Un'interessante intervista a Cinzia Pasquali (restauratrice del dipinto):
http://www.altrapagina.it/ingrandimento ... Cat_Art_2="Prof.ssa Pasquali, ci può parlare della tecnica utilizzata da Leonardo per dipingere quest’opera? E a che periodo risale il dipinto?
«L’opera è realizzata con una tecnica abbastanza tipica dell’epoca. Il supporto in legno di pioppo (quattro tavole con due traverse orizzontali), é preparato con due strati di gesso: il “gesso grosso” e il “gesso sottile” sui quali si trova uno strato di bianco di piombo puro che ha come legante un emulsione a base d’olio e proteine animali. Nel suo “Trattato della pittura”, Leonardo insiste molto sull’importanza di avere una preparazione di un bianco molto puro per far risaltare la trasparenza dei colori. Infine la pellicola pittorica è a olio. Quello che è particolarissimo nella sua tecnica non sono dunque i materiali ma piuttosto l’esecuzione. La pellicola pittorica è estremamente sottile, i passaggi dall’ombra alla luce sono ottenuti sovrapponendo velature leggerissime, a tal punto che, come sul volto della Vergine, neppure con una lente d’ingrandimento si possono distinguere i tratti del pennello. Altro esempio, il magnifico mantello azzurro della Vergine, è ottenuto con delle velature di lapislazzuli e bianco e lascia intravedere il vestito sottostante realizzato con la lacca di garanza e nero d’avorio.
Per il periodo d’esecuzione dell’opera, si può fare riferimento a un “incunabolo” del XV secolo appartenuto ad Agostino Vespucci e scoperto nel 2005. In questo manoscritto, che riproduce dei testi di Cicerone, si trovano, ai margini, numerose annotazioni scritte dal Vespucci. Tra queste una in particolare che, riferendosi a un passaggio dove Cicerone parla di Apelle che non ha terminato la sua “Venere”, descrive il fatto che Leonardo ha cominciato il ritratto di Lisa Del Giocondo e la Sant’Anna non terminandole. Siamo in ottobre del 1503, a questa data le due opere sono dunque cominciate
(...)
Quali sono state le scoperte e le sorprese che questo capolavoro le ha riservato?
«Tante, prima tra tutte la conferma che questo capolavoro è rimasto incompiuto, come si pensava dalle descrizioni fatte dell’opera dopo la morte di Leonardo. Poi la scoperta delle infinite tonalità di azzurro, tutte a base dello splendido pigmento di lapislazzuli, che compongono il cielo, il paesaggio e il mantello della Vergine. I ciottoli ai piedi dei personaggi, tutti diversi gli uni dagli altri e delicatamente ricoperti d’acqua. Gli incarnati, delicatissimi, dove i passaggi tra ombra e luce sono talmente impalpabili da essere invisibili anche con una lente d’ingrandimento (il famoso “sfumato” di Leonardo). Ma direi che ogni centimetro di quest’opera, durante la pulitura, è stata una scoperta unica».
Che effetto Le ha fatto scoprire le impronte digitali di Leonardo sul dipinto?
«Grande, grandissima emozione. Mettere le dita sulle impronte del Maestro. Indescrivibile!»."
La storia delle impronte digitali mi fa impazzire, ma si vedono a occhio nudo?!? Ci vogliono immagini in hd...
Chi è poi questo Agostino Vespucci? Parente di Amerigo?!?
Conferma indirettamente che Leonardo era noto come l'Apelle Fiorentino...
In internet ho trovato:
Agostino Vespucci lavorò con Leonardo su tre momenti importanti: gli tradusse dal latino la cronaca della Battaglia di Anghiari scritta da Leonardo di Piero Dati, pagine che si trovano nel Codice Atlantico; nel 1507 gli scrisse una lettera indirizzata al cardinale Ippolito d'Este a proposito di una lite con i fratelli per l'eredità di uno zio; si occupò con Leonardo da Vinci e Niccolò Machiavelli della deviazione dell'Arno prima di Pisa.