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Mi unisco a Giovanni, col mio pensiero, alla bella "preghiera" donata all'amato Luigi," anche se pochi " ancora"sono i suoi sostenitori, per loro e per noi è stato e rimarrà sempre un grande. Il suo CORAGGIO, è la pietra miliare della sua vita.
Cecco


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MessaggioInviato: 17/03/2010, 21:04 
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Ecco come Luigi Cascioli mi spiegò il significato dell'esorcismo dell'indemoniato del vangelo di Marco


Il passo, che riguarda l'esorcismo dell'indemoniato, riportato da Marco 5,1, è determinante per dimostrare come la squadra degli apostoli fosse in realtà una banda di guerriglieri (galilei, zeloti, esseni):

«Come Gesù scese dalla barca, un indemoniato si gettò ai suoi piedi. Gesù ordinò al demonio che era dentro di lui quale fosse il suo nome. «Mi chiamo Legione, gli rispose, perché siamo in molti» e lo scongiurò di non scacciarlo da quella regione. Poiché vicino c'era un branco di porci, il demonio gli disse: «Mandaci da quei porci perché entriamo in essi». Gesù glielo permise e gli spiriti immondi entrarono nei porci e il branco si precipitò dal burrone sul mare. Erano circa duemila ed affogarono tutti». (Mc. 5,1).

In questo aneddoto viene espresso in modo lampante che la squadra dei discepoli del Cristo era in realtà la banda dei Boanerghes, i figli del tuono; perché in esso viene espresso, oltre l'odio che i rivoluzionari portavano contro i romani invasori, anche quello che era il loro programma di liberazione della Palestina.

La legione romana di stanza in Palestina, chiamata Fretensis, era composta, come il numero dei maiali, di duemila uomini circa ed aveva come simbolo il muso di un porco (cinghiale) e il mare in cui precipitano ed annegano i maiali rappresenta il Mediterraneo

Tale racconto del vangelo di Marco che parla dell'indemoniato, costituisce proprio un rimasuglio della storia reale più antica, del manifesto della lotta armata messianica degli Apostoli e del loro capo un figlio di Giuda il Galileo, probabilmente il primogenito, probabilmente di nome Giovanni. Questo episodio doveva comunicare alla gente di quel tempo e di quei luoghi che finalmente era arrivato il messia Giovanni il Galileo che riusciva a scacciare i Romani dalla Palestina.

I Romani erano associati, riferiti, allusi al demonio perchè essere impuri, come i porci, tipici animali impuri (a).

Il nome del demonio scacciato era proprio Legione, cioè il nome di quel sistema che disciplinava, organizzava il gruppo di soldati romani. Tale gruppo conosciuto allora in quei luoghi, era la legione romana Fretensis, di stanza in Palestina che aveva come simbolo, elemento distintivo, il cinghiale/maiale che rafforzava l'associazione Romani con porci con esseri impuri. Il numero di duemila porci circa, affogati nel mare, era all'incirca, il numero riferito ai soldati romani presenti in quei tempi in Palestina.

L’adattamento del racconto a Gesù Figlio di Dio avvenne con l' intenzione di dimostrare il suo grande potere di esorcista, invece tramandarono ai posteri, il manifesto della lotta armata degli apostoli e del loro capo Giovanni di Gamala.


Gazie della spiegazione caro Luigi.


(a) Già Ezechiele, con la profezia dell’assalto di Gog (capp. 38 s.), e Daniele, con le sue visioni sul quarto impero, avevano posto le basi della concezione largamente diffusa nel giudaismo secondo la quale l’avvento del tempo della salvezza sarebbe stato preceduto da un periodo di gravi minacce per Israele, provenienti da una potenza universale fortissima e ostile a D-o.



Nel periodo che ci riguarda questa fu ovviamente identificata nell’impero romano, così che Roma assunse tout-court i connotati del nemico escatologico d’Israele, la cui disfatta costituiva la premessa necessaria all’avvento del tempo messianico.

L’Apocalisse di Esdra e quella siriaca di Baruc definiscono espressamente Roma «quarto impero»; l’Apocalisse di Esdra, inoltre, parla anche dell’«aquila» che sarà condannata e sconfitta dal «leone», il messia davidico.


Anche «i dotti rabbinici, senza eccezione, nel quarto impero di Daniele hanno riconosciuto l’impero universale romano».’

È tutta via presumibile che questa concezione fosse più antica: forse si trova già nell’Assumptio Mosis, ove si afferma che per l’intervento di D-o Israele «salirà sul dorso e sulle ali dell'aquila>.

Si può senz’altro ritenere che questa identificazione abbia determinato l’intera attesa escatologica della fine imminente nel corso del I sec. d.C.

Nella letteratura essena, in particolare nel Rotolo della guerra, i kittim (cioè i romani) compaiono come gli avversari escato logici della comunità. Dai rabbi Roma era considerata senz’altro il «potere empio», e le si riferivano come pseudonimi le denomi nazioni degli antichi nemici tradizionali d’Israele: Amalek, Babilonia — la potenza che in passato aveva distrutto Gerusalemme
— e soprattutto Esaù o Edom (in quest’ultimo caso, verosimil mente, l’odio per l’edomita Erode aveva favorito il trasferimento di tale termine su Roma).


Come animale simbolo di Roma, accanto all’aquila comparve inoltre anche il maiale impuro.
(Martin Hegel, Gli Zeloti)


Ultima modifica di Giovanni dalla Teva il 17/03/2010, 21:09, modificato 1 volta in totale.

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MessaggioInviato: 18/03/2010, 01:22 
Non posso non unirmi anch'io all'accorato cordoglio di Emilio e di Giovanni e ricordare questa figura di gladiatore della verità che ho avuto la fortuna di incontrare da vicino nel 2008 ad Arpiola di Mulazzo, simbolo oggi - come ci ricorda barionu - della lotta contro le bugie trans-secolari somministrate alle coscienze inermi di milioni di persone da chi ha voluto far passare le bugie di un mito per verità storiche inconfutabili.
Ai familiari e agli amici di Luigi Cascioli esprimo le mie più vive condoglianze.
Iron Iko (Ferruccio Rondinella)


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MessaggioInviato: 19/03/2010, 15:15 
Permettetemi questa dedica a CASCIOLI

Von Loon viveva e io lo credevo morto
o, peggio, inutile, solo per la distanza
fra i suoi miti diversi e la mia giovinezza e superbia d'allora,
la mia ignoranza:
che ne sapevo quanto avesse navigato
con il coraggio di un Caboto fra le schiume
di ogni suo giorno e che uno squalo è diventato,
giorno per giorno, pesce di fiume...

Von Loon, Von Loon,
che cosa porti dentro, quando tace
la mente e la stagione si dà pace?
Insegui un'ombra o quella stessa pace l'hai in te?
Vorrei sapere
che cosa vedi quando guardi attorno,
lontani panorami o questo giorno
è già abbastanza, è come un nuovo dono per te?

Von Loon, Von Loon,
a cosa pensi in questo settembrino
nebbieggiare alto che macchia l'Appennino,
ora che hai tanto tempo per pensare, ma a chi?
Vai, vecchio, vai,
non temere, che avrà una sua ragione
ognuno ed una giustificazione,
anche se quale non sapremo mai, mai!

Ora Von Loon si sta preparando piano al suo ultimo viaggio,
i bagagli già pronti da tempo, come ogni uomo prudente,
o meglio, il bagaglio, quello consueto, di un semplice o un saggio,
cioè poco o niente
e andrà davvero in un suo luogo o una sua storia
con tutti i libri che la vita gli ha proibito,
con vecchi amici di cui ha perso la memoria,
con l'infinito,
dove anche su quei monti nostri è sempre estate,
ma se uno vuole quell'inverno senza affanni
che scricchiolava in gelo sotto le chiodate scarpe di un tempo,
dei suoi diciottanni,
dei suoi diciottanni...

F Guccini.


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MessaggioInviato: 19/03/2010, 17:52 
http://tostiluigi.blogspot.com/



15 marzo 2010


Un compagno di viaggio ci ha lasciati.

Luigi Cascioli ha spento la sua vita in un giorno come un altro.

E il Sole non si è stupito, perché quando muore un ateo il Sole non si stupisce.

Quando muore un ateo, non c’è rissa di dei o di demoni.


Quando muore un ateo le campane non piangono,

perché non c’è un’anima in vendita.

La morte di un ateo lascia un dolore e un rimpianto comune,

ma la consolante certezza

di non vederlo più afflitto dall’imbecillità umana.





Luigi Tosti


Ultima modifica di barionu il 19/03/2010, 17:52, modificato 1 volta in totale.


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MessaggioInviato: 19/03/2010, 18:33 
Non seguo particolarmente il discorso del Cristo Storico, però sapere che ricercatori di questo calibro se ne vanno, è purtroppo sempre un grosso dispiacere [:150]
Riposa in pace...ovunque tu sia.


Ultima modifica di Bastion il 19/03/2010, 18:33, modificato 1 volta in totale.

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MessaggioInviato: 19/03/2010, 18:53 
Apprendo ora la triste notizia della scomparsa del signor Cascioli.
Unisco il mio saluto a quello degli amici che hanno condiviso il suo cammino e della famiglia che lo ha sostenuto...



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« Nel regno di chi cerca la verità non esiste nessuna autorità umana. Colui che tenta di recitarvi la parte di sovrano avrà a che fare con la risata degli dei » (Albert Einstein)

« Non dubitate che un piccolo gruppo di cittadini coscienti e risoluti non possa cambiare il mondo. In fondo è cosi che è sempre andata »
(Margaret Mead)
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MessaggioInviato: 27/03/2010, 12:59 
IL FUOCO E LA RINASCITA






http://www.youtube.com/watch?v=hqG8nKK0 ... re=related



..... ahhhh , Luigi, appena hai sbrigato le pratiche astrali , passa subito a salutarmi .




zio ot [;)]


Ultima modifica di barionu il 27/03/2010, 13:01, modificato 1 volta in totale.


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MessaggioInviato: 29/03/2010, 10:28 
Io lo confesso.

Mi sono avvicinato agli studi del cristianesimo primitivo... proprio ascoltando su youtube i video di Luigi Cascioli.

Indimenticabile lo scambio di idee con don Franco Barbero, o di quando fu ospite alla trasmissione 30 denari.... e la chiacchierata a casa sua con la sig.ra Lilith sull'ateismo di Papa Ratzinger.

Beh Grazie sig. Luigi... se non fosse stato per le tue idee oggi non sarei un appassionato della materia.



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MessaggioInviato: 07/04/2010, 13:49 
A proposito di Luigi vi segnalo un' altra zampata

della tigre Saulnier


http://cristianesimoprimitivo.forumfree.it/?t=47315745


zio ot [;)]



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MessaggioInviato: 01/02/2011, 01:31 
Cari Amici, in omaggio all'indimenticato Luigi Cascioli ho pensato di rendere nota questa breve novella, scritta di getto nel 2007. Non vuole avere alcuna pretesa letteraria, ma solo essere la dimostrazione di come ci si possa muovere tra realtà e fantasia, tra verità e menzogna con estrema facilità. Figuriamoci quando si gestisce il potere e si ha il lungo tempo come complice nell'insabbiare e nel distorcere. Sperando di non annoiarvi, vi auguro buona lettura, nel ricordo del caro Luigi.



La leggenda di Salvatore Russo


Racconto inventato da Ferruccio Rondinella
(parodia di una vicenda vera contemporanea inerente un’antichissima questione)



Anno 2020.
L’associazione “Amici di Salvatore” celebra i sui 70 anni dalla fondazione. Sono in corso una serie di eventi e di manifestazioni atti non solo a far conoscere meglio l’associazione ma anche a promuovere adesioni, contributi e offerte.
Gli Amici di Salvatore, come si evince dai documenti ufficiali dell’Associazione, è una ONG ossia un’organizzazione non governativa, senza fini di lucro, che si ispira ai valori del coraggio, della solidarietà umana e del sacrificio altruistico, tratti dall’esempio di vita di Salvatore Russo, morto eroicamente nell’agosto 1943, fucilato dai nazisti durante l’occupazione tedesca a Napoli. Salvatore Russo infatti s’accollò la responsabilità di un omicidio di un soldato tedesco, pur essendo estraneo al fatto, per salvare dalla rappresaglia un gruppo di civili innocenti tra cui due donne un bambino. Il fatto ebbe grande scalpore a Napoli. Il gesto eroico – si legge sui documenti societari - non passò inosservato e tutti a Napoli, e poi nel resto d’Italia, cominciarono a parlare delle straordinarie doti umane e morali di Salvatore. Ciò anche grazie all’opera di divulgazione che fecero due suoi fratelli anch’essi trasferitisi a Napoli in quei tempi, Alessandro e Ludovico, testimoni oculari dell’esecuzione, i quali, andando in giro per l’Italia sin dai primi giorni dopo la morte di Salvatore, fecero conoscere fatti e persona. Disgraziatamente durante un difficile viaggio in alto Lazio nel 1945 essi trovarono la morte a causa del ribaltamento della camionetta lungo dei tornanti nei pressi del fiume Tevere dove sarebbero annegati.

Fu Luigi Scognamiglio, trentenne all’epoca dei fatti, che essendo stato colpito nel profondo del cuore dalla vicenda di Salvatore Russo, si adoperò per mettere assieme un gruppo di persone che s’impegnassero a ricordare degnamente la sua figura fondando un’associazione con finalità umanitarie e di opere caritatevoli.

Ma chi era Salvatore Russo?
Le notizie su di lui Le ho trovate nella piccola biblioteca degli Amici di Salvatore, in particolare su un opuscolo intitolato “Salvatore Russo: una vita per gli altri” scritto proprio da Luigi Scognamiglio e pubblicato dalla casa editrice La Pergola nel 1955. Secondo l’autore, morto nel 2000, Salvatore Russo nacque a Lecce nel 1921 da famiglia di piccoli proprietari terrieri. Grazie alle condizioni relativamente agiate poté studiare e diplomarsi. Subito dopo il conseguimento del diploma si recò a Napoli, dove pensava di instaurare più ampi e stimolanti contatti culturali e umani e dove sperava di trovare un lavoro confacente alle sue attitudini di perito meccanico. Tuttavia l’incalzare delle vicende belliche lo costrinsero ad arrangiarsi abbracciando lavori umili e faticosi: scaricante di merci al porto, aiutante presso un’officina di biciclette e poi custode dei granai. Per ridurre al minimo le spese viveva con un gruppetto di amici al Pallonetto1 di Santa Lucia. Fu qui che cominciò la sua opera di impegno politico repubblicano. I principi a cui si ispirava erano quelli di libertà di espressione, democrazia, rispetto dei diritti delle minoranze e, cosa assolutamente rara a quell’epoca, di emancipazione della donna. Nel tempo libero aiutava i bisognosi e i malati prestando la sua opera come volontario presso istituti religiosi e di cura come l’Ospedale Incurabili e l’opera Fatebenefratelli 2. Una volta fu arrestato dai fascisti e sottoposto a interrogatorio con purghe e umiliazioni. Tuttavia non fu possibile accusarlo di attività antifascista. Essendo conosciuto dalla polizia come benefattore fu rilasciato. Nel prosieguo del libro di Scognamiglio si descrive l’episodio che portò all’arresto di dieci civili e all’intervento di Salvatore Russo che, consegnatosi agli ufficiali delle SS e dichiarandosi colpevole pur essendo estraneo all’attentato, andò incontro a morte certa salvando i civili che aveva conosciuto solo di vista.

Attualmente l’Associazione è presieduta dal figlio di Luigi Scognamiglio, Giuseppe, di professione commercialista. E’ un volto noto delle TV private locali dove spesso compare come ospite in varie trasmissioni e in spot pubblicitari e promozionali a favore dell’associazione da lui presieduta.

Oggi, Amici di Salvatore è una grande ONG che gestisce un grosso movimento di denaro stimato in alcuni milioni di euro, possiede vari immobili tra cui l’attuale sede operativa in Piazza dei Martiri con la vicina biblioteca di via Calabritto 3, alcuni complessi sportivi e una sala multifunzionale alla Riviera di Chiaia. Ha aperto delle sedi operative in Italia (a Roma, Milano, Genova e Viareggio) e all’estero (Bruxelles, Marsiglia, Valencia). Nei Paesi del terzo Mondo è presente in Africa (Camerun, Mozambico), America Latina (San Paolo del Brasile, Cancun), in India (Bangalore) e a Shanghai in Cina.

Sempre nella biblioteca di via Calabritto a Napoli si possono visionare filmati su DVD dove vengono illustrati tutti i vasti settori di intervento dell’associazione Amici di Salvatore: attività culturali su temi sociali, economici e ambientali; raccolta di fondi per la ricerca contro le malattie rare; assistenza agli anziani; lotta alla povertà nei paesi poveri; attività di recupero dei diversamente abili, eccetera eccetera.
Poche le foto o le immagini dell’eroe leccese, napoletano di adozione. La più frequente è un mezzo busto che ritrae un uomo sorridente dal viso ovale, leggermente paffuto, capelli corti e forse riccioluti, due profonde stempiature simmetriche, una camicia a quadretti.
Quando andai la seconda volta nella biblioteca di via Calabritto mi misi alla ricerca di documenti contemporanei che parlassero di Salvatore Russo e del suo sacrificio, ma non trovai nulla eccetto un trafiletto del Roma che ricordava Salvatore esaltandone il profilo morale e il senso di abnegazione nelle sue opere di promozione umana. L’articolo – tre colonne di una dozzina di righe ciascuna – era un corsivo firmato con le iniziali “a.s.” e riportava posticcia, ossia vistosamente ritagliata e attaccata in cima all’articolo, il nome della testata e la data del 10 agosto 1951.

Mi chiedevo com’era possibile che un fatto così importante – il sacrificio di un innocente che ha salvato altre vite umane – non avesse avuto la meritata eco nelle cronache contemporanee. Come mai la chiesa se ne era disinteressata sebbene Salvatore avesse prestato, pur se da laico volontario, la sua opera di benefattore?

Ho così deciso di approfondire le indagini sulla figura storica di Salvatore. La prima cosa da stabilire era la data precisa dell’esecuzione: in quale giorno di agosto avvenne? Era il 10 come quella dell’articolo, o un giorno diverso?
Sono andato a parlare con il responsabile dell’archivio storico dell’ospedale Incurabili che mia ha generosamente dedicato molte ore del suo tempo, ma il nome di Salvatore Russo, frequentissimo, non compare mai come volontario nella prima metà degli anni ‘40. Lo stesso deludente risultato ottenni presso l’archivio del Fatebenefratelli.
Ovviamente mi sono recato all’ufficio anagrafe di Napoli, ma lì purtroppo la ricerca si è impantanata tra le decine di Salvatori Russo morti in quei tragici mesi del 1943. Comunque tra quelli elencati non c’era uno che potesse corrispondere all’eroe leccese.
Comincio a insospettirmi e decido di farmi ricevere dal presidente Giuseppe Scognamiglio per chiedere spiegazioni.

L’incontro avvenne non presso la sede di piazza dei Martiri, ma presso la nota caffetteria della stessa piazza dove il dottor Scognamiglio preferì ricevermi per un una sfogliata e un caffè. Affabile e loquace sia nei convenevoli iniziali che nei suoi discorsi di encomio su Salvatore Russo, pian pianino divenne restio e frettoloso una volta che gli espressi la mia perplessità sul fatto di non aver trovato articoli originari dell’epoca che parlassero di Salvatore e del suo eroico gesto. “Certo è una grave carenza per gli appassionati di storia come lei” , mi disse, poi aggiunse che purtroppo i documenti erano conservati, per motivi di rispetto del luogo natale dell’eroe, presso una sede commemorativa in Lecce e che mi toccava andare lì per prenderne visione.

In breve, a Lecce c’era una fantomatica sede Amici di Salvatore rintracciabile solo attraverso la scritta sul pulsante del citofono. La sede però era perennemente chiusa, non c’era un recapito telefonico e i vicini di casa dicevano che di rado veniva qualcuno per ritirare un po’ di posta dalla cassetta e forse per fare pulizie. Ma ciò che trovai assurdo era che nessuno a Lecce e dintorni conosceva l’eroe Salvatore Russo.
Rientrai sconfitto, ma il germe del sospetto mi era rimasto dentro e covava.


Estate del 2021.
Ero in vacanza con la famiglia a Bellagio4, dove m’incontravo spesso con dei parenti, in particolare col fratello di mia cognata, Egidio, uomo colto e spiritoso, con cui me ne andavo a spasso per le splendide località del lago di Como. Mi venne in mente la storia di Salvatore Russo e gliela raccontai. Rimase esterrefatto e sorridendo mi disse che avrei dovuto parlarne alla trasmissione televisiva “Chi l’ha visto” o forse, più efficacemente, a “Grazie a Raitre”, la nuova versione di “Mi manda raitre” 5. Il giorno seguente, Egidio, forse colpito da quanta passione avessi messo nel racconto di Salvatore Russo, mi propone di visitare il Museo del ricordo delle vittime del nazifascismo di Como. Qui feci la scoperta straordinaria che mi ha portato a scrivere queste pagine.

Nel passare in rassegna le molte drammatiche foto di quegli anni il mio occhio si sofferma su una che ritraeva un gruppo di partigiani con le mani legate, spalle al muro, evidentemente al cospetto di un plotone di esecuzione. Affianco la stessa inquadratura con i corpi dei partigiani uccisi. Sotto alla prima foto erano messi di fianco i sei volti ingranditi, sgranati ma ben riconoscibili, dei condannati ripresi nella foto d’insieme. In calce alle foto dei volti erano riportati i nomi e i cognomi dei condannati: tra questi sei ce ne erano tre che si chiamavano: Salvatore Rossi, Alessandro Rossi e Ludovico Rossi.

Come non pensare ai tre fratelli Salvatore, Alessandro e Ludovico Russo? Il volto di Salvatore aveva i lineamenti marcati, mento un po’ aguzzo, capelli folti e un ciuffo sulla fronte: molto diverso da quello di Salvatore Russo.
Scattarono immediate le indagini sui tre partigiani e questo fu il risultato: Salvatore era un capo partigiano che comandava uno squadrone di una ventina di uomini tra cui i fratelli Alessandro e Ludovico. Salvatore, nato a Lecco nel 1921 fu catturato insieme ai fratelli e ad altri tre compagni dopo un’incursione armata in una villa nel comasco dove erano adunati alcuni gerarchi fascisti.
Dopo l’uccisione dei fascisti i partigiani si rifugiarono in un cascinale ma vennero scoperti l’alba seguente e dopo poche ore furono fucilati.
Salvatore, Alessandro e Ludovico erano degli autentici guerriglieri, molto coraggiosi, ma anche violenti e sanguinari. Per raggiungere il loro obbiettivo non si facevano scrupolo di ammazzare persone anziane, donne, bambini. Per essi la libertà doveva anche comportare questo prezzo.
Il coraggio di Salvatore nell’affrontare certe situazioni di rischio divenne leggendaria nei comuni rivieraschi del lago di Como. Il nome di Salvatore Rossi si trasformò in un mito e intorno a lui nacquero alcune leggende popolari che lo volevano capace di saltare ostacoli insormontabili, di rincorrere una camionetta a piedi e assaltarla, di schivare i proiettili che riusciva a seguire con lo sguardo.

La sua fama arrivò fino a Milano dove vennero pubblicati anche dei disegni e dei fumetti che raccontavano le imprese del mitico “Salvatore il rosso”.
L’editore milanese di questi fumetti era un certo Ciro Merola, originario di Napoli, la cui attività editoriale cessò nei primi anni 50, allorché tutta la sua famiglia si ritrasferì a Napoli.

Trassi le mie conclusioni:
Ciro Merola, di ritorno a Napoli, s’incontrò con Luigi Scognamiglio, gli raccontò del personaggio storico e del mito che era sorto intorno a lui. Entrambi decisero di costruire un personaggio eroico e su questo un’impresa d’affari. Ma negli anni 50 l’Italia cattolica non poteva accettare un uomo di grandi virtù che fosse un comunista rivoluzionario. Nella democristiana Campania si doveva creare un personaggio che non fosse contaminato con la storia della Resistenza e si decise per il ragazzo poco politicizzato, di idee vagamente repubblicane, dai sentimenti nobili, antifascista sì, ma sempre disarmato, simpatizzante collaboratore in opere pie, rispettoso della chiesa, ma non un cattolico fervente per non creare una figura apertamente schierata con il clero. In questo modo Salvatore, fatto nascere non più a Lecco, ma a Lecce, poteva risultare amato da persone di qualunque ideologia politica. Anche la morte dei fratelli doveva essere epurata del connotato partigiano e si inventò la storia dell’incidente stradale. In questo modo l’associazione poteva godere dell’appoggio politico di tutto lo schieramento parlamentare e chiedere denaro a finanziatori di ogni orientamento ideologico e colore politico.
L’articolo comparso sul Roma è una pura invenzione perché racconta di una persona mai esistita e nella firma “a.s.” si riconosce facilmente il nome latinizzato di Luigi (Aloisius) Scognamiglio.

Sono ritornato a Piazza dei Martiri per chiedere al Presidente Giuseppe Scognamiglio che mi fornisse una, una sola prova dell’esistenza reale di Salvatore Russo quale vittima del sacrificio nazifascista. Scognamiglio si è sempre negato con ogni genere di scusa.
Gli ho fatto la richiesta per iscritto, ma non mi ha mai risposto.

Ho intentato presso il Tribunale di Napoli un processo contro Giuseppe Scognamiglio per violazione dell’art. 661 (Abuso della credibilità popolare) e 494 (Sostituzione di persona) del C.P.


1: un quartiere popolare nei pressi di Piazza del Plebiscito.
2: due noti ospedali di Napoli tuttora attivi.
3: luoghi eleganti del signorile quartiere Chiaia
4: graziosa località sulle sponde meridionali del lago di Como.
5: trasmissioni televisive di successo della RAI


Caserta, 16 maggio 2007


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Ieri Gesu' oggi Salvatore Russo :la storia si ripete!!


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Questa storia mi piace un sacco sai?? Bravissimo!! Se fai una nota su Facebook la condivido XD così che i miei amici la possano leggere!!


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scusate come mai non è più disponibile in rete il video di Cascioli nella trasmissione 30 denari??

Fortunatamente l'avevo scaricato..

però....



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MessaggioInviato: 29/05/2011, 02:07 
Youtube è una mina vagante.

Eddy, lo hai salvato completo ?

Riesci a ricaricarlo sul tubo ?

Con calma ... ?


zio ot



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