abbiamo anche "l'altra campana" pero'....
http://spiritualrationality.wordpress.c ... acharya-s/Questo articolo su Nazaret è il primo che prendo in esame per dimostrare che la testimonianza evangelica e la tradizione cristiana non sono basate su falsificazioni o rimaneggiamenti posteriori. Il problema delle ricerche dei vari Holley, Massey, Ancharya S., citati nell’articolo, è che non sono propriamente dei lavori storici, ma dei romanzi di fantasia, dove si parte da un preconcetto e si va alla ricerca di elementi, non importa se totalmente assurdi e scollegati tra di loro, che lo possano provare. Ma il metodo della ricerca storica non è questo. Prima si cercano gli elementi oggettivi, i documenti storici, le evidenze archeologiche, ecc.. e poi si formula una versione dei fatti che può dirsi “storica”.
Ma veniamo a Nazaret. L’articolo dice testualmente: ““Non c’è alcun luogo di nome Nazaret nel Vecchio Testamento o nelle opere di Giuseppe, o nelle prime mappe della Terra Santa. Il nome fu apparentemente una invenzione più tarda”. Di fatti, la città ora designata come Nazaret è vicina al M. Carmelo, che indica che furono i Carmelitani che lo crearono”.
Non è la prima volta che mi capita di leggere tali enormità e mi sono sempre chiesto come possano essere ancora contrabbandate quando sono ormai passati 45 anni dalla scoperta da parte dell’equipe di archeologi israeliani diretta dal prof. Avi Jonah, dell’università di Gerusalemme, presso le rovine di Cesarea Marittima, sede estiva dei procuratori romani in Giudea, di una lapide in marmo grigio, di circa 15 centimetri per 12, con quattro righe di iscrizione in scrittura ebraica quadrata, sicuramente non posteriore al terzo secolo prima di Cristo, in cui vi era riportato il nome della città di Nazaret.
Le prove dell’esistenza di Nazaret sono molte, si possono distinguere in letterarie (citazioni) ed archeologiche. Tra le citazioni riporto:
•Giulio Africano (circa 200 a. C.), citato da Eusebio (Storia Ecclesiastica 1.7.14), parla di Nazaret come un villaggio ebreo, e nello stesso passo parla di desposynoi, o parenti di Gesù, che provenivano da Nazaret e dalla vicina Cochaba e conservavano nota della loro discendenza con grande cura.
•Un martire chiamato Conone, che morì in Panfilia sotto Decio (249-251 d.C.), dichiarò al suo processo: “Io sono della città di Nazaret in Galilea, e sono un parente di Cristo che io servo, come i miei antenati hanno fatto”. (Clemens Kopp, Die heiligen Stätten der Evangelien [I luoghi sacri dei vangeli], Friedrich Pustet, Regensburg, 1959: pagina 90).
Queste citazioni ci informano del fatto che nel III secolo si parla ancora di una discendenza, annotata con cura, di parenti di Gesù. E’ evidente che la storia secondo la quale il “mito” di Nazaret sarebbe stato creato dai Carmelitani (sic!) sia una vera e propria panzana, visto che questi monaci si stanziarono negli anfratti del monte Carmelo, vicino l’odierna Haifa, solo tra il 1189 e il 1192 in concomitanza della terza crociata..
Importantissime sono, poi, le evidenze archeologiche:
•La vita umana più antica nella regione di Nazaret è attestata dal cranio trovato nel 1934 da R. Neuville in una caverna circa un miglio e mezzo a sud-est della città, un cranio che potrebbe essere più antico di quello dell’uomo di Neandertal. Nella stessa Nazaret un complesso di caverne sepolcrali è stato trovato nella città alta nel 1963, nel quale vi era del vasellame della prima parte della media età del bronzo (Revue Biblique 70 [1963], p. 563; 72 [1965], p. 547).
•Nell’area della Basilica latina dell’Annunciazione, c’era certamente un antico villaggio abitato per lungo tempo. Gli scavi archeologici dentro e intorno a questa chiesa sono stati condotta di Benedict Vlaminck nel 1892, da Prosper Viaud nel 1889 e 1907-1909 e da Bellarimo Bagatti dal 1955 in poi, quando la preesistente chiesa del XVIII secolo (1730) fu demolita per fare posto alla nuova e più grande Basilica dell’Annunciazione. L’area sotto e intorno alla chiesa, così come alla chiesa di San Giuseppe non lontano, era chiaramente quella di un villaggio agricolo. C’erano numerose grotte, silos per il grano, cisterne per acqua e olio; presse per uva e olive, e pietre di mulino. Mentre i silos sono di un tipo trovato a Tell Abu Matar fin dall’era del Calcolitico, il vasellame più antico ritrovato in essi qui a Nazaret è della seconda età del ferro (900-600 a.C.). Delle numerose grotte almeno alcune sono servite per uso domestico e sono state anche modificate nell’architettura per questo scopo.
•Sono state trovate anche ventitré tombe, la maggior parte a una distanza dai 200 ai 700 metri dalla basilica verso nord, ovest, e sud. Siccome queste devono essere state fuori del villaggio, la loro posizione dà un’idea dei limiti dell’insediamento. Diciotto delle tombe sono del tipo kokim, che era noto in Palestina circa dal 200 a.C., e diventò in pratica il tipo standard di tomba ebraica. Quattro delle tombe erano chiuse con pietre rotolate, un tipo di chiusura tipico del tardo periodo ebraico fino al 70 d.C.. Dalle tombe, pertanto, si può concludere che Nazaret era un insediamento fortemente ebraico nel periodo Romano. (The Archaeology of the New Testament, Princeton University Press: Princeton, 1992: pages 44-46)
•Furono ritrovate anche quattro basi di colonne di calcite, che furono riutilizzate in una struttura posteriore, ma sono datate prima della Guerra dalla loro somiglianza stilistica con sinagoghe e costruzioni romane della Giudea del I secolo, e dal fatto che contengono iscrizioni nabatee (che suggeriscono una costruzione precedente a quando i sacerdoti ebrei migrarono a Nazaret dopo la guerra), e anche dal loro materiale povero (calcite invece di marmo); inoltre sono stati trovati frammenti di marmo con iscrizioni aramaiche datate paleograficamente verso la fine del I secolo o inizio del II, che dimostrano che a Nazaret vi erano strutture di marmo poco dopo l’epoca in cui i Vangeli furono scritti (se non prima). [Nazareth,' Avraham Negev & Shimon Gibson, eds., Archaeological Encyclopedia of the Holy Land, new ed. (2001); e B. Bagatti, Excavations in Nazareth, vol. 1 (1969)],
La ricerca storica è una scienza che si basa su elementi oggettivi. Questa ci informa che non esiste alcun dubbio circa l’esistenza di Nazaret al tempo di Gesù. Tutto ciò conferisce la più alta attendibilità storica alla notizia di Mt 2, 23. Mentre, invece, cadono nel ridicolo tutte le astruse congetture sul mito del nome “nazareno” e dei suoi presunti legami con il culto del sole. E’ impossibile non ritenere il testo “The Christ Conspiracy” di Acharya S., una vera falsità.
Un saluto