shighella ha scritto:
Come detto sopra rispetto davvero molto la tua scelta di fede, se poi ti fa stare bene la rispetto ancor di più..
Ti ringrazio. Del resto non sarebbe una scelta desiderata se non mi desse un benessere interiore poiché, per quanto uno cerchi d'essere credente poi nelle cose cerca sempre un tornaconto personale che di fatto è un appagamento materiale poiché se credo, prego e sto bene psicologicamente ritrovo una mia armonia. Credo tuttavia che uno degli scopi della fede sia appunto il rendere l'uomo meno materiale e fargli comprendere che tutto ciò, anche la cosa più bella invecchia, si rovina, finisce come ognuna delle nostre vite. Logicamente, come giusto che sia, è lecito ricercare questa propria armonia e miglioramento di se in ciò che ci è più consono, potrebbe esserlo la religione islamica finanche il buddismo o altro ancora. Io ritengo infatti che Dio si manifesta in ogni uomo in modalità differenti e magari per alcuni anche percorsi molto lontani o differenti dalla fede possono alla fine avvicinare alla fede. Questo è il mio caso: ho scoperto la fede dopo anni di una vita totalmente in antitesi con la fede stessa ma alla fine li sono approdato e non ci sono approdato per una necessità ma per una mia scelta, cioè la cosa più bella di quando assumi una decisione e intraprendi un percorso o se preferisci un cambiamento.
shighella ha scritto:
la nostra non è una critica alla fede; è qui che vi sbagliate..
Almeno per quel che mi riguarda volevo cercare dio attraverso la logica e gli scritti che abbiamo in nostro possesso..anche a me farebbe immenso piacere se quel dio esistesse, sarebbe meraviglioso avere un "amico" sul quale riversare tutte le paure (compresa l'incognita della morte) e le ansie...
Come ti dicevo la mia non è una critica alla fede, se un fedele mi dice che yahweh è un dio di amore la mia risposta, rifacendomi a quegli scritti, non è una critica ma una constatazione reale che quel dio tanto buono non è...Non capisco perché vi sentite criticati
Il punto, se mi permetti, è che se nel dibattito mi citi le persecuzioni cristiane, ciò mi da la netta impressione che tu ti ponga a priori in modo fortemente critico. Sarebbe come a dire che in una discussione recente tra amici io tirassi in ballo degli screzi delle superiori. E' molto bello che tu dica "a me farebbe immenso piacere se quel Dio esistesse". Domanda: cosa fai per cercarlo? Ti sei mai ritrovata in una Chiesa deserta a pregare solo tu al cospetto di Dio? Lo hai cercato finanche nelle cose più semplici, ad esempio davanti a un panorama mozzafiato che ti trasmetta le emozioni della vita? lasciando che sia Dio a darti dei messaggi? Infine parli di scritti ma sarai certo consapevole che grandi mistici della cristianità, cito ad esempio San Pio, non erano certo dei teologi e probabilmente nemmeno conoscevano alcuni dei termini da te citati.
La fede è relativizzare, lasciarsi lavorare, iniziare a domandarsi se la vita può esser solo questa. Ciò unito alla preghiera (pregare non significa solo recitare Ave Maria, Padre Nostro etc), pregare può significare anche meditare su Dio alle 6 del mattino bevendo una tazza di caffè mentre si ammira farsi giorno interrogandosi se tutta la magia del pianeta in cui viviamo possa essersi creato da se, può aprirci le porte ad un nuovo percorso.
A mio parere, o almeno per la mia esperienza (e di libri ne ho letti più d'uno), la fede si trova più spesso nelle cose semplici o scontate che in testi complessi come il vento sorto d'improvviso a smuovere le pagine del Vangelo appoggiato sulla bara di Papa Wojtyla (oggi Santo) come se Iddio avesse voluto rendergli unna dolce carezza e dirgli, sono qui anch'io a renderti l'ultimo omaggio.
Forse sono piccole cose, o forse no. Forse quel vento avrebbe soffiato comunque, o forse no, ma secondo me la fede è anche nella quotidianità, nei gesti, negli sguardi, nella capacità di guardare la vita e il prossimo con occhi diversi.