letteratura dei primi secoli (sino ad arrivare a quella 'coranica'), senza distinzione di 'colore' o di presunta vetusta' dei documenti che, direttamente o indirettamente, parlano della straordinaria realtà gesuana!
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Questa è una mia convinzione personale osteggiata dal mio amico Salsi (ricordo accese discussioni telefoniche sull’argomento) che ha destato invece un certo interesse in Luigi Cascioli il quale a suo tempo (presentazione del mio libro a Via Nazionale a Roma), pur dimostrando un certo scetticismo, mi chiese lumi (ancora devo andare a trovarlo…).
Hai fatto bene a citare il Cascioli, perchè questo mi permette di aggiungere un piccolo 'aneddoto'.
Nella sua esposizione 'internettiana' del suo primo libro, 'La favola di Cristo', Luigi aveva citato un personaggio che, secondo lui, sarebbe stato l'arteficie della falsificazione degli Annales di Tacito, con particolare riguardo al capitolo 44 del XV libro. Come ben sai, in tale capitolo Tacito 'parlerebbe' (il condizionale è d'obbligo) dell'incendio di Roma e di presunte persecuzioni neroniane verso i 'cristiani' (ASSOLUTAMENTE non vere, dal momento che i 'cristiani' erano ancora di là da venire!).
Scopo del falsario (che Luigi chiamò misteriosamente 'il POGGE") e, soprattutto, del suo committente, non fu tanto quello di 'confenzionare' una prova a sostegno della panzana relativa alla presunta esistenza dei cristiani ai tempi di Nerone, dal momento che ai tempi del POGGE, citato dal Cascioli, NESSUNO lo dubitava, quanto invece di ribadire che i cristiani vennero martirizzati a Roma e tra questi, secondo una traballante tradizione, gli stessi PAOLO E PIETRO.
Ciò doveva servire al committente del falso (di sicuro uno o più cardinali della curia papalina) di poter disporre della prova secondo la quale, essendo stato Pietro (il presunto 'fondatore' del papato: altra balla stratosferica!) martirizzato in Roma, era dunque giusto che questa città continuasse ad essere la sede 'canonica' del papato. In tale epoca, infatti, a cavallo tra il XIV-XV secolo, la sede del papato era diventata Avignone, a seguito delle ben note vicende che avevano preceduto tale trasferimento.
Dal momento che io, ignaro, utilizzai tale dato (quello del 'Pogge') come argomento di discussione presso l'acceso forum di ICR (It.Cultura.Religioni, che l'amico peppe ricorda benissimo!), venni 'ferocemente' attaccato dalla 'ghenga' facente capo all'ameno Nicolotti, il quale mi diede più volte del millantatore, in quanto, secondo lui, non vi era traccia storica di una personaggio presso la curia pontificia del tempo (XIV-XV secolo) con un tale nome.
'Ferito' nell'orgoglio, come 'Mimì metallurgico', mi misi alacremente alla ricerca. Dopo vari tentativi infruttuosi, rimasi fortemente deluso e cominciai a pensare se per 'caso' l'esilarante Nicolotti non avesse avuto veramente ragione. Poi, riguardando per l'ennesima volta a quel nome, mi venne il sospetto che poteva trattarsi di un nome, o un attributo, francese: Le Pogge. Inserii subito nel motore di ricerca questa chiave, insieme ad altre parole francesi (per orientare il motore proprio verso tale contesto) e, poco tempo dopo, arrivai a scoprire ciò che andavo cercando. Dietro l'attributo 'Le Pogge' si nascondeva nientedimeno che POGGIO BRACCIOLINI!!..
Questa straordinaria figura di umanista (uno dei primi) era effettivamente vissuto presso la curia vaticana del tempo, ed aveva lavorato in tale sede come segretario di un certo cardinale e come copiatore provetto di testi antichi. Tanta fu la fama che il Bracciolini riuscì a conquistarsi ai suoi tempi, che dai suoi conoscenti e dagli altri eruditi veniva chiamato familiarmente 'il Poggio'. In Francia, dove il Bracciolini riuscì a conquistarsi anche lì una solida fama (come del resto in Inghilterra), il 'toscaneggiante' "il Poggio" divenne Le POGGE, con identico significato.
Scperto l'arcano, cercai di contattare il Cascioli per metterlo al corrente della mia scoperta, affinchè potesse portare la dovuta correzione al suo sito (dove, infatti, il 'Pogge' divenne Poggio Bracciolini). Luigi mi ringraziò della cosa e fu così che iniziò una corrispondenza epistolare che durò per un certo tempo. In tale occasione, io non mancai di metterlo al corrente circa i risultati da me raggiunti con le mie ricerche e cercai anche di convincerlo della necessità di cambiare strategia circa la sua iniziativa legale da poco tempo cominciata.
Io gli feci presente che lui aveva ragione nel sostenere che vi fu, da parte falsaria, una sostituzione di persona, dal momento che NON fu Gesù di Nazareth ad essere stato crocifisso, ma Giovanni di Gamala, ma che, tuttavia, egli si sbagliava quando sosteneva che Gesù di Nazareth non fu un carattere storico! All'inizio Luigi si mostrò titubante, in quanto i miei dati e le mie ricostruzioni erano 'stringenti', ma poi, dal tono delle sue successive e-mail, capii che egli era intenzionato a proseguire la strada che aveva 'imboccato'. Fu così che decisi di smettere di insistere.
Io sono più che mai convinto che se Luigi si fosse lasciato convincere, la sua vicenda legale avrebbe avuto ben altro esito, anche perchè, in tale eventualità, io mi sentivo fermamente deciso a supportarlo con le mie ricerche e forse, chissà, quel cambiamento 'epocale' che io prima o poi mi aspetto, poteva essere inizato già da alcuni fa!..
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Invece la differenza sostanziale tra le nostre rispettive visioni (la mia e la tua) sta nel diverso peso riconosciuto ai due “ingredienti messianici”, in termini di incidenza, nella graduale costruzione del mito di Gesù.
La costruzione graduale del 'mito Gesù' avvenne in casa gnostica. Per ciò che concerne il contesto catto-cristiano, la costruzione fu di 'getto', a 'tavolino'!... Successivamente la costruzione iniziale venne riveduta varie volte (v. Celso), al fine di eliminare le palesi enormità (fatte sicuramente rilevare con estrema allegria e 'sghignazzi' da parte degli eruditi pagani e giudei!) e quindi di affinare l'inganno catto-cristiano, destinato a durare sino ai giorni nostri!
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Per te Giovanni di Gamala è, uso un termine a te caro, un “carattere storico” di dubbia esistenza (visto che continuamente sfidi gli “arpiolidi” ad indicarne le fonti) o, al massimo, assolutamente accessorio rispetto a Gesù di Nazareth.
Non vorrei essere frainteso in merito a tale aspetto. Quando io parlo di 'dubbia esistenza', non mi riferisco a ME personalemente, ma ai semplici lettori che, stante l'opinione di 'certi' arpiolidi', dovrebbero credere a tale personaggio al 'buio', visto che NON ESISTE, negli antichi documenti, uno straccio di citazione che parli di questo personaggio!
Secondo le istanze prodotte da detti 'arpiolidi', ai lettori interessati, a cui piace procedere atraverso un percorso razionale (sebbene non conoscano molto degli studi 'seri' inerenti a tali aspetti), non può non apparire loro come il frutto di mere illazioni la costruzione 'forzata' del personaggio Giovanni di Gamala.
Sempre secondo tali arpiolidi, gli stessi lettori dovrebbero, invece, credere all'inesistenza storica di un Gesù di Nazareth per il quale, invece, esistono numerose testimonianze ed indizi. Il fatto che loro non diano alcun valore a tali evidenze, non vuol comunque dire che esse non esistano, mentre, per contro, non ne esistono affatto per Giovanni di Gamala!
Per me, come ho già detto, è diverso, in quanto io, a motivo dei dati che sono riuscito a raccogliere e che essi mostrano di ignorare, sono molto più convinto degli 'arpiolidi' dell'esistenza storica di Giovanni di Gamala!
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...Innanzitutto mi sembra di ricordare che tu riconosca all’appellativo “di Nazareth” il valore di un reale riferimento di provenienza. Se è così (se dunque ricordo bene) siamo in presenza di una convinzione che non condivido assolutamente.
Ho già postato numerosi messaggi a proposito di tale argomento. Qui cercherò di farne una sintesi.
Ormai non è un mistero per nessuno che nel sito archeologico di Nazareth siano stati ritrovati resti di abitazioni antecedenti al periodo in cui la vicenda gesuana presa vita. Se non fu Nazareth, quindi, sicuramente però in tale luogo un tempo vi fu un piccolo centro abitato.
Con tutto ciò io NON intendo assolutamente ammettere, come fanno i cattointegralisti 'assatanati', che la 'città' descritta da Luca, quella situata in cima ad una montagna, da cui si apriva un mortale precipizio (divenuto poi una sorta di 'gioco' per bambini, nelle tesi cattoidolatriche!), sia stata Nazareth!.. La città indicata da Luca fu GAMALA, la patria di Giovanni degli Asmonei (o 'ben Yehuda'), discendente di Simone Asmoneo.
Nazareth, invece, fu un modesto villaggio in cui Gesù il nazareno crebbe sino alla sua prima fanciullezza, prima di essere trasferito a Gerusalemme. Tale villaggio si trovava ESATTAMENTE dove hanno scavato gli archeologi: vale a dire presso l'attuale città di Nazareth!..
In tale sito non è stata ritrovata traccia di alcuna sinagoga (altra, ennesima evidenza della natura assolutamente falsaria dei 'sacri' testi cattolici!). Ciò non dovrebbe costituire una sorpresa: almeno non per quelli che hanno capito che il termine 'nazareno' non voleva assolutamente significare 'abitante di Nazareth' (nome che tale villaggio mutuò dalle famiglie NAZARENE che lo abitavano, e non viceversa!), ma appartenente alla comunità dei nazareni: un'antica comunità le cui radici storiche si perdono nella notte dei tempi 'ebraici', la quale era nettamente diversa dalla comunità dei giudei ortodossi.
I nazareni non usavano ASSOLUTAMENTE riunirsi nelle sinagoghe, come invece facevano i giudei ortodossi(*), in quanto essi, i nazareni, facevano riferimento UNICAMENTE al loro tempio, il quale era stato costruito in una valle (Wadi Essay) del monte Carmelo, non molto distante dall'insediamento nazareno di Nazareth.
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Non esiste una straccio di reperto archeologico ascrivibile al I secolo (al di là di pochi frammenti ceramici di origine cimiteriale) che attesti in qualche modo l’esistenza di una struttura urbana di carattere municipale o di un semplice complesso abitativo (tipo le moderne frazioni).
I frati cappuccini hanno speso un capitale in scavi senza cavare un ragno dal buco e Giuseppe Flavio, che nomina circa 45 località al tempo esistenti, arriva a nominare Giaffa, minuscolo villaggio a due chilometri da Nazareth, senza nominare quest’ultima (proprio perché al tempo in cui scrisse non ancora esistente).
Perfino la sinagoga rinvenuta sotto i resti di altro edificio meno antico, risale al III secolo.
Tutto questo senza poi considerare quanti “piccioni” con una sola “fava” l’astuta invenzione ha potuto far cogliere… (giustificazione del titolo di nazareno ecc.).
Se si continua a far riferimento ad una presunta CITTA' chiamata Nazareth, allora il tuo discorso fila. Tuttavia, come ho appena chiarito, ai tempi di Gesù NON si trattò affatto di una città, ma di un modestissimo villaggio, abitato, per giunta, quasi esclusivamente da donne nazarene! ('Notzoroth' o 'Natzaroth' in ebraico, da cui sicuramente l'attuale nome 'Nazareth')
"..Appoggio, invece, la convinzione che il nome di Gesù sia reale e sia riferita proprio a Yeshua ben Panthera."Il nome 'Iesous' (da cui il nostro Gesù) non fu affatto un nome, almeno con riguardo al Nazareno, in quanto si trattò di un mero attributo con il significato di 'guaritore' (cosa del tutto normale per Gesù, visto che gli evangelisti ce lo restituiscono soprattutto con l'immagine di un guaritore 'taumaturgico')
Fu nella Grecia ionica che a Gesù venne applicato tale attributo. Questo pseudo nome, sebbene da un punto di vista concettuale vi avesse una qualche affinità, non derivò ASSOLUTAMENTE dal nome ebraico YEHOSHUAH (o, abbreviato, Yeshuah). Infatti Gerolamo, per la sua Vulgata, tradusse il libro biblico di Yehoshuah (Giosuè) con il nome 'IOSUE'' e NON con Iesus, come ci si sarebbe aspettato se questultimo nome fosse stata davvero la corretta traslitterazione dell'ebraico Yehoshuah! (Ieosua)
Il VERO nome del Nazareno fu, quasi sicuramente, YESHAY, (o 'Y'shay, da cui, probabilmente, l'arabo 'ISA' ed il siriaco 'ISU'). Tale nome è stato traslitterato, nei linguaggi occidentali, con IESSE!
"..E’ tempo, infatti, che ti spingo a concretizzare i tuoi sforzi nell’annunciato libro che tutti noi saluteremo con soddisfazione."Ho già spiegato diverse volte che devo assolutamente completare il ciclo delle mie ricerche, al fine di reperire la maggiore quantità possibile di dati. Da questo risultato dipenderà il 'credito' che il mondo dell'erudizione ufficiale vorrà darmi...
Per il momento mi fermo qui perchè il tuo messaggio è piuttosto esteso ed il mio commento lo ha reso ancora più lungo! Tornerò comunque ad interessarmi ad esso al fine di completarne il commento.
Saluti
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Nota:
(*) - il termine 'ortodosso' può essere accettato nella sua piena integrità letteraria SOLO se si considera il giudaismo come un culto ex-novo. In realtà, le cose andarono ben diversamente, dal momento che il 'giudaismo' (così chiamato perchè il fenomeno ebbe origine in Giudea, per inziativa di un re giudaico, vale a dire Giosia) altro non fu che il prodotto di una profonda riforma impressa all'ebraismo delle origini: di conseguenza, il giudaismo, ancora oggi chiamato 'ortodosso', fu una vera e propria ERESIA!.. Ergo, sotto tale aspetto è più che evidente che i cosiddetti 'giudei-ortodossi' furono i VERI ERETICI, mentre, al contrario, i VERI ortodossi furono i nazareni, in quanto essi (i progenitori di quelli vissuti ai tempi di Gesù) rigettarono, al pari dei samaritani, la riforma voluta da Giosia e decisero di rimanere fedeli al primitivo ebraismo (o 'ebraismo mosaico'). Probabilmente furono le persecuzioni scatenate da Giosia e dalla 'cricca' del tempio, capeggiata dal sommo sacerdote Helkya, verso tutti quelli che si rifiutavano di accettare la sua riforma, a spingere i nazareni nei territori adiacenti al Monte Carmelo, al tempo sotto il dominio dei 'pagani' fenici, da cui i nazareni non avevano nulla da temere.
Veritas
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