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Giovanni dalla Teva ha scritto:
Nacque così il Talmud, vera e propria enciclopedia delle antiche conoscenze, espressione di un universo culturale blindato nella componente etnica, a difesa della propria integrità storica e nazionale. Le più antiche discussioni (fino al II secolo) sono raccolte nella Mishnah, mentre la Ghemarah (completamento), risalente al II -IV secolo, è un insieme di successivi approfondimenti e commenti analitici della Mishnah.
Esistono due diverse versioni del Talmud: quello detto di Gerusalemme (Talmud Yerushalmì, IV -VI secolo d.c.) in lingua ebraica, e quello babilonese (Talmud Bavlì, V — VII secolo d.c.), nel quale la sola Ghemarah è scritta in aramaico.
Tra le due versioni quella babilonese, più completa e che divenne il riferimento principale del giudaismo posteriore, presenta un interessante accenno ad un personaggio di nome Yeshua:
“Alla vigilia della Pasqua, Yeshu fu appeso. Per quaranta giorni prima dell’esecuzione, un araldo........ gridava: “Egli sta per essere lapidato perché ha praticato la stregoneria e ha condotto Israele verso l’apostasia”.
Il nome “Yeshu” e il termine “appeso”, secondo alcuni interpreti, sono evidenti riferimenti a Gesù Cristo e alla crocifissione. In realtà, il richiamo all’araldo e ai quaranta giorni che precedettero l’esecuzione non ha alcun riscontro nei testi evangelici.
Non faccio fatica a capire che tu abbia tratto le tue notizie dal 'parto' di quella mente eccelsa che è il Nicolotti.
Il termine 'apostasia' è una gratuita interpretazione dell'autore, in quanto nei testi inglesi, sinora da me consultati, figura la frase "..e per aver condotto Israele
fuori della retta via", reso in inglese con il termine 'astray'. La traduzione con 'apostasia' è totalmente arbitraria, anche perchè l'attività 'predicatrice' di Gesù si espletò essenzialmente fuori della Palestina, e quindi egli non portò all'apostasia ALCUN GIUDEO! (ancora oggi gli apologisti falsari cercano spudoratamente di far credere che 'migliaia' di giudei si convertirono al culto cristiano: cioè ad un culto, almeno alle origini, PALESEMENTE pagano!)
"..Il nome “Yeshu” e il termine “appeso”, secondo alcuni interpreti, sono evidenti riferimenti a Gesù Cristo e alla crocifissioneIl termine 'appeso' significa APPESO! Che poi qualche autore lo abbia utilizzato quale 'sinonimo' per crocifisso (come ad esempio in alcuni testi 'apocrifi', anche se la cosa è fortemente dubbia) non vuol dire che tutte le ricorrenze del termine abbiano lo stesso significato, attribuito ad esso in modo piuttosto arbitrario (se non sospetto), visto che per esprimere l'immagine concettuale del crocifisso, esisteva un termine apposito anche in aramaico. (crocifisso nel senso di 'inchiodato' e non semplicemente di 'legato')
L'autore del testo, da cui hai tratto le tue notizie, finge bellamente di ignorare che nel Deuteronomio è riportato che i corpi dei lapidati, dopo averne accertato la morte, dovevano essere appesi (ad un ramo o ad un sostegno sporgente), affinchè il loro sangue 'impuro' non contaminasse il suolo della 'Terra Santa'. Ergo, l'utilizzo del termine 'appeso', nel passaggio talmudico, è perfettamente congruente con la lapidazione precedentemente citata! Naturalmente i falsari, i quali hanno l'urgenza di ribadire che Gesù venne crocifisso e non lapidato, interpretano spudoratamente in modo 'allegorico' quanto riportato nel Talmud!... Come si fa a non prendere atto della cosa?... Eppure a me sembra che sia sin troppo palese....
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Inoltre, secondo l’accezione biblica, il termine “appeso” è da riferirsi alla crocifissione, ma tale modalità non riguarda la nota pratica romana per l’esecuzione delle condanne, quanto piuttosto la pubblica esposizione del cadavere ad una sorta di gogna, successiva alla morte procurata per lapidazione: il citato passo, d’altra parte, lo lascia chiaramente intendere parlando della condanna disposta e aggiungendovi il termine “appeso”.
Ma dove sta scritto tutto questo??.. Forse sarebbe il caso di chiedere 'lumi' agli amici israeliani del forum 'consulenzaebarica'...
La prassi della crocifissione era ASSOLUTAMENTE aliena alle tradizioni dell'antico ebraismo, a cui si riferisce gran parte della Bibbia ebraica. Il motivo di ciò è semplicissmo: per gli antichi ebrei la croce non aveva un valenza 'infamante', così come era invece presso le popolazioni latine dell'antica Roma. Per gli ebrei, al contrario, la croce era simbolo di 'buon presagio' e 'portafortuna', tant'è che è narrato che quando gli ebrei dell'Esodo dovevano sostenere un combattimento con uno dei popoli vicini (come ad esempio gli Amalechiti) Mosè si metteva in piedi su di una collina, da cui si poteva scorgere il campo di battaglia, con le braccia distese, in modo da formare una croce virtuale con il proprio corpo. Sino a che le sua braccia erano ben distese, allora le sorti della battaglia volgevano a favore dei combattenti ebraici, mentre, al contrario, quando tendevano ad abbassarsi, per effetto della stanchezza, allora la sorte favoriva i loro nemici. Si trattò, quasi sicuramente, della solita 'favoletta', tesa a mistificare la vera origine dell'importanza della croce nel contesto del primo ebraismo: vale a dire della croce di 'ANKH" (o 'croce ansata', simbolo della vita stessa), celebre 'amuleto' del popolo egizio, dalla cui matrice provenivano gli esuli dell'Esodo biblico!
Il fatto che in alcuni testi, come nelle Antichità di Giuseppe Flavio, si parli di crocifissioni volute da qualche tiranno giudaico (v. Alessandro Janneo), ciò fu sicuramente dovuto ad un'involuzione dei costumi giudaici, conseguente all'invasione ed alla successiva dominazione ellenica. I greci, come i romani poi, ricorrevano alla crocifissione dei 'lestai' (briganti, ma anche sovversivi) per dare un preciso monito alla popolazione sottomessa.
"...quanto piuttosto la pubblica esposizione del cadavere ad una sorta di gogna, successiva alla morte procurata per lapidazione"Tutto ciò è pazzesco!....E' la prima volta che sento dire che i giudei crocifiggevano i cadaveri dei lapidati!!...
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Ci soffermeremo ancora sull’uomo al quale è verosimilmente riferito il passo in questione, richiamando però l’attenzione sin da ora sul valore relativo da riconoscere alle attestazioni talmudiche e, più in generale, a tutte quelle ascrivibili alla letteratura rabbinica di carattere polemico e anticristiano, nelle quali l’attendibilità storico testimoniale potrebbe essere sensibilmente inficiata dall’esigenza, avvertita dal mondo ebraico, di difendere se stesso dalle infamanti accuse di deicidio rivoltegli dal cristianesimo.
In tale prudenziale ottica devono essere viste, ad esempio le Toledoth (storie o dicerie), un genere letterario tradizionale spesso relativo ad argomenti scritturali.
In particolare la Toledoth Yeshu è una storiella polemica che presenta una particolare chiave di lettura del Gesù dei Vangeli, fondata sulla derisione e sulla condanna.
Ripeto ancora una volta che questo significa 'gingillarsi' con la propria fantasia!...Mi dispiace dirlo, ma è così...
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I documenti noti risalgono almeno al tardo Medioevo ma si riferiscono, non si può attestare quanto fedelmente, a tradizioni molto antiche, probabilmente risalenti ai primi secoli, visto che numerosi spunti narrativi riportano alla primitiva polemica antigiudaica promossa dai primi Padri della Chiesa, quali Tertulliano e Origene.
Per altri aspetti, nella Toledoth sono riconoscibili anche temi già presenti nei testi di origine rabbinica databili ai primi secoli dell’era cristiana.
Queste tesi non sono più sostenute neppure dal clero cattolico, tanto improbabili esse appaiono! E' solo una frangia 'irriducibile' che continua a farlo, e, sicuramente, il Nicolotti è di questa frangia..
Con la scoperta della 'genizah' del Cairo, gli eruditi hanno potuto stabilire che la compilazione delle Toldoth risale ad anche prima che il V secolo! E' dunque assolutamente puerile il tentativo, da parte 'cattofalsaria', di far risalire la redazione di tale documento al 'tardo' Medioevo, con il malcelato obiettivo di sostenere, secondo la ben nota teoria dei cattofalsari, che un documento tanto più è recente, tanto meno è la sua attendibilità: come se una menzogna detta 'ieri' (vedi le panzane evangeliche) debba avere necessariamente più valore di una verità detta tra un anno!
Comunque, a prescindere dalla 'genizah' del Cairo, nel mondo erudito ebraico è tutt'ora viva la convinzione che la redazione delle Toldoth sia antichissima, e comunque sicuramente a molto tempo prima di quanto vogliono far credere i cattofalsari. Nel Medioevo, semmai, venne resa pubblica la circostanza che gli ebrei della diaspora si tramandassero in segreto di simili documenti, grazie al fatto che erano in pochissimi, fuori della comunità ebraica, a conoscere l'ebraico. Del resto, lo scopo di tale 'memoria storica' era funzionale per il solo popolo giudaico della diaspora, visto che i giudei erano avulsi dal fare proselitismo...
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L’immagine labile di Yeshua, così come emerge dalle Toledoth e dal Talmud, si presenta agli occhi dell’esegeta in un’indistinguibile impasto, con spunti polemici e aggiunte favolistiche (entrambi di tardo inserimento) di scarsa credibilità.
Tali innesti, a volte di contenuto grottesco, sembrano più fondate sulla conoscenza delle stesse fonti canoniche cristiane, alle quali sembrano intente a “fare il verso”, che non sulla effettiva memoria storica.
Da "La croce di spine " di Giancarlo Tranfo pag. 247
Colgo l'occasione per ringraziare il Sig. Giancarlo Tranfo, per il suo prezioso contributo alla ricerca, di una verità più vicina alla realtà storica, sul cristianesimo primitivo.
Un caro saluto.
Lo Yeshu e la Miryam M'gaddela del Talmud e delle Toldoth, sono riferiti rispettivamente a Gesù di Nazareth ed a Maria Vergine. E questo non perchè lo dice Veritas, ma perchè lo affermano una miriade di studiosi ed esegeti di tutto il mondo. Se non ne sei convinto, prova a leggere "Il cristianesimo nel Talmud e nella Misnah" di R. Travers Herford.
Se il TALMUD, testo sacro per gli ebrei, al pari della Torah su cui si fonda anche la religione cristiana, appare come un 'impasto', ciò lo si deve all'operato della 'santa' inquisizione, la quale, a partire dalla seconda metà del IV secolo, perseguitò costantamente i giudei della diaspora sino ai nostri giorni. Tutto questo costrinse gli autori talmudici a 'mascherare' le figure di Gesù e di sua madre come meglio poterono, al fine di sviare l'attenzione dei 'pii' assassini dell'inquisizione! Il risultato è 'l'impasto' che tu hai citato.
Non riconoscere tutto ciò, puntualmente denunciato anche dagli eruditi di area cattolica (non da tutti, ma comunque da una parte significativa, stante le prove di onestà intellettuale precedentemente date), significa chiaramente avere delle 'debolezze' filoclericali... Contuttociò, non voglio innescare una polemica in merito..
Saluti
Veritas
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