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MessaggioInviato: 25/02/2010, 19:15 
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Il Sig. DuncanIdaho scrive:
Di quale Vangelo parlava Celso se non era presente nemmeno un canone?
Di quello di Pietro? Di Quello di Tommaso? Di quello degli Ebioniti? Di quello di Matteo? Iniziamo a essere precisi. A quale Vangelo faceva riferimento? A un testo gnostico?



Se per Lei nel 178 d.c. circa, quando Celso scriveva Discorso della verità, non circolavano i vangeli successivamente identificati come canonici, contento lei contenti tutti.

Cita:
Il Sig. DuncanIdaho scrive:
E' inutile attaccarsi a un'affermazione di Celso, di fatto non parla mai ne di Giovannino di Gamala, ne di ribellioni armate.


Guardi è Lei che usa Celso per negare l'esistenza di Giovanni di Gamala io sostengo che quello che sappiamo degli scritti di Celso, prima è passato sotto la censura di Origine che sicuramente non era uno sprovveduto e poi sotto la censura della chiesa durata secoli.
E nonostante questo, possiamo intravvedere termini come brigante riferito a Gesù di Nazareth e movimento di rivolta riferito al cristianesimo.

Io sostengo inoltre che:


Contra Celsum di Origine III,5:
"Gli Ebrei, Egiziani di stirpe, hanno lasciato l’Egitto perché si ribellarono allo Stato egiziano e perché disprezzavano la consuetudine religiosa egiziana. Quello che fecero agli Egiziani, dunque, ora lo subiscono da parte di coloro che aderirono alla dottrina di Gesù e credettero in lui come Cristo. Per gli uni e per gli altri la causa prima dell’innovazione è stata la ribellione allo Stato. (III, 6) Alcuni, dunque, Egiziani di stirpe, si ribellarono contro gli Egiziani e, lasciato l’Egitto e giunti in Palestina, hanno fissato la loro dimora nella regione ora chiamata Giudea. (III, 7) Gli Ebrei, che erano Egiziani, hanno tratto la loro origine da una rivolta: allo stesso modo molti altri ancora, che erano Ebrei, ai tempi di Gesù si sono ribellati contro la comunità ebraica e si sono posti al seguito di Gesù. (III, 8) Una rivolta, quindi, è stata un tempo l’origine della formazione della comunità ebraica e una rivolta è stata, in seguito, l’origine dell’esistenza dei Cristiani. (III, 9)"

In questo scritto di Celso, e riportato da Origine per confutarlo, si può notare che mancano riferimenti a documenti scritti, quindi, ciò che scrive Celso deriva da un sapere orale di quel tempo, e esattamente un sapere orale di alcune persone che vissero nel 180 d.c. circa.

Ebbene queste persone erano convinte che la religione cristiana fosse originata da una ribellione. Dove per ribellione s'intende "disobbedire all'autorità costituita e a sollevarsi contro di essa" proprio il tipico comportamento della famiglia di Giuda il Galileo e della sua discendenza.

Il cristianesimo nacque come ribellione allo Stato, dove per Stato s'intende un'entità costituita in un determinato momento, da un territorio, dalle persone che vivono in questo territorio, e infine dall'esistenza di un potere di comando. Nel nostro caso ai tempi di Gesù, proprio ai tempi dell'epopea della famiglia di Giuda il Galileo, nel territorio della Giudea alcuni Ebrei si ribellarono al potere costituito, cioè quella comunità Ebraica collaborazionista con il potere romano occupante che deteneva il potere.

Questi Ebrei ribelli, si sono posti al seguito di Gesù, Giovanni di Gamala, il Cristo cioè l'unto, cioè il Messia,come già avevano fatto con suo padre Giuda il Galileo che era morto combattendo con minor fortuna. Infatti Gesù/Giovanni seguì scrupolosamente suo padre, anche la sua rivolta fallì e morì crocifisso; ma ebbe infinito successo dopo morte, avendo subito successivamente un processo di mitizzazione e di deificazione.

Così Celso scriveva, (II, 26): "E nemmeno, mentendo, riusciste a rivestire di credibilità le vostre invenzioni. (II, 27) Anzi, alcuni fedeli, come ubriachi che arrivano ad attaccar briga fra di loro, alterarono il testo orginario del Vangelo in tre e in quattro e in molti modi diversi e divulgare i rifacimenti, per aver modo di controbattere le confutazioni."


Questa è la chiara dimostrazione che i testi originari del Vangelo, derivano dalla falsificazione della verità, attraverso la fantasia umana.

Quindi i testi originari del vangelo nascondevano, la ribellione all'autorità costituita, come nascita del cristianesimo altrimenti non c'era il bisogno di alterare il testo orginario del Vangelo in tre e in quattro e in molti modi diversi e divulgare i rifacimenti, per aver modo di controbattere le confutazioni.


Certamente nessuno andava a confutare le parabole, ma bensì la parte storica dove si nascondeva la ribellione.

Osservando attentamente i contenuti a noi pervenuti del "Discorso della verità" di Celso, si comprende che già alla fine del secondo secolo circa si era persa la coscienza storica sulla precisa ricostruzione della ribellione da cui ebbe vita il cristianesimo.

Alcune persone di quel tempo, erano consapevoli che il cristianesimo nasceva da una ribellione armata, ma non era più in grado di ricostruire in modo chiaro e preciso le varie fasi e personaggi, perchè già inquinati dalle falsità della nuova religione cioè il Cristianesimo.

Infatti Celso dimostra di conoscere bene i vangeli, e li confuta non con materiale storico documentato, ma con argomentazioni che circolavano in quel tempo, atte a confutare i contenuti dei vangeli stessi e non le verità storiche che loro stessi avevano sostituito e falsificato.

Celso dimostra di non conoscere gli scritti di Giuseppe Flavio o di non aver ben compreso la loro importanza per svelare l'arcano del crisrianesimo primitivo, e quindi tale realtà è la dimostrazione che già negli anni 180 d.c. senza quei documenti storici era impossibile, ricostruire la vera natura di ribellione del primitivo nucleo del cristianesimo primitivo, perchè tutto già inquinato dalle falsificazioni intese come deformazione della realtà storica, cristiane.


Sostengo inoltre che chi aveva capito bene che Gesù Nazareno poteva essere riconosciuto come un figlio di Giuda il Galileo, presubilmente il primogenito, presubilmente di nome Giovanni, è stato l'evangelista Luca o chi per lui, che conosceva a perfezione tutti gli scritti di Giuseppe Flavio.


Io sostengo che Il più grande errore commesso dai padri della Chiesa e tra questi con grande probabilità Eusebio da Cesara, rientra tra il proverbio "Chi troppo vuole, nulla stringe". Se loro si accontentavano di scrivere i loro libri del nuovo testamento, e non avessero voluto legittimare la loro falsificazione attraverso altri scritti "laici", ora noi non saremmo in grado di scoprire la verità storica di quegli eventi. In poche parole se loro avessero eliminato i libri di Giuseppe Flavio come hanno fatto con altri autori invece di falsificarli, per leggittimare falsamente il loro Gesù Nazareno, ora nessuno sarebbe in grado di dimostrare/interpretare la verità storica.


Cita:
Il Sig. DuncanIdaho scrive:

Onestamente inizio a stancarmi di questo dialogo con persone che in barba a qualunque studio storico hanno le loro teorie da portare avanti per supportare il proprio ateismo.


La ringrazio per la sua cortesia e gentilezza.

Un caro saluto a tutti.


Ultima modifica di Giovanni dalla Teva il 25/02/2010, 20:16, modificato 1 volta in totale.

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MessaggioInviato: 25/02/2010, 20:35 
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Comunque, sempre un caro saluto con tanto affetto, caro figliolo.


Ultima modifica di Giovanni dalla Teva il 25/02/2010, 21:04, modificato 1 volta in totale.

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MessaggioInviato: 26/02/2010, 09:24 
Dice Dunca:
Gli scritti canonici (i Vangeli, intendo) furono redatti tra il 60 e il 100 d.C.
Non si sa nulla dei redattori, anche se Luca e Matteo scrivono dopo il 70
Sucessivamente:
Vangelo di Matteo (ne esiste solo uno, ed è il canonico) è stato scritto da un giudeo-cristiano.

Ma sai chi erano i giudeo-cristiani?
Epifanio distingue due gruppi di giudeocristiani,i Nazarei e gli Ebioniti
Quindi il vangelo canonico di Matteo secondo te sarebbe stato scritto dai Nazareni e dagli Ebioniti? Ovvero per essere precisi da un nazareno o da un ebionita?
Sei davvero ridicolo !!
Ma hai mai letto il vangelo di Matteo?Pensi che Nazareni o Ebioniti si mettessero a scrivere quello che e’ stato scritto su questo vangelo?cioe’ che Gesu era il figlio di Dio, nato da una vergine per virtu’ dello SS ?
Ma sei a conoscenza di quella che fu l’ideologia Nazareno-Ebionita ?Anni luce lontana da quella elleno-revisionista del canonico Matteo!
Sia Epifanio che Ireneo accennano ad un vangelo di Matteo in versione aramaica in uso in queste primitive comunita’ ,ma se ti sforzi un po’ a ragionare ti accorgerai che non pote’ essere il vangelo canonico di cui sopra.
Quando Barionu ti invitava a mostrare i muscoli,non si riferiva certamente ai “glutei” del sedere ,sig Dunca !

Non ho mai detto che non ci furono motivazioni politico religiose!

Solo che le motivazioni politiche e religiose che comportarono la condanna a morte di Gesu’ da te addotte sono a dir poco ridicole!


Relativamente a Tacito non mi hai ancora risposto!
Dimmi in quale passo parla di Gesu’ di Nazareth!!


Ultima modifica di leviatan il 26/02/2010, 09:41, modificato 1 volta in totale.

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MessaggioInviato: 26/02/2010, 14:54 
Allora, per i neofiti che ci leggono, il Topic prosegue a ruota libera , aspettando domande specifiche dai non specialisti . (Barionu)

Come "neofita" e "non specialista" che va a ruota libera mi permetto di osservare che le modifiche più sostanziali dei vangeli debbono aver fatto seguito al concilio di Nicea, per volontà di Costantino e del suo portaborse Eusebio. Come si può concepire originario il racconto sulla nascita verginale, la resurrezione (elemento che, peraltro, manca nelle più antiche copie del vangelo), l'istituzione dell'eucarestia, la paternità divina e, nello stesso tempo, la esistenza del Figlio ab aeternum ? Sono tutte componenti che appartengono alla religione pagana. Non potevano, ne sono estremamente convinta, appartenere all'originario cristianesimo di Giacomo il Giusto. Il cristianesimo, come ci è pervenuto, è il più gran pastrocchio che la mente umana abbia mai concepito, l'apoteosi dell'irrazionalità e dell'assurdità. Non mi venite a parlare delle ragioni della sua criminalità dimostrata nei secoli, la ragione è nell'originaria notte della ragione in cui è stato concepito, a servizio del potere politico imperiale. Sarebbe infatti di estremo interesse seguire il processo della sua trasformazione prima della sua cristallizzazione nei vangeli.


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MessaggioInviato: 26/02/2010, 15:06 
Cara Paolina,

ben arrivata.

Come da Rain, i tuoi interventi sono sempre mirabilmente sintetici e precisi.


zio ot [;)]


Ultima modifica di barionu il 26/02/2010, 15:07, modificato 1 volta in totale.


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MessaggioInviato: 26/02/2010, 21:50 
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Celso nel suo "Discorso della verità" così scriveva:

"Gli Ebrei, che erano Egiziani, hanno tratto la loro origine da una rivolta: allo stesso modo molti altri ancora, che erano Ebrei, ai tempi di Gesù si sono ribellati contro la comunità ebraica e si sono posti al seguito di Gesù. (III, 8) Una rivolta, quindi, è stata un tempo l’origine della formazione della comunità ebraica e una rivolta è stata, in seguito, l’origine dell’esistenza dei Cristiani. (III, 9)"


Ora leggendo le lettere di San Paolo,

Romani 13

1 Ciascuno stia sottomesso alle autorità costituite; poiché non c'è autorità se non da Dio e quelle che esistono sono stabilite da Dio. 2 Quindi chi si oppone all'autorità, si oppone all'ordine stabilito da Dio. E quelli che si oppongono si attireranno addosso la condanna. 3 I governanti infatti non sono da temere quando si fa il bene, ma quando si fa il male. Vuoi non aver da temere l'autorità? Fa' il bene e ne avrai lode, 4 poiché essa è al servizio di Dio per il tuo bene. Ma se fai il male, allora temi, perché non invano essa porta la spada; è infatti al servizio di Dio per la giusta condanna di chi opera il male. 5 Perciò è necessario stare sottomessi, non solo per timore della punizione, ma anche per ragioni di coscienza. 6 Per questo dunque dovete pagare i tributi, perché quelli che sono dediti a questo compito sono funzionari di Dio. 7 Rendete a ciascuno ciò che gli è dovuto: a chi il tributo, il tributo; a chi le tasse le tasse; a chi il timore il timore; a chi il rispetto il rispetto.

Efesini 6

5 Schiavi, obbedite ai vostri padroni secondo la carne con timore e tremore, con semplicità di spirito, come a Cristo, 6 e non servendo per essere visti, come per piacere agli uomini, ma come servi di Cristo, compiendo la volontà di Dio di cuore, 7 prestando servizio di buona voglia come al Signore e non come a uomini. 8 Voi sapete infatti che ciascuno, sia schiavo sia libero, riceverà dal Signore secondo quello che avrà fatto di bene.
9 Anche voi, padroni, comportatevi allo stesso modo verso di loro, mettendo da parte le minacce, sapendo che per loro come per voi c'è un solo Signore nel cielo, e che non v'è preferenza di persone presso di lui.


Si comprende che se il cristianesimo nasceva da una rivolta verso gli Ebrei come sosteneva Celso, i primi cristiani non potevano di certo essere i seguaci del Gesù Nazareno immaginato da San Paolo, ma bensì i seguaci della quarta filosofia di Giuda il Galileo e dei suoi discendenti.

Infatti,

Giuseppe Flavio in Antichità Giudaiche 2 libro XVIII, 23,24 riferito alla quarta filosofia di Giuda il Galileo, scriveva:

"Ad essi poco importa affrontare forme di morti non comuni, permettere che la vendetta si scagli contro parenti e amici, purchè possano evitare di chiamare un uomo <padrone>"
sempre Giuseppe Flavio libro VII, 332 e seguenti, riferito a Eleazar un nipote di Giuda il Galileo, scriveva:

" Le fiamme che si protendevano contro i nemici non si sono rivoltate da sole contro il muro costruito da noi, ma ciò è avvenuto a causa dello sdegno divino per le molte scelleratezze che nel nostro cieco furore abbiamo osato commettere a danno dei nostri connazionali. (altri Ebrei) Di tali colpe conviene che paghiamo il fio non ai nostri nemici più accaniti, i romani, ma per nostra stessa mano al dio, e cosi il nostro castigo sarà anche più lieve di quello che c’infliggerebbero i vincitori. Muoiano le nostre mogli senza conoscere il disonore e i nostri figli senza provare la schiavitù, e dopo la loro fine scambiamoci un generoso servigio preservando la libertà per farne la nostra veste sepolcrale.


Un caro saluto.


Ultima modifica di Giovanni dalla Teva il 26/02/2010, 21:59, modificato 1 volta in totale.

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MessaggioInviato: 27/02/2010, 20:12 
La Chiesa tiene nella massima considerazione S. Paolo, l'apostolo delle genti, ma i laici non sono da meno quando attribuiscono a Paolo la svolta del cristianesimo primitivo, senza però aver prima definito con chiarezza in che cosa consistesse il cristianesimo delle origini. Mi chiedo umilmente, quale profana, quali conseguenze, in termini di proselitismo, possono aver avuto alcune lettere che esprimono principalemente la preoccupazione di persuadere gli schiavi a non ribellarsi ai padroni o quella di inculcare l'idea esaltata della fede come unico strumento di salvezza? Io credo che l'influenza di S. Paolo sia stata marginale. I suoi scritti avevano solo il significato di registrare trasformazioni già avvenute, una volta che il cristianesimo, uscito dalla Palestina, dilagava in occidente. Sarà mai possibile seguire, passo passo, l'evoluzione del cristianesimo verso il paganesimo?


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MessaggioInviato: 27/02/2010, 20:25 
Ma cosa dilagava, il fiume in piena, chiamato cristianesimo, o le randellate in testa a chi non accettava la favola cristiana, di Costantino e figli e le loro checche lungovestite???

Cecco


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MessaggioInviato: 28/02/2010, 12:50 

Sortito lo zombi, erudito grecista l’Gilipollas “Dun-can”, con la promessa temporale, previo consulto con i suoi amici, per dare risposte a:

1)chi è il Giovanni del paragrafo VII/263,

2)Il vangelo di Giovanni ci dice che la sua casa è prima di Betsaida, e non in Galilea, in quale sito è posta? (ti do un piccolo aiutino, forse è quella montagna rimasta senza nome???????)

3)Quale Toràh e Profeti, conosceva Filippo, dicendo che Gesù è figlio di Giuseppe di Nazaret. l’erudizione zombi-alé si palesi, sciorini, il suo greco erudito.

il - 20/02/2010: 13:55:17 Per le risposte dovrete attendere a domani sera, o al più a lunedì.

A tutt’oggi, causa la difficile discesa negli antri tombali, le risposte restano inevase, questo ritiro-consulto, è più lungo di una causa penale.(che pena)

Cecco


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