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Essendo questo uno dei 3d più importanti :


RIPROPOSTA



IL BUCO STORICO





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ANGELO FILIPPONI






C'è un buco storico nella Storia Romana che riguarda un tempo, breve, di circa quattro anni: riguarda il periodo che precede il regno di Gaio Caligola (37-41): non c'è illuminazione diretta degli storici ufficiali per gli anni 32-35 e c'è penombra per il 31 e per il 36-37.


Inoltre è strano che di Annales di Tacito manchi proprio tutto il regno di Gaio Caligola, oltre ai primi sei anni di Claudio
Perciò c'è quasi un quindicennio non ben illuminato o meglio lasciato come in ombra, volutament4e: ma chi aveva un interesse a non fare conoscere bene questo periodo?


E' ancor più strano che l'oscurità riguardi la provincia di Siria e la sottoprovincia di Giudea, abbandonate a se stesse, dopo la morte di Elio Seiano, il potente capo pretoriano tiberiano, il 18 ottobre del 31, poi mediocremente illuminate intorno al 36-7 fino alla morte di Caligola.


C'è un vuoto di potere in Oriente, che Tiberio non colma, perché impegnato nella repressione dei congiurati, seguaci del ministro ucciso: forse si stabilì (quando ? e da chi? e perché) di non far conoscere i fatti accaduti proprio per mancanza di potere romano, perché la storia che noi conosciamo di Gesù Cristo Signore fu del tutto diversa da come accadde?


Forse quanto rimasto di Tacito sull'impresa di Lucio Vitellio aumenta il mistero sulla condotta di Artabano e sui suoi alleati, specie Monobazo ed Izate di Adiabene, mentre se ci fosse stato il seguito, avremmo chiarito molti dubbi sull'antisemitismo di Seiano, sulla repressione di Tiberio e sul comportamento di Pilato, conosciuti superficialmente tramite Filone e tramite Giuseppe Flavio?


Anche le fonti giudaiche sono equivoche perchè si rifanno a situazioni note e a problemi conosciuti e quindi possono essere facilmente fraintese.

Non essendoci fatti certi e non conoscendosi effettivamente la politica antigiudaica di Seiano, si fanno congetture ed ipotesi, per cui viene fraintesa anche la successiva politica di Gaio Caligola.

E' facile quindi trovare nella pazzia dell'imperatore la spiegazione (semplicistica) di tante sofferenze ebraiche, del pogrom alessandrino e di ogni male romano nell'epoca e vedere nella pronoia divina la soluzione di ogni problema, seppure parziale e momentanea, considerato il giudizio negativo su Claudio e poi su Nerone, di una storiografia giudaica e Flavio-antonina.


La figura, comunque, del re di Giudea Giulio Erode Agrippa (37-41 a.C., tetrarca d'Iturea e di Galilea-Perea sotto Caligola e poi re di tutta la IOUDAEA sotto Claudio), ben conosciuta grazie ai dettagli di Giuseppe Flavio (Ant. Giud.XVIII,143-309, XIX 236-359 ) e di Filone / In Flaccum 24-40; Legatio ad Gaium 261-337), nota da altri storici latini e greci, permette di intravvedere qualcosa del periodo precaligoliano e caligoliano.


La persecuzione di Tiberio (Seiano), di Caligola, di Claudio (pur dopo la ricostituzione del politeuma giudaico alessandrino e degli statuti giudaici in tutto l'ecumene ) è solo testimonianza ebraica: pochi cenni dell'odio di Caligola per i giudei sono in Svetonio (Caligola), nelle Storie di Tacito (V,9 :dein iussi a C. Caesare effigiem eius in templo locare arma potius sumpsere quem motum Caesaris mors diremit), nel( lacunoso) libro delle Storie di Dione Cassio (LIX).


Per il resto c'è un buco in Annales di Tacito (mancano i libri VII-XI il V è frammentario, il VI mutilo), e nell'opera di Plinio il Vecchio (non ci sono due libri di De vita Pomponii Secundi, i venti libri Bellorum Germaniae e i trentuno libri di A fine Aufidii Bassi), che doveva essere ben informato, date le testimonianze puntuali di Storia Naturale.


Inoltre non ci sono state tramandate le Memorie di Agrippina Minor, anch'esse ricordate da Plinio il Vecchio (St. Nat., VIII,46) e parti di Storia romana (Libri 24) di Appiano Alessandrino (XVIII-XXI Storia egizia e XXII Hecatontaetia) in cui si poteva conoscere la situazione giudaico-alessandrina da parte di un procuratore imperiale, di stirpe alessandrina, di epoca antonina.


Lavorare su un buco così profondo ha comportato una ricostruzione incerta, comunque probabile, possibile, tanto meno precisa ed attendibile, però, quanto più marcato è il buio delle fonti, anche se squarciato da ricordi di Seneca e di altri (specie i satirici) che vedono in Tiberio, il sadico pervertito, il despota nausato dalla politica, in Caligola il pazzo, in Claudio il servo dei servi, il rimbambito per natura e per le donne, in Nerone l'istrione e il megalomane, in una condanna di tutta la famiglia Giulio-claudia.


Per me il buco non è un caso, ma è opera di una sapiente, lenta e progressiva cesura da parte di uomini tesi a cancellare la figura umana del Cristo, la sua vera storia, la sua biografia.

I tagli su questo periodo sono quelli di un potatore esperto, di epoca costantiniana, che vuol fare fruttificare l'albero della storia, in un unico senso: sono, davvero, tagli provvidenziali per una storia teleologica cristiana, basata su un Gesù figlio di Dio: è chiaro che senza il radicamentio in Dio non esiste storia umana di Gesù e che la sua figura è sbiadita, strana, esangue, insomma risulta un'immagine riflessa.


L'ipotesi del malkuth di Jehoshua mi sembra che colmi il vuoto e spieghi la condotta, strana di Tiberio verso la Siria, a detta di Svetonio (Tiberio ,41 ... lasciò la Spagna e la Siria senza legati consolari con grande vergogna e grande pericolo dell'impero, si disinteressò completamente del fatto che l'Armenia venisse occupata dai parti ... ).


Flavio (Ant.Giud.,XVIII,88-126) può essere facilmente integrato anche coi pochi dati superstiti di Tacito (in Annales VI,27: tratta di E. Lamia che non partì per la Siria, anche se nominato dopo la morte di Pomponio Flacco, nel 32-33, e dopo l'occupazione dell'Armenia da parte di Monobazo, re di Adiabene) e con quelli di Cassio Dione (Storie, LVIII,2)


Le ricostruzioni, fatte nel commento del XVIII libro di Antichità Giudaiche di Flavio (sulla spedizione di Lucio Vitellio, governatore di Siria, inviato da Tiberio nel 35 con un mandato antipartico ed antinabateo e sulle sue due entrate in Gerusalemme collegate con le notizie di Tacito e Dione)

e in quello di In Flaccum e di Legatio di Filone (in relazione alla struttura di tutta la l'opera comprendente cinque libri, dal titolo, secondo Eusebio, -St. Eccles.II,6-7 - Peri areton) mi confortano in questa ipotesi del malkuth, in attesa di ritrovamenti probanti archeologici o epigrafici o numismatici.


DA

http://www.angelofilipponi.com/


a cui inizio a proporre link collegati ai tempi proposti dal Prof Filipponi.


Vi segnalo i 2 strepitosi post di Saulnier presenti in questo topic.


Saulnier cita lo storico :



Marcus Velleius Paterlucus

http://it.wikipedia.org/wiki/Velleio_Patercolo



Su Lucio Elio Seiano

http://it.wikipedia.org/wiki/Seiano



Su Claudiano Germanico

http://it.wikipedia.org/wiki/Gaio_Giuli ... _Germanico


zio ot [;)]



segue


Ultima modifica di barionu il 22/08/2010, 15:38, modificato 1 volta in totale.


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MessaggioInviato: 22/08/2010, 15:51 
Gli Annales di Tacito

Testo latino e traduzione

http://www.latin.it/autore/tacito/annales



zio ot [;)]



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MessaggioInviato: 23/08/2010, 15:33 
Cita Da Saulnier

Secondo Tertulliano dunque (ripreso anche da Orosio, Eusebio e Gerolamo) in quel periodo si sarebbe discusso in senato sulla possibilità per i Romani di accettare tra gli dei il Cristo.


La questione viene ripresa e sviluppata con dettagli anche dall’interpolatore della Storia della Città di Vienna sotto i dodici Cesari di Trebonius Rufinus (citato da Plinio in una delle sue lettere)
L’opera tradotta dal latino (secondo un unico manoscritto mutilato e non pervenuto) in francese da Mermet è on line qui:


http://books.google.it/books?id=LfxAAAA ... &q&f=false

vi possiamo leggere (Libro VI, 7)

“Inoltre si dice che Tiberio propose al senato di ammettere il Cristo al rango degli dei, ma, l’affare essendo stato esaminato con cura, si rimase convinti che sarebbe stato pericoloso ammettere un culto la cui base era una uguaglianza assoluta tra gli uomini. D’altronde pareva sconveniente deificare un individuo punito con il supplizio degli schiavi, con il consenso di un procuratore romano”

Il copista che ha operato il taglio negli Annales, non ha avuto la sfacciataggine di inserire una tale baggianata nell’opera dello storico romano, tuttavia ha avuto cura, tra una lacuna ed un'altra, di lasciare una frase sibillina

[lacuna] Quattuor et quadraginta orationes super ea re habitae, ex quis ob metum paucae, plures adsuetudine [lacuna]

[lacuna] Furono pronunciati ben quarantaquattro discorsi sull'argomento, di cui pochi dettati da serie preoccupazioni e i più dall'abitudine all'adulazione [lacuna]

La frase, con ogni probabilità appartenente al Tacito originale, così estrapolata dal suo contesto poteva lasciare credere che i discorsi in questione, riguardassero proprio la faccenda discussa al senato concernente la divinità del Cristo, dando credito in questo modo alla ridicola storia di Tertulliano.

Tuttavia io non credo che Tertulliano abbia inventato di sana pianta tutta la faccenda.
Molto probabile che il fatto storico, sul quale è stata ricamata questa menzogna cristiana, fu un rapporto di Pilato a Tiberio riguardante gli avvenimenti di Palestina e gli exploit del cristo zelota. Rapporto a cui fece seguito un dibattimento in senato, con Seiano (il cui antisemitismo è di matrice cristiano-zelota) come protagonista.

Tacito e Paterculus ne parlavano ma la solerzia dei copisti ci ha sottratto due anni di Storia.
Le lacune di Tacito e Velleius Paterculus ci hanno privato di resoconti che avrebbero potuto gettare un po’ di luce sulle oscure origini del cristianesimo.







////////////////////////////////////////////////////////////




La lettera di Plinio dove cita Trebonius Rufinus

http://www.latin.it/autore/plinio_il_gi ... _iv/22.lat


il libro di Trebonio Rufinus

http://books.google.it/books?id=LfxAAAA ... &q&f=false


Ultima modifica di barionu il 23/08/2010, 15:42, modificato 1 volta in totale.


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MessaggioInviato: 24/08/2010, 13:12 
Un utile Dizionario Geografico :

http://www.ancientlibrary.com/gazetteer/0161.html



zio ot [;)]



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MessaggioInviato: 03/10/2011, 14:03 
Cip di lettura.

zio ot [;)]



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MessaggioInviato: 31/10/2011, 17:22 
MAURO E DRESDA ,

mi trovate online il testo greco di Antichità Giudaiche

di Flavio Giuseppe ?

zio ot [;)]

io ho trovato questo :

http://pace.mcmaster.ca/york/york/showText?text=anti


Ultima modifica di barionu il 31/10/2011, 17:26, modificato 1 volta in totale.


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MessaggioInviato: 31/10/2011, 17:49 
http://www.perseus.tufts.edu/hopper/text?doc=Perseus%3atext%3a1999.01.0145



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Sono state scritte milioni di pagine per commentare i passi dei Vangeli, interpretandoli in modo letterale e per costruire impalcature teologiche o catechistiche; altri autori li hanno interpretati col fine di confutarli perché avevano individuato discrepanze e incongruenze nella narrazione: tutti sono caduti nell'errore di considerarli una testimonianza di fatti veramente accaduti. da KRST
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MessaggioInviato: 04/12/2011, 10:07 
Cita:
Aztlan ha scritto:

E' un caso di censura evidente. Guarda caso sono spariti tutti i libri che trattavano dello stesso argomento, la Giudea del periodo Caligoliano e dintorni.

E' evidente che qualcuno aveva interesse a far scomparire tutte le informazioni sul Gesù storico.

Chi più di Costantino era interessato a una tale manovra, a favore della nascente religione di stato cristiana?


Aztlan




Penso che la censura sia avvenuta in un periodo successivo, nell'Alto Medioevo, quando si è cominciato a conservare le opere classiche nei monasteri cristiani, che erano gli unici centri di cultura e civiltà rimasti, e grazie ai quali possediamo ancora una parte delle opere antiche.
Ai monaci deve essere stato detto di conservare solo quelle opere storiche che non mettevano in crisi i fondamenti della fede.
Poiché nel mondo esterno ormai era stato tutto perduto, non hanno avuto difficoltà a far sparire quello che volevano (che forse, chissà, è ancora conservato in qualche biblioteca vaticana... chissà).
Ai tempi di Costantino invece, quando ancora la civiltà romana era nel suo fulgore, la censura sarebbe stata più difficile.
Altrettanto facile deve essere stata la censura nei monasteri dell'Impero Bizantino, dato che ormai il potere secolare della Chiesa Ortodossa era completo.


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MessaggioInviato: 07/12/2011, 23:17 
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C'è un buco storico nella Storia Romana che riguarda un tempo, breve, di circa quattro anni:

riguarda il periodo che precede il regno di Gaio Caligola (37-41):

non c'è illuminazione diretta degli storici ufficiali per gli anni 32-35 e c'è penombra per il 31 e per il 36-37.


Inoltre è strano che di Annales di Tacito manchi proprio tutto il regno di Gaio Caligola, oltre ai primi sei anni di Claudio

Perciò c'è quasi un quindicennio non ben illuminato o meglio lasciato come in ombra, volutament4e: ma chi aveva un interesse a non fare conoscere bene questo periodo?

E' ancor più strano che l'oscurità riguardi la provincia di Siria e la sottoprovincia di Giudea, abbandonate a se stesse,

dopo la morte di Elio Seiano, il potente capo pretoriano tiberiano, il 18 ottobre del 31, poi mediocremente illuminate intorno al 36-7 fino alla morte di Caligola.


C'è un vuoto di potere in Oriente, che Tiberio non colma, perché impegnato nella repressione dei congiurati, seguaci del ministro ucciso:

forse si stabilì (quando ? e da chi? e perché) di non far conoscere i fatti accaduti proprio per mancanza di potere romano, perché la storia che noi conosciamo di Gesù Cristo Signore fu del tutto diversa da come accadde?

Forse quanto rimasto di Tacito sull'impresa di Lucio Vitellio aumenta il mistero sulla condotta di Artabano e sui suoi alleati, specie Monobazo ed Izate di Adiabene,

mentre se ci fosse stato il seguito, avremmo chiarito molti dubbi sull'antisemitismo di Seiano, sulla repressione di Tiberio e sul comportamento di Pilato, conosciuti superficialmente tramite Filone e tramite Giuseppe Flavio?


Anche le fonti giudaiche sono equivoche perchè si rifanno a situazioni note e a problemi conosciuti e quindi possono essere facilmente fraintese.

Non essendoci fatti certi e non conoscendosi effettivamente la politica antigiudaica di Seiano, si fanno congetture ed ipotesi, per cui viene fraintesa anche la successiva politica di Gaio Caligola.

E' facile quindi trovare nella pazzia dell'imperatore la spiegazione (semplicistica) di tante sofferenze ebraiche, del pogrom alessandrino e di ogni male romano nell'epoca e vedere nella pronoia divina la soluzione di ogni problema, seppure parziale e momentanea,

considerato il giudizio negativo su Claudio e poi su Nerone, di una storiografia giudaica e Flavio-antonina.


La figura, comunque, del re di Giudea Giulio Erode Agrippa (37-41 a.C., tetrarca d'Iturea e di Galilea-Perea sotto Caligola e poi re di tutta la IOUDAEA sotto Claudio), ben conosciuta grazie ai dettagli di Giuseppe Flavio (Ant. Giud.XVIII,143-309, XIX 236-359 ) e di Filone / In Flaccum 24-40; Legatio ad Gaium 261-337),

nota da altri storici latini e greci, permette di intravvedere qualcosa del periodo precaligoliano e caligoliano.

La persecuzione di Tiberio (Seiano), di Caligola, di Claudio (pur dopo la ricostituzione del politeuma giudaico alessandrino e degli statuti giudaici in tutto l'ecumene ) è solo testimonianza ebraica:

pochi cenni dell'odio di Caligola per i giudei sono in Svetonio (Caligola), nelle Storie di Tacito (V,9 :dein iussi a C. Caesare effigiem eius in templo locare arma potius sumpsere quem motum Caesaris mors diremit), nel( lacunoso) libro delle Storie di Dione Cassio (LIX).

Per il resto c'è un buco in Annales di Tacito (mancano i libri VII-XI il V è frammentario, il VI mutilo), e nell'opera di Plinio il Vecchio (non ci sono due libri di De vita Pomponii Secundi, i venti libri Bellorum Germaniae e i trentuno libri di A fine Aufidii Bassi),

che doveva essere ben informato, date le testimonianze puntuali di Storia Naturale. Inoltre non ci sono state tramandate le Memorie di Agrippina Minor, anch'esse ricordate da Plinio il Vecchio

(St. Nat., VIII,46) e parti di Storia romana (Libri 24) di Appiano Alessandrino (XVIII-XXI Storia egizia e XXII Hecatontaetia)

in cui si poteva conoscere la situazione giudaico-alessandrina da parte di un procuratore imperiale, di stirpe alessandrina, di epoca antonina.


Lavorare su un buco così profondo ha comportato una ricostruzione incerta, comunque probabile, possibile, tanto meno precisa ed attendibile, però, quanto più marcato è il buio delle fonti,

anche se squarciato da ricordi di Seneca e di altri (specie i satirici) che vedono in Tiberio, il sadico pervertito, il despota nausato dalla politica, in Caligola il pazzo, in Claudio il servo dei servi,

il rimbambito per natura e per le donne, in Nerone l'istrione e il megalomane, in una condanna di tutta la famiglia Giulio-claudia.


Per me il buco non è un caso, ma è opera di una sapiente, lenta e progressiva cesura da parte di uomini tesi a cancellare la figura umana del Cristo, la sua vera storia, la sua biografia.

I tagli su questo periodo sono quelli di un potatore esperto, di epoca costantiniana, che vuol fare fruttificare l'albero della storia, in un unico senso: sono, davvero,

tagli provvidenziali per una storia teleologica cristiana, basata su un Gesù figlio di Dio:

è chiaro che senza il radicamentio in Dio non esiste storia umana di Gesù e che la sua figura è sbiadita, strana, esangue, insomma risulta un'immagine riflessa.


L'ipotesi del malkuth di Jehoshua mi sembra che colmi il vuoto e spieghi la condotta, strana di Tiberio verso la Siria, a detta di Svetonio

(Tiberio ,41 ... lasciò la Spagna e la Siria senza legati consolari con grande vergogna e grande pericolo dell'impero, si disinteressò completamente del fatto che l'Armenia venisse occupata dai parti ... ).


Flavio (Ant.Giud.,XVIII,88-126) può essere facilmente integrato anche coi pochi dati superstiti di Tacito (in Annales VI,27: tratta di E. Lamia che non partì per la Siria, anche se nominato dopo la morte di Pomponio Flacco, nel 32-33, e dopo l'occupazione dell'Armenia da parte di Monobazo, re di Adiabene)

e con quelli di Cassio Dione (Storie, LVIII,2)


Le ricostruzioni, fatte nel commento del XVIII libro di Antichità Giudaiche di Flavio (sulla spedizione di Lucio Vitellio, governatore di Siria,

inviato da Tiberio nel 35 con un mandato antipartico ed antinabateo e sulle sue due entrate in Gerusalemme collegate con le notizie di Tacito e Dione) e in quello di In Flaccum e di Legatio di Filone (in relazione alla struttura di tutta la l'opera comprendente cinque libri,

dal titolo, secondo Eusebio, -St. Eccles.II,6-7 - Peri areton) mi confortano in questa ipotesi del malkuth, in attesa di ritrovamenti probanti archeologici o epigrafici o numismatici.


DA

http://www.angelofilipponi.com/html/il_ ... orico_.php







zio ot [8D]


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ciao zio otelma, a proposito delle fonti del Cristo storico ti propongo questo video, che è di parte però ti avviso:

http://www.youtube.com/watch?v=9RuhPYdCk-Y



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Raziel ha scritto:

ciao zio otelma, a proposito delle fonti del Cristo storico ti propongo questo video, che è di parte però ti avviso:

http://www.youtube.com/watch?v=9RuhPYdCk-Y


Ciao Raziel !

E' un video divulgativo ....

Su Tacito ne sto parlando qui :

http://consulenzaebraica.forumfree.it/?t=58890286&st=45


lo zio ot_elma [;)]



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letto, ma frequento di più forum biblico, quanto a cristianesimo primitivo non ci vado più dal cambio della guardia, non mi piace dovermi adeguare al pensiero unico del nuovo amministratore con nome femminile che non nominerò.
Cosa ne pensi di Paolo Orosio, l'antiromano per eccellenza?



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C'è un buco storico nella Storia Romana che riguarda un tempo, breve, di circa quattro anni:

riguarda il periodo che precede il regno di Gaio Caligola (37-41):

non c'è illuminazione diretta degli storici ufficiali per gli anni 32-35 e c'è penombra per il 31 e per il 36-37.


Inoltre è strano che di Annales di Tacito manchi proprio tutto il regno di Gaio Caligola, oltre ai primi sei anni di Claudio

Perciò c'è quasi un quindicennio non ben illuminato o meglio lasciato come in ombra, volutament4e: ma chi aveva un interesse a non fare conoscere bene questo periodo?

E' ancor più strano che l'oscurità riguardi la provincia di Siria e la sottoprovincia di Giudea, abbandonate a se stesse,

dopo la morte di Elio Seiano, il potente capo pretoriano tiberiano, il 18 ottobre del 31, poi mediocremente illuminate intorno al 36-7 fino alla morte di Caligola.


C'è un vuoto di potere in Oriente, che Tiberio non colma, perché impegnato nella repressione dei congiurati, seguaci del ministro ucciso:

forse si stabilì (quando ? e da chi? e perché) di non far conoscere i fatti accaduti proprio per mancanza di potere romano, perché la storia che noi conosciamo di Gesù Cristo Signore fu del tutto diversa da come accadde?

Forse quanto rimasto di Tacito sull'impresa di Lucio Vitellio aumenta il mistero sulla condotta di Artabano e sui suoi alleati, specie Monobazo ed Izate di Adiabene,

mentre se ci fosse stato il seguito, avremmo chiarito molti dubbi sull'antisemitismo di Seiano, sulla repressione di Tiberio e sul comportamento di Pilato, conosciuti superficialmente tramite Filone e tramite Giuseppe Flavio?


Anche le fonti giudaiche sono equivoche perchè si rifanno a situazioni note e a problemi conosciuti e quindi possono essere facilmente fraintese.

Non essendoci fatti certi e non conoscendosi effettivamente la politica antigiudaica di Seiano, si fanno congetture ed ipotesi, per cui viene fraintesa anche la successiva politica di Gaio Caligola.

E' facile quindi trovare nella pazzia dell'imperatore la spiegazione (semplicistica) di tante sofferenze ebraiche, del pogrom alessandrino e di ogni male romano nell'epoca e vedere nella pronoia divina la soluzione di ogni problema, seppure parziale e momentanea,

considerato il giudizio negativo su Claudio e poi su Nerone, di una storiografia giudaica e Flavio-antonina.


La figura, comunque, del re di Giudea Giulio Erode Agrippa (37-41 a.C., tetrarca d'Iturea e di Galilea-Perea sotto Caligola e poi re di tutta la IOUDAEA sotto Claudio), ben conosciuta grazie ai dettagli di Giuseppe Flavio (Ant. Giud.XVIII,143-309, XIX 236-359 ) e di Filone / In Flaccum 24-40; Legatio ad Gaium 261-337),

nota da altri storici latini e greci, permette di intravvedere qualcosa del periodo precaligoliano e caligoliano.

La persecuzione di Tiberio (Seiano), di Caligola, di Claudio (pur dopo la ricostituzione del politeuma giudaico alessandrino e degli statuti giudaici in tutto l'ecumene ) è solo testimonianza ebraica:

pochi cenni dell'odio di Caligola per i giudei sono in Svetonio (Caligola), nelle Storie di Tacito (V,9 :dein iussi a C. Caesare effigiem eius in templo locare arma potius sumpsere quem motum Caesaris mors diremit), nel( lacunoso) libro delle Storie di Dione Cassio (LIX).

Per il resto c'è un buco in Annales di Tacito (mancano i libri VII-XI il V è frammentario, il VI mutilo), e nell'opera di Plinio il Vecchio (non ci sono due libri di De vita Pomponii Secundi, i venti libri Bellorum Germaniae e i trentuno libri di A fine Aufidii Bassi),

che doveva essere ben informato, date le testimonianze puntuali di Storia Naturale. Inoltre non ci sono state tramandate le Memorie di Agrippina Minor, anch'esse ricordate da Plinio il Vecchio

(St. Nat., VIII,46) e parti di Storia romana (Libri 24) di Appiano Alessandrino (XVIII-XXI Storia egizia e XXII Hecatontaetia)

in cui si poteva conoscere la situazione giudaico-alessandrina da parte di un procuratore imperiale, di stirpe alessandrina, di epoca antonina.


Lavorare su un buco così profondo ha comportato una ricostruzione incerta, comunque probabile, possibile, tanto meno precisa ed attendibile, però, quanto più marcato è il buio delle fonti,

anche se squarciato da ricordi di Seneca e di altri (specie i satirici) che vedono in Tiberio, il sadico pervertito, il despota nausato dalla politica, in Caligola il pazzo, in Claudio il servo dei servi,

il rimbambito per natura e per le donne, in Nerone l'istrione e il megalomane, in una condanna di tutta la famiglia Giulio-claudia.


Per me il buco non è un caso, ma è opera di una sapiente, lenta e progressiva cesura da parte di uomini tesi a cancellare la figura umana del Cristo, la sua vera storia, la sua biografia.

I tagli su questo periodo sono quelli di un potatore esperto, di epoca costantiniana, che vuol fare fruttificare l'albero della storia, in un unico senso: sono, davvero,

tagli provvidenziali per una storia teleologica cristiana, basata su un Gesù figlio di Dio:

è chiaro che senza il radicamentio in Dio non esiste storia umana di Gesù e che la sua figura è sbiadita, strana, esangue, insomma risulta un'immagine riflessa.


L'ipotesi del malkuth di Jehoshua mi sembra che colmi il vuoto e spieghi la condotta, strana di Tiberio verso la Siria, a detta di Svetonio

(Tiberio ,41 ... lasciò la Spagna e la Siria senza legati consolari con grande vergogna e grande pericolo dell'impero, si disinteressò completamente del fatto che l'Armenia venisse occupata dai parti ... ).


Flavio (Ant.Giud.,XVIII,88-126) può essere facilmente integrato anche coi pochi dati superstiti di Tacito (in Annales VI,27: tratta di E. Lamia che non partì per la Siria, anche se nominato dopo la morte di Pomponio Flacco, nel 32-33, e dopo l'occupazione dell'Armenia da parte di Monobazo, re di Adiabene)

e con quelli di Cassio Dione (Storie, LVIII,2)


Le ricostruzioni, fatte nel commento del XVIII libro di Antichità Giudaiche di Flavio (sulla spedizione di Lucio Vitellio, governatore di Siria,

inviato da Tiberio nel 35 con un mandato antipartico ed antinabateo e sulle sue due entrate in Gerusalemme collegate con le notizie di Tacito e Dione) e in quello di In Flaccum e di Legatio di Filone (in relazione alla struttura di tutta la l'opera comprendente cinque libri,

dal titolo, secondo Eusebio, -St. Eccles.II,6-7 - Peri areton) mi confortano in questa ipotesi del malkuth, in attesa di ritrovamenti probanti archeologici o epigrafici o numismatici.


DA

http://www.angelofilipponi.com/html/il_ ... orico_.php







zio ot [8D]



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Un aggiornamento di Filipponi :





Inoltre chi poteva essere meglio informato di Lucio Vitellio (scrittore di De Vitellii Commentariis) sul Regno di Jehoshua?

Solo Tertulliano in De Anima.46,7 parla della esistenza di questo scritto di Vitellio.

Ma è autentica questa citazione?

Che fine ha fatto poi il De Vitellii Commentariis?: nessuno ne ha più parlat
o.








DE ANIMA di Tertulliano

http://www.tertullian.org/latin/de_anima.htm

46/7

Nouerunt et Romani ueritatis huiusmodi somnia.

Reformatorem imperii, puerulum adhuc et priuatum loci, et Iulium Octauium tantum et sibi ignotum Marcus Tullius iam et Augustum et ciuilium turbinum sepultorem de somnio norat.

In Vitelliis commentariis conditum est.


Segnalo questo link di studio :

http://www.jstor.org/pss/4436541





zio ot [;)]


Ultima modifica di barionu il 25/12/2011, 14:35, modificato 1 volta in totale.


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<font color="teal">I FANTASMI ...</font id="teal">






[b]Inoltre non ci sono state tramandate le Memorie di Agrippina Minor, anch'esse ricordate da Plinio il Vecchio

(St. Nat., VIII,46) ....





Giulia Agrippina Augusta , Agrippina Minor

http://it.wikipedia.org/wiki/Giulia_Agrippina_Augusta

link di studio

http://gredos.usal.es/jspui/bitstream/1 ... ica_di.pdf




e parti di Storia romana (Libri 24) di Appiano Alessandrino (XVIII-XXI Storia egizia e XXII Hecatontaetia)


http://it.wikipedia.org/wiki/Appiano_di_Alessandria


http://books.google.it/books?id=uYMVAAA ... &q&f=false



Per il resto c'è un buco in Annales di Tacito (mancano i libri VII-XI il V è frammentario, il VI mutilo),

e nell'opera di Plinio il Vecchio (non ci sono due libri di De vita Pomponii Secundi, i venti libri Bellorum Germaniae e i trentuno libri di A fine Aufidii Bassi),

che doveva essere ben informato, date le testimonianze puntuali di Storia Naturale.[/b]

http://it.wikipedia.org/wiki/Gaio_Plinio_Secondo

http://www.latinovivo.com/schedeletteratura/Plinio.htm



A fine Aufidi Bassi: l’opera maggiore di Plinio: storia di Roma del periodo dal 50 al 70 d.C. (da Claudio a Vespasiano), che si ricollegava a quella di Aufidio Basso. Trattava di un periodo "scottante", ancora vivo nella memoria dei Romani.

Era un'opera di orientamento favorevole alla dinastia flavia; tuttavia Plinio, proprio per evitare accuse di servilismo, non la fece pubblicare. Passò in secondo piano alla pubblicazione delle opere di Tacito.







AUFIDIO BASSO

http://it.wikipedia.org/wiki/Aufidio_Basso


Ultima modifica di barionu il 25/12/2011, 15:29, modificato 1 volta in totale.


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