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 Oggetto del messaggio: STUDIO DI EMLIO SALSI SULLA SINDONE
MessaggioInviato: 07/04/2021, 10:23 
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http://www.cristo-unmitoinventato.eu/ap ... .asp?ID=19



Immagine


ESTRATTO IN RILIEVO


Quanto stiamo per riferire è frutto di studi effettuati dagli specialisti statunitensi, Gregory S. Paul e Joe Nickell; sebbene delle loro indagini riportiamo solo i contenuti più semplici per le grandi masse, quindi comprovabili immediatamente e personalmente.

L'analisi critica è basata su evidenze inconfutabili (vedi immagine frontale della sindone), come la postura delle braccia del presunto cadavere disegnate erroneamente ad angolo per coprire pudicamente il pene ed i testicoli di Cristo con il risultato di creare arti estremamente lunghi, impossibili per ogni uomo o donna.

Infatti qualsiasi uomo adulto provi oggi a stendersi sul pavimento (duro come la pietra del Sepolcro) con le spalle, le braccia e la testa aderenti al pavimento, alla pari di ogni defunto, mantenendo gli arti poggiati a terra fino al gomito, provi a piegare gli avambracci verso il corpo, ma, pur forzandosi non riuscurà mai a coprire i genitali, come nella Sindone.

Braccia, peraltro dissimili, poichè il sinistro ha la mano poggiata a metà coscia destra col risultato che l'avambraccio sinistro è molto più lungo del destro.


Tale conformazione porta a raffigurare un "povero Cristo" esageratamente alto che camminando, quando era vivo, faceva penzolare il braccio sinistro molto al di sotto del rispettivo ginocchio, ed il braccio destro alla pari del ginocchio destro.

Assurdo !

In definitiva la sindone di Torino non ha mai contenuto un uomo vero bensì una raffigurazione deforme anche per altre parti del corpo, come stiamo per evidenziare.

L’artigiano ha realizzato il disegno dopo aver creato un calco in bassorilievo in argilla (poi essiccato), quindi lo ha avvolto in un telo che ha poi tamponato leggermente con un pigmento (che col trascrorrere dei secoli si è volatilizzato lasciando solo un’impronta residua) per evidenziarne le parti più superficiali, sia sopra che sotto.

Ma l’esecutore del falso non era esperto di anatomia umana commettendo diversi gravi errori anche in relazione alla eccessiva altezza del falso cadavere; dei quali, ad esempio, la dimensione del cranio, contenuto dalle sopracciglia alla sommità del capo (senza capelli), risulta anormalmente basso e stretto, il che equivale ad un cervello estremamente piccolo, simile al genere "homo" risalente a circa 2 milioni di anni fa … con capacità intellettive non superiori ai bambini odierni di sei anni.

Pertanto le sbandierate teorie di Giulio Fanti, finalizzate a comprovare l'autenticità della Sindone, si dimostrano solo vaniloqui, errati come i suoi calcoli, immeritevolmente convalidati dalla stessa Università di Padova sulla quale, fatalmente, ricadrà il discredito del mondo scientifico internazionale.

Responsabilità simile investe anche Davide Banzato, il prete che ha presenziato a tutte le puntate di “La strada dei miracoli”, già ordinato sacerdote nel 2006 e laureato in teologia.

Quando Fanti ha riferito la testimonianza dell’apostolo Giovanni affermando “nel sepolcro erano presenti i lini e la sindone”, pur conoscendo alla perfezione il contenuto originale del vangelo di Giovanni che esclude la sindone, il prete Davide Banzato ha annuito con il capo tacendo la verità, indifferente al fatto che un pinco pallino qualsiasi modifichi a suo tornaconto le narrazioni evangeliche.

Pronunciamenti sacri i quali, stando al “Concilio di Trento” del 1545 ed al “Concilio Vaticano II” del 1962, furono “dettati da Dio” ed “ispirati da Dio”. Un prete teologo incurante del peccato mortale avverso l’ottavo comandamento voluto dal Creatore … sino a rendersi complice dell’evidente “falsa testimonianza” evangelica, resa dallo pseudo scienziato Fanti, al punto di ingannare i presenti ed i telespettatori credenti, carpendo così la loro buona fede.

Dal modus operandi del teologo Davide Banzato, constatiamo che tutti i preti sono consapevoli delle contraddizioni evangeliche, cioé spropositi impossibili essere stati “dettati da Dio”, dunque inventati da uomini nel lontano passato … pertanto manipolabili da chiunque in base alla convenienza del momento.

Emilio Salsi



Ancora prima di concludere, da quanto appena analizzato a proposito delle contraddittorie attestazioni evangeliche, è inevitabile rimarcare l’inesistenza dell’evangelista “Marco”.
Tale preteso santo, nella canonica “I^ lettera di Pietro apostolo”, leggiamo «Vi saluta la comunità che è stata eletta come voi e dimora in Babilonia (Roma pagana); e anche Marco, mio figlio».
Perciò apprendiamo che san Pietro era sposato con tanto di suocera, come affermato dallo stesso Marco evangelista (Mc 1,30), il quale risulta figlio di Pietro apostolo e, in quanto tale, depositario dei suoi insegnamenti riferiti nell’apposito vangelo.


Fatto, in realtà, facilmente sconfessabile grazie alle divergenti deposizioni fra il vangelo di Marco e quello di Giovanni. Esattamente, in quest’ultimo si testimonia la presenza di san Pietro nel sepolcro (Gv 20,6) laddove, inevitabilmente, Pietro avrebbe dovuto vedere gli stessi particolari riferiti dal discepolo prediletto di Gesù e, specificamente, soltanto le bende. Una certificazione dell’apostolo Giovanni che contraddice quella dell’evangelista Marco, da cui risulta che “Giuseppe d’Arimatea, comprato un lenzuolo, calò giù dalla croce Gesù e lo depose in un sepolcro scavato nella roccia” (Mc 15,46).

Vale a dire: a Marco non risultano le “bende” viste da Simone Pietro (suo padre) e Giovanni.

Dopo tali gravi discordanze, ben risapute dai “teologi” ma celate ai fedeli, come è possibile credere nella “risurrezione” di Cristo? E, se è impossibile che Cristo sia risorto, su quale attendibilità si basa l’illusione della “vita eterna” predicata dai preti? E quale movente, da sempre, li ha indotti a perseverare nel conseguire l’indottrinamento delle masse?
La risposta a questi interrogativi è una sola e categorica: la dottrina monoteista assoluta del “Salvatore Universale” venne creata e diffusa, in un Impero Romano teocratico agonizzante, allo scopo di sostentare in splendida agiatezza i "venerabili ministri di Dio" riuniti nella più colossale consorteria parassitaria mai realizzata dall'uomo. Una "santa" macrostruttura, ordinata gerarchicamente, costituita da preti, frati e suore, ideata da individui calcolatori che non producevano (e non producono) alcun reddito, ma intesa a sfruttare uomini indigenti in cambio della illusoria promessa di farli risorgere nella paradisiaca eternità.


Conclusione

Abbiamo ormai definitivamente accertato che, ad iniziare dagli Apostoli ed i loro successori, tutta la documentazione dei primi Padri della Chiesa, come quella dei secoli seguenti, non ha mai riferito l’esistenza della reliquia sindonica. Furono indetti e verbalizzati Concili pro e contro le reliquie, convocati in conseguenza delle lotte sanguinose tra opposte fazioni di credenti, senza mai accennare alla esistenza della Sindone extralong. Addirittura, se fosse veramente esistito, tale reperto di Gesù sarebbe stato un “segno” tangibile, talmente carico di significato religioso, al punto di essere adorato da tutti i Cristiani … rendendo inutili i Concili indetti sulle finte reliquie ed evitando di conseguenza i massacri reciproci.


Ad iniziare dall’XI secolo vennero falsificati dagli amanuensi i codici originali delle opere degli storici bizantini Evagrio Scolastico e Procopio di Cesarea, come abbiamo dimostrato sopra nel presente studio, per far apparire documentata storicamente una miracolosa immagine del volto di Cristo rilasciata da Lui stesso quando era vivo. Pertanto, ripetiamo, mai, in nessun Concilio dei numerosi che la Chiesa convocò appositamente sulle reliquie nei primi mille anni, si fa cenno della esistenza del lenzuolo funebre che avvolse il Redentore dell’umanità. Nessun rapporto venne mai ufficializzato e stilato dai numerosissimi cronisti di Dio concernente quella che la Chiesa considera la reliquia più importante di tutta la cristianità.

La prima indagine sulla Sindone, e non poteva essere altrimenti, venne eseguita proprio dalla Chiesa poco dopo la sua prima “apparizione”, quindi appena realizzata, e si concluse col verdetto, stilato dal Vescovo Pierre di Arcis nel 1389 d.C., che si trattava di un “falso dipinto tramite un artificio e comprovato per mezzo dell’artigiano che l’aveva dipinto”. Questa precisa datazione storica, ricavata dal documento che abbiamo pubblicato sopra per intero, conferma la affidabilità della datazione al C14; al contempo aiuta a capire (chi vuole intendere) che “l’artificio”, adottato dall’artigiano che se ne avvalse per dipingere il telo, consisteva in composti organici che, a sua insaputa, col trascorrere dei secoli, mano a mano si sono volatilizzati lasciando, ad oggi, solo una “sacra impronta residua” che impedisce al chimico di individuare la sostanza originale ... senza per questo chiamare in causa alcun “mistero” indispensabile a sbalordire gli sprovveduti.

Dopo aver esaminato minuziosamente tutte le risultanze testuali utili a questa ricerca - ad iniziare dalla documentazione neotestamentaria e patristica per proseguire analizzando le secolari vicende ecclesiastiche - gli accertamenti fatti impongono al razionalismo scientifico il dovere di riconoscere al metodo di datazione radiometrica (meritevole del premio Nobel), la capacità di fissare cronologicamente la storia grazie ai reperti antichi: servizio che lo strumento ha fatto e sta facendo tutt’oggi.


Lo sanno benissimo anche gli Scienziati Illuminati filoclericali i quali, dopo aver polemizzato con sceneggiate coordinate ad hoc per gettare pesanti ombre e discredito sui metodi e sulle risultanze dei laboratori incaricati dalla Chiesa stessa, si guardano bene dal chiedere di sottoporre nuovamente ad un altro esame al C14 la Sindone di Torino: basterebbe un piccolissimo ritaglio di stoffa di pochi cm quadrati prelevato da un lenzuolo lungo quasi 4 metri e mezzo. Una ripetizione dell’esame proprio come preteso dai fedeli delusi ed eseguito con “la Tunica di Argenteuille” in Parigi e ripetuto anche con il “Sagrado Rostro” di Oviedo ... ma, visto la conferma strumentale di entrambi i reperti, alle sottili menti grigie conviene continuare a parlare, parlare, parlare … per illudere e indottrinare gli ingenui con strambe, “pie scoperte”. Come avvenuto con il “Sagrado Rostro” la cui datazione al C14, voluta dalla Chiesa, dopo aver sconfessato le testarde convinzioni degli Scienziati Illuminati, li ha indotti ad affermare che "questa datazione potrebbe essere frutto di contaminazione di funghi".

Al potente Clero, con il consenso dei Governi confessionali, non resta che indire Congressi e Convegni presso compiacenti Atenei al fine di conservare, alimentare e valorizzare "culturalmente" le peggiori superstizioni, appositamente create durante l'oscuro Medio Evo. L'antica, "Santa Scaramanzia", rivestita "scientificamente" ad hoc, è così pronta e confezionata per essere propinata dai media alle ignare devote masse ... per la Maggior Gloria di Cristo Dio, Nostro Salvatore nell'Alto dei Cieli ... e il concreto benessere dei Suoi Ministri in Terra.



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