- Seconda parte -
Elena, la compagna di Simone Mago
Durante il soggiorno a Tiro, incontrò una donna che prestava i propri 'servigi' in un bordello,di nome Elena,che aveva origini fenicie, la riscattò e da quel momento divennero inseparabili.Altri autori affermano che la incontrò a Roma, dove faceva la meretrice.Probabile si trattasse di una 'prostituta sacra'(sacerdotessa).
Lui aveva di questa donna un pensiero Sublime,era colei che incarnava l'ideale 'femminile', secondo lui era "l'idea primordiale" e aveva creato gli angeli, i quali a loro volta avevano creato il mondo materiale. Egli diceva di essere venuto a liberarla dal corpo materiale.
Un'altra figura femminile mi riporta alla descrizione di Elena,ed è la Maddalena. Nei Vangeli canonici ella è la meretrice redenta, mentre nei testi gnostici è definita Prima Discepola e si può dedurre che ella incarni la parte femminile di Cristo, un'istanza sovrapponibile all' Intuito, alla Conoscenza o Sophia. Anche Dositeo, colui che viene indicato come Maestro di Simon Mago(o forse le due identità devono sovrapporsi?), aveva una compagna di nome Elena, che in greco è Selene (la Luna, principio Lunare o Femminile, il mercurio alchemico). Storicamente una nota Elena è quella di Troia, città legata al culto di Apollo (il Sole,principio maschile, lo zolfo alchemico). Ci potrebbe essere una unità dottrinale e sostanziale in queste correlazioni simboliche? Nello scritto gnostico Megàle Apòphasis"(Grande Rivelazione),che alcuni attribuiscono a Simon Mago,e che viene citato(come abbiamo visto precedentemente)da Ippolito nella sua 'Confutazione di tutte le eresie', troviamo alcuni passi importanti per capire quale fosse la posizione dell'autore del trattato sull'origine dell'Universo: "Dal potere di Silenzio apparve 'un grande potere,la Mente dell'Universo,che governa ogni cosa,ed è un maschio...l'altro...una grande Intelligenza...è una femmina che produce ogni cosa'. Mente in greco è nous (maschile) e 'intelligenza' è epinoia (femminile) e l'autore gnostico spiega che questi poteri, congiunti in unione, 'sono scoperti essere dualità...E' Mente in Intelligenza;sono inseparabili l'uno dall'altro, formanti un'Unità, si trovano essere due'. "Questo [potere divino] risiede in ogni cosa; è nascosto...Questo potere è uno:diviso sopra e sotto; generando sè stesso, crescendo sè stesso, cercando sè stesso, trovando sè stesso, essendo madre di sè stesso, padre di sè stesso,sorella di sè stesso, sposa di sè stesso, figlia di sè stesso, madre, padre di sè stesso, è l'unica radice del Tutto". (1)
Elena poteva incarnare simbolicamente il Principio Lunare, Femminile, mercuriale,acquoso (la luce minerale degli alchimisti)?
Matrimonio alchemico(da "Le dodici chiavi della filosofia",di Basilio Valentino-Sesta Chiave): in questa allegoria sono criptati altri significati ermetici:l'unione regale dello zolfo e del mercurio. I due sposi simboleggiano le due nature mentre il vescovo allude al sale o fuoco segreto.Al di sopra,il flusso celeste rende canonicamente valide le operazioni alchemiche.
Le gesta di Simon Mago a Roma:tra storia e leggenda Simon-mago-cappella-palatin.jpg (14519 byte) (2)Secondo alcuni, il volto di Simon Mago è quello che si attribuisce al Cristo.
I Vangeli Canonici non lasciano intendere molto riguardo a Simon Mago, come abbiamo visto nella prima parte di questa succinta indagine conoscitiva. Nel Vangelo apocrifo "Atti di Pietro", apprendiamo le gesta di Pietro, in veste di 'eroe del bene' in lotta contro i nemici di Cristo. In esso si narra che Simone volle sfidare a 'suon di prodigi' San Pietro e che il fatto si sarebbe svolto a Roma. Anche lo scrittore antico ABDIA , che viveva in Asia e scriveva in ebraico, successo immediatamente agli apostoli, ne scrisse la loro storia, alla quale mescolò probabilmente storia e fantasia. È probabile che questi scritti conobbero grande diffusione. È attraverso di lui che veniamo a sapere della lotta tra San Pietro e Simone Mago a Roma,dove i due si sarebbero incontrati durante l'impero di Nerone,che avrebbe accolto favorevolmente la dottrina filosofica e gnostica di Simone Mago, fino a farne suo consigliere 'spirituale' e ponendolo sotto la propria protezione.Per altri, Nerone sarebbe stato solo attratto dall'abilità dei suoi poteri di mago per fare 'audience' negli spettacoli cittadini!
Grazie alla dottrina che andava diffondendo (supportata o meno dai 'miracoli' che era in grado di operare), Simone aveva fondato numerose chiese lungo la costa siro-palestinese,da Cesarea fino ad Antiochia. Secondo fonti gnostiche(3), Simone passò a Tiro,a Tripoli e quindi a Roma, mandato da Giacomo, vescovo di Gerusalemme, e da Filippo, per contrastare l'eresia paolina(si è già accennato come,per le correnti gnostiche,gli ortodossi fossero ritenuti eretici, e viceversa). Pietro, a sua volta per rendere inoffensive le dottrine 'eretiche' di Simon Mago, si recò anch'egli a Roma, mandato dagli altri apostoli (se ciò fosse vero, qual'era la sua supremazia apostolica o papale,se 'fu mandato'?).Altre fonti dicono che Simone andò a Roma perchè questa città era diventata un polo di attrazione per molti,ma soprattutto un luogo in cui i culti misterici e orientali si andavano diffondendo a macchia d'olio.
"Poichè l'errore si propagava, per ricondurre sulla retta via quanti vi erano caduti, sorsero due eminenti personaggi, i capi della Chiesa Pietro e Paolo, che lì erano sbarcati. Ben presto, poterono far vedere il cadavere di questo Simone che s'era fatto credere un Dio".
Dunque, ritroviamo Simone a Roma, sul cui soggiorno sono fiorite tante leggende, che probabilmente si sono tramandate oralmente e che hanno perso (se le hanno avute) le connotazioni originarie. Anche gli 'Atti degli Apostoli' fu scritto cento anni dopo lo svolgimento delle supposte vicende. Secondo Ireneo, Simone affermava di essere apparso ai samaritani come «Padre», ai giudei come «Figlio» e ai pagani come «Spirito Santo» (Adv. haer. I,23,2; 27,4). "[...] (4)
"Qui per primo aprì la sua bocca blasfema per dirsi spudoratamente: il Padre, già apparso sul Monte Sinai; Gesù Cristo, poi apparso tra i giudei sotto le apparenze di un uomo; lo Spirito Santo, che il Cristo aveva promesso di mandare quale consolatore. Riuscì a ingannare gli abitanti di Roma...".
Una delle più famose leggende narra che Simone, 'meccanico', si esibiva (sembra gratuitamente)come mago dai poteri strabilianti, facendo eseguire voli agli attori nei teatri;diceva di possedere la chiave per manipolare la materia,di poter passare attraverso i solidi e sapeva fare 'miracoli illusionistici',animando le statue… Non sappiamo se questo era vero, potrebbe essere stata una distorsione creata ad arte in tempi successivi, per screditare colui che si professava il vero emissario di Dio,che si contrapponeva alla 'falsa chiesa nascente'. In gioco,non dimentichiamolo,c'era la supremazia di una corrente che mirava a prendere le redini di un potere temporale,oltre che religioso, di cui si dichiarava ereditaria.
A quel tempo era successo che un parente stretto dell' imperatore era morto e tutta la corte pregò Simone di resuscitarlo; Simone si adoperò nell'opera è il morto mosse la testa. Ma, sopraggiunto Simon Pietro, disse che ciò non bastava e che l'avrebbe riportato lui in vita, cosa che fece proferendo una sola parola. Simone andò a lamentarsi dall' imperatore che Pietro aveva osato far prodigi più grandi dei suoi e davanti all'imperatore diedero prova nei loro rispettivi poteri, ognuno nella propria arte. C'è da chiedersi come mai Pietro,eroe del bene, sottostasse ad una simile 'gara' di poteri!
Successe che,davanti ad una moltitudine di gente, Simon Mago cominciasse a lievitare verso l'alto (alcuni autori dicono su un veicolo innalzato dai demoni!),r endendo la folla sempre più stupita davanti all'ennesimo prodigio di colui che veniva appellato 'incarnazione di Dio'! Pietro avrebbe iniziato a pregare intensamente Dio, in ginocchio, di farlo cadere rovinosamente al suolo in maniera tale da smascherarlo davanti a tutto il popolo, e sarebbe stato accontentato(5). Questa leggenda è contenuta degli Atti di Pietro, testo apocrifo. Cirillo da Gerusalemme vede, in questo episodio, simboleggiata la vittoria del cristianesimo sull'eresia gnostica, sconfitta con la caduta del celebre mago, che volle misurarsi con il fondatore della Chiesa, uomo più straordinario e misterioso dell'antica Roma.
Simon-Mago-Silices-Apostoli.jpg (28032 byte)Nella chiesa di S.Francesca Romana sono conservati due selci di basolato ('silices apostolici'), che leggenda vuole essere quelle su cui si inginocchiò S.Pietro per pregare la caduta del 'Mago'Simone (si ringrazia molto per l'immagine il dr.R.Volterri).
Sulla Via Sacra erano ricordate, fino a tempi non molto lontani, anche quattro selci del basolato che avrebbero avuto impresse le quattro parti del corpo di Simone Mago infrantesi al suolo!(6)
In realtà, il racconto della lievitazione con conseguente caduta e fratture delle gambe di Simone, è tratto da quello che si trova nel Sepher toldos Jeshut dove è detto che Gesù stesso volò e che Giuda -volendo fare altrettanto -precipitò al suolo.Dunque le narrazioni posteriori potrebbero aver attinto e mischiato tra loro varie tradizioni.
La morte di Simone Mago
Sarebbe avvenuta tra il 64-65 d.C. Sulle 'modalità', esistono almeno cinque versioni diverse. Proviamo a schematizzarle:
a) Simon Mago,dopo la caduta, non sarebbe morto subito, ma raccolto da alcune persone,sarebbe stato portato prima a Terracina, poi ad Ariccia, dove sarebbe deceduto e collocato nel sarcofago, che ancora oggi è visibile nel Parco di Villa Chigi.
b) Dopo essere precipitato al suolo, si sarebbe fratturato e suicidato.
c) Avrebbe detto di seppellirlo vivo 'che sarebbe risorto dopo tre giorni'. Lo fecero, ma sarebbe morto senza resuscitare.
d) Avrebbe fabbricato delle ali come Icaro, per volare, ma sarebbe caduto e così morto.
e) Durante il suo soggiorno romano,Simone avrebbe risieduto in casa di uno dei senatori più vicini a Nerone, Marcello. Per volere di Nerone, inizialmente Marcello sarebbe entrato a far parte della comunità cristiana per poter riferire all'imperatore cosa vi avvenisse,ma quando si accorse che Nerone ammirava l'insegnamento 'esoterico'di Simone,sarebbe entrato a fare parte di quest'ultimo gruppo.Scoppiate le tensioni tra l'aristocrazia senatoria e l'imperatore stesso(7),avrebbe fatto bastonare Simon Mago e poi lo avrebbe consegnato ai cristiani che facevano capo a Pietro e a Paolo e,per ordine di Pietro, lo avrebbero buttato giù da una torre.Spezzatosi una gamba in tre punti,Simone venne colpito da lanci di pietre da parte dei suoi avversari e poi 'ciascuno se ne ritornò a casa e tutti ormai credettero in Dio'. Nella sua sventura, trovò uomini che lo portarono ad Ariccia, dove soggiornò, poi fu trasferito presso un certo Castore, a Terracina, che era stato bandito da Roma con l'accusa di magia. Qui, Simone fu amputato, ma l'operazione-mal riuscita- lo avrebbe condotto a morte.
Comunque Nerone, era affranto e infuriato al pensiero che Pietro avesse fatto rompere le gambe al suo favorito Simone. Alla notizia della sua morte, l'imperatore avrebbe ostentato il suo corpo per tre giorni, per tributargli gli onori che si meritava,altri dicono per 'venerarlo come un dio'. Un culto che sarebbe proseguito anche in tempi successivi. Esistono voci relative ad una statua che sarebbe stata voluta dall’imperatore Claudio, e dedicata a Simone quale Dio e che recita “Simoni deo Sancto" o "Semoni Sanco deo fidio sacrum", ma non era dedicata a Simon Mago, ma al dio sabino Semo Sancus (8).
Nerone sembra che iniziasse una repressione verso coloro che avevano voluto la morte di Simone ma non così ampia come descritta dagli Storici, bensì circoscritta agli autori materiali del fatto. Ben presto, scoprì che Pietro era stato il mandante dell'omicidio di Simon Mago e, su consiglio di Agrippa, il prefetto, lo condannò alla crocifissione, mentre a Paolo fu recisa la testa, secondo la tradizione, 'fuori le mura' della città.
"Fece crocifiggere Pietro a testa in giù e da qui si stabilì la credenza del soggiorno di Pietro a Roma, del suo supplizio e del suo sepolcro". In effetti, non vi sono prove certe della presenza di San Pietro nell'Urbe.La tradizione (la prima notizia ci perviene da Origene,che ci tramanda che Pietro fu crocifisso per sua volontà a testa in giù),pone la data del 'martirio' all'anno 67, secondo altri 64 d.C.,quando dell'incendio di Roma vennero incolpati i cristiani e,tra questi,vi era anche Pietro,che fu inizialmente imprigionato nel carcere Mamertino e poi crocifisso sul colle Vaticano nel circo Neroniano. Il suo corpo sarebbe stato sepolto a destra della via Cornelia, dove fu poi innalzata la Basilica Costantiniana.
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