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 Oggetto del messaggio: Il Cristo storico di Giancarlo Tranfo
MessaggioInviato: 23/11/2009, 12:40 
“Arpiolide” convinto e addirittura indicato come riferimento storico dell’omonima scuola insieme ai miei cari amici Cascioli e Salsi, voglio anch’io affacciarmi in questo forum con la “tela” sotto al braccio, pennelli e colori in mano e in mente il ritratto del mio Cristo Storico.
Nel farlo non posso nascondere una vena di sottile amarezza per gli usuali sgraditi toni che il dibattito anche qui a volte assume.
Caro Veritas, sai che stimo te e considero straordinario l’impegno da te profuso per la ricerca della verità storica che tristemente soggiace alla favola neotestamentaria. E’ tempo, infatti, che ti spingo a concretizzare i tuoi sforzi nell’annunciato libro che tutti noi saluteremo con soddisfazione.
La diversità è confronto e crescita ma non deve mai essere fonte di ira e nemmeno di semplice contrarietà.
Per questo non aggredisco le tue tesi che leggo con attenzione e che non sempre capisco. Potrei sempre raccoglierne un insegnamento, un suggerimento e per questo spesso dopo averle lette le rileggo. Qualche volta ho avuto ragione a farlo, altre, con tutto il rispetto, proprio non sono riuscito a condividerti.
In questa sede, nell’accingermi a dare forma alla mia idea sulla nascita del mito di Gesù di Nazareth, trovo utile farlo evidenziando i punti di contatto e quelli di divergenza delle nostre reciproche tesi.
Inizio col dire che il mio essere “arpiolide” non si esaurisce nel riferimento a Giovanni di Gamala come controfigura unica del mito gesuano: per molti versi, infatti, mi avvicino alla tua posizione, dicendomi certo dell’esistenza storica di un secondo personaggio di alto carisma messianico (sacerdotale) le cui caratteristiche andarono a confluire, insieme a quelle del primo, nel personaggio di Gesù di Nazareth, condito poi, a partire dalla fine del II secolo, con un’infinità di salse archetipali di matrice ellenistico/misterica (ed egizia).
Questa è una mia convinzione personale osteggiata dal mio amico Salsi (ricordo accese discussioni telefoniche sull’argomento) che ha destato invece un certo interesse in Luigi Cascioli il quale a suo tempo (presentazione del mio libro a Via Nazionale a Roma), pur dimostrando un certo scetticismo, mi chiese lumi (ancora devo andare a trovarlo…).
Invece la differenza sostanziale tra le nostre rispettive visioni (la mia e la tua) sta nel diverso peso riconosciuto ai due “ingredienti messianici”, in termini di incidenza, nella graduale costruzione del mito di Gesù.
Per te Giovanni di Gamala è, uso un termine a te caro, un “carattere storico” di dubbia esistenza (visto che continuamente sfidi gli “arpiolidi” ad indicarne le fonti) o, al massimo, assolutamente accessorio rispetto a Gesù di Nazareth.
Preferisco partire dal secondo per arrivare al primo.
Innanzitutto mi sembra di ricordare che tu riconosca all’appellativo “di Nazareth” il valore di un reale riferimento di provenienza. Se è così (se dunque ricordo bene) siamo in presenza di una convinzione che non condivido assolutamente.
Non esiste una straccio di reperto archeologico ascrivibile al I secolo (al di là di pochi frammenti ceramici di origine cimiteriale) che attesti in qualche modo l’esistenza di una struttura urbana di carattere municipale o di un semplice complesso abitativo (tipo le moderne frazioni).
I frati cappuccini hanno speso un capitale in scavi senza cavare un ragno dal buco e Giuseppe Flavio, che nomina circa 45 località al tempo esistenti, arriva a nominare Giaffa, minuscolo villaggio a due chilometri da Nazareth, senza nominare quest’ultima (proprio perché al tempo in cui scrisse non ancora esistente).
Perfino la sinagoga rinvenuta sotto i resti di altro edificio meno antico, risale al III secolo.
Tutto questo senza poi considerare quanti “piccioni” con una sola “fava” l’astuta invenzione ha potuto far cogliere… (giustificazione del titolo di nazareno ecc.).
Appoggio, invece, la convinzione che il nome di Gesù sia reale e sia riferita proprio a Yeshua ben Panthera.
Privare aprioristicamente di legittimità storica le fonti ebraiche è un grave errore, soprattutto se lo si fa allo scopo di relegare il profeta Yeshua (che ha dato il nome al mio sito…) nel novero delle leggende.
E’ vero che le fonti rabbiniche scritte non sono antecedenti al IV secolo ma è altrettanto vero che riprendono antiche tradizioni orali risalenti ai secoli precedenti.
Attraverso shanedrin, passi talmudici, toledoth (dicerie) ecc. si arriva a mettere in coerenza tra loro alcuni “flash” ascrivibili al “mago” condannato e giustiziato a Lydda. Prima di tutto il nome e il patronimico, talvolta riferito al padre Panthera e talvolta alla madre come “colei che ha lasciato il marito”: frase che, come da te rilevato, in forma contratta si esprime con “Stada” (s’tat da).
In secondo luogo l’esperienza dell’Egitto (scimmiottata dai vangeli in fuga in fasce dai pericoli di una strage che non esistette…), poi l’effettuazione di prodigi quivi appresi (ritenuti imbrogli), la presentazione in qualità di “figlio di Dio”, il processo e la lapidazione (entrambi stavolta coerenti con la giurisdizione sinedrile e i capi d’accusa di apostasia e stregoneria). Infine l’ostentazione del corpo su una croce a pubblico monito.
Le accennate fonti non sono cronache stilate da uno storico ma da più mani, in diversi tempi e con riferimento a diverse remote e confuse vicende tramandate a voce. Inoltre, considerando anche i pericoli di censura da parte della nascente organizzazione criminale cristiana (leggi chiesa), non avrebbero potuto essere più chiare.
Fin qui si potrebbe sempre dire che Yeshua delle fonti rabbiniche, al pari di Gesù di Nazareth dei vangeli, non può avere “dignità storica” in quanto “non riscontrato” dai cronisti del tempo… ma così non è!
Le accennate vicende sono infatti riprese per filo e per segno sul finire del II secolo da Celso nel suo Discorso Veritiero (che conosciamo grazie alla “felice” idea di Origene che ce lo ha consentito…).
A tal proposito è bene considerare che quando Celso scrive (raccogliendo credenze e tradizioni di ebrei della diaspora romana) le fonti rabbiniche non hanno ancora assunto forma scritta.
Il figlio di Panthera (del quale esisterebbe anche l’epigrafe tombale) già nel II secolo è dunque presente con una propria fisionomia definita nelle tradizioni orali degli ebrei di tutto il mondo (a Roma come in patria) al punto da essere al centro delle narrazioni di uno storico romano e pagano che ne coglie gli aspetti poi mistificati nella costruzione del Soter neotestamentario (il capo di una banda di briganti oggetto di rimaneggiamenti e falsificazioni nella stesura dei “sacri testi”). Tutto questo fornisce al nostro personaggio una incontestabile patente di credibilità storica (senza poi menzionare l’accenno di Giuseppe Flavio o quello di Lattanzio).
Soltanto muovendoci su un terreno di ragionevoli supposizioni, possiamo intuire quanto tale personaggio abbia ceduto al Gesù neotestamentario.
Fu verosimilmente un mago con dignità profetica ed operò prodigi nei quali, come sovente avviene, giocò un ruolo essenziale la suggestione di massa. Probabilmente fu un abile oratore in grado di incantare le folle. Gran parte degli episodi miracolosi o dei discorsi riferiti narrati nei vangeli furono verosimilmente opera di detto personaggio mentre altra parte si presenta come mero riciclo di vicende occorse a semidei ed eroi dei culti preesistenti.
Ma allora Giovanni?
Giovanni è tutto il resto e nella commistione delle due individualità storiche assume a mio avviso il maggior peso.
In gran parte suo fu il processo, solo parzialmente mescolato nei vangeli con quello “religioso” di Yeshua con il risultato dell’improbabile “balletto” tra autorità romana e sinedrile.
Suo fu il martirio inscenato (da altri subito) e narrato, il “titulus” recante il capo di imputazione (re dei giudei), l’unzione, l’ingresso in Gerusalemme e la presa del tempio (banalizzata in cacciata dei mercanti) e della veste rossa (ridotta ad un beffardo regalo) in una città distratta dai preparativi della pasqua e priva di adeguati presidi militari, l’arresto sul Monte degli Ulivi dopo un modesto tentativo di reazione, e molte altre cose che sarebbe lungo elencare.
Chi ha detto poi che il personaggio di Giovanni non è attestato da nessuno?
E’ stato sicuramente ben ritagliato da tutte le fonti ma qualcosa è sfuggito e possiamo dire con soddisfazione di essere stati i primi ad accorgercene (anche se il mio libro è uscito prima, il merito va a Salsi).
Probabilmente nessuno mai si era reso conto che il Giovanni nominato da F.Giuseppe non poteva essere il suo omonimo di Giscala.
Caro Veritas, io forse non leggo tutto quello che tu scrivi ma anche tu non leggi tutto quello che scriviamo noi, altrimenti non avresti fatto valere la non contemporaneità dei due personaggi come argomentazione atta ad escludere l’attribuzione delle parole di F. Giuseppe a Giovanni di Gamala.
Giuseppe, infatti, nel VII libro di Guerra Giud., mentre narra della disperata resistenza di Eleazar a Masada (presentando di nuovo quest’ultimo come potente discendente della famiglia di Giuda), di colpo abbandona il filo cronologico degli eventi e percorre un ricordo che, per restare in tema, parte da Giuda, passa per i suoi figli (con Giovanni ben nominato) e si chiude rientrando su Eleazar (nipote). A dare ulteriore conferma bastino queste parole con le quali F. Giuseppe ritorna al presente (Eleazar a Masada): “ A esprimere degnamente il dovuto compianto per le vittime della loro ferocia non mi sembra questo il momento più adatto, e perciò ritorno al punto in cui avevo interrotto la narrazione.
Il comandante romano mosse alla testa delle sue truppe contro Eleazar e la sua banda di sicari che occupavano Masada, e ben presto si assicurò il controllo dell'intera regione, stabilendovi dei presidi nei luoghi più opportuni;” .
Sciolto ogni dubbio (spero) a Giovanni.
Ci sono una serie di pesanti indizi (che non sto qui ad elencare) che rendono evidente la similarità dello scenario neotestamenterio con la città patria di Giuda e del movimento zelota e
infine, a terminare l’identikit di Giovanni come indiziato n. 1 della cessione di identità a Gesù, ci sono i “fratelli apostoli” con i loro nomi pesanti come macigni!

Perché abbandonarsi a voli pindarici per giustificare l’”omonimia di fratellanza” di Yeshua e di Giovanni con due Simone e due Giacomo?

E chi sarebbe poi Teuda il ribelle giustiziato di cui parla Giuseppe se non il Teuda dei vangeli di Marco e Matteo o il Giuda di Luca?
E perché Luca lo chiamò Giuda di Giacomo? La verità è che per strafare c’ha svelato la magagna…!
Nei suoi “Atti” aveva già parlato di Teuda come di un ribelle (facendone narrare le gesta a Gamaliele come antecedenti a quelle del padre per meglio confondere le idee) e se lo avesse nominato come apostolo avrebbe messo al lettore una bella pulce nell’orecchio… ecco perché lo chiama Giuda di Giacomo, usando peraltro un diverso nome della medesima persona: Matteo e Marco lo chiamano Taddeo che è una variante di Teuda, a sua volta contrazione di Tommaso e Giuda e se qualcuno avesse ancora qualche dubbio su tale identità, potrebbe farselo togliere dal prologo del vangelo di Tommaso dov’è detto: “Queste sono le parole segrete che Gesù vivente ha pronunciato e Didimo Giuda Tommaso ha trascritto.” Tommaso, Taddeo/Teuda e Giuda sono dunque il medesimo “fratello apostolo”, in parte diversamente chiamato e in parte replicato!

Che fosse poi un figlio di Giuda lo dicono gli stessi vangeli a noi che abbiamo capito chi è Gesù…!
Il patronimico fu probabilmente stralciato dalle “pie mani” dagli scritti di Giuseppe ma ciò servì a poco. Considerando infatti che che il “Giuda” di Luca (Taddeo, Teuda o Tommaso che dir si voglia) è detto dallo stesso “fratello di Giacomo” e che Giacomo è il “Fratello del Signore”… si arriva alla conclusione che Tommaso (Teuda, Giuda Taddeo o Didimo che sia) è insieme a Giacomo e a Simone (come suggerito dallo stesso F. Giuseppe) fratello di Giovanni (Gesù) e figlio di Giuda.
Manca all’appello Menahem da parte di Giuseppe… e Ioses (Giuseppe) da parte di Matteo e Marco.
Condivido a tal proposito la ricostruzione proposta nelle pagine di questo forum non ricordo da chi (forse Giovanni della Teva?) sull’identità dei due personaggi e sulla sovrapponibilità con Giuseppe d’Arimatea. Aggiungo tuttavia un’ulteriore argomentazione (valorizzata nel mio libro).
Innanzitutto se il vero primogenito di Giuda fosse il Giuseppe nominato nei versi di Matteo e Marco dove si tirano in ballo i fratelli, come ritenuto da Veritas (mi sembra) e da R.H. Eisenman che si apre a tale ipotesi sulla base degli accennati versi nonché di un frammento di Papia, non si capirebbe perché un’antica versione di Matteo 13, 55, al posto di Giuseppe, nomini Giovanni.
C’è poi un altro pesante indizio che passa attraverso Eleazar (il Lazzaro resuscitato nei Vangeli che corrisponde in realtà al capo della resistenza zelota di Masada… ultima spiaggia). Giuseppe ci dice che era legato a vincoli di parentela con Menahem e, guarda caso, molti di noi identificano una parentela così stretta con il Gesù dei Vangeli dall’indurci nel sospetto che egli fosse “colui che Gesù amava”.
C’è poi un’altra cosa: se Giuseppe avesse chiamato con il suo stesso nome l’ultimo figlio di Giuda (famiglia peraltro da lui stesso disprezzata anche se lontanamente sua parente) avrebbe ingenerato confusione e dubbi nel lettore.
Infine chi se non un rampollo (come lo fu Giovanni) dell’ambiziosa ed irrequieta dinastia, avrebbe inscenato lo stesso copione recitato (con epilogo infelice) circa 20 anni prima dal primo dei suoi fratelli (presa del tempio, veste rossa ecc.)?
Insomma, a mio avviso il complesso di indizi è talmente significativo da non lasciar adito a dubbi; il Giuseppe di Matteo e Marco e il Menahem di Giuseppe sono la stessa persona. Gli altri fratelli di Giovanni sono Simone, Giacomo e Teuda (Taddeo- Tommaso- Giuda- Didimo).
Credo basti così per ora. Il ritratto è appena abbozzato ma come primo post direi che mi sono anche dilungato troppo….


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MessaggioInviato: 23/11/2009, 13:36 
Caro Giancarlo , eccoti arrivato.

Non ti crucciare per i toni da combattimento. Questa fase di studio a ufoforum è una palestra dove possiamo tirare di boxe per allenarci.

Gioco duro. Per i duri.

Con stretta di mano all'inizio e alla fine.

I colpi da K.O. sappiamo poi dove tirarli.



zio ot Clay [8D]


Ultima modifica di barionu il 23/11/2009, 13:37, modificato 1 volta in totale.


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MessaggioInviato: 23/11/2009, 15:17 
Cita:
Sig. Giancarlo Tranfo scrive:
Manca all’appello Menahem da parte di Giuseppe… e Ioses (Giuseppe) da parte di Matteo e Marco.
Condivido a tal proposito la ricostruzione proposta nelle pagine di questo forum non ricordo da chi (forse Giovanni della Teva?) sull’identità dei due personaggi e sulla sovrapponibilità con Giuseppe d’Arimatea.




Egregio Sig. Giancarlo, io La ringrazio vivamente, perchè solo attraverso la nota n° 102 di pag. 272, del suo stupendo libro,



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(sotto riportata, ho scoperto l'arcano, a mio giudizio più importante o tra i più importante, per la ricostruzione della storia del cristianesimo primitivo.

cliccare sopra per ingrandire

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ed ecco qui la prova:

cliccare sopra per ingrandire

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La descrizione della morte di Giacomo il Giusto, fatta Eusebio da Cesarea in Storia Ecclesiastica II, 23 pag. 126 -127 - Città Nuova; é ripresa dalla descrizione della morte di Menahem riportata da Giuseppe Flavio in "La guerra giudaica II, 17 ,9".

Non c'é alcun dubbio che la descrizione della morte di Giacomo il Minore o il Giusto, che fa Eusebio di Cesarea "Storia Ecclesiastica II, 23 pag. 126 -127 - Città Nuova; è la stessa di quella fatta sempre da Giuseppe Flavio in "La guerra giudaica II, 17", riguardante la morte di Memahem l'ultimo figlio di Giuda il Galileo nel settembre del 66 d. c.
E' lo stesso Eusebio di Cesarea che lo dichiara indirettamente, quando termina il suo racconto scrivendo "Subito dopo Vespasiano cinse d'assedio la città". Infatti noi sappiamo che la morte di Menahem avenne nel 66 d.c. subito prima dell'assedio di Gerusalemme, mentre Eusebio da Cesarea costruisce il falso Giacomo il Giusto da un fatto successo nel 62 d. c. e lo collega alla morte di Festo governatore della Giudea.
Si può notare che tutta la descrizione di Eusebio inerente a Giacomo il giusto è un'invenzione, infatti l'autore in Storia Ecclesiastica libro II,23 pag. 126,127,128 ed. Città Nuova, collega l'inizio del falso martirio di Giacomo il giusto alla morte del governatore della giudea Festo nel 62 d.c. e lo fa terminare nel 67 d. c. o successivi con Vespasiano che cinse d'assedio la città di Gerusalemme (l'errore storico è di Eusebio non mio). Teoricamente i suoi assassini avrebbero impegnato cinque anni o più per ammazzarlo.


Un caro e vivo ringraziamento.


Ultima modifica di Giovanni dalla Teva il 23/11/2009, 15:35, modificato 1 volta in totale.

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MessaggioInviato: 23/11/2009, 15:53 
Carissimo Giancarlo

Ti rinnovo di nuovo il mio saluto, e noto già la consistenza del tuo dire.
Ora per mio e nostro esclusivo apprendere, ci son date nel Talmud,
in che periodo è vissuto Yeshua ben Panthera?
Il soldato Romano Panthera, è sicuro che è stato in Palestina in quel dato periodo?
Origene, l'eunuco, siamo sicuri che ha copiato esattamente quello che affermava-scriveva Celso?
Questi sono i tanti miei dubbi e i tanti perche.

Con stima ciao Cecco


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MessaggioInviato: 23/11/2009, 17:37 
Cita:
Giovanni dalla Teva ha scritto:

(sotto riportata, ho scoperto l'arcano, a mio giudizio più importante o tra i più importante, per la ricostruzione della storia del cristianesimo primitivo.

cliccare sopra per ingrandire

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La descrizione della morte di Giacomo il Giusto, fatta Eusebio da Cesarea in Storia Ecclesiastica II, 23 pag. 126 -127 - Città Nuova; é ripresa dalla descrizione della morte di Menahem riportata da Giuseppe Flavio in "La guerra giudaica II, 17 ,9".

Non c'é alcun dubbio che la descrizione della morte di Giacomo il Minore o il Giusto, che fa Eusebio di Cesarea "Storia Ecclesiastica II, 23 pag. 126 -127 - Città Nuova; è la stessa di quella fatta sempre da Giuseppe Flavio in "La guerra giudaica II, 17", riguardante la morte di Memahem l'ultimo figlio di Giuda il Galileo nel settembre del 66 d. c.



Vi è una verità fondamentale nella tabella che tu hai esibito, che però nè tu nè gli altri siete stati ancora in grado di percepire, e tutto questo perchè continuate ad attardarvi nel vostro dogma 'negazionista', il quale è diventato per voi più deleterio dei dogmi che attanagliano la mente dei fideisti, a cagione del plagio che ben sappiamo!

Continuate ancora a brancolare nel buio, convinti invece di essere stati 'illuminati' dalla verità.. Poco importa a voi il fatto che una schiera infinita di eruditi con la 'e' maiuscola (io sono tra quelli con la 'e' minuscola) ignora completamente la tesi negazionista, che vorrebbe quella di Gesù di Nazareth una figura non storica, tanto essa appare assurda e, soprattutto, anacronistica come tesi, già rigettata ai suoi albori, situati agli inizi del XIX secolo.

Esistono dei dati puntuali che smentiscono impietosamente la vostra traballante tesi: tuttavia vi rifiutate di prenderne atto, perchè trovate più 'gratificante' affondare la testa nella sabbia, come gli struzzi 'insegnano'...


Saluti


Veritas
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MessaggioInviato: 23/11/2009, 18:10 
Hueeeeeeee Veritas, sembra un' offensiva di jab mirati a innervosire gli avversari ... [:D] [:D] [:D]

http://it.wikipedia.org/wiki/Pugilato

gli avversari sono cortesemente invitati a rispondere per le rime.

NIENTE COLPI BASSI ! [;)]



zio ot


p.s. Caro Giancarlo, veramente splendido il tuo post d' esordio .


Ultima modifica di barionu il 23/11/2009, 18:25, modificato 1 volta in totale.


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MessaggioInviato: 23/11/2009, 19:59 
Cita:
Sig. Barionu scrive:

p.s. Caro Giancarlo, veramente splendido il tuo post d' esordio .



Concordo perfettamente, i suoi validissimi contenuti come quelli del suo libro, sono espressi in forma armoniosa e nello stesso tempo dotati di una facilità strabiliante per essere recepiti dal lettore.
Anche l'analisi più complessa, termina con una chiara sintesi nella mente di chi vuole apprendere.

Ecco perchè, nell'ormai vicino tempo di regali, sarebbe splendido confezionare con carta dorata i tre libri di Giancarlo Tranfo, di Emilio Salsi e di Angelo Filipponi e fare un regalo speciale a certe persone che lo meritano e che sanno apprezzare
.


Un caro saluto a tutti.


Ultima modifica di Giovanni dalla Teva il 23/11/2009, 20:03, modificato 1 volta in totale.

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MessaggioInviato: 23/11/2009, 23:32 
Cita:
barionu ha scritto:

Hueeeeeeee Veritas, sembra un' offensiva di jab mirati a innervosire gli avversari ... [:D] [:D] [:D]

http://it.wikipedia.org/wiki/Pugilato

gli avversari sono cortesemente invitati a rispondere per le rime.

NIENTE COLPI BASSI ! [;)]

zio ot

p.s. Caro Giancarlo, veramente splendido il tuo post d' esordio .



Ti ringrazio per avermi dato l'opportunità di chiarire un aspetto che io reputo fondamentale.

Io non avevo MAI ATTACCATO i cosiddetti 'arpiolidi' sulla scorta di ciò che affermano, vale a dire che Gesù di Nazareth non è mai esistito e che la sua figura venne inventata sincreticamente a 'tavolino', per camuffarvi dietro quella di Giovanni di Gamala, anche se mai come ora io sono più che convinto che si tratti di un grave errore esegetico. Tutto questo perchè non è nel mio carattere insistere nelle critiche (così come qualcuno ha fatto e continua a fare nei miei confronti), ed anche perchè, aspetto ancora più importante, ritengo che il lavoro degli arpiolidi, sebbene se io lo penso convintamente errato nelle conclusioni, sia sicuramente utile a smuovere le acque 'stagnanti' in cui galleggiano indolemente le menti dei cattolici plagiati.

Ritengo utilissimo il fatto che si lavori per insinuare nelle mente dei credenti il sospetto (che per noi è verità 'sonante') circa il fatto che i famigerati 'padri' di 19 secoli fa, accumularono un numero incredibile di menzogne e di inganni per costruire una delle più sconcertanti e più false religioni che la storia abbia mai registrato.

Ancora oggi, malgrado tutto, sono convinto che il lavoro degli 'arpiolidi', almeno di quelli più seri, vada nella direzione giusta, vale a dire nel cercare di far percepire alla mente degli ignari fedeli cattocristiani, che dietro la fede nei dogmi, confezionati 'ad-hoc' dal clero falsario, vi è un allucinante inganno, per proporzioni ed 'articolazioni', che nemmeno la mente del più fervido romanziere può immaginare!

In merito alla 'querelle', io ho semplicemente cominciato a rispondere agli attacchi di 'qualche' arpiolide, a cui, sicuramente, le mie ricerche e le mie ricostruzioni storiche provocano 'incubi' notturni e diurni.

Tutto questo non significa affatto condividere un comune obiettivo, come quello di illuminare la mente del credente della 'strada', ma solo quello di confutare acriticamente le tesi di Veritas, sbattendosene altamente dell'obiettivo circa la ricerca della verità storica, riguardo le origini del cristianesimo: ricerche che non solo a questi 'personaggi' non interessano, ma che addirittura tentano di affossare con i loro assurdi e sconsidierati attacchi verso la mia persona e le mi tesi. Basta ripercorrere indietro la 'querelle' imbastita nei vari posts, per prenderne onestamente atto.


Saluti


Veritas

_________

PS: apprezzo il tuo spirito 'superpartes'.

.


Ultima modifica di Veritas il 23/11/2009, 23:34, modificato 1 volta in totale.


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MessaggioInviato: 24/11/2009, 00:12 
Si le due storie si assomigliano davvero,non ci sono dubbi.
Da quello specchietto ,personalmente ricavo che ,se mai un Gesù’ storico esistette, questo non poté essere in nessun modo il “figlio dell’uomo”di cui parla Giacomo nella testimonianza di cui sopra.
Quel “figlio dell’uomo”che non poté essere ovviamente nemmeno suo fratello,ma non solo,Giacomo qui sta parlando di un ipotetico messia che verrà si a ristabilire la giustizia,ma che ancora non si era realizzato in terra.
Da ciò deduciamo che al Gesù’ dei vangeli (il cristo), personaggio inventato venne affibbiato un personaggio di nome Giacomo che nella realtà storica fu fratello ad un ben altro Gesu’:quello di Veritas ?oppure quello di Tranfo ?
Forse come dice Giovanni dalla Teva Giacomo non fu altri che Menaem !
Ma a capo degli Ebioniti ,ovvero del partito della circoncisione, tanto odiato dagli erodiani e da Paolo(o chi per lui) chi ci fu?
Forse che alla fine a ragione Salsi ,niente Gesu’ e niente Giacomo,ma solo Giovanni,quello di Gamala!
Ma i dubbi restano!

Un saluto e un grazie a tutti


Ultima modifica di leviatan il 24/11/2009, 00:14, modificato 1 volta in totale.

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MessaggioInviato: 24/11/2009, 00:32 
cit da Veritas

In merito alla 'querelle', io ho semplicemente cominciato a rispondere agli attacchi di 'qualche' arpiolide, a cui, sicuramente, le mie ricerche e le mie ricostruzioni storiche provocano 'incubi' notturni e diurni.



zio ot

Incubi assolutamente graditi e salutari, caro Veritas , perchè inducono a una ricerca ancora più capziosa. [;)]

Ognuno ha la sua visione, ad es, e penso che tu lo sappia già,

io, prima fila Arpiolide, sono per il retaggio Ebraico, e non Aramaico

del messaggio originale di .... Mister X

NON POSSIAMO NEMMENO ESSERE SICURI CHE IL SUO NOME FOSSE

lEHOSHUA.

la tesi Ebraica è del grande Carmignac, che arriva a retrodatare

il Nucleo Originale praticamente all' ANNO 33/40 E.V.



zio ot [^]


Ultima modifica di barionu il 24/11/2009, 00:39, modificato 1 volta in totale.


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Cita:
Il Sig. Leviatan scrive:

Forse come dice Giovanni dalla Teva Giacomo non fu altri che Menaem !



Io attualmente sostengo che ci fu Giacomo il Giusto un fratello di Giovanni di Gamala o il Galileo o il Nazireo, crocifisso nel 46 "riportato da Giuseppe Flavio Ant. Giud. 20. 5.2-102, la cui vita e storia fu fatta continuare attraverso gli atti degli apostoli fino agli anni 66 d.c., cioè per altri 20 anni.

Tutto questo perchè i falsari dovevano riportare nei loro scritti e in particolare negli atti degli apostoli, l'operato di Menahem l'ultimo figlio di Giuda il Galileo ma non il suo nome, perciò falsificarono in parte, un personaggio appunto Giacomo il Giusto o il minore, facendolo vivere più a lungo di almeno 20 anni.


L'invenzione della morte di Giacomo il Giusto attraverso la falsificazione dello scritto di Giuseppe Flavio, "Antichità giudaiche libro XX capitolo IX verso 197 e seguenti; con l'invenzione di Giacomo fratello di Gesù figlio di Damneo che non aveva niente a che fare con il Gesù figlio di Maria e di Giuseppe dei vangeli della chiesa; fu necessaria per coprire la seconda morte di Giacomo il Giusto, realmente crocefisso nel 46 d.c..

Infatti tutto quello che negli atti degli apostoli si riferisce a Giacomo il Giusto(apparso all'improvviso negli atti degli apostoli appunto dopo il 42/46 d.c., cioè dopo la crocifissione del fratello di Giovanni di Gamala, il vero Giacomo il Giusto) in realtà é il vissuto di Menahem, il fratello minore di giovanni di Gamala; quella persona che guidò effettivamente il movimento insurrezionale dei Nazirei o Galilei ereditato dalla sua famiglia, dopo la morte dei suoi fratelli Simone e Giacomo crocifissi nel 46 d. c. in seguito ad una insurrezione contro il potere di Roma "riportato da Giuseppe Flavio Ant. Giud. 20. 5.2-102" fino alla sua morte nel settembre del 66 d. c..

Da ciò deriva che i diverbi, litigi documentati negli scritti cristiani (lettere di san Paolo e Atti degli Apostoli) tra S. Paolo o chi per lui e Giacomo il Giusto nella realtà storica furono litigi tra s. Paolo o chi per lui e Menamehm.

Furono litigi tra i capi sicari o zeloti o briganti o esseni o martiri insurrezionisti, della tribù della quarta filosofia di Giuda il Galileo e le nuove ideee gnostiche di San Paolo o chi per Lui.

Sicuramente fino dopo la terribile guerra ebraica degli anni 70 d.c. e oltre, non ci fu nessuna chiesa giudea/cristiana a Gerusalemme, ma solo gruppi di sicari e zeloti o briganti o esseni o martiri insurrezionisti.


Un caro saluto


Ultima modifica di Giovanni dalla Teva il 24/11/2009, 08:05, modificato 1 volta in totale.

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MessaggioInviato: 26/11/2009, 11:19 
Cita:
Sicuramente fino dopo la terribile guerra ebraica degli anni 70 d.c. e oltre, non ci fu nessuna chiesa giudea/cristiana a Gerusalemme, ma solo gruppi di sicari e zeloti o briganti o esseni o martiri insurrezionisti.

A mio avviso tutto ciò che esplose nel II secolo ebbe la sua lunga incubazione nel I.
Naturalmente il rapporto tra il primo abbozzo di chiesa romana post- marcionita e il movimento giudaico-ellenistico di ispirazione paolina, suo antenato, è lo stesso che intercorre tra ovulo fecondato e neonato.
Per questo motivo la "chiesa giudeo cristiana" del I secolo somiglia al cinema del rinascimento!
Il prof. Filipponi, nell'intervista pubblicata da Cecco in altra discussione, definisce con intelligenza e incisività il compito dello storico richiamando l'attenzione sul necessario abbandono, da parte dello stesso, di categorie, forme, parametri e modelli attinenti al suo tempo, ai quali potrebbe venire naturale rapportarsi o semplicemente riferirisi.
La seconda parte del I secolo, purtroppo come ben sappiamo, la possiamo leggere nelle pagine non leggibili perchè "sbiancate" o sparite nei camini dei monasteri!
Se anche noi proviamo a riempire quelle pagine "sbiancate" con parole, definizioni, elementi, modelli e istituti con i quali ci viene facile rapportarci, finiamo col commettere ingenuamente lo stesso errore che altri (non ingenuamente) hanno commesso riempendo le stesse pagine con fatti, personaggi, idee, azioni e reazioni che non appartennero a quel periodo (Paolo, la nascita della chiesa cristiana universale, la scrittura del vangeli ecc.) ma che servirono a dare giustificazione, senso, storia e continuità ad un'eresia dell'ebraismo, una bugia madornale che si andava istituzionalizzando come verità universale.
Tutto ciò premesso, non credo che soltanto
Cita:
fino dopo la terribile guerra ebraica degli anni 70 d.c. e oltre, non ci fu nessuna chiesa giudea/cristiana

ma anche ben oltre!
Andando a ben vedere, una chiesa giudeo/cristiana non ci fu mai. Semmai ci furono un movimento insurrezionale giudaico ed una "devianza suggestiva" dello stesso che, impregnandosi di ellenismo universaleggiante e attingendo al pacifismo conciliante degli antichi culti e al pensiero neoplatonico, si andò costruendo nei secoli successivi lontano da casa (a Roma) a immagine e somiglianza del potere imperiale.
Il "tradimento" covato in seno all'ebraismo ribelle del tardo I secolo (pensiero paolino, banalizzazioni delle aperture al mondo attraverso le dispute sui non circoncisi ecc.) esplose soltanto nel II avanzato: sicuramente non prima del definitivo naufragio di ogni speranza messianica segnato dalla sconfitta di Simeon Bar Kochba.
E' quello il vero "Natale di Gesù di Nazareth" [:D], che non fu "figlio di Dio" nè di esseri umani (come i suoi modelli ispiratori) ma che nacque dalle penne e dai calamai degli esseno- revisionisti che presentarono al mondo un nuovo uomo/Dio semplicemente guardando indietro e ripescando fatti e personaggi di un microcosmo distrutto e da dimenticare.


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Messaggio di Giancarlo Tranfo

“Arpiolide” convinto e addirittura indicato come riferimento storico dell’omonima scuola insieme ai miei cari amici Cascioli e Salsi, voglio anch’io affacciarmi in questo forum con la “tela” sotto al braccio, pennelli e colori in mano e in mente il ritratto del mio Cristo Storico.
Nel farlo non posso nascondere una vena di sottile amarezza per gli usuali sgraditi toni che il dibattito anche qui a volte assume.
Caro Veritas, sai che stimo te e considero straordinario l’impegno da te profuso per la ricerca della verità storica che tristemente soggiace alla favola neotestamentaria. E’ tempo, infatti, che ti spingo a concretizzare i tuoi sforzi nell’annunciato libro che tutti noi saluteremo con soddisfazione.



Ciao Giancarlo!

Sai che io non ho dubbi circa la tua onestà intellettuale. Tuttavia devi convenire che l'aggettivo 'arpiolide' si è ormai esteso anche a personaggi che hanno ben poco a che fare con una sana ricerca, ma semplicemente con la volontà di ribadire ad oltranza la negazione storica del personaggio Gesù di Nazareth, spesso ricorrendo a parafrasi del tutto irrazionali. Questo perchè gli 'strateghi' che li guidano preferiscono di gran lunga che nei forums si parli di 'negazionismo', specialmente a seguito dell'infelice esito dell'"operazione" Cascioli (ampiamente scontato), piuttosto che di un Gesù storico ma sostanzialmente diverso (e MOLTO diverso!) dal Gesù della fede!

Coloro che si sentono in buona fede, circa la proposizione di un Gesù non storico, dovrebbero, a mio avviso, prendere le distanze da coloro che vorrebbero 'agitare' strumentalmente la tesi negazionista per i loro inconfessabili scopi! Non è necessario che io faccia dei nomi, tanto è 'visibile' il proposito ed i personaggi ad esso funzionali!

"...La diversità è confronto e crescita ma non deve mai essere fonte di ira e nemmeno di semplice contrarietà."

E' un concetto che io ho fatto sempre mio, ed al quale ho sempre cercato di rimanere aderente. Tuttavia, a volte non sempre è possibile rimanere strettamente vincolati a tale proposito, soprattutto a fronte di attacchi chiaramente "ad-personam"....

Cita:
Per questo non aggredisco le tue tesi che leggo con attenzione e che non sempre capisco. Potrei sempre raccoglierne un insegnamento, un suggerimento e per questo spesso dopo averle lette le rileggo. Qualche volta ho avuto ragione a farlo, altre, con tutto il rispetto, proprio non sono riuscito a condividerti.



Lo so, me ne rendo perfettamente conto. Comunque, quando il mio libro (come io spero!) uscirà nei circoli editoriali, sono certo che non potrai fare a meno di ritrovarti d'accordo con me su tantissimi punti. (se non tutti!)

Non devi considerarlo un 'limite' il non capirmi: basti semplicemente che tu rifletta sul fatto che se dopo 19 secoli ancora NESSUN erudito è riuscito a scrivere la parola 'FINE' circa le ricerche delle vere origini del cristianesimo, vuol dire che qualcosa di molto complesso e di poco 'comprensibile' ci deve pur essere!...

Certo le cose apparirebbero molto più chiare e comprensibili se io non fossi così 'avaro' di dettagli....mah...tu mi capisci... Ho speso oltre 12 anni della mia vita per giungere a tale risultato...Non esiste alcuna ragione valida per cui io dovrei rinunciare a raccogliere da ciò i legittimi frutti!

Cita:
In questa sede, nell’accingermi a dare forma alla mia idea sulla nascita del mito di Gesù di Nazareth, trovo utile farlo evidenziando i punti di contatto e quelli di divergenza delle nostre reciproche tesi.
Inizio col dire che il mio essere “arpiolide” non si esaurisce nel riferimento a Giovanni di Gamala come controfigura unica del mito gesuano: per molti versi, infatti, mi avvicino alla tua posizione, dicendomi certo dell’esistenza storica di un secondo personaggio di alto carisma messianico (sacerdotale) le cui caratteristiche andarono a confluire, insieme a quelle del primo, nel personaggio di Gesù di Nazareth, condito poi, a partire dalla fine del II secolo, con un’infinità di salse archetipali di matrice ellenistico/misterica (ed egizia).



Pienamente d'accordo sulla duplice figura 'cristica'. Mentre per ciò che riguarda Giovanni di Gamala è possibile rifarsi ai lavori di Giuseppe Flavio, integrandoli con riferimenti ed 'indizi' tratti dalla stessa letteratura neotestamentaria, sia canonica che apocrifa (quella gnostica è ovviamente esclusa, dal momento che non vi furono MAI punti di contatto tra la figura gesuana e quella di Giovanni di Gamala), per ciò che concerne la figura storica di Gesù di Nazareth NON E' assolutatamente sufficiente rifarsi alle sole opere di Giuseppe Flavio.

Dal momento che Gesù il nazareno fu un carattere ecclettico, estremamente estroverso e 'poliedrico', per ricostruirne la reale dimensione storica è assolutamente necessario rifarsi a TUTTA la letteratura dei primi secoli (sino ad arrivare a quella 'coranica'), senza distinzione di 'colore' o di presunta vetusta' dei documenti che, direttamente o indirettamente, parlano della straordinaria realtà gesuana!

Cita:
Questa è una mia convinzione personale osteggiata dal mio amico Salsi (ricordo accese discussioni telefoniche sull’argomento) che ha destato invece un certo interesse in Luigi Cascioli il quale a suo tempo (presentazione del mio libro a Via Nazionale a Roma), pur dimostrando un certo scetticismo, mi chiese lumi (ancora devo andare a trovarlo…).



Hai fatto bene a citare il Cascioli, perchè questo mi permette di aggiungere un piccolo 'aneddoto'.

Nella sua esposizione 'internettiana' del suo primo libro, 'La favola di Cristo', Luigi aveva citato un personaggio che, secondo lui, sarebbe stato l'arteficie della falsificazione degli Annales di Tacito, con particolare riguardo al capitolo 44 del XV libro. Come ben sai, in tale capitolo Tacito 'parlerebbe' (il condizionale è d'obbligo) dell'incendio di Roma e di presunte persecuzioni neroniane verso i 'cristiani' (ASSOLUTAMENTE non vere, dal momento che i 'cristiani' erano ancora di là da venire!).

Scopo del falsario (che Luigi chiamò misteriosamente 'il POGGE") e, soprattutto, del suo committente, non fu tanto quello di 'confenzionare' una prova a sostegno della panzana relativa alla presunta esistenza dei cristiani ai tempi di Nerone, dal momento che ai tempi del POGGE, citato dal Cascioli, NESSUNO lo dubitava, quanto invece di ribadire che i cristiani vennero martirizzati a Roma e tra questi, secondo una traballante tradizione, gli stessi PAOLO E PIETRO.

Ciò doveva servire al committente del falso (di sicuro uno o più cardinali della curia papalina) di poter disporre della prova secondo la quale, essendo stato Pietro (il presunto 'fondatore' del papato: altra balla stratosferica!) martirizzato in Roma, era dunque giusto che questa città continuasse ad essere la sede 'canonica' del papato. In tale epoca, infatti, a cavallo tra il XIV-XV secolo, la sede del papato era diventata Avignone, a seguito delle ben note vicende che avevano preceduto tale trasferimento.

Dal momento che io, ignaro, utilizzai tale dato (quello del 'Pogge') come argomento di discussione presso l'acceso forum di ICR (It.Cultura.Religioni, che l'amico peppe ricorda benissimo!), venni 'ferocemente' attaccato dalla 'ghenga' facente capo all'ameno Nicolotti, il quale mi diede più volte del millantatore, in quanto, secondo lui, non vi era traccia storica di una personaggio presso la curia pontificia del tempo (XIV-XV secolo) con un tale nome.

'Ferito' nell'orgoglio, come 'Mimì metallurgico', mi misi alacremente alla ricerca. Dopo vari tentativi infruttuosi, rimasi fortemente deluso e cominciai a pensare se per 'caso' l'esilarante Nicolotti non avesse avuto veramente ragione. Poi, riguardando per l'ennesima volta a quel nome, mi venne il sospetto che poteva trattarsi di un nome, o un attributo, francese: Le Pogge. Inserii subito nel motore di ricerca questa chiave, insieme ad altre parole francesi (per orientare il motore proprio verso tale contesto) e, poco tempo dopo, arrivai a scoprire ciò che andavo cercando. Dietro l'attributo 'Le Pogge' si nascondeva nientedimeno che POGGIO BRACCIOLINI!!..

Questa straordinaria figura di umanista (uno dei primi) era effettivamente vissuto presso la curia vaticana del tempo, ed aveva lavorato in tale sede come segretario di un certo cardinale e come copiatore provetto di testi antichi. Tanta fu la fama che il Bracciolini riuscì a conquistarsi ai suoi tempi, che dai suoi conoscenti e dagli altri eruditi veniva chiamato familiarmente 'il Poggio'. In Francia, dove il Bracciolini riuscì a conquistarsi anche lì una solida fama (come del resto in Inghilterra), il 'toscaneggiante' "il Poggio" divenne Le POGGE, con identico significato.

Scperto l'arcano, cercai di contattare il Cascioli per metterlo al corrente della mia scoperta, affinchè potesse portare la dovuta correzione al suo sito (dove, infatti, il 'Pogge' divenne Poggio Bracciolini). Luigi mi ringraziò della cosa e fu così che iniziò una corrispondenza epistolare che durò per un certo tempo. In tale occasione, io non mancai di metterlo al corrente circa i risultati da me raggiunti con le mie ricerche e cercai anche di convincerlo della necessità di cambiare strategia circa la sua iniziativa legale da poco tempo cominciata.

Io gli feci presente che lui aveva ragione nel sostenere che vi fu, da parte falsaria, una sostituzione di persona, dal momento che NON fu Gesù di Nazareth ad essere stato crocifisso, ma Giovanni di Gamala, ma che, tuttavia, egli si sbagliava quando sosteneva che Gesù di Nazareth non fu un carattere storico! All'inizio Luigi si mostrò titubante, in quanto i miei dati e le mie ricostruzioni erano 'stringenti', ma poi, dal tono delle sue successive e-mail, capii che egli era intenzionato a proseguire la strada che aveva 'imboccato'. Fu così che decisi di smettere di insistere.

Io sono più che mai convinto che se Luigi si fosse lasciato convincere, la sua vicenda legale avrebbe avuto ben altro esito, anche perchè, in tale eventualità, io mi sentivo fermamente deciso a supportarlo con le mie ricerche e forse, chissà, quel cambiamento 'epocale' che io prima o poi mi aspetto, poteva essere inizato già da alcuni fa!..

Cita:
Invece la differenza sostanziale tra le nostre rispettive visioni (la mia e la tua) sta nel diverso peso riconosciuto ai due “ingredienti messianici”, in termini di incidenza, nella graduale costruzione del mito di Gesù.



La costruzione graduale del 'mito Gesù' avvenne in casa gnostica. Per ciò che concerne il contesto catto-cristiano, la costruzione fu di 'getto', a 'tavolino'!... Successivamente la costruzione iniziale venne riveduta varie volte (v. Celso), al fine di eliminare le palesi enormità (fatte sicuramente rilevare con estrema allegria e 'sghignazzi' da parte degli eruditi pagani e giudei!) e quindi di affinare l'inganno catto-cristiano, destinato a durare sino ai giorni nostri!

Cita:
Per te Giovanni di Gamala è, uso un termine a te caro, un “carattere storico” di dubbia esistenza (visto che continuamente sfidi gli “arpiolidi” ad indicarne le fonti) o, al massimo, assolutamente accessorio rispetto a Gesù di Nazareth.



Non vorrei essere frainteso in merito a tale aspetto. Quando io parlo di 'dubbia esistenza', non mi riferisco a ME personalemente, ma ai semplici lettori che, stante l'opinione di 'certi' arpiolidi', dovrebbero credere a tale personaggio al 'buio', visto che NON ESISTE, negli antichi documenti, uno straccio di citazione che parli di questo personaggio!

Secondo le istanze prodotte da detti 'arpiolidi', ai lettori interessati, a cui piace procedere atraverso un percorso razionale (sebbene non conoscano molto degli studi 'seri' inerenti a tali aspetti), non può non apparire loro come il frutto di mere illazioni la costruzione 'forzata' del personaggio Giovanni di Gamala.

Sempre secondo tali arpiolidi, gli stessi lettori dovrebbero, invece, credere all'inesistenza storica di un Gesù di Nazareth per il quale, invece, esistono numerose testimonianze ed indizi. Il fatto che loro non diano alcun valore a tali evidenze, non vuol comunque dire che esse non esistano, mentre, per contro, non ne esistono affatto per Giovanni di Gamala!

Per me, come ho già detto, è diverso, in quanto io, a motivo dei dati che sono riuscito a raccogliere e che essi mostrano di ignorare, sono molto più convinto degli 'arpiolidi' dell'esistenza storica di Giovanni di Gamala!

Cita:
...Innanzitutto mi sembra di ricordare che tu riconosca all’appellativo “di Nazareth” il valore di un reale riferimento di provenienza. Se è così (se dunque ricordo bene) siamo in presenza di una convinzione che non condivido assolutamente.



Ho già postato numerosi messaggi a proposito di tale argomento. Qui cercherò di farne una sintesi.

Ormai non è un mistero per nessuno che nel sito archeologico di Nazareth siano stati ritrovati resti di abitazioni antecedenti al periodo in cui la vicenda gesuana presa vita. Se non fu Nazareth, quindi, sicuramente però in tale luogo un tempo vi fu un piccolo centro abitato.

Con tutto ciò io NON intendo assolutamente ammettere, come fanno i cattointegralisti 'assatanati', che la 'città' descritta da Luca, quella situata in cima ad una montagna, da cui si apriva un mortale precipizio (divenuto poi una sorta di 'gioco' per bambini, nelle tesi cattoidolatriche!), sia stata Nazareth!.. La città indicata da Luca fu GAMALA, la patria di Giovanni degli Asmonei (o 'ben Yehuda'), discendente di Simone Asmoneo.

Nazareth, invece, fu un modesto villaggio in cui Gesù il nazareno crebbe sino alla sua prima fanciullezza, prima di essere trasferito a Gerusalemme. Tale villaggio si trovava ESATTAMENTE dove hanno scavato gli archeologi: vale a dire presso l'attuale città di Nazareth!..

In tale sito non è stata ritrovata traccia di alcuna sinagoga (altra, ennesima evidenza della natura assolutamente falsaria dei 'sacri' testi cattolici!). Ciò non dovrebbe costituire una sorpresa: almeno non per quelli che hanno capito che il termine 'nazareno' non voleva assolutamente significare 'abitante di Nazareth' (nome che tale villaggio mutuò dalle famiglie NAZARENE che lo abitavano, e non viceversa!), ma appartenente alla comunità dei nazareni: un'antica comunità le cui radici storiche si perdono nella notte dei tempi 'ebraici', la quale era nettamente diversa dalla comunità dei giudei ortodossi.

I nazareni non usavano ASSOLUTAMENTE riunirsi nelle sinagoghe, come invece facevano i giudei ortodossi(*), in quanto essi, i nazareni, facevano riferimento UNICAMENTE al loro tempio, il quale era stato costruito in una valle (Wadi Essay) del monte Carmelo, non molto distante dall'insediamento nazareno di Nazareth.

Cita:
Non esiste una straccio di reperto archeologico ascrivibile al I secolo (al di là di pochi frammenti ceramici di origine cimiteriale) che attesti in qualche modo l’esistenza di una struttura urbana di carattere municipale o di un semplice complesso abitativo (tipo le moderne frazioni).
I frati cappuccini hanno speso un capitale in scavi senza cavare un ragno dal buco e Giuseppe Flavio, che nomina circa 45 località al tempo esistenti, arriva a nominare Giaffa, minuscolo villaggio a due chilometri da Nazareth, senza nominare quest’ultima (proprio perché al tempo in cui scrisse non ancora esistente).
Perfino la sinagoga rinvenuta sotto i resti di altro edificio meno antico, risale al III secolo.
Tutto questo senza poi considerare quanti “piccioni” con una sola “fava” l’astuta invenzione ha potuto far cogliere… (giustificazione del titolo di nazareno ecc.).



Se si continua a far riferimento ad una presunta CITTA' chiamata Nazareth, allora il tuo discorso fila. Tuttavia, come ho appena chiarito, ai tempi di Gesù NON si trattò affatto di una città, ma di un modestissimo villaggio, abitato, per giunta, quasi esclusivamente da donne nazarene! ('Notzoroth' o 'Natzaroth' in ebraico, da cui sicuramente l'attuale nome 'Nazareth')

"..Appoggio, invece, la convinzione che il nome di Gesù sia reale e sia riferita proprio a Yeshua ben Panthera."

Il nome 'Iesous' (da cui il nostro Gesù) non fu affatto un nome, almeno con riguardo al Nazareno, in quanto si trattò di un mero attributo con il significato di 'guaritore' (cosa del tutto normale per Gesù, visto che gli evangelisti ce lo restituiscono soprattutto con l'immagine di un guaritore 'taumaturgico')

Fu nella Grecia ionica che a Gesù venne applicato tale attributo. Questo pseudo nome, sebbene da un punto di vista concettuale vi avesse una qualche affinità, non derivò ASSOLUTAMENTE dal nome ebraico YEHOSHUAH (o, abbreviato, Yeshuah). Infatti Gerolamo, per la sua Vulgata, tradusse il libro biblico di Yehoshuah (Giosuè) con il nome 'IOSUE'' e NON con Iesus, come ci si sarebbe aspettato se questultimo nome fosse stata davvero la corretta traslitterazione dell'ebraico Yehoshuah! (Ieosua)

Il VERO nome del Nazareno fu, quasi sicuramente, YESHAY, (o 'Y'shay, da cui, probabilmente, l'arabo 'ISA' ed il siriaco 'ISU'). Tale nome è stato traslitterato, nei linguaggi occidentali, con IESSE!

"..E’ tempo, infatti, che ti spingo a concretizzare i tuoi sforzi nell’annunciato libro che tutti noi saluteremo con soddisfazione."

Ho già spiegato diverse volte che devo assolutamente completare il ciclo delle mie ricerche, al fine di reperire la maggiore quantità possibile di dati. Da questo risultato dipenderà il 'credito' che il mondo dell'erudizione ufficiale vorrà darmi...

Per il momento mi fermo qui perchè il tuo messaggio è piuttosto esteso ed il mio commento lo ha reso ancora più lungo! Tornerò comunque ad interessarmi ad esso al fine di completarne il commento.


Saluti

_____________________

Nota:

(*) - il termine 'ortodosso' può essere accettato nella sua piena integrità letteraria SOLO se si considera il giudaismo come un culto ex-novo. In realtà, le cose andarono ben diversamente, dal momento che il 'giudaismo' (così chiamato perchè il fenomeno ebbe origine in Giudea, per inziativa di un re giudaico, vale a dire Giosia) altro non fu che il prodotto di una profonda riforma impressa all'ebraismo delle origini: di conseguenza, il giudaismo, ancora oggi chiamato 'ortodosso', fu una vera e propria ERESIA!.. Ergo, sotto tale aspetto è più che evidente che i cosiddetti 'giudei-ortodossi' furono i VERI ERETICI, mentre, al contrario, i VERI ortodossi furono i nazareni, in quanto essi (i progenitori di quelli vissuti ai tempi di Gesù) rigettarono, al pari dei samaritani, la riforma voluta da Giosia e decisero di rimanere fedeli al primitivo ebraismo (o 'ebraismo mosaico'). Probabilmente furono le persecuzioni scatenate da Giosia e dalla 'cricca' del tempio, capeggiata dal sommo sacerdote Helkya, verso tutti quelli che si rifiutavano di accettare la sua riforma, a spingere i nazareni nei territori adiacenti al Monte Carmelo, al tempo sotto il dominio dei 'pagani' fenici, da cui i nazareni non avevano nulla da temere.


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Ultima modifica di Veritas il 26/11/2009, 14:58, modificato 1 volta in totale.


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Cita:
Veritas ha scritto: rispondendo al Messaggio di Giancarlo Tranfo
Cita:
In questa sede, nell’accingermi a dare forma alla mia idea sulla nascita del mito di Gesù di Nazareth, trovo utile farlo evidenziando i punti di contatto e quelli di divergenza delle nostre reciproche tesi.
Inizio col dire che il mio essere “arpiolide” non si esaurisce nel riferimento a Giovanni di Gamala come controfigura unica del mito gesuano: per molti versi, infatti, mi avvicino alla tua posizione, dicendomi certo dell’esistenza storica di un secondo personaggio di alto carisma messianico (sacerdotale) le cui caratteristiche andarono a confluire, insieme a quelle del primo, nel personaggio di Gesù di Nazareth, condito poi, a partire dalla fine del II secolo, con un’infinità di salse archetipali di matrice ellenistico/misterica (ed egizia).



Pienamente d'accordo sulla duplice figura 'cristica'. Mentre per ciò che riguarda Giovanni di Gamala è possibile rifarsi ai lavori di Giuseppe Flavio, integrandoli con riferimenti ed 'indizi' tratti dalla stessa letteratura neotestamentaria, sia canonica che apocrifa (quella gnostica è ovviamente esclusa, dal momento che non vi furono MAI punti di contatto tra la figura gesuana e quella di Giovanni di Gamala), per ciò che concerne la figura storica di Gesù di Nazareth NON E' assolutatamente sufficiente rifarsi alle sole opere di Giuseppe Flavio.

Dal momento che Gesù il nazareno fu un carattere ecclettico, estremamente estroverso e 'poliedrico', per ricostruirne la reale dimensione storica è assolutamente necessario rifarsi a TUTTA la letteratura dei primi secoli (sino ad arrivare a quella 'coranica'), senza distinzione di 'colore' o di presunta vetusta' dei documenti che, direttamente o indirettamente, parlano della straordinaria realtà gesuana!


Ricordo ancora la prima volta che scoprii i due Messia attesi a Qumran quando lessi la prima volta le ricerche di Donnini, allora, prima di ICR frequentavo la mail list di Sabato Scala, dove il Nicolotti ad un certo punto e con mezzucci subdoli, dopo aver screditato l'amministratore si mise a fare il moderatore autoproclamato. [B)] [B)] [B)]

Fu in quel contesto che cominciai a sentir parlare della doppia figura del Messia, tanto che qualcuno su indicazione del Donnini parlava di Gesù Barabba come il secondo Messia quello che scampò la morte mentre l'altro Gesù finì sulla croce.

Conosco per sommi capi il percorso che ha seguito Veritas, poiché spesso nei suoi post trovavo materiale che io scoprivo avere similitudini a cose che di solito non trovavo nei siti "accademici", per cui penso che il discorso Mandei, che tante allergie provoca ai "controllori" del clero tanto che il Nicolotti sembra quasi non conoscere o voler conoscere appositamente, sia una delle chiavi di volta per la ricerca storica sul cristo gesù, per non parlare degli apocrifi, e il materiale "mussulmano" e tralascio di proposito il filone "massonico" che secondo me andrebbe scandagliato visto che è il rovescio della medaglia della chiesa cattolica.

Domandina a Veritas: tu sei riuscito a discriminare tutto sto guazzabuglio
quando parli ed identifichi le due "figure" o puoi prestare ancora il fianco ai gustatori che si nutrono di queste incongruenze a soli fini mestatori e disinformativi???
Dopo di che aspetto con ansia il tuo lavoro editoriale...



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Cita:
peppe ha scritto:


Ricordo ancora la prima volta che scoprii i due Messia attesi a Qumran quando lessi la prima volta le ricerche di Donnini, allora, prima di ICR frequentavo la mail list di Sabato Scala, dove il Nicolotti ad un certo punto e con mezzucci subdoli, dopo aver screditato l'amministratore si mise a fare il moderatore autoproclamato. [B)] [B)] [B)]

Fu in quel contesto che cominciai a sentir parlare della doppia figura del Messia, tanto che qualcuno su indicazione del Donnini parlava di Gesù Barabba come il secondo Messia quello che scampò la morte mentre l'altro Gesù finì sulla croce.

Conosco per sommi capi il percorso che ha seguito Veritas, poiché spesso nei suoi post trovavo materiale che io scoprivo avere similitudini a cose che di solito non trovavo nei siti "accademici", per cui penso che il discorso Mandei, che tante allergie provoca ai "controllori" del clero tanto che il Nicolotti sembra quasi non conoscere o voler conoscere appositamente, sia una delle chiavi di volta per la ricerca storica sul cristo gesù, per non parlare degli apocrifi, e il materiale "mussulmano" e tralascio di proposito il filone "massonico" che secondo me andrebbe scandagliato visto che è il rovescio della medaglia della chiesa cattolica.

Domandina a Veritas: tu sei riuscito a discriminare tutto sto guazzabuglio
quando parli ed identifichi le due "figure" o puoi prestare ancora il fianco ai gustatori che si nutrono di queste incongruenze a soli fini mestatori e disinformativi???
Dopo di che aspetto con ansia il tuo lavoro editoriale...



"...Ricordo ancora la prima volta che scoprii i due Messia attesi a Qumran quando lessi la prima volta le ricerche di Donnini "

Occorre stare attenti a non cadere nell'errore. I due Messia di cui parli, fanno parte di uno specifico disegno teologico, o, più correttamente, dottrinario.

Non così invece per ciò che concerne la figura dualistica del messia catto-cristiano, in quanto ciò può essere ascritto ad una sorta di fattore 'accidentale', determinato dal fatto che i falsari fondatori del culto cattolico svilupparono il loro progetto dottrinario sulla falsariga del culto GIUDEO-CRISTIANO, nato in Antiochia tra gli anni 85-90.

In tale culto, ASSOLUTAMENTE filogiudaico(*), la figura carismatica attorno alla quale venne costruito il culto giudeo-cristiano fu Giovanni di Gamala, il presunto messia 'atteso' fatto crocifiggere dai romani (Vitellio?) al tempo di P. Pilato.

I catto-fondatori, per non rinunciare all'impatto psicologico, sui potenziali fedeli, della figura del Messia figlio di Dio, 'sofferente sulla croce' per i peccati dell'umanità, decisero di sovrapporre alla figura di Giovanni di Gamala, assolutamente sconosciuta fuori dei confini della Palestina (e quindi inadatta a diventare 'veicolo' di un messaggio universalistico), quella di Gesù di Nazareth, personaggio UNICO, il quale si era conquistato una grande notorietà nella parte centro-orientale dell'impero e poi anche nella stessa capitale, dove gli adepti alla sua setta romana lo chiamavano 'CHRESTUS' (v. Svetonio, Vita dei Cesari). Nella Grecia ionica egli invece veniva appellato con l'attributo 'IESOUS'.

"..Domandina a Veritas: tu sei riuscito a discriminare tutto sto guazzabuglio quando parli ed identifichi le due "figure" o....."


Puoi esser certo che ci sono riuscito!..


Saluti

___________________________________

Nota:

(*) - a differenza di quello cattolico ampiamente antisemita, in quanto rivolto ai sudditi di tutto l'impero e NON alla sola realtà ebraica, ritenuta, inoltre, non 'convertibile' alla fede catto-cristiana!


Veritas
.



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