14/09/2012, 16:05
23/02/2014, 15:48
30/03/2014, 22:38
"Dimmi, Signore, dimmi se la mia infanzia successe ad altra mia età morta prima di essa? E prima ancora di quella vita, o Dio, mia gioia, fui io forse in qualche luogo o in qualche corpo?"
"L’anima non ha principio né fine. Ogni anima entra in questo mondo fortificata dalle vittorie oppure indebolita dai difetti della vita precedente. Il suo posto in questo mondo, quasi dimora destinata all’onore o al disonore, è determinato dai suoi precedenti meriti. Il suo operato in questo mondo determina il posto che essa avrà nel mondo successivo Non è forse più conforme a ragione che ogni anima, per certe misteriose ragioni, venga introdotta in un corpo e ivi introdotta secondo i suoi meriti e le sue precedenti azioni?"
31/03/2014, 22:13
01/04/2014, 18:28
quisquis ha scritto:
Io penso che in una discussione sulla reincarnazione non si possa prescindere dal tema di fondo che dividue due millenarie tradizioni spirituali come il buddhismo e l'induismo: chi è che rinasce?
01/04/2014, 21:25
blualien ha scritto:
Infatti, anche il buddhismo distingue tra "realtà/verità relativa" (che è il mondo fenomenico così come lo percepiamo attraverso i sensi) e "realtà/verità assoluta" (la dimensione non-duale, rispetto alla quale nulla nasce, nulla muore e nulla rinasce), però non si considera la realtà relativa meno "vera" di quella assoluta: sono invece due facce della stessa medaglia, complementari ed entrambe vere.
Inoltre, pure nel buddhismo non c'è un "io" (inteso come intrinsecamente esistente) che si reincarna, poiché esso esiste come condizione di un'unione di aggregati (che compongono l'organismo psico-fisico), i quali si disgregano al termine della vita, per poi ricomporsi in altre forme; tuttavia c'è un continuum mentale che preesisteva alla nostra nascita e continuerà dopo la nostra morte, almeno fino a quando non riusciamo a liberarci dall'esistenza ciclica.
02/04/2014, 01:17
quisquis ha scritto:
L'induismo pone l'accento sul jiva incarnato che deve riuscire ad "uscire" dal ciclo delle rinascite.
quisquis ha scritto:
Ma non c'è nemmeno totale discontinuità perché una fiamma ne ha alimentato un'altra, ma appunto è un'altra.
quisquis ha scritto:
Nasce un altro individuo (un'altra candela), il primo è andato per sempre.
02/04/2014, 01:46
02/04/2014, 05:31
blualien ha scritto:
No, perché nella metafora l'individuo non è solo la candela (che rappresenta il corpo fisico) ma anche la fiamma (il fuoco è un flusso di energia come la mente è un flusso di coscienza).
02/04/2014, 10:22
quisquis ha scritto:
in ogni caso (semplificando) nel binomio fiamma + candela la nuova candela accesa è appunto un'altra, quindi l'identità del composto in ogni caso muta.
02/04/2014, 21:52
03/04/2014, 00:35
quisquis ha scritto:
per i buddhisti, soprattutto quelli hinayana, la nascita umana è molto molto rara;
quisquis ha scritto:
E' una divergenza interessante; a me sembra che il punto di vista indù sia più logico e consequenziale di quello buddhista
quisquis ha scritto:
Altra cosa simpatica: sempre Shivananda parla della possibilità per il jiva di rinascere non solo in regni non fisici come i classici "loka" (luoghi) celesti o inferi (mai considerati eterni, entrambi, ma sempre condizionati) ma anche in pianeti fisici distinti dal pianeta Terra.
quisquis ha scritto:
Quindi, aggiungo io, se questa visione del mondo fosse vera (tutto da dimostrare ma questo è un altro discorso) e se davvero esistessero uomini su altri pianeti, niente di più naturale per un uomo terrestre, per via di legge di affinità, che rinascere uomo altrove e viceversa (sempre che i suoi samskaras ce lo portino, certo se uno vive , per dire, la vita del cinghiale in corpo umano la cosa si fa difficile perché i samskaras prendono altre direzioni).
quisquis ha scritto:
se davvero esistessero uomini su altri pianeti
04/04/2014, 09:36
Atlanticus81 ha scritto:
Immaginiamo l'energia che forma e origina l'anima come un segnale tv emesso da un trasmettitore.
Che sia un apparecchio a riceverlo o un miliardo (i corpi) nulla cambia per il segnale. Dipende dalla televisione su quale canale/frequenza sia sintonizzato per ricevere il segnale (l'anima).
E la sintonizzazione alta o bassa dipende dal livello raggiunto dalla propria evoluzione.
05/04/2014, 23:35
Atlanticus81 ha scritto:
La teoria implica che la morte della coscienza semplicemente non esista. Esiste solo sotto forma di pensiero, perché le persone si identificano con il loro corpo credendo che questo prima o poi morirà e che la coscienza a sua volta scomparirà. Se il corpo genera coscienza, allora questa muore quando il corpo muore, ma se invece il corpo la riceve nello stesso modo in cui un decoder riceve dei segnali satellitari, allora questo vuol dire non finirà con la morte fisica. In realtà, la coscienza esiste al di fuori dei vincoli di tempo e spazio.
10/04/2014, 13:14