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MessaggioInviato: 12/06/2010, 21:23 
Carissimo Giovanni

A pag. 8 di http://www.viruslibertario.it/Libri/Il% ... iano08.pdf

Leggo: Il battesimo di Gesù da parte del Battista è una finzione(o falso) come il tradimento di Giuda, i comandamenti di Giovanni Battista, che era [size=150]ESSENO
e personaggio storico citato da Flavio, erano quelli di Gesù, di Giuda e della quarta filosofia, cioè amare il prossimo e amare Dio, rispettando la legge di Mosè.
La quarta filosofia era divisa in due fazioni, una seguiva Giacomo e l’altra [Giovanni il Nazireo detto anche il Battista, che] voleva combattere i romani con le armi, erano le due anime degli esseni e degli zeloti.
http://www.viruslibertario.it/Libri/Il% ... iano08.pdf

[Alla fine scopriremo(forse) che il Battista [u][b]E’ il primogenito di Giuda di Gamala-alias-Zaccaria.?????? E su quel monte senza nome, nacquero tre personalità GIOVANNI-CRISTO-e IL BATTISTA. Uno vero e due falsi. A voi l’ardua scelta.[/b][/u]

Salutissimi Cecco
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MessaggioInviato: 13/06/2010, 20:28 
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Carissimo Cecco ti ringrazio per il tuo intervento, anche se dopo attenta riflessione in grandissima parte non lo condivido.

Un caro saluto.


Ultima modifica di Giovanni dalla Teva il 13/06/2010, 20:29, modificato 1 volta in totale.

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MessaggioInviato: 14/06/2010, 09:02 
[font=Arial][font=Verdana]Carissimo Giovanni

Avevo notato da tempo che la versione di Antichità che tu ci posti e quella che io leggo, c’è differenza di traduzione, e conseguentemente, differenza interpretativa.

Chiedo un tuo parere, perche?
Nel caso 2) la manipolazione passata è anche odierna?
Leggendo la STORIA, non le false scritture.
Versione 1) la vendetta è direttamente fatta da Giovanni, con l’approvazione di Dio.
Versione 2) la vendetta è fatta direttamente da Dio per colpe, di Antipa.

1)Tua; Libro XVIII:116 Ma il verdetto dei Giudei fu che la rovina dell’esercito di Erode fu una vendetta di Giovanni, nel senso che Dio giudicò bene infliggere un tale rovescio a Erode.

2)Mia? Di Hard Rain; Libro XVIII:116 - 2. Ma ad alcuni Giudei parve che la rovina dell'esercito di Erode fosse una vendetta divina, e di certo una vendetta giusta per la maniera con cui si era comportato verso Giovanni soprannominato Battista.
http://digilander.libero.it/Hard_Rain/S ... estina.htm

Salutissimi Cecco
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MessaggioInviato: 14/06/2010, 12:17 
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Cita:
Il caro amico Cecco scrive:

Carissimo Giovanni

Avevo notato da tempo che la versione di Antichità che tu ci posti e quella che io leggo, c’è differenza di traduzione, e conseguentemente, differenza interpretativa.

Chiedo un tuo parere, perche?
Nel caso 2) la manipolazione passata è anche odierna?
Leggendo la STORIA, non le false scritture.
Versione 1) la vendetta è direttamente fatta da Giovanni, con l’approvazione di Dio.
Versione 2) la vendetta è fatta direttamente da Dio per colpe, di Antipa.

1)Tua; Libro XVIII:116 Ma il verdetto dei Giudei fu che la rovina dell’esercito di Erode fu una vendetta di Giovanni, nel senso che Dio giudicò bene infliggere un tale rovescio a Erode.

2)Mia? Di Hard Rain; Libro XVIII:116 - 2. Ma ad alcuni Giudei parve che la rovina dell'esercito di Erode fosse una vendetta divina, e di certo una vendetta giusta per la maniera con cui si era comportato verso Giovanni soprannominato Battista.
http://digilander.libero.it/Hard_Ra...alestina.htm



Scusami caro amico Cecco se non riesco a comprendere. Sul mio testo compare:

In Antichità Giudaiche Libro XVIII:116 - Ma ad alcuni Giudei parve che la rovina dell'esercito di Erode fosse una vendetta divina, e di certo una vendetta giusta per la maniera con cui si era comportato verso Giovanni soprannominato Battista.

e successivamente sempre in Antichità Giudaiche libro XVIII: 119 -Ma il verdetto dei Giudei fu che la rovina dell’esercito di Erode fu una vendetta di Giovanni, nel senso che Dio giudicò bene infliggere un tale rovescio a Erode.

Un carissimo saluto.


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MessaggioInviato: 14/06/2010, 15:50 
Carissimo Giovanni,

Inserito il - 11/06/2010 : 07:20:32 ed ho letto a seguire:

***Approfondimenti sull'interpolazione dello scritto 117 del libro XVIII di Antichità Giudaiche di Giuseppe Flavio***


113 "Areta partì di qui per una querela. C’era anche una lite a proposito del distretto di Gabala, e da una parte e dall’altra vi era stata la rassegna dei soldati, ed ora erano in guerra, ma essi mandavano altri come comandanti invece di andare essi stessi.
114 Nella battaglia che ne seguì, l’esercito di Erode era distrutto quando alcuni fuorusciti venuti dalla tetrarchia di Filippo si
unirono all’esercito di Erode e tradirono.
115 Erode inviò un resoconto di questi eventi a Tiberio, il quale, sdegnato dall’arroganza di Areta, ingiunse a Vitellio di marciare contro di lui, inviarglielo in catene, qualora lo catturasse vivo, e, se morto, mandargli la testa. Queste furono le istruzioni che Tiberio inviò al governatore della Siria.
[size=175]116 Ma il verdetto dei Giudei fu che la rovina dell’esercito di Erode fu una vendetta di Giovanni, nel senso che Dio giudicò bene infliggere un tale rovescio a Erode.

117 Erode infatti aveva ucciso quest’uomo buono che esortava i Giudei a una vita corretta, alla pratica della giustizia reciproca, alla pietà verso Dio, e così facendo si disponessero al battesimo; a suo modo di vedere questo rappresentava un preliminare necessario se il battesimo doveva rendere gradito a Dio. Essi non dovevano servirsene per guadagnare il perdono di qualsiasi peccato commesso, ma come di una consacrazione del corpo insinuando che l’anima fosse già purificata da una condotta corretta.
118 "Quando altri si affollavano intorno a lui perché con i suoi sermoni erano giunti al più alto grado, Erode si allarmò. Una eloquenza che sugli uomini aveva effetti così grandi, poteva portare a qualche forma di sedizione, poiché pareva che volessero essere guidati da Giovanni in qualunque cosa facessero. Erode, perciò, decise che sarebbe stato molto meglio colpire in anticipo e liberarsi di lui prima che la sua attività portasse a una sollevazione, piuttosto che aspettare uno sconvolgimento e trovarsi in una situazione così difficile da pentirsene.
119 A motivo dei sospetti di Erode, (Giovanni) fu portato in catene nel Macheronte, la fortezza che abbiamo menzionato precedentemente, e quivi fu messo a morte. Ma il verdetto dei Giudei fu che la rovina dell’esercito di Erode fu una vendetta di Giovanni, nel senso che Dio giudicò bene infliggere un tale rovescio a Erode.

Ora la storia, senza miracoli guerreschi e DIVINI: senza i suoi seguaci che entravano ed uscivano a loro piacimento nella fortezza da 41 bis, colabrodo a pensarci un poco, senza pulzelle danzanti in una proprietà nemica all’attore sconfitto e senza l’inizio della favola; che ad alcuni Giudei parve che la rovina dell'esercito di Erode fosse una vendetta divina=(fede)
Libro XVIII:109 - V, I. - Intanto ebbe luogo una lite tra Areta re di Petra ed Erode; cercherò di raccontarne l'origine. Il tetrarca Erode aveva sposato la figlia di Areta e già da molto tempo viveva con lei. Nel viaggio che fece a Roma, albergò presso Erode suo fratello, nato da una madre diversa, cioè la figlia di Simone sommo sacerdote.
Libro XVIII:110 Il tetrarca si invaghì di Erodiade, moglie di suo fratello, lei era figlia del loro fratello Aristobulo e sorella di Agrippa il Grande, e osò parlarle di matrimonio; lei accettò, e convennero che tornando da Roma sarebbe passata da lui; tra queste convenzioni v'era pure quella che egli licenziasse la figlia di Areta.
Libro XVIII:111 Concluso l'accordo, egli navigò verso Roma. Compiuti gli affari che aveva a Roma, la moglie di lui, informata minutamente dei patti tra lui ed Erodiade, senza che lui fosse a conoscenza che a lei era gia noto tutto, chiese di andare a Macheronte, posto ai confini tra gli stati di Erode e di Areta, senza svelarne il motivo.
Libro XVIII:112 Erode, persuaso che ella nulla sapesse, acconsentì. Tempo prima lei aveva disposto ogni cosa e inviato messi al Macheronte, che in quel tempo era soggetto a suo padre, sicché allestito tutto l'occorrente per il viaggio di lei dal governatore, lei era pronta a partire per l'Arabia e non appena arrivò passò da un governatore all'altro che provvedevano al trasporto. Così giunse presto da suo padre e gli disse quello che Erode progettava di fare.
Libro XVIII:113 Areta partì di qui per una querela. C'era anche una lite a proposito del distretto di Gabala, e da una parte e dall'altra vi era stata la rassegna dei soldati, ed ora erano in guerra, ma essi mandavano altri come comandasti invece di andare essi stessi.
Libro XVIII:114 Nella battaglia che ne seguì, l'esercito di Erode era distrutto quando alcuni fuorusciti venuti dalla tetrarchia di Filippo si unirono all'esercito di Erode e tradirono.
Libro XVIII:115 Erode inviò un resoconto di questi eventi a Tiberio, il quale, sdegnato dall'arro¬ganza di Areta, ingiunse a Vitellio di marciare contro di lui, inviarglielo in catene, qualora lo catturasse vivo, e, se morto, mandargli la testa. Queste furono le istruzioni che Tiberio inviò al governatore della Siria.
Libro XVIII:116 - 3. Vitellio si allestì presto alla guerra contro Areta con due legioni di fanteria pesante e di fanteria leggera e cavalleria annessa a loro come ausiliare; procedendo dai regni che erano sotto il giogo dei Romani, marciò in direzione di Petra e occupò Tolemaide.
Libro XVIII:117 Quando incominciò a condurre l'esercito attraverso le terre della Giudea, i Giudei notabili andarono a incontrarlo per pregarlo di non attraversare la loro terra, essendo contrario alla loro tradizione permettere che immagini, e ce n'erano molte sui loro stendardi, attraversassero il loro suolo.
Libro XVIII:118 Accogliendo la loro supplica, egli abbandonò il suo piano originale e ordinò all'eser¬cito di marciare lungo la Grande Pianura, mentre lui con Erode tetrarca e i suoi amici salì a Gerusalemme a offrire sacrifici a Dio durante la festa tradizionale che i Giudei stavano celebrando.
Libro XVIII:119 Al suo arrivo, fu salutato con speciale calore dalla moltitudine giudaica. Restò qui tre giorni durante i quali depose il sommo pontefice Gionata dal suo ufficio e pose al suo posto Teofilo, fratello di Gionata.
Libro XVIII:120 Nel quarto gli fu recapitata la lettera che gli annunziava la morte di Tiberio, ed egli condusse il popolo a giurare obbedienza a Gaio. Richiamò poi l'esercito, ordinando che ognuno rientrasse al proprio quartiere d'inverno poiché non era più autorizzato, come prima, a fare guerra all'estero ora che il comando era passato nelle mani di Gaio.
Ho scremato la fede e ho lasciato solo storia.

Tantissimi saluti amico mio, Cecco




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MessaggioInviato: 14/06/2010, 16:46 
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Ciao Carissimo Cecco sull'intervento in data 11/06/2010, ho sbagliato io il riporto del 116 con invece il 119, con un copia e incolla errato, ne chiedo scusa.

Ciao carissimo Cecco, sei veramente un grande studioso attento. Complimenti!


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MessaggioInviato: 15/06/2010, 09:42 
Carissimo Giovanni

Libro XVIII:115 Erode inviò un resoconto di questi eventi a Tiberio, il quale, sdegnato dall'arro¬ganza di Areta, ingiunse a Vitellio di marciare contro di lui, inviarglielo in catene, qualora lo catturasse vivo, e, se morto, mandargli la testa. Queste furono le istruzioni che Tiberio inviò al governatore della Siria.
Libro XVIII:120 - 3. Vitellio si allestì presto alla guerra contro Areta con due legioni di fanteria pesante e di fanteria leggera e cavalleria annessa a loro come ausiliare; procedendo dai regni che erano sotto il giogo dei Romani, marciò in direzione di Petra e occupò Tolemaide.

Qui sopra c’ è lineare coerenza storica.

Leggiamo la FAVOLA: Libro XVIII:116 - 2. Ma ad alcuni Giudei parve che la rovina dell'esercito di Erode fosse una vendetta divina, e di certo una vendetta giusta per la maniera con cui si era comportato verso Giovanni soprannominato Battista.
Libro XVIII:117 Erode infatti aveva ucciso quest'uomo buono che esortava i Giudei a una vita corretta, alla pratica della giustizia reciproca, alla pietà verso Dio, e così facendo si disponessero al battesimo; a suo modo di vedere questo rappresentava un preliminare necessa¬rio se il battesimo doveva rendere gradito a Dio. Essi non dovevano servirsene per guadagnare il perdono di qualsiasi peccato commesso, ma come di una consacrazione del corpo insinuando che l'anima fosse già purificata da una condotta corretta.
Libro XVIII:118 Quando altri si affollavano intorno a lui perché con i suoi sermoni erano giunti al più alto grado, Erode si allarmò. Una eloquenza che sugli uomini aveva effetti così grandi, poteva portare a qualche forma di sedizione, poiché pareva che volessero essere guidati da Giovanni in qualunque cosa facessero. Erode, perciò, decise che sarebbe stato molto meglio colpire in anticipo e liberarsi di lui prima che la sua attività portasse a una solleva¬zione, piuttosto che aspettare uno sconvolgimento e trovarsi in una situazione così difficile da pentirsene.
Libro XVIII:119 A motivo dei sospetti di Erode, (Giovanni) fu portato in catene nel Macheronte, la fortezza che abbiamo menzionato precedentemente, e quivi fu messo a morte. Ma il verdetto dei Giudei fu che la rovina dell'esercito di Erode fu una vendetta di Giovanni, nel senso che Dio giudicò bene infliggere un tale rovescio a Erode.
Ora analizziamo la favola: cosa poteva fregargliene a Tiberio e Vitellio delle ciaccole fideistiche, e dei pensieri giudaici all’accaduto, pensieri non verità.
Il Flavio che immerge nel bel mezzo, dove vige lo scintillio di spade, i paragrafi sul Battista, personaggio tanto importante, perche è meritevole di vendetta divina.
Ma chissà perche, prima del 116 e in tutti i suoi scritti per Flavio è persona inesistente.( non esistita).
E’ la favola che si ripete. E’ l’aprire la strada al *Testimonium*.
Il 117 come dici tu è tutto falso, questo lo dico anche io, ma anche il 118 e il 119, perche rilevo, che non è altro che la ghirlanda infiorata per onorare il defunto Battista, nato e morto dentro questi 5 trattati bellici.

Libro XVIII:119 …………........Ma il verdetto dei Giudei fu che la rovina dell'esercito di Erode fu una vendetta di Giovanni, ………………………..
Mc.[5/2-3] Come scese dalla barca, gli venne incontro dai sepolcri un uomo posseduto da uno spirito immondo. Egli (Antipa)aveva la sua dimora(casa-Reggia) nei sepolcri………………………………..
[9] E gli domandò: "Come ti chiami?". "Mi chiamo Legione, gli rispose, perché siamo in molti".
[10] E prese a scongiurarlo con insistenza perché non lo cacciasse fuori da quella regione. (la Galilea?)
Pensando alla vendetta di Giovanni(il Battista); domanda da 1000 dollari.
Antipa chi aveva davanti a se mentre si inginocchiava ed implorava il suo vincitore, che aveva disfatto la sua legione di porci.
1) Il Battista? (vendetta)
2)Il Cristo? (un mito?)
3)Areta? (diceva armiamoci e partite)
4)……..?(nato su quel monte senza nome, che vendicava il ripudio, vera causa della guerra)

Sinceri saluti Cecco



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MessaggioInviato: 17/06/2010, 06:51 
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Cita:
Il caro amico Cecco scrive:
Libro XVIII:119 …………........Ma il verdetto dei Giudei fu che la rovina dell'esercito di Erode fu una vendetta di Giovanni, ………………………..
Mc.[5/2-3] Come scese dalla barca, gli venne incontro dai sepolcri un uomo posseduto da uno spirito immondo. Egli (Antipa)aveva la sua dimora(casa-Reggia) nei sepolcri………………………………..
[9] E gli domandò: "Come ti chiami?". "Mi chiamo Legione, gli rispose, perché siamo in molti".
[10] E prese a scongiurarlo con insistenza perché non lo cacciasse fuori da quella regione. (la Galilea?)
Pensando alla vendetta di Giovanni(il Battista); domanda da 1000 dollari.
Antipa chi aveva davanti a se mentre si inginocchiava ed implorava il suo vincitore, che aveva disfatto la sua legione di porci.
1) Il Battista? (vendetta)
2)Il Cristo? (un mito?)
3)Areta? (diceva armiamoci e partite)
4)……..?(nato su quel monte senza nome, che vendicava il ripudio, vera causa della guerra)



Ecco la mia precisa interpretazione a Marco 5,1 e seguenti:

"Intanto giunsero all'altra riva del mare, nella regione dei Gerasèni. 2 Come scese dalla barca, gli venne incontro dai sepolcri un uomo posseduto da uno spirito immondo. 3 Egli aveva la sua dimora nei sepolcri e nessuno più riusciva a tenerlo legato neanche con catene, 4 perché più volte era stato legato con ceppi e catene, ma aveva sempre spezzato le catene e infranto i ceppi, e nessuno più riusciva a domarlo. 5 Continuamente, notte e giorno, tra i sepolcri e sui monti, gridava e si percuoteva con pietre. 6 Visto Gesù da lontano, accorse, gli si gettò ai piedi, 7 e urlando a gran voce disse: «Che hai tu in comune con me, Gesù, Figlio del Dio altissimo? Ti scongiuro, in nome di Dio, non tormentarmi!». 8 Gli diceva infatti: «Esci, spirito immondo, da quest'uomo!». 9 E gli domandò: «Come ti chiami?». «Mi chiamo Legione, gli rispose, perché siamo in molti». 10 E prese a scongiurarlo con insistenza perché non lo cacciasse fuori da quella regione.
11 Ora c'era là, sul monte, un numeroso branco di porci al pascolo. 12 E gli spiriti lo scongiurarono: «Mandaci da quei porci, perché entriamo in essi». 13 Glielo permise. E gli spiriti immondi uscirono ed entrarono nei porci e il branco si precipitò dal burrone nel mare; erano circa duemila e affogarono uno dopo l'altro nel mare. 14 I mandriani allora fuggirono, portarono la notizia in città e nella campagna e la gente si mosse a vedere che cosa fosse accaduto.
15 Giunti che furono da Gesù, videro l'indemoniato seduto, vestito e sano di mente, lui che era stato posseduto dalla Legione, ed ebbero paura. 16 Quelli che avevano visto tutto, spiegarono loro che cosa era accaduto all'indemoniato e il fatto dei porci. 17 Ed essi si misero a pregarlo di andarsene dal loro territorio. 18 Mentre risaliva nella barca, colui che era stato indemoniato lo pregava di permettergli di stare con lui. 19 Non glielo permise, ma gli disse: «Va' nella tua casa, dai tuoi, annunzia loro ciò che il Signore ti ha fatto e la misericordia che ti ha usato». 20 Egli se ne andò e si mise a proclamare per la Decàpoli ciò che Gesù gli aveva fatto, e tutti ne erano meravigliati."


Il passo, che riguarda l'esorcismo dell'indemoniato, riportato da Marco 5,1, è determinante per dimostrare come la squadra degli apostoli intesi come discepolo seguaci fosse in realtà una banda di guerriglieri (galilei, zeloti, esseni) al comando del loro capo il presunto messia che era stato prescelto da Dio al fine di liberare la Palestina dagli occupanti:

«Come Gesù scese dalla barca, un indemoniato si gettò ai suoi piedi. Gesù ordinò al demonio che era dentro di lui quale fosse il suo nome. «Mi chiamo Legione, gli rispose, perché siamo in molti» e lo scongiurò di non scacciarlo da quella regione. Poiché vicino c'era un branco di porci, il demonio gli disse: «Mandaci da quei porci perché entriamo in essi». Gesù glielo permise e gli spiriti immondi entrarono nei porci e il branco si precipitò dal burrone sul mare. Erano circa duemila ed affogarono tutti». (Mc. 5,1).

In questo aneddoto viene espresso in modo lampante che la squadra dei discepoli del Cristo era in realtà il gruppo dei Boanerghes, i figli del tuono (nella realtà del tumulto, dell'ira); perché in esso viene espresso, oltre l'odio che i rivoluzionari portavano contro i romani invasori, anche quello che era il loro programma di liberazione della Palestina.

La legione romana di stanza spesso in Palestina, era chiamata Fretensis, ed aveva come simbolo il muso di un porco (cinghiale) e il mare in cui precipitano ed annegano i maiali rappresenta il Mediterraneo, duemila era il numero di romani che svolgevano la funzione di supporto costante al potere romano in Palestina.



Tale racconto del vangelo di Marco che parla dell'indemoniato, costituisce proprio un rimasuglio della storia reale più antica, del manifesto della lotta armata messianica degli Apostoli/discepoli e del loro capo un figlio di Giuda il Galileo, probabilmente il primogenito, probabilmente di nome Giovanni. Questo episodio doveva comunicare attraverso una metafora, alla gente di quel tempo e di quei luoghi che finalmente era arrivato il messia Giovanni il Galileo che riusciva a scacciare i Romani dalla Palestina.

I Romani erano associati, riferiti, allusi al demonio perchè essere impuri, come i porci, tipici animali impuri. (Gli Zeloti di Martin Hengel edizione Paideia pag. 342 - Come animale simbolo di Roma, accanto all'aquila comparve inoltre anche il maile impuro, un nero maiale selvatico poi specificato alla nota in fondo pagina numero 8.)

Il nome del demonio scacciato era proprio Legione, cioè il nome di quel sistema che disciplinava, organizzava il gruppo di soldati romani e tale gruppo più conosciuto allora in quei luoghi, aveva come simbolo, elemento distintivo il cinghiale/maiale che rafforzava l'associazione Romani con porci con esseri impuri. Il numero di duemila porci circa, affogati nel mare, era il numero riferito ai soldati romani presenti in quei tempi in Palestina (I nuovi Procuratori, come prima i Prefetti in Palestina, disponevano di una schiera(ala) di cavalleria, composta da uomini di Cesarea e di Sebaste e di cinque corti Ant.XIX, 365; (le corti potevano essere formate da duecento fino a seicento soldati,e non al numero standard di una legione di soldati romani).

L’adattamento del racconto a Gesù Figlio di Dio avvenne con l' intenzione di dimostrare il suo grande potere di esorcista invece tramandarono ai posteri, il manifesto della lotta armata della quarta filosofia di Giuda il Galilleo e dei suoi figli, i presunti liberatori dai demoni Romani che usurpavano quella terra che apparteneva al loro Dio e affidata al loro popolo.


L'evangelista Marco potrebbe aver usato in questo caso per costruire il suo vangelo, una parte di un vangelo scritto in ebraico di quel tempo, poi andato perso o distrutto che riportava le gesta eroiche e l'epopea della famiglia di Giuda il Galileo per liberare la terra che apparteneva al loro Dio.

Un caro saluto, caro amico Cecco.


Ultima modifica di Giovanni dalla Teva il 17/06/2010, 07:02, modificato 1 volta in totale.

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Carissimo Giovanni

Mc.[5/11] Ora c'era là, [size=150]sul monte
,(sempre senza nome e patria dei Zeloti) un numeroso branco di porci al pascolo. [La legione di porci pascolava su quel monte senza nome, dove era sita la città di Giuda]

Questo benedetto monte, possiamo iniziare a chiamarlo Gamala!
Gesù-Giovanni usò la barca per approdare alla riva opposta, nella città dei sepolcri cioè Tiberiade.

Ant.-Giud.[XVIII/114] Nella battaglia che ne seguì, l’esercito di Erode era distrutto quando alcuni fuorusciti venuti dalla tetrarchia di Filippo si unirono all’esercito di Erode e tradirono.

Abbandoniamo per un istante i racconti fideistici per cercare di ricostruire, per quel che è possibile un po’ di storia.
Quanto ci viene dato ci parla di Giovanni (anche)il Nazireo.
Possiamo ipotizzare, che, per l’amicizia con Areta, Giovanni frequentasse la reggia di Antipa tramite Dasha? E che i 2000 porci prezzolati nascostamente, abbandonarono Antipa e si unirono a Giovanni. [Tradirono]
[Tradire può avere il significato, di combattere contro, perche meglio pagati da “Gesù-Giovanni”] Perche!. Giovanni-Gesù fece diverse escursioni in quel di Cesarea di Filippo, ma non come Gesù ma come Giovanni ( il Battista-o Elia). Simone suo fratello gli disse, no!: "Tu sei l’UNTO".
Da Bethsaida Gesù-Giovanni risalì verso settentrione, allontanandosi ancor più da contrade giudaiche, e raggiunse la zona di Cesarea di Filippo. In quella zona, in prevalenza pagana, egli e i suoi seguaci non erano assillati da folle (d'imploranti) né disturbati da intrighi di Farisei e di politicanti; fu dunque per lui una specie di ritiro con i suoi prediletti. Ripreso tutti insieme il cammino, stavano per giungere a Cesarea di Filippo. S'avanzavano lungo la strada, ed erano già in vista della città : di fronte ad essi si ergeva la maestosa roccia su cui troneggiava il tempio di Augusto . A un tratto, riferendosi certamente a discorsi precedenti,
Gesù chiede ai seguaci: Che dice la gente che io sia? (Giovanni il Nazir detto il Battista).
Le false e sacre favole, è sbagliato prenderle come base storica, perchei personaggi della cerchia gesuana, compreso il battistrada, sono TUTTI FALSI. Traiamo da esse le briciole, che hanno lasciato cadere, per ricostruire, una non certa, ma possibile storia.

Salutissimi Cecco
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Carissimo Giovanni

L'interpolazione, il Battista in G. Flavio:

http://www.deiricchi.it/index.php?docnum=475
Quale importante contraddizione si legge nella descrizione che Giuseppe Flavio fornisce della vicenda del Battista rispetto ai racconti evangelici?

Dalla comparazione degli scritti finora effettuata risulta che Giovanni di Giscala fu, assieme a Gesù figlio di Safàt, un vero e proprio leader per i Galilei vogliosi di liberarsi dal giogo dei Romani. Non a caso quindi le città lungo la riva del lago di Galilea, Tiberiade e Tarichea, dove regnava Agrippa II, diventarono gli avamposti per questa ribellione.

[(da evirare)--->Nel confronto tra Giovanni di Giscala e il "Battista" stride però la rappresentazione che di quest’ultimo viene fornita dagli evangelisti. Anche il Battista, alla pari del Gesù evangelico, viene dipinto come una persona buona e umile che invita gli Israeliti a redimersi per i propri peccati. Emblematiche sono le frasi di Luca:]

Luca 1:17 [Giovanni] camminerà innanzi [a Gesù] con lo spirito e la forza di Elia, per ricondurre i cuori dei padri verso i figli e i ribelli alla saggezza dei giusti e preparare al Signore un popolo ben disposto».

Nelle prime parole di questo verso, riconosciamo la verità storica da noi finora appurata, che però viene distorta mettendo in luce intenti miti nelle azioni di Giovanni, un predicatore che doveva condurre i ribelli, rappresentati da Giudei rivoltosi, a formare un popolo ben disposto al Signore, cioè l'imperatore romano dominante. Ma si tratta di un atteggiamento piuttosto strano per un giudeo prima o durante la guerra che riteniamo essere per questo inverosimile per un Giovanni vissuto ai tempi di Pilato. La missione del Battista evangelico si ritrova per altro anche altrove:

Atti 13:24 Giovanni aveva preparato la sua venuta predicando un battesimo di penitenza a tutto il popolo d'Israele.

[size=175]Nonostante la deformazione della realtà, questa descrizione del Battista costituisce non solo l'ossatura del racconto evangelico, ma anche l'incipit con cui viene introdotto nelle "Antichità" di Giuseppe Flavio:


Erode infatti aveva ucciso quest'uomo buono che esortava i Giudei a una via corretta, alla pratica della giustizia reciproca, alla pietà verso Dio, e così facendo si disponessero al battesimo; a suo modo di vedere questo rappresentava un preliminare necessario se il battesimo doveva rendere gradito a Dio. Essi non dovevano servirsene per guadagnare il perdono di qualsiasi peccato commesso, ma come di una consacrazione del corpo insinuando che l'anima fosse già purificata da una condotta corretta. 1

Ora possiamo affermare con certezza che questo passo fu abilmente aggiunto da qualcuno che doveva far credere che il Giovanni vissuto ai tempi di Pilato altri non era che quello evangelico. Solo così si spiega la presenza nelle pagine dello storico di informazioni ben poco contestualizzate e atipiche, per vocaboli e forma espressiva, rispetto al linguaggio normalmente utilizzato da Giuseppe, come lo stesso commentatore deve aggiungere:

In queste poche righe leggiamo gli unici testi con [i termini "battesimo" e "battista] che non si leggono né in altri passi delle Antichità né altrove.

Come non accorgersi poi del fatto che, secondo l'ordine cronologico di Giuseppe Flavio, il Battista viene fatto morire dopo l'esecuzione di Gesù, in ordine esattamente inverso rispetto a quanto riferito dai Vangeli?
Giovanni, le penne purtroppo, con la mente degli uomini, commettono anche questi errori.

Sinceri saluti Cecco
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