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Trinacria: il Femminino Sacro e il sole dei Siculo-sicani
di Monica Casalini
La Trinacria è certamente uno dei simboli più italici e nel nostro paese è conosciuto praticamente da tutti. Almeno a livello visivo. L'immagine in sé è molto semplice anche se la sua valenza simbolica è decisamente complessa.
Il disegno parte dal centro con un viso di donna attorniato da quattro serpenti; dietro la testa spicca un paio d'ali e il tutto è contornato da tre gambe piegate che sembrano formare una spirale; infine, dall'attaccatura della gambe spuntano spighe di grano. Siamo abituati a vederlo sullo sfondo giallo/rosso della bandiera siciliana, tuttavia esso non nasce affatto come simbolo della Sicilia...
Ma prima vediamo cosa rappresenta esattamente.
Simbologia arcana
Il volto è quello della Gorgone Medusa, una delle tre figlie di Forco e Ceto, due mostri marini, l'unica a non essere immortale. Nella mitologia classica si racconta che per aver offeso Atena con la propria vanità fu trasformata dalla stessa in una donna con i capelli di serpe e lo sguardo pietrificante. Tuttavia ogni mito classico trae origini da tradizioni molto più antiche e qui siamo chiaramente di fronte al culto della Grande Madre, nell'accezione di Dea dei Serpenti. Quest'ultima appare in tutte le culture antiche quale personificazione del potere creativo e rigenerativo femminile della Dea arcaica, nonché Potnia Theron*, sciamana e donna di sapere. Un culto vastissimo che per millenni ha dominato indiscutibilmente ogni angolo del mondo.
La trasformazione degenerativa da Dea a Mostro è avvenuta lentamente, ma inesorabilmente, per mano di un patriarcato che sin da subito operò una vera e propria campagna denigratoria ai danni della donna, troppo potente all'epoca poiché detentrice del potere massimo: quello temporale.
Si è così assistito ad una costante caduta dal trono delle divinità femminili a pari passo con la perdita di privilegi di cui la donna godeva; fino ad arrivare al periodo più buio della storia: la demonizzazione ad opera della Chiesa Cattolica durante il Medio Evo. Non a caso Medusa, fra le tre sorelle di cui è Regina, rappresenta la perversione intellettuale: nel processo esecrante si voleva innanzi tutto colpire la conoscenza, che al tempo era solo misterica e appannaggio femminile (non per motivi dittatoriali da parte della donna, sia ben chiaro, bensì perché le donne sin dal paleolitico erano state considerate le detentrici della vita - grazie al parto - e quindi dei culti correlati al ciclo mestruale in connessione con la Luna e le maree).
Quello che è certo, comunque, è che sullo stemma c'è proprio Medusa, in quanto figura molto sentita in tutto il mediterraneo e in particolar modo nella zona sicula.
Anche le ali fanno parte della sua iconografia infatti si racconta che ogni Gorgone avesse le ali d'oro. Questo attributo è proviene dall'idea di regalità celeste, propria di ogni Grande Dea. Sono tantissime le dee-Regine che nei millenni compaiono alate, come ad esempio Iside, Nike, Iris, Vanth, Lilith, Astarte e tutte le Dee che hanno a che fare con la padronanza dei mondi, più specificamente con il mondo terreno e quello ultraterreno. Medusa, così come altre, era anche sovrana degli Inferi.
Infine lo sguardo che impietrisce. Si tratta ancora una volta di una peculiarità prettamente divina che determina l'immane grandezza e lo splendore di una dea o di un dio, la cui potenza è talmente forte che il solo guardarli negli occhi può (a seconda della religione): accecare, impietrire, polverizzare, uccidere... Ancora oggi gli insegnamenti cattolici raccontano che lo sguardo di Dio potrebbe accecare chiunque volesse incrociarlo, tanto è il suo fulgore.
Veniamo ora alle tre gambe che contraddistinguono la Trinacria in sé. Esse sono l'attributo che genera il nome stesso del simbolo: Trinacria deriva dal greco treis (tre) e àkra (promontori), in riferimento ai tre angoli della Sicilia, in senso orario: Capo Lilibéo ad ovest, Capo Peloro a nord-est e Capo Pachino a sud-est. Ma il primo riferimento scritto alla forma triangolare della Sicilia fu fatto da Omero che nell'Odissea la chiama Thrinakie, cioè "forma tridentata"; solo più tardi acquisì il nome odierno. Quello che è certo è che le tre gambe indicano tre luoghi e in tarda età il collegamento era semplice da fare: piede = camminare = luogo.
Ma anticamente le tre gambe della Dea erano il simbolo di qualcos'altro, un richiamo atavico alla sacra unione ierogamica e al culto solare. D'altronde è dalle gambe che nascono le spighe di grano che indicano la straordinaria fertilità di quelle terre... e c'è da scommettere che nessun altro posto, se non l'interno delle gambe di donna, sia più indicato a far germogliare tale fertilità.
Tre volte perfetta
Vediamo il motivo della posizione piegata delle gambe. Innanzi tutto non è un caso che la Trinacria sia così simile al Triskell (detto anche triskelion, triscele e nella variante triquetra) e il significato primo - a parte quelli pratici - è il Tre Sacro, ovvero il numero perfetto, quello che mantiene in equilibrio tutti i mondi e l'Universo stesso. Il TRE rappresenta il 2 femminile in unione con l'uno maschile; rappresenta anche le tre tappe della vita, le tre fasi lunari, e quindi si porta dietro tutta la lunga storia delle divinità trine: Hecate, Brigit, le Moire, fino ad arrivare alle tre Marie e alla Santissima Trinità di Dio. La stessa Dea è triplice e possiede gli aspetti di Vergine, Madre e Crona. Il numero TRE ci accompagna sin dagli arbori della vita, poiché maschio e femmina insieme danno vita al terzo elemento della famiglia nell'equazione dell'1-1-1. Il tre volte perfetto.
Il Triskell, di suo, si origina dalle tre spirali (il nome viene da tri = tre e askell = ali), che già di loro sono attributo classico della Dea, ma in questo caso sembrano essere congiunte ierogamicamente, come se le due inferiori richiamassero le gambe aperte della Dea in unione alla spirale superiore che rappresenterebbe il fallo maschile. Lo metto al condizionale e aggiungo (per i puristi che stanno già fremendo) che ci sono molte interpretazioni in questo senso e che persino la funzione del fallo maschile in età remota veniva espletata autonomamente dalla Dea: ella era il Tutto, maschile/femminile insieme perciò non aveva bisogno di una controparte maschile atta alla generazione. E' per questo motivo che torniamo un passo indietro ai serpenti che pur avendo anche una connotazione maschile, essi sono mutevoli e rigeneranti così come lo è la Dea, perciò diventano anch'essi simbolo dell'androginia della Dea stessa.
Da Creta alla Sicilia
Il Triskell è comunemente pensato come un simbolo celtico, proprio dell'Irlanda e di tutta la mitologia nordica. In parte è così, ma esso deriva proprio da quello che oggi conosciamo come Trinacria e non il contrario. Torniamo per un momento ad Omero: egli ci racconta che Minosse partì da Creta all'inseguimento di Dedalo e sbarcò quindi in Sicilia.
Perciò ci suggerisce che il simbolo potrebbe essere arrivato grazie al popolo Minoico-miceneo. E in effetti sono storicamente noti i rapporti tra Creta e Sicilia, dunque tale ipotesi è più che probabile. La conferma però è arrivata solo nel 1962 quando nella zona di Agrigento, a seguito di alcuni lavori, venne rinvenuto un vaso in ceramica al cui interno vi era una Trinacria, ma priva di gorgòneion. Il reperto risaliva al VII secolo a.C. ed è quindi il più antico mai ritrovato con questa precisa forma.
Un disegno semplice costituito da un cerchio con un viso abbozzato da cui spuntano tre gambe veniva utilizzato anche in Medioriente accanto alla figura del dio fenicio Baal, così come attestato da una stele in cui il dio è sormontato da tale simbolo in comunione con la luna.
E quindi lecito supporre che la Trinacria nasca come simbolo religioso connesso al culto solare. In effetti non è difficile vederci un sole con i raggi, soprattutto quando raffigurato accanto alla Luna. Fra l'altro, nella suddetta stele, si vede Baal che tiene in mano quello che può sembrare un simbolo fallico, ovvero un ramo da cui spuntano due foglie. Questa immagine ci restituisce quindi un dio-paredro della Dea, un dio vegetativo connesso al cambio stagionale (e quindi di nuovo al Sole), infatti Baal era anche un dio triplice che rappresentava la primavera, l'estate e l'inverno.
Il ramo che tiene in mano è inoltre determinante per l'idea di fertilità, poiché il bastone è legato all'Elemento Fuoco (maschile) che insieme al suo opposto femminile (l'Acqua) dà vita alla vita. Ancora oggi nelle nostre carte da gioco italiane l'Asso di Bastoni è un ramo da cui spuntano foglie e fiori ed è collegato al Fuoco. Mentre l'Acqua è rappresentata dal seme di Coppe. E dov'è la coppa nella Stele? Facile: è la Luna, che scolpita come una falce all'in su, ha la forma perfetta di un calice (ovvero l'utero femminile).
Ancora oggi in Sicilia è tradizionale un biscotto molto particolare fatto a forma di ramo spiralico pieno di gemme. Insomma, il pezzi di un puzzle che vanno a posto da soli.
Dalla Sicilia al Nord Europa
Gli scambi commerciali che interessarono i popoli mediterranei con quelli del nord Europa sono attestati da diversi reperti e documenti storici. La somiglianza nelle caratteristiche di alcune divinità e negli stessi nomi di feste religiose tra gli uni e gli altri popoli forniscono la testimonianza di un vivo e ricco avvicendamento di idee, allegorie, culti e tutto ciò che fa parte degli usi e costumi delle varie popolazioni.
Ecco quindi che, ancora in epoca molto antica, la Trinacria passa dalle calde acque mediterranee a quelle gelide dei mari del nord. Cambia un po' il nome e il disegno si fa più stilizzato, ma la sostanza rimane la stessa: il Triskell divine anche lì il simbolo indiscusso della triplice manifestazione della Dea Madre, in tutte le sue forme. E' anche un emblema solare e il suo potere si esprime nei Tre Cerchi dell’essere o della manifestazione: Ceugant, il Mondo dell’Assoluto; Gwynwydd, il Mondo Spirituale dell’Aldilà e Abred, il Mondo Umano o della Prova. E ancora in Abred esso esplica i tre aspetti del mondo materiale: la Terra, l’Acqua e il Cielo, che con il loro movimento spiralico generano il quarto Elemento, cioè il Fuoco, simboleggiato dal cerchio che racchiude il Triskell stesso.
Nel 1072 i Normanni si spinsero giù per lo stivale italico fino ad arrivare in Sicilia. E quando fecero ritorno a casa, con loro portavano anche l'ormai nota e consolidata Trinacria. Gli abitanti dell'isola di Man ne furono evidentemente affascinati, poiché la scelsero come simbolo della loro terra in sostituzione a quello che avevano avuto per centinaia di anni: un vascello di origine scandinava. Ed è facile capire perché: sull'isola, sin da tempo immemore, si celebravano rituali in occasione del solstizio estivo in cui gli Elementi Acqua e Fuoco la fanno da padroni. Basti pensare poi alle nostre tradizioni popolari legate alla festa di San Giovanni; a tal proposito va detto che la cittadina di Man sorta sul luogo delle antiche cerimonie pagane oggi si chiama St. John.
Recentemente il Triskell è stato ripreso anche nello stemma della Provincia di Monza e Brianza; quest'ultima trae il suo nome dal termine celtico brig (= altura) in riferimento alla conformazione della zona. L'epiteto della dea Brigit che abbiamo visto all'inizio è proprio "l'altissima" e il Triskell era uno dei suoi simboli divini che rappresentavano le sue tre caratteristiche principali: custode del Fuoco Sacro, dispensatrice della Luce della Conoscenza e patrona di Arti e Mestieri (oltre al fatto che lei stessa era tre dee-sorelle in una).
Il Sole Divino e la ruota del tempo
Un passo della Divina Commedia di Dante Alighieri recita così:
"E la bella Trinacria, che caliga
tra Pachino e Peloro, sopra 'l golfo
che riceve da Euro maggior briga,
non per Tifeo ma per nascente solfo..."
Pachino e Peloro sono i due promontori ad est che per primi ricevono la luce del Sole, che Dante chiama "solfo" ovvero lo zolfo, il minerale giallo comunemente accostato al Sole. Inoltre sembra che il vaso ritrovato presso Agrigento fosse sfuggito da una stipe votiva annessa ad una sorgente sulfurea sacra. Perciò di nuovo riferimenti all'Acqua e al Fuoco.
I motivi per cui la Trinacria è legata al nostro astro splendente sono molteplici e uno in particolare è degno di nota: la svastica. A parte il brevissimo periodo in cui fu adottata da Hitler per i suoi distorti propositi, essa è, come ben sappiamo, il simbolo solare per eccellenza: è la croce uncinata che da sempre rappresenta i raggi del Sole e la loro potenza, o meglio la loro "vibrazione" come il tratto a zig-zag suggerisce. La svastica (così come la croce solare di cui è sinonimo) è presente in tutto il mondo da Oriente ad Occidente e tocca più o meno tutti i popoli e le culture.
Gli studiosi concordano sul fatto che Triskell/Trinacria e Svastica/Croce-cerchiata sono due diversi modi per indicare lo stesso concetto, quello del culto solare.
Esiste un dipinto mesoamericano che raffigura il dio Yacatecuhtli nell'atto di portare una croce sulle spalle, proprio come le più conosciute rappresentazioni di Gesù. Tale croce sta a simboleggiare le quattro stagioni; ebbene sui quattro cardini della stessa ci sono altrettante impronte di piede... il che ci riporta ai piedi della Trinacria. Ecco quindi un altro collegamento tra Trinacria e svastica/croce solare. Ora la domanda è: perché piedi e gambe insieme ad un simbolo solare? Io suggerisco l'ipotesi che sci si riferisca all'avanzare del tempo, ovvero al cammino del Sole che comporta il cambio stagionale.
Dal Nord Europa al resto del mondo
I simboli sono archetipi, perciò è innata la loro natura a manifestarsi in tutto il mondo e in tutte le epoche seppur con significati apparentemente diversi. E così, dovendomi rinfrescare in una torrida giornata durante un soggiorno a Singapore, vidi la Trinacria spuntare dall'etichetta di un'acqua prodotta in zona. Si chiama Three Legs (tre gambe) ed è una specie di acqua medicale specifica per quando si ha molto caldo. Acqua... Fuoco... nell'eterno con-fondersi degli opposti. Singapore è un'isola che in passato fu particolarmente appetibile data la sua posizione geografica favorevole agli scambia via mare. Ecco perché è da sempre il porto più importante dell'Asia. Per molto tempo fu una colonia inglese e rimase tale fino al 1966; è facile quindi capire come mai la Triskell-Trinacria sia finita fin laggiù. D'altronde... ha buoni piedi!
In un paesino estone di appena 200 anime chiamato Karja vi è una particolare chiesa-fortezza intitolata a Santa Caterina. Si tratta di una costruzione risalente al 1200 ed è rinomata in tutto il mondo per i suoi bizzarri affreschi pieni di simboli esoterici ed ermetici. Uno in particolare interessa la nostra ricerca ed è quello di una Trinacria con tre gambe, disegnate diversamente, al centro delle quali vi è un triangolo bianco con all'interno un ulteriore triangolo rosso. E' un chiaro riferimento ai genitali femminili - su questo non c'è dubbio - tuttavia sarebbe interessante capire come sia arrivata in Estonia e soprattutto perché sia stata dipinta in una chiesa. Il disegno è inoltre contornato da decine di stelle a otto punte, ovvero la stilizzazione della Ruota dell'Anno, una specie di "calendario" con le otto festività antiche (pagane) più importanti: i Solstizi, gli Equinozi e i 4 Sabba Maggiori. Un vero rompicapo.
Infine una vera curiosità. La bandiera della Repubblica di Inguscezia (in Russia) raffigura probabilemnte uno dei primissimi disegni stilizzati della Trinacria: un cerchio da cui spuntano tre piccoli ganci. Non è ben chiara l'origine specifica della scelta, ma sono più che convinta che il colore rosso del simbolo centrale non sia affatto una coincidenza.
Conclusioni
Tanti sono gli aspetti manifesti o meno della Trinacria; un emblema che sembra avere più gambe del dovuto quasi a voler simboleggiare la folla di persone che si sono inchinate di fronte a Lei sin dalla notte dei tempi, in tutto il mondo. E anche la sua stessa storia, così ricca di avvenimenti, sembra volerci spronare ad andare avanti nonostante tutto, nonostante lo scorrere inesorabile del tempo. Come se volesse dirci "Avanti! Gambe in spalla!".
* NOTA
Potnia Theron kai Phyton significa letteramente "Potente Signora delle belve e delle piante" e il termine si utilizza per indicare parte del culto del Femminino Sacro in cui la Divinità era vista come una donna libera e selvaggia, madre e vergine al cntempo, sovrana e sacerdotessa. Le Dee che appartengono a questo genere sono parecchie, ma basti ricordare: Artemide, Cybele, Inanna, ecc...
Crediti
http://www.lereviviscenze.com/il%20Triskele.htm
http://www.grifasi-sicilia.com/trinacria.htm
http://it.wikipedia.org/wiki/Medusa_%28mitologia%29
http://it.wikipedia.org/wiki/Isola_di_Sicilia
http://it.wikipedia.org/wiki/Triscele
http://it.wikipedia.org/wiki/Triquetra
http://it.wikipedia.org/wiki/Inguscezia
http://www.ninniradicini.it/articoli/tr ... icilia.htm
http://www.csssstrinakria.org/trinacria.htm
http://istitutoartecatania.myblog.it/ar ... edusa.html
03/12/2014, 10:19
«Ed io ho visto; è superiore a qualsiasi cosa si possa dire in merito; già le piramidi sono al di sopra di ogni possibile descrizione, ma il Labirinto vince il confronto anche con le piramidi».
Nel labirinto non ci si perde. Nel labirinto ci si trova. Nel labirinto non si incontra il minotauro. Nel labirinto si incontra se stessi.
Kern
http://altrogiornale.org/tra-spirali-labirinti-e-danze-sacre/
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15/03/2016, 21:09
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