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 Oggetto del messaggio: SANT' ANNA DI LEONARDO : IL RESTAURO
MessaggioInviato: 19/03/2012, 14:35 
Apro qui , ci vuole un topic dedicato ! [;)]

http://www.ansa.it/web/notizie/photosto ... 16735.html





zio ot [^]



_________________
http://www.ufoforum.it/topic.asp?TOPIC_ID=57
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MessaggioInviato: 20/03/2012, 22:55 
Un'interessante intervista a Cinzia Pasquali (restauratrice del dipinto):
http://www.altrapagina.it/ingrandimento ... Cat_Art_2=

"Prof.ssa Pasquali, ci può parlare della tecnica utilizzata da Leonardo per dipingere quest’opera? E a che periodo risale il dipinto?
«L’opera è realizzata con una tecnica abbastanza tipica dell’epoca. Il supporto in legno di pioppo (quattro tavole con due traverse orizzontali), é preparato con due strati di gesso: il “gesso grosso” e il “gesso sottile” sui quali si trova uno strato di bianco di piombo puro che ha come legante un emulsione a base d’olio e proteine animali. Nel suo “Trattato della pittura”, Leonardo insiste molto sull’importanza di avere una preparazione di un bianco molto puro per far risaltare la trasparenza dei colori. Infine la pellicola pittorica è a olio. Quello che è particolarissimo nella sua tecnica non sono dunque i materiali ma piuttosto l’esecuzione. La pellicola pittorica è estremamente sottile, i passaggi dall’ombra alla luce sono ottenuti sovrapponendo velature leggerissime, a tal punto che, come sul volto della Vergine, neppure con una lente d’ingrandimento si possono distinguere i tratti del pennello. Altro esempio, il magnifico mantello azzurro della Vergine, è ottenuto con delle velature di lapislazzuli e bianco e lascia intravedere il vestito sottostante realizzato con la lacca di garanza e nero d’avorio.
Per il periodo d’esecuzione dell’opera, si può fare riferimento a un “incunabolo” del XV secolo appartenuto ad Agostino Vespucci e scoperto nel 2005. In questo manoscritto, che riproduce dei testi di Cicerone, si trovano, ai margini, numerose annotazioni scritte dal Vespucci. Tra queste una in particolare che, riferendosi a un passaggio dove Cicerone parla di Apelle che non ha terminato la sua “Venere”, descrive il fatto che Leonardo ha cominciato il ritratto di Lisa Del Giocondo e la Sant’Anna non terminandole. Siamo in ottobre del 1503, a questa data le due opere sono dunque cominciate
(...)
Quali sono state le scoperte e le sorprese che questo capolavoro le ha riservato?
«Tante, prima tra tutte la conferma che questo capolavoro è rimasto incompiuto, come si pensava dalle descrizioni fatte dell’opera dopo la morte di Leonardo. Poi la scoperta delle infinite tonalità di azzurro, tutte a base dello splendido pigmento di lapislazzuli, che compongono il cielo, il paesaggio e il mantello della Vergine. I ciottoli ai piedi dei personaggi, tutti diversi gli uni dagli altri e delicatamente ricoperti d’acqua. Gli incarnati, delicatissimi, dove i passaggi tra ombra e luce sono talmente impalpabili da essere invisibili anche con una lente d’ingrandimento (il famoso “sfumato” di Leonardo). Ma direi che ogni centimetro di quest’opera, durante la pulitura, è stata una scoperta unica».
Che effetto Le ha fatto scoprire le impronte digitali di Leonardo sul dipinto?
«Grande, grandissima emozione. Mettere le dita sulle impronte del Maestro. Indescrivibile!»."



La storia delle impronte digitali mi fa impazzire, ma si vedono a occhio nudo?!? Ci vogliono immagini in hd...

Chi è poi questo Agostino Vespucci? Parente di Amerigo?!?
Conferma indirettamente che Leonardo era noto come l'Apelle Fiorentino...

In internet ho trovato:
Agostino Vespucci lavorò con Leonardo su tre momenti importanti: gli tradusse dal latino la cronaca della Battaglia di Anghiari scritta da Leonardo di Piero Dati, pagine che si trovano nel Codice Atlantico; nel 1507 gli scrisse una lettera indirizzata al cardinale Ippolito d'Este a proposito di una lite con i fratelli per l'eredità di uno zio; si occupò con Leonardo da Vinci e Niccolò Machiavelli della deviazione dell'Arno prima di Pisa.


Ultima modifica di shemsu_hor il 20/03/2012, 23:49, modificato 1 volta in totale.

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MessaggioInviato: 20/03/2012, 23:43 
Altri riferimenti fra Leonardo e Apelle si trovano in alcuni epigrammi latini di argomento figurativo, composti dall'umanista bizantino Giano Lascaris (Costantinopoli, 1445-Roma, 1535) e pubblicati per la prima volta a Parigi nel 1527.
http://issuu.com/horti-hesperidum/docs/9_-_panzironi

"Lascaris continua a ragionare sul confronto tra «Arte» e «Natura», in riferimento, questa volta, alla Sant'Anna del Louvre (è certo che l'umanista ebbe modo di vedere il dipinto nello studio dell'artista, presso la corte di Francia):

IN DIVAE ANNAE IMAGINEM INCHOATAM. Ne veterum celebres vincas exacta tabellas Anna, tuus pictor Vincius ille obiit. At mage quam Venerem, quam non absolvit Apelles. Te mirata colet sedula posteritas.

È utile tentarne una parafrasi: tutto il componimento è giocato sul confronto tra Leonardo e Apelle; i risultati conseguiti dal pittore antico devono considerarsi l'esito di una strenua ricerca di perfezione e di finitezza nella resa delle fattezze di una dea. Per Leonardo, invece, la perfetta bellezza prescinde dal livello di finitezza dell'opera, al punto da potersi ammirare una sua opera anche solo semplicemente incominciata, «inchoatam». Le prime tre righe dell'epigramma contengono le motivazioni addotte da Lascaris per spiegare perché il suo pittore, «Vincius», abbia voluto lasciare l'immagine in uno stato di non-finitezza; l'incompiutezza dell'opera si spiega con la volontà di non tenere in nessun conto quel grado di finitura delle più celebri opere antiche («Ne veterum celebres vincas exacta tabellas»). Il non finito di Leonardo sarebbe dunque intenzionale; il non finito dell'ultima opera di Apelle, la Venere di Coo, sarebbe invece dovuto alla morte dell'artista. È per questa ragione che Leonardo supera Apelle: pur trattandosi, in entrambi i casi, di opere visibilmente non finite, la Sant'Anna sarebbe stata ammirata dai posteri più della Venere del pittore greco («Te mirata colet sedula posteritas»)."


Ma allora gli incompiuti di Leonardo erano intenzionali? [V]


Ultima modifica di shemsu_hor il 20/03/2012, 23:48, modificato 1 volta in totale.

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MessaggioInviato: 29/03/2012, 12:45 
http://www.ilgiornale.it/interni/su_san ... comments=1

"(La restauratrice) ...ha trovato cose incredibili tra cui le impronte digitali del maestro sul ginocchio e sui capelli della Vergine, sul cielo che s'intravede tra i rami d'albero e sulla parte superiore sinistra del quadro.

Ancor più sensazionale la scoperta dell'acqua ai piedi di Sant'Anna, l'azzurro vivido del manto della Madonna e, soprattutto, l'ultimo ripensamento di questo genio sullo sbuffo dell'abito della nonna di Gesù. E' proprio lei seduta sulla riva di un fiume che, secondo alcuni studiosi, sarebbe l'Adda, a guidare la diagonale degli sguardi tra la Vergine, il bambinello e l'agnellino. Più bella della Gioconda, Sant'Anna guarda la figlia che fissa negli occhi il nipotino a sua volta guardato dall'animale su cui sta tentando di salire a cavalcioni."


Altra intervista alla Pasquali:
http://www3.lastampa.it/arte/sezioni/ne ... tp/448090/

In più si parla anche della presenza di un villaggio nel paesaggio Alpino dello sfondo !! [:0]


Ancora niente foto HD !?! [xx(]


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