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 Oggetto del messaggio: Gli Hyksos e la tribù di Beniamino
MessaggioInviato: 31/01/2011, 10:57 
GLI HYKSOS E LA TRIBU’ DI BENIAMINO

L’influenza dell’antico Egitto arrivava alla Nubia, cioè il Sudan settentrionale, al Sinai ed a parte della Palestina, perciò furono grandi i rapporti tra Egitto e Israele e Giudea; il papiro dei re di Torino assieme ad altri papiri riportano il nome dei faraoni, essi sono stati divisi dagli studiosi in tre periodi dinastici, cioè il regno antico fino al 1720 a.c., quello medio fino al 1580 a.c. e quello recente fin al 1090 a.c. Fino al 1674 a.c. la capitale fu Menphis del Basso Egitto, che fu presa dagli Hyksos,perciò la capitale fu trasferita a Tebe, nell’Alto Egitto; nel 1720 a.c. era cominciato il dominio degli Hyksos, e perciò alcuni faraoni non furono egiziani.

Gli Hyksos erano semiti mediorientali nomadi di diverse stirpi, entrati in origine nel paese anche in posizione servile, si stanziarono sul delta orientale del Nilo e, resisi autonomi, fecero loro capitale la città di Avaris, creando ivi un principato tributario di Tebe; intanto il regno medio andava progressivamente in pezzi. Gli Hyksos furono poi scacciati negli anni 1650-1603 e nel 1567, sotto il Nuovo Regno, quando resistevano ancora alcuni principi locali Hyksos collaborazionisti.

Gli Hyksos non erano una nazione come gli accadi, gli amorrei, gli hurriri, gli huttiti e gli elamiti, ma una federazione di popoli asiatici nomadi, perciò lo storico egizio Manetone (III secolo a.c.), citato dallo storico ebreo Giuseppe Flavio (I secolo d.c.), non li ha descritti come un popolo; non avevano una cultura omogenea e perciò assorbirono facilmente la cultura egiziana e si fecero in parte assimilare. Ad Avaris gli Hyksos, con il solito sincretismo religioso che ha attraversato tutte le religioni, adoravano il dio Seth, già adorato dagli egiziani, che rappresentava un ippopotamo.

Seth era da loro identificato con il dio Baal di Palestina, la dea Astarte era la sua consorte; comunque, gli Hyksos adottarono anche il dio sole egiziano Ra, che doveva aprire la strada al monoteismo egiziano che ispirò Mosè nel XV secolo a.c. e il faraone Amenofi IV nel XIV secolo a.c.; insomma, anche se il faraone adottò il monoteismo, l’idea era nell’aria anche prima di lui. Se la cacciata degli Hyksos precede di oltre un secolo l’esodo ebraico e quindi, per i più, il fatto non sembra unire la sorte di Hyksos ed ebrei, per altri versi, gli ebrei hanno dimostrato, prima di Cristo e dopo di Cristo di essere stati, lungo i secoli, di casa in Egitto.

In guerra gli Hyksos si servivano prevalentemente di carro e cavallo, peraltro già conosciuti dagli egiziani, in Egitto, come avrebbero fatto gi ebrei in Israele, avevano riunito diverse tribù semite, i loro capi erano detti i re pastori (Manetone), anche i condottieri ed i sommi sacerdoti di Israele erano chiamati pastori e avevano come simbolo del potere il pastorale. Gli Hyksos, dalla loro vecchia capitale di Avaris, s’installarono a Menphis e, come segno di sovranità sul territorio, prelevavano tributi nel Basso e dall’Alto Egitto; alcuni di loro portavano il nome semitico di Hur, un loro sovrano portava il nome Horus, che significava sovrano delle regioni.

Secondo il papiro di Torino, il quarto sovrano Hyksos fu Apophis I che, per la ragion di stato, adottò un nome egiziano, come fecero anche i re vichinghi in Russia che, ad un cero punto, adottarono nomi slavi; Apophis I perciò volle farsi egiziano, fu lungimirante e sotto di lui egizi e Hyksos furono in buoni rapporti. Purtroppo, sotto il faraone Kamose, della XVII dinastia con sede a Tebe, gli egiziani si ribellarono e nel 1567 gli Hyksos furono cacciati.

Sotto gli hyksos, la Nubia era indipendente ed i dominatori avevano conservato le tradizioni del Medio Regno; durante la dominazione Hyksos ad Assuan vi erano anche popolazioni camitiche della Bassa Nubia, ingaggiate come mercenari, come truppe ausiliarie, ricognitori e fanteria leggera; avevano il ruolo degli ascari delle moderne potenze coloniali europee. Furono usati da Kamose nella sua campagna contro gli Hyksos; questi nubiani adottarono i costumi egiziani ed hanno continuato a servire nell’esercito e nella polizia egiziana fino ad oggi.

Tra i nomadi mesopotamici di schiatta semitica vi era la tribù dei Beniaminiti, erano semiti occidentali nomadi, pastori di pecore e razziatori; allora i semiti occidentali erano genericamente chiamati amorriti, provenivano dal deserto siriaco ed erravano tra Siria e Mesopotamia. I Beniaminiti erano una popolazione turbolenta ed una confederazione di tribù, erano diretti da sceicchi e facevano scorrerie saccheggiando anche città, erano imparentati con la tribù dei Rabbin e con il popolo degli Habiru, da cui potrebbe essere derivato il termine di ebreo, anche loro nomadi e semiti occidentali (“Storia del Mondo Antico” Università di Cambridge – Volume II – Garzanti editore).

Insomma popolazioni semite, tra cui gli ebrei, penetrarono in Egitto prima degli Hyksos, al seguito degli Hyksos e successivamente alla loro dominazione; secondo la bibbia, lasciarono il paese sotto Mosè, dopo che questo ebbe preso molte idee dal monoteismo egiziano; in Egitto, come in India, esisteva il rispetto verso gli animali e vi coabitavano monoteismo e politeismo. Quando gli Hyksos si diffusero nel Delta, gli Hurriti penetrarono in Siria settentrionale, la decadenza degli imperi offriva occasione d’invasione ad altre popolazioni, anche Bisanzio, attraverso questo processo, avrebbe favorito prima l’espansione araba e poi quella turca.

Secondo la bibbia, la tribù ebraica di Beniamino, una delle dodici, che abitava in mezzo alla tribù di Giuda e dominava a Gerusalemme, fu la prima a disperdersi, anche prima della deportazione che colpì le dieci tribù Israele al nord, causata dalla dominazione assira che fece una pulizia etnica. Secondo la mitologia biblica, i membri della tribù di Beniamino violentarono e procurarono la morte di una concubina appartenente ad un’altra tribù ebraica (Giudici 19-21), il che fece nascere una guerra con le altre tribù ebraiche che provocò lo sterminio e la dispersione dei Beniaminiti, alcuni di loro sopravvissero perché riuscirono a rapire e sposare donne di tribù non ebraiche.

Nel II secolo San Paolo di Tarso diceva di discendere dalla tribù di Beniamino, probabilmente Paolo, fondatore del cattolicesimo, era lo pseudonimo del vescovo gnostico Marcione del Ponto, entrambi dell’Asia Minore; nei Balcani i re merovingi di Meroveo (dal V all’VIII secolo d.c.), a capo delle tribù germaniche dei franchi, affermavano di discendere dalla tribù ebraica di Beniamino. Nel IX secolo d.c. il regno cazaro del Volga, per la ragion di stato, cioè per difendersi e preservare la sua autonomia da russi ortodossi e da turchi islamici, si convertì all’ebraismo (“La tredicesima tribù” di Arthur Koestler – Utet Editore); il che significa che anche l’ebraismo, prima di essere stato stopppato dalla chiesa e dall’Islam, aveva fatto del proselitismo.

Però sfruttare il nome di Beniamino era solo propaganda, lo stato, prima di falsificare le statistiche, ha sempre falsificato la storia; nella ricerca del consenso e della governabilità, i sovrani a volte rivendicavano un’origine o una natura divina, a volte affermavano di discendere da personaggi mitici, da popoli mitici e da animali mitici, che mettevano anche sul loro stemma; visto che la tribù di Beniamino era scomparsa o dispersa, si poteva utilizzare a tale fine anche il suo nome. Si dice anche che in India esistano i discendenti della tribù ebraica di Manasse (che sembra una parola egiziana), però questo potrebbe essere vero.

Secondo la mitologia biblica e conformemente ai costumi dei popoli, la tribù di Beniamino, nella divisione di Canaan o Palestina occupata dagli ebrei di Giosuè, ottenne la città di Gerusalemme, già appartenuta ai Gebusei e dove era già adorato Geova, il Dio che poi fu di Israele; poi fu attaccata dalle altre tribù, decimata e si trasferì nel Danubio, dando origine ai merovingi franchi. (“I segreti del codice da Vinci” di Dan Bernstein – Sterling & Kupfer Editore)

I merovingi di Francia provenivano dall’Asia Minore, arrivarono nel Mar Nero, nel Danubio e nei Balcani, affermavano di discendere da Beniamino e dal Messia per linea materna, il loro simbolo era il giglio che, secondo le norme ebraiche, ricordava la loro discendenza materna da Maria (“La Linea del sangue del Santo Graal” di Laurence Gardner – Newton Editore).
A causa di guerre, ambizioni territoriali, rivalità economiche e antipatie culturali, tanti popoli sono stati sterminati, scacciati dalle loro terre o assimilati, in pratica sono scomparsi per la storia; gli ebrei sono stati colpiti duramente da tanti popoli, soprattutto per cause religiose, ma non sono scomparsi perché attaccati alla loro fede ed alle loro prescrizioni religiose e secondariamente perché contrari ufficialmente, per evitare contaminazioni culturali, ai matrimoni misti, il che ne impedì durante la dispersione l’assimilazione.

Nunzio Miccoli http://www.viruslibertario.it; njumicco@tin.it

Note: bibliografia citata nel testo


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