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 Oggetto del messaggio: IL CASO MARSILIO FICINO
MessaggioInviato: 15/05/2011, 03:52 
Dalla discussione di Palazzo Besta , grazie al magnifico lavoro di insider di Riccardo Magnani , stanno emergendo molte cose nuove .

L' Accademia dei Neoplatonici e Marsilio Ficino.

http://it.wikipedia.org/wiki/Marsilio_Ficino

Marsilio e Leonardo furono alla Corte dei Medici per molti anni, e anche se non abbiamo ( mi sembra ) scritti di Leonardo su Marsilio, dubito molto che non si conoscessero .


Ma chi era realmente Marsilio Ficino e di cosa si occupava ?

Sappiamo che Cosimo de Medici lo incaricò di tradurre e studiare il



CORPUS HERMETICUM



http://it.wikipedia.org/wiki/Corpus_hermeticum


Ma fin qui nulla di particolarmente strano o ignoto.




Tempo fa, in circostanze che ho già raccontato, un incontro occasionale in treno al ritorno da Roma, ero andato a trovare Adriano Forgione,

ho conosciuto Silvano Vinceti.

Ci siamo messi ad urlare per 2 ore su Leonardo e la Corte dei Medici.

In particolare Silvano mi ha parlato di un suo libro :

Delitti e misteri del passato

http://www.ibs.it/code/9788817021913/ga ... i-del.html

E dell' assai probabile omicidio di

Giovanni Pico della Mirandola , e di come abbia potuto , alla Biblioteca Nazionale di Firenze , visionare , in microfilm , lettere scritte di pugno

da Giovanni Pico e da altri personaggi.


Horbene , a pag 99/101 Silvano riporta questi scritti, e anche se sono riportati tradotti in Italiano corrente e manca il numero di riferimento del catalogo degli originali e dei microfilm in archivio ,

non ho motivo di credere, vista la serietà del suo metodo di indagine e del livello dei suoi collaboratori , che siano dei fake.

Sconcertante è il testo di una lettera che Giovanni Pico indirizza a Marsilio Ficino dove lo accusa di praticare la Stregoneria :


L'incipit :

" La tua confessione mi ha impedito di dormire , Marsilio.

Non resterò il complice passivo delle tue deviazioni e dei tuoi crimini.

Li impedirò denunciandoli ... "



La lunga lettera prosegue descrivendo il fatto che Marsilio avrebbe fabbricato dei Talismani e altre Sorti .

Una cosa che in effetti, di recente , faceva anche Wanna Marchi, ma è il tono della lettera che lascia sbigottiti .

Giovanni Pico si rivolge al capo indiscusso dei Neoplatonici trattandolo come un pericoloso Negromante.



Ma questo è roba da ridere al confronto di quello che Vinceti riporta in un' altra lettera , scritta da Camilla Rucellai a Marsilio Ficino.

La Camilla Rucellai : sul net ho trovato poco :

da wiki apprendo che fu la prima moglie di Franceso di Bartolomeo del Giocondo

http://it.wikipedia.org/wiki/Francesco_ ... l_Giocondo

il quale, in terze nozze sposò Lisa Gheradini , la futura e celebre GIOCONDA.( o almeno così si dice ... )



Vinceti scrive , a pag 99 op cit. che la Camilla Rucellai era a capo della potente Setta degli Astrologi , e di come fosse assai temuta e considerata,

visto che aveva predetto la data precisa della morte di Lorenzo de Medici , di Luigi IX ,di Papa innocenzo VIII et altri ...

La lettera parla di come la Rucellai intimasse a Marsilio Ficino di recuperare un libro che Giovanni Pico aveva scritto contro gli Astrologi :



" Ti abbiamo scelto. Ti abbiamo protetto. Ti abbiamo iniziato.

Condividi i nostri segreti. Sai cosa ci devi. Hai fallito la tua missione.

Dopo la morte del nostro nemico hai fallito. Non è la prima volta che la

tua viltà ci allarma. Ma questa volta ci metti tutti in pericolo ... "




Il tono della lettera è sbalorditivo. Chi poteva permettersi di parlare in questo modo a un uomo che nella Firenze di allora era in una posizione
dominante e intoccabile ?


Penso che Riccardo Magnani stia cominciando ad individuare una zona d'ombra dietro alla storia ufficiale di quel periodo decisamente interessante.

E inquietante.


zio ot



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MessaggioInviato: 15/05/2011, 08:56 
ora si ragiona e si capira' una volta per tutte a cosa serviva p. besta [}:)]


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MessaggioInviato: 15/05/2011, 09:31 
Cita:
Messaggio di barionu
Horbene , a pag 99/101 Silvano riporta questi scritti, e anche se sono riportati tradotti in Italiano corrente e manca il numero di riferimento del catalogo degli originali e dei microfilm in archivio ,
non ho motivo di credere, vista la serietà del suo metodo di indagine e del livello dei suoi collaboratori , che siano dei fake.
Sconcertante è il testo di una lettera che Giovanni Pico indirizza a Marsilio Ficino dove lo accusa di praticare la Stregoneria :

L'incipit :
" La tua confessione mi ha impedito di dormire , Marsilio.
Non resterò il complice passivo delle tue deviazioni e dei tuoi crimini.
Li impedirò denunciandoli ... "


(...)

La lettera parla di come la Rucellai intimasse a Marsilio Ficino di recuperare un libro che Giovanni Pico aveva scritto contro gli Astrologi :

" Ti abbiamo scelto. Ti abbiamo protetto. Ti abbiamo iniziato.
Condividi i nostri segreti. Sai cosa ci devi. Hai fallito la tua missione.
Dopo la morte del nostro nemico hai fallito. Non è la prima volta che la
tua viltà ci allarma. Ma questa volta ci metti tutti in pericolo ... "


(...)

E inquietante.



No, è un feuilleton.

Sembrano frasi prese da "I misteri di Parigi" di Eugene Sue (non dico "Il conte di Montecristo" di Dumas perché sarebbe un modello troppo alto). Anzi... il linguaggio non è neppure ottocentesco ma moderno.
E fino a quando non verranno forniti i riferimenti che permettano di verificare la realtà di quelle lettere e di quelle frasi, non potranno essere considerate altro che capitoli di un romanzo. Gli studiosi seri quando pubblicano documenti inediti forniscono tutti i riferimenti precisi. Sanno benissimo che in mancanza di questo le loro affermazioni non avrebbero alcun valore.

L'unico modo che ha Vinceti per far sì che le sue affermazioni possano essere credute è fornire il testo originale e i riferimenti ai documenti.
Che poi se sono stati consultati in microfilm e non in originale, significa che si tratta di documenti ben conosciuti e Vinceti non è sicuramente il primo ad averli letti. Se ne sarebbe accorto solo lui di quelle frasi da 007? No... non torna niente.


Ultima modifica di Trystero il 15/05/2011, 09:32, modificato 1 volta in totale.


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Vorrei proporre alla benevola considerazione del lettore una teoria che potrà sembrare paradossale e sovversiva. La teoria è questa: che sarebbe opportuno non prestare fede a una proposizione fino a quando non vi sia un fondato motivo per presupporla vera. (Bertrand Russell)
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MessaggioInviato: 15/05/2011, 13:32 
Cita:
L'unico modo che ha Vinceti per far sì che le sue affermazioni possano essere credute è fornire il testo originale e i riferimenti ai documenti.
Che poi se sono stati consultati in microfilm e non in originale, significa che si tratta di documenti ben conosciuti e Vinceti non è sicuramente il primo ad averli letti. Se ne sarebbe accorto solo lui di quelle frasi da 007? No... non torna niente.



Da filologo, non posso che essere d' accordo .

Ma conosco Silvano , e voglio approfondire l' argomento.

L' unica cosa che aggiungo è che Vinceti , a proposito della lettera della Rucellai , la definisce di dubbia autenticità, nel senso che non è sicuro

di chi sia veramente ' autore, ma è sicuro che sia indirizzata a Marsilio Ficino.

Da indagare ulteriormente.



zio ot


Ultima modifica di barionu il 15/05/2011, 13:34, modificato 1 volta in totale.


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Cerca in Ungheria, alla corte di Mattia Corvino, Zio...

Ma quante ne so?!?!

[:I]


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MessaggioInviato: 16/05/2011, 02:11 
Cita:
cit datry

No, è un feuilleton.

Sembrano frasi prese da "I misteri di Parigi" di Eugene Sue (non dico "Il conte di Montecristo" di Dumas perché sarebbe un modello troppo alto). Anzi... il linguaggio non è neppure ottocentesco ma moderno.



Sicuramente il linguaggio è stato traslato, l' Italiano " colto " del 1400/1500 ".

era molto diverso. Anche le costruzioni dei periodi mi lasciano perplesso.

Ma di questo ne parlo presto con Vinceti.

Non dimentichiamoci però che quel periodo era l' età d'oro delle cospirazioni, a cominciare dalla celebre

Congiura dei Pazzi

http://it.wikipedia.org/wiki/Congiura_dei_Pazzi


Molto interessante, anche se non ho letto il libro ,

http://rizzoli.rcslibri.corriere.it/lib ... netta.html

quello che lo studioso Marcello Simonetta
ha scoperto su Federico da Montefeltro e i codici criptati.

da approfondire.


Medici, omicidio su commissione

la verità sulla congiura dei Pazzi



dal nostro corrispondente ALBERTO FLORES D'ARCAIS


Giuliano de' Medici in un ritratto del Botticelli

NEW YORK - Grazie alla passione e alla certosina pazienza di uno studioso italiano, dopo oltre cinque secoli uno dei "misteri" della nostra storia passata - il complotto contro i fratelli Medici - è stato risolto. Il 26 aprile del 1478, domenica dell'Ascensione, un gruppo di sicari guidati da Francesco de' Pazzi uccise con diciannove pugnalate Giuliano de' Medici, mentre il fratello maggiore Lorenzo (il Magnifico) veniva ferito e riusciva a scampare alla morte rifugiandosi in sacrestia.

Oggi, 526 anni dopo i sanguinosi avvenimenti di quella domenica d'aprile - passati alla storia come la Congiura dei Pazzi - Marcello Simonetta, professore di storia e letteratura rinascimentale alla prestigiosa Wesleyan University in Connecticut, è riuscito a ricostruire tutti gli elementi del puzzle, "incastrando" con una prova documentale degna di un grande giallista uno dei protagonisti occulti di quella vicenda.


Un potente dell'epoca, un uomo che finora, sia nella cronache contemporanee che nelle ricostruzioni storiografiche successive era riuscito a restarne fuori, a passare indenne da ogni sospetto: Federico da Montefeltro.

La Congiura dei Pazzi viene di solito presentata come un "affare di famiglia", in cui i Pazzi - potente famiglia fiorentina gelosa della potenza e del carisma dei Medici - organizzarono un complotto per eliminare Lorenzo e Giuliano.

Dopo aver tentato di colpirli in diverse occasioni, facendo ricorso a "trucchi" e tradimenti, riuscirono a mettere in pratica il loro piano nel modo più sacrilego e spettacolare, agendo durante la messa solenne nella cattedrale di Firenze.


Quello che di solito non si dice, e che sui banchi di scuola non abbiamo imparato, è che dietro questa sanguinaria saga familiare si nasconde una vera e propria congiura internazionale, in cui fanno da sfondo, più o meno occulti, i grandi protagonisti dell'epoca: dal papa Sisto IV (Francesco Della Rovere) al nipote Girolamo Riario, dal re di Napoli Ferrante d'Aragona al duca di Urbino Federico da Montefeltro.

L'enigmatico profilo che del Montefeltro fece Piero della Francesca, e che campeggia in bella mostra in una sala degli Uffizi, nasconde dunque una vicenda esemplare della nostra storia passata, dove intrighi e tradimenti personali e familiari si mescolavano alla religione e alla politica, in cui un papato che aspirava a "conquistare" tutta l'Italia centrale non si tirava indietro, anzi promuoveva, complotti e orrendi delitti.


A Marcello Simonetta il capolavoro di Piero della Francesca non sarebbe stato sufficiente per risolvere il problema. Dalla sua il giovane professore (classe 1968) - uno dei tanti cervelli che il baronale sistema universitario italiano ha indotto, o costretto, a cercare fortuna all'estero - ha avuto anche un pizzico di fortuna, che si é manifestata sotto forma di un trattatello del Quattrocento che insegnava a decifrare i dispacci diplomatici dell'epoca.

L'autore del libretto è infatti Cicco Simonetta, Cancelliere degli Sforza a Milano, e antenato del professor Marcello. Studiando il trattatello Marcello Simonetta ha scoperto la chiave per decriptare una lettera cifrata che aveva trovato nell'archivio privato Ubaldini a Urbino,

una lettera inviata dal duca di Urbino ai suoi ambasciatori a Roma due mesi esatti prima che la Congiura dei Pazzi avesse luogo. In quella lettera ci sono le prove del coinvolgimento diretto di Federico da Montefeltro nella storica vicenda.


Decifrare quella lettera per il professore della Wesleyan University è stato tutt'altro che facile e gli ha richiesto parecchio tempo.

"Mi sono basato sulla frequenza delle vocali e la combinazione di alcuni gruppi di lettere. Credevo di non venirne mai a capo.

Alla fine, dopo circa un mese di lavoro, sono riuscito a penetrare il codice. Mi ha aiutato la ripetizione di una serie di simboli, che corrispondevano a sua santità, il papa Sisto IV".


Il risultato della ricerca è stato pubblicato su "Archivio storico italiano", una delle più importanti riviste in campo storiografico. Da quel documento - spiega il professor Simonetta - l'immagine di Federico da Montefeltro che ne viene fuori è profondamente machiavelliana: "Le sue "opere non furono leonine, ma di volpe", per usare la frase che Dante riferisce a Guido di Montefeltro, un antenato del duca sprofondato nell'Inferno.

E questo ci costringe a riconsiderare una visione del Rinascimento edulcorato, "neoplatonico e armonizzato", frutto di una grandiosa copertura ideologica". Il lavoro dello studioso italiano non finisce però qui.

Nel suo libro "Il Rinascimento segreto: il mondo del Segretario da Petrarca a Machiavelli", appena pubblicato dall'editore Franco Angeli approfondisce i segreti del mondo umanistico e cancelleresco con ulteriori novità documentali e interpretative.


(16 febbraio 2004 )

http://www.repubblica.it/2004/b/sezioni ... ml#Scene_1


Ultima modifica di barionu il 16/05/2011, 02:28, modificato 1 volta in totale.


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